COLONIALISMO E IMPERIALISMO
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COLONIALISMO E IMPERIALISMO
Esercizio introduttivo
➢ Confronta le cartine e rispondi alle domande che seguono.
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1. Nel Settecento qual era il continente maggiormente colonizzato?
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2. Quali erano i Paesi colonizzatori?
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3. A fine Ottocento quale continente ha conosciuto una colonizzazione pressoché totale?
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4. Quali nazioni costituiscono all’inizio del Novecento le maggiori potenze imperialiste?
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5. Che cos’è successo secondo te in Sudamerica?
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Colonialismo e imperialismo
Fin dai tempi delle grandi scoperte geografiche del 1500, l’Europa si era lanciata alla
conquista del mondo. Nell’impresa si erano cimentati anzitutto Portoghesi e Spagnoli, ai quali
si erano poi aggiunti Francesi ed Inglesi, impossessandosi delle coste dell’America
Settentrionale. Questo processo di progressiva conquista del globo terreste subì una rapida
accelerazione nell’ultimo quarto dell’Ottocento (1875-1900): in questo periodo l’Europa è
arrivata a controllare praticamente la totalità del pianeta, ma con obiettivi ed atteggiamenti
un po’ diversi da quelli della colonizzazione tradizionale.
Le differenze tra il colonialismo del Seicento-Settecento e questo nuovo impulso di conquista,
chiamato comunemente imperialismo, sono spesso difficili da notare. Le differenze con il
passato sono riscontrabili soprattutto nell’atteggiamento e nel modo di condurre
quest’avanzata da parte delle potenze europee. Il nuovo imperialismo di fine Ottocento era
gestito direttamente dagli Stati europei, invece di essere lasciato all’iniziativa dei privati (in
particolare delle grandi compagnie mercantili) come successo nei secoli precedenti. I governi
si occupavano ora in prima persona del controllo politico, militare ed economico di un
territorio conquistato spesso con la forza e dal quale si voleva ottenere il maggior guadagno
possibile.
Oltre alle importantissime motivazioni economiche, il
nuovo imperialismo ha conosciuto una spinta anche
politico-ideologica. Un nazionalismo sfrenato, una
politica cosiddetta di “potenza”, un desiderio di
affermare la superiorità nazionale e razziale,
sostituirono i semplici interessi commerciali dei
mercanti e la missione di evangelizzazione dei
missionari.
Questa ideologia trovò un riscontro diretto nella massiccia
politica di corsa agli armamenti attuata dalle grandi potenze
europee, le quali investirono ingenti capitali nella produzione su
larga scala di armi sempre più potenti e micidiali, complice
l’impulso dato dalle Rivoluzioni industriali. Si distinse in
particolar modo per la sua politica nazionalista e di corsa agli
armamenti la Germania, posta sotto la guida del Kaiser
Guglielmo II, il quale intendeva fondare un grande impero
coloniale e costruire la “Grande Germania” annettendo l’Austria
e alcune zone della Cecoslovacchia (zone abitate da gente che
parlava tedesco).
NAZIONALISMO
Ideologia che attribuisce un ruolo
centrale all’idea di nazione e alle
identità nazionali.
Da filosofia di liberazione delle nazioni
oppresse, a partire dalla fine
dell’Ottocento si trasforma sempre più
in esaltazione esasperata della
superiorità della propria nazione sulle
altre.
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➢ Prova ad inserire nella tabella sottostante i punti principali nei quali si differenziano
colonialismo e imperialismo.
COLONIALISMO IMPERIALISMO
Le origini dell’imperialismo europeo
Negli ultimi anni del XIX secolo le maggiori potenze mondiali erano tutte europee. In modo
particolare la Gran Bretagna, la Francia e la Germania avevano conosciuto una rapida
crescita economica legata alla diffusione della Rivoluzione Industriale.
La ricerca di materie prime e di nuovi mercati era divenuta un’esigenza prioritaria per i Paesi
europei che consideravano le esigenze dell’industria un obiettivo essenziale della loro politica
interna ed estera. Cominciò così una nuova fase dell’espansione europea nel mondo, che ebbe
come obiettivo anzitutto il continente africano, e diretta verso le regioni più ricche di
materie prime, importanti da un punto di vista strategico, ma più deboli dal punto di vista
politico e militare.
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Per evitare conflitti tra le potenze europee lanciate nella corsa imperialista il continente
africano venne spartito a tavolino in sede diplomatica (conferenza di Berlino del 1885),
tracciando linee di confine senza tenere in nessun conto le lingue, le storie e le tradizioni
culturali dei popoli che lo abitavano. Di questa disumana scelta politica l’Africa porta le
conseguenze ancora oggi.
Inoltre, la maggior parte delle popolazioni indigene africane praticava un’economia di
sussistenza legata ad attività agricole appena sufficienti per sfamare la famiglia o la tribù (il
gruppo di famiglie con il medesimo antenato) o al massimo a piccole attività commerciali.
L’arrivo degli europei stravolse questo mondo. Gli indigeni furono costretti a vendere le loro
terre e a lavorare sfruttati per le nuove compagnie commerciali che sovente imposero a popoli
interi di coltivare una sola risorsa (ad esempio il caffè in Kenya, il cacao in Camerun). Questo
sistema, detto di “monocoltura”, si è rivelato catastrofico. Basta infatti una sola stagione con
condizioni climatiche non favorevoli al raccolto per provocare pesantissime carestie.
➢ Alla luce di quanto hai appreso commenta, spiegandola, la seguente immagine:
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➢ Leggi il seguente documento e rispondi alle domande.
“Qualche tempo fa venne nel mio paese una banda di uomini […] Essi mi dissero che mi
avrebbero dato alcune cose in cambio del diritto di scavo sul nostro territorio. Io dissi loro
di presentarmi quel che mi volevano dare e io avrei mostrato loro quel che avrei potuto dare.
Fu scritto un documento che non era in grado di capire, e mi fu presentato per la firma. Per
non fare subire al mio popolo quanto altri popoli vicini avevano subito, cioè un’occupazione
militare, firmai. Circa tre mesi dopo appresi da altre fonti che con quel documento avevo
dato il diritto su tutti minerali del mio paese.”
Lettera di Lo Bengala, capo Matabele, alla regina Vittoria (XIX).
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❖ Prova a spiegare perché il capo africano accetta le condizioni imposte dagli europei
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❖ Cosa ottengono i colonizzatori attraverso la firma di questo documento?
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❖ Il documento rappresenta una fonte diretta o indiretta? …………………………………………………………
❖ Nel frattempo anche la giovane Italia si era lanciata nella corsa imperialista:
❖ Quali territori riesce a colonizzare l’Italia?
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Nel 1911-12 l’Italia riuscì a conquistare anche la Libia e nel 1936 l’Etiopia.
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Dopo l’uscita di scena di Spagnoli e Portoghesi, che avevano concesso l’indipendenza alle loro
colonie già all’inizio del XIX secolo, gli imperi coloniali più vasti furono quello inglese (11
milioni di km2) e quello francese (10 milioni di km2); questi due Stati giocarono senza dubbio la
parte del leone nella corsa alle colonie.
Gli inglesi dettarono le regole anche in India, che da semplice rotta commerciale divenne una
delle più grandi colonie britanniche, gli olandesi si impadronirono invece dell'Indonesia.
➢ Osserva la cartina e rispondi alla domanda.
❖ I possedimenti coloniali appartenevano solo alle potenze europee? Argomenta la tua
risposta.
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In Asia la corsa alle colonie creò maggiori attriti e contrasti di quanto non fosse accaduto in
Africa, A complicare ulteriormente la situazione intervenne il Giappone, che aveva iniziato
dalla metà dell’Ottocento una rapida industrializzazione e aveva grandi mire espansionistiche.
In Cina il colonialismo europeo non ebbe scopo di conquista militare del territorio, perché la
Cina era troppo grande e popolata. Lo scopo del colonialismo europeo fu la conquista
commerciale di quell’enorme mercato.
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Gli inglesi conquistarono il mercato cinese offrendo oppio, una droga la cui vendita era vietata
dal governo cinese. Ignorando il divieto gli Inglesi cominciarono a vendere l’oppio ai Cinesi
illegalmente. Il governo cinese reagì e seguì la Guerra dell’oppio, (1839 al 1842). La vittoria
inglese ebbe gravi conseguenze per la Cina: essa non solo fu costretta ad accettare il libero
commercio dell’oppio, ma dovette anche cedere il porto di Hong Kong. Imperialismo e
razzismo
Per giustificare la spietata espansione coloniale, i colonizzatori dovettero fornire un’immagine
dei popoli indigeni fortemente negativa, un’immagine che rendesse lecito il loro intervento
cruento in queste aree della terra.
Ecco allora che si iniziò a descrivere i popoli assoggettati come pigri, crudeli, sanguinari ed
inferiori; si sarebbe dovuto così “istruirli”, insegnando loro un lavoro (molto spesso forzato!) e
convertirli alla religione dei dominatori.
➢ Leggi il seguente brano e identifica quale ideologia abbracciarono i colonizzatori per
giustificare le occupazioni coloniali.
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Iniziò così a formarsi l’idea di una “razza superiore” bianca che aveva il dovere morale di
civilizzare le “razze inferiori”, ma che non dimenticava di servirsene per aumentare le
ricchezze della madrepatria. Razzismo e nazionalismo vennero alimentati e a loro volta
diedero impulso all’imperialismo.
1. Le razze superiori hanno un diritto nei confronti delle “razze inferiori” e sotto questo aspetto
la Francia non può sottrarsi al dovere di civilizzare i popoli rimasti più o meno barbari.
2. Questi doveri sono stati spesso ignorati nei secoli precedenti e certamente, quando i soldati e
gli esploratori spagnoli introducevano la schiavitù nell’America, non compivano il loro
dovere di uomini di razza superiore.
3. Può forse qualcuno negare che ci sono maggiore giustizia, ordine materiale e morale, più
equità, maggiori virtù sociali nell’Africa del Nord da quando la Francia se ne è impadronita?
Noi siamo andati ad Algeri per distruggere la pirateria e assicurare la libertà di commercio
nel Mediterraneo.
Il Presidente del consiglio francese Jules Ferry, 1885.
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Per riassumere…
❖ Contrariamente a quanto era avvenuto nel XVI e XVII secolo in cui le occupazioni
coloniali erano state messe in atto da compagnie commerciali, nell’Ottocento e ad
inizio Novecento le potenze europee iniziarono ad impegnarsi direttamente nelle
politiche coloniali.
❖ L’industrializzazione è strettamente legata al fenomeno dell’Imperialismo.
❖ L’imperialismo è supportato a livello ideologico dal nazionalismo e dal razzismo.
❖ L’economia locale viene totalmente stravolta dall’arrivo degli europei che portano:
o In Africa: a passare da un’economia di sussistenza alle monocolture.
o In Cina: all’apertura dei commerci nei confronti degli europei.
❖ I vecchi villaggi si spopolano per mancanza di terre da coltivare e nascono città,
strade e porti creati con l’unico fine di aumentare il profitto delle potenze coloniali.
❖ Nei territori conquistati i confini statali non tengono conto dei gruppi etnici e
spesso uniscono comunità anche in forte contrasto tra loro.
❖ I popoli colonizzati entrano a far parte dell’economia mondiale, ma in una condizione
di dipendenza, passando dalla povertà al sottosviluppo.