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La copia ridotta

ISSC, azienda au-striaca da poco attiva

nel campo della pro-duzione in proprio di armi, ha lanciato una semiautomatica ca-libro .22 che ricorda

in maniera impressio-nante l’arma ideata

da Gaston Glock. Nonostante le so-

miglianze estetiche, però, la piccola M22

è una pistola origi-nale che rappresenta

l’eccellenza in termini di sicurezza

testo e foto Matteo Brogi

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L a somiglianza tra il modello M22 di ISSC e il sistema Glock è no-tevole, casuale ma non troppo,

anche se l’arma introdotta di recente dal produttore austriaco ISSC – a parte una significativa somiglianza esteriore – del fenomeno Glock conserva ben poco. Nata in calibro .22, la semiauto-matica M22 va ad occupare uno spazio interessante nel panorama dell’offerta commerciale attuale proponendosi, da un lato, come uno strumento non specialistico per il tiro di piccolo calibro, da un altro come copia di un’arma a grande diffusione, andando quindi a generare un certo interesse in chi, quell’arma, la possiede e ha intenzione di allenarsi all’uso senza spendere un capitale in munizioni. La M22 va quindi

a collocarsi nel segmento – ripetiamo, non specialistico – già popolato, tra le altre, dalla Sig Mosquito, dalle Hämmer-ly X-Esse, dalla Walther P22.L’arma oggetto di queste note è dispo-nibile sul mercato nazionale da circa un anno e presenta alcune caratteristiche uniche che la pongono tra le realizzazio-ni più interessanti del segmento. Spicca, su tutte, la completissima dotazione di sicurezze, attive e passive, difficile da riscontrare, tutte insieme, anche in armi professionali. La scelta del produttore, che potrebbe apparire eccentrica in con-siderazione della modesta capacità lesiva della M22, è giustificata dal fatto che la pistola in questione è pensata come strumento propedeutico all’impiego di calibri ben più corposi.

OttIMa per aLLeNarSIPassando al dettaglio, la prima dotazione che si fa notare è la sicura abbatti-cane, ambidestra, in grado tanto di abbassare il cane stesso in condizioni di massima sicu-rezza quanto di bloccare il funzionamen-to della catena di scatto. A questo primo dispositivo se ne affiancano concettual-mente altri due: una levetta accoppiata al grilletto di chiara ispirazione Glock, che ne impedisce l’azionamento quando non si agisca correttamente sull’appendice di scatto (come nel caso di una frizione laterale), e una vera e propria serratura meccanica, attuata mediante una chiave (ovviamente in dotazione) che blocca il grilletto. La “serratura” del sistema è posta sul lato destro del grilletto e riporta, ben evidenziate, le due posi-zioni di Sicura e arma pronta al Fuoco, replicate anche a sinistra dell’appendice. Non mancano il blocco automatico del percussore, che ne previene lo sgancio per inerzia, la mezza monta del cane, la sicura al caricatore (che inibisce lo sparo quando il caricatore non sia nel suo alloggiamento), e un indicatore visivo di colpo in canna, ottenuto mediante una fresatura sul carrello che lascia intrave-dere, quando presente, il fondello della cartuccia camerata.L’architettura dell’arma prevede un sem-plice fusto in polimero accoppiato a un carrello in lega al cui interno è affogato l’otturatore d’acciaio. Il fusto presenta un’efficace scolpitura sui fianchi dell’im-pugnatura a esso integrata, l’appoggio ambidestro per il pollice, e opportune scanalature per mignolo, anulare e medio per agevolare la presa. Lo stesso disegno è ripetuto sul ponticello del grilletto così da facilitare l’appoggio dell’indice della mano debole quando si spara a due mani. In posizione infero-frontale è ricavata una slitta Weaver per l’eventuale applicazione di dispositivi ottici o d’illuminazione. Al fusto sono so-lidali le corte guide metalliche lungo cui scorre il carrello e la canna, fissa, come è conveniente per il sistema di chiusura labile a massa adottata per l’arma. Il carrello, in lega leggera, è ottenuto per fusione e riporta tutte le scritte di legge, dal nome del produttore a modello e matricola, quest’ultima replicata su

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a destra: sotto la canna è ricavata dal fusto, in polimero, una slitta Weaver idonea all’ap-plicazione di accessori tattici di vario genere

Sotto: la tacca, di plastica all’interno di un corpo pure di plastica, consente la regolazione laterale del punto d’impatto. La finestra è contornata da un profilo bianco che facilita l’acquisizione del bersa-glio in condizioni di illuminazione sfavorevole

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un tassello metallico inglobato nel fusto stesso. L’otturatore propriamente detto è inserito all’interno del carrello ed è realizzato in acciaio.L’alimentazione è garantita da un carica-tore da 10 colpi, con il corpo in alluminio, che riporta sotto la linguetta elevatrice un comando, disponibile su entrambi i lati nell’ottica della piena fruibilità da parte di tiratori destrimani e mancini, che facilita il caricamento.

SMONtaGGIO faCILe e SCattO puLItOLa particolare conformazione dell’arma rende possibile un sistema di smontaggio molto semplice che, se in fase iniziale segue la procedura Glock, poi somiglia molto di più a quello della Walther PP, con il carrello che si disimpegna po-steriormente per poi essere sfilato in avanti. La procedura è semplice, pratica e consente uno smontaggio da campo estremamente rapido.Lo scatto si avvale di un sistema ad

azione singola con un percussore inerziale il cui moto è comandato dalla caduta di un cane esterno; non è certamente da gara ma è sufficientemente pulito e godibile, con una corsa del grilletto sostanzialmen-te contenuta (3,8 millimetri) e un peso di sgancio che supera i 2.000 grammi dichiarati dal produttore.

Le MIrePer quanto attiene le mire, ISSC adotta un sistema di regolazione del punto d’impatto di tipo misto, con la deriva laterale che viene regolata mediante un registro micrometrico inserito nella tacca e l’alzo che viene modificato mediante la sostituzione del mirino. Tre quelli forniti di serie, contrassegnati dai numeri 0/1/2 che, rispettivamente, indicano un’altezza

pari a 4 – 4,3 e 4,6 millimetri. Il mirino, in plastica, è assicurato al carrello in modo elastico e può essere rimosso utilizzan-do un cacciavite e spingendolo fuori dalla sua sede agendo dalla parte inferiore del carrello. La linea di mira misura 140 millimetri e le mire sono completate da un contorno bianco che facilita l’acquisi-zione del bersaglio in condizioni di scarsa illuminazione.La dotazione della M22 comprende i co-muni attrezzi per la pulizia e la manuten-zione, i tre mirini di cui già si è scritto, due caricatori e, aspetto interessante, una seconda molla di recupero, più corta di quella originariamente installata, idonea all’uso con munizionamento meno esu-berante quale, per esempio, può essere quello dedicato al tiro a segno.

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Sotto:l’impugnatura ricalca perfettamente l’allestimento Glock per la presenza dei risalti che facilitano la presa, gli intagli e il rest per le quattro dita che impugnano l’arma; la M22 è per-fettamente ambidestra

a destra: l’arma smontata. La canna è applicata a un blocco prismatico che ingloba anche la rampa d’alimentazione. La mol-la di recupero scorre in posizione coassiale alla canna

Il caricatore, d’alluminio, ospita 10 colpi calibro .22 Long Rifle

iSSc M22 caL. .22 LrCostruttore: ISSC, www.issc-austria.comImportatore: Bignami, tel. 0471 803000, www.bignami.itModello: M22Tipo: pistola semiautomatica a chiusura labile a massaCalibro: .22 LRDestinazione d’uso: svago, allenamentoCaricatore: monofilare da 10 colpiSistema di scatto: azione singolaPercussione: indiretta con percussore inerziale Lunghezza canna: 104 mm

Lunghezza totale: 179 mmOrgani di mira: tacca regolabile in derivazione, mirino sostituibileSicurezze: sicura manuale abbatticane, sicura automatica al percussore, sicura automatica al grilletto, blocco manuale del sistema di scatto, sicura al caricatore, indicatore di camera di cartuccia carica Materiale del fusto: polimero, carrello in lega leggera, otturatore in acciaioFinitura: verniciatura Ti-clad ad alta resistenzaPeso: 680 grammi

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