A Roma il più bel Inserto museo del mondo Il recupero dei beni · e Mantova, infine a Firenze,...

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A Roma il più bel museo del mondo Intervista ad Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 2-2008 ISO 9001:2000 certificato n° 356673 QM periodico dell’ EBTL sull’andamento del turismo a Roma e nel Lazio 6 12 A marzo e aprile turismo in frenata Il turismo è anche donna Un marchio per l’Urbe AAA cercasi Ostello per la gioventù 20 23 marzo/aprile 2008 Inserto Il recupero dei beni architettonici nel Lazio

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A Roma il più belmuseo del mondoIntervista ad Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani

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6 12A marzo e aprileturismo in frenata

Il turismo è anche donna

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InsertoIl recupero dei beni

architettonici nel Lazio

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Quasi in concomitanza con l’e-sito delle elezioni politiche edamministrative, le Organizza-

zioni Sindacali nazionali di Cgil, Cisle Uil hanno diramato la notizia di unaccordo raggiunto tra di loro sugli as-setti contrattuali. L’accordo giunge do-po qualche anno di dibattito all’inter-no sindacale perdurando il quale nonsi era sviluppato con il governo alcunragionamento concreto e tanto menoadottata soluzione alcuna sui temi dell’occupazionestabile, sul potere di acquisto reale dei salari aggra-vando il quadro disarticolato del secondo livello dicontrattazione introdotto dall’accordo interconfede-rale del ’93. Ora, stando all’annunciato accordo, ilSindacato intende percorrere la strada di un contrat-to nazionale allungato a tre anni ed un integrativoaziendale utilizzando il territoriale (“regionale, pro-vinciale, settoriale, di filiera,di comparto, di distret-to, di sito”) purchè venga assicurata ai lavoratori ditutte le aziende l’integrazione salariale legata allaproduttività . Sulle modalità di misurazione della pro-

duttività esistono pochi esempi e traessi va ricordata quella adottata, an-cor prima del ’93, a Roma nel turi-smo con apposito contratto integrati-vo poi esteso a tutto il Lazio, rinno-vato ed ancor oggi in vigore con sod-disfazione dei sindacati e delle impre-se che utilizzano appunto uno stru-mento di misurazione della specificaproduttività territoriale legata all’an-damento della domanda turistica co-

me rilevato dall’Osservatorio dell’Ebtl. Non sappia-mo se il modello laziale sia esportabile o meno in al-tri comparti produttivi, né abbiamo la presunzione diadditarlo ad esempio; vogliamo però testimoniare -dopo l’uscita del ministro del welfare Sacconi e leimmediate reazioni del Presidente di ConfindustriaMarcegaglia a proposito di un ruolo degli Enti Bila-terali nella vicenda della contrattazione- il grandecontributo del nostro Ente alla normalizzazione deirapporti delle parti sociali e la garanzia dell’oggetti-vità dello strumento di misurazione da esse stesseadottato per garantire il potere di acquisto dei salari.

4 A Roma il più bel museo del mondoValentina Caracciolo

6 A marzo e aprile turismo in frenata Giuseppe Aiello

10 Fiumicino: ad aprile nuova flessioneGiuseppe Aiello

12 Il turismo è anche donna Angela Schito

15 Balneari, apertura con brividoSara Moretto

16 Per Viterbo, non solo vinoAlessandro Quami

18 Globe. Tiriamo le somme

20 Un marchio per l’Urbe Franco Paloscia

22 La Ciociaria punta sul gustoGiorgia Gazzetti

23 AAA cercasi ostello per la gioventùAngela Schito

26 Pagina a cura dell’UnioneCuochi del Lazio

27 A cavallo col gpsFrancesca Cusumano

28 Blocco dei pagamenti della P.A., fioccano le proteste Filippo Gentile

30 I segreti della buona cotturaAlessandro Circiello

31 Gala benefico di FederalberghiFilippo Gentile

32 Roma & Lazio da vivere pagine a cura di Zetema

34 Identificato ex legeil responsabile del procedimentoMaurizio Fantaccione

37 Massimario del diritto del lavoro

38 Obbligo di motivazione del trasferimento ed eccezionedi inadempimentoSalvatore Iannotta

40 Massimario del diritto tributario

42 Ebtl informa

Tribuna del lavoroNotiziario

Interventi

Osservatorio

Intervista

Sommario

Editoriale

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Vulci: castello e ponte Abbadia

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Giancarlo Mulas

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Autorizzazione del Tribunale di Roma

n° 213/2007del 23-05-2007

Direttore responsabile:Pietro Licciardi

Direttore:Giancarlo Mulas

Coordinatore Editoriale:Orfeo Cecchini

COMITATO SCIENTIFICO

Attilio CelantGiovanni PeroniGiuseppe Aiello Guido ImprotaFranco Paloscia

Maurizio FantaccioneAntonio Calicchia

COMITATO DI REDAZIONE:

Coordinatore: Bartolo Iozzia

Giuseppe Aiello Guido ImprotaOrfeo Cecchini

Caterina SaccaroMarcello Marzi

Giuseppe Zazzara

Produzione: Impatto Srl

Pubblicità:Impatto Srl - Filippo Gentile

Tel. 06.55.17.95.33Cell. 335.5774176

Grafica e impaginazione:Format Roma Srl

[email protected]

Stampa: Arti Grafiche Srl - Pomezia

finito di stampare: Giugno 2008

Assessorato al turismo

Assessorato al turismo

PROVINCIADI ROMA

Ente Bilaterale Turismo Regione Lazio

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Il neodirettore dei Musei Vati-caniè un signore distinto, ele-gante, tranquillo nel parlare. È

uno dei più grandi esperti di sto-ria dell’arte italiani: soprintenden-te prima a Venezia, poi a Veronae Mantova, infine a Firenze, do-ve è stato anche Soprintendentespeciale per il Polo Museale Fio-

rentino e direttore re-gionale per i BeniCulturali e Paesaggi-stici della Toscana. Una carriera comin-ciata a meno di tren-t’anni, e culminata, neldicembre 2007, nelladirezione di quelli chequalcuno ha definitoil “Museo dei Musei”:i Musei Vaticani, qua-si cinque milioni di vi-

sitatori ogni anno. Gli chiediamoqual è stata l’impressione sui Mu-sei al suo arrivo, meno di sei me-si fa. Paolucci è stato infatti nomi-nato direttore dei Musei da PapaBenedetto XVI il 4 dicembre 2007.«Nulla», dice, «è più istituzionedi questi Musei, nulla più identi-tario, niente che possa rifletteremeglio dei Musei Vaticani la sto-ria della Chiesa, la sua identità, ilsuo stile. I Musei Vaticani si svi-luppano direi su tre pilastri: il pri-mo, quello archeologico, che rap-presenta ciò che fu il cristianesi-mo, nel suo percorso a partire dal-le origini che affondano nel mon-do classico e greco. Il secondo, laparte artistica dedicata all’arte fi-

gurativa, voluta da Paolo VI: Raf-faelo, Giotto, i cicli di affreschi;percorso che arriva fino al ‘900,operazione culturale per cui il lo-gos diventa immagine. Il terzo pi-lastro: la sezione etnografica, mis-sionaria, dedicata al ruolo e allavocazione universale della Chie-sa, attraverso cui la Chiesa stessasi apre e si confronta con le altreculture. Poi, ho trovato anche al-cuni problemi pratici, per esempioquelli relativi ad una gestione quo-tidiana difficile e dell’afflusso “mo-struoso” di utenti. Ma la cosa piùbella che ho trovato, è la ricchez-za di saperi e di mestieri del per-sonale che qui lavora, dai restau-ratori agli archeologi…».

E tuttavia, come in tante altre isti-tuzioni culturali, oggetto di un tu-rismo mordi e fuggi, che corre su-bito a visitare la cappella Sistina,saltando altre sezioni altrettantobelle ed importanti, comprese leStanze di Raffaello…«Lei immagini la giornata tipo diun turista in visita a Roma, soprat-tutto di quelli che viaggiano con ipacchetti all inclusive: visita allaCappella Sistina, Basilica di SanPietro, Colosseo, riposino in al-bergo, shopping prima che chiu-dano i negozi, cena, rientro in al-bergo, e al mattino dopo partenzaper Firenze o per Napoli. Dobbia-mo probabilmente rassegnarci alfatto che difficilmente il visitato-re potrà solo vagamente percepi-re la grandezza dei Musei. Soprat-

tutto se si pensa che in genere lavisita dura un’ora, un’ora e mez-za, mentre il tempo ragionevoleper avere un’idea abbastanza fon-data di ciò che i Musei sono, è diquattro o cinque ore. Tuttavia, pre-messo che il flusso va dove vuo-le, si potrebbero immaginare per-corsi alternativi per chi desiderasoffermarsi di più». Il professorPaolucci ha le idee molto chiaresul percorso che farebbe da visi-tatore dei Musei Vaticani: «Verreiqui solo per Raffaello, e mi dis-piace che il pubblico non lo sentapiù tanto, mostrando una preferen-za più spiccata per la drammatici-tà di Michelangelo. Raffaello è lasublime semplicità, quella dellecose uscite dalle mani di Dio». Le “stanze di Raffaello” dovreb-bero essere la mèta preferita dichi si reca in visita ai Musei Va-ticani: «La Stanza della Segnatu-ra. Uno sta lì e capisce tutto: lascuola di Atene, Platone e Aristo-tele, e gli altri filosofi. L’umanasapienza che interroga il mondoe la razionalità della fede: fede escienza si fronteggiano, sono inparallelo e allo stesso tempo insincrono». E poi la grande scul-tura classica: «il Laocoonte, o ilPio Clementino, che Papa Pio VIvolle alla fine del ‘700». Ascoltare Antonio Paolucci èun’immersione nella ricchezza enella poesia dell’arte.

Ma, tanto per tornare con i pie-di per terra, qual è il visitatore

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Valentina Caracciolo

Antonio Paolucci

A Romail più bel museo del mondo

Ai Musei Vaticaniopere straordinarie e uniche al mondoma poco valorizzatedal turismo “mordi e fuggi”

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“tipo” dei Musei Vaticani?«Famiglie, italiane ed europee,più attente e con più tempo; poi,un 60% rappresentato da visiteorganizzate, scuole e gite all in-clusive, un popolo indistinto, mavariegato: studenti, pensionati…».

E i romani? Chissà quanti cit-tadini romani hanno l’abitudi-ne di recarsi qui in visita. E chis-sà, quale ruolo e quale signifi-cato ha, di questi tempi, la pre-senza di un museo in una cittàcome Roma, e in generale neicontesti urbani.«Gli italiani hanno il grande pri-vilegio di non dover per forza an-dare ai Musei Vaticani per fruiredell’arte: città come Firenze, Ro-ma, Venezia, le splendide costemartoriate della Calabria o quel-le della Sardegna, sono già teso-ri d’arte. Ma gli italiani se ne ren-dono conto? Non credo, e nonhanno capito che il bene cultura-le più importante è il paesaggio.Allo stesso tempo, nelle città, ituristi hanno espropriato gli abi-tanti dei loro musei: quanti roma-ni pensa che visitino i Musei Va-ticani? Basta pensare alla codaper entrare e chiunque si fa sco-raggiare e rimanda a migliori oc-casioni che non arrivano mai».

Forse si potrebbe pensare a ini-ziative incentivanti, specificheper chi risiede nelle città cheospitano i musei… «Certo, tariffe particolari o in-

gresso riservato; in realtà ci pro-vammo a Firenze ma fummo bac-chettati dall’Unione europea: even-tuali tariffe differenziate sarebbe-ro considerate come discrimina-torie nei confronti degli altri uten-ti. Il tentativo si potrebbe fare in-vece qui ai Musei Vaticani, dalmomento che Città del Vaticanonon è nell’UE».

Quanto costa, adesso, una visita?«Quattordici euro, più quattro sesi prenota».

Non è poco… «Certo, ma abbiamo appena as-sunto settanta nuove unità tra ilpersonale». I Musei Vaticani offrono una se-rie di servizi, anche se potrebbe-ro fare di più per i portatori dihandicap o per i ragazzi, comeammette lo stesso Paolucci: «Que-sto tipo di servizi deve certamen-te essere rafforzato; penso ad unaofferta variata per “target”, masoprattutto alla realizzazione diun servizio didattico efficace eben costruito». Questo è uno degli obiettivi prio-ritari che il professore si ripro-mette di conseguire di qui allascadenza del suo mandato. Intan-to a disposizione dei visitatori ipoe non vedenti ci sono le “visitetattili”, prenotabili anticipatamen-te via fax allo 06.6988.1573; perchi ha problemi di deambulazio-ne, sedie a rotelle sono disponi-bili gratuitamente, prenotabili an-

ticipatamente (fax 06.6988.5433)o su richiesta allo sportello «Per-messi Speciali» nell’atrio d’in-gresso. Sono stati pre-disposti inoltre itine-rari attrezzati e toilet-te. Per le visite al Mu-seo Storico Vaticanoè indispensabile pre-notare le sedie a ro-telle in anticipo (tel06.698.86467). I Mu-sei dispongono anchedi un corpo formatoda una trentina di gio-vani guide, tutti ar-cheologi, che – dopoaver acquisito, oltre a quanto nor-malmente richiesto dalla profes-sione, una formazione specificaall’interno dei Musei Vaticani –si occupa delle visite guidate.

L’ultima domanda è d’obbligo:i rapporti tra Musei Vaticani eamministrazione capitolina, ele possibili “sinergie” future.Il professore risponde tranquilla-mente, ma è un po’ vago: «Dasempre i rapporti tra Sante Sedee Città di Roma sono ottimi…Quando ho incontrato Papa Be-nedetto XVI in udienza, tra noi cisono state poche parole, ma su-bito è passato un lampo di sim-patia e complicità, tra uomini checondividono la stessa passioneper l’arte. Il Papa è una persona sensibile,attenta e interessata all’arte, la co-nosce, l’ha frequentata».

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Intervista ad Antonio Paolucci, nuovo direttore dei Musei Vaticani

Numerosi i serviziofferti ai visitatori. In programma unmigliore serviziodidattico e piùassistenza ai disabili

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Il secondo bimestre 2008 se-gna, per gli esercizi alberghie-ri di Roma e provincia, il mo-

mento in cui si fanno sentire glieffetti sia della crisi economica efinanziaria che investe numerosipaesi sia del rapporto di cambioeuro/dollaro che vede la primaschiacciare la seconda con le ov-vie conseguenze sui prezzi rela-tivi dei servizi.L’analisi dei dati sull’andamen-to della domanda turistica neglialberghi della provincia di Ro-ma nel secondo bimestre del 2008registra, infatti, una chiusura com-plessiva con il segno negativo sianegli arrivi sia nelle presenze. Nel periodo marzo-aprile 2008 gli alberghi della provincia di Romahanno registrato 1.684.912 arrivi e 3.978.353 pre-

senze, con una flessione rispettivamente di -2,78%e di -3,19%. Anche la domanda italiana ha regi-strato nello stesso periodo una sensibile flessione

A marzo e aprile turismo in frenata

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Giuseppe Aiello

Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008

PAESI 5 STELLE 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 111.437 261.820 715.018 1.655.599 583.109 1.437.175 213.507 486.366 61.841 137.393 1.684.912 3.978.353

Italiani 24.677 42.442 252.858 465.754 274.782 553.436 135.818 267.236 40.638 84.613 728.773 1.413.481

Stranieri 86.760 219.378 462.160 1.189.845 308.327 883.739 77.689 219.130 21.203 52.780 956.139 2.564.872

Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008 - Var. % su anno precedente

PAESI 5 STELLE 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale -1,50 -3,72 -0,75 0,02 -4,29 -5,03 -5,22 -6,67 -4,92 -7,08 -2,78 -3,19

Italiani -4,40 -4,38 -3,78 -3,35 -3,46 -5,91 -4,98 -6,91 -1,75 -2,35 -3,80 -5,02

Stranieri -0,64 -3,60 0,99 1,40 -5,02 -4,48 -5,62 -6,38 -10,45 -13,76 -1,99 -2,16

Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008

PAESI 5 STELLE 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 111.437 261.820 603.624 1.464.587 469.655 1.175.958 160.711 381.883 45.108 104.195 1.390.535 3.388.443

Italiani 24.677 42.442 203.736 384.276 205.776 389.159 94.398 185.564 26.233 56.156 554.820 1.057.597

Stranieri 86.760 219.378 399.888 1.080.311 263.879 786.799 66.313 196.319 18.875 48.039 835.715 2.330.846

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TotaleItaliani

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� Fig. 1 - Var. % arrivi e presenze negli alberghi della Provincia di Roma - marzo/aprile 2008

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negli arrivi con 728.773 arrivi (-3,80%) e nelle presenze con1.413.481 unità (-5,02%). La do-manda estera ha registrato unaflessione al momento meno mar-cata rispetto a quella nazionale,registrando 956.139 arrivi (-1,99%) e 2.564.872 presenze (-2,16%) (tabella 1 e 2).L’analisi della domanda per cate-goria di esercizi alberghieri evi-denzia in questo bimestre la dif-fusione della flessione in tutte lecategorie di esercizi alberghieri.Sul fronte della domanda estera,occorre rilevare la sostanziale stabilità della doman-da europea (533.103 arrivi con -0,10% e 1.514.056presenze con +0,23%). In flessione anche la crescita della domanda turisti-ca proveniente dagli Usa (213.204 arrivi con -7,45%

e 559.749 con -7,04%). In flessione anche la do-manda giapponese con 64.642 arrivi (-5,63%) e154.301 presenze (-13,08%).In questo nuovo quadro reso difficile dalla situa-zione economica e finanziaria, si aprono nuove

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Cominciano a farsi sentire gli effetti della crisi economica IL

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Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008 - Var. %

PAESI 5 STELLE 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale -0,86 -3,23 -0,48 0,06 -4,95 -5,42 -5,94 -7,48 -7,72 -10,02 -2,95 -3,36

Italiani -2,57 -2,27 -3,66 -2,98 -3,68 -5,66 -6,05 -9,21 -5,11 -6,46 -4,10 -5,27

Stranieri -0,36 -3,41 1,23 1,19 -5,92 -5,31 -5,77 -5,78 -11,12 -13,85 -2,16 -2,46

Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008

PAESI 5 e 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 111.394 191.012 113.454 261.217 52.796 104.483 16.733 33.198 294.377 589.910

Italiani 49.122 81.478 69.006 164.277 41.420 81.672 14.405 28.457 173.953 355.884

Stranieri 62.272 109.534 44.448 96.940 11.376 22.811 2.328 4.741 120.424 234.026

Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Marzo - Aprile 2008 - Var. %

PAESI 5 e 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE 1 STELLA TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale -2,22 -0,31 -1,46 -3,25 -2,96 -3,59 3,57 3,56 -1,75 -2,01

Italiani -4,26 -5,02 -2,80 -6,49 -2,45 -1,22 5,02 6,91 -2,54 -4,01

Stranieri -0,55 3,51 0,71 2,78 -4,74 -11,21 -4,59 -12,82 -0,58 1,19

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TotaleItaliani

Stranieri

Arrivi

Presenze-6,00

-5,00

-4,00

-3,00

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Arrivi

Presenze

� Fig. 2 - Var. % arrivi e presenze negli alberghi di Roma - marzo/aprile 2008

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sfide di marketing per gli uomi-ni d’impresa e per i soggetti tu-ristici. Come appare dalle tabel-le da 3 a 6, gli andamenti di Ro-ma e del suo hinterland sono en-trambi negativi. A Roma vi è stata una flessionedegli arrivi complessivi (-2,78%)e delle presenze complessive (-3,19%) dovuta sia alla domandaitaliana sia alla domanda estera.La domanda straniera a Roma haregistrato, infatti, una flessionenel bimestre sia negli arrivi (-1,99%) sia nelle presenze (-2,16%); la domandaitaliana ha registrato una caduta degli arrivi con -3,80% e delle presenze con -5,02%. Negli alberghi dell’hinterland è stata registrata unaflessione di -1,75% negli arrivi e -2,01% nelle pre-

senze. La domanda italiana è scesa di -2,54% ne-gli arrivi e -2,01% nelle presenze. La domandaproveniente dall’estero è scesa del -0,58% negliarrivi ed è cresciuta del +1,19% nelle presenze (ta-belle 5 e 6).

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Totale Italiani

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� Fig. 3 - Var. % arrivi e presenze negli alberghi dell'hinterland di Roma - marzo/aprile 2008

MUNICIPI DI ROMA

Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - Aprile 2008Valori assoluti Composizione % Variazione %

su stesso mese a.p.Municipi Arrivi Presenze Permanenza Arrivi Presenze Arrivi Presenze

mediaMunicipio 1 402.952 1.020.228 2,53 57,11% 59,22% -6,33% -4,79%

Municipio 2 35.945 101.531 2,82 5,09% 5,89% -12,68% 8,43%

Municipio 3 24.150 46.902 1,94 3,42% 2,72% 19,81% -12,02%

Municipio 4 8.669 20.878 2,41 1,23% 1,21% -5,07% -7,64%

Municipio 5 8.643 17.850 2,07 1,22% 1,04% 8,99% -1,01%

Municipio 6 1.147 2.068 1,80 0,16% 0,12% 21,25% -19,66%

Municipio 7 4.192 9.819 2,34 0,59% 0,57% 92,03% 50,74%

Municipio 8 12.131 25.052 2,07 1,72% 1,45% -10,07% -37,87%

Municipio 9 3.952 9.650 2,44 0,56% 0,56% -6,86% -4,39%

Municipio 10 10.727 21.792 2,03 1,52% 1,26% 59,06% 14,05%

Municipio 11 8.263 18.155 2,20 1,17% 1,05% -7,78% -14,84%

Municipio 12 29.665 57.223 1,93 4,20% 3,32% -8,44% -10,40%

Municipio 13 17.502 38.034 2,17 2,48% 2,21% 8,03% -1,26%

Municipio 15 15.735 45.420 2,89 2,23% 2,64% 103,45% 106,74%

Municipio 16 20.629 51.419 2,49 2,92% 2,98% 55,69% 37,98%

Municipio 17 30.551 68.466 2,24 4,33% 3,97% -11,93% -32,27%

Municipio 18 39.963 93.490 2,34 5,66% 5,43% -7,59% -22,26%

Municipio 19 17.612 42.469 2,41 2,50% 2,46% -13,90% -27,71%

Municipio 20 13.306 32.708 2,46 1,89% 1,90% -8,06% -11,82%

Totale 705.734 1.723.154 2,44 100,00% 100,00% -3,00% -6,24%

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Storia & Archeologia

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Anche nel mese di aprile la domanda turisti-ca negli esercizi alberghieri di Fiumicino haregistrato una flessione. La domanda com-

plessiva negli hotel di Fiumicino è stata pari a 32.575arrivi e 49.013 presenze, pari ad un tasso d’occu-pazione medio del 56,18% per le camere e del51,80% dei letti (tabelle 1, 2, 3) e variazioni negliarrivi e nelle presenze rispettivamente di -4,58% e-4,68%. La flessione ha riguardato sia la domandaitaliana sia la domanda estera. La domanda italiana ha registrato flessioni nell’or-dine di -2,88% negli arrivi e -5,04% nelle presen-

ze; la domanda estera ha registrato una flessione di-5,68% negli arrivi e -4,41% nelle presenze (tabel-la 1). I dati per singole nazionalità di provenienzadella domanda estera evidenziano ancora il prima-to della domanda proveniente dagli Usa (36,15%della domanda estera), seguita da quella provenien-te dalla Francia (8,27%), dal Giappone (7,34%), dalRegno Unito (5,48%) e dalla Germania (3,69%).I dati del mese portano il progressivo del primo qua-drimestre 2008 rispetto allo stesso periodo dell’an-no precedente a + 0,69% negli arrivi e a -2,06%nelle presenze.

Fiumicino: ad aprile nuova flessione

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Giuseppe Aiello

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Tab 1 - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri. Aprile 2008

Totale Aprile 2008 Valori % Diff% Aprile 2008/2007 Valori assoluti 2007

Paesi Arrivi Presenze Perm. media Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 32.575 49.013 1,50 100,00 100,00 -4,58 -4,68 34.137 51.417

Italiani 13.102 20.441 1,56 40,22 41,71 -2,88 -5,04 13.491 21.527

Stranieri 19.473 28.572 1,47 59,78 58,29 -5,68 -4,41 20.646 29.890

Francia 1.283 2.364 1,84 6,59 8,27 7,27 22,04 1.196 1.937

Germania 572 1.054 1,84 2,94 3,69 35,55 47,41 422 715

Regno Unito 995 1.565 1,57 5,11 5,48 5,51 -0,38 943 1.571

Usa 7.791 10.330 1,33 40,01 36,15 -16,90 -22,53 9.375 13.335

Giappone 1.247 2.096 1,68 6,40 7,34 45,00 58,67 860 1.321

Tab 2 - Tasso di occupazione cameree letti negli hotel. Aprile 2008

Aprile 2008 Aprile 2007 Camere Letti Camere Letti

4 stelle 66,95 43,78 64,71 46,29

3 stelle 44,49 70,55 81,55 77,44

2 stelle 16,33 62,33 41,33 43,49

1 stella 11,56 13,42 11,52 13,51

Totale 56,18 51,80 66,55 54,34

Tab 2 bis - Capacità ricettivaHotel, camere, letti (anno 2007)

N. Hotel Camere Letti

5 stelle - - -

4 stelle 3 986 1.994

3 stelle 11 434 911

2 stella 7 90 173

1 stelle 3 44 76

Totale 24 1.554 3.154

Tab 3 - Quote di mercato per categoria di hotel. Aprile 2008

Italiani Stranieri Totale

Categoria Arrivi Presenze Arrivi Presenze ArriviPresenze

4 stelle 44,86 36,43 69,75 65,60 59,74 53,43

3 stelle 46,74 56,09 25,19 27,36 33,85 39,34

2 stelle 7,21 6,45 4,77 6,71 5,75 6,60

1 stella 1,19 1,03 0,29 0,33 0,66 0,63

Totale 100,00 100,00100,00 100,00 100,00 100,00

Tab 4 - Arrivi, presenze e permanenza media per categoria di hotel. Aprile 2008

Italiani Stranieri Totale

Categoria Arrivi Presenze Perm. media Arrivi Presenze Perm. media Arrivi Presenze Perm. media

4 e 3 stelle 12.001 18.912 1,58 18.487 26.560 1,44 30.488 45.472 1,49

2 stelle 945 1.319 1,40 928 1.916 2,06 1.873 3.235 1,73

1 stella 156 210 1,35 58 96 1,66 214 306 1,43

Totale 13.102 20.441 1,56 19.473 28.572 1,47 32.575 49.013 1,50

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In Europa più don-ne che uomini la-vorano nel turismo,

in particolare nellestrutture ricettive e ri-storative, ma le retri-

buzioni del settore sono più con-sistenti per il sesso maschile. Èquanto è emerso dagli ultimi da-ti forniti da Eurostat, l’ufficio eu-ropeo di statistica, nei 27 Paesidell’Ue per il 2006 in occasionedelle giornata mondiale del turi-smo. L’occupazione femminilenel settore è stata in media pari al56%, percentuale che ha registra-to i valori più alti nei paesi balti-ci: Lettonia (95%), Lituania (83%)e Estonia (76%). In controtenden-za, invece, il nostro Paese insie-me a Francia, Grecia e Malta do-ve la percentuale dell’occupazio-ne maschile continua a superarequella femminile. Ma c’è un da-to in più. Nella maggior parte dei

paesi dell’UE le retribuzioni de-gli uomini che lavorano in hotele ristoranti sono superiori a quel-le delle donne. Ciò dipenderà for-se dal fatto che le donne, pur es-sendo più numerose, continuanoad occupare posizioni più bassenelle piramidi organizzative? Ildubbio è lecito. Passando ad un livello micro, nel-la provincia di Roma, secondo idati del primo rapporto 2006 del-l’Ebtl sull’ occupazione nelle im-prese ricettive, di viaggi e di ri-storazione (situazione al 30 Giu-gno 2006), benché l’occupazio-ne femminile delle imprese alber-ghiere abbia conosciuto un incre-mento grazie alla ripresa del tu-rismo (+3,14%), le donne conti-nuano ad essere sempre in nume-ro inferiore rispetto agli uomini.Nelle imprese alberghiere, in mo-do trasversale a tutte le categorie(da cinque fino ad una stella) i di-

rigenti sono per lo più uomini.Come dire, nella nostra regione,il cosiddetto “tetto di cristallo”,non è stato ancora infranto.Ma altre fonti ci rivelano un aspet-to altrettanto interessante: le azien-de con più donne al vertice sonopiù competitive e fanno più utili.Questo è il dato più sorprenden-te tra quelli presentati di recentedalla società di consulenza ma-nageriale McKinsey & Companyal convegno Donne e leadership.Verso un futuro al femminile, do-ve Vittorio Emanuele Terzi, a ca-po di McKinsey nei Paesi del Me-diterraneo, ha spiegato che averepiù donne ai vertici delle impre-se non è solo una questione eti-co-sociale, ma una carta in piùper il successo economico. Dal-l’indagine è emerso che in tuttele imprese nelle quali c’è una mag-gior presenza femminile ai verti-ci, l’organizzazione del lavoro èpiù armonica; c’è più attenzioneall’ambiente di lavoro, più coor-dinamento e controllo, più orien-tamento verso l’esterno. Altre ra-gioni spingono poi a considerarele donne all’interno delle azien-de una risorsa sempre più prezio-sa. «Due sono i fattori più eviden-ti. Migliora il processo decisio-nale, le donne sono più costrutti-ve, meno orientate a fare giochidi potere. E all’azienda portanoun punto di vista diverso, quindiprezioso», sostiene Terzi nella suaintervista per La Stampa del 29gennaio scorso. Alla luce di ciòverrebbe da chiedersi: ma in co-sa consiste, nella pratica, questopunto di vista così “diverso”? Ese così è, se è oramai riconosciu-to questo apporto prezioso delladonna nei vertici delle imprese,perché in Italia si fa fatica a ren-derlo effettivo? Perché le donnecontinuano a vedere (e subire) undivario rispetto all’occupazionee alla retribuzione dei colleghimaschi? Domande queste che sol-levano un problema ben più am-pio, culturale prima ed economi-

Il turismo è anche donna

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Angela Schito

«Ci sono dei ruoli in cui le donneriescono meglio. A volte è proprio un discorso di sensibilità»

Nella foto:Annamaria Carpinetta

e Marina Ravasio

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co-sociale poi. Ad ogni modo, non si può non in-terrogarsi su quanto questo aspet-to possa incidere sul mercato delturismo e sulla qualità della suaofferta. Si diceva che le donne so-no più attente all’ambiente di la-voro e più orientate all’esterno:non sono queste carte vincenti perchi lavora nell’industria ricettiva?Mettendo da parte le realtà di gran-di imprese, spesso multinaziona-li quotate in borsa, dove le cifredel successo hanno un’eco mag-giore, si è cercato di trovare unarisposta nel piccolo, più esatta-mente nel Comune di Ciampinodove si trova il Ciampino Hotel,una struttura alberghiera a tre stel-le, che da pochi mesi è gestita daun management al femminile. Sitratta probabilmente di una delletante realtà locali che testimonia-no la capacità femminile di fareimpresa nel turismo. Sulla scia diquesto nuovo cambiamento staconoscendo una fase di ristruttu-razione e ri-posizionamento nelmercato. L’amministratore unicoAnnamaria Carpineta e il diretto-re, Marina Ravasio, raccontanola loro intesa nel business alber-ghiero e la passione per il loro la-voro: «da maggio» dice la diret-trice «l’azienda ha visto l’iniziodi un cambiamento, una ristrut-turazione che proseguirà nel cor-so dei prossimi due o tre anni eche interesserà non solo la strut-tura, ma anche la riqualificazio-ne del servizio e del personale,attraverso dei corsi di formazio-ne». La loro esigenza di novità siconiuga perfettamente con la vo-glia di aprirsi all’esterno: cambiain parte il target dell’offerta chesempre più si orienta verso il sin-golo e il business-men, un uomopiù cosmopolita, un viaggiatorepiù dinamico e, senza dubbio, piùesigente. Quest’ hotel, unico nelsuo genere nel Comune di Ciam-pino, costituisce, secondo la Ra-vasio «un’ottima interpretazionealberghiera», per una serie di mo-

tivi: per competitività, per quali-tà, e per mission. Cambia la pro-spettiva dell’offerta che sfruttaappieno le potenzialità del terri-torio, snodo sempre più impor-tante per il turismo laziale, gra-zie al traffico aereo, e per questonon più inteso solo come zona dipassaggio, ma come luogo di per-manenza alternativo alla città.Si tratta senz’altro di un proget-to audace, nato da un gruppo diprofessionisti, nato da un gruppodi professionisti che hanno volu-to fare una scommessa investen-do nell’attività alberghiera. La ve-ra sfida, però, sembra averla ac-

colta Annamaria Carpineta che,accanto alla sua carriera da com-mercialista, ha deciso di prende-re in mano la gestione dell’hotel,cercando di trasferire la stessapassione e la stessa professiona-lità in un ambito sì diverso e im-pegnativo. «È stato difficile» di-ce l’amministratore unico «tra-sferire quel messaggio che di gior-no in giorno io trasmetto nel la-voro dello studio» Venendo da unluogo di lavoro in cui il contattocon colleghi di sesso maschile ècostante, la Carpineta non crede-va di trovare difficoltà nella ge-stione dei rapporti lavorativi. Agliinizi della sua attività di dirigen-te dell’hotel, però, qualcosa sem-brava impedire un ottimale svol-gimento delle attività: oltre ai mil-le aspetti che la gestione di un ho-tel comporta, c’era anche quellodei rapporti di genere. «Io non l’-ho mai vissuta la discriminazio-

ne sul lavoro, semmai mi è capi-tato di viverla a parti rovesciate.Prima di Marina» aggiunge «cisono stati sempre direttori maschiche hanno un po’ subito il fattoche dovessero dipendere da me».Sicché nella sua esperienza di di-rigente, riuscire a rapportarsi conuna donna e condividere le re-sponsabilità della gestione, è sta-ta la mossa risolutiva: «diciamoche forse, con la collaborazionedi un’altra donna, Marina, sonoriuscita a trasmettere meglio ilmio modo di lavorare». Questa,in parte, la ragione per cui si è de-ciso di dare all’ hotel un’impron-ta “rosa”, reclutando personalefemminile che, allo stato attuale,è circa il 70%. Il peso delle don-ne, quindi, al CiampinoHotel nonsi misura solo nella qualità deiruoli ricoperti, ma anche nellaquantità. Conferma la Ravasio:«al ricevimento abbiamo due ra-gazze, poi ci sono le cameriere aipiani, il personale di sala del ri-storante»; aggiunge poi la Carpi-neta: «ci sono dei ruoli in cui se-condo me le donne riescono me-glio. A volte è proprio un discor-so di sensibilità… Un esempio, se vogliamo banale,riguarda il rifacimento delle stan-ze, ma anche come si fa accoglien-za». Insomma, per Annamaria, ledonne riescono ad avere una vi-sione a 360 gradi di tutto ciò cheruota attorno al cliente, riuscen-do a «riportare dentro l’albergoquello che è il modo di vivere infamiglia». Le donne, in pratica,riescono a creare un ambiente con-fortevole, facendo sentire il clien-te a casa propria. Ma non solo: unaltro aspetto essenziale è quellolegato alle capacità relazionali: ilsaper ascoltare, essere empatici,in qualche modo, è la forma mi-gliore di curare il rapporto con ilcliente. Lasciando da parte queidiscorsi un po’ scontati, desueti,che vogliono la donna calata neipanni della custode delle cosid-dette soft skills, le competenze re-

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Se il successoè una questione di genere. L’esperienza del CiampinoHotel

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lazionali, questo piccolo esempiodi dirigenza al femminile ci vuo-le comunicare qualcosa in più.Cioè che le donne, quando “han-no in mano le redini” sul lavoro,riescono a mettere in campo uninsieme fecondo di competenzee di abilità che possono realmen-te determinare il successo diun’impresa. Testimonianza ne èil fatto che nostre manager stan-no dimostrando una grande capa-cità nel tessere legami e cono-scenze con gli enti locali, seguen-do una strategia di ridefinizionedel rapporto con il territorio, inun’ottica di sistema che alla lun-ga produrrà risultati.Sulla base di queste premesse, laRavasio cerca di scoprire le car-te e prova a spiegare le ragioni di

un’intesa così forte tra lei e la Car-pineta: «noi due ci siamo trovateinnanzitutto perché abbiamo la-vorato tanto, a costo di grossi sa-crifici, e poi perché abbiamo lapassione per il lavoro». E aggiun-ge «è vero che il nostro è un ma-nagement al femminile, ma conuna forte mentalità maschile nel-l’approccio al lavoro». Questovuol dire sì faticare il doppio, la-vorare spesso senza limiti d’ora-rio, anche il sabato e la domeni-ca, ma senza sentire il peso di tut-ti i sacrifici che questo impegnocomporta. E aggiungono «gesti-re un hotel non è come lavorareda impiegati». Cambiano i ritmidi lavoro, la gestione del tempo adisposizione e, proprio per que-sto, bisogna essere profondamen-

te consapevoli dello sforzo cheoccorre per conciliare la sfera dellavoro con quella privata la qua-le, molto spesso, finisce con l’es-sere penalizzata. Quindi si trattadi fare una scelta e di essere rea-liste. E a differenza di chi vedreb-be tutto ciò come una perdita, uncompromesso, le nostre intervi-state, lungi dal prendere posizio-ni rivendicative di stampo fem-minista, sostengono pacatamen-te di compiere ogni giorno unascelta consapevole e libera, col-tivando una passione grande peril proprio lavoro. E, infine, sullascia del loro entusiasmo, sentonoil bisogno di lanciare un appello:investire nel turismo, perché è unlavoro che regala soddisfazioni earricchisce sempre.

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La stagione balneare 2008,ormai iniziata (come diconsueto la riapertura uf-

ficiale è prevista per il primo mag-gio), poteva essere davvero mol-to calda. E non solo in senso me-teorologico. Fino a qualche setti-mana fa infatti erano a rischiochiusura oltre 400 stabilimentibalneari del Lazio, poiché l’A-genzia del Demanio aveva datoindicazione ai comuni laziali dinon rinnovare le concessioni aglioperatori che hanno contestato icanoni iniqui previsti dalla Leg-ge Finanziaria 2007, che preve-deva aumenti in alcuni casi anchedel 1.500% rispetto agli anni pas-sati. Secondo il Sib - Sindacatoitaliano balneari aderente a Conf-commercio-Confturismo – si par-la di cifre che comporterebberoun serio rischio chiusura per mol-ti stabilimenti, spingendo moltiad esercitare l’attività abusiva-mente, senza garanzia per il clien-te (turista o cittadino) di serviziadeguati.Quest’anno la crisi è stata evita-ta in extremis da una delibera del-la Giunta regionale, che ha prov-veduto al rinnovo automatico del-le concessioni; resta però il fattoche sulla categoria da qualche an-no a questa parte grava una spa-da di Damocle, e ciò in un mo-mento in cui invece ci sarebbe bi-sogno di certezze e tranquillitàper poter procedere con la riqua-lificazione di un settore che devefare i conti con la crisi economi-ca e con una concorrenza quantomai agguerrita A spiegare la situazione è Riccar-do Borgo, presidente del Sib, se-condo il quale i problemi sono co-

minciati con la Finanziaria del2004, che ha aumento i canoni de-maniali del 300% e poi con la Fi-nanziaria 2007. «Non si sono ve-rificati dei miglioramenti nean-che con il decreto “ Milleproro-ghe” », prosegue Borgo, «ma an-zi le norme oggi in vigore preve-dono nuovi e pesanti criteri di cal-colo dei canoni demaniali marit-timi riferiti alle “pertinenze”. Tut-to ciò malgrado i sindacati di ca-tegoria abbiano, da subito, rico-nosciuta e condiviso la necessitàdi corrispondere integralmente al-le aspettative di introito da partedello Stato, chiedendo però chequesto venisse fatto attraverso unaseria concertazione». A ciò si ag-giunge una situazione di continuoconflitto con i diversi uffici dellaPubblica Amministrazione che avario titolo, hanno competenzenell’ambito del regime concesso-rio e che scontano la mancanza diuna necessaria chiarezza ed uni-vocità di indirizzi nello svolgi-mento dei loro compiti. Succedequindi che un numero considere-vole di imprese, spesso tra le piùnote nelle varie località turistiche,si trovino oggi a dover corrispon-dere canoni aumentati da 5 a 20

volte rispetto a quelli versati nel-l’anno 2006. Ma i balneari lamen-tano anche un continuo stato ditensione causato dalle più dispara-te iniziative avviate dalle Agenziedel Demanio, dalle Regioni e daiComuni, spesso in una confusio-ni di ruoli e di competenze. Tutto ciò ha costretto i concessio-nari ad avviare un diffuso conten-zioso presso i Tribunali Ammini-strativi delle varie Regioni, segna-le inequivocabile di una situazio-ne che sta via via degenerando eche, nell’interesse di tutti, deveessere riportata velocemente allanormalità.In che modo? Secondo RiccardoBorgo prorogando al 31 dicem-bre 2008 la legge 296 del 27 di-cembre 2006, in modo da garan-tire allo Stato un ragguardevolegettito con l’applicazione di uncanone demaniale superiore del200% a quello corrisposto nel2006. In secondo luogo convo-cando al più presto un tavolo tec-nico tra Governo, Regioni e im-prese per riesaminare l’intera nor-mativa e introdurre un criterio dicalcolo più equilibrato e ricon-durre i rapporti tra tutti gli enti egli uffici coinvolti ad un clima dileale collaborazione, nella ricer-ca di linee guida omogenee e dinuovi strumenti normativi che dia-no risposte adeguate a necessitàed esigenze che una moderna con-cezione del turismo balneare ren-dono indispensabili. Inoltre «rimane ancora irrisoltala grave anomalia che pesa sul no-stro settore, costretto a pagare un’aliquota Iva del 20% mentre tut-te le altre imprese che, come noi,forniscono servizi turistici sonogravate del 10%», anche se, con-clude il presidente della Sib, «con-dividiamo la battaglia da tempoportata avanti da Confturismo-Confcommercio per ottenere unallineamento dell’Iva a quella vi-gente nei Paesi che sono i nostrimaggiori competitors: Francia(5,5%) e Spagna (7%).

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Sara Moretto

Riccardo Borgo

Anche quest’anno giorni di tensione per i 400 stabilimenti della costa

Balneari, apertura con brivido

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Ilaghi, i colli, l’arte, la Via Fran-cigena… Tutto a un passo dal-la Toscana e da Orvieto. Vi-

terbo e la sua provincia sono tut-to questo e molto più, con locali-tà come Tuscania e Tarquinia, icui nomi dicono tutto sulle radi-ci storico-culturali di questa area,

vicino un porto semprepiù fulcro europeo degliscambi crocieristici e oral’assegnazione di Viter-

bo come terzo (o forse secondo)aeroporto di Roma. Insomma,un’area che turisticamente ha tan-to da dire ma che fino ad ora po-co ha fatto per promuoversi. Ep-pure qualcosa si muove e ammi-nistratori e privati cominciano adaprirsi e a esprimersi. Oltretuttole idee, come le manifestazioni,non mancano.

La Tuscia al Vinitaly«Il vino nella nostra provincia»,spiega il presidente della Ca-mera di commercio FerindoPalombella, «è un prodotto dipunta, sia sotto il profilo eco-nomico che culturale, profon-damente radicato nel territo-rio. Basti pensare che i viti-coltori sono oltre 12 mila eproducono 421.960 quintali

(dati del 2006), il 18,22% del-la produzione laziale. Bisogna

riconoscere il merito ai produt-tori per aver compiuto un grossosforzo, soprattutto negli ultimi an-ni, puntando sulla qualità, con-quistando significative punte dieccellenza». Che si sono confron-tate nell’ultimo Vinitaly di Vero-na con i migliori vini nazionali.«È entusiasmante vedere le no-stre imprese vitivinicole tutte in-sieme, esporre i loro prodotti nel-l’area Tuscia viterbese, affollatada visitatori e acquirenti che sem-pre più numerosi scoprono e ap-prezzano il vino prodotto nellaprovincia di Viterbo» È stato que-

sto il commento di Palombella,visitando i 19 stand delle azien-

de vitivinicole presenti alla qua-

rantaduesima edizione del Salo-ne internazionale del vino e deidistillati, a Verona dal 3 al 7 apri-le, nel padiglione Palatium, dedi-cato al Lazio. In questa vetrina di assoluto pre-stigio i vini della Tuscia si sonoormai conquistati un posto d’o-nore perché i produttori hannoscelto una missione precisa: laqualità. La provincia di Viterbopuò vantare sei vini Doc: l’Est!Est!! Est!!! di Montefiascone, davigneti selezionati che si esten-dono su terreni tufacei intorno allago di Bolsena; l’Aleatico di Gra-doli, ottenuto da uve rosse nellependici dei Monti Volsini; l’Or-vieto, prodotto nella Valle del Te-vere; il Colli Etruschi Viterbesi;il Vignanello, la cui zona di pro-duzione sono i Monti Cimini; ilTarquinia, da uve coltivate lungola fascia costiera. Ma l’importan-te tradizione enologica del terri-torio si esprime anche nelle treIgt: Lazio, Colli Cimini, Civitel-la d’Agliano. E sulla scorta della presenza a Ve-rona, anche quest’anno la Came-ra di commercio è pronta per leFeste del vino della Tuscia. Saràla settima edizione. L’anno scor-so si è iniziato il 27 luglio per fi-nire il 15 agosto. Sono stati inte-ressati sette comuni: Castiglionein Teverina, Civitella d’Agliano,Gradoli, Montefiascone, Vigna-nello e, per la prima volta, Mar-ta e Tarquinia. «Anche quest’an-no si sta predisponendo un unicocartellone ricco di eventi», dico-no dalla Camera di Commercio,

Per Viterbo, non solo vino

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Alessandro Quami

I migliori vini della Tuscia in passerella al Vinitaly di Verona

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«per trascorrere piacevoli serate,scoprire angoli incantevoli neicentri storici medioevali, degu-stando i prodotti agroalimentaritipici accompagnati dagli eccel-lenti vini locali».

Non solo vino. Il festival del LagoMa nella Tuscia non c’è solo il vi-no. Quest’anno inizia infatti il Fe-stival del Lago di Bolsena; un tourestivo che tocca alcune importan-ti e caratteristiche località dellaTuscia lacustre e dell’entroterra.La particolarità dell’evento è chesi tratta per intero di una iniziati-va privata, partorita, da uno cheil Lago lo conosce bene e che èaffascinato dalla bellezza dei bor-ghi che vi si affacciano: FabrizioBellocci, il quale spiega cosa sa-rà il Festival del lago di Bolsena.«L’idea è di dare un evento musi-cale estivo vero, che riesca a va-lorizzare i tanti centri che si af-facciano sullo specchio d’acquae che sono così ricchi di angolisuggestivi». L’organizzazione sa-rà curata da Maverik cultura espettacolo, i cui responsabili pre-cisano che il Festival «vuole ri-cercare, promuovere e valorizza-re nuovi talenti nel mondo dellamusica in particolare e dello spet-tacolo in generale; rendendo benvisibile la tradizione artistica del-la Tuscia». Ma come spiegano an-cora i responsabili dell’associa-zione, che ha sede a Marta, cen-tro situato sulla sponda sud del

lago di Bolsena, obiettivo non se-condario sarà valorizzare le risor-se ambientali della Tuscia e in par-ticolare del lago, punto di riferi-mento per una importante rivalu-tazione turistica. Fabrizio Bellocci racconta anchecom’è nata l’iniziativa del Festi-val: «Un giorno, in piena estate2007, mi stavo rilassando sullasplendida spiaggia del lago, ed èlì che ho pensato a un evento nonestemporaneo ma che potesse di-ventare un importante appunta-mento fisso, capace di caratteriz-zare Marta e tutta la Tuscia lacua-le». Da qui l’incontro con EnricoBianchini produttore e organiz-zatore del Festival del Garda giun-to alla sua XIII edizione. «Ci sia-mo visti a Bolsena insieme conaltri produttori e organizzatori difestival in varie parti d’Italia»,prosegue Bellucci, «e qui Bian-chini ha avuto la brillante idea diformare una grande e forte coali-zione tra i festival, che per il 2008sono stati riuniti sotto l’etichettaGrandi festival italiani, mante-nendo ognuno la propria identi-ficazione all’interno dei rispetti-vi eventi». Il meeting ha permes-so all’associazione Maverik cul-tura e spettacolo di farsi conosce-re e di acquisire fiducia e credi-bilità al cospetto degli altri festi-val, entrando così a sua volta a farparte dell’etichetta. Il programma, ancora provviso-rio fino al 31 maggio, quando sa-ranno rese note le date definiti-

ve, prevede l’inizio del Festivalsabato 5 luglio a Valentano; gio-vedì 10 luglio si sposterà a Grot-te di Castro; giovedì 31 luglio in-vece sarà di scena Bolsena. Poilunedì 4 agosto toccherà a Mon-tefiascone, che in quel periodo èimmersa nella Fiera del vino. Granfinale a Marta sabato 9 agosto. Si esibiranno sia cantanti che re-ginette di bellezza. I brani musi-cali potranno essere per solisti ocori ma tutti dovranno rigorosa-mente essere eseguiti “dal vivo”.Non è infatti ammessa l’esibizio-ne in playback. In ogni modo il regolamento econsultabile al sito internet lago-dibolsenafestival.com. Come avviene in ogni esibizioneche si rispetti è prevista una pri-ma selezione degli artisti, che sisvolgerà domenica 31maggio con audizio-ni dal vivo per tuttigli aspiranti. La se-conda fase è rappre-sentata dal tour esti-vo, con le selezioniper la finale, in cia-scuna delle cittadineche circondano il La-go. La finalissima sisvolgerà durante laserata conclusiva delFestival e il vincitore parteciperàalla finale dei Grandi festival ita-liani. Altra iniziativa di richiamosarà il concorso di bellezza Misslago Bolsena 2008 che porterà lavincitrice alle finali di Miss delGarda. Insomma, anche questa è la di-mostrazione che il tessuto impren-ditoriale e turistico del viterbeseè vivo e attivo e allora largo allapolitica, il cui scopo dovrebbe es-sere proprio quello di aiutare esostenere questo genere di inizia-tive, o quanto meno dovrebbeguardarsi dall’intralciarle, se sivuole che anche in questa partedel Lazio il turismo diventi unavera fonte di sviluppo economi-co e sociale.

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In estate il primo Festival del Lago. Una iniziativa tutta privata per il lancio turistico della Tuscia. IL

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A luglio e agostocanzoni dal vivo e reginette di bellezza in tourattorno al Lago di Bolsena

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Quando il Globe è approda-to a Roma per la primavolta nel 2007 c’era tra gli

operatori turistici e tra gli stessiorganizzatori un po’ di apprensio-ne, non tanto per la “qualità” del-la manifestazione, quanto per ilfatto che si inseriva in un calen-dario di iniziative già abbastanzaaffollato. I timori tuttavia si sono

presto dissipati, poi-ché fin dalla primaedizione è risultatoevidente che il Glo-be era destinato a di-ventare la principalevetrina del turismoper tutta l’area delMediterraneo, consi-derata l’adesione diun gran numero ditour operator e diespositori. La seconda edizione,che si è svolta dal 13al 15 marzo alla Fie-

ra di Roma ha dunque sancito ilsuccesso di questo appuntamen-to, che si è chiuso registrando 20

mila presenze tra gli operatori edi circa 800 buyer internazionaliprovenienti da 64 paesi per par-tecipare alle contrattazioni. Unaoccasione di «business puro», co-me ha affermato con soddisfazio-ne Paolo Audino, amministrato-re delegato di Expoglobe, la so-cietà che insieme a Fiera Romaorganizza l’evento, chiudendo l’e-dizione 2008. Business che nonpotrà che crescere ulteriormenteil prossimo anno, nel corso delGlobe09 che si presenterà miglio-rato nella logistica – con collega-menti più efficienti verso Romae l’aeroporto – e con forse qual-che “ritocco” alla formula orga-nizzativa, secondo alcuni rivela-tasi troppo rigida. In particolaresi auspica l’apertura al pubblicoe alle agenzie al dettaglio, alme-no nel week end, dal momentoche Roma, il Lazio e alcune re-gioni confinanti rappresentano unmercato di 8-10 milioni di poten-ziali clienti.Proprio per sostenere l’offerta tu-ristica regionale l’Ente bilaterale

per il turismo di Roma e del La-zio ha partecipato al Globe08 conuno stand di circa 40 metri qua-drati che oltre ad offrire una se-rie di dati riguardanti il turismolocale – elaborati dall’Osservato-rio del turismo e del mercato delLavoro – è diventato un punto diriferimento per gli operatori delsettore, amministratori locali erappresentanti delle associazionidi categoria. Come ha sottolinea-to il presidente dell’Ebtl, Gian-carlo Mulas, sono stati 12 milio-ni i turisti giunti nella Capitalenel 2006, i quali hanno realizza-to quasi 31 milioni di presenze,spendendo circa 7,6 miliardi dieuro. Cifre importanti, rese pos-sibili grazie ad un «meccanismovirtuoso avviato già da qualcheanno dalle istituzioni, dagli im-prenditori e dai lavoratori che han-no ben compreso l’intrinseco va-lore del turismo quale volano del-l’economia». Un meccanismo cheoccorre continuare a “oliare” e adaffinare, soprattutto adesso checominciano a farsi sentire gli ef-

GlobeTiriamo le somme

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Il Globe, non solo luogo di contrattazioni e di vendita ma anche ambito di studio delle nuovetendenze, gusti,richieste di una domandaturistica in perenneevoluzione

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fetti negativi della recessione. An-che per questo l’Ebtl sarà ancorpiù presente nella successiva edi-zione, mettendo a disposizionedegli addetti ai lavori l’approfon-dita conoscenza del mercato tu-ristico regionale, frutto di un ca-pillare e periodico lavoro di rac-colta dati e di elaborazione svol-to dai suoi Osservatori, e la suanaturale vocazione di luogo di in-contro e mediazione tra le partiimpegnate a diverso titolo nel set-tore. Competenze peraltro già mes-se a frutto proprio nel corso del-

la edizione del Globe recentemen-te conclusa, in cui è stato siglatoil protocollo di intesa tra Ebtl el’autorità portuale di Civitavec-chia - Fiumicino – Gaeta per lanascita dell’Osservatorio crocie-ristico del Lazio. Come già abbondantemente di-mostrato dai dati degli ultimi an-ni Roma si è confermata comeuna delle principali mete turisti-che europee e un polo di attrazio-ne anche per i mercati turisticiemergenti. Il dato è ancora piùevidente se consideriamo la cre-

scita del traffico crocieristico nelporto di Civitavecchia, passato da755 approdi nel 2006 a 856 nel2007 (+13,38%), ovvero oltre unmilione e mezzo di turisti in piùper Roma e il suo hinterland, cheha dimostrato di saper gestire conprofitto la presenza di un cataliz-zatore turistico importante comela Capitale. L’Osservatorio dun-que consentirà di monitorare unsettore in crescita, già adesso ingrado di compensare eventuali ca-li di presenze da parte di un turi-smo più “tradizionale”, ma anchedi inserire stabilmente Roma eparte del Lazio in un circuito “Me-diterraneo”. Uno strumento in piùper il “pubblico” ma soprattuttoper gli imprenditoriprivati, che avrannomodo di orientare conmaggiore efficacia lerispettive politiche einvestimenti. Tuttavia il Globe harivelato un’altra pre-ziosa caratteristica.Non solo luogo dicontrattazioni e divendita ma anche am-bito di studio dellenuove tendenze, diconfronto tra gusti,richieste, orientamen-ti di una domanda turistica in pe-renne evoluzione, anche per l’af-facciarsi sul mercato di nuovi po-poli e culture, fino a ieri assentio marginali. Il saper captare, interpretare, ela-borare i segnali di cui si panno in-terpreti e portatori i buyer esteritrasformandoli in offerta turisti-ca è infatti una delle sfide e del-le opportunità che questa mani-festazione offre e forse sarà op-portuno pensare di elaborare emettere in campo strumenti spe-cifici per questa sorta di intelli-gence, i cui risultati dovranno es-sere messi a disposizione di tuttiper presentarsi sul mercato in ma-niera sempre più efficace ed ef-ficiente.

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Il definitivo successodi una manifestazione che ha ancoradiversi assi nella manica IL

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l’Ebtl ha partecipatoal Globe08 con uno stand di circa 40 metriquadrati offrendodati riguardanti il turismo locale e proponendosicome punto di riferimento per gli operatori

A sinistra: il presidente dell’EbtlGiancarlo Mulas,Alessandra Martinis,Giuseppe Aiello

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Roma caput mundi. Anchenel turismo? Come noto-rietà è la città più univer-

sale. Se non altro per la sua storiamillenaria. Ma se la conoscenzadel nome della città su scala pla-netaria è un grande fattore di van-taggio il messaggio che essa dif-fonde è molto più articolato.Nell’immaginario collettivo hadato il nome ad una grande civil-tà che ha avuto un fascino straor-dinario per oltre mille anni. È ilcentro del mondo cristiano da ol-tre duemila anni. È la capitale delPaese che ha attratto più viaggia-tori e turisti in assoluto. Tutte lestrade portano a Roma, secondoun detto famoso. Ma non è dettoche nel mondo tutti abbiano og-gi la stessa visione e percezionedi ciò che Roma offre oggi in ter-mini di offerta turistica.Secondo una nota teoria, anchenel turismo si può assistere alladecadenza dei siti più famosi. Èla teoria del ciclo di vita delle lo-calità turistiche, secondo cui co-sì come decadono le civiltà e lenazioni può scomparire tra le neb-bie anche una grande città stori-ca. Del resto, i viaggiatori che vi-sitavano Roma dopo la cadutadell’Impero non vedevano cherovine.Come viene percepita, dun-que, Roma oggi? Alcune indagi-ni ci dicono che la stampa e i net-work televisivi internazionali de-dicano grande spazio alle bellez-ze ed ai diversi motivi di richia-mo della città. Ciò significa chesia al riparo da possibili cadute diimmagine e di attrattività? Certono. Anzi, come dimostrano le pri-me statistiche sull’affluenza de-gli ospiti nei primi mesi del 2008,sembra che il ciclo espansivo del-la domanda turistica iniziato conil Giubileo del Duemila stia esau-rendosi. Non sono ancora chiarele ragioni di questa flessione, macomunque essa conferma che nes-suno può vivere di rendita sulleposizioni acquisite. Nel mercatoglobale del turismo anche una cit-

tà come Roma può declinare perfragilità proprie del sistema turi-stico locale. Che non sono pochee richiedono una seria indagine atutto campo, poiché investonomolteplici responsabilità, pubbli-che e private. Si può affermare,ad esempio, che quello di Romasia un autentico modello di qua-lità nel turismo internazionale?Di una qualità dei servizi alme-no pari alla sua qualità culturale?Si può dire che il marketing ter-ritoriale sia all’altezza di quellodi altre grandi destinazioni euro-pee e mondiali?Si può dire che il “marchio Roma”sia di per sé sinonimo di assolutagaranzia di efficienza dell’acco-glienza e dell’ospitalità locale?E cominciamo proprio dal mar-chio, uno strumento fondamen-tale del marketing di una destina-zione, di un prodotto, di un’isti-tuzione e di un’azienda turistica.Può definire i caratteri e l’identi-tà di un intero sistema turistico o

essere indicativo delle qualità diogni componente della filiera tu-ristica. Nel caso di Roma, il mar-chio ne definisce i tratti identita-ri del suo territorio, cogliendo lapluralità delle sue vocazioni e isuoi messaggi turistici che sonomolteplici dal momento che Ro-ma non è solo una capitale cultu-rale, una grande città d’arte (lamaggiore al mondo), ma ancheuna città di mare, di congressi, dieventi, di enogastronomia, di shop-ping e artigianato, di musica, dispettacolo ecc.Il marchio deve esprimere in for-ma simbolica tutti questi segni didistinzione promuovendo un’im-magine capace di compendiarliefficacemente.Se il sistema turistico romano vie-ne percepito a livello universaleattraverso i suoi valori e le sue ric-chezze il marchio avrà valorizza-to e consolidato l’attrattività del-la destinazione, diventando in talmodo un fattore strategico del de-

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Franco Paloscia

Un marchio per l’Urbe

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stination marketing, ovvero diquella strategia che deve esserefinalizzata a imprimere nella men-te, nell’immaginazione, nella co-scienza dei turistici potenzialiquelle che sono le autentiche pe-culiarità del sistema Roma sul pia-no turistico. Veicolato attraversole istituzioni pubbliche che ope-rano nella comunicazione e nel-la promozione, attraverso i mol-teplici strumenti a disposizione,e attraverso la rete dei soggettiche fanno filiera nel sistema tu-ristico può essere realizzato l’o-biettivo di accreditare, qualifica-re, rendere ancora più forte la mo-tivazione a prescegliere la Capi-tale tra le altre eventuali destina-zioni alternative.Non basta il messaggio che invi-

ta a preferire Roma ad altre de-stinazioni. Occorre che sia chia-ramente percepita anche la varie-tà dei prodotti turistici, la molte-plicità delle proposte possibili pre-senti nel catalogo dell’offerta tu-ristica. In tal modo viene ad inte-grarsi la strategia del marketingdi destinazione con quella di pro-mozione dei prodotti. Ne deriva la possibilità di inte-grare il marchio territoriale, del-la destinazione, con quella dei sin-goli prodotti, ognuno dei quali po-trebbe essere presentato con unsuo specifico logo per accresce-re la visibilità e la percezione diogni singola opzione e propostaturistica. Dunque, il marchio Ro-ma è fattore essenziale per la rap-presentazione simbolica, ma con

possibili sottospecificazioni piùreali, dell’identità multiforme delturismo romano. Viviamo in un’e-poca in cui il marchio è anche unmodo per accreditare stili, quali-tà, convenienze, status simbol.Non c’è dubbio che il marchio èanche una garanzia per renderedurevole tale appeal, sottraendola Capitale al rischio di veder in-debolita la sua rappresentazionemediatica, presso l’opinione pub-blica e il mondo degli operatoridi viaggio. In altri termini con unmarchio efficace e intelligente sipuò rafforzare l’argine contro quelrischio di declino, di esaurimen-to del ciclo di vita del turismo che,come si è visto per tante altre de-stinazioni, può essere sempre inagguato dietro l’angolo.

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Indispensabile strumento per il marketing e per preservare la città dalla decadenza, come meta turistica IL

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«Iprodotti enogastronomi-ci ciociari sono delle ec-cellenze, protette e dif-

ficilmente riproducibili. Non acaso la maggior parte dei prodot-ti tipici del Lazio sono ciociari».È quanto ha sostenuto StefaniaMartini, assessore alle attività pro-duttive del Comune di Frosinone,in occasione dell’inaugurazionedella seconda enoteca regionaledel Lazio. Pro-gettata all’inter-no della villa co-munale, nel cuo-re della città, l’e-noteca aprirà leporte al pubbli-co nel settembreprossimo per di-ventare la vetri-na di Frosinonee dei suoi pro-dotti; un primopasso per dare slancioe vitalità al turismoenogastronomicociociaro, che puravendo acquista-to prestigio a livello na-zionale ancora non è decollatocome meriterebbe.«Si tratta di un progetto fortemen-te voluto e appoggiato dalla Re-gione, dall’Arsial, dal Comune edalla Provincia di Frosinone ol-tre che dalle associazioni di set-tore» continua l’assessore Marti-ni «per valorizzare non soltanto iprodotti tipici locali ma anche perpromuovere i luoghi in cui le no-stre eccellenti specialità vengonoprodotte».Scopo dell’enoteca insomma do-vrà essere quello di diventare unvero e proprio centro di produ-zione culturale e di conoscenza

di prodotti come il fagiolo can-nellino di Atina, il tartufo di Cam-poli Appennino, il vino doc Ca-bernet, la mozzarella di bufala diAmaseno, l’olio extra vergine dioliva, i peperoni di Pontecorvo,la marzolina, il miele, gli amaret-ti di Guarcino, il panepepato, leciambelle di Sora, il vino doc ce-sanese, il pane di Veroli, i liquo-ri d’erbe Sarandrea. Non solo; l’i-

niziativa avrà an-che il merito difar conoscere aituristi nuovi pro-dotti di qualità,nati nel territorioe che hanno giàconquistato i pa-lati dei più curio-si e raffinati. Unesempio è il li-quore della ratta-fìa della società

Madìa che, distribui-to in diversi wine-bar e locali del ca-

poluogo, ha già con-quistato la fama di spe-

cialità locale. L’enotecadunque non nasce sempli-

cemente come punto di esposi-zione, degustazione e vendita deiprodotti tipici ma fa parte di unprogetto ben più ambizioso, chemira a rilanciare il turismo in tut-ta la provincia. «Anche la sceltadi collocare l’enoteca all’internodella villa comunale, fulcro di ma-nifestazioni culturali e artistiche,non è casuale», afferma la Mar-tini, ma «è il segno chiaro e for-te della volontà da parte dell’am-ministrazione di rendere Frosino-ne una città “appetibile” per i tu-risti». L’intenzione dell’ammini-strazione comunale è quella di ri-

baltare la consuetudine, purtrop-po consolidata, del cosiddetto mor-di e fuggi da parte dei turisti e disfruttare la vicinanza a Roma perfare della Ciociaria una vera e pro-pria meta turistica.Sul come riuscirci lo spiega Mau-ro Vicano, consigliere comunalee capogruppo del Pd: «Stiamopensando di allestire un info pointaperto tutto l’anno, adiacente l’e-noteca per informare i degustato-ri, attraverso personale specializ-zato e brochure, sulla vasta offer-ta di ristoranti tipici, di eventi edi bellezze naturali e storiche dicui la Ciociaria dispone. Questoè il primo passo per rendere con-creta la nostra idea di fare turi-smo». Prosegue Martini: «È no-stra volontà proporre ai visitato-ri un tour organizzato in città perdare vitalità al sistema economi-co e commerciale di Frosinoneoffrendo prodotti di ogni tipo: ar-tigianali e di alta qualità. Parten-do dalla visita alla villa comuna-le, dopo la degustazione all’inter-no dell’enoteca l’idea è di con-durre i turisti nel centro storicodi Frosinone, nella parte alta del-la città e facilmente raggiungibi-le a piedi grazie all’ascensore in-clinato in fase di costruzione. Dalcentro storico, la tappa successi-va sarà la parte bassa della cittàpassando per la via dello shop-ping, dove il turista avrà la pos-sibilità di fare una lunga passeg-giata tra negozi di alta moda, caf-fetterie e gelaterie tradizionali».È ancora presto per sapere se lacittà centrerà l’obiettivo, tuttavial’impegno e la buona volontà daparte di tutti non mancano. Ades-so l’importante è presentarsi al-l’appuntamento dei Mondiali diNuoto in programma a Roma dal18 luglio al 2 agosto 2009 con lamacchina organizzativa ben olia-ta e in moto, poiché è proprio aFrosinone che gli atleti si allene-ranno e dove forse si svolgerà an-che qualcuna delle gare. Un ap-puntamento da non perdere.

La Ciociaria punta sul gusto

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Giorgia Gazzetti

A Settembre apre l’enotecaregionale, chesarà una vetrina e un motore per il turismo

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Rocche semidistrutte, palazzettiin rovina che vengono giù unpezzo alla volta dietro reticel-

le fosforescenti, monito di pericolo peri passanti; chiesine sconsacrate desti-nate a diventare tane per volpi, gatti ecani randagi. Quanti sono i beni archi-tettonici di pregio di proprietà pubbli-ca, che rischiano la rovina a causa del-la cronica mancanza di fondi? Moltis-simi. Non tutti sanno, però, che tali be-ni inutilizzati e in precarie condizioni di conserva-zione, possono essere concessi in uso a privati. Pe-raltro, chi aderisce all’iniziativa potrà detrarre dal-le tasse i costi del restauro. Ovviamente, l’elencodei beni su cui poter applicare tali concessioni è sti-lato dal Ministero per i beni e le attività culturali.Ciò significa che con formule di affitto a tempo de-terminato, enti privati o imprenditori potrebbero re-staurare palazzi, ville o castelli da “usare” per atti-vità di studio, biblioteche, centri studi oppure atti-vità alberghiere, centri benessere e via elencando,col solo vincolo di rendere tali beni accessibili alpubblico e agli studiosi.I finanziamenti privati, com’è facile intuire, costi-tuiscono una straordinaria dotazione per i beni e leattività culturali italiani, dal momento che le risor-se comunitarie e statali non riescono a soddisfaretutte le necessità legate alla manutenzione ed allagestione dei tesori artistici del nostro bellissimoPaese. Per questo è importante reperire nuove risor-se, con le quali, oltretutto, è possibile dare slancioalla nuova economia e stimolare la crescita di risor-se umane, tecniche, organizzative ed imprendito-riali. Si pensi, infatti, a cosa può significare per l’e-conomia di un comune di piccole e medie dimen-sioni restituire all’uso corrente un antico castello o

palazzo nobiliare, che diventa sede diuna facoltà universitaria o un hotel aquattro stelle.Nel Lazio, ci sono numerosi beni ar-chitettonici di pregio inutilizzati, per-ché le diverse amministrazioni pubbli-che (in particolare i comuni), che nesono depositarie, non hanno i fondi ne-cessari. Si tratta di castelli, palazzi pa-trizi, ville e perfino siti archeologiciche giacciono pressoché abbandonati,

se non in evidente degrado, e sottratti alla colletti-vità ma che potrebbero essere recuperati e destina-ti anche ad un uso economico da parte di privati,con l’indubbio beneficio di arricchire il territoriosul quale sono situati, non solo come richiamo tu-ristico, ma anche come elemento vitalizzante del-l’economia locale.Iniziamo, perciò, un breve viaggio tra queste real-tà, mettendo assieme alcune testimonianze di im-prenditori, che raccontano la loro esperienza di sov-venzionatori di restauri di beni, altrimenti destina-ti alla distruzione, e che hanno impiantato con suc-cesso, all’interno del bene stesso, delle attività pro-duttive o di altri “sovvenzionatori”, che sarebberodisposti a spendere, se solo trovassero disponibili-tà e aiuto da parte degli amministratori locali. Inoltre, abbiamo interpellato sindaci e assessori persondare la possibilità di avviare collaborazioni e si-nergie dalle quali ottenere il recupero di qualcunadelle “situazioni” a rischio. Contemporaneamente,abbiamo raccolto alcuni “casi pilota” che potreb-bero costituire un interessante esempio di interven-ti riusciti o da iniziare. Speriamo ne possa scaturi-re un dibattito e un dialogo tra “pubblico” e “priva-to” al termine del quale, magari, vedere avviatoqualche altro bel progetto di recupero.

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inserto a cura diIlaria Morini

Quanti beni pubblici sono nel degrado perché mancano i fondi? La soluzione può arrivare dall’alleanza “pubblico-privato”

L’unione fa la forza… e salva

il castelloNerola: il castello

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Borbona è un piccolo centro, poco più di otto-cento abitanti, a nord est di Rieti in cerca dadiversi anni di un rilancio economico, il qua-

le – secondo gli amministratori comunali – può ve-nire dalla valorizzazione delle tradizioni popolari delluogo e dalla cultura contadina, che qui ancora ha sal-de radici. Di questo è convinto Alberto Scarpitti, re-sponsabile del progetto culturale del Comune, non-ché tra gli animatori e organizzatori di un Festival delcanto a braccio e della poesia in ottava rima, che stariscuotendo un buon successo di pubblico. A Borbo-na si svolge anche una sagra del fagiolo, specialità lo-cale che è stata anche oggetto di studio da parte di di-verse istituzioni scientifiche e dell’Università di Pe-rugia. «Il nostro territorio è ricco di tradizioni e distoria, le cui testimonianze sono ancora ben radicate

e visibili. Il canto a braccio e la poesiapopolare sono due di queste», dice Scar-pitti, «ma abbiamo anche bravi artigia-ni e ottimi produttori prodotti caseari,eredità di un passato agro-pastorale cheancora oggi sopravvive». È soprattuttopensando a ciò, che il Comune con l’aiu-to della Provincia, e della Regione, cer-ca di inserire il paese in un circuito tu-ristico costituito da amanti della buonatavola, dei cibi tipici e genuini, nonchéda stimatori della cultura contadina eappassionati della natura. A questo pro-posito a poco a poco sta prendendo for-ma un progetto – al momento ancora daperfezionare – per creare a Borbona una

scuola di cucina col compito di valorizzare e diffon-dere la produzione alimentare tipica del reatino, nonsolo tra i ristoratori della zona ma anche tra i nume-rosissimi ristoratori che portano la cucina nazionaleall’estero. «Ho saputo che a Tokyo ci sono qualcosacome duecento ristoranti italiani», dice il responsabi-le del progetto culturale Scarpitti, «solo dieci sonogestiti da connazionali. Pensi cosa vorrebbe dire peril nostro territorio portare qui solo alcuni di quei ri-manenti centonovanta giapponesi e insegnare loroqualche nostra ricetta tradizionale, con l’uso dei no-stri prodotti. Ci sono stranieri che vanno in Piemon-te o in Toscana per frequentare corsi di eno-gastrono-

mia; domani speriamo di poter fare la stessa cosa an-che nel Lazio, magari proprio qui a Borbona». Per un progetto così ambizioso ci vogliono però strut-ture adatte ed ecco che il discorso si sposta sul Con-vento settecentesco di Sant’Anna di proprietà comu-nale e sull’antica scuola elementare, già ristruttura-ta, a norma. La parola va ancora a Scarpitti: «In ef-fetti abbiamo la fortuna di avere due strutture di granpregio e adattissime ai nostri scopi. Per quanto ri-guarda la scuola c’è un progetto che prevede una de-stinazione museale: una esposizione itinerante per il-lustrare arti, tradizioni e storia del territorio dell’Al-ta Valle Sabina; cosa che potrebbe portare in paesevisitatori, escursionisti e scolaresche. Il convento in-vece – ma è solo un’idea - potrebbe benissimo esse-re destinato alla scuola di cucina, con annesso risto-

«Ben vengano i capitali privati,per far risorgere il paese»

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CCaasstteelllloo OOrrssiinnii –– NNeerroollaa ((RRoommaa))Situato pochi chilometri a nord di Roma il Castello Or-sini domina dalla sua posizione elevata la campagnadella Sabina fino alla valle del Tevere ed ai monti Lu-cretili. Costruito nel X secolo sui ruderi di un’antica for-tezza Sabina, dopo essere stato un baluardo inespu-gnabile da Saraceni ed Ungari il castello fu concessoin feudo a Francesco Orsini sul finire del secolo XIII.Teatro di sanguinose lotte per tutto il Medioevo, pas-sò dopo varie peripezie nelle mani dei Barberini e deiLante della Rovere. Il Castello Orsini di Nerola è, og-gi, un hotel particolarissimo, destinato a chi conser-va il piacere del bello. Tutto questo è stato ottenutograzie all’intervento del gruppo Garofalo che con infi-nita pazienza, in circa un ventennio, ha restaurato edato nuova vita al Castello, che oggi è tornato ad es-sere il cuore del piccolo borgo, in quanto gran partedel personale assunto vive e abita a Nerola.

TToorrrree SSaanntt’’AAnnggeelloo -- TTiivvoollii ((RRoommaa))La costruzione, già trasformata in un Convento deiMonaci Olivetani e poi dimora del Principe Massimo,è stata restaurata e adibita ad Hotel. Vi emerge unatorre campanile sotto cui si apre il portale di ingressoche immetteva nel monastero vero e proprio, abbel-

I beni salvati

Borbona: Convento Sant’Anna

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rante e magari un hotel per accogliere chi partecipaai corsi e gli eventuali altri turisti. Purtroppo siamoun piccolo comune e non abbiamo le risorse per agi-re in proprio; infatti stiamo pensando a forme di spon-sorizzazione ma ben vengano anche ad altri tipi dipartecipazione». Soldi pubblici? «Magari, però sappiamo che la Provincia ha risorsescarse e la Regione… Non abbiamo un peso politicosufficiente per essere ai primi posti della già lunga li-sta di pretendenti». Ecco quindi che l’intervento pub-blico-privato servirebbe non solo a restituire alla col-lettività strutture attualmente inutilizzate ma anche afar si che queste possano diventare un volano per l’e-conomia locale. A quali condizioni? «Ci rendiamo conto», dice Scarpitti, «che bisogne-rebbe cambiare mentalità, poiché oggi siamo abitua-ti a pensare che qualcosa è veramente “pubblico” so-lo quando è nella piena disponibilità dello Stato o delComune, mentre a mio avviso cedere a un impren-ditore privato l’uso di un palazzo storico o di un ca-stello per venti o trent’anni in cambio di un restauroe di un utilizzo economico di quel bene è ugualmen-te nell’interesse della collettività. Che serve infattiavere qualcosa che per mancanza di fondi giace ab-

bandonato, dietro le transenne, mentre grazie a ca-pitali privati può diventare una istituzione culturale,un hotel o un ristorante? Forse qualche mamma nonpotrà portare i propri bambini a giocare nel cortile onel parco di quella villa o castello, magari col peri-colo di ricevere un mattone in testa perché perico-lante, ma con l’aiuto dei privati e una adeguata ri-strutturazione tutta la comunità ne guadagnerebbe ri-sorse per il proprio comune e un rilancio per nume-rose attività locali».Pare di capire dunque che la disponibilità alme-noda parte dell’amministrazione di Borbona, sa-rebbe ampia.«Direi di si», conclude Scarpitti, «e faremmo anchetutto il possibile per accelerare l’iter burocratico, an-che se purtroppo in Italia ci sono tanti e tali vincoli…nel caso del Convento di Sant’Anna, come di altri si-ti storico-architettonici nel nostro comune, mi tremoal pensiero di quanto ci sarà da combattere con la So-printendenza. Tuttavia confidiamo nel potere di con-vinzione di un buon progetto, che da solo può dare aquesto territorio ciò che anni e anni di chiacchiere edi buoni propositi non sono riusciti a fare: frenare l’e-sodo di giovani, che qui hanno ben poche prospetti-ve di lavoro, e re-immettere nel circuito produttivo edeconomico un’ampia porzione del reatino».

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Intervista ad Alberto Scarpitti,responsabile del progetto cultura al Comune di Borbona IL

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lito da un chiostro centrale. È tradizione pres-so tutti gli storici tiburtini delle età passate ri-tenere che il complesso di Sant’Angelo siastato costruito sopra i ruderi della Villa di Ca-tullo, il soave poeta latino, identificata dallatradizione con la costruzione situata lungo lavia di Quintilio Varo, dopo gli archi del viadot-to ferroviario, in località detta La Castagno-la, sulle pendici del Monte Piano. Oriana Checchi, imprenditrice e parte dellafamiglia che ha restaurato l’ex convento edimora patrizia offre la sua esperienza ad al-tri imprenditori interessati ad avviare altri espe-rimenti di recupero e valorizzazione di beniarchitettonici.

VViillllaa SSaavvii -- TTiivvoollii ((RRoommaa))Villa Savi ha ereditato il nome dalla famigliache per un lungo periodo, dal 1946 al 1968,vi ha abitato. Le sue origini risalgono peròagli ultimi anni del XIX secolo, quando un pro-duttore cinematografico, il conte Leonardi,ne commissionò la costruzione. Nel 1901 il conte inaugurò la sua nuova re-sidenza, esternamente in stile liberty, ma ar-

ricchita all’interno da decorazioni di stile pom-peiano, in cui molte raffigurazioni hanno peroggetto la Tivoli antica. Negli anni successi-vi alla morte di Leonardi, la villa fu abitata daun rais in esilio, re Faruk d’Egitto, e ancorada un principe afgano. Solo dopo trentaseianni di solitudine e di abbandono, la villa ri-prende un nome e un’anima: Armonia Innche nasce dalla determinazione di un giova-ne imprenditore, Serafino Caucci, sin da gio-vanissimo al timone della storica azienda in-ternazionale di travertino Estraba Spa. Si de-ve a lui il recupero dell’edificio, che dopo an-ni di ristrutturazioni e restauri minuziosi hatrasformato la ex villa un centro benessereche avrà in concessione l’uso dei locali finoal 2050.

CCoonnvveennttoo ddii SSaanntt’’AAnnnnaa-- BBoorrbboonnaa ((RRiieettii))La ricostruzione attuale risale al 1400 –1600e appartiene alla serie di edifici religiosi i Fran-cescani, partendo da Assisi, costruirono lun-go la direttrice degli Appennini. Nel complesso si possono distinguere trecorpi di fabbrica costruiti e rimaneggiati suc-

cessivamente: chiesa, chiostro e le celle peri religiosi. Nel chiostro sono presenti dipintimurali con scene della vita di San France-sco nelle lunette e cartigli degli apostoli neipennacchi delle volte. Anche al piano supe-riore, ove si svolgeva la vita dei frati sono pre-senti tracce di decorazioni murali, il più pre-gevole è una deposizione databile al 1600.Nel XVIII secolo, ci fu la massima espansio-ne dell’ordine: la ricerca formale divenne piùaccurata; un esempio sono le catene ma-scherate da rivestimenti lignei e i soffitti a cas-settoni dei corridoi che contrastano con lasemplicità delle celle. Il periodo di degrado iniziò con il XVIII seco-lo, a causa di un forte terremoto, accentua-to dal periodo Napoleonico. Nel 1866, in se-guito alla soppressione degli enti ecclesia-stici e alla confisca ed esproprio dei loro be-ni la chiesa e il convento vennero separati.Infatti, mentre la chiesa rimase proprietà del-la diocesi di Rieti, il convento passò prima aldemanio, per diventare proprietà del Comu-ne. Il convento fu scuola, poi carcere man-damentale, ospizio per suore polacche, dinuovo carcere, poi conobbe l’oblio e l’incu-ria. Da qualche anno è iniziato un primo re-stauro, bloccato per mancanza di fondi.

e quelli da salvare

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Ci sono voluti vent’anni ma alla fine Fernanda Garofalo ha salvato il maniero degli Orsini dal definitivo degrado

«La signora Fernanda Garofalo è l’unicavera artefice della rinascita dell’anticomaniero che si erge, dominandolo, sul

borgo di Nerola» afferma, Renata Ponzani, direttri-ce dell’Hotel Castello Orsini, laquale si è prestata volentieri a ri-vestire anche il ruolo di portavo-ce del Gruppo Garofalo. Dunque,è con lei che abbiamo l’opportu-nità di ripercorrere le vicende che,in quasi vent’anni, hanno portatoal definitivo recupero del comples-so monumentale, acquistato in pre-cario stato di conservazione e, og-gi, trasformato in una splendidadimora, luogo di lavoro e fonte disostentamento per un gran nume-ro di famiglie del posto. La fami-glia Garofalo fino agli anni Set-tanta aveva investito quasi esclu-sivamente in cliniche, poi il pae-saggio e la campagna della BassaSabina hanno acceso un nuovo fuo-co. «L’idea dell’hotel le venne pas-sando da Nerola, dove il castello,già abbastanza malmesso, si pre-stava magnificamente a diventareuna elegante dimora, perfettamen-te e naturalmente inserita in uncontesto tanto suggestivo».«Quando cominciarono i restau-ri», ricorda ancora la direttrice,«l’impresa sembrava disperata.Le strutture necessitavano, innan-zitutto, di un deciso consolida-mento, i cui lavori sono durati benotto anni: dal 1975 al 1983. All’i-nizio, i Garofalo hanno dovuto fa-re a meno di chiedere soldi pub-blici per aprire il cantiere a causa delle lentezze bu-rocratiche. Alle loro spalle, c’era già una discretaesperienza di costruzioni, riadattamenti, acquisizio-ni e sapevano bene quello che avevano passato perottenere i permessi necessari. Oltretutto si sonoscontrati con la vera e propria ostilità delle ammi-nistrazioni pubbliche, anche locali».Talvolta le dif-ficoltà che un imprenditore deve affrontare nel dia-logo con la Pubblica amministrazione diventanoquasi insormontabili e allora si deve far ricorso ad

una inaudita determinazione e ferrea volontà. «Le buone intenzioni non sempre bastano», proseguela direttrice dell’Hotel Castello Orsini, «e la signoraFernanda più di una volta ha dovuto fare appello a tut-

ta la sua pazienza, sorretta solo dal-lo sconfinato amore che aveva mes-so in questa sua impresa». La si-gnora Ponzani, a distanza di anni,ancora non si capacita di come al-la fine sia stato possibile arrivareal taglio del nastro, con un castel-lo infine restaurato e con tutte le li-cenze a posto, pronto a diventareun riferimento per l’economia del-l’intera area.Però, qualcosa nel “pubblico” ècambiato e sempre più assessori,sindaci e presidenti si rendonoconto che non è possibile inges-sare l’economia di interi territorimortificando l’iniziativa privataa causa dell’inefficienza ammini-strativa. Renata Ponzani, portavo-ce della signora Fernanda Garo-fano, ma soprattutto sua collabo-ratrice per quasi tutti i vent’annitrascorsi al capezzale del Castel-lo Orsini, ha alcuni consigli da da-re per una proficua collaborazio-ne tra “pubblico” e “privato”, incaso di recupero di beni architet-tonici: «Innanzitutto, è necessa-ria una salda base economica daparte di chi si imbarca in una si-mile impresa; inoltre, è fondamen-tale saper comprendere e interpre-tare, per così dire, l’oggetto delnostro intervento, evitando, nellasua destinazione futura, di snatu-

rarne l’identità». L’esempio che la direttrice fa èproprio il castello, nel cui restauro è stata messa unaestrema cura nei dettagli, anche per quanto riguar-da l’arredo, così da ricreare l’atmosfera del luogoantico e carico di storia. Forse, è stato proprio que-sto, alla fine, ad aver convinto anche i più tenaci av-versari e ad aver permesso la rinascita di un monu-mento che, pur avendo oggi una destinazione com-merciale, è tornato ad essere il cuore pulsante diuna intera comunità.

Un “amore” di castello

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Nerola: il castello, interno

Nerola: il castello, piscina

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Iprimi ostelli per la gioventùsono stati inaugurati in Ger-mania agli inizi del ‘900 e a

distanza di un secolo mantengo-no la loro vocazione: favorire l’ag-gregazione sociale e lo scambioculturale. In Italia l’AIG (Asso-ciazione Italiana Alberghi per lagioventù) fu fondata nel 1945 conlo stesso fine: promuovere il tu-rismo sociale tra i giovani, mi-gliorare la conoscenza reciprocatra i popoli e rafforzare i valoridella convivenza civile. È un’as-sociazione senza fine di lucro chefa parte della IYHF, FederazioneInternazionale degli Ostelli dellaGioventù che, con ramificazioniin vari stati europei, americani easiatici, ha sotto il proprio con-trollo circa 5.000 ostelli nel mon-do. L’AIG conta cinquantamilasoci e circa 100 ostelli sul terri-torio nazionale; nel Lazio ve nesono sei e a Roma uno, l’ostello“Aldo Franco Pessina”, situato nelcomplesso del Foro Italico. È que-sto il più importante della regio-ne con i suoi 334 posti letto e cir-ca 90.000 presenze l’anno (l’85%sono stranieri di cui il 50% pro-venienti dall’Europa, il 35% daAustralia, Giappone, America eCanada) .Negli ultimi mesi l’AIG è stata alcentro di un dibattito molto acce-so sulla minacciata chiusura del-l’unico ostello di Roma. L’avvo-cato Agostino Gessini, presiden-te del comitato regionale dell’AIGLazio, ricostruisce i tasselli del-la vicenda partendo dall’arrivo,nella loro sede, di una comunica-zione da parte della CONI Servi-zi Spa. L’oggetto della missiva erache, con provvedimento del Mi-nistro delle Finanze dell’estate del

2005, i beni patrimoniali del Fo-ro Italico sarebbero stati conces-si in usufrutto trentennale a CO-NI Servizi, compresi quelli con-cessi all’AIG dal Demanio. Ben-ché quella lettera non lasciassepresagire nient’altro che la futu-ra rinuncia all’ostello - tenete con-to che da lì ve ne dovete andare,interpreta Gessini - uno spiragliosembrava essere dato dal fatto chela controparte, con toni più rassi-curanti, lasciava intendere cheavendo sottoscritto un protocollocol Comune e la Regione, l’ostel-lo sarebbe stato collocato in unanuova sede. Da lì gli incontri conil direttore generale di CONI Ser-vizi, Ernesto Albanese, nei qualisi erano create lepremesse per unasoluzione più chesoddisfacente. «Vidaremo un nuovoostello, bello, alcentro di Roma con500 posti letto estanze bi-letto» erastata la contropro-

posta. La prospettiva era allettan-te, vista la condizione in cui ver-sava, e versa tutt’ora, l’ostello;una struttura che, conservando lecaratteristiche architettoniche del-l’epoca fascista, con le camerate,piani divisi per sesso, bagni in co-mune, risulta oramai superata. Quanto prospettato però non si èavverato. «Ci siamo trovati allavigilia della scadenza contrattua-le con una lettera dell’ammini-stratore delegato di CONI Servi-zi che diceva che a ottobre ce nedovevamo andare», dice il presi-dente del comitato AIG. Allo scadere della concessionecon un canone privilegiato, CO-NI Servizi potrebbe chiedere unasomma che l’AIG non sarebbe in

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TIAAA cercasiOstello per la gioventù

Angela Schito

L’ostello di Roma ha 42 anni. Fuconcesso in locazione dall’Ente Gio-ventù Italiana nel 1967, allora pro-prietario dell’immobile, erede del-la Gioventù Italiana del Littorio.Nacque come foresteria, alloggioper ragazzi che svolgevano attivitàsportive all’interno del Foro Itali-

co. L’Ente Gioventù Italiana fu sciol-to nel ‘75 e l’immobile divenne be-ne demaniale. Ci furono varie vi-cissitudini, fino a quando nel 2002si firmò l’ultimo contratto con l’A-genzia per il demanio: una conces-sione di 6 anni che scadrà quindinell’ottobre del 2008.

Piccola storia dell’ostello romano

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alcun modo in grado di sostene-re. Una vera e propria emergen-za, dunque. Ma necessità, comesi dice, fa virtù e la vicenda del-l’ostello di Roma è un esempiodi come, davanti a un out-out, sipuò trovare una via d’uscita alter-nativa, con proget-ti di ampio respi-ro. «A quel puntoci siamo attivati»chiosa Gessini.Dopo una confe-renza stampa nel-la quale è stato de-nunciato il proces-so di alterazionedell’intera area delForo Italico, si èapprodati alla fa-se tecnica, alle proposte e infineai progetti. Sono stati fissati dueobiettivi da raggiungere: conser-vare l’ostello, mantenendone ladestinazione originaria e avviare,in contatto con le istituzioni, unapolitica di rilancio del turismogiovanile a Roma, tramite la rea-lizzazione di ostelli nuovi, più mo-derni, più adeguati ai tempi e an-che più capienti.Roma in questo settore sconta og-gi un certo ritardo rispetto a Lon-dra, che ha sette ostelli con 1330posti letto, o Parigi che ne contacinque con 1250 posti letto e Vien-na che, con i suoi sei ostelli, puòricevere 1200 giovani. Per Gessi-ni, investire sul turismo giovani-le, oggi più che mai, vuol dire in-vestire nel futuro, nello sviluppoeconomico e culturale di un Pae-

se: «I giovani cheviaggiano per l’Eu-ropa e arrivano inostelli carini, maessenziali, in cuiincontrare ragazzidi altre nazioni, incui ci sono punti diaccoglienza, fini-

scono con innamorarsi di quel po-sto». E questo è il miglior modoper “fidelizzare” i turisti di do-mani. Di conseguenza investirenegli ostelli, offrire strutture ac-coglienti a buon prezzo, signifi-ca presentare un ottimo bigliettoda visita ai futuri turisti. Proprioa seguito dell’istituzione di even-ti culturali di successo come “Lanotte bianca”, catalizzatori di unpubblico giovane o, probabilmen-te, più attento all’aspetto socialedel viaggiare, lo sviluppo di strut-ture come gli ostelli, nella città diRoma, potrebbe essere una cartavincente.Ma dietro questo progetto c’è dipiù. «L’ambizione», spiega Ges-sini «è quella di allargare il pro-blema dell’ostello a tutto il ForoItalico e al turismo giovanile di

Roma, del Lazio e poi, perché no,anche dell’Italia». Difatti, graziealla collaborazione con più sog-getti, si sono create le premesseper la realizzazione di un pro-gramma ben più complesso. «Inquesta fase», prosegue Gessini«abbiamo trovato una sponda im-portante con lo IUSM, IstitutoUniversitario di Scienze Motorie,e con Italia Nostra, l’associazio-ne per la tutela del patrimonio sto-rico, artistico e naturale, che stafacendo una battaglia su tutto ilForo Italico». Lo scorso 30 gen-naio infatti l’associazione ha lan-ciato una campagna di sensibiliz-zazione contro la nuova gestionedel CONI che ha già previsto unosconvolgimento delle destinazio-ni d’uso degli spazi del comples-so monumentale - il Bar del Ten-nis è stato già trasformato in cir-colo privato - contribuendo a svi-lirne la natura. Lo IUSM invece ha l’esigenza ditrovare residenze per i ragazzi chevengono a studiare dall’estero. «Èla quarta università di Roma, èmolto vivace e ha molti contatticon università straniere con le qua-li sta avviando uno scambio». Lastruttura del Foro italico, graziealla grande disponibilità di spa-zi, sarebbe ideale sia come resi-denza per studenti, sia come pun-to di ristoro e di studio. Vista la complessità del progettoe la molteplicità degli interessi ingioco, sono stati creati appositigruppi di lavoro, con il supportodi partner accreditati. Ognuno diessi si occupa di un aspetto benpreciso del rilancio del Foro Ita-

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Rilanciare il turismo giovanilesignifica “fidelizzare” i turisti di domani

Il giorno 16 marzo è venuto a man-care Angelo Balletti, imprenditoreche si è distinto nel settore del tu-rismo attraverso la realizzazione diprestigiose iniziative ricettive sen-za far mancare il proprio impegnonell’organizzazione di categoria vi-terbese. Il presidente Giancarlo Mu-

las, ricorda l’amico e il professio-nista unitamente a tutto l’EBTL cheannovera tra i propri iscritti le azien-de dell’imprenditore scomparso.Alla moglie Giuseppina, ai figli Chia-ra e Pierluca e al fratello Paolo, lecondoglianze dell’EBTL e di “Ro-ma e Lazio”

Scomparso Angelo Balletti

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lico. Il primo, dedicato a marke-ting e promozione, elaborerà unastrategia di sviluppo dell’ostellodel Foro Italico e dei futuri ostel-li di Roma. Il secondo gruppo dilavoro si occuperà del profilo ar-chitettonico, ossia dell’interven-to di natura conservativa neces-sario a rimodernare la strutturasfruttandone al meglio gli ampispazi. Il terzo gruppo, infine, sioccuperà di seguire l’iniziativadal punto di vista legale. Questolavoro progettuale dovrebbe chiu-dersi entro giugno. L’obiettivo è trasmettere quantoprima questi contenuti ai rappre-sentanti politici che «in tutto que-sto bailamme», commenta soddi-sfatto Gessini, «hanno espressoil loro favore».

Non resta quindi che attendere glisviluppi di questo progetto che,una volta concluso, potrebbe ave-re positive ricadute anche nel re-sto del Lazio, dove la situazioneè senz’altro diversa. Gli ostelli oggi funzionanti han-no strutture più piccole e opera-no secondo una logica un po’ di-versa. Secondo gli ultimi aggior-namenti, le presenze registrate ne-gli Ostelli del circuito AIG delLazio nel 2007 sono le seguenti:a «Le Fraschette» di Alatri (Fro-sinone) vi sono state 359 presen-ze, al «Villa Franceschini» di Con-tigliano (Rieti): 2990 presenze, al«Marina degli Ulivi» di Sperlon-ga (Latina): 2565 presenze, all’o-stello della Neve «Terminillo” aRieti: 669 presenze; infine al «Pa-

lazzo Ranucci» di Tuscania (Vi-terbo): 878 presenze. Sono cifrelontane da quelle dell’ostello ro-mano e senza quel flusso costan-te proprio degli ostelli di una gros-sa capitale. Ma se è vero, come dice Gessi-ni, che «il frequentatore di ostel-li si sposta da un’ostello all’al-tro, perché questo è il suo costu-me e non soltanto un modo di ri-sparmiare», investire nell’ostel-lo di Roma (o nei futuri ostellidella capitale), migliorandone ilservizio, è un modo per incre-mentare anche lo sviluppo del tu-rismo giovanile dell’intera Re-gione; oggi forse poco appetibi-le perché, come tutti i giovani egli studenti di questo mondo,squattrinato, ma domani…

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Riqualificare l’offerta per il turismo giovanile a Roma e nel Lazio. Le premesse ci sono IL

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La FederazioneItaliana Cuochiil prossimo

novembre celebre-rà a Roma all’hotelSheraton il XXVICongresso naziona-le. Nell’ambito del-l’importante appunta-mento associativo, neigiorni 17 e 18 si terrà l’Ago-rà dei giovani, alla quale parte-ciperanno i giovani chef di etàcompresa tra i 18 e i 30 anni iscrit-ti alla FIC. La manifestazione avrà come te-ma la cucina italiana, ovvero nelcorso di seminari, incontri e ses-sioni pratiche saranno affrontatee chiarite una serie di problema-tiche inerenti l’odierna cucina,

così come si è andatamodificando con ilcambiare delle abi-tudini e dei gustidella clientela. Unaparticolare attenzio-ne sarà inoltre riser-

vato al successo del-le originalità regiona-

li; effetto del rapporto fraattori, prodotti alimentari, co-

noscenze e territorio. L’Agorà èpromosso dal Compartimento gio-vani della Federazione ItalianaCuochi e dal Dipartimento pub-bliche relazioni e formazione conl’eloquente titolo: Agorà dei gio-vani – percorso tecnico formati-vo operativo, a sottolineare il va-lore che si vuole dare all’aspettodella crescita professionale e qua-

litativa dei partecipanti. Infatti sa-ranno presenti i più importantiMaestri, ai quali sarà chiesto diportare non soltanto la propriaesperienza culinaria ma di stimo-lare i giovani a potenziare il pro-prio background formativo. Inparticolare l’incontro – a caratte-re tecnico operativo – fornirà: � informazione concernente il

settore di riferimento, alle sueregole, alle sue tendenze, alleopportunità occupazionali;

� orientamento personale e pro-fessionale ma anche motiva-zionale;

� sviluppo di capacità, conoscen-ze, abilità strumentali e com-petenze che facilitino la possi-bilità d inserimento nel mon-do del lavoro.

Lunedì 17 novembre 2008 I SESSIONE� SSeemmiinnaarriioo ffoorrmmaattiivvoo::OOrree 1144..3300 –– PPaaoolloo CCaallddaannaa ee GGiiaaccoommoo GGiiaannccaasspprroo..Puntare sui giovani cuochi.

� AAttttiivviittàà ooppeerraattiivvaaOOrree 1155..0000 –– LLuucciiaannoo TToonnaaLa cucina Italiana tra tradizione ed innovazioneOOrree 1166..0000 –– MMaarrccoo VVaalllleettttaa La cultura del piatto unico. ( perché il cuoco è unpromotore di salute)OOrree 1177..0000 –– MMaassssiimmoo BBoottttuurraaNuove tendenze.OOrree 1188..0000 –– MMiicchheellee DD’’AAggoossttiinnoo Ristorazione di qualità e cucina povera.

II SESSIONE � SSeemmiinnaarriioo ffoorrmmaattiivvooOOrree 0099..0000 -- AAlleessssaannddrroo CCiirrcciieellllooLa spettacolarizzazione della cucina tra globaliz-zazione e territorialità.� AAttttiivviittàà ooppeerraattiivvaaOOrree 1111..0000 –– UUmmbbeerrttoo VVeezzzzoolliiLa cucina vivace, creativa e di intuizioni golose.

OOrree 1122..0000 –– FFaabbiioo BBaallddaassssaarrrree La tecnologia in cucina tra standardizzazione edifferenziazione

Martedì 18 novembre 2008III SESSIONE � SSeemmiinnaarriioo ffoorrmmaattiivvooOOrree 1155..0000 –– GGuuaallttiieerroo MMaarrcchheessii � Il Maestro si racconta. � L’esperienza di un Cuoco che è diventato

il Cuoco Italiano più famoso del mondo. � Si parlerà del Codice Marchesi

e dello stile Italiano.

� AAttttiivviittàà ooppeerraattiivvaaOOrree 1177..0000 –– DDaavviiddee MMaalliizziiaa Lo zucchero diventa arte.� SSeemmiinnaarriioo ccoonncclluussiivvooOOrree 1188..0000 –– LLuuiiggii CCrreemmoonnaa La critica gastronomica come stimolo per i gio-vani. Interverranno alla tavola rotonda personali-tà dello spettacolo.

Per prenotazioni e maggiori informazioni sono dis-ponibili presso la Federazione Italiana Cuochi ilnumero di telefono: 0022..6666771122116622 e la casella e-mail: ffiicc@@ffiicc..iitt

A novembre l’Agorà dei giovani cuochi

www.cuochilazio.it

Il programma della manifestazione prevede:

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Acavallo col gps nei sentie-ri dell’Altra Romagna, ov-vero: come coniugare il

mezzo di trasporto più antico eallo stesso tempo più ecologica-mente compatibile, con la tecno-logia più moderna legata ai satel-liti. Si tratta del progetto dellaGrande Ippovia dell’Alta Roma-gna, messo a punto da un gruppodi ragazzi nato ai tempi della neweconomy: “e-xtrategy srl - inter-net way”. Un modello da prende-re ad esempio anche per i tantipercorsi laziali già oggi esistentiper il pubblico che ama l’equita-zione, i quali però, non sono an-cora messi “in rete” in modo daoffrire servizi garantiti e standardin ogni tappa. Attraverso il progetto dell’AltaRomagna che si inserisce in quel-lo complessivo del progetto di co-

operazione inter-territoriale “Lagrande ippovia dell’Appennino”,il cavaliere avrà sul suo palmare,o su uno appositamente preso inaffitto all’inizio del percorso, tut-te le informazioni necessarie suipunti di interesse del territorio:dal punto di vista enogastronomi-co, storico culturale e ambienta-le da percorrere a cavallo, in pie-na simbiosi con la natura. Otto le tratte selezionate nelle pro-vince di Forlì-Cesena, Ravenna,Rimini che attraversano le zonepiù interne e quelle della costa,diciassette i punti di sosta del cir-cuito dove far riposare il cavalloe allo stesso tempo riconciliarsi,a tavola, con il mondo tra un an-tipasto a base di salumi e ravig-giolo e meravigliosi ravioli al su-go di anatra, innaffiati da un bic-chiere di San Giovese. Impressio-

ni, giudizi e proposte, sul percor-so, poi, ognuno potrà inviarle at-traverso il web site e metterle adisposizione della comunità. Die-tro al progetto Ippovia, c’è la re-gia di Fausto Faggioli, ex mana-ger di una importante azienda te-desca, “contadino” per scelta cheda queste parti è diventato con lesue fattorie il centro propulsoredi qualsiasi attività di marketingterritoriale. Faggioli ha scelto ven-t’anni fa di “staccare la spina” edi tornare a vivere la vita, quellavera, in mezzo agli alberi dellasua terra, la Val Bidente, tra Ce-sena e Forlì, nell’Appennino to-sco – romagnolo, con la determi-nazione di rilanciarla come areaa vocazione turistica, accanto al-le ben note localitàdella costa come Ce-senatico o Rimini.Una scelta coraggio-sa quando, negli an-ni ‘80 – ‘90, la ten-denza prevalente eraquella di abbandonar-la la campagna per la-vorare nel terziario incittà. Ma pietra dopopietra Fausto, senzamai scoraggiarsi, fie-ramente sostenuto dalla moglieMila e poi dalle due figlie, Fran-cesca e Federica, ha creato le fat-torie Faggioli a Borgo Basino, inVal Bidente sulle fondamenta diun antico castello e a Ca’Man-drioli nel cuore del Parco Nazio-nale delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e Campiglia(www.fattoriefaggioli.it). Rico-nosciute oggi dall’Unione Euro-pea come modello per il settore,le fattorie propongono uno stiledi vita che al primo posto mettesempre il rispetto dell’ambiente.Un turismo che non sarebbe dif-ficile far attecchire anche nellanostra regione, ricca di parchi epercorsi interessanti dal punto divista naturalistico ma anche sto-rico-archeologico.

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Francesca Cusumano

Un circuito con punti di sosta e di ristoro in cui gustareprodotti tipici in simbiosi con la natura

A cavallo col gps

Turismo open air:dalla Romagna una iniziativa da imitare

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Il decreto del 29 marzo 2008prevede che tutti i soggettipubblici, prima di effettuare

a qualsiasi titolo un pagamentodi importo superiore ai diecimi-la euro, devono accertarsi trami-te una richiesta di verifica al si-stema informativo Equitalia Ser-vizi Spa, che non esista un ina-dempimento a carico del benefi-ciario. Il creditore che risulti ina-dempiente su cartelle di pagamen-to riferite a imposte e tasse, maanche a qualsiasi altra tipologiadi entrata (come contributi previ-denziali e assistenziali o multestradali) si vedrà bloccato o so-speso il pagamento fino alla ri-duzione del debito. Ebbene taleprovvedimento ha suscitato le pro-teste degli imprenditori turisticiche, attraverso la presidente diFiavet Lazio, Cinzia Renzi, han-no fatto sapere che «si tratta di unprovvedimento inaccettabile, che

va a penalizzare ingiustamentetutte le imprese che fornisconoservizi turistici alla pubblica am-ministrazione, introducendo si-stemi di verifica oltretutto discu-tibili sotto il profilo tecnico» Sem-pre secondo la rappresentante del-la Fiavet uno dei settori più col-piti dal decreto sarà il turismo sco-lastico, vessato proprio nel perio-do più proficuo per i viaggi diistruzione, mentre per i debiti chegli enti pubblici hanno con le agen-zie di viaggi, saldati con ritardifino a due anni nei pagamenti,non esiste nessuna normativa agaranzia delle aziende turistiche.Sulla stessa lunghezza d’onda an-che Confindustria Assotravel, ilcui presidente Andrea Giannetti,ribadisce che «La rilevanza dellaquestione e dell’impatto negati-vo che ne potrebbe derivare sul-l’intero sistema delle imprese tu-ristiche e non turistiche è enor-

me». Confindustria, è già inter-venuta anche per Assotravel chie-dendo una revisione complessivadi natura legislativa dell’interanormativa. Secondo Riannetti in-fatti è evidente che la misura delblocco dei pagamenti, senza ade-guati correttivi, può determinareconseguenze negative sulla stes-sa gestione finanziaria delle im-prese. «Sarebbe troppo lungo ci-tare tutti gli ulteriori aspetti ne-gativi del provvedimento», pro-segue il presidente di Assotravel,«ma vorrei ricordare che in alcu-ne regioni le nostre aziende giàprestano una fideiussione proprioper le eventuali inadempienze am-ministrative e l’assoluta necessi-tà di informazione immediata alsoggetto beneficiario del rischiodi sospensione dei pagamenti el’indicazione analitica delle car-telle per le quali esso risulta ina-dempiente».Ma Cinzia Renzi, è ancor più cri-tica, avanzando dubbi circa le mo-dalità di verifica delle cartelle dipagamento delle imprese tramiteil sistema informativo Equitalia.«Ci stupisce che il Garante nonabbia riscontrato violazioni ri-guardanti la tutela della privacydelle aziende», dice ancora la por-tavoce della Fiavet, secondo laquale inoltre «la normativa è la-cunosa riguardo a possibili erro-ri di valutazione, legati ad esem-pio all’invio delle cosiddette “car-telle pazze” ai contribuenti, e in-clude situazioni di pagamento dalprimo gennaio del 2000 che com-prendono anche contestazioni ca-dute in prescrizione per legge. LaFiavet Lazio chiederà con forzala revisione della normativa»

Blocco dei pagamenti della P.A., fioccano le proteste

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Filippo Gentile

«Decreto assurdo che penalizzaingiustamente le imprese turistiche»

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La cottura è un momento de-licato e fondamentale. Nel-la cucina classica gli chef

quasi distillavano gli umori deicibi con cotture lunghissime edestenuanti e le salse non erano al-tro che un concentrato di sapori.Le cotture erano molto lunghe an-che per ragioni igieniche, ma so-prattutto perché la filosofia do-minante era che l’arte culinariaconsistesse in una ri-creazione de-gli ingredienti, che dovevano ri-sultare irriconoscibili sia nell’a-spetto che nel sapore. Non perniente il grande cuoco era soprat-tutto un grande “Saucier”, un ma-go dei condimenti, ovvero dei na-scondimenti. Nella mia cucina lacottura perde questo ruolo cen-trale per far posto ad altri elemen-ti, primo tra tutti la personalitàdegli ingredienti. Senza buoni pro-dotti non c’è buona cucina. I pro-dotti devono essere coltivati o al-levati nella maniera giusta, pre-parati secondo le tecniche più ac-curate e nel rispetto della salutee dell’ambiente. La cottura dun-que non deve essere eccessiva;

non deve trasformare ma rispet-tare, non distruggere il sapore pri-mario ma metterlo in rilievo. Iltartufo, per esempio - anche quel-lo nero -, non va cotto ma soloscaldato in modo che possa espri-mere tutto il suo sapore e aroma.I vegetali si possono mangiarecrudi, perciò ci si limiterà a scot-tarli. È quasi un insulto far cuo-cere per ore una zuppa o un mi-nestrone; un buon brodo bollen-te versato sulle verdure tagliate acubetti regolari basta per fareun’ottima zuppa. Nella bollituraun piccolo segreto è non usare ac-qua semplice, che assorbe il gu-sto degli ingredienti rendendolipiù sciocchi, ma brodi leggeri, avolte con aggiunta di vitamina Cper mantenere i colori, che arric-chiscono e rinforzano i sapori. Ilbrodo è ottenuto facendo sobbol-lire verdure o lische di pesce permezz’ora al massimo. Quanto al-la cottura a vapore, a mio parare,è una fortuna che non abbia avu-to successo dato che non ha sa-pore e “nerbo”. Mi piace inveceil vapore affumicato che aroma-

tizza delicatamente gli ingredien-ti. Il fusto del rosmarino ad esem-pio dà risultati sorprendenti conil branzino, i riccioli di legno dipero bagnati con aceto di mele re-galano finezza al tonno fresco, illegno di abete pennellato con ilmiele di Corbezzolo è ecceziona-le con l’agnello.Anche il taglio ha un ruolo fon-damentale nella fase precedentealla cottura, condizionandone itempi e i modi. Un ingrediente ri-dotto a piccoli pezzi o a fettinesottili ha bisogno di minor tem-po per cuocere e sopratutto la cot-tura che ne risulta è più uniformee fresca. In questo la cucina giap-ponese è una grande maestra. An-che per quanto riguarda il pescela cottura deve essere rapida, pe-na la disidratazione che asciugala polpa e toglie fragranza. Lostesso vale per la carne che deveessere scottata velocemente inmodo da formare una crosticinaall’esterno e conservare i liquidiall’interno e per ottenere questorisultato l’utensile migliore è lapadella di ferro. Insomma: la cot-tura è l’arte di usare il calore peresaltare i sapori e non per man-darli in fumo.

(lo chef Alessandro Circiello è nellagiunta dell’Unione Regionale CuochiLazio -Federazione Italiana Cuochi)www.alessandrocirciello.com

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Alessandro Circiello

L’arte di usare il calore per esaltare il sapore e non per…mandarlo in fumo

ESECUZIONE

PPeerr ll’’iinnssaallaattiinnaa:: dissalare in bac-calà in acqua corrente, cuocerloavvolto in carta pellicola per ali-

menti con olio, e olive nere, in ac-qua calda senza far raggiungerel’ebollizione 50 minuti, in questomodo con la cottura a bassa tem-

peratura otteniamo un prodottomorbido e gustoso.PPeerr ll’’eemmuullssiioonnee:: emulsionare in uncontenitore con l’aiuto di una fru-sta o frullatore ad immersione tut-ti gli ingredienti. CCoommppoossiizziioonnee:: disporre sulla ba-se del piatto l’insalatina, i finocchitagliati finemente, ultimare con ilbaccalà cotto con le olive, aggiun-gere gli spicchi di arance pelate avivo senza pelle e l’emulsione.

Insalatina di baccalà finocchi e aranceINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

Per l’insalatina: Baccalà g. 300Finocchi n°2Olive Gaeta g. 50Insalata lollo g. 100

Arance tarocco n°2Olio extra vergine d’oliva q.b.

Per l’emulsione: Arancia n°1Aneto q.b.Olio extra vergine di oliva q.b.Sale q.b.

I segreti della buona cottura

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Federalberghi di Roma colla-bora da diverso tempo con laOnlus Soggiorno Sereno San-

dro Gabbani, associazione benefi-ca che si occupa di trovare vitto ealloggio ai parenti delle personeche devono recarsi per motivi disalute negli ospedali romani. Unacollaborazione che fino ad oggi haconsentito a circa 5.000 malati eloro familiari di soggiornare gra-tuitamente negli hotel della capi-tale, usufruire di colazioni, pasti epacket lunch e di spostarsi dai luo-ghi di residenza al luogo di cura.Il 12 maggio Federalberghi ha ul-teriormente stretto il suo legamecon la Onlus – presieduta da Mas-simo Bettola - organizzando unaserata di gala alla Galleria di ArteModerna della Capitale per racco-gliere fondi da destinare alla co-struzione all’interno del Diparti-mento di Ematologia del Policlini-co Umberto I di una struttura di«Trial Office», grazie alla quale unpiù ampio numero di pazienti po-trà usufruire di farmaci e schemiterapeutici innovativi. Alla manifestazione hanno presoparte il neo sindaco di Roma, Gian-ni Alemanno, e numerosi esponen-ti del turismo romano e laziale, trai quali l’assessore regionale Clau-dio Mancini, il nuovo assessore alturismo della Provincia, Grazia Pre-stipino, il presidente di Confcom-mercio Roma e Lazio Cesare Pam-bianchi; il presidente di Civita,Gianfranco Imperatori, il presiden-te di Fiavet Lazio, Cinzia Renzi eCirstina Aru dell’Ega Congressi,il cui impegno solidale è stato spie-gato con una battuta dal presiden-te di Federalberghi Roma Giusep-pe Roscioli, secondo il quale glialbergatori romani e il mondo del

turismo «cercano di dare a chi habisogno quello che sanno fare me-glio: ospitalità».La serata, condotta dalla vedettetelevisiva Paola Saluzzi, è iniziatacon una ottima cena allestita dallaorganizzazione del Caffè delle Ar-ti, seguita dalla estrazione di unaserie di premi offerti da alcuni spon-sor di gran nome. Gli intermezzimusicali sono stati curati da Mat-teo Sesti - star del musical “NotreDame de Paris” di Riccardo Coc-ciante, che ha fatto vibrare gli ani-mi con la sua potente voce e lestruggenti melodie. Il gala ha fatto anche da cornice al-la prima edizione del premio «Ospi-talità Romana», assegnato dal sin-daco Alemanno al precedente vi-cesindaco e assessore al turismodel Comune di Roma, Maria PiaGaravaglia, come riconoscimentoper il lavoro svolto in favore del tu-rismo romano. Alemanno ha ap-profittato di questo suo primo in-contro con il mondo del turismocapitolino per assicurare circa l’in-teresse della suaamministrazioneper un settore chesi è rivelato essereuno dei cardini del-l’economia cittadi-na. Ai problemi delturismo romano lanuova amministra-zione intende, sem-pre secondo il neo-sindaco, dedicareparticolare atten-zione impegnandosi nella lotta con-tro il degrado urbano, e per la si-curezza e la vivibilità cittadina.Inoltre sarà incrementata la colla-borazione con l’imprenditoria pri-vata, spronando il settore pubbli-

co a fare sempre più e sempre me-glio per una città ricca di iniziati-ve e accogliente.Al termine il ricavato della serata,messo assieme anche grazie allavendita all’asta di tre maglie dellaRoma autografate da FrancescoTotti e Christian Panucci, ulterior-mente incrementato dal contribu-to di 55 mila euro messo a dispo-sizione da Federalberghi, è stato

consegnato al pro-fessor Roberto Foà,direttore della Di-visione di Emato-logia dell’Univer-sità “La Sapienza”

di Roma, il quale ha dichiarato chela realizzazione di una struttura diTrial Office metterà il PoliclinicoUmberto I ancor più all’avanguar-dia nell’offerta terapeutica ai pa-zienti ematologici di tutte le età.

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Raccolti i fondi per una struttura “Trial Office” all’Umberto I di Roma

Gala benefico di Federalberghi

Filippo Gentile

Durante il galaconsegnato il premio “OspitalitàRomana” all’ex vicesindacoMaria Pia Garavaglia

Luca Biscarini mentre consegna il premio Ospitalità Romana all’ex Vice SindacoMaria Pia Garavaglia.Alle spalle il presidentedi FederalberghiGiuseppe Roscioli

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Palazzo Braschi, situato trapiazza Navona e Campo deiFiori fu commissionato al-

l’architetto Cosimo Morelli co-me residenza di Luigi BraschiOnesti, nipote di Pio VI, divenu-to papa nel 1775. L’edificio fu co-struito sull’area dove sorgeva ilquattrocentesco palazzo di Fran-cesco Orsini, prefetto di Roma.Demolito Palazzo Orsini nel 1791,i lavori per il nuovo edificio ini-ziarono l’anno successivo. Nel1804 era compiuto lo scalone mo-numentale e forse anche la cap-pella del primo piano, attribuitaa Giuseppe Valadier (1762-1839).I problemi economici del ducaLuigi Braschi Onesti non permi-sero il completamento del palaz-zo ancora incompiuto nel 1816,momento della sua morte. Ven-duto dai suoi eredi nel 1871 alloStato Italiano, l’edificio fu desti-nato a sede del Ministero dell’In-terno e, in seguito, di varie istitu-zioni fasciste. Dopo la guerra vialloggiarono, fino al 1949, tre-cento famiglie di sfollati. Gravidanni furono provocati agli affre-schi e ai pavimenti dai fuochi chevi venivano accesi; numerose fu-rono le distruzioni e le ruberie.Dal 1952 è la sede del Museo diRoma ma solo nel 1990 la pro-prietà del Palazzo è passata dal-lo Stato al Comune di Roma. Nel1987 è stato chiuso per lavori edopo complessi lavori di restau-ro e ristrutturazione è stato par-zialmente riaperto al pubblico nel2002. La riapertura definitiva èprevista per il 2010.Nel corso degli anni il museo haavviato un processo di arricchi-mento e valorizzazione delle col-lezioni accompagnate da una ric-

ca promozione di mostre tempo-ranee. Oggi qui si conservano daidipinti ai disegni, dalle sculturealle incisioni e fotografie fino adarrivare agli affreschi che rappre-sentano la storia e le attività arti-stiche a Roma dal Medioevo agliinizi del Novecento. Interessante è la collezione di di-pinti che, accanto ad opere di al-ta qualità come le tele di AndreaSacchi, Pier Leone Grezzi o Mar-co Benefial, raccoglie dipinti digrande valore documentario, rea-lizzati tra il ‘500 e il ‘700, per ce-lebrare cerimonie ed avvenimen-ti civili e religiosi. Di grande va-lore è la raccolta del Gabinetto

Comunale delle Stampe compo-sta da disegni ed acquerelli, stam-pe, incisioni e libri antichi che te-stimoniano la storia e l’evoluzio-ne dell’arte grafica e delle suetecniche dal XVI al XIX secolo.Le opere rivestono prevalente-mente un carattere iconograficoe documentario relativo alla to-pografia ed alla storia della città.La collezione di rare fotografieantiche dell’Archivio Fotografi-co Comunale si pone in continui-tà con la collezione grafica for-nendo un quadro completo dellaproduzione fotografica romanadell’800 e della prima metà del‘900.

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Pagine realizzate incollaborazione con:

Palazzo Braschi, il museo di Roma

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Nato come residenza patrizia oggi illustra la storia e le attivitàartistiche dell’Urbe, dal Medioevo al Novecento

Un patrimonio di immagini mai vi-sto prima. Non semplici foto madi stralci di vita che hanno fatto lastoria d’Italia.Infatti dopo anni dilavoro da parte dell’Archivio Foto-grafico dell’Ufficio Stampa del Co-mune di Roma, le sale del MMuusseeooddii RRoommaa Palazzo Braschi, ospita-no fino al 13 luglio la mostra ““VViittaaiinn ccoommuunnee 11993300--22000077.. FFoottooggrraa--ffiiee ddii RRoommaa ddaaggllii AArrcchhiivvii ddeell CCaamm--ppiiddoogglliioo”” 200 foto tra le 500.000che raccontano la storia della Ca-pitale d’Italia dal 1930 ad oggi, of-frendo un appassionante viaggioall’interno dell’anima della città. Apartire dal primo fotografo ufficia-le del Campidoglio, Ottavio D’A-gostini, grandi professionisti si so-

no alternati per immortalare i cam-biamenti che Roma ha vissuto inquesti ottant’anni. La mostra, pro-mossa dalla Sovraintendenza aiBeni Culturali del Comune di Ro-ma, ideata e curata da Ilaria Ca-pitani – Responsabile dell’UfficioStampa del Comune di Roma conla precedente Amministrazione –e Paola Bellecca – Responsabiledell’Archivio fotografico dell’Uffi-cio Stampa del Comune – con lacollaborazione di Federica Piranie Anita Margiotta, sintetizza il cam-biamento della città attraverso ma-nifestazioni e avvenimenti che te-stimoniano il suo carattere origi-nale e autentico. L’organizzazio-ne è a cura di Zètema Progetto

La Capitale d’Italia in 200 fotoIn mostra fino a luglio gli scatti dei più grandifotografi che documentano la vita della cittàdal 1930 a oggi

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da viveremostre, musica, teatro, eventi

roma&lazio

MACRO Future9 Maggio - 31 Agosto 2008Sean ScullyMACRO presenta, presso la sededi MACRO FUTURE, una sele-zione di dipinti e disegni dell’ar-tista irlandese, una mostra realiz-zata in collaborazione con la Fon-dazione Joan Mirò di Barcellona

e il Museo d’Arte Moderna diSaint Étienne. www.macro.roma.museum

MACRO29 Maggio 2008 - 1 Febbraio 2009Ernesto NetoErnesto Neto (Rio de Janeiro,

1964), è uno degli artisti brasilia-ni più rappresentativi della scenaartistica contemporanea. www.macro.roma.museum

MACRO29 Maggio - 31 Agosto 2008Paolo ChiaseraDopo le personali del 2007, The

Tupacproject presso LAF - Lime-house Arts Foundation - di Lon-dra e The Trilogy presso SmithStewart Gallery di New York, MA-CRO presenta alcuni lavori inedi-

ti tra sculture e video dell’artistabolognese nato nel 1978. www.ma-cro.roma.museum

Cultura. La mostra è suddivisa inttrree sseezziioonnii tteemmaattiicchhee:: Paesaggiourbano con le immagini che rac-contano le trasformazioni dellaCapitale, dal centro alla periferia,i mutamenti urbanistici, architet-tonici, paesaggistici ed anche leprofonde trasformazioni sociali;Vita sociale con una coinvolgente sele-zione fotografica dedicata ai grandi even-ti, alle feste, ma anche ai momenti più tri-sti che hanno coinvolto la collettività ro-mana; infine Visite e cerimonie che com-prende i vari ritratti dei Sindaci, gli ospitiistituzionali e di spettacolo ricevuti in Cam-pidoglio e le cerimonie ufficiali, molte del-le quali di respiro internazionale L’espo-sizione è completata da un ffiillmmaattoo cheracconta i fatti più recenti attraverso leimmagini dell’archivio digitale che da 5anni ha sostituito quello cartaceo, tuttoaccompagnato da musiche ideate perl’occasione con strumenti della tradizio-ne musicale mediterranea. Un percorsoche permette al visitatore di ““vviiaaggggiiaarree aatt--ttrraavveerrssoo iill tteemmppoo”” passando dalle imma-

gini in bianco e nero fino ad arrivare agliscatti a colori dei nostri giorni. Un excur-sus storico-emozionale che dà la possi-bilità di esplorare il passato e il presentedella città attraverso le immagini della Bi-blioteca di via del Governo Vecchio, pas-sando per la firma dei trattati di Roma del1957 e le grandi notti al Piper fino ad ar-rivare all’inaugurazione dell’Auditorium –nell’aprile del 2002 – e alle diverse edi-zioni della Notte Bianca. Le vecchie pe-riferie, i parchi, le ville, i grandi eventi e lescene di vita di tutti i giorni hanno vistoprotagonisti non solo i tanti Sindaci di Ro-ma ma anche grandi personalità comeGiovanni Paolo II e Yasser Arafat, J. F.Kennedy e Indira Ghandi senza dimenti-care grandi personaggi dello spettacolo

come Eduardo De Filippo, Liza Mannel-li e l’indimenticabile Alberto Sordi, sinda-co di Roma per un giorno. Convivenzatra antico e moderno, tra grandi eventi evita quotidiana. Mescolanza di ciò cheRoma è stata e che, grazie proprio al suovissuto, sarà. Un mostra, dunque, che permette di ri-vivere emozioni che col tempo sono for-se un po’ sbiadite e che genera contem-poraneamente un forte senso di appar-tenenza per una città che inventa, intra-prende grandi progetti e che sogna masempre con i piedi per terra. Ed è proprioquesta la sua forza. Una mostra da nonperdere dove il razionale degli scatti in-globa in sé l’emozionale del vissuto inun’unica vita, quella iinn CCoommuunnee..

Vita in Comune. 1930 – 2007Fotografie di Roma dagli Archivi dell’UfficioStampa del Campidoglio

Luogo: Roma, Museo di Roma PalazzoBraschi, P.zza S. Pantaleo 10

Apertura al pubblico:22 aprile-13 luglio 2008

Orari: martedì - domenica ore 9.00 - 19.00 (la biglietteria chiude mezz’ora prima) Chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio

Info: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 22.30)

Web: www.museodiroma.it; www.museiincomuneroma.it; www.zetema.it

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1. Disciplina del responsabiledel procedimento nello “Statu-to dei diritti del contribuente”e nella legge n. 241 del 1990L’art. 7, c. 2, L. n. 212/2000 (Sta-tuto dei diritti del contribuente)prevede che “Gli atti dell’ammi-nistrazione finanziaria e dei con-cessionari della riscossione devo-no tassativamente indicare: l’uffi-cio presso il quale è possibile ot-tenere informazioni complete inmerito all’atto notificato o comu-nicato e il responsabile del proce-dimento”. Con la disposizione inesame, il legislatore ha introdottonella materia tributaria una disci-plina conforme ai principi gene-rali espressi nella legge n. 241/1990,in materia di procedimento ammi-nistrativo e di diritto di accesso aidocumenti amministrativi.

2. Conseguenze della mancatadesignazione del responsabiledel procedimentoL’art. 5, co. 1, L. 241/1990 pre-vede che “Il dirigente di ciascu-na unità organizzativa provvedead assegnare a sé o ad altro dipen-dente addetto all’unità la respon-sabilità dell’istruttoria e di ognialtro adempimento inerente il sin-golo procedimento nonché, even-tualmente, dell’adozione del prov-vedimento finale”. Il successivo co. 3, con disposizio-ne non applicabile al procedimen-to tributario, prevede che l’unità or-ganizzativa competente ed il nomi-nativo del responsabile del proce-dimento sono comunicati ai sogget-ti interessati in sede di comunica-zione dell’avvio del procedimento.

Il co. 2 dell’ art. 5 dispone che“fino a quando non sia effettuatala designazione di cui al comma1, è considerato responsabile delprocedimento il funzionario pre-posto all’unità organizzativa” com-petente per il procedimento. Conciò il legislatore ha introdotto un’i-dentificazione ex lege del respon-sabile del procedimento, indivi-duandolo nel funzionario prepo-sto alla struttura organizzativacompetente, dettando così una re-gola “suppletiva” volta a consen-tire in ogni caso il corretto svol-gimento del procedimento. An-che se la disposizione detta espres-samente la regola suppletiva “fi-no a quando non sia effettuata ladesignazione”, la giurisprudenzaamministrativa (di seguito analiz-zata) è ormai consolidata nel ri-conoscere che l’identificazioneex lege del responsabile vale sianei casi di mancata designazionedel responsabile, sia nei casi dimancata comunicazione ai sog-getti interessati. Ciò significa, per-tanto, che ove il responsabile delprocedimento non sia stato nomi-nativamente individuato negli at-ti notificati o comunicati ai desti-natari, per il cittadino/contribuen-te deve intendersi tale il soggettopreposto all’unità organizzativacompetente per il procedimento,desumibile, in ogni caso, dalle al-tre indicazioni (es., la sottoscri-zione) che l’atto deve contenere.

3. Conseguenze della mancataindicazione del responsabile delprocedimentoI TAR, il Consiglio di Stato e la

Corte di Cassazione si sono espres-si nel senso che la mancata indi-cazione del responsabile del pro-cedimento non si configura co-me vizio invalidante dell’atto; “lamancata comunicazione del no-minativo del responsabile del pro-cedimento al soggetto interessa-to rappresenta una mera irregola-rità, insuscettibile di determina-re l’illegittimità dell’atto, alla qua-le peraltro è possibile supplireconsiderando responsabile delprocedimento il funzionario pre-posto all’unità organizzativa com-petente” (TAR Lazio, n. 6998 del26 luglio 2007; in senso confor-me, TAR Campania, n. 6137 del13 giugno 2007; Consiglio di Sta-to n. 974 del 1° marzo 2006; Cass.n. 22197 del 24 novembre 2004.Per la giurisprudenza di legittimi-tà, si veda, ex plurimis in tema dimancata indicazione del respon-sabile del procedimento con rife-rimento particolare al verbale diaccertamento delle infrazioni alcodice della strada, Cass., sez. I,n. 9263 del 25 giugno 2002).

4. L’ordinanza della Corte Co-stituzionale n. 377 del 2007 e re-lativi effettiCon ordinanza n. 377 del 9 no-vembre 2007, la Corte Costitu-zionale ha dichiarato la manife-sta infondatezza della questionedi legittimità costituzionale delcitato art. 7, c. 2, della L. n.212/2000, sollevata dalla Com-missione tributaria regionale diVenezia in una controversia aven-te ad oggetto una cartella di pa-gamento, emessa a seguito di iscri-

Identificato ex legeil responsabile del procedimento

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Maurizio Fantaccione (dottore commercialista)

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zione a ruolo da parte di un Co-mune, nei confronti della quale ilcontribuente lamentava la viola-zione del predetto art. 7, in quan-to la cartella di pagamento nonconteneva l’indicazione del re-sponsabile del procedimento.Il giudice remittente ha sollevatola questione di legittimità costi-tuzionale sul presupposto che dis-posizioni come quella censurata“si attagliano bene all’attività pro-cedimentale che gli uffici dellapubblica amministrazione in sen-so proprio sono tenuti a svolgereal fine di emettere un provvedi-mento destinato ad incidere nel-la sfera giuridica del destinatario,mentre, al contrario, l’attività svol-ta dai concessionari della riscos-sione al fine di formare la cartel-la non pare configurabile comeun vero e proprio procedimento(tali attività, invero, non sono aper-te alla partecipazione; non si met-tono a confronto interessi pubbli-ci fra loro, e con quelli privati dicui sono portatori i contribuenti;non vi è alcun margine di apprez-zamento da parte degli uffici, etc.)”e che quindi sarebbe eccessivo epoco utile addossare agli agentidella riscossione obblighi che ap-paiono “fini a se stessi, anche con-siderato che sulle cartelle figural’avvertenza che si possono chie-dere informazioni sul contenutodella cartella stessa”.La Corte Costituzionale, con lacitata ordinanza n. 377 del 2007,ha dichiarato la manifesta infon-datezza della questione di legitti-mità costituzionale sul presuppo-sto che “L’obbligo imposto ai con-cessionari di indicare nelle car-telle di pagamento il responsabi-le del procedimento, lungi dal-l’essere un inutile adempimento,ha lo scopo di assicurare la tra-sparenza dell’attività amministra-tiva, la piena informazione del cit-tadino (anche ai fini di eventualiazioni nei confronti del respon-sabile) e la garanzia del diritto didifesa, che sono altrettanti aspet-

ti del buon andamento e dell’im-parzialità della pubblica ammini-strazione predicati dall’art. 97,primo comma”.

5. Ruoli consegnati agli agentidella riscossione a decorreredall’1 giugno 2008L’art. 36, co. 4-ter, del D.L. 31 di-cembre 2007, n. 248, recante “Pro-roga di termini previsti da dispo-sizioni legislative e disposizioniurgenti in materia finanziaria”,convertito, con modificazioni, dal-la L. 28 febbraio 2008, n. 31, dis-pone che: “La cartella di pagamen-to di cui all’articolo 25 del decre-to del Presidente della Repubbli-ca 29 settembre 1973, n. 602, esuccessive modificazioni, contie-ne, altresì, a pena di nullità, l’in-dicazione del responsabile del pro-cedimento di iscrizione a ruolo edi quello di emissione e di notifi-cazione della stessa cartella.Le disposizioni di cui al periodoprecedente si applicano ai ruoliconsegnati agli agenti della ri-scossione a decorrere dal 1° giu-gno 2008; la mancata indicazio-ne dei responsabili dei procedi-menti nelle cartelle di pagamen-to relative a ruoli consegnati pri-ma di tale data non è causa di nul-lità delle stesse”.Per effetto di tale disposizione, lecartelle di pagamento relative airuoli consegnati dal 1° giugno2008 devono contenere, a pena dinullità, l’indicazione dei respon-sabili dei procedimenti di iscri-zione a ruolo (ente creditore) non-ché di emissione e notificazionedella medesima cartella di paga-mento (agente della riscossione).La disposizione in esame, quindi,si applica solo alle cartelle con lequali viene richiesto il pagamen-to di somme iscritte in ruoli con-segnati a partire dal 1° giugno 2008.

6. Gestione delle controversiependentiPer le controversie concernenti lamancata indicazione del respon-

sabile del procedimento di emis-sione e notificazione della cartel-la di pagamento nelle quali siastato chiamato in causa l’ufficiodell’Agenzia delle entrate che haiscritto a ruolo le somme conte-nute nella cartella di pagamentooggetto di impugnazione, l’uffi-cio dovrà eccepire in via pregiu-diziale l’imputabilità di tale vizioall’agente della riscossione.Nell’eventualità che l’agente del-la riscossione non sia stato evo-cato in giudizio dal ricorrente, lostesso agente va chiamato in cau-sa da parte dell’ufficio.Al riguardo si ricorda che la Cor-te di Cassazione ha affermato chela chiamata di terzi nel processotributario può essere effettuata dalresistente con l’atto di costituzio-ne in giudizio, a pena di decaden-za, entro il termine di sessanta gior-ni dalla notifica del ricorso (Cass.,sez. trib., n. 24563 del 26 novem-bre 2007; n. 16119 del 20 luglio2007; n. 7329 del 13 maggio 2003;Circ. n. 98/E del 23 aprile 1996, acommento dell’articolo 23 delD.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546).Sulla scorta di quanto già eviden-ziato, va inoltre rilevato che l’in-dicazione del responsabile del pro-cedimento nella cartella di paga-mento contenuta nell’art. 7, co.2, lett. a), dello Statuto dei dirit-ti del contribuente non era previ-sta a pena di nullità, non essen-doci – prima dell’entrata in vigo-re del citato art. 36, co. 4-ter, delD.L. n. 248 del 2007 – alcuna dis-posizione che sanzionasse l’omes-sa o incompleta indicazione delresponsabile stesso.Per le questioni controverse ri-guardanti l’omessa indicazionedel responsabile del procedimen-to in atti amministrativi diversidalla cartella di pagamento, gliuffici rileveranno che detta omis-sione costituisce un vizio non in-validante e che la mancata indi-cazione del responsabile non de-termina la nullità né l’annullabi-lità dell’atto.

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Agenzia delle Entrate. Circolare n. 16/E del 6 marzo 2008 in materia di “Cartelle Mute” IL

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In via generale, deve essere sot-tolineato, con riguardo ad even-tuali atti privi dell’indicazionedel responsabile del procedimen-to, come l’art. 7, co. 2, dello Sta-tuto dei diritti del contribuente,si limiti ad individuare una se-rie di elementi che gli atti devo-no contenere, ma non prevedeespressamente la nullità qualeconseguenza dell’omissione de-gli stessi.Con riferimento al diverso obbli-go di indicare nell’atto tributariola Commissione tributaria com-petente per territorio – stabilitodall’art. 19, co. 2, del D.Lgs. n.546 del 1992 – la Corte di cassa-zione, nella sentenza n. 12070 del1° luglio 2004, ha affermato chetale obbligo “…comporta chel’autore dell’atto impositivo de-ve individuare in concreto la spe-cif ica Commissione tributariacompetente per territorio, non es-sendo sufficiente una indicazio-ne generica e ripetitiva della for-mula usata dal legislatore; tutta-via l’omessa od incompleta indi-cazione della Commissione noncomporta una nullità dell’atto siaperché una tale conseguenza nonè prevista dal legislatore, e siaperché si tratta di una semplice

irregolarità del tutto irrilevante,poiché scopo della norma è sol-tanto quello di agevolare il com-pito del contribuente che vogliaimpugnare l’atto”.Va poi precisato che le cartelle dipagamento contengono comun-que l’indicazione del responsabi-le del procedimento di iscrizionea ruolo individuato nel direttoredell’Ufficio e che tale indicazio-ne, ancorché non nominativa (nelsenso che il direttore non vieneindicato per nome e cognome), èdi per sé sufficiente, come già evi-denziato, ai fini della legittimitàdell’atto (TAR del Lazio, n. 6998del 2007 e n. 12044 del 23 no-vembre 2005; Consiglio di Stato,n. 1662 del 29 marzo 2004 e n.6654 del 5 dicembre 2002).In particolare, la giurisprudenzaafferma il principio secondo cui“l’omessa indicazione del respon-sabile del procedimento, come èstato già affermato da questo Con-siglio, non è motivo di illegitti-mità del provvedimento, doven-dosi in tal caso intendere che ilresponsabile è il dirigente del-l’unità organizzativa competen-te” (Consiglio di Stato n. 1662del 2004).Sotto il profilo processuale, si ri-

corda che l’eccezione di nullitàdella cartella di pagamento permancanza dell’indicazione del re-sponsabile del procedimento de-ve essere contenuta nel ricorso in-troduttivo del giudizio di primogrado e non può essere fatta va-lere con memoria successiva.Infatti, l’art. 24, co. 2, del D.Lgsn. 546 del 1992, prevede che l’in-tegrazione dei motivi del ricorsoè consentita solo quando sia “re-sa necessaria dal deposito di do-cumenti non conosciuti ad operadelle altre parti o per ordine del-la commissione” e che la stessadebba avvenire entro il termineperentorio di sessanta giorni dal-la data in cui l’interessato ha avu-to notizia di tale deposito (in talsenso, Cass., sez. trib., n. 24970del 25 novembre 2005; n. 6416del 22 aprile 2003).Ne consegue l’impossibilità daparte del contribuente di propor-re motivi integrativi di quelli giàesposti nel ricorso introduttivo delgiudizio. A maggior ragione, ladeduzione della mancata indica-zione del responsabile del proce-dimento costituisce domanda nuo-va nel giudizio di appello, impro-ponibile ai sensi dell’art. 57 delD.Lgs n. 546 del 1992.

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Al termine di una votazione con pochesorprese, la Facoltà di Economia del pri-mo Ateneo romano conferma Attilio Ce-lant, in carica dal 2002, alla guida nelprossimo triennio. Con una percentua-le dell’81% dei votanti, Celant incassa ilterzo mandato come preside e rilanciasull’onda dei risultati positivi raccolti dal-la Facoltà negli ultimi anni. «La Facoltàè cresciuta nella qualità dei servizi e del-le strutture» afferma Celant «nei rappor-ti con le imprese e con le istituzioni e nel

suo posizionamento nazionale ed inter-nazionale». Le celebrazioni per il cente-nario, nel 2006, hanno rappresentato,a detta del preside «la punta dell’icebergdi un percorso strategico che vuole ri-portare la Facoltà al suo ruolo di centra-lità nell’ambito della ricerca, della forma-zione e del dibattito economico-socia-le del Paese». A testimoniare quest’impegno, tra l’al-tro, gli sforzi fatti per ricostruire la retedegli ex-alunni eccellenti (da Mario Dra-

ghi a Cesare Romiti, passando per Ful-vio Conti e tanti altri nomi di spicco) e lascelta di anticipare di un anno, con suc-cesso, la riforma universitaria che per glialtri andrà in vigore con il nuovo annoaccademico. I risultati non sono man-cati: la Facoltà ha registrato, nell’ultimoanno, un boom del 30% nelle immatri-colazioni. Dietro l’angolo ci sono difficol-tà crescenti per l’Università pubblica e,nel prossimo autunno, le elezioni per ilrettore della Sapienza; «la Facoltà daràil suo appoggio», anticipa Celant «a chisaprà concretamente affrontare alcuniproblemi fondamentali per il nostro Ate-neo: governance, centralità e qualità del-la ricerca, qualità dei servizi e problemilegati al personale».

La Sapienza: Celant confermatopreside di Economia fino al 2011

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Massimariodel diritto del lavoro

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Corte di Cassazione – Sezione Lavoro, 3 agosto 2007,n. 17066 – pres. Senese – Est. Amoroso – P.M. Velardi(concl. diff.) – G.M. c. Azienda ospedaliera “Ospedalicivili Brescia” (cassa App. Brescia 23 settembre 2003).

Sicurezza del lavoro – responsabilità contrattuale– Prova liberatoria della adozione delle misure pre-venzionistiche necessarie – Responsabilità extra-contrattuale per sorveglianza di incapace – Provaliberatoria – Distinzione (Artt. 2087 e 2047 c.c.)La responsabilità contrattuale dell’imprenditore per latutela della integrità fisica e della personalità moraledei dipendenti ai sensi dell’art. 2087 c.c. è più rigoro-sa della responsabilità extracontrattuale per il fattodannoso dell’incapace a carico di chi è tenuto alla sor-veglianza ai sensi dell’art. 2047 c.c., sicché quest’ul-tima può essere esclusa dalla prova di non aver po-tuto impedire un fatto imprevedibile, mentre la respon-sabilità dell’imprenditore verso i dipendenti non vie-ne meno per la mera imprevedibilità del fatto, ma puòessere esclusa solo dalla prova di aver adottato tuttele possibili misure di prevenzione richieste dalla natu-ra dell’attività, dall’esperienza e dalla tecnica.

Sezione Lavoro, 5 dicembre 2007, n. 25313 – pres.Sciarelli – Est. De Matteis – P.M. Destro (concl.conf.) – Es. Gi c. S.r.l.

Categorie e qualifiche – Mansioni – Rifiuto del lavo-ratore di svolgere mansioni estranee alla qualificadi appartenenza – Legittimità – Condizioni – Limiti.L’eventuale adibizione a mansioni non rispondenti allaqualifica rivestita può consentire al lavoratore di richie-dere giudizialmente la riconduzione della prestazionenell’ambito della qualifica di appartenenza, ma non au-torizza lo stesso a rifiutarsi aprioristicamente, e senzaun eventuale avallo giudiziario che, peraltro, può esser-gli urgentemente accordato in via cautelare, di esegui-re la prestazione lavorativa richiestagli, in quanto egli ètenuto ad osservare le disposizioni per l’esecuzione dellavoro impartito dall’imprenditore, ex artt. 2086 e 2104c.c., da applicarsi alla stregua del principio sancito dal-l’art. 41 Cost. e può legittimamente invocare l’art. 1460del c.c., rendendosi inadempiente, solo in caso di to-tale inadempimento dell’altra parte. Conseguentemen-te costituisce grave insubordinazione, come tale pas-sibile del provvedimento disciplinare del licenziamentoper giusta causa, il comportamento del lavoratore chesi rifiuti di eseguire la prestazione, ritenendola estraneaalla qualifica di appartenenza.

Sezione Lavoro, 3 ottobre 2007 n. 20731 – pres.Martone – Est. Monaci. P.M. Patrone (concl. diff.)– O/Ca. Me. S.p.A. c. Fe. An.

Licenziamento – Licenziamento per giusta causa –Fatto addebitato a lavoratore costituente solo inastratto illecito penale – Idoneità a costituire giustacausa o giustificato motivo di licenziamento – Sus-sistenza – Valutazione disciplinare del fatto e valu-tazione penalistica – Indipendenza – Fattispecie.Ai fini della legittimità del licenziamento disciplinare ir-rogato per un fatto astrattamente costituente reato,non rileva la valutazione penalistica del fatto né la suapunibilità in sede penale, dovendosi effettuare una va-lutazione autonoma in ordine alla idoneità del fatto aintegrare gli estremi della giusta causa o giustificatomotivo del recesso. (Nella specie, la S.C. ha cassatocon rinvio la sentenza di merito che aveva ritenuto il-legittimo il licenziamento del dipendente accusato diaver trafugato beni aziendali in difetto della prova del-la fuoriuscita di tali beni dall’area di disponibilità azien-dale, ritenendo per converso che l’occultamento deibeni all’interno dei locali aziendali poteva pregiudica-re comunque la fiducia del datore nel dipendente, an-che se il fatto non era punibile penalmente fino allafuoriuscita dei beni medesimi dall’azienda).

Sezione Lavoro, 5 novembre 2007, n. 23061 – pres.Senese – Est. Monaci – P.M. Sepe (conlc. conf.) –Cr. C. Az. Sa. Lo. Pr. Pa.

Patto di prova – Licenziamento individuale – Obbli-go di motivazione da parte del datore di lavoro –Esclusione – Previsione contrattuale che prevedel’obbligo – Legittimità – Onere di giustificazione delrecesso da parte del datore di lavoro – Condizioni.Il licenziamento intimato nel corso o al termine del pe-riodo di prova, avendo natura discrezionale, non de-ve essere motivato, salvo che la motivazione sia im-posta, a tutela del lavoratore, dalla contrattazione col-lettiva; in tale ultimo caso, la motivazione ha la funzio-ne di dimostrare sinteticamente che il recesso è sta-to determinato effettivamente da ragioni specificheinerenti all’esito dell’esperimento in prova (che costi-tuisce la causa del patto) e che non è dovuto a ragio-ni illecite, o comunque estranee al rapporto, ed in par-ticolare a forme di discriminazione e, inoltre, ove il pre-statore non assunto in via definitiva contesti quella mo-tivazione, il datore deve integrarla opportunamentefornendo le indicazioni specifiche e complete delle ra-gioni della decisione assunta. (Nella specie, il lavora-tore aveva impugnato giudizialmente il licenziamentointimatogli, adducendo la genericità della motivazio-ne, ed il datore di lavoro aveva indicato le ragioni spe-cifiche del recesso nel giudizio stesso; la S.C., enun-ciando il principio su riportato, ha confermato la sen-tenza di merito che, ritenendo comunque assolto l’ob-bligo di motivazione previsto dalla contrattazione col-lettiva, aveva affermato la legittimità del recesso).

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La sentenza n. 43 del 2007della Corte di Cassazione– Sezione Lavoro – offre lo

spunto per una duplice riflessio-ne giuridica: la prima, concernen-te l’obbligo di motivazione, peril datore di lavoro, del trasferi-mento del lavoratore; la secondariguardante l’eccezione di ina-dempimento sollevata dal dipen-dente che, ritenendo illegittima lavariazione, non si presenta pres-so il nuovo posto. Per quanto attiene la prima pro-blematica, la Suprema Corte hastatuito che “il provvedimento ditrasferimento non deve necessa-riamente recare l’indicazione deimotivi, sicché non sussiste l’ob-

bligo di risponderealla richiesta avanza-ta in tal senso dal la-voratore, non essen-do prescritto, per ilprovvedimento di tra-sferimento, alcunonere di forma, sal-vo poi l’onus proban-di del datore di lavo-ro di dimostrare, ingiudizio, le circostan-ze che lo giustifica-no, come previsto dal-l’art. 2103 cod. civ.”Nel contratto indivi-duale di assunzione,il lavoratore può ob-

bligarsi a prestare la propria ope-ra in qualsiasi luogo venga desti-nato dal datore di lavoro; tuttaviatale obbligo non ha valore asso-luto. L’art. 2103 c.c., infatti, pre-vede che il lavoratore possa op-

porsi al trasferimento se il dato-re di lavoro non provi che lo spo-stamento della sede sia reso ne-cessario “per comprovate ragio-ni tecniche, organizzative e pro-duttive”. L’efficacia della dispo-sizione richiamata è rafforzata dalsecondo comma del medesimoarticolo che sanziona con la nul-lità qualsiasi patto – individualeo collettivo – che attribuisca aldatore di lavoro il potere di tra-sferire il dipendente a suo piaci-mento. Il principio enunciato dalla Supre-ma Corte con la decisione che sicommenta è di notevole interesseperché si pone in contrasto con al-tro orientamento giurisprudenzia-le che sembrava prevalente finoad oggi. Secondo tale ultima in-terpretazione, al trasferimento dellavoratore andrebbe applicato, invia analogica, la disposizione dicui all’art. 2 della legge 604/1996secondo cui, in tema di licenzia-menti, il lavoratore può chieder-ne i motivi entro quindici giornidalla relativa comunicazione; men-tre il datore di lavoro ha l’obbli-go di comunicazione entro i suc-cessivi sette, pena l’inefficacia delrecesso stesso (cfr. Cassazione4572/1986 e, fra le più recenti,9290/2004). Pertanto, secondo ilminoritario e ormai superato orien-tamento, l’onere dell’indicazionedelle ragioni del trasferimento sor-gerebbe, per il datore di lavoro –pena l’inefficacia sopravvenutadel provvedimento – soltanto oveil lavoratore ne faccia espressa ri-chiesta.

Analizzando le disposizioni nor-mative richiamate, si può osser-vare come l’art. 2103 c.c. richie-da, quale requisito di legittimitàdel trasferimento del lavoratore,l’esistenza di comprovate ragionitecniche, organizzative e produt-tive, nulla disponendo, invece, cir-ca la necessità della comunicazio-ne dei motivi da parte del datoredi lavoro. Ex adverso, l’art. 2 del-la legge 604/1996, ai fini della co-municazione del recesso, preve-de requisiti di forma e di tempe-stività, comminando espressamen-te la sanzione dell’inefficacia incaso di violazione degli stessi. Considerata la profonda differen-za fra il licenziamento, che pre-suppone la cessazione del rappor-to di lavoro, ed il trasferimentoche, viceversa, ne presuppone lacontinuazione, a parere di chi scri-ve, in una prospettiva de iure con-dendo, sembrerebbe più coeren-te con la ratio degli istituti ipo-tizzare una manifestazione deimotivi contestuale alla comuni-cazione del trasferimento, piutto-sto che fare riferimento ad unanorma, quale il già citato art. 2della legge 604/1996, che preve-de una comunicazione solo se ri-chiesta e comunque successiva.La Suprema Corte, però, con lapronuncia che si commenta ha ri-tenuto che non incombe sul dato-re di lavoro alcun obbligo giuri-dico di motivazione del trasferi-mento del lavoratore, essendo suf-ficiente dimostrare in giudizio lecomprovate ragioni che lo hannodeterminato. Così posticipando

Obbligo di motivazionedel trasferimento ed eccezionedi inadempimento

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Salvatore Iannotta (dott. in giurisprudenza - Studio Carbone)

Nel contrattoindividuale di assunzione, il lavoratore puòobbligarsi a prestarela propria opera in qualsiasi luogovenga destinato dal datore di lavoro;tuttavia tale obbligonon ha valoreassoluto.

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l’eventuale giustificazione del tra-sferimento ad una eventuale fase(id est il processo) rimessa, co-munque, alla volontà e discrezio-nalità del lavoratore, il quale po-trebbe anche decidere di non ri-correre avverso il provvedimen-to di trasferimento con la debitaconseguenza che mai verrannoesposti i motivi che ne hanno re-so opportuno la destinazione deldipendente presso altra sede.La Corte di Cassazione quindi,con la sentenza numero 43/2007,si allontana dall’orientamento pre-cedente incline ad applicare al tra-sferimento del lavoratore la disci-plina di cui all’art. 2 della legge604/1996 in tema di licenziamen-ti, ritenendo che la mancata co-municazione dei motivi del tra-sferimento non inficia l’operati-vità della decisione.Sul versante della seconda impli-cazione giuridica di cui si è det-to in incipit, riguardante l’ambi-to di applicazione dell’eccezioned’inadempimento, i limiti postidall’art. 2103 c.c. al potere deldatore di lavoro di variare luogodi lavoro e mansioni sono tutela-ti dalla previsione della nullità diogni patto contrario. Da questanorma, la giurisprudenza ha rite-nuto che, poiché un atto nullo nonproduce effetti, il lavoratore ille-gittimamente trasferito può rifiu-tarsi di lavorare presso la nuovasede (ex plurimis, v. Cassazionen. 4771/2004). In materia, rilevaanche la disposizione di cui al-l’art. 1460 c.c., la quale prevedela facoltà di una delle parti di ri-fiutarsi di eseguire la prestazio-ne contrattuale se l’altra non adem-pie, o non offre di adempiere lapropria; il rifiuto deve essere co-munque sempre conforme a buo-na fede e non deve trattarsi di ina-dempimento avente scarsa impor-tanza. La contestuale applicabi-lità delle citate disposizioni tro-va riscontro nella sentenza n.18209/2002; ivi la Suprema Cor-te ha affermato che il provvedi-

mento di trasferimento che nonsia adeguatamente motivato a nor-ma dell’art. 2103 c.c. “determinala nullità dello stesso ed integraun inadempimento parziale delcontratto di lavoro, con la conse-guenza che la mancata ottempe-ranza allo stesso provvedimentoda parte del lavoratore trova giu-stificazione sia quale attuazionedi un’eccezione di inadempimen-to (art. 1460 c.c.), sia sul rilievoche gli atti nulli non produconoeffetti, non potendosi ritenere chesussista una presunzione di legit-timità dei provvedimenti azien-dali che impongano l’ottemperan-za agli stessi fino ad un contrarioaccertamento in giudizio”. In presenza di un trasferimento,il rifiuto del lavoratore potrà es-sere ritenuto più facilmente legit-timo nell’ipotesi in cui nel con-tratto di lavoro sia stata indicatala sede della prestazione; in que-sta situazione, infatti, è necessa-ria, secondo la Suprema Corte,una modifica consensuale delleprevisioni contrattuali (cfr. Cas-sazione n. 16907/2006). Nel ca-so in cui non sia stata indicata lasede di lavoro, invece, il datore dilavoro potrebbe avvalersi delloius variandi di cui all’art. 2103c.c.; il rifiuto del lavoratore an-drebbe valutato, in questa situa-

zione, alla stregua dell’importan-za dell’inadempimento e della suaconformità a buona fede, tenen-do conto delle circostanze del ca-so concreto (vedi, in tal senso,Cassazione 11430/2006). Il giudizio di comparazione delcomportamento delle parti, crite-rio guida per stabilire quali di es-se, in riferimento ai rispettivi in-teressi ed alla portata effettiva de-gli inadempimenti, si sia resa re-sponsabile delle trasgressioni mag-giormente rilevanti provocandol’eccezione di cui all’art. 1460c.c. spetta al giudice di merito. Èsolo lui, infatti, il soggetto chia-mato a valutare, sulla base dellerisultanze processuali, se il rifiu-to del lavoratore di prestare la pro-pria opera o attività sia giustifi-cato o, viceversa, illegittimo. Ilgiudice quindi, ove venga propo-sta dalla parte l’eccezione ina-dimplenti non est adimplendum,deve procedere ad una valutazio-ne comparativa degli oppostiadempimenti, tenuto conto dellaloro proporzionalità rispetto allafunzione economico-sociale delcontratto ed alla loro incidenzasull’equilibrio sinallagmatico, percui qualora rilevi chel’inadempimento del-la parte nei cui con-fronti è stata propo-sta l’eccezione non ègrave o ha scarsa im-portanza, in relazio-ne all’interesse dellacontroparte a normadell’art. 1455 c.c., de-ve ritenere che il ri-fiuto di quest’ultimadi adempiere la pro-pria obbligazione ècontrario a buona fe-de e, di conseguenza,ingiustif icato ai sensi dell’art.1460 c.c. Tale valutazione, rien-trante nei compiti del giudice dimerito, è incensurabile in sede digiudizio di legittimità se assisti-ta da motivazione sufficiente enon contraddittoria.

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Il nuovo orientamento della Corte di Cassazione

Ove venga propostadalla partel’eccezioneinadimplenti non est adimplendum,spetta al giudiceprocedere ad una valutazionecomparativa degli oppostiadempimenti.

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Massimariodel diritto tributario

Corte Costituzionale – Sentenza n. 64 del 10 mar-zo 2008 – Canone per l’occupazione di spazi edaree pubbliche (COSAP)

MMaassssiimmaa È fondata la questione di legittimità costi-tuzionale dell’art. 2,, co. 2 del D.Lgs. 31 dicembre1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario inattuazione della delega al Governo contenuta nell’art.30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), nel testomodificato dall’art. 3-bis, co. 1, lett. b) del D.L. 30settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto all’eva-sione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributa-ria e finanziaria, convertito, con modificazioni, dall’art.1, co. 1 della L. 2 dicembre 2005, n. 248), sollevatain riferimento all’art. 102, co. 2, della Costituzione,nella parte in cui devolve alla cognizione del giudicespeciale tributario, in luogo del giudice ordinario, lecontroversie relative alla debenza del canone per l’oc-cupazione di spazi ed aree pubbliche, di cui all’art.63 del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446. Alla luce della consolidata giurisprudenza di legitti-mità secondo la quale il COSAP non costituisce ob-bligazione avente natura tributaria, non è ammissi-bile - giusta i principi costituzionali in materia di ri-parto della giurisdizione e delle competenze attribui-te ed attribuibili ai giudici speciali, con particolare ri-ferimento al divieto di costituzione ex novo, - devol-vere la cognizione delle controversie inerenti dettocanone alle Commissioni tributarie.

RRiitteennuuttoo iinn ffaattttoo 11.. – Nel corso di un giudizio, nel quale un contribuen-te aveva proposto opposizione all’esecuzione ai sen-si dell’art. 615 del c.p.c. nei confronti del Comune diRoma, il Tribunale ordinario di Roma, con ordinanzadepositata il 2 novembre 2006, ha sollevato, in rife-rimento agli artt. 102, co. 2, e 25, co. 1, della Costi-tuzione, questioni di legittimità dell’art. 2 del D.Lgs.31.12.1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tribu-tario in attuazione della delega al Governo contenu-ta nell’art. 30 L. 30 dicembre 1991, n. 413) – comemodificato dall’art. 3-bis, co. 1, lettera b), del D.L.30 settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto al-l’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tri-butaria e finanziaria), convertito, con modificazioni,dall’art. 1, co. 1, L. 2 dicembre 2005, n. 248 –, nel-la parte in cui stabilisce, nel secondo periodo delcomma 2, che appartengono alla giurisdizione tribu-taria anche le controversie relative alla debenza delsuddetto canone.22.. – Il Tribunale rimettente premette, in punto di fat-to, che: a) la controversia riguarda la contestazione,da parte del contribuente, del diritto del Comune diRoma a procedere alla riscossione coattiva, median-

te cartella di pagamento, del canone per l’occupa-zione di spazi ed aree pubblici (COSAP) relativo al-l’anno 2000; b) il Comune ha preliminarmente ecce-pito il difetto di giurisdizione del giudice adito, essen-do la controversia devoluta alla giurisdizione dellecommissioni tributarie in forza del novellato art. 2 delD.Lgs. n. 546 del 1992.3. – Il giudice a quo premette altresì, in punto di di-ritto, che: a) le commissioni tributarie sono organigiurisdizionali «pienamente compatibili» con il detta-to costituzionale, essendo preesistenti all’entrata invigore della Costituzione (Corte Cost., sentenze n.196 del 1982; n. 215 del 1976; ordinanze n. 144 del1998; n. 351 del 1995); b) la loro giurisdizione deveritenersi limitata alle controversie attinenti alla «ma-teria tributaria» e ciò «costituisce garanzia di com-patibilità con il divieto di istituzione di nuovi giudicispeciali» (ordinanza n. 144 del 1998).44.. – Quanto alla non manifesta infondatezza dellequestioni, il rimettente afferma, sulla base delle indi-cate premesse, che la disposizione censurata – nel-lo stabilire che «appartengono alla giurisdizione tri-butaria anche le controversie relative alla debenzadel canone per l’occupazione di spazi ed aree pub-bliche previsto dall’art. 63 del decreto legislativo 15dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni»– attribuisce alla cognizione delle commissioni tribu-tarie prestazioni che, secondo la giurisprudenza del-le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, non han-no natura tributaria (sentenze n. 14864 del 2006; n.1239 del 2005; n. 12167 del 2003) ed ineriscono adiritti soggettivi rientranti nella giurisdizione del giu-dice ordinario. La norma denunciata comporterebbe, pertanto, lo“snaturamento” della giurisdizione tributaria e, quin-di, la violazione sia del divieto di costituzione di nuo-vi giudici speciali (art. 102, co. 2, Cost.), sia del prin-cipio del giudice naturale precostituito per legge (art.25, co. 1, Cost.).Né, per il giudice a quo, tali dubbi di costituzionalitàsono superati dalla giurisprudenza delle Sezioni Uni-te della Corte di Cassazione (sent. n. 4895 del 2006),la quale, in forza dell’argomento secondo cui «i “ca-noni” indicati nella disposizione [...] attengono tuttiad entrate che in precedenza rivestivano indiscussanatura tributaria», ha ritenuto manifestamente infon-data un’analoga questione di legittimità costituzio-nale in tema di giurisdizione tributaria sulla tariffa diigiene ambientale (TIA). Ad avviso del rimettente, infatti, detta giurispruden-za non solo si pone «in netto contrasto [...] con lepronunce specifiche in tema di COSAP innanzi ri-chiamate», ma non tiene neppure conto dell’alterna-tività – prevista dalla normativa vigente – tra TOSAPe COSAP.

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Quanto alla rilevanza, infine, il Tribunale di Roma os-serva che «qualunque decisione […] non potrà pre-scindere dall’eccezione di difetto di giurisdizione sol-levata dal convenuto», eccezione la cui fondatezzadipende dall’applicabilità, nel giudizio principale, del-la disposizione censurata.55.. – Il Presidente del Consiglio dei ministri, rappre-sentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Sta-to, è intervenuto nel giudizio di legittimità costituzio-nale ed ha chiesto dichiararsi l’infondatezza delle sol-levate questioni. Nel merito, la difesa erariale afferma che: a) «Un am-pliamento della competenza delle Commissioni Tri-butarie non equivale ad istituzione di un nuovo giu-dice speciale»; b) «l’intervenuta revisione non vinco-la il legislatore ordinario a mantenere immutati nel-l’ordinamento e nel funzionamento le CommissioniTributarie come già revisionate»; c) «Non può dirsiche la mera attribuzione della competenza a cono-scere dei canoni di concessione per l’occupazionedei suoli pubblici snaturi le competenze originariedelle Commissioni: tale competenza si aggiunge aquella relativa alla materia propriamente tributaria, inuna logica di sistema che considera la natura pub-blicistica dell’entrata la quale, pur non essendo “stric-to sensu” tributaria, è certamente “fiscale” ed altret-tanto certamente non è “privatistica”, retta, come è,da principi e regole non dissimili da quelli che pre-siedono la “tassa”».

CCoonnssiiddeerraattoo iinn ddiirriittttoo11.. – Il Tribunale ordinario di Roma dubita della legit-timità costituzionale dell’art. 2 del D.Lgs. 31 dicem-bre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributa-rio in attuazione della delega al Governo contenutanell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413) –come modificato dall’art. 3-bis, co. 1, lettera b), delD.L. 30 settembre 2005, n. 203 (Misure di contrastoall’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materiatributaria e finanziaria), convertito, con modificazio-ni, dall’art. 1, co. 1, della legge 2 dicembre 2005, n.248 –, nella parte in cui stabilisce, nel secondo pe-riodo del comma 2, che appartengono alla giurisdi-zione tributaria anche le controversie relative alla de-benza del canone per l’occupazione di spazi ed areepubblici (COSAP).In particolare, il Tribunale afferma che la norma de-nunciata víola: a) l’art. 102, co. 2, della Costituzio-ne, perché “snaturerebbe” la giurisdizione di cui so-no investite le commissioni tributarie, creando cosìun “nuovo” giudice speciale vietato dalla Costituzio-ne; b) l’art. 25, co. 1, Cost., perché, attribuendo aigiudici tributari la cognizione delle controversie rela-tive alla debenza del COSAP, distoglierebbe dettecontroversie – relative a prestazioni che non hanno

natura tributaria – dal proprio “giudice naturale”, ecioè da quello civile.22.. – La questione sollevata in riferimento all’art. 102,co. 2, Cost. è fondata. Al riguardo, va premesso che, come riconosciutodalla consolidata giurisprudenza di questa Corte, lagiurisdizione tributaria deve essere considerata unorgano speciale di giurisdizione preesistente alla Co-stituzione (ex plurimis: sentenza n. 50 del 1989; or-dinanze n. 144 del 1998, n. 152 del 1997, n. 351 del1995). Ciò posto, si perviene alla conclusione della fonda-tezza della questione attraverso i seguenti due pas-saggi argomentativi: 1) la modificazione dell’ogget-to della giurisdizione degli organi speciali di giurisdi-zione preesistenti alla Costituzione è consentita so-lo se non “snaturi” la materia originariamente attri-buita alla cognizione del giudice speciale; 2) una vol-ta che, conformemente a quanto asserito dal dirittovivente, sia esclusa la natura tributaria del COSAP,l’attribuzione alla giurisdizione tributaria – ad operadella norma censurata – delle controversie relative atale canone “snatura” la materia originariamente at-tribuita alla cognizione del giudice tributario e, con-seguentemente, víola l’evocato art. 102, co. 2, Cost.– omissis -.33.. – Dalla evidenziata esclusione della natura tribu-taria del COSAP discende, dunque, l’illegittimità co-stituzionale della norma denunciata, perché questaattribuisce alla giurisdizione tributaria la cognizionedi controversie relative a prestazioni patrimoniali nontributarie e, pertanto, si risolve nella creazione di ungiudice speciale vietato dal comma 2 dell’art. 102Cost.44.. – Resta assorbita la questione sollevata dal giu-dice rimettente con riferimento all’art. 25, co. 1, Cost.

PP..QQ..MM.. - la Corte Costituzionale dichiara l’illegitti-mità costituzionale dell’art. 2, comma 2, secondoperiodo, del decreto legislativo 31 dicembre 1992,n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in at-tuazione della delega al Governo contenuta nel-l’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413) –come modificato dall’art. 3-bis, comma 1, letterab), del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203(Misure di contrasto all’evasione fiscale e disposi-zioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), con-vertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, del-la legge 2 dicembre 2005, n. 248 –, nella parte incui stabilisce che «Appartengono alla giurisdizio-ne tributaria anche le controversie relative alla de-benza del canone per l’occupazione di spazi edaree pubbliche previsto dall’articolo 63 del decre-to legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e succes-sive modificazioni».

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