Carta Del Padre Andrea Lopez S.J. Donde Menciona Al Reino Del Paytiti

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Relato de un milagro gracias a la misericordia de Dios en las Indias del Perú, o mejor dicho en el reino de Paytiti al lado de Perú. Carta jesuita encontrada en los archivos del Vaticano por Mario Polia. Se trata de una carta manuscrita escrita por un autor anonymo alrededor de 1650, contenida en un cuaderno titulado "Historia del Peru" que reune varios documentos del periodo 1567-1625. La carta en cuestion estaba a la pagina 38 de aquel cuaderno. El contino es bastante confuso. Para resumir el asunto, esta carta relata la historia de un tal Padre Andrea Lopez (padre superior de la orden de jesuitas de Cusco). Este padre relata un testimonio recojido acerca de "indios" que vivian en Cusco. La fecha de los acontecimientos no figura en el documento. Solo se puede decir que han tenido lugar antes de la muerte de padre Andreas, es decir, antes de 1585. La carta original esta escrita en italiano antiguo. la he echo traducir en italiano moderno y despues en castellano. Os entrego las dos versiones. Os aviso que he retocado la formulacion de ciertas frases y tambien he retocado la punctuacion para que el texto sea mas "compréhensible". ITALIANO (Original) Relazione d’un miracolo ch’è interuenuto per la misericordia di Dio nell’Indie del Peru, ò per meglio dire nel Regno di Paytiti a canto del Perú. Essendo arriuato il P.Andrea Lopez in questa città di Roma da N[ostro] P[adre] Generale come procuratore di quelle bande ha fatto relazione del miracolo, che il Signore per la sua misericordia ha mostrato in quelli Paesi, et é il seguente. Il detto P. Andrea lopez essendo Rettore del Collegio della Compagnia di Gesú nella città di Cousco in dette Indie del Perú, dice che in quella città erano alcuni Indiani da tre, ò quattro, li quali se bene erano Christiani battezzati per mano sua propia si sdegnorono del mal trattamento d’alcuni soldati del Presidio, et risolsero di partirsene di quelli suoi Paesi, et andarsene en un altro regno à dieci giornate discosto del detto Perú, il quale è chiamato Paytiti, et è grande mille legue di Spagna, che fanno tre

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Relato de un milagro gracias a la misericordia de Dios en las Indias del Perú, o mejor dicho en el reino de Paytiti al lado de Perú. Carta jesuita encontrada en los archivos del Vaticano por Mario Polia. Se trata de una carta manuscrita escrita por un autor anonymo alrededor de 1650, contenida en un cuaderno titulado "Historia del Peru" que reune varios documentos del periodo 1567-1625. La carta en cuestion estaba a la pagina 38 de aquel cuaderno. El contino es bastante confuso. Para resumir el asunto, esta carta relata la historia de un tal Padre Andrea Lopez (padre superior de la orden de jesuitas de Cusco). Este padre relata un testimonio recojido acerca de "indios" que vivian en Cusco. La fecha de los acontecimientos no figura en el documento. Solo se puede decir que han tenido lugar antes de la muerte de padre Andreas, es decir, antes de 1585. La carta original esta escrita en italiano antiguo. la he echo traducir en italiano moderno y despues en castellano. Os entrego las dos versiones. Os aviso que he retocado la formulacion de ciertas frases y tambien he retocado la punctuacion para que el texto sea mas "compréhensible". ITALIANO (Original) Relazione d’un miracolo ch’è interuenuto per la misericordia di Dio nell’Indie del Peru, ò per meglio dire nel Regno di Paytiti a canto del Perú. Essendo arriuato il P.Andrea Lopez in questa città di Roma da N[ostro] P[adre] Generale come procuratore di quelle bande ha fatto relazione del miracolo, che il Signore per la sua misericordia ha mostrato in quelli Paesi, et é il seguente. Il detto P. Andrea lopez essendo Rettore del Collegio della Compagnia di Gesú nella città di Cousco in dette Indie del Perú, dice che in quella città erano alcuni Indiani da tre, ò quattro, li quali se bene erano Christiani battezzati per mano sua propia si sdegnorono del mal trattamento d’alcuni soldati del Presidio, et risolsero di partirsene di quelli suoi Paesi, et andarsene en un altro regno à dieci giornate discosto del detto Perú, il quale è chiamato Paytiti, et è grande mille legue di Spagna, che fanno tre

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mille miglia d’Italia, et sono homini bianchi come todischi, et bellicosissimi et civili nel lor vivere, et governo. Il Re è molto potente, tiene una Corte a guisa del gran Turco con molta gran Maestà, il suo regno è molto ricco, et adornato d’oro, d’argento et di molte perle in tal maniera, che se ne servono nella Cuccina di Pignatte, et padelle, come di qual usiamo del metallo et ferro. Essendo dunq[ue] li sopradetti Indiani fugiti de Cousco, et arrivati al sopradetto Regno di Paytiti alle frontiere furono dalla guardia essaminati, et visitate le loro valigie, et bagaglie, che portavano, e come veramente questi Indiani erano Christiani portavano seco un crucifisso di legno che haueuano Havuto dal detto P. Andrea avanti la loro partenza, et dimandandogli le guardie della frontiere che cosa fosse quel crocifisso, come sbigottiti di vedere la forma de un huomo messo in un legno, risposero li detti Indiani, ch’era la figura del Dio de’Christiani. All’hora le guardie se ne burlarono, ridendosene con ogni meno sprezzo, et lasciandoli passare pure liberamente del Regno arrivarono nella città, dove tenea la sua Corte il Re del detto Regno di Paytiti, et essendo il Re avvisato dell’arriuata delli etti Indiani, et che portauano seco la figura del Dio, che li Christiani adorano, per curiosità il Re li fece chiamare in presenza sua, et di tutta la sua Corte, dove concorrevano tutti li principali Signori della sua Corte per curiosità, tanto per veere la figura del Dio dei Christiani, quant’ancora per intendere li discorsi, che li detti Indiani fariano al Re. Hora il Re pigliando il detto Crocifisso in mano senz’altro se ne cominciò a ridere, et a beffare insieme con tutti l’altri suoi corteggiani, et havendo riso, beffato un pezzo burlandosi del Crocifisso, lo tornò in mano dell’Indiano dicendogli, che se ne andasse via con il suo Dio dè Christiani, et dicendo queste parole per maggiuor disprezzo sputò nella faccia del Crocifisso mentre l’Indiano l’haveva già ricevuto, intervenne il miracolo, che il detto Crocifisso alzò il capo, che p[rim]a hauea inclinato, come ordinariamente si sogliono intagliare li crocifissi, et alzando il capo diede un’occhiata terribile rivoltando gli occhi con il capo à man destra, et sinistra, la quale occhiata fu tanto terribile, et spaventosa, che il Re con tutta la sua corte circostante cascorono in terra tramortiti senza dare segno di vita, et in questo modo restorono in terra per stadio di 3 hore tutti quanti salvo l’Indiano il quale restò in piedi con il crocifisso in mano tutto sbigottito. Al fine il p[rim]o che tornasse in sé fu il Re, et poi di mano in mano tutti gl’altri uno doppo l’altro, et come stupiti, et attoniti, alzò la voce il Re, et disse à guisa di S.Paolo Grande grande, grand’é il Dio dè Christiani, è cosi medesimam.te tutti gl’altri circonstanti, et subito il Re con tutti gli

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circonstanti si gettorno in terra adorando il detto Crocifisso, et nel cortile del suo Palazzo fece subito fabricare un’Oratorio, à guisa d’una capella quadra tutta d’oro fino adornata di gemme pretiose, dove piantò sopr’un altare il detto crocifisso dove lui in persona con il prencipe suo unico figliuolo, et herede del suo regno insieme con tutta la sua Corte andava ogni dí non una volta, ma piú volte ad adorare il detto Crocifisso. Dopoi (sic) pochi giorni trattò molto sinceram.te con curiosità accompagnata di zelo Santo con li sopradetti Indiani, dimandando et interrogando delle cose che contiene la legge Christiana, e promettendo alli detti Christiani d’irrichirli nel suo Regno, se loro potevano dargli ordine, et maniera, di poter parlare con quelle persone dotte, et litterate in questa legge Christiana ; et cosi si risolse il re con alcuni suoi cortiggiani sino à sei de primi insieme con il suo unico figliuolo il prencipe d’andare con li detti Indiani à trovare li Padri della Compagnia, et particolarm.te al sopradetto P. Andrea Lopez, dove essendo arrivati insieme fu tanto il suo zelo, che dipoi d’essere stato sodisfatto della dotrina de Christiani, che il detto P. Andrea Lopez gli predicava pregò con grande constanza, che il detto Padre volesse battezzare lui, et il suo figliuolo insieme con gli altri sei principali Cavaglieri, che seco menava, et cosi il detto padre sodisfatto della sua costanza li battezzò tutti, et essendo tutto mosso a divotione, piacque al Signore di darli una febre, con la quale morse, et ava[n]ti la sua morte ricevuti tutti li Sacramenti con gran fede, et divotione tale, quale si potria mai dire raccommandando al suo figliuolo, et agli altri sei Cavaglieri, che guardassero questa legge de Christiani, et non solo ma ancora introdurla nel suo Regno, pregando il detto P. Andrea, che volesse andare con quel suo figliuolo nel suo Regno à piantar la fade, promettendoli di fabricare un bellissimo Collegio, et particolarmente far una Chiesa, che li muri fossero d’oro massizzo, per le quali parole si può intendere la grande divotione, et zelo, che il buon Re aveva verso il suo regano. Hora avendo inteso nostro R.P.G[e]n[er]ale sono determinati di mandare in missione al detto Regno di Paytiti il detto P. Andrea co alcuni altri, li quali stanno già in ordine di partirsi subito fatto Pasqua. Di gratia V[ostra] R[everentia] faccia raccomandare al Sig[no]re questa S[an]ta missione. Il detto P.Andrea Lopez havendo scoperto nella detta India del Perú certi Indiani selvatici, cioè nella fede, li quali ancora non erano battezzati ne manco havevano ricevuto la legge Christiana, il detto P. Andrea li cominciò a insegnare la legge Christiana, et occupandosi in questi essecitii discoperse il Dio, che loro adoravano, ch’era una grande Pietra bazzara di grandezza d’un melone, di peso di sissanta, et sett’oncie sopra la qual pietra

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abbruciorono l’incenso per forma di sacrificar al loro Iddio, ch’era l’istessa pietra ; Domandandogli il P. Andrea quanto tempo haveuano questo Dio della pietra bazzara, risposero, che poco tempo avanti, poco piú, ò manco d’un Anno. Dimandandogli il ditto P. Andrea, che Dio prima havevano, gli risposero, che la causa che havevano pigliato per dio la pietra bazzarra era per li miracoli continoi, che la pietra facea in sanar quelle infirmità, che avevano per incurabili applicando la virtú che Dio hà dato à questa pietra contra alcune infirmità, esser miracolo. Cosi ogni volta che sacrificavano alla pietra per Dio gli tagliavano un pezzo per dar agli amalati et infermi delle infermità incurabili, con la qual pietra sanavano. Hor il P. per la misericordia di Dio gli persuase, che tutto quest[o] era inganno del Diavolo, et ch’era asai meglio adorare quel Dio, dal quale quella pietra riceveva quella virtú, ch’haveva et piacque à Dio, che si persuasero tanto bene, che il detto Padre li battezzò. Et hoggi sono buoni Christiani ; et il P. Andrea ha portato seco la detta pietra bazzarra, che loro adoravano per Dio, et l’ha presentata al Papa, la quale pietra gl’è stata molto grata a S. S[anti]tà tanto per la m[isericord]ia, ch’Iddio ha fatto a quelli che sono convertiti lasciando la detta pietra, la qual pietra è stata stimata di quà di valuta di quattro millia scudi. CASTELLANO Relato de un milagro gracias a la misericordia de Dios en las Indias del Perú, o mejor dicho en el reino de Paytiti al lado de Perú. Habiendo llegado el P. Andrea Lopez a la ciudad de Roma de Nuestro Padre General, como procurador de aquella parte, ha relatado el milagro que el Señor por su misericordia ha mostrado en aquellos países, y es el

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siguiente. Dicho P. Andrea Lopez siendo rector del colegio de la compañía de Jesús en la ciudad de Cusco en dichas indias del Perú, dice que en aquella ciudad había tres o cuatro indios, los cuales habían sido cristianizados y bautizados por el mismo , se indignaban del mal trato de algunos soldados de la guarnición, y han decidido irse de su país e ir a otro reino a diez jornadas del mencionado Perú, el cual se llamaba Paytiti, y a miles de leguas españolas, que hacen tres mil millas de Italia, y eran hombres blancos como alemanes y muy bélicos y civiles en su modo de vivir y gobierno. El Rey es muy potente, tiene una corte tipo la del Gran Turco con mucha majestad, su reino es muy rico y adornado de oro, plata y muchas perlas hasta tal punto que utilizan en la cocina ollas y sartenes de materiales preciosos como otros usaban de metal o de hiero. Siendo por tanto los mencionados indios fugitivos de Cusco y llegando al Reino de Paytiti, fueron examinados en la frontera por la guardia, registradas sus bolsas y equipaje y como estos indios eran cristianos llevaban un crucifijo de madera que les había dado el P. Andrea antes de partir, la guardia les preguntó que era el crucifijo, sorprendidos al ver una figura en forma de hombre sobre un trozo de madera, y los indios les contestaron que era la figura del Dios de los Cristianos. En ese momento la guardia se burló, riéndose con menos precio. y dejándolos pasar libremente llegaron a la ciudad donde estaba la Corte del Rey de Paytiti, y siendo el Rey avisado de la llegada de los indios así como que llevaban la figura de Dios que los cristianos adoraban, por curiosidad el Rey los llamó a su presencia y la de su Corte, donde concurrieron todos los Señores principales de la misma por curiosidad, tanto para ver la figura del Dios de los Cristianos como para escuchar lo que los Indios iban a explicarle al Rey. En el momento que el Rey tenia el Crucifijo en la mano, sin duda comenzó a reírse y mofarse junto con todos sus cortesanos, y habiéndose reído, mofado un buen rato burlándose del Crucifijo, lo devolvió a las manos del Indio, que se fuera con su Dios de los Cristianos, y diciendo estas palabras con el mayor desprecio escupió en la cara del Crucifijo mientras el Indio ya lo había recibido, se produjo entonces el milagro, el dicho crucifijo alzó la cabeza que primero tenía inclinada, que era como ordinariamente se tallaban los crucifijos, y levantó la cabeza echándole una mirada terrible y moviendo los ojos de derecha a izquierda junto con la cabeza, y la mirada fue tan terrible y aterradora, que el Rey con toda su Corte se cayeron al suelo sin dar señales de vida y permanecieron todos en este estado durante

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tres horas, salvo el indio el cual permaneció en pie con el Crucifijo en la mano anonadado. Al fin el primero que tornó en si fue el Rey, y después poco a poco, todos los demás uno por uno, y como sorprendidos y atónitos, alzó la voz el Rey, y dijo al modo de San Pablo Grande, grande es el Dios de los Cristianos, y así igualmente todos los que estaban a su alrededor, y de repente el Rey y todos ellos se tiraron al suelo adorando dicho Crucifijo, y en el patio de su Palacio hizo construir inmediatamente un oratorio de tipo capilla cuadrada toda de oro y adornada con gemas preciosas, donde plantó sobre un altar el mencionado crucifijo donde él en persona con el príncipe su único hijo y heredero de su reino, junto con toda su Corte iban cada día a adorar a dicho crucifijo, pero no una vez, sino varias. Después de algunos días con un trato muy sincero y con curiosidad acompañada de esmero Santo con los mencionados indios, demandaba y preguntaba sobre los principios de la ley Cristiana, y prometiendo a los cristianos de enriquecerles en su reino, si ellos podían dar la orden de modo que pudiera hablar con las personas sabias sobre la ley Cristiana ; y así decidió el Rey con algunos de sus cortesanos y su único hijo ir con los indios a encontrar el Padre de la Compañía y particularmente al mencionado P. Andrea Lopez, y cuando llegaron fue tanto su esmero que después de sentirse satisfecho de la doctrina cristiana y de lo que predicaba el Padre Andrea Lopez, rezó con tal constancia, que el mencionado Padre quiso bautizarlo junto a su hijo y sus principales Caballeros, y así el mencionado Padre los bautizó a todos, y estando emocionado por la devoción, al Rey le dio una fiebre tal que le provocó la muerte, y antes recibió todos los Sacramentos con gran fe, y gran devoción, en modo que contagio a su hijo y las otro seis caballeros que mantuvieron la ley de los Cristianos pero no sólo para introducirla en su Reino, sino que le rogaron al P. Andrea que fuera con ellos a implantar la fe, prometiéndole edificar un bellísimo Colegio y particularmente una Iglesia que tendría los muros de oro macizo, de modo que con estas palabras, pudiera comprenderse la gran devoción el esmero que el buen Rey tenía sobre su reino. Habiendo convenido nuestro [RPG] eneral, determinaron mandar en misión al Reino de Paytiti al mencionado P. Andrea con algunos otros, los cuales tenían orden de partir inmediatamente después de Pascua. Pedían la bendición sobre esta misión. El mencionado P. Andrea Lopez había descubierto en la dicha India de Perú algunos indios salvajes, es decir en la fe, que todavía no habían sido bautizados y no habían recibido la ley Cristiana, el mencionado P. Andrea les empezó a enseñar la ley Cristiana y así descubrió el Dios que ellos adoraban, que era una piedra vulgar del

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tamaño de un melón, de peso de sesenta y sobre la misma quemaban incienso para sacrificar a su Dios, que era la misma piedra ; el P. Andrea les preguntó cuanto tiempo hacía que tenían al Dios de la piedra y contestaron que hacia poco mas o menos un año. El Padre Andrea les preguntó que otro Dios tenían antes, y le contestaron que el motivo por el que habían tomado por Dios a la piedra era por los milagros que la piedra hacia al sanar aquellas enfermedades que eran incurables, porque Dios le había dado ala piedra virtudes contra algunas enfermedades por milagro. Así, cada vez que sacrificaban a la piedra por Dios le quitaban un trozo para dárselo a los enfermos incurables y con ella sanaban. Por la misericordia de Dios fueron persuadidos que todo esto era un engaño del Diablo y que era mejor adorar aquel Dios, del cual la piedra recibía la virtud, y fueron persuadidos tan bien que el Padre los bautizó. Y hoy son buenos cristianos; y el P. Andrea ha sacado la piedra que adoraban por Dios y se la llevado al Papa, lo cual, su Santidad ha agradecido que Dios haya hecho convertirse a aquellos dejando la piedra y dicha piedra ha sido valorada en cuatro mil escudos.