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1 VIAGGIO A BARCELLONA 4—8 APRILE 2017 Classi 3B, 3L, 3C, 3F Diario di viaggio di ____________________________ Programmi: GRUPPO A (3B e 3L) MERCOLEDI 5 APRILE h. 10:00 Poble Espanyol, pg 12 h. 14.00 Castello di Montjuïc, pg 15 h. 16:00 Casa Milà, Passeig de Gracia, pg 9 h. 17:15 Casa Balò, pg 10 GIOVEDI 6 APRILE h. 10:00 Barrio Goco, Plaça del Rei, pg 5 h. 11:00 Caedrale della Santa Croce, pg 6 h. 12:00 Museo di Storia di Barcellona, pg 5 h. 14:00 Parc de la Ciutadella, pg 15 h. 15:00 Acquario di Barcellona, pg 19 h. 18:00 Museo Mirò, pg 16 VENERDI 7 APRILE h. 09:00 Plaça Catalunya, Rambla, Boqueria, pg 7 h. 11:00 Museo Marimo, pg 8 h. 13:00 Museo della Scienza Cosmo Caixa, pg 18 h. 16:30 Sagrada Familia, pg 11 GRUPPO B (3C e 3F) MERCOLEDI 5 APRILE h. 10:00 Poble Espanyol, pg 12 h. 14.00 Castello di Montjuïc , pg 15 h. 16:00 Acquario di Barcellona, pg 19 GIOVEDI 6 APRILE h. 09:30 Plaça Catalunya, Rambla, Boqueria, pg 7 h. 11:00 Museo Marimo, pg 8 h. 12:30 Museo della Scienza Cosmo Caixa, pg 18 h. 15:30 Casa Milà, Passeig de Gracia, pg 9 h. 16:14 Casa Balò, pg 10 VENERDI 7 APRILE h. 09:00 Caedrale della Santa Croce, pg 6 h. 10:00 Museo di Storia di Barcellona, pg 5 h. 12:30 Barrio Goco, Plaça del Rei, pg 5 h. 14:00 Parc de la Ciutadella, pg 15 h. 16:00 Museo Mirò, pg 16 h. 18:00 Sagrada Familia, pg 11

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Scuola Superiore di I grado “Luigi Pierobon” - Cittadella (PD)

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VIAGGIO A BARCELLONA

4—8 APRILE 2017 — Classi 3B, 3L, 3C, 3F

Diario di viaggio di

____________________________

Programmi:

GRUPPO A (3B e 3L)

MERCOLEDI 5 APRILE

h. 10:00 Poble Espanyol, pg 12

h. 14.00 Castello di Montjuïc, pg 15

h. 16:00 Casa Milà, Passeig de Gracia, pg 9

h. 17:15 Casa Battlò, pg 10

GIOVEDI 6 APRILE

h. 10:00 Barrio Gotico, Plaça del Rei, pg 5

h. 11:00 Cattedrale della Santa Croce, pg 6

h. 12:00 Museo di Storia di Barcellona, pg 5

h. 14:00 Parc de la Ciutadella, pg 15

h. 15:00 Acquario di Barcellona, pg 19

h. 18:00 Museo Mirò, pg 16

VENERDI 7 APRILE

h. 09:00 Plaça Catalunya, Rambla, Boqueria, pg 7

h. 11:00 Museo Marittimo, pg 8

h. 13:00 Museo della Scienza Cosmo Caixa, pg 18

h. 16:30 Sagrada Familia, pg 11

GRUPPO B (3C e 3F)

MERCOLEDI 5 APRILE

h. 10:00 Poble Espanyol, pg 12

h. 14.00 Castello di Montjuïc , pg 15

h. 16:00 Acquario di Barcellona, pg 19

GIOVEDI 6 APRILE

h. 09:30 Plaça Catalunya, Rambla, Boqueria, pg 7

h. 11:00 Museo Marittimo, pg 8

h. 12:30 Museo della Scienza Cosmo Caixa, pg 18

h. 15:30 Casa Milà, Passeig de Gracia, pg 9

h. 16:14 Casa Battlò, pg 10

VENERDI 7 APRILE

h. 09:00 Cattedrale della Santa Croce, pg 6

h. 10:00 Museo di Storia di Barcellona, pg 5

h. 12:30 Barrio Gotico, Plaça del Rei, pg 5

h. 14:00 Parc de la Ciutadella, pg 15

h. 16:00 Museo Mirò, pg 16

h. 18:00 Sagrada Familia, pg 11

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Breve storia della Spagna L’Hispania romana — A partire dal 201 a.C. la maggior parte della penisola iberica divenne territorio romano. Il “processo di romanizzazione” si concluse a circa metà del I sec. d.C. La caduta dell’impero romano — Il V sec. è il momento in cui l’Impero Romano incomincia a perdere il suo pote-re in Spagna. Nel 409 i Vandali, gli Svevi e gli Alani entra-rono nella Penisola Iberica. Poi arrivarono i Visigoti e in breve tempo cacciarono gli altri popoli, compresi i Ro-mani. Dal 550 al 650 i Visigoti ebbero il loro periodo d’o-ro. La conquista islamica — Nel 700 a causa della guerra fra due eredi di un re dei Visigoti arrivarono gli arabi a supporto di uno di loro che la vinse. Gli arabi continuarono ad espandersi nella penisola iberica conquistando Toledo, Siviglia, Mérida e Saragozza. Vennero fermati nel 732 da Carlo Martello nella Battaglia di Poitiers. La reconquista — Verso l’anno 720 alcuni musulmani crearono il Regno delle Austere. Per 300 anni (dal 700 al 1000) si continuò con la guerra per cacciare gli islamici dalla penisola iberica. Nel 1200 quasi tutti gli arabi erano stati espul-si, ma la Spagna era divisa in vari regni. Nel 1230 ci fu l’Unione dei Regni di Castiglia e di Leòn quando Fernando III il Santo ricevette prima il regno di Castiglia e poi quello di Leòn dai genitori. L’Unione delle Corone di Castiglia e d’Aragona avvenne intorno al 1475 quando si celebrò il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Fernando II (principe di Aragona). Con i Borbone di Spagna si realizzò poi una grande unione di tutto il

territorio spagnolo. Casa d’Austria — Tra il 1500 e il 1600 furono gli Asburgo a regnare in Spagna. L’imperatore Carlo V si trovò ad ereditare un immenso territorio che arrivava ad estendersi fino alle Filippine, al Messico, ai Paesi Bassi e allo Stretto di Ma-gellano. Quando egli morì, l’eredità si divise tra il fratello Ferdinando e il figlio Filippo. Con Filippo II il regno di Castiglia divenne il centro della Casa d’Austria. La Spagna si dimostrò molto forte militarmente anche in mare con la vittoria a Lepanto nel 1571 e tale rimase fino al 1640 circa.

Il 1800 spagnolo è caratterizzato da eventi storici di grande portata che interessarono la peni-sola Iberica, come la Guerra d'indipendenza (1808-1813) e la Rivoluzione del 1868. Il Sestennio Democratico — Nel 1868 la Spagna diviene una monarchia costituzionale. Nel 1870 venne incoronato re Amedeo di Savoia, che si farà chiamare Amedeo I di Spagna, ma abdicò nel 1873 per rivolte in cui si tentò anche di assassinarlo. Dopo di lui si proclamò la Pri-ma Repubblica Spagnola. Dittatura di Primo de Rivera — Il 13 settembre del 1923, il Capitano Generale Miguel Primo de Rivera organizzò un colpo di Stato con la maggioranza dei militari. Restaurazione Borbonica — La restaurazione Borbonica avvenne perché il nuovo regime nac-que già debole a causa di diversi fattori, tra i quali la mancanza di una sufficiente base sociale, dimostrata dal malcontento dei contadini e degli operai, l'opposizione organizzata dai conser-vatori o monarchici e la mancanza di una borghesia che sostenesse il sistema. La restaurazione Borbonica durò fino al 14 aprile 1931. Guerra Civile - La guerra civile in Spagna (iniziata nel luglio 1936 e conclusasi nell’aprile 1939) è stata il preambolo della seconda guerra mondiale e del futuro confronto/scontro tra le principali ideologie politiche: Socialismo, Comu-

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nismo, Anarchia. La guerra civile, ovviamente, fu devastante per tutta la Spagna e al termine di essa si trovò a salire al potere il dittatore Franci-sco Franco che governò per 36 anni. Da Franco alla Democrazia — La data che si iden-tifica come inizio della democrazia è quella della morte di Francisco Franco il 20 novembre 1975. Da lì si è incominciato a creare la vera democrazia spagnola fino a giungere

al 28 ottobre 1982 in cui vinse il Partito Socialista Operaio Spagnolo. Nel 1977 avvennero le prime elezioni generali dopo la dittatura. Nel 1978 venne approvata la costituzione che poi venne ratificata per mezzo di un referendum.

Da qui in poi, per la Spagna, fu tutto un susseguirsi di nuove regole, nuove leggi, un rischio di un nuovo (ma fallito) colpo di stato nel 1981, l’ingresso nella NATO, la prima TV nazionale, le olimpiadi del 1992, fino al tremendo attentato l’11 marzo 2004 (tre giorni prima delle elezioni spagnole) quando vennero uccisi 190 cittadini in vari attentati. La Spagna oggi — Questo paese è in continuo fermento e crescita cultura ed economia. La crisi che è incominciata dopo l’estate del 2008 ha preso di mira anche la Spagna, ma comunque resta meta preferita di tantissimi turisti.

Storia di Barcellona Nonostante tante guerre, invasioni e distruzioni, Barcellona si è sempre ripre-sa, più forte di prima. I Cartaginesi si stanziarono nell'area intorno al 230 a.C.

Nel 15 a.C. i Romani ridisegnato la città come un Castrum, con un accampamento militare. Più avanti nel tempo, l'an-tica Barcellona romana subì l'invasione dei Visigoti (che la innalzarono a capitale) e successivamente dei Musulmani. La storia dell'attuale città si fa tuttavia iniziare solo nel 801 d.C., periodo nel quale i francesi di Carlo Magno, coman-dati dal figlio di quest'ultimo, Ludovico I, scacciarono gli arabi. Il territorio divenne da allora parte della Marca Hispa-nica, governata dai conti di Barcellona. Nel 874, Vifredo I rese indipendente il territorio. Nel 985, lo Sceicco di Cordo-va, Al Mansur, mise mano sulla città di Barcellona, da dove sperava di penetrare nel resto d'Europa. Un’unione di feudatari locali riuscì tuttavia, pochi decenni dopo, a riconquistare la città. Nel XII secolo la Catalogna si arricchì, si unì al regno di Aragona e si allargò ad alcuni territori francesi e Jau-me el Conqueridor (Giacomo I d'Aragona, detto il Conquistatore), riuscì a prendere agli arabi le isole Baleari. Più tardi, il suo successore, Pietro II, conquistò la Sicilia, che divenne parte del regno. Fino a tutto l'intero corso del XV secolo, Barcellona fu alla testa di un piccolo impero, il regno di Aragona, che comprendeva la Sicilia e parte del sud Italia, Mal-ta, la Sardegna, Valencia, le Baleari, alcune regioni francesi e parte della Grecia. Tuttavia, verso la fine dello stesso secolo, devastato dalla peste, dalle ban-che andate in rovina e dall'occupazione dei suoi mer-cati da parte della forte Genova, l'impero iniziò a va-cillare. Nel 1473 Barcellona fu definitivamente annes-sa alla Castiglia, ma venne esclusa dalla distribuzione delle ricchezze che continuavano ad arrivare dalle Americhe. Ciò provocò frequenti rivolte che culminarono nella la Guerra di Successione (1702-1713): la Catalogna si schierò al fianco del Regno Unito e dell'Austria contro Filippo V.

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Ma fu un grave errore: nel 1714, oltre a mettere fuori legge la lingua catalana, Filippo V co-struì un enorme forte, La Ciudadella, per tenere sotto controllo i suoi sudditi infedeli. Solo dopo il 1778, alla Catalogna fu concesso di commerciare con l'America, così le fortune della regione cominciarono piano piano a migliorare. All'inizio del nuovo secolo a Barcellona vi fu una vera e propria esplosione demografica, gra-zie soprattutto agli operai che si trasferivano in città per cercare lavoro nelle nuove industrie. Nel 1931, quando si stava formando la Seconda Repubblica Spagnola, i nazionalisti catalani proclamarono una repubblica all'interno di una 'Federazione Iberica'. Nel luglio 1936 la Spagna venne sommersa dalla dura Guerra Civile. La Catalogna ottenne in poco tempo una vera e propria autonomia. Per circa un anno, gli anarchici rivoluzionari ed un partito marxista governarono la città. Nel maggio del 1937 ci fu una vera e propria guerriglia urbana che durò tre giorni e causò più di 1500 morti. Fu impossibile sconfiggere la milizia fascista di Francisco Franco: Barcellona cedette al dittatore nel gennaio del 1939 e migliaia di catalani abbandonarono il paese andando in Francia. Alla morte di Franco nel 1975 e alla salita al trono di Spagna di Juan Carlos di Borbone, il Catalano, Basco e Galiziano vennero rico-nosciute come lingue ufficiali della Spagna e insegnate nelle scuole. Nel 1979, con un referendum popolare, i catalani

decisero per l'autonomia regionale. Le Olimpiadi del 1992 sono state il punto di svolta di Barcellona, in vista delle quali la città si è preparata potenziando le sue infrastrutture, la me-tropolitana, le aree portuali, la rete ferroviaria, l'aeroporto, dando uno straordinario impulso al turismo. Se c’è una cosa che fortifica l’identità catalana, è la sua lingua. Oggi conta circa 12 milioni di parlanti. Il Catalano è una lingua romanica, con influenze Italiane, Francesi, Portoghesi, e ovviamente Castigliane. Gli anni della dittatura di Franco furono i più difficili e bui dal popolo Catala-

no, anche per la sua decisione di unificare il proprio regno sotto una sola lingua, il Castigliano. Le lingue di minoranza vennero vietate nelle scuole, nei media e perfino per i cartelli stradali. Addirittu-ra era proibito dare un nome Catalano ai neonati. Dalla morte di Franco, la popolazione locale vuole che la cultura catalana non solo sopravviva, ma che si rinforzi e che si diffonda. Oggi il Catalano è lingua ufficiale in tutte le scuole della Catalunya, affiancato dallo Spagnolo che viene insegnato come seconda lingua, proprio come l’Inglese. Anche i giovani parlano Catalano, anche fra loro!

• Che differenze hai notato fra il castigliano ed il catalano visitando Barcellona? _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________

La città di Barcellona

Barcellona è una città di 1.615.908 abitanti. È situata a sud dalla catena montuosa dei Pirenei e a 150 km dal confine con la Francia. La morfologia della città è caratterizzata da sezioni distinte: i monti della Collserola, con il Tibidabo come maggiore cima (512 m) a dominare la città; la pianura; il delta del Besòs e del Llobregat e la collina del Mont-juïc (173 m), dominata da una fortificazione. A Barcellona, come in tutta la Catalogna, il classico clima mediterraneo con inverni umidi e temperati ed estati aride risente della posizione a nord del Mediterraneo Occidentale. In estate può esserci il passaggio di qualche fronte temporalesco, però la sua posizione riparata dalle correnti da ovest fa sì che l'inverno sia di frequente una stagione soleggiata.

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Le bellezze della città Il Barrio Gotico Il Barri Gòtic (o Barrio Gótico in spagnolo) è il centro della città vecchia di Barcellona; a sud confina con il Port Vell (Porto Vecchio) e con il mare; a ovest ha La Rambla , men-tre verso nord sbocca in Plaça Catalunya. Storicamente rappresentava il centro politico e religioso della città.

La Plaça del Rei La Plaça del Rei (la Piazza del Re) è sita nel centro della zona di Barrio Gótico, a Barcellona. Ottimamente conservata, ha due soli punti d'accesso e risulta abbastanza nascosta dalle costruzioni che la circondano. Tutt'intorno a que-st'affascinante piazza rettangolare si ergono maestosi palazzi medievali, che appartengono al complesso del Palazzo Reale Maggiore (Palau Reial Mayor), in stile gotico catalano. Qui hanno vissuto i conti di Barcellona e i reali aragone-si. Di questi edifici fa parte anche la cappella di Sant’Agata, edificata su resti di antiche mura romane. Per raggiunger-la bisogna percorrere una scalinata che porta al Salone del Trono, una costruzione medievale che è stata oggetto di numerose modifiche. Un tempo fu sede dei reali: è proprio qui infatti che Fernando ed Elisabetta di Spagna ricevette-ro Colombo quando tornò dalle Americhe. In seguito vi si installarono le monache del Convento di Santa Clara. Ora è destinato a mostre e allestimenti temporanei.

Il Museo di storia di Barcellona Conosciuto anche per l'acronimo MUHBA, è un museo della città che conserva, documenta, divulga, ed espone

il patrimonio storico della città di Barcellona, dalle sue origini fino al presente. Nel 1931 si trasferì, pietra per pietra, la Casa Padellàs, un palazzo dei secoli XV-XVI, dalla strada Mercaders fino alla piazza del Re. I lavori di ricostruzione portaro-no alla superficie una parte importante dell'antica città romana di Barcino, e causarono un intervento archeologico in tutto il sottosuolo della stessa piazza che continuò fino alla guerra civile spagnola. Questi

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scavi, insieme al recupero dal Palazzo Reale medievale, configurarono la posizione idonea per il Museo di storia di Barcellona. Il museo s'inaugurò nel 1943. Gradualmente, furono incorporati nuovi spazi come il tempio romano di Barcellona dedicato ad Augusto o la necropoli romana della Plaça Vila de Madrid (scoperta nel 1954). L'area archeo-logica nel sottosuolo di Plaça del Rei crebbe anche dopo la scoperta di un battistero paleocristiano (1968). Nel sottosuolo archeologico si possono ammirare i resti di una parte della città romana e tardo antica (4000 m²). La visita finisce nel palazzo reale medioevale, includendo la cappella di Sant'Agata (secolo XIV) e la grande sala dal Tinell (secolo XIV).

® Cosa ti è piaciuto di più di questo museo e perché?

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La Seu

La Cattedrale della Santa Croce e Sant'Eulalia, detta La Seu, è la cattedrale di Barcellona. La chiesa ha una straordinaria varietà di stili e dettagli architettonici, artistici e decorativi, perché l’edificio ha subito ben 1500 anni di progettazioni e rimaneggiamenti, intrapresi nel XIII secolo e conclusi solo nel finire del 1800. La facciata è uno straordinario tributo allo stile gotico con una grande profusione di angeli e santi. Si stringe tra due alte torri: la torre centrale si eleva per ben 70 metri. Gli antichi bassorilievi dei due lati del portale rappresentano una scena una molto interessante che narra della leggenda-ria lotta di Guifre el Pelós che uccide il drago con un ramo di quercia. Viene rappresentato qui come un San Giorgio, e nella lunga barba si notano gli attributi che ne caratterizzavano il nome, Goffredo il Peloso. All’interno le tre navate hanno la stessa altezza; l’ampiezza della navata principale è doppia rispetto a quella delle navate laterali. L’altare maggiore di marmo bianco si innalza per tre metri, le sue snelle colonne sono rette dai capi-telli originali della chiesa visigota edificata sulla basilica paleoctristiana. Le molteplici cappelle interne custodiscono una straordinaria profusione di arte gotica catalana. La Cappella del Cristo di Lepanto, inserita nell’antica Sala Capitolare, ospita il leggendario crocifisso di Lepanto, una scultura in legno risalente al 1300 dalla caratteristica sinuosa curvatura. Si narra che questo crocifisso venne colloca-to da Giovanni D’Austria sotto le sue insegne nella battaglia di Lepanto. La leggenda narra che per evitare il colpo di un cannone degli infedeli turchi il crocifisso si piegò fino a formare una S. In realtà la scultura era stata creata così, la S seguiva la forma naturale del tronco di legno da cui nasceva. Il chiostro gotico della cattedrale è uno splendido spazio architettonico concepito per la riflessione. Ci vivono placida-mente 13 grandi oche bianche, che richiamano alla vita della santa martire protettrice della città alla quale è dedica-ta la cattedrale, Santa Eulalia. Si dice infatti che Eulalia avesse 13 anni quando venne martirizzata durante la persecu-zione di Diocleziano e che venisse dalla campagna che circondava Barcellona dove pascolava le oche. Questo spazio è stato, nel corso dei secoli, molto legato alla vita dei cittadini e si animava soprattutto nel giorno del Corpus Christi, quando le confraternite della città vi organizzavano delle rappresentazioni allegoriche seguite da un’imponente processione. Oggi si ricorda il Corpus Christi collocando un guscio intero d’uovo sullo zampillo della fontana per poi vederlo danzare spinto dallo sgorgare dell’acqua.

® Che impressione ti ha fatto la cattedrale? ______________________________________________________________________________________

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® Cosa ti ha colpito di più dell’interno?

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®Qual è una caratteristica di questa chiesa che non hai mai visto altrove?

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Plaça de Catalunya Questa è la piazza più centrale ed importante di Barcellona; occu-pa una superficie di circa 50.000 m2. Attorno ad essa si concentra-no la finanza, il commercio, ed il turismo della capitale catalana, ed è chiaramente luogo di ritrovo, anche perché è il punto da cui la Rambla scende verso il mare. Oltre a questo è un importante snodo dei trasporti pubblici: è, infatti, capolinea di varie linee di autobus e metropolitana. Per la posizione in cui si trova, divide i quartieri vecchi (Barri Gòtic, Barceloneta, Ribera, El Raval) che compongono la Ciutat Vella, dalla parte di città più recente, risalente in gran parte al XIX-XX secolo. Fu costruita nel 1927 dall'architetto Francisco Nebot; è ornata da fontane, numerosi monumenti e statue.

® Da cosa puoi dedurre che questa piazza è il punto centrale della città?

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La Rambla E’ un viale di Barcellona che collega Plaça de Catalunya con il porto antico (Port Vell). La Rambla è uno dei luoghi più emblematici della città, frequentatissimo tutto l'anno sia da turisti sia dagli abitanti del luogo. La parola rambla deri-va dall'arabo raml (sabbia) e designa, come in altre città spagnole, una strada ricavata da un corso d'acqua asciutto, interrato o coperto. Sembra un centro commerciale pedonale lungo un chilometro e trecento metri al margine del Barrio Gòtic (Quartiere Gotico) e collega Plaça Catalunya con il monumento a Colombo al Port Vell. La strada, sia di giorno che di notte, è colma di gente e lungo il suo marciapiede centrale si possono trovare giornalai, fiorai, venditori

di uccelli, artisti di strada, caffetterie, ristoranti e negozi. In prossimità del porto è frequente incontrare bancarelle dove si esercitano e lavorano pittori e disegnatori. Passeggiando si possono ammirare vari edifici di inte-resse come il Palazzo della Virreina, il colorato Mercato della Boqueria e il famoso Teatro del Liceu, in cui vengono rappresentati opere e balletti. An-che le strade laterali sono caratteristiche; una di queste, molto breve, con-duce alla Plaça Reial, una piazza con palme ed edifici i cui portici ospitano birrerie e ristoranti e nella quale, durante il fine settimana, si riuniscono i collezionisti di francobolli e di monete.

La Boqueria, o mercato di San Josep è il mercato più popolare di Spagna

e il più grande di Catalunya con i suoi 2583 metri quadrati e con più di 300 bancarelle. È anche uno fra i mercati più antichi di Spagna; nato agli inizi del XVII secolo alle porte della città per non pagare le tasse sulle merci, fu inaugurato poi, nel 1836, dove si trova tuttora a metá della popolare Rambla. Era ini-zialmente un mercato all'aperto. L'attuale copertura metallica si inauguró nel 1914 e nel 2000 fu ulteriormente ri-strutturato. Oggi la Boqueria non è solo un'attrazione turística, ma anche un mercato dove si possono trovare pro-dotti altrimenti difficili da reperire. Con il passare degli anni sono subentrati commercianti di diversi paesi che offro-no prodotti della loro terra, come noi italiani offriamo i nostri.

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® Secondo te, perché la Rambla è così frequentata?

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® In che modo è diverso il mercato de La Boqueria dai mercati che conosci?

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® Hai comprato o visto qualcosa di interessante al mercato? Racconta.

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Cantieri Navali Reali e Museo Marittimo di Barcellona Lo storico edificio dei Drassanes Reials (Cantieri Navali Reali) ospita oggi il Museo Marittimo di Barcellona. Le loro origini risalgono ai secoli XIII e XIV, quando la Corona di Aragona intraprese la sua avventura Mediterra-nea verso le Isole Baleari, la Corsica, la Sardegna e la Sicilia. L’edificio occupa una superficie complessiva di 18.000m² in una succes-sione di navate gotiche su pilastri, nelle quali un tempo lavoravano i mae-stri carpentieri, i velai e i calafati per dare vita alle flotte che navigavano in tutto il Mediterraneo. Il pezzo più ammirato e di maggior valore del Museo marittimo è la riproduzione in dimensioni reali della Galea Rea-le di Giovanni d’Austria, costruita a Barcellona verso il 1571. Con i suoi 60 metri di lunghezza dello scafo e i 6,2 metri di larghezza, occupa l’intera navata centrale dei cantieri navali. In battaglia vantava un equipaggio di 400 uomini, 236 dei quali erano rematori. Nettuno che cavalca un delfino adorna la polena, mentre un triplo lanternone che simboliz-za la Fede, la Speranza e la Carità sovrasta la poppa. Il Museo Marittimo riflette fedelmente la grande avventura dell’uomo in mare, grazie alla sua collezione di oltre 6.600 pezzi. Barcellona è cresciuta nel corso dei secoli di fronte al Mediterraneo e il Museo Marittimo rappresenta il punto di partenza di una traversata per conoscere da vicino storie di marinai, pescatori, pirati e commercianti che ci permettono di comprendere meglio questo stretto rapporto tra l’uomo e il mare. L’arrivo degli europei in America e rapporti che si instaurarono tra i due continenti meritano una particolare attenzio-ne nel museo. Alcuni modelli in scala delle tre caravelle del primo viaggio di Cristoforo Colombo ci introducono in uno spazio pensato per collocarci su uno dei velieri che hanno viaggiato verso le Americhe. Lo spazio dedicato al primo giro del mondo di Fernando Magellano e Juan Sebastián Elcano mostra un modellino della Victoria, l’unica nave che concluse l’epopea. Grazie alle mappe, agli strumenti e alle carte, possiamo prendere parte allo straordinario processo che si concluse completamente nel XIX secolo e che ci offrì l’immagine del mondo che ancora oggi conosciamo. Il museo mostra anche una vasta collezione di modellini di ogni tipo di imbarcazione: galeoni, fregate, corvette, bri-gantini, polacche o golette, senza dimenticare i grandi transatlantici a vapore o i pescherecci. A pochi metri di distanza dal Museo Marittimo si trova la goletta “Santa Eulalia”, un meraviglioso esempio di una storica nave a tre alberi. Costruita nel 1918 ed acquistata dal museo nel 1997, è stata accuratamente restaurata e adesso si può visitare. Quando naviga, è ambasciatrice della città e del Paese.

® In quale famosa battaglia navale è stata utilizzata la Galea Reale? ______________________________________________________________________________________

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® Che impressione hai avuto della vita dei naviganti nel corso della storia?

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Il Modernismo Catalano Il modernismo è un fenomento artistico imponente che si manifesta tra la fine dell''800 e la prima guerra mon-diale in tutta Europa e negli Stati Uniti d'America. E' chiamato Stile floreale o Liberty in Italia, Jugendstil in Ger-mania, Modern Style in Gran Bretagna, Sezessionstil in Aus-tria, Modernismo in Spagna. Il modernismo è sostenuto soprattutto da una forte aspirazione al nuovo, da una grande fiducia nel progresso, e come una reazione al degrado portato dalla moderna civiltà industriale. Fondato sulla volontà degli artisti di inter-venire direttamente sulla vita della società moderna per trasformarla in senso positivo, il modernismo mira al-la progettazione estetica globale. Si segue cioè l'obiettivo di applicare un'arte nuova e gradevole a tutte le categorie della vita umana e sociale per "abbellire e migliorare la vita" dell'uomo moderno, renderla più funzionale, piacevole e serena. Si segue l'idea che tutti possano circondarsi di cose belle, utili, moderne. Per realizzare questa diffusione è necessaria la progettazione e produzione industriale. Di conseguenza si crea una collaborazione tra artista-ideatore e industria. Non viene quindi considerato soltanto il fine decorativo, ma soprattutto la funzionalità, poichè l'utile e il pratico viene a identificarsi con la bella forma. La bellezza di una cosa non deve dipendere da un'ornamento sovrap-posto come un'aggiunta, ma derivare dalla forma stessa e dalle caratteristiche dell'oggetto. Questo è un concetto base su cui si sviluppa l'odierno design. Alla ricerca estetica si allaccia la ricerca scientifica e tecnologica (nuovi tipi di tessuti, pigmenti, materiali sintetici, leghe metalliche, vetri, elementi per la costruzione, procedimenti e macchine per la lavorazione, ecc.) con continui e positivi scambi tra i diversi ambiti. Sul piano stilistico il modernismo si distingue per: - il linguaggio basato sulla linea-forza, una linea sinuosa, piena di curve, ghirigori, parallelismi - l'ispirazione alla natura: elementi zoomorfi o fitomorfi - la ricerca di eleganza, forme stilizzate e raffinate che tendono all'astrazione - il senso di leggerezza e la visione serena e "ottimista" - i colori tendenzialmente freddi e chiari con accostamenti ricercati e preziosi - la tendenza al particolare curato ed eseguito con precisione artigianale - Si trova spesso un'esaltazione della giovinezza, della primavera, dei fiori, con immagini fresche e piacevoli.

Antoni Gaudí Questo grandissimo architetto ed artista nacque nel 1852 a Reus, vicino a Tarra-gona, dove trascorse l’infanzia. Figlio, nipote e pronipote di fabbri ferrai, fu sem-pre orgoglioso delle proprie origini e nel corso della sua intera carriera applicò le tecniche e i procedimenti artigianali che aveva appreso in gioventù. A ciò si aggiunse un grande interesse per la Natura, in cui trovò una fonte inesau-ribile d’ispirazione, fondamentale per tutta la sua produzione artistica. Nel 1869 si trasferì a Barcellona e poco dopo entrò nella Scuola di Architettura, ottenendo la laurea a ventisei anni. Sono molto interessanti le parole pronunciate da uno dei suoi professori in quell’occasione: “Non so se stiamo dando il titolo di architetto ad un genio oppure ad un matto”. Durante gli studi, Gaudí iniziò a collaborare con prestigiosi architetti e ben presto iniziò a ricevere i primi incarichi importanti. Incominciò a lavorare per la borghesia, la classe sociale emergente. Ricevette inoltre rilevanti commis-sioni da varie istituzioni religiose. Il contatto con la gerarchia ecclesiastica lo portò a diventare un fervente cattolico. L’officina nella chiesa della Sagrada Familia si trasformò praticamente nella sua abitazione, dove trascorse gran parte della sua carriera, investigando e sperimentando ogni giorno, in un costante processo di apprendimento e perfezio-namento. Gaudí morì nel 1926, ma le sue opere l’hanno trasformato in un personaggio universale, che esercita anco-ra oggi una potente attrazione sul pubblico.

La Casa Milà, più conosciuta come "La Pedrera", è uno dei capolavori

artistici di Gaudì. Costruita tra il 1906 e il 1910, anticipa in qualche modo già lo stile della Sagrada Familia. È composta da una serie di muri-tenda in pietra dipinti al loro interno, con la facciata principale aperta ed ornata con grandi finestroni e balconi con ringhiere in ferro. Ma un particolare che si nota sono i fantasiosi camini sul tetto. Per la sua straordinaria

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bellezza, la Pedrera è stata dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco nel 1984.

® Cosa ti colpisce della facciata di questa casa? ______________________________________________________________________________________

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® Come sono fatte le ringhiere dei balconi? ______________________________________________________________________________________

® Perché questa casa è stata soprannominata “Pedrera”? ______________________________________________________________________________________

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Il Passeig de Gràcia è il principale asse verticale e senza dubbio la strada più

elegante della città, preferita dai borghesi del XX secolo. Questa via ha sempre rap-presentato il fulcro della vita mondana di Barcellona, in cui ogni famiglia che si rispettava faceva costruire una sfarzosa villa e passeggiava la domenica sui suoi marciapiedi eleganti. Nonostante il tempo e le trasformazioni storiche, il Passeig de Gracia è ancora oggi la strada più bella e suggestiva della metropoli. La sua urbanizzazione iniziò a metà del XIX secolo e vide sorgere i primi edifici signorili, teatri, banche, ambasciate e le pittoresche “panchine-lampione” in ferro e pietra ma anche costruzioni in stile Modernista. Tutti i nuovi palazzi che venivano costruiti portavano sempre il nome e il cognome di chi ne aveva incaricato la costruzione, come la Casa Pons i Pascual o quella Rocamora, ancora con influenze neo-gotiche.

® Quali elementi modernisti hai notato sul Passeig a parte gli edifici? ______________________________________________________________________________________

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® Da cosa puoi capire che questa è la zona più esclusiva di Barcellona? ______________________________________________________________________________________

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Casa Batlló

La Casa Batlló, costruita tra il 1904 e il 1906 nel cuore della città, è l’opera più emblematica del geniale architetto catala-no. Gaudí dotò Casa Batlló di una facciata originale, fantastica e ricolma di immaginazione. Sostituì l’antica facciata con un nuovo insieme costituito da pietra e cristallo. Fece scolpire nuovamente le pareti esterne per dotarle di forma ondulata e le fece intona-care con calcina; le fece quindi rivestire con il tipico mosaico catalano, il trencadís, costituito da tessere in vetro colorato e dischi di ceramica. Nella parte superiore della facciata, il tetto ricorda la sagoma del dorso di un animale ed è provvi-sto di grandi scaglie iridescenti. Il coronamento spinale è formato da elementi sferici di grandi dimensioni con colori cangianti che vanno da un estremo all’altro dell’intera linea di colmo.

La grande tribuna del salone principale del piano nobile, che si affaccia sul Passeig de Gràcia, è composta da finestre di legno che vengono alzate e abbassate mediante contrappesi. A livello di pianterreno, piano nobile e primo piano, la facciata è dotata di colonne affusolate in pietra del Montjuïc che fanno da cornice a forme ossee decorate con elementi floreali tipicamente modernisti. Le balaustre dei balconi, a forma di maschera, sono realizzate in ferro fuso

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e sono fissate mediante due punti di ancoraggio lasciando che parte di esse sporgano, creando uno sbalzo. La faccia-ta, nel suo insieme, è una rappresentazione allegra, allegorica, con elementi organici, colma di simbolismo e di colori, un autentico spettacolo in città che ispira i sentimenti più sublimi a chi la contempla.

Casa Batlló è un capolavoro di forma, colore e luce. L’opera, nel suo insieme, è un prodigio del disegno ornamenta-le. Gaudí lavorò con i migliori artigiani di tutti i settori e il risultato furono una lavorazione del ferro forgiato, in cui la curvatura non solo è retorica ed estetica, ma anche un rinforzo strutturale; sinuosi lavori in legno che diedero vita a porte tridimensionali dai sorprendenti rilievi; cristalli piombati con colori che filtrano la luce naturale; piastrelle in ceramica con rilievi, elementi ornamentali in gres del Montjuic. Sulla terrazza, il grande dorso del drago, che svolge un’importante ruolo di equilibrio estetico della facciata, cede parte del suo protagonismo ai quattro gruppi di sinuosi camini. Accanto all’effetto estetico, subentra sempre la funzionalità. Il vento non potrà mai ostruire l’uscita del fumo grazie a dei fumaioli situati nella parte superiore dei camini, rivestiti con le stesse tessere di mosaico, il caratteristi-co trencadís, che rivestono la facciata. Gaudí fece ricoprire le superfici ricurve con piastrelle spezzettate secondo un uso bizantino.

® Qual è l’elemento della casa che ti ha colpito di più? Perché? ______________________________________________________________________________________

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® Quali forme animali e vegetali hai potuto scorgere nell’architettura e nell’arredamento e dove?

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La Sagrada Familia Il tempio dedicato alla Sacra Famiglia fu iniziato nel 1882. Dal 1883 Antoni Gaudí (allora poco più che trentenne) s’incorporò al pro-getto, che s’intrecciò alla sua vita personale e professionale per quarant’an-ni. E diventò poi l’unica opera a cui dedicare, in esclusiva, gli ultimi dodici anni della sua esistenza, essendosi l’architetto trasferito a vivere nel cantie-re. Fin dall’inizio, nell’idea dei suoi promotori – l’Associazione dei Devoti di San Giuseppe – la chiesa è concepita come un Tempio Espiatorio; ovvero co-struito con le elemosine e le donazioni dei fedeli, al fine di riparare delle colpe, personali o collettive. Da allora arrivano donazioni da tutto il mondo. “Non è possibile edificare tutto il tempio nell’arco di una sola generazione”, aveva avvertito, a suo tempo, Gaudí. E se tutto va bene, ce ne vorranno almeno quattro in tutto per vedere il fine lavori, previsto per il 2030. La costruzione passò ciclicamente per numerose vicissitudini. Uno dei mag-giori infortuni fu, senz’altro, la Guerra Civile, durante la quale un incendio, provocato dai combattenti, mandò in fumo cripta, scuola e, soprattutto, i bozzetti, le fotografie originali e i modellini. Fu soltanto grazie al ritrova-mento di alcuni modelli in gesso, messi in salvo da privati cittadini, che l’opera poté essere ripresa. Gaudí partì con l’idea di una chiesa gotica. Iniziò con la cripta, situata dieci metri sotto il tempio. Di pari passo, intro-dusse elementi e soluzioni inedite, come la costruzione di un fosso al suo intorno, che permette l’entrata della luce e la ventilazione diretta, elevò la volta, trasformò i pilastri, inserendo i primi motivi floreali. Introdusse la colonna incli-nata con struttura arborescente, mentre gli archi parabolici presero il posto degli archi ogivali. Disegnò e ridisegnò ripetutamente, nel corso degli anni, il suo progetto fino ad arrivare a uno stile proprio e all’elaborazione di una nuo-va struttura arborescente, boscosa. Della mastodontica opera Gaudí terminò la cripta e la facciata laterale della Nati-vità. A 74 anni, nel 1926, Gaudí morì, investito da un tram nella Gran Via di Barcellona. Le sue spoglie riposano nella cappella della Vergine del Carmine (Virgen del Carmen), nella cripta della basilica. Dopo la morte del maestro seguirono alcuni anni di abbandono e ignoranza. Soltanto a partire dagli anni ’50 archi-tetti e artisti proseguirono i lavori rispettando fedelmente il suo pensiero. Nel 2010 avvenne la consacrazione della basilica da parte di Papa Benedetto XVI. E’ patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1984.

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Gli elementi essenziali — Il geniale architetto ideò nuove forme di calcolare le strutture, nuovi archi, colonne, cupo-le, volte, coperture, torri… Ma sua grande maestra e fonte d’ispirazione fu la Natura, e creò una simbologia comples-sa e profonda in cui ogni elemento, della struttura e/o degli ornamenti, racconta una parte della storia sacra. Il progetto trae forza dalle tre facciate monumentali: quella del levante, dedicata alla Natività di Cristo; quella del ponente, dedicata alla Passione e Morte, e alla Gloria; la principale, dedicata alla fede religiosa. La attuali 8 torri si convertiranno in 18 torri: i 12 apostoli, i 4 evangelisti, la Madonna e, la più alta di tutte, Gesù, che avrà come apice una croce gigante di 15-20 metri d’altezza. L’altezza totale di tutte le guglie sarà inferiore di un me-tro a quella del Montjuïc poiché Gaudí credeva che il suo lavoro non dovesse sorpassare quello di Dio. Nella sua ge-nialità, Gaudí ha collocato fuori della chiesa quello che in generale sta dentro: le pale d’altare. E infatti, la basilica al suo interno è essenziale, verticale, dotata di un enorme spazio (la nave centrale) fatto di luce; mentre all’esterno è esposizione dei tre grandi momenti del mistero cristiano: l’incarnazione del figlio di Dio; la morte e la resurrezione; la venuta finale del Cristo. Per l’architetto, il vangelo doveva stare fuori dalle mura e “dialogare” con la città.

® Qual è la facciata che ti ha colpito di più e perché?

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® Preferisci l’interno della chiesa o l’esterno? Perché?

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® Cosa diresti a Gaudì se avessi l’occasione di parlare con lui?

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Il Poble Espanyol Negli anni ’20 due architetti e due artisti spagnoli girarono la Spagna con lo scopo di raccogliere fotografie, annotazioni e disegni sulla vita dei villaggi spagnoli, visitando ben 1600 popolazioni diver-se. L'obiettivo di questo viaggio era raccogliere informazioni per costruire a Barcellona un villaggio che fosse la sintesi della Spagna intera, un modo straordinario per raccogliere tutta la penisola in un solo luogo. Da questo viaggio nacque tra il 1926 e il 1929 il Poble Espanyol, un villaggio che raggruppa sotto la forma di un paese vero e proprio i luoghi tipici della Spagna e le diverse rappresentazioni dell'arte delle sue regioni. L’inaugurazione avvenne nel 1929 durante l'Esposizione Internazio-nale di Barcellona, quando il Poble fu usato come padiglione dedicato all'arte. Il villaggio doveva essere abbattuto alla fine della dittatura di Franco, perché visto da molti come il simbolo del franchismo. Lo spirito autonomo e indi-pendente dei barcellonesi non apprezzava quell’elemento che voleva imporre tradizioni spagnole di cui essi, in parte, non si sentono partecipi. Durante gli anni della Guerra Civile il Poble Espanyol smise di ricevere visitatori. La sua realtà quasi fantastica venne spazzata via dalla guerra che lo trasformò in un scenario di disperazione: un campo di internamento di prigionieri. Ma fu proprio in questi tragici anni di guerra che il Poble divenne luogo di ispirazione per due registi: Max Aub ed André Malraux, che qui girarono un film sulla guerra civile spagnola. Nel Poble ci sono 117 edifici, strade e piazze all'interno di una composizione armonica e globale. Senza automobili ma avvolto dalla montagna di Montjuïc,la visita al Poble Espanyol è un insolito viaggio lontani dal traffico, senza i rumori della città, con un'aria pulita e un clima straordinario, contornato da paesaggi incantevoli e suggestivi. Oggi non è solo un luogo di vista; qui si organizzano spettacoli teatrali, concerti di musica. Ci sono anche ristoran-ti, discoteche e locali all'aperto. Il passeggio per il Poble è diviso per zone, ognuna delle quali riprende alcune ca-ratteristiche costruzioni delle diverse regioni spagnole. Ad esempio dell'Andalusia nel Poble sono rappresentati gli edifici e le tipiche stradine strette e imbiancate, ideali per ripararsi cercando un po’ d'ombra. Della Cantabria e del suo paesaggio fatto di coste scoscese, ripide montagne, immensi prati e fitti boschi, è rappresentata Santillana del Mare.

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1: El Poble: ¿Cómo se llama la colina en la que se eleva el Poble? ___________________________________

2: ¿Cómo se llama el arquitecto modernista que impulsó la construcción del Poble ?

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3: ¿Cuántas localidades españolas visitaron los arquitec-tos que diseñaron el Poble?

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4: ¿En qué año se inauguró el Poble Espanyol?

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5: ¿Con motivo de qué evento se construyó el Poble? _________________________________

6: Edificios: ¿Los edificios del Poble son originales? ____________________________

7: ¿A qué comunidades españolas se inspiran los edifi-cios que en el mapa están marcados por los colores:

Amarillo: _____________________

Verde: _______________________

Violeta: ______________________

Naranja: _____________________

8: ¿Cuál de estas comunidades se encuentra más al sur en el mapa geográfico de España?

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9: ¿Cuántos edificios hay en total en el Poble?

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10: ¿Cuál es el único edificio inspirado en la arquitectu-ra típica de Palma De Mallorca? ________________________________

11: ¿Cómo se llama la puerta principal de entrada en el Poble? __________________________________

12: Glorieta: En la Plaza Mayor hay un pequeño edifi-cio llamado Glorieta. ¿Cuántos lados tiene?

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13: Gradas de Santiago: En la escalinata hay algunos pilares: ¿cuántas esferas colocadas encima de los pilares puedes contar?

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14: Plaza de la Fuente: ¿Qué forma geométrica tiene la parte de la fuente desde la que fluye el agua?

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15: Plaza de la Fuente: ¿Qué produce el artesano que tiene la tienda más grande de esta plaza? __________________________________________

16: Plaza Aragonesa: Hay una iglesia de ladrillos. En una pared de la iglesia están colgadas unas cadenas. ¿Cuántas cadenas verticales hay?

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17: Espacio Guinovart: ¿Cuáles son las fechas de naci-miento y de muerte del artista Josep Guinovart al que está dedicado el museo?

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BÚSQUEDA DEL TESORO EN EL POBLE ESPANYOL

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18: Plaza del Baluarte: ¿Qué es lo que está representa-do en la columna que está en el centro de la plaza?

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19: Picasso: ¿Dónde se pueden admirar algunas de las obras de Pablo Picasso en el Poble? ___________________________________

20: Calle Mercader: en el edificio 88 hay un portal de madera decorado con flores negras de hierro forjado. ¿Cuántas son las flores?

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21: Jardin de Esculturas: En el jardin hay una escultu-ra que se parece a esta:

¿De qué material está hecha? ____________ ¿De qué color es? ___________________

22: Calle Mercader: al lado del portal hay una pequeña ventana cuadrada. Dibújala.

23: Taller Sanjuan: ¿Cuál es la temperatura del horno para producir vidrio soplado en este taller?

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24: Monasterio Románico: ¿A qué santo está dedica-do? ___________________________________

25: Puerta de Montblanc: más allá del arco se encuen-tra una escultura que se parece a un pequeño animal. Dibújala.

26: Colección de arte Franc Daurel: Hay un cuadro de David Casals de 1999 llamado “Gran Estudi”. ¿Qué re-presenta?

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27: Colección de arte Franc Daurel: ¿Cuál es el título de la litografía en colores de Juan Miró de 1981?

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28: Armas de Toledo: ¿Cómo se llama la única tienda del Poble en la que se pueden admirar espadas y puñales realizados en Toledo?

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29: Chocolate: ¿Dónde se pueden probar gratuitamente bombones y turrones? _______________________________

30: ¿Qué animales vagan tranquilos en el Poble?

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Nombre del grupo: __________________________

Participantes: ______________________________

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® E’ stato facile partecipare alla caccia al tesoro? Perché?

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® Esiste in Italia qualche cosa di simile al Poble? Che differenze ci sono?

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® Secondo te, perché tanti turisti vengono al Poble?

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Il Parco della Ciutadella E’ uno dei luoghi più rappresentativi di Barcellona, ed è il vero polmone verde di questa città. Sorge sui terreni dove Filippo V fece costruire la sua ciutadella militare, fortezza che utilizzò per controllare la città di Barcellona dal 1715. Dopo la rivoluzione del 1868, il Generale Prim cedette tutto lo spazio alla città, con la condizione che si facesse un parco pubblico, che celebrò l’esposizione universale del 1888. La Casca-ta Monumentale è stata disegnata e progettata da Josep Fontse-ré che si avvalse dell’aiuto di un giovanissimo Antoni Gaudi per alcuni dettagli decorativi. Il motivo principale della scultura, che si trova al centro sotto i 4 cavalli dorati, è la nascita di Venere. Il Castello dei Tre Dragoni è uno dei primi esempi di edificio modernista. L’architetto Lluís Domènech i Montaner lo progettò per ospitare una caffetteria e un ristorante che potesse accogliere i grandi commercianti e i visitatori dell’e-sposizione universale. L’Umbraculo sarebbe una serra, però con delle caratteristiche peculiari. All’interno si trovano molte piante subtropicali. Tra le altre cose che meritano una menzione, all’interno del Parco troviamo anche una ricostruzione gigante di un Mammuth, la celebre Dama del Paraguas (Dama con l’Ombrello) che fu per molti anni il simbolo di Barcellona, un laghetto, lo Zoo di Barcellona e infine il Parlamento della Catalunya.

Montjuïc Montjuïc significa collina ebraica ed è una piccola montagna che è stata testimone di alcuni dei più importanti eventi della città. Ecco perché ci sono monumenti, musei e siti storici che raccontano una parte della storia di Barcellona. Questo monte offre attrazioni di tutti i tipi. È possibile visitare i simboli dello sport barcellonese, i monumenti storici, culturali e alcuni luoghi di relax. Il Palau Nacional è stato costruito nel 1929 per l’Esposizione Universale per essere un edificio spettacolare. Oggi ospita il Museo d’Arte Nazionale di Catalunya. La Fontana Magica è nota per il suo spettacolo di musica, luci e acqua. La Montagna del Montjuic da sempre si ispira a leggende che parlano del monte Jupiter (Iovis montem - epoca roma-na) o di Barkeno, che nella mitologia fu la città costruita sul fianco del monte da Ercole o Eracle nel mitico viaggio con gli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro. Montjuic si eleva a 184 metri c.a sul livello del mare ed è il punto più elevato sopra la pianura dove successivamente nacque la Barcino Romana e poteva essere senza dubbio un punto di avvista-mento: si hanno notizie di una torre difensiva già 1073. Nel 1460 era la Torre del Farrell, menzionata nel periodo della Guerra civile catalana (1462-1472) che ebbe termine quando Juan II di Aragona conquistò Barcellona. Antecedentemente questa Torre vedetta apparteneva ai Conti di Barcellona e con il tempo si trasformò in rudere sul quale fu costruito l'attuale Castello. Ma nella realtà il toponimo del monte deriva dalla comunità ebraica che aveva costruito un cimitero proprio sulla collina. Da qui La montagna dei giudei, Mont-juic.

Il Castello del Montjuic

La prima fortificazione del Montjuic risale appunto a questa epoca per necessità belliche prodottesi per la rivolta dei Catalani. Per questo, il Conte de Olivares fece erigere un forte a forma di quadrilatero in soli 30 giorni sopra l'anti-ca Torre del Farrell.

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Nel 1715, alla fine della guerra di successione, l'antica fortificazio-ne venne abbattuta. L'ingegnere Juan Martín Cermeño, per conto di Filippo V, progettò il Castello del Montjuic a forma di stella ponendo un grande fossato tutt'intorno. In seguito, nelle riforme del 1799, il castello venne ampliato e trasformato nella forma attuale dove furono costruite le cucine per 3000 persone e instal-lati 120 cannoni. Il generale Baldomero Espartero nominato dalla Regina Isabel II di Borbone fu Reggente nel 1841 quando la stessa regina era mi-nore di età. Proprio durante questa reggenza, i Barcellonesi si ribellarono per la politica fiscale e fu allora che Espartero nel 1842, dal Castillo de Montjuic, lanciò 1014 bombe sui rivoltosi di Barcellona. Ma non fu l'unico bombardamento che distrusse la

città minando il morale dei cittadini; anche il generale Prim bombardò Barcellona sparando 2500 bombe dalla fortez-za della cittadella e dal castello del Montjuic nel 1843. Tristemente famoso è il Fossar de la Pedrera sulla collina del Montjuic. Originariamente fu una cava dalla quale ven-nero estratte le pietre per costruire gli edifici di Barcellona, in seguito fu usata come cimitero per coloro che non di-sponevano di risorse, ma durante la guerra civile vennero eseguite numerose fucilazioni tra cui quella di Lluís Com-panys presidente delle Generalitat de Catalunya nel 1940. La Pedrera ed il Castello del Montjuic, utilizzato anche come prigione, hanno un profondo valore simbolico nella vita dei Catalani. Terminata la guerra, nel castello alloggiò una guarnigione militare. Con una legge, nel 1960, il Capo dello Stato ce-dette il castello alla città di Barcellona per installarci un Museo Militare e dedicare il resto dello spazio a giardini, ec-cetto le opere difensive dell'ala ovest dove esistono ancora istallazioni militari. Il museo si inaugurò nel 1963. ® Cosa ti ha colpito di più di questo castello? Perché?

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Joan Mirò Pittore, grafico e scultore catalano, Miró fu profondamente legato alla sua ter-ra: la vita dei contadini, i loro oggetti di uso quotidiano, l’arte popolare, le luci e i colori del Mediterraneo sono alcune delle sue fonti di ispirazione. A Barcellona frequentò un’accademia che seguiva un metodo molto libero: gli allievi dovevano riprodurre un oggetto praticamente senza guardarlo ma con-servandone la prima impressione. Miró era uno straordinario osservatore e riusciva a soffermarsi per ore su piccoli particolari naturali: per lui anche un sasso o un filo d’erba erano espressione della perfezione della natura. Artista dal temperamento romantico, taciturno e riflessivo, Miró era anche molto attento agli sviluppi dell’arte mo-derna, soprattutto francese. Nel 1920 si recò a Parigi, dove frequentò Pablo Picasso. Si avvicinò inoltre al circolo degli artisti e poeti dadaisti, di cui apprezzava la mancanza di regole e preconcetti nell’arte. Ma Miró si muoveva su una strada autonoma, cercando soprattutto di lavorare liberamente. L’incontro più importante nella capitale francese fu quello con gli esponenti del movimento surrealista. Del surrealismo Miró apprezzava l’importanza attribuita al «gioco arbitrario dei pensieri» e al sogno, dove la realtà è solo un punto di partenza per arrivare ad associazioni di immagini dal significato più profondo, come nel Carnevale di

Arlecchino (1924-25). La sua arte diventò sempre più concettuale e si semplificò nelle forme. Comparvero segni e simboli distribuiti sulla tela secondo un ordine a lungo meditato. Anche se la pittura di Miró tendeva a divenire astratta, nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permaneva quasi sempre una trac-cia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri fanno pensare a cieli stellati. Miró continuò a ispirarsi alla natura, ma anche alla musica. Durante la terribile guerra civile spagnola, scoppiata nel 1936, lasciò la Spagna e si rifugiò a Parigi: qui compose poesie di stile surrealista, se-guendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendone la chiave di lettura.

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Miró dipingeva a olio su tela, ma utilizzava anche tecniche moderne come il collage. Negli anni successivi alla Secon-da Guerra Mondiale, si dedicò con entusiasmo a tecniche fino ad allora trascurate: la ceramica, la scultura, l’acqua-forte. Le sculture, fuse in bronzo e talvolta colorate, davano voce alla vena più giocosa dell’artista poiché sono create a partire da oggetti e materiali trovati.

Il dadaismo Il dadaismo è un movimento artistico di protesta che nasce durante la Prima Guerra Mondiale come reazione alla cultura e ai valori che hanno portato al conflitto bellico. Il dadaismo vuole dare scandalo con un'arte che rifiuta i me-todi tradizionali e sperimenta nuove forme espressive. I dadaisti rifiutano valori come patria, morale e onore che hanno portato allo scoppio della guerra; esaltano tutto quanto è casuale e privo di senso e cercano così una nuova libertà di espressione. Per la prima volta l'arte non dipende più dall'abilità manuale dell'artista o da un'idea estetica, ma dal caso, dall'imprevisto, dalla combinazione improvvisata di oggetti o di parole. La grande novità introdotta dai dadaisti è il modo di 'fare arte'. I dadaisti non creano opere, ma costruiscono oggetti. L'arte ha smesso di copiare la realtà, è la realtà che diventa arte.

Il surrealismo Nato nel 1924, il surrealismo è un movimento che si propone di esprimere, sia con parole sia con immagini, il libero funzionamento del pensiero, liberandolo dal controllo esercitato dalla ragione. Gli artisti intendono realizzare forme artistiche direttamente scaturite dal potente mondo della fantasia, del sogno e di quelle forze inconsce che vivono nella parte più profonda e nascosta della mente umana. Il surrealismo nasce come movimento di protesta nei con-fronti di una società che era stata capace di produrre eventi disumani come la Prima Guerra Mondiale. I surrealisti credono nella possibilità di un futuro migliore e mettono la loro arte a disposizione del cambiamento. Che cos’è il surreale? Letteralmente è qualcosa che supera ciò che noi possiamo vedere o vivere quotidianamente nel cosiddetto reale. Quando nasce il movimento surrealista, è proprio la delusione nei confronti della vita reale che porta alla ricerca di una realtà diversa, che si trova ‘oltre’, in altri mondi: il sogno, la fantasia. Fin dall’infanzia, l’uomo segue regole e comportamenti sociali che lo portano in età adulta a essere quello che la so-cietà gli chiede di essere, privilegiando la ragione e l’ordine. Per far questo, egli rinuncia all’inconscio, che però ri-compare sotto forma di sogni. I surrealisti vogliono eliminare con l’arte e nell’arte stessa la barriera che divide la ve-glia dal sonno. I surrealisti portano alla luce la realtà nascosta componendo poesie con parole che vengono fuori senza un ordine logico – la scrittura automatica –, oppure realizzando quadri popolati da esseri fantastici, di pura immaginazione. Le indicazioni sono chiare: per combattere l’insoddisfazione dei tempi moderni l’uomo deve recupe-rare il tempo dell’infanzia, quando ancora era un sognatore e sapeva usare la fantasia e l’immaginazione. L’idea della Fundació Joan Miró, Centro per gli Studi di Arte Con-temporanea nacque dallo stesso Joan Miró, nel 1968. L’artista ca-talano vedeva in essa uno strumento che incoraggiasse i giovani a sperimentare con l’arte moderna e fornisse loro una struttura dove poterlo fare in libertà. Miró affidò la progettazione e realizzazione dell’edificio all’amico Josep Lluis Sert, il quale capì che il museo doveva essere accogliente, caldo, un luogo dove anche i profani potessero scoprire la bellezza dell’Arte e rimanerne incan-tati. Il museo ha molte corti esterne e terrazze. Negli spazi ester-ni sono esibiti i lavori di architettura più ambiziosi, e nelle sale interne sono esposti quei lavori più delicati. Oltre ai lavori del padre della fondazione, il museo ospita una piccola collezione di arte contemporanea donata al museo stesso come tributo a Miró nell’anno della sua morte da Balthus, Anthony Caro, Marcel Duchamp, Max Ernst, Julio González e molti altri ancora.

¡Ahora te toca a tí! Te invitamos a emplear el estilo de Mirò. Observa con atención algunos de sus cuadros. Mira los colores, las formas y las imágenes. ¿Qué colores ha empleado? ¿Qué formas ha dibujado y qué pueden representar? Hay partes vacías en la composición? Hay zonas de color puro? ¿Qué sensaciones te sugieren estas imágenes? ¿Sobre qué se ha centrado tu mirada? Crea una obra de arte con el dibujo automático Entre los diferentes estilos que ha experimentado, Joan Miró ha empleado muy a menudo la técnica del dibujo au-tomático. Se trata de un un proceso en el que el artista traza signos casuales sobre una superficie, luego busca algu-na forma familiar en las líneas que ha trazado y, por fin, añade los colores. Esta técnica es muy diferente con respec-to al método tradicional de dibujar cosas o personas. Mirò creía en el proceso creativo libre, sin limitaciones o víncu-los.

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1) Coge una hoja de papel, pónla sobre un soporte rígido. 2) Cierra los ojos. Ahora traza una línea, recta o curva. Vuelve a repetir esta operación muchas veces. Puedes incluso dibujar un par de círculos o de estrellas, u otros símbolos si quieres. Lo importante es que mantengas los ojos cerra-dos. 3) Ahora puedes abrir los ojos y utilizar los pasteles para colorear algunas de las formas cerradas que se han creado (una forma cerrada tiene un contorno definido por una línea ininterrumpida). A lo mejor tu composición será abier-ta: los signos empiezan y terminan fuera de la página, y las formas no caben completamente en la página. 4) Ahora piensa en la imágen que podría derivar de tu dibujo. Elige tus colores. Elige el punto en el que tiene que centrarse la mirada de los que observen tu obra. ¡Usa tu fantasía! 5) Dale un título a tu obra y fírmala. Una nueva tarea: dibuja una maquina viviente: Miró utilizó todo tipo de líneas, tanto espirales como en zigzag. También aprovechó de formas sobrepuestas para rellenarlas de color. Para este proyecto, ententa combinar el estilo libre de Miró con el mundo rígido e inmóvil de las máquinas, para crear una máquina viviente. Para un espectador casual, el trabajo de Miró puede parecer sólo un conjunto de líneas abstractas y formas colora-das , pero mirándolo de cerca se pueden distinguir caras, figuras, objetos y elementos de la naturaleza. 1. Ante todo tienes que decidir lo que la máquina va a hacer. Ayuda a las personas en sus actividades cotidianas? Viaja en el tiempo? Ayuda a recordar informaciones? Es el arma secreta de un científico loco? 2. Ahora, usa el estilo de Miró para contar la historia de esta máquina. Dibuja tipos diferentes de líneas : sinuosas, en zigzag, rectas. Después utiliza diferentes formas geométricas : formas con un borde preciso come cuadrados o triángulos o también formas sinuosas y abiertas . Estas formas también pueden representar un objeto específico, como el sol, las estrellas o un extraterrestre y pueden sobreponerse o cruzarse. 3. Rellena las formas con colores puros y utiliza un color diferente en los puntos donde dos o más formas se cruzan. Miró decía que hasta las formas más sencillas pueden sugerirnos unas ideas, entonces sólo hace falta empezar a di-bujar . "¿Quién sabe lo que va a aparecer? " " El dibujo nace de las pinceladas como una poesía nace de las palabras", aseguraba Miró "El significado llega después " 4. Describe tu máquina viviente y firma tu obra.

Il museo Cosmocaixa In questo museo, dalla superficie di 30.000 m², tutti - dai bambini agli adulti -possono imparare molto sulle Scienze Naturali. All’ingresso richiama subito l’attenzione l’enorme albero che si estende a tutt’altezza per i piani del museo. Si chiama “Árbol de la Vida“ (Albero della Vita), ed è stato portato già morto dal Brasile a Barcellona. Una rampa a spirale lo circonda e permette l’accesso alla zona espositiva del museo. La passeggiata intorno all’albero consente di ripercor-rere la storia della Terra. Alla fine della rampa si accede ad un grande spazio. Si può cominciare con il viaggio in Amazzonia con formicai, colorate rane velenose, serpenti e piranha. Nel fondo della sala si trova la foresta pluviale, dove si può sperimentare una vera pioggia tropicale. Su una superfi-cie di 1.000 m² è stata ricreata una piccola parte della foresta amazzonica. Anche l’umidità dell’aria ed il rumore di

fondo con i versi degli uccelli aiutano a creare la sensazione di essere nel mezzo dell’Amazzonia. Ci si incontrano 13 alberi, 58 piante e 36 animali. In alto a sinistra si estende il muro geologico. Sette pezzi di autentica pietra, del peso di 100 tonnellate, che ci forniscono un’idea della storia geologica. Nella grande sala è rappresentata l’origine della civilizzazione umana e mol-to altro ancora, come gli esperimenti di fisica che studiano gli effetti della luce, la forza di gravità, eccetera. Premendo pulsanti si possono generare tormente di sabbia e si può sperimentare come con la propria ombra si in-fluisca sulla rifrazione della luce. Ai piani superiori, oltre alle strutture per-manenti del CosmoCaixa, esistono varie esposizioni temporanee.

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® Cosa ti ha colpito della foresta pluviale? ______________________________________________________________________________________

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® Qual è stato l’esperimento scientifico che ti è piaciuto di più? ______________________________________________________________________________________

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L’Aquàrium L’acquario di Barcellona, inaugurato nel 1995, è con-siderato uno dei maggiori in Europa e accompagna i visitatori nelle profondità dell’oceano, attraverso i suoi cinque milioni di litri d’acqua, in cui i 35 acquari presenti ospitano circa 11000 animali di 450 specie diverse. L'Aquàrium si compone di vari piani, sale e strutture mastodontiche, tra cui l'attrazione principale è sicuramente la galleria degli squali, e presenta la miglior collezione al mondo di pesci provenienti dal Mediterraneo. E’ il centro marino più grande del mondo per la tematica mediterra-nea. L’acquario è suddiviso in tre parti: la prima è ‘Planeta Aqua’ che è la sezione educativa sull’importanza dell’acqua e dell’ambiente acquatico per il pianeta. Viene mostrato come gli animali marini, con il tempo, si sono adattati ai cam-biamenti del mondo. Qui si possono osservare pinguini, piranhas e altri pesci letali. Un’altra sezione è ‘L’ Aquàrium’ che ospita la maggior parte delle creature marine tra cui polpi, palombi, pesci scor-pione e cavallucci marini. Vicino ad ogni vasca si trova una fotografia e una breve descrizione della specie in essa contenuta. Fra le altre spettacolari strutture ci sono le vasche tropicali, con moltissime e variopinte specie del Mar Rosso, dei Caraibi e della barriera Corallina Australiana. L’attrazione maggiore di questa sezione è l’enorme ‘Oceanarium’, struttura unica in Europa, profondo 5 metri e con un diametro di 36, dove si possono osservare le specie marine oceaniche attraverso il tunnel subacqueo trasparente lungo 80 metri che dà l’impressione di camminare in mezzo ai pesci nei fondali. La star della vasca è lo squalo toro, ma anche il pesce luna non scherza: ha un’apertura alare di oltre due metri e pesa oltre una tonnellata; inoltre ci sono branchi di orate, murine e molti altri pesci grandi. Per ultima c’è la sezione ‘Explora’ che comprende anche attività educative e permette di fare divertenti fotografie.

® Che impressione hai avuto dell’Oceanarium? ______________________________________________________________________________________

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® Cosa hai imparato da questa visita? ______________________________________________________________________________________

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Ripercorri il tuo viaggio alla scoperta di Barcellona! Questi appunti ti saranno utili per scrivere i testi in in-

glese ed in spagnolo che ti verranno richiesti al ritorno a scuola.

• Com’è stato il viaggio di andata e quello di ritorno?

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• Qual è stata l’attività che ti è piaciuta di più?

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• Chi erano i tuoi compagni di viaggio?

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• Hai mangiato qualcosa di tipico? Che cosa?

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• In quali negozi sei stato/a?

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• Come hai trovato i musei che abbiamo visitato?

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• Come te la sei cavata con la lingua spagnola?

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• Come ti sono sembrati gli abitanti di Barcellona con cui hai parlato?

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• Che impressione hai avuto della città in generale?

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• Qual è il ricordo più bello di questo viaggio?

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