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Oratorio di San Lorenzo V Quaderni guidizzolesi

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  • Oratorio di San LorenzoV

    Quaderni guidizzolesi

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    Con il patrocinio

    Amministrazione Comunale di Guidizzolo

    Il “Quaderno” è stato realizzato grazie al contributo della Amministrazione Comunale di Guidizzoloe dell’“Impresa Edile Roverselli”.

    Ringraziamenti

    L’Editore intende ringraziare quanti hanno agevolato con piena disponibilità il suo compito, fornendoutili indicazioni e suggerimenti, in particolare gli autori dei testi Serena Poli e Prof. Giovanni Zangobbi,il curatore del “quaderno” e autore delle fotografie Andrea Dal Prato, i preziosi collaboratori ArchitettoFrancesco Cappa, Sergio Roverselli, Graziano Pelizzaro, Francesca Cargnoni e Cav. Gianfranco Ruffoni.

    Fonti documentarieArchivio Diocesano di MantovaArchivio Parrocchiale di GuidizzoloScritti di: Professor Alessandro Dal Prato, Professor Franco Mondadori,Architetto Pietro Gazzola, Architetto Francesco Cappa.

    LetteraturaA. Portioli: Le chiese dipinte del mantovano.V. Matteucci: Le chiese artistiche del Mantovano, 1902.R. Guazza: Mantova attraverso i secoli ed. Gam 1966L’Oratorio di San Lorenzo (Centro Culturale San Lorenzo 1999).

    Provincia di Mantova

    Riproduzione vietata

  • Numerosi sono stati, negli anni scorsi, i qualificati interventi e le sollecitazioni volti a sal-vare l’Oratorio di San Lorenzo dal degrado e dall’abbandono.

    L'Amministrazione Comunale, successivamente, sollecitata dalle richieste che perveniva-no da più parti, chiese dettagliate relazioni agli esperti, sul valore storico-artistico del bene e sul suostato di conservazione.

    Il primo concreto tentativo di acquisizione fu operato nel 1990 dall’AmministrazioneComunale; il 28 aprile dello stesso anno, tra il sindaco Ageo Gallesi ed il proprietario ing. MassimoDiana, fu sottoscritta una promessa di vendita che non poté concretizzarsi per il cambio diAmministrazione.

    Il proprietario, nell'agosto del 1990, interruppe le trattative a seguito di un'apertura dellepietre tombali avvenuta senza il suo consenso e, non avendo avuto risposta dal sindaco cui si era rivol-to per una richiesta di scuse, decise di sospendere la vendita.

    Uguale sorte ebbe la deliberazione del Consiglio Comunale del 3 maggio 1991 con cui sitentò di acquistare l’Oratorio ed il terreno circostante.

    Non se ne fece più niente fino al 1995, quando il nuovo sindaco prof. Giovanni Zangobbi,ottenne dal proprietario ing. Massimo Diana la cessione dell’Oratorio di San Lorenzo per la sommasimbolica di lire 1.000.000.

    Da qui partì la pratica per un piano organico di recupero che, oltre alla parte muraria (ingrande pericolo di crollo), comprendesse anche il recupero degli affreschi, gravemente compromessi.I lavori iniziati nel 1998 si sono conclusi nel 2004: l’Oratorio è aperto al pubblico e l’Amministrazionecomunale sta valutando una sua collocazione che ne consenta la massima valorizzazione, quale esem-pio di antico luogo di preghiera e di raccoglimento.

    La vicinanza con altre analoghe realtà, presenti nei centri collinari di Cavriana, Solferino,Castiglione delle Stiviere, Volta Mantovana o nelle vicine Goito, Ceresara e Medole, ne permetterebbela fruizione anche a livello sovraccomunale, consentendo la creazione di un ideale circuito museale.Quest’ultimo, potrebbe risultare favorito dalla presenza di una capillare rete di vie di comunicazione edi servizi turistici e l’ubicazione, in loco, di un Istituto Statale d'Arte che ne promuoverebbe anche l'u-tilizzo come centro di ricerca e di studio permanenti.

    Nel 1980 il Prof. Alessandro Dal Prato scriveva:“Nell'Oratorio di San Lorenzo, come in quasi tutti gli analoghi edifici medievali, sulle pare-

    ti interne sono conservate pitture votive promossse dalla devozione dei fedeli; affreschi, affiancatil'uno all'altro senza un organico piano di svolgimento, realizzati in tempi diversi, qualche volta da arti-sti validi e raffinati, qualche altra da artisti un po' rozzi. Qui sono presenti gli uni e gli altri. Gli affre-schi sono una ventina, ma sotto le scialbature a calce ce ne potrebbero essere altri.

    Difficilissimo è stabilire l'epoca di queste pitture, alcune delle quali ancora impostate suschemi medievali, che rivelano echi delle innovazioni rinascimentali. Grosso modo, si potrebbe ipotiz-zare un periodo comprendente gli anni che vanno dalla fine del XV secolo, a quelli dell'inizio del XVIIsecolo.”

    Andrea Dal Prato

    V-3Introduzione

    Oratorio di San Lorenzo

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  • La struttura dell’Oratorio di SanLorenzo si può far risalire al Duecento, ma i docu-menti a noi pervenuti datano dal 1498, quandoarrivarono i Preti Eremiti di Santa Maria diGonzaga e fu a loro affidato il servizio religioso.

    Alla fine del ‘700 i Padri Eremitilasciarono Guidizzolo a causa della soppressionedi ordini religiosi operata dagli austriaci; l’officia-tura venne affidata, fino al 1773, ai MonaciOlivetani che già dal 1508 avevano in custodia laParrocchia.

    L’Oratorio venne quindi acquistatodai conti Rizzini, nobile famiglia insediatasi aGuidizzolo, diventando proprietà privata; lavicenda è documentabile da una lettera del 1799nella quale si tratta l’atto di vendita del fondo diSan Lorenzo con casa e Oratorio, già di proprietàdello stato.

    Il fondo era composto da 6 biolche,16 tavole e 11 piedi di terra arativa; la casa com-prendeva due camerette, una con piccolo cami-no, l’altra con scala di legno che metteva in ungranaio, diviso a sua volta in due piccole stanzeabitabili. Annesso alla casa l’Oratorio con cinquemuri e tetto a capriate.

    Il conte Luigi Rizzini decise di adibirela chiesetta a sepolcreto di famiglia facendovicostruire la cripta; questo avvenne per due prin-cipali motivi: il primo è dato dalla sua posizionetranquilla, immersa in un boschetto di tigli e ilsecondo è conseguente alla legge francese del1806 che non consentiva di seppellire presso l’a-bitato.

    Con il passare degli anni la famigliaRizzini iniziò a trascurare l’edificio sacro tanto daarrivare al suo quasi completo abbandono; nel1860 il vescovo Monsignor Corti ridonò l’eserciziodel culto divino all’Oratorio di San Lorenzo.

    La chiesa cominciò ad essere apertain alcune circostanze come il 10 Agosto (SanLorenzo) o nell’anniversario della morte di qual-che membro della nobile famiglia, sepolto nella

    cripta.Negli anni l’abbandono, ancora una

    volta, e il degrado si aggravarono; polvere, ragna-tele, affreschi rigati dall’acqua piovana impediro-no al visitatore di apprezzarla; fortunatamentel’opinione pubblica e l’interessamentodell’Amministrazione comunale si fecero piùpressanti e ottennero risultati concreti.

    Nel 1995 il Comune ha acquistatol‘Oratorio di San Lorenzo dall’ingegner Diana,erede dell’estinta famiglia Rizzini.

    L’Oratorio di San Lorenzo è da ricon-durre ad una tipologia strutturale locale, nell’am-bito dell’attribuzione allo stile Romanico, vistal’epoca di appartenenza; per la sua costruzionesono stati usati materiali del luogo perchè facil-mente reperibili e poco costosi. Le muraturesono eseguite con sassi alluvionali e frammentidi cotto, legati assieme da malta di calce e sabbiaestratta da cave del posto. La chiesetta ha persoil suo aspetto originale a causa dell’accorpamen-to della casa colonica, estranea allo stile dellastruttura sacra. Sul lato destro, guardandola fron-talmente, poggia su un massiccio rudere medioe-vale che induce a pensare che l’Oratorio possaessere uno dei resti di un forte ormai perso defi-nitivamente. Sempre sullo stesso lato si addossala casa colonica che non è databile perchè ogget-to di numerosi rimaneggiamenti.

    Passando alla descrizione della chie-setta va premesso che anch’essa, nel tempo, hasubito molte trasformazioni. L’edificio ha unorientamento est-ovest; la facciata si concludeverso l’alto con una copertura a capanna che,interamente, ricopre un’unica navata. Sullacopertura è posto un campaniletto pensile cheospita una sola campana di dimensioni ridotte;un fregio a dentelli in cotto decora, lungo tutto ilperimetro della Chiesa, il sottogronda. La faccia-ta presenta un alto e stretto portale sovrastato daun oculo, speculare a quello dell’abside; ai lati diquesto sono disposte simmetricamente due fine-

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    Oratorio di San Lorenzo

  • strelle ad arco ogivale, forse modificate o costrui-te nel periodo neogotico.

    Su entrambi i lati maggiori vi sonodue aperture che consentono l’ingresso sul latoNord, verso il boschetto di tigli e sul lato sud, conaccesso alla casa colonica, dove, un tempo, pro-babilmente, vi erano le stanze in cui alloggiavanoi Preti Eremiti. L’abside dell’Oratorio è alquantosemplice, troviamo solamente un oculo circolare,come quello in facciata, il cui compito è quello diilluminare il presbiterio. Esiste un terzo oculovisibile dall’interno posto nella parete di destra eprotetto da una grata lignea finemente intagliata;probabilmente dava accesso ad un matroneo(loggiato interno posto su ciascuna delle navateminori e aperto verso la navata centrale, che erariservato alle donne) o alle stanze degli eremitiche sorgevano dietro la parete sud.

    La pianta della Chiesa è rettangolare;l’interno è diviso in due corpi delimitati da unarco ogivale costruito sulla zona più alta; la pavi-mentazione risulta essere più alta nella zonaabsidale e più bassa, di tre scalini, nella navata.

    Una parte di pavimento posta tra igradini e l’arco, funge da copertura alla cripta sot-tostante che accoglie le spoglie di alcuni espo-

    nenti della famiglia Rizzini.La copertura a capriate è sorretta da

    travi lignee.Il pavimento si presentava in una

    trama di tavelline in cotto del ‘700 nella zonaoccupata dall’altare Maggiore e in cemento nellanavata; ora completamente rinnovata usandointeramente il cotto.

    Nella porzione di pavimento rialzata,ovvero tra i gradini e l’arco, vi sono allineate settelapidi funebri epigrafate; la centrale, più lungadelle altre, è la più antica. Posta nella navata sitrova la lapide che funge da pietra di sigillo dellacripta con inciso lo stemma della famiglia.

    Sullo sfondo dell’abside si può nota-re una piccola nicchia nella quale domina, sull’in-tera Chiesa, la statua lignea del patrono SanLorenzo databile al XVI sec.; la figura del Santo èriconoscibile grazie alla graticola in ferro battutoche tiene nella mano destra sulla quale, secondola leggenda, fu arso vivo.

    L’altare maggiore, al centro dell’absi-de, poggia direttamente sul pavimento; eseguitoin muratura con qualche finta tarsia marmoreadipinta, risale al XVIII sec. Davanti all’altare sitrova il paliotto di epoca settecentesca; è una pit-tura a tempera su tela che rappresenta SanLorenzo, con palma e graticola (suoi attributi),immerso in una fitta decorazione floreale allagrottesca.

    Alle spalle dell’altare troviamo unamuratura con due aperture che separa la zonaabsidale da quella adibita al coro.

    Un secondo altare, della Pietà, èsituato al centro della parete nord; questo ècostituito da una mensa settecentesca decoratada venature marmoree eseguite in stucco, daun’ancona lignea con alla sommità la figura delPadre, tutta scolpita, intagliata e dorata risalenteal XVII sec., da un affresco sul fondale rappresen-tante “Il Compianto di Maria” e da una balaustrain legno che delimita lo spazio antistante.

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    Oratorio di San Lorenzo

    Guidizzolo 1998, il Sindaco Prof. Giovanni Zangobbi e il tec-nico comunale P.I. Claudio Lugoboni controllano lo stato diavanzamento dei lavori di restauro.

  • Molto interessante, all’interno di S.Lorenzo, è il ciclo di affreschi votivi che correlungo tutte le pareti perimetrali compreso l’absi-de; si tratta di circa una trentina di riquadriaffiancati l’uno all’altro al cui interno sono raffi-gurati dei Santi. Non si conosce la data di esecu-zione precisa, ma dalle date è riconducibile allafine del XV e gli inizi del XVI secolo. La disposi-zione dei “riquadri” affrescati non ha un sensologico di progressione né religiosa e né tempora-le: il devoto richiedeva al pittore di rappresenta-re il Santo che voleva venerare, era anche unmodo per garantirsi l’Aldilà e assicurarsi serenitàanche dopo la morte.

    Ignoriamo chi possa avere eseguitole pitture. Alcuni attribuiscono gli affreschi aduna sola “mano”, quindi ad un unico pittore, lamotivazione che spinge a questa supposizione èl’uso degli stessi colori in tutto il ciclo. Altri, inve-ce, sostengono che vi sia la partecipazione di piùpersone, anche sullo stesso dipinto. Non essen-do ancora stati fatti approfondimenti sulla que-stione, le ipotesi sono entrambe considerabilinonostante siano contrapposte.

    Oltre alla fascia “bassa” vi è l’inizio diun’altra posizionata in alto sulla parete sud; quisono presenti solamente due riquadri, il che fapensare che si volesse creare un secondo ciclo diaffreschi. Nella fascia di affreschi inferiore, pre-valgono figure isolate su sfondo generico mentre,nella zona superiore, vi sono composizioni conpiù figure ambientate sullo sfondo di una città.

    Nella fascia superiore i soggetti sonopiù elaborati: “Cristo in croce tra la Madonna eSan Giovanni” è il primo partendo dall’abside, èuno dei dipinti conservati meglio anche graziealla sua fortunata posizione; infatti, trovandosi inalto ha risentito meno dell’umidità; l’altro accan-to ha come soggetto la “Madonna in trono colBambino, devoto e S. Pietro”. Questi due affre-schi sembrano esser stati eseguiti più tardirispetto a quelli centrali della fascia inferiore, che

    assieme a quelli del presbiterio risultano i piùantichi.

    Sugli affreschi sono state trovateiscrizioni e graffiti che ricordano particolarimomenti, come per esempio il matrimonio tra ilDuca Ferdinando di Mantova e la principessa diFirenze Caterina De’ Medici il 15 Marzo 1617,oppure la visita della signora Duchessa diMantova il 28 Marzo 1569.

    Sulle pareti, tra gli affreschi, com-paiono senza una precisa connotazione delle“croci” inscritte in circonferenze che potrebberofar supporre una riconsacrazione della Chiesa.Probabilmente proprio per questo evento è statariaffrescata coprendo gli affreschi che già esiste-vano; infatti, sotto a quelli attuali si possonointravedere scorci di pittura preesistente ricoper-ti direttamente da una scialbatura di calce eriadattati all’epoca. Non si hanno notizie però deiprecedenti dipinti coperti dagli attuali.

    Dal punto di vista estetico, quellache caratterizza la chiesa di S. Lorenzo, è una pit-tura rigida, impostata ancora su schemi medioe-vali; vi è una ricerca anatomica veristica, ma sten-tata. Si può dire che l’ignoto pittore fosse unbravo maestro, basta guardare il corpo di San

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    Oratorio di San Lorenzo

    Guidizzolo 2004, il Sindaco Dott. Carlo Maccari, durante ilsuo intervento per l’apertura ufficiale del restauratoOratorio.

  • Sebastiano (sulla parete a sinistra entrando) chepur avendo l’anatomia abbastanza approssimati-va e lo smalto cromatico non molto raffinato,denota una buona tecnica di esecuzione. Sono dinotevole interesse stilistico, invece, le due Santee il Vescovo posti alla destra dell’altare lateraleconsiderato che hanno un ottimo smalto croma-tico e un’eccellente struttura disegnativa rispettoa tutto il rimanente ciclo di affreschi.

    Le carnagioni delle figure sono deli-cate e i pigmenti sono talmente stesi bene a pen-nello che somigliano più a tempere che ad affre-schi.

    In alcune pitture possiamo notarecome molte parti di colore siano “sparite”, nonhanno cioè resistito nel corso degli anni a causadei tempi sbagliati di stesura dei pigmenti; pro-babilmente il pittore aveva steso il colore mentreavveniva la carbonatazione, ovvero ad intonacoormai asciutto o quasi, i pigmenti non hannoquindi carbonatato.

    Si presume che già in passato laChiesa possa aver subito interventi di restauro ilcui risultato però, contrariamente al beneficioche avrebbe dovuto dare all’intera opera, avrebbeavuto scarsissimi risultati, a causa, soprattutto,

    dell’incapacità delle persone che lo avrebberofatto. Un esempio chiarissimo della loro inespe-rienza l’abbiamo trovata tra i graffi, prima dell’av-venuto restauro, che avevano causato una parzia-le perdita di colore dovuti all’azione di spatole ebisturi che avrebbero dovuto eliminare lo scialbodi calce che ricopriva i dipinti, non se ne conosceil motivo.

    La Chiesa è stata restaurata e inau-gurata di recente. Ciò che appare oggi agli occhidei visitatori è ben lontano dall’aspetto che lachiesa aveva prima delle operazioni di recupero;era infatti in pessime condizioni: affreschi graffia-ti e macchiati dall’acqua piovana filtrata dal tettoe dalle finestre con i vetri rotti, crepe, lacune,ragnatele e polvere avevano reso quasi indecifra-bili le figure raffigurate ma l’apertura del cantiereè stato possibile solo quando la Soprintendenzadi Brescia ha permesso l’inizio dei lavori per ilrecupero dell’intero edificio: dalle fondazioni agliarredi sacri.

    A seguito dei lavori di recupero, sisono rinvenuti particolari nelle raffigurazioni, tracui alcuni “simboli”, che hanno permesso di iden-tificare i personaggi non riconosciuti in un primomomento a causa del degrado. Si tratta, infatti, dielementi che caratterizzano i personaggi ritratti eche erano “nascosti” prima d’ora a causa dellecondizioni dell’affresco; sono quindi importanti“scoperte” che senza l’intervento di restaurosarebbero rimaste celate nel dipinto.

    Va tuttavia segnalato che, a restauricompletati, oggi sarebbe utile uno studio piùapprofondito delle pitture, al fine di poterlemeglio datare e schedare. Questo perché, duran-te le operazioni di recupero degli affreschi, sareb-bero emersi elementi che fanno pensare a nuovicriteri di attribuzione, sia per quanto riguarda ladata che l’artista (o gli artisti) che li ha eseguiti.

    Serena Poli

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    Oratorio di San Lorenzo

    Guidizzolo 2004, i fratelli Giancarlo e Sergio Roverselli, tito-lari dell’Impresa edile, controllano lo stato finale dei lavoridi restauro.

  • 2004, l’Oratorio di San Lorenzo visto dal portale della Barriera.

    V-9Le immagini raccontano

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    1987. Interno dell’Oratorio. Si può notare lo stato di trascuratezza e di abbandono.1994. Interno dell’Oratorio. Il livello di degrado ha raggiunto il livello massimo, da qui, l’Amministazione Comunale hadeciso di intervenire con l’acquisto, nel 1995, ed il successivo restauro, portato a termine nel 2004.

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    2004. Dopo i restauri della parte strutturale (1998-2001) e degli affreschi (2003-2004), oggi si presenta così al visitatore.Riprese eseguite dall’ingresso e dall’altare principale.

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    30-31-32-33-Primo affresco del ciclo votivo partendo da destra. Diviso in 4 soggetti, due Madonne in trono col Bambino, Sant’Onofrio e San Rocco.

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    29-Insieme i Santi Rocco e Sebastiano protettori dalla peste.

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    27-San Lorenzo.Il Santo titolare della chiesa compare tre sole volte nel ciclo degli affreschi. E’ben visibile una scritta graffita.

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    27-Particolari del viso e della mano di San Lorenzo.28-Un dipinto, parzialmente visibile, sotto una scritta.25-San Rocco.

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    24-Madonna in trono col Bambino, particolre del viso. Il colore del manto della Madonna è sempre sui toni rossi, giallio bluastri. L’elevato costo dei lapislazzuli sfavoriva l’uso dell’azzurro.

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    23-San Sebastiano. In alto una conchiglia decorativa, il fondo è raschiato ma la figura risulta leggibile.

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    26-San Francesco d’Assisi che riceve le stgmate. In secondo piano frate Leone, tema svolto da pittori celebri, da Giottoai contemporanei.

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    22-San Martino a cavallo ed il povero (insieme e particolare della testa del santo). Notiamo l’uso della terra verde diVerona. 21-San Rocco (insieme e particolare della testa del santo). Riconoscibile dalla mano sinistra che indica lapiaga sulla coscia.

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    20-Santo papa con libro in mano. Il colore è solido e ben conservato.

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    19-Santa Barbara. Dipinto molto rovinato, troviamo in prevalenza terre gialle e rosse di provenienza veronese.

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    16-San Lorenzo, titolare della chiesa.

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    17-Cristo in Croce fra la Madonna e San Giovanni. Si presenta ben conservato perchè posto in alto; si riscontra unaricerca dell’anatomia.

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    17-Cristo in Croce fra la Madonna e San Giovanni (particolare della testa della Madonna).

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    17-Cristo in Croce fra la Madonna e San Giovanni (particolare della testa del Cristo).

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    18-Madonna in trono col Bambino. Accanto un devoto con San Pietro (?); notiamo il disegno del calzare. La predelladel trono è tipica dei pittori veneti.

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    18-Madonna in trono col Bambino (particolare).

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    15-Madonna in trono col Bambino e devoto. Dei colori usati rimangono prevalentemente il rosso ed il giallo; interes-sante è la testa del devoto per l’evidente ricerca di rassomiglianza.

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    13-Sant’Antonio Abate. Nelle mani del Santo ben risolte, il fuoco ed il bastone, in basso un porcellino. Testa ben dise-gnata e corpo proporzionato confermano l’abilità del pittore.

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    2-San Sebastiano. A fianco scritte graffite; in basso, ai margini della cornice, scritta dipinta, in latino, poco leggibile.

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    12-San Lorenzo (?) (particolare). Da notare la sfumatura dell’incarnato del volto. Si rileva una scritta graffita con unadata 1564.

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    9-Santo vescovo. Particolare della testa ben disegnata; espressione triste. Decorazione alla base della mitra moltopesante. Il colore è brillante.

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    8-Santa Maddalena. Particolare. Volto molto stilizzato e ben fatto; ricorda il modo di operare di certi pittori della scuo-la dei Da Cemmo.

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    7-Sant’Agata. Nella mano sinistra ha le tenaglie, simbolo del martirio.

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    L’inserimento dell’altare barocco ha interrotto il ciclo degli affreschi. Nell’ancona lignea dorata: la Pietà con SanGiovanni e Santa Maddalena. Sopra, la Croce con angeli eseguiti nel secolo XIX.

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    6-Cristo sulla via del calvario. 5-Madonna in trono col Bambino. Ultima pittura collocata sulla partete a Nord. Eseguitacon nuovo stile, ricorda l’operare dei pittori dell’Italia centrale. 3-San Nicola da Tolentino (?) con devoto. Pittura postasotto una delle finestre ogivali; continua la teoria votiva.

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    1-Madonna in trono col Bambino. La testa è armoniosa, mentre mani e braccia sono sproporzionate e mal articolate.

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    Statua lignea di San Lorenzo (insieme e particolare).Opera molto espressiva, in origine completamente dipinta. E’ databile tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. Paliottodell’altare principale dipinto a tempera su tela raffigurante San Lorenzo e un’ampia decorazione a motivi floreali.

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    Particolari dell’ancona scolpita in legno dorata e laccata.

  • Atti e documentazioneV-40

    I graffiti, memoria guidizzoleseRiportiamo dal n. 54 de La Notizia.

    Una giusta e moderna politica deibeni culturali e ambientali porta allo sviluppoumano ed economico; permette di approfondireconoscenze; consente ai popoli di trovaremomenti di dialogo e di incontro.

    Il restauro ha aperto nuovi scenari esprona ad ulteriori approfondimenti

    ...Gli affreschi sono altresì un libroaperto, non solo per l'intento devozionale, chia-rissimo nella ripetizione dei santi con ai piedi gliofferenti o committenti dell'opera, ma per la serieimpressionante di graffiti.

    Sembrano l'opera di almeno tremani; non sono il "ricordo" di qualche visitatore,ma sono stati scritti intenzionalmente con l'in-tento di narrare, di fissare un fatto; infatti, moltiiniziano con la dicitura: "Memoria..."; sono rispet-tosi delle figure dei Santi, in quanto non ne toc-cano le sembianze o i simboli. Sono una specie digiornale aperto e ci parlano della grande storia,come di fatti di piccola cronaca locale che,comunque, valeva la pena ricordare. La stragran-de maggioranza di essi è visibile nelle pareti suded est. Va detto che gli avvenimenti narrati hannoprecisi riscontri nella storia di Casa Gonzaga.

    Alcuni erano già noti, come:"Adì 15 il duca F.° (Ferdinando) sposò

    la Psa (Principessa) di Fi.za (Fiorenza=Firenze)adì 15 marzo 1617, et era gran guerra a Casale conil duca di Savoia". (La sposa era Caterina de'Medici. La fortezza di Casale Monferrato era con-tesa dai Savoia e la vicenda entrò ne I PromessiSposi). (Ph 1)

    "Per memoria de mille 627 adì 16 demagio si incorone il duca Vincenzo a Mantova1627". (Era Vincenzo II, fratello di Ferdinando:venne incoronato duca sulla porta del duomo,dove ricevette il giuramento di fedeltà del popo-lo. Cavalcò poi per tutta la città, con gran compa-

    gnia di principi, e in segno di gioia fece gettaremonete d'oro e d'argento per le strade). (Ph 2)

    Altri sono emersi più chiaramente inseguito al restauro, anche se permangono ancoramargini di dubbio, a causa della difficoltà dellalettura e interpretazione.

    "Memoria come.., che Ferdinandoterzo Gonzaga tolse per mogera (moglie) la figliadel duca di Guastalla adì 16 aprile 1671". (Si trat-ta di Ferdinando Carlo ultimo duca di Mantova, ilfellone al quale venne tolto il ducato, e la moglieè Anna Isabella dei Gonzaga di Guastalla). (Ph 3)

    “Il S.° duca Vincenzo de Mantua siparto per andare alla guerra in Ongaria contro ilThurco”. (Nel 1595, nel 1597 e infine nel 1601, ilduca Vincenzo I, su sollecitazione del papa e del-l’imperatore partì alla volta dell’Ungheria percombattere contro i Turchi che minacciavano ilcuore dell’Europa. In Palazzo Ducale a Mantova,nella Sala del Labirinto, una epigrafe ricorda lalotta del duca Vincenzo contro i Turchi a Canizzain Voivodina.

    I Turchi erano il terrore dell’Europa,specialmente dopo che avevano, nel 1453, con-quistato la città di Costantinopoli, abbattendol’Impero Romano d’Oriente, che per secoli avevasvolto una funzione di baluardo. Nonostante fos-sero stati vinti da una coalizione di stati cristianinella battaglia di Lepanto, il 7 ottobre del 1571, illoro espansionismo era continuato, tanto che nel1683 assediarono Vienna, venendo, però, definiti-vamente fermati). (Ph 4)

    Per tante altre, al momento, è statadecifrata solo qualche parola o data, però l'impe-gno è quello di chiarire e approfondire.

    San Lorenzo si sta rivelando unaminiera di dati e notizie tanto da farne una speciedi archivio storico.

    Giovanni Zangobbi

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    I graffiti descritti nel testo a pagina 40.

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    Scavo esterno per le sottostrutturazioni, con vista dell’originaria fondazione a semicerchio della parte absidale.Il restauro degli affreschi.Foto ricordo dell’albero di Natale degli arditi (22 gennaio 1919), e scritta sul retro della stessa.

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    Pianta dell'edificio con indicati:1-altare maggiore 2-altare laterale 3-lapidi a ricordo dei defunti 4-lapide d'accesso alla cripta con le tombe, vi è incisolo stemma della famiglia Rizzini 5-porta d'ingresso lato nord 6-porta d'ingresso principale

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    Sezioni verticali delle pareti est ed ovest, con indicato: 1-porta d'ingresso principale 2-porta d'ingresso lato nord 3-altare laterale ed ancona in legno 4-cripta 5-oculo matroneo 6-arco che divide il presbiterio dalla navata centrale 7-posizione degli affreschi (evidenziata col numero sulle singole foto)

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  • V-45

    Sezioni verticali delle pareti est ed ovest con indicato:1-porta d'ingresso principale 2-posizione degli affreschi (evidenziata col numero sulle singole foto) 3-arco ogivale chedivide che divide il presbiterio dalla navata centrale 4-cripta

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  • V-46

    La Chiesetta era dotata di suppellettili di un certo pregio. Quelle rimaste, dalle incursioni vandaliche, ora custoditedall'Amministrazione Comunale, saranno restaurate e troveranno una giusta collocazione. Riportiamo l'elenco comerisulta dal “rogito” di acquisto. Localizzazione dell’Oratorio rispetto al paese.

  • Introduzione 3

    Oratorio di San Lorenzo 5

    Le immagini raccontano 9

    Atti e documentazione 40

    Indice

    Stampa GVM - Volta Mantovana (Mn)

  • CD

    P D

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    io