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L’INVALIDO ED ERETICO

CONCILIABOLO VATICANO

DEL 1962-1965

A cura del

Centro Internazionale

Sedevacantismo Totale

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SOMMARIO

- Capitolo 1 - L'invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, orchestrato dalla

massoneria: pag. 4.

- Capitolo 2 - Le eresie dell'invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65: pag. 21.

“Unitatis Redintegratio” - sull’ecumenismo, pag. 26.

“Orientalium ecclesiarum” - le chiese cattoliche orientali: pag. 38.

“Lumen Gentium” - la Chiesa: pag. 43.

“Dignitatis Humanae” – la ‘libertà religiosa’: pag. 50.

“Ad gentes” – l’attività missionaria: pag. 63.

“Nostra Aetate” – le religioni non-cristiane: pag. 65.

“Gaudium et Spes” – la Chiesa nel mondo moderno: pag. 72.

“Sacrosanctum Concilium” – la ‘sacra Liturgia’: pag. 75.

- Capitolo 3 – Le eresie degli antipapi sugli eretici e scismatici: pag. 83.

Le eresie degli antipapi sulle false religioni: pag. 89.

- Capitolo 4 - 202 eresie della controchiesa anticristica: eresie dell’invalido ed eretico

conciliabolo Vaticano del 1962-65: pag. 103.

- Appendice: pag. 121.

L’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65, e l’accordo con il comunismo satanico:

pag. 121.

Il disaccordo sugli avvenimenti successivi all’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano

del 1962-65: pag. 126.

“L’azione giudaico-massonica al concilio”: pag. 143.

L’U.R.I.: L’Iniziativa dell’Unione delle Religioni: pag. 173.

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CAPITOLO 1

L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del

1962-65, orchestrato dalla massoneria.

Il cardinale Mario Luigi Ciappi, teologo personale di papa Pio XII e degli antipapi Giovani XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, rivelò, in una lettera inviata al prof. Baumgartner di Salisburgo: “Nel terzo segreto viene predetto, fra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dal suo vertice”.

Il conciliabolo Vaticano del 1962-65, è stato eretico e invalido, perché:

-è stato convocato da un antipapa, che non aveva quindi l’autorità per

farlo;

-è stato diretto e manovrato dalle élite massoniche, per mezzo dei

cardinali scomunicati, in quanto appartenenti alla massoneria;

-ha promulgato testi eretici e contrari alla vera dottrina cattolica,

come viene dimostrato in questo libro.

“Prego Dio di farmi morire prima di questo concilio, così almeno

muoio Cattolico” (“Diario”, 1965, card. Alfredo Ottaviani, prefetto del

Sant’Uffizio).

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L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano si svolse in quattro sessioni, dal 1962 al 1965, orchestrate dalla massoneria infiltrata nella gerarchia cattolica, e dagli antipapi Giovanni XXIII e Paolo VI. Promulgò quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti. Pose le basi per la fondazione della controchiesa anticristica ‘conciliare’, diretta da antipapi collocati dalla massoneria, attraverso conclavi invalidi.

L’antipapa Roncalli, eseguendo gli ordini massonici, tre mesi dopo la sua invalida elezione, annunciò ufficialmente -il 25 gennaio 1959- l’indizione di un “Concilio ecumenico per la Chiesa universale”. L’antipapa Roncalli dichiarò che il concilio non sarebbe stato considerato una prosecuzione del Concilio Vaticano del 1870 (sospeso, ma non concluso, nel 1870), ma avrebbe avuto una propria ‘fisionomia’, cioè non sarebbe stato Cattolico, né dogmatico, ma eretico e ‘pastorale’, con l’intenzione esplicita di non vincolare con nuove definizioni, la fede dei fedeli. Nel 1960 venne nominata la commissione preparatoria. Nello stesso anno 1960, si sarebbe dovuto rivelare –su esplicita indicazione della Madre di Dio- il famoso terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Madre di Dio a Fatima, nel 1917, alla veggente suor Lucia dos Santos. Pio XII non lo lesse, perché aspettava il 1960, per rivelarlo al mondo intero. Ma il grande Papa morì nel tragico ottobre 1958, e con l’invalido conclave del 1958, venne eletto invalidamente l’antipapa massone e scomunicato Roncalli, il quale, quando lesse il terzo segreto (quello vero, autentico, non la visione diffusa nel 2000 dal Vaticano), crollò a terra svenuto. Poiché si sentì smascherato. Il vero terzo segreto, difatti, annunciava che ad un conclave, si sarebbe eletto invalidamente un antipapa, al servizio della massoneria e del demonio, il quale, attraverso un concilio, avrebbe fondato una controchiesa anticristica al servizio della massoneria e di lucifero, avviando una grande apostasia. I fedeli cattolici sarebbero rimasti un piccolo resto, un ‘piccolo gregge’ (i

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sedevacantisti totali), e infine, dopo un certo periodo di tempo, dopo guerre, carestie, alluvioni, cataclismi planetari e tre giorni di buio, in cui sarebbero morti decine di milioni di persone, la terra e la società sarebbero cambiate, e si sarebbe compiuto il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ovviamente la falsa chiesa e gli antipapi di essa, sarebbero divenuti solo un lontano ricordo, dopo essere stati annientati dagli eventi. Questo, in sintesi, è il vero contenuto del terzo segreto di Fatima, che ovviamente l’antipapa Roncalli, dopo essersi ripreso dallo svenimento -e aver obbligato tutti i cardinali presenti alla lettura del segreto, a non rivelarlo a nessuno- impose che tale segreto non sarebbe stato mai rivelato al pubblico. Ma con gli anni, qualcosa trapelò, e alcuni diretti testimoni rivelarono alcuni particolari, da cui si è potuto conoscere il reale contenuto del segreto (come si può anche conoscere dal libro “Il tempo di Caino – Le rivelazioni profetiche”, di S.G.N.A., ed. Alma Sapientiae). Il cardinale Ottaviani, che aveva letto personalmente il vero terzo segreto, scrisse nel suo diario segreto:

“Prego Dio di farmi morire prima di questo concilio, così almeno

muoio Cattolico” (“Diario”, card. Alfredo Ottaviani). Egli scrisse ciò, perché

sapeva dalle parole della Madre di Dio, che l’antipapa eletto

invalidamente al conclave, avrebbe fondato una controchiesa

anticristica, attraverso un conciliabolo invalido ed eretico.

“Quella indimenticabile domenica del 25 gennaio 1959, nella basilica di

San Paolo (…) Giovanni XXIII aveva annunciato il concilio. Dopo la messa,

impartita la benedizione, il papa col corteo aveva attraversato la basilica e

aveva raggiunto l’attiguo monastero, dove si era intrattenuto con i cardinali

Mimmi, Agagianian, Aloisi Masella, Pizzardo, Tedeschini, Tardini,

Confalonieri, Valeri, Giobbe, Canali, Ottaviani e Di Jorio, che avevano

presenziato alla solenne funzione papale. A quegli eminentissimi, la “creme”

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del collegio cardinalizio pacelliano, il papa annunciò, con la sua consueta

dizione di veneto bonaccione, semplice semplice e quasi per inciso, un

Sinodo per la diocesi di Roma, quindi, la celebrazione di un Concilio

Ecumenico per la Chiesa Universale, e l’aggiornamento del Codice di

Diritto Canonico, che sarebbe stato preceduto dalla prossima

promulgazione del Codice di Diritto Orientale.

Mi raccontò il cardinale Tedeschini che lui e gli altri cardinali restarono

impietriti dalla sorpresa e dallo sgomento. Perché loro sapevano che quelli

che si stavano attraversando erano gli anni meno propizi per indire un

concilio di quella portata, e subito, quando ancora erano seduti nelle loro

poltrone davanti al papa, apparentemente impassibili ma con dentro l’anima

una tempesta di emozioni, si ripromisero di esercitare immediatamente tutta

la loro influenza per far desistere il papa da quell’impresa. Ma la doccia

fredda conclusiva doveva piombare sulle teste di quei cardinali qualche

decina di minuti più tardi. Mentre rientravano alle rispettive residenze nelle

loro automobili, molti di loro, ascoltando la radio, appresero che nel preciso

momento in cui erano stati informati dal papa, per ordine del papa tutto il

mondo era stato informato della promulgazione del concilio ecumenico

Vaticano secondo. Giovanni XXIII, venendo meno ad ogni riguardo

per la consuetudine, aveva con disinvoltura scavalcato il collegio

cardinalizio, nell’assumersi una così terribile responsabilità. La notizia era

già stata trasmessa alla stampa all’insaputa di gran parte del vertice

vaticano, e ora si stava freneticamente divulgando in tutto il mondo. (…)

Monsignor Faveri, (…) insofferente a qualsiasi bavaglio e perciò preso di

mira con particolare attenzione dal nuovo regime instaurato dal

progressismo giovanneo, fu il protagonista di una clamorosa reazione,

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quando con cortesia ma con fermezza fu pregato di sottoporre la sua borsa

piena di carte e documenti al controllo della gendarmeria, una brutta

mattina all’uscita meridiana dai lavori del concilio. Il vescovo si ribellò

all’imposizione, minacciò uno scandalo sulla stampa, tuonò col cardinale

Tisserant. L’incidente fu messo a tacere, ma bastò a creare nel concilio

quell’atmosfera di fosca congiura che lo caratterizzò per tutto il suo

primo corso, sotto il pontificato di Giovanni XXIII, e ancor più

drasticamente, per tutto il catastrofico seguito firmato dal successore

predestinato di Roncalli. Ma cosa c’era all’origine di quell’insolito e

irriguardoso provvedimento di polizia che riecheggiava tempi da basso

impero? Pochi sanno che non appena iniziato il Concilio ecumenico che

drizzò subito la sua prua verso il mare in tempesta del rinnovamento totale

della Chiesa alla luce di teorie sociologiche e marxiste, il mondo

cattolico non allineato a quelle impostazioni rivoluzionarie che

giudicava irresponsabili e disastrose per il futuro del cristianesimo, dopo i

primi momenti di scoramento e indignazione, si organizzò per contrastare

in ogni modo il passo a quel rullo compressore che schiacciava sotto il suo

peso la Chiesa tradizionale e tutto quanto con essa si identificava. (…)

Cominciarono a pervenire, nei domicili privati degli eccellentissimi vescovi,

pubblicazioni clandestine che spiegavano con dovizia di nomi, di date e di

fatti, i retroscena e i secondi fini che si prefiggeva il Concilio

ecumenico Vaticano secondo. Nelle prime settimane del concilio, questa

proliferazione di stampa clandestina, che si proponeva di illuminare le

tenebre davanti agli occhi dei vescovi, fu abilmente tenuta celata al mondo di

fuori. Ma quei solerti vescovi conquistati da tempo alla causa del

progressismo e già gratificati, per il loro zelo riformista e per quel loro

credo rivoluzionario, di promozioni e prebende, denunciarono subito

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quella sorta di quinta colonna, e i padri conciliari furono invitati a

consegnare in Vaticano di giorno in giorno tutti quegli opuscoli stampati in

tutte le parti del mondo, e soprattutto nell’America del nord e nell’America

latina, in Francia e in Spagna, che man mano si andavano accatastando sui

tavoli delle loro stanze private, recapitati quasi ogni settimana dalla posta o,

a volte, da misteriosi corrieri. Ma ci si accorse ben presto che non tutti i

vescovi avevano obbedito all’invito. Tanto che qualcuno di questi libretti

cominciò a circolare al di fuori del Vaticano, e quando capitò fra le

guardinghe mani episcopali e quelle meno caute di laici, una circostanziata

pubblicazione che accusava di illegittimità l’elezione di Giovanni

XXIII perché voluta dalla massoneria, e che indicava Roncalli

come appartenente a quella setta già dagli anni della sua

nunziatura in Turchia, la repressione si scatenò nel perimetro della

Città Leonina. Sembra che il papa a quella stoccata tirata dritta alla sua

persona, contrariamente al solito, abbia perduto le staffe, ordinando la

perquisizione, all’uscita di San Pietro, di quei vescovi ‘più indiziati’ di

insofferenza al nuovo corso.

La gendarmeria pontificia organizzò in gran riserbo una piccola squadra che

cominciò, con garbo, a ficcare il naso nelle cartelle di qualche

eccellentissimo vescovo. Alcuni abbozzarono. Ci fu chi invece si ribellò. Fra

questi il mio amico Faveri. (…)

Alla luce dei fatti succedutisi negli anni successivi al concilio, si deve

riconoscere che molti di quegli scritti, a volte disperati, che raggiunsero a

Roma i padri conciliari, si rivelarono profetici.”

(“Nichitaroncalli”, pagg.73-77, ed. Eiles, Franco Bellegrandi)

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“So per personale conoscenza, che

molti presuli non erano e non sono

d’accordo. Tutti questi signori, a

cui evidentemente è a cuore il

destino della Chiesa, non hanno

fatto mistero ai loro intimi del loro

dissenso all’azione del Concilio.

Inconcepibilmente, però, nessuno di costoro ha avuto il coraggio di

pubblicamente aprir bocca e parlare, prendendo posizione. Si sono

trincerati dietro il comodo alibi dell’obbedienza. Ma quale obbedienza?

Se lo stesso concilio che loro, col loro colpevole silenzio avallavano,

smantellava il significato di quella vana parola, colpendo e

annientando giorno dopo giorno la gerarchia, l’autorità, in nome della

‘collegialità’ elevata a sistema? Costoro temevano e temono la perdita

del loro grado e delle loro prebende, e allora serrano le bocche e non

sanno che duemila anni di Chiesa li accusano a gran voce di

tradimento. (…) Ma loro hanno preferito la comoda ‘ineccepibile’

obbedienza, che è disobbedienza flagrante al loro dovere di preti,

di diffondere e di difendere la fede. E hanno taciuto e tacciono.”

(“Nichitaroncalli”, pagg.132-133, ed. Eiles, Franco Bellegrandi)

L’11 ottobre 1962, l’antipapa Roncalli, nella potenza di satana, aprì ufficialmente l’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano, attaccando nel suo discorso, con odio e disprezzo satanico, i santi veggenti di Fatima, tutti i profeti di Dio, e i veri Papi cattolici, dicendo:

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“Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.

A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.”

(Giovedì, 11ottobre 1962, 1 sessione, discorso antipapa Giovanni XXIII).

Il giorno stesso, Padre Pio da Pietrelcina, venne trovato dai suoi

confratelli, sconvolto e in lacrime, profondamente addolorato.

Pochi mesi dopo, il 3 giugno 1963, Dio disse il suo divino “basta!” alle

bestemmie dell’antipapa Roncalli, e così lo scomunicato massone

antipapa Giovanni XXIII, morì tra atroci tormenti, dicendo: “Cosa ho

fatto! Mio Dio, cosa ho fatto!”. Troppo tardi. La morte e i demoni se

lo trascinarono via con sé, all’inferno, luogo dove vanno gli scomunicati

come l’antipapa Giovanni XXIII.

La morte dell’antipapa Roncalli, suggerì a molti vescovi e prelati di

sospendere l’invalido conciliabolo, dato che aveva solo creato

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problemi e divisioni. Ma nel conclave del giugno 1963, come

documentato già nel libro sull’antipapa Montini, venne eletto il

cardinale Giuseppe Siri, che però venne nuovamente costretto a

rinunciare all’elezione, per le pressioni e minacce degli scomunicati

cardinali massoni presenti al conclave, che fecero di tutto per eleggere

lo scomunicato massone Giovanni Battista Montini. Così avvenne,

con un’elezione nuovamente invalida, e Montini scelse il nome di

Paolo VI, ed espresse subito la sua volontà di continuare l’invalido

ed eretico conciliabolo.

Nel suo primo discorso da antipapa ai vescovi e ai cardinali, Paolo VI

indicò quali fossero gli obbiettivi principali dell’invalido ed eretico

conciliabolo:

-“definire più precisamente il concetto di Chiesa”, cioè creazione con

l’inganno di una controchiesa anticristica, contraria ed opposta

alla vera Chiesa cattolica;

-“il rinnovamento della Chiesa”, cioè la promozione della confusione

dottrinale, delle eresie, e dell’apostasia tra i fedeli, in modo da

dannare il maggior numero di anime;

-“la ricomposizione dell’unità fra tutti i cristiani”, cioè la

protestantizzazione dei fedeli, attraverso l’inganno di una falsa

autorità, e il tentativo di fusione di tutte le religioni in una sola,

dedita al culto dell’uomo e di lucifero, per un nuovo ordine

mondiale satanico;

-“dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo”, cioè il

compromesso dottrinale e materiale con i peggiori sistemi

dittatoriali, massonici, satanici del pianeta, e la promozione delle

peggiori nefandezze e dell’immoralità tra il clero e quindi tra i fedeli.

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Dopo quattro sessioni, l’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano venne

chiuso dall’antipapa Paolo VI il 7 dicembre 1965. Il seme dell’apostasia

e della controchiesa anticristica, era stato gettato. Ora l’antipapa

scomunicato e satanista, si accingeva a dare nuovi riti invalidi, e un

nuovo sacerdozio invalido, alla controchiesa anticristica da lui

avviata.

Montini proseguì l’invalido conciliabolo Vaticano, portandolo a termine

nel 1965, con la proclamazione satanica della nuova “chiesa per il

culto dell’uomo”:

“La religione del Dio che si è fatto uomo si è incontrata con la

religione -perché tale è- dell’uomo che si è fatto Dio. Che cosa è

avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere; ma

non è avvenuto. (…) Una simpatia immensa lo ha tutto

pervaso. (…) Dategli merito di questo almeno, voi umanisti

moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e

riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più

di tutti, siamo i cultori dell’uomo. (…) Una corrente di affetto e

ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo moderno

(…): i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati, i

suoi sforzi sostenuti (…). Non si dica dunque mai inutile una

religione come la cattolica, la quale, nella sua forma più cosciente e

più efficace, qual è quella conciliare, tutta si dichiara in favore

ed in servizio dell’uomo. (…) Il nostro umanesimo si fa

cristianesimo, e il nostro cristianesimo si fa teocentrico; tanto che

possiamo altresì enunciare: per conoscere Dio bisogna conoscere

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l’uomo. (…) questo Concilio, che all’uomo principalmente ha

dedicato la sua studiosa attenzione”. (7 dicembre 1965, discorso di

chiusura dell’invalido conciliabolo Vaticano).

Questo discorso sacrilego pieno di blasfemie, pronunciato

dall’antipapa Paolo VI, inaugurò la nascita della controchiesa

conciliare, precorritrice della futura religione mondiale luciferiana,

nel ‘nuovo ordine mondiale’ satanico. In questo discorso, l’intera

dottrina Cattolica viene invertita, e viene inaugurato il ‘culto

dell’uomo’ al posto del culto a Dio. Gesù disse: «Va' via, Satana;

poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo"».

(Vangelo di san Matteo, capitolo 4)

Per capire l’enormità delle bestemmie dell’antipapa Paolo VI, basta

leggersi le encicliche dei papi Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, san

Pio X; in particolare, il “Sillabo”, e l’enciclica di san Pio X “Pascendi

Dominici Gregis”. In un documento profetico di san Pio X, leggiamo:

«Tanta è l’audacia e l’ira con cui si perseguita dappertutto la religione, si combattono i dogmi della Fede e si adopera sfrontatamente a estirpare, ad annientare ogni rapporto dell’uomo con la divinità! In quella vece, ciò che appunto, secondo il dire del medesimo Apostolo (San Paolo), è il carattere proprio dell’Anticristo, l’uomo stesso, con infinita temerità, si è posto in luogo di Dio, sollevandosi, soprattutto, contro ciò che chiamasi Iddio, per modo che, quantunque non possa spegnere in se stesso ogni notizia di Dio, pure, manomessa la maestà di Lui, ha fatto dell’universo quasi un tempio a sé medesimo per esservi adorato. Dal che consegue che, instaurare tutte le cose in Cristo e ricondurre gli uomini alla soggezione a Dio, è uno stesso e identico scopo. Perché, però, tutto questo si ottenga conforme al desiderio, fa d’uopo che, con ogni mezzo e fatica, facciamo sparire radicalmente l’enorme detestabile scelleratezza,

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tutta proprietà del nostro tempo: la sostituzione, cioè, dell’uomo a Dio» (san Pio X, “E Supremi Apostolatus”).

Sempre nel 1965, il 4 ottobre, l’antipapa Paolo VI tenne all’ONU (la

spelonca della massoneria mondialista, e organizzazione mondialista

precorritrice e promotrice del nuovo ordine mondiale luciferiano)

un discorso da massone a massoni, non nominando neanche una

volta il nome di Gesù. Tra le varie blasfemie, l’antipapa Montini disse:

“Non abbiamo infatti alcuna cosa da chiedere, nessuna

questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un

permesso da chiedere, quello di potervi servire in ciò che a

Noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà e amore. (…)

Ma questa è l’impresa; questa la vostra nobilissima impresa. Chi

non vede il bisogno di giungere così, progressivamente, a

instaurare un’autorità mondiale, capace di agire con

efficacia sul piano giuridico e politico? Anche a questo riguardo

ripetiamo il Nostro voto: perseverate. (…) Grazie a voi, gloria

a voi, che da vent’anni per la pace lavorate, e che avete perfino dato

illustri vittime a questa santa causa. Grazie a voi, gloria a voi

(…) Noi, osando farci interpreti del mondo intero, vi esprimiamo

plauso e gratitudine. (…) Quando voi uscite da questa aula il mondo

guarda a voi come agli architetti, ai costruttori della pace.”

(Discorso dell’antipapa Paolo VI all’ONU, il 4 ottobre 1965).

Il discorso all’ONU è emblematico, e solo un’anima ottenebrata o

ignorante nella fede, non può capire l’inganno satanico della

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controchiesa anticristica ‘conciliare’, nata dall’invalido ed eretico

conciliabolo Vaticano del 1962-65. L’antipapa Montini esaltò l’ONU,

organizzazione massonica che promuove l’aborto, e ogni attività

contraria ai sacri dogmi del Cattolicesimo. Gesù come si è

comportato con i potenti? Con Pilato, Erode, Caifa, i sommi

sacerdoti, e tutti gli altri potenti del suo tempo? E invece come si è

comportato l’antipapa Paolo VI e Roncalli, e i loro successori nella

controchiesa nata dall’invalido conciliabolo Vaticano de 1962-65?

La grande apostasia iniziò. Il satanista Montini abolì la liturgia

bimillenaria della Messa e dei Sacramenti (di istituzione divina,

risalente a Gesù Cristo stesso), e inaugurò un falso rito

protestante, e quasi tutti i cattolici lo seguirono, ignari dell’inganno

satanico, con il pretesto dell’obbedienza. L’antipapa Paolo VI abolì

anche gli Ordini minori (cosa che nessun Papa può fare, perché

sarebbe invalida), risalenti ai Dodici Apostoli.

"Il culto divino in un Concilio ecumenico subirà una trasformazione, che lo

metterà in armonia con lo stato della civiltà moderna" (1883, ex canonico Roca).

«Ho notato quanto il suo pensiero fosse di tipo laico. Con lui non si era in

presenza di un “chierico”, ma di un laico promosso, inaspettatamente, al

papato».

(Jean Guitton, “Paolo VI segreto”, Ed. Paoline, pag. 21)

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L’anti-Chiesa secondo mons. Antonio de Castro Mayer “Quando furono distribuiti tra i Padri Conciliari i primi schemi del Concilio Vaticano II, m’interpellarono: - che ne pensa; sarebbe necessario riunire un Concilio per giungere a ciò? La ragione della domanda è che gli schemi non presentavano alcuna novità. Infatti, la realtà del Concilio Vaticano II non era quella che appariva. Era nei suoi sotterranei. Sotto l’apparenza tradizionale, assicurata dalla presenza dei signori Cardinali Ottaviani, Bacci, Ruffini, Baum e altri, operava il Cardinal Bea, portavoce del B’nai-B’rith giudaico e altre entità massoniche, convinti che era arrivato il momento de compiere l’opera di demolizione della Chiesa Cattolica, facendola implodere su sé stessa. Si concepì, quindi, un Concilio "sui-generis", senza discussioni: gli oratori si succedevano ininterrottamente, uni agli altri, versando sull’assemblea quanto nutriva i loro spiriti. Non vi era nesso tra i vari interventi. Chi li voleva contestare, doveva iscriversi nell’elenco dei postulanti della parola e attendere il suo turno, che poteva accadere vari giorni dopo. Di modo che, nel Concilio Vaticano II, le commissioni regolavano tutto; subito all’inizio, il tavolo della presidenza eliminò gli schemi proposti dalla commissione preparatoria, che risulta autorizzata dalla Santa Sede, ossia dal Papa, a chi del resto spetta, come capo supremo della Chiesa e Vicario di Gesù Cristo, il diritto di proporre la materia da svolgere nei concili e il modo come farlo. Ecco che il Concilio Vaticano II si costituì come un’antichiesa. Dogma fondamentale della Chiesa Cattolica è la sua necessità per la salvezza. Agli uomini non è data la libertà di scelta della propria religione e Chiesa, secondo che piaccia o siano persuasi. Sotto pena di condanna eterna, devono entrare nella Chiesa Cattolica Romana. - Ora, il Vaticano II, a riguardo, fissa, come dottrina incontestabile, precisamente il contrario: ogni uomo ha la libertà “viscerale” di aderire alla religione della sua preferenza.

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Vista quest’antitesi, in questo punto basilare, necessariamente, su di esso si costruiscono edifici antitetici. - Per ciò diciamo che il Vaticano II s’è costituito come l’antichiesa. Per conseguenza: chi aderisce al Vaticano II, senza restrizioni, per questo solo fatto, si stacca della vera Chiesa di Cristo. Nessuno può, allo stesso tempo essere cattolico e sottoscrivere tutto quanto stabilì il Vaticano II. Possiamo dire che il modo più completo per abbandonare la Chiesa di Cristo, Cattolica Apostolica Romana, sta nell’accettare senza riserve quanto insegnato e proposto dal Vaticano II. Esso è l’antichiesa.” (da "Heri et Hodie" – pubblicato dai Padri di Campos - nº 33).

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Documenti dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del

1962-65:

Quattro Costituzioni, nove Decreti, e tre Dichiarazioni.

-“Costituzioni”: ‘Dei Verbum’, per desacralizzare la Sacra Bibbia;

‘Lumen Gentium’, per gettare le basi della controchiesa anticristica:

desacralizzazione del papato, dei vescovi, del sacerdozio (un vero

programma satanico), ed esaltazione di un luciferiano culto

dell’uomo; ‘Sacrosantum Concilium’, per desacralizzare la liturgia

e la Messa, ponendo le basi per i nuovi falsi e invalidi riti, liturgie e

sacerdozio, che qualche anno dopo, l’antipapa Paolo VI promulgherà;

‘Gaudium et Spes’, per promuovere il compromesso con i sistemi

disumani e anticristiani della società, con le peggiori dittature e le

peggiori ideologie, e per promuovere tra il clero e quindi tra i fedeli, il

‘dialogo’ per le peggiori aberrazioni immorali. Nel giardino dell’Eden,

anche Eva ‘dialogò’ con il serpente-demonio, e abbiamo visto quale

tragedia immane è scaturita: il peccato originale, e l’inizio dei dolori

per l’umanità.

-“Decreti”: ‘Unitatis Redintegratio’, per la protestantizzazione dei

fedeli, e la fusione delle religioni per una nuova controchiesa

anticristica luciferiana, in vista di un nuovo ordine mondiale

satanico; ‘Nostra Aetate’, per la sottomissione alla sinagoga ebraica,

condannata dai Vangeli e dal Nuovo Testamento, e invece adorata

dalla controchiesa anticristica (la ‘Nostra Aetate’ è stata scritta dai

vertici della massoneria ebraica del B’nai B’rith -coinvolta anche

nell’elezione invalida degli antipapi Roncalli e Montini- che l’hanno

promossa tramite lo scomunicato massone cardinale Agostino Bea);

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‘Dignitatis Humanae’, che promuove la ‘libertà religiosa’, cioè che

tutte le religioni vanno bene per salvarsi l’anima, autentica bestemmia

contro Dio, già condannata solennemente ed irreformabilmente,

dalla Chiesa Cattolica, l’unica vera Religione, e unica depositaria

della salvezza.

Con l’avvio della controchiesa anticristica, il 29 giugno 1972, l’antipapa

Paolo VI ammise: “Si credeva che dopo il concilio sarebbe venuta una

giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata

di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza.”

Ma il suo obiettivo di infiltrato satanista, era pienamente riuscito:

l’avvio della grande apostasia tra i fedeli, la dannazione eterna di

milioni di anime, la creazione con l’inganno della controchiesa

anticristica ‘conciliare’.

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CAPITOLO 2

Le eresie dell’invalido conciliabolo Vaticano

del 1962-1965.

(Fr. Michael Diamond e Fr. Peter Diamond; vaticanocattolico.com)

Yves Marsaudon, massone di trentatreesimo grado del rito Scozzese, 1965: “… la coraggiosa idea di libertà di pensiero… – qui si può veramente parlare di una rivoluzione provenuta dalle nostre logge massoniche – che ha splendidamente aperto le sue ali sulla basilica di San Pietro.”

L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, costituì una rivoluzione contro duemila anni di insegnamento Cattolico e di Tradizione Cattolica. I documenti promulgati dall’invalido conciliabolo, contengono molte eresie che furono direttamente condannate dai Papi e da Concili infallibili. L’invalido conciliabolo Vaticano ha proposto e imposto con una falsa obbedienza ai Cattolici, una nuova religione.

I frutti dell’invalido conciliabolo Vaticano sono chiaramente visibili a chiunque. Qualunque Cattolico onesto che è vissuto prima del conciliabolo Vaticano, considerando i suoi frutti con la religione presente oggi nelle diocesi, può attestare il fatto che il conciliabolo Vaticano del 1962-65, inaugurò una nuova religione, diversa e opposta a quella Cattolica.

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L’eresia più specifica dell’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65.

Il conciliabolo Vaticano del 1962-65 utilizza il medesimo verbo del Concilio di Firenze, per insegnare esattamente il suo opposto.

Il Concilio di Firenze definì dogmaticamente che qualunque individuo che ha una idea od opinione contraria a quella dell’insegnamento della Chiesa Cattolica, su nostro Signore Gesù Cristo e la Trinità, o su qualunque delle verità riguardanti nostro Signore e la Trinità, è rigettato da Dio.

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, ‘Cantate Domino’, 1442, ex-cathedra: “… la Santa Romana Chiesa, fondata sulle parole del Salvatore e Signore nostro, crede, professa e predica fermamente un vero Dio, onnipotente, immutabile ed eterno, Padre, Figliolo e Spirito Santo… Sicché essa [la Santa Romana Chiesa] condanna, rigetta, anatemizza e dichiara essere al di fuori del corpo del Cristo, che è la Chiesa, chiunque abbia idee od opinioni opposte o contrarie.”

Tale è una definizione dogmatica infallibile della Chiesa Cattolica circa gli individui che abbiano una idea o opinione su nostro Signore Gesù Cristo o la Santissima Trinità contraria alla sua, ad esempio, gli ebrei, i maomettani e così via. Il Concilio di Firenze definisce solennemente la verità Apostolica per la quale chiunque avesse una opinione contraria all’insegnamento della Chiesa su nostro Signore e la Trinità, come gli ebrei, sarebbe condannato e rigettato. Si noti come il Concilio non affermò solamente che la opinione contraria alla verità circa nostro Signore è rigettata, bensì che l’individuo, ad esempio l’ebreo, è rigettato. Tale dogma è radicato nella verità da nostro Signore, specificatamente rivelata nella Sacra Scrittura.

Matteo 10;33: “Ma chiunque mi avrà rinnegato davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.”

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Il verbo “rinnegare” significa rigettare o ripudiare. Colui che rinnega nostro Signore, è da Lui rigettato. Ciò malgrado, nel suo “Decreto sulle religioni non-Cristiane” l’invalido conciliabolo Vaticano, insegna esattamente l’opposto.

Dichiarazione dell’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65, ‘Nostra aerate’ (4): “Sebbene la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, i Giudei non dovrebbero essere presentati come rigettati o maledetti da Dio, come se tali opinioni provenissero dalla Sacre Scrittura.”

L’invalido conciliabolo Vaticano ha rinnegato la divinamente rivelata verità in Matteo 10;33, la quale fu solennemente definita dal Concilio di Firenze. L’insegnamento del conciliabolo Vaticano è palesemente eretico.

Ciononostante, il tutto peggiora ancora di più, allorquando lo si considera in maggiore dettaglio. Nel caso si avesse qualche dubbio su tale eresia, si consideri ciò che segue.

L’invalido conciliabolo Vaticano contro il dogmatico Concilio di Firenze

‘Nostra aetate’ (4), conciliabolo Vaticano, Italiano: “… i Giudei non dovrebbero essere presentati come rigettati o maledetti da Dio… “Nostra aetate’ (4), conciliabolo Vaticano, Latino: “… Iudaei tamen neque ut a Deo reprobati neque ut maledicti exhibeantur… ”

Concilio di Firenze, dogmatico, Italiano: “Sicché essa [la Santa Romana Chiesa] condanna, rigetta, anatemizza e dichiara essere al di fuori del corpo del Cristo, che è la Chiesa, chiunque abbia opinioni opposte o contrarie.” Concilio di Firenze, dogmatico, Latino: “Quoscunque ergo adversa et contraria sentientes damnat, reprobat et anathematizat et a Christi corpore, quod est Ecclesia, alienos esse denuntiat.”

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Nel pronunciare l’infallibile dichiarazione dogmatica, per la quale tutti coloro che hanno un’opinione contraria alla Fede in nostro Signore o nella Trinità, sono rigettati, il testo Latino originale di Firenze utilizza la parola “reprobat”, la quale significa “rigetta”. Essa proviene dal verbo Latino “reprobare”, significante riprovare o condannare.

Ciò malgrado, ecco lo scandalo: in ‘Nostra aetate’ (4), il decreto dell’invalido conciliabolo Vaticano sulle religioni non-Cristiane, in modo da dichiarare l’esatto opposto, il conciliabolo Vaticano utilizza il medesimo verbo. Il conciliabolo Vaticano utilizzò “reprobati”, participio passato, passivo, del verbo “reprobare” – il medesimo verbo che il Concilio di Firenze utilizzò. Ciò significa che l’invalido conciliabolo Vaticano ed il Concilio di Firenze discussero sulla medesima cosa, avendo utilizzato lo stesso verbo, tuttavia insegnando esattamente l’opposto l’uno rispetto all’altro. La Chiesa Cattolica definisce che tutti gli individui, gli ebrei e così via, aventi opinioni contrarie alla Fede nel Cristo o nella Trinità, essa li reproba, rigetta. Il conciliabolo Vaticano comunica che gli ebrei non dovrebbero essere considerati “reprobati”, già rigettati. L’invalido conciliabolo Vaticano potrebbe difficilmente contraddire il dogma Cattolica in maniera più precisa.

Non vi può essere assolutamente dubbio alcuno, per cui il conciliabolo Vaticano rinnegò l’insegnamento dogmatico del Concilio di Firenze. Sebbene vi siano, e sì vi sono, molte palesi eresie nell’invalido conciliabolo Vaticano, come in questo studio viene documentato, questa è la più palese ed esplicita. Chiunque negherebbe che l’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65 ha insegnato l’eresia, alla luce di questi fatti, sarebbe semplicemente un mentitore.

Tale eresia presente nella dichiarazione del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’, è il basamento teologico per l’insegnamento corrente della controchiesa anticristica -nata dall’invalido ed eretico conciliabolo

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Vaticano- sugli ebrei. Essa è la ragione per la quale il Vaticano pubblica correntemente dei libri insegnanti che gli ebrei sono perfettamente liberi di vivere come se Cristo non fosse venuto. Essa è la ragione per cui il conciliabolo Vaticano ha insegnato che la Vecchia Alleanza è ancora valida. Essa è la ragione da cui gli antipapi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, e Francesco intrapresero tutti dei viaggi alla sinagoga, nel tentativo di convalidare il giudaismo.

Le altre principali eresie dell’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65:

Le altre eresie del conciliabolo Vaticano, sono trovabili nei seguenti documenti:

1. Unitatis redintegratio – Decreto sull’ecumenismo.

2. Orientalium ecclesiarum – Decreto sulle chiese Cattoliche Orientali.

3. Lumen gentium – Costituzione “dogmatica” della “Chiesa”.

4. Dignitatis humanae – Dichiarazione sulla libertà religiosa.

5. Ad gentes – Decreto sulle attività missionarie.

6. Nostra aetate – Decreto sulle religioni non-Cristiane.

7. Gaudium et spes – Costituzione della Chiesa nel mondo moderno.

8. Sacrosanctum conclium – Costituzione sulla sacra liturgia.

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Eresie per documento

(Fr. Michael Diamond e Fr. Peter Diamond; vaticanocattolico.com)

1. Unitatis redintegratio – Decreto dell’invalido conciliabolo Vaticano, sull’ecumenismo.

Documento del conciliabolo Vaticano, Unitatis redintegratio (1): “Eppure quasi tutti, sebbene in modi diversi, desiderano l’una visibile ‘Chiesa di Dio’, quella veramente ‘Universale Chiesa’ la quale missione è quella di convertire il mondo intero al ‘Vangelo’, cosicché il mondo sia salvato, alla gloria di Dio.”

All’inizio del suo decreto sull’ecumenismo, il conciliabolo Vaticano insegna che quasi tutto desiderano una veramente “Universale Chiesa”, la quale missione è quella di convertire il mondo al “Vangelo”. Quale è veramente l’Universale Chiesa la quale missione è quella di convertire il mondo al Vangelo? Essa è la Chiesa Cattolica, ovviamente, la quale è la sola una e vera Chiesa del Cristo. Pertanto, di che cosa discusse il conciliabolo Vaticano? Per quale ragione insegnò che quasi tutti desiderano la veramente “Universale Chiesa di Cristo” quando essa è già posseduta? La risposta è che il conciliabolo Vaticano insegnò la menzogna che la gente deve desiderare la “vera Chiesa Cattolica” in quanto ancora non esistente. Per coloro dubitanti che il conciliabolo Vaticano negò in tale passaggio la verità per la quale la Chiesa Cattolica esiste, viene citata l’interpretazione del passaggio di un discorso dell’antipapa Giovanni Paolo II.

Antipapa Giovanni Paolo II, omelia, trattante della preghiera con gli acattolici, 05/12/1996: “Quando preghiamo assieme, noi lo facciamo con il desiderio ‘che vi sia una visibile ‘Chiesa di Dio’, una ‘Chiesa’ veramente ‘Universale’ inviata all’intero mondo, acciocché il mondo sia convertito al ‘Vangelo’ e, dunque, salvato, alla gloria di Dio’ (Unitatis redintegratio, 1.).”

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Si osserva il fatto per il quale l’antipapa Giovanni Paolo II stesso confermò che il desiderio di una visibile “Chiesa di Cristo” è un desiderio attivo in entrambe le parti – quella Cattolica e quella acattolica, il che significa che nel suo decreto sull’ecumenismo, dal quale l’antipapa Giovanni Paolo II citava, il conciliabolo Vaticano desiderò l’una “Universale Chiesa del Cristo”. Il conciliabolo Vaticano negò, dunque, la realtà dogmatica per la quale la Chiesa Cattolica è l’Universale Chiesa di Cristo.

Unitatis redintegratio riafferma anche la blasfemia per la quale tutti i cosiddetti Cristiani professanti battezzati, ossia, i “Cristiani” non-Cattolici, sono in comunione con la “Chiesa”, detenendo un diritto al nome di “Cristiani”, non menzionando alcunché circa la loro necessità di convertirsi alla Fede Cattolica per la salvezza.

Conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (3): “Poiché gli uomini credenti in Cristo ed essenti stati veramente battezzati, sono in comunione con la Chiesa Cattolica, per quanto detta comunione sia imperfetta. Le differenze esistenti in vario grado tra loro e la Chiesa Cattolica – sia in dottrina che in disciplina o concernenti la struttura della Chiesa – creano molti ostacoli, talora seri, circa la piena comunione ecclesiastica. Il movimento ecumenico si sforza a sormontare questi ostacoli. Tuttavia, a prescindere da essi, rimane vero che tutti coloro che sono stati giustificati mediante la Fede nel Battesimo, sono incorporati in Cristo e hanno un diritto ad essere chiamati Cristiani, indi venendo correttamente accettati come fratelli dai membri della Chiesa Cattolica.”

Si noti come il conciliabolo Vaticano insegna che tali membri delle sette Protestanti e scismatiche sono in comunione con la “Chiesa Cattolica”, sebbene parziale, e fratelli della “stessa”, con diritto al nome di “Cristiani”. La Chiesa Cattolica, di contro, insegna la realtà che essi sono al di fuori della comunione della Chiesa ed estraeni ai suoi fedeli. Ciò contraddice direttamente l’insegnamento del conciliabolo Vaticano.

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Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (9), 29/06/1896: “La pratica della Chiesa è sempre stata la stessa, come dimostrato dall’unanime insegnamento dei padri, i quali erano abituati a considerare al di fuori della comunione Cattolica ed estraneo alla Chiesa chiunque recedesse nel minimo grado, da punto di morale alcuno, proposto dal suo autoritativo Magistero.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (4): “Ciò nondimeno, le divisioni fra i Cristiani impediscono alla Chiesa di realizzare nella pratica la pienezza della Cattolicità ad essa propria, tra i suoi figli e figlie, sebbene ad essa uniti mediante il Battesimo, sono ancora separati dalla piena comunione con essa. Oltretutto, la Chiesa medesima trova più difficile esprimere nella vita effettiva la sua piena Cattolicità in tutte le sue tolleranze.”

Nella parte quarta del medesimo decreto sull’ecumenismo, la succitata, il conciliabolo Vaticano rinnega la realtà che la Chiesa del Cristo è pienamente Cattolica. Ove ciò si credesse, non si reciterebbe il Credo Apostolico: “Io credo… nella Santa Chiesa Cattolica”. Si reciterebbe, invece: “Io credo… nella non pienamente Chiesa Cattolica”. Ma per quale ragione avrebbe asserito il conciliabolo Vaticano una tale ridicola eresia? Esiste una ragione. La parola Cattolica significa universale. Come già visionato, il conciliabolo Vaticano rigetta la verità che la Chiesa Cattolica è la Chiesa Universale del Cristo, insegnando che quasi tutti desiderano la Chiesa Universale, come se essa non esista.

Joseph Ratzinger, ‘Dominus Iesus’ (17), approvato dall’antipapa Giovanni Paolo II, 06/08/2000: “La Chiesa del Cristo è presente ed operativa anche in tali chiese, quantunque esse manchino di piena comunione con la Chiesa Cattolica, giacché non accettanti la dottrina Cattolica del Papato, la quale, secondo la volontà di Dio, il Vescovo di Roma possiede ed esercita oggettivamente sopra l’intera Chiesa.”

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La religione del conciliabolo Vaticano sostiene la bestemmia che la “Chiesa del Cristo” sia ed è più grande della Chiesa Cattolica. Giacché il decreto sull’ecumenismo del conciliabolo Vaticano, rinnega la verità per la quale la Chiesa Cattolica è la Chiesa Universale del Cristo, desiderando che una tale “Chiesa” esista, ne consegue logicamente che il conciliabolo Vaticano insegni la menzogna per cui la “Chiesa Cattolica Universale” non sia e non è capace di realizzare pienamente la “sua Cattolicità od Universalità”, causa divisioni tra i “Cristiani”. In altre parole, secondo il chiaro insegnamento del conciliabolo Vaticano, le divisioni fra le innumerevoli sette protestanti, fra quelle scismatiche orientali e la Chiesa Cattolica, impediscono alla “Chiesa Universale”, della quale si è tutti membri -sempre secondo il conciliabolo Vaticano- di realizzare pienamente la “sua” vera Cattolicità od Universalità.

Tutto ciò è una conferma definitiva per cui il conciliabolo Vaticano insegnò l’eresia che le sette eretiche e scismatiche costituiscono la “Chiesa di Cristo”. Le parole del conciliabolo Vaticano circa l’ “universalità della Chiesa del Cristo”, macchiata dalle divisioni fra tali sette, non avrebbero senso, a meno che esso sostenesse che tali sette delineino la “Chiesa del Cristo”. Spiegato ciò si citano, dunque, Papa Clemente VI e Papa Leone XIII, di modo da contraddire tale spaventosa eresia dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano.

Papa Clemente VI, ‘Super quibusdam’, 20/09/1351: “Noi domandiamo, in prima istanza, se voi e la chiesa degli Armeni a voi obbediente, poteste credere che tutti coloro che nel Battesimo avrebbero ricevuto la medesima Fede Cattolica, e si fossero dopo ritirati, o nel futuro, si ritirino dalla comunione di questa stessa Chiesa Romana, la sola quale è Cattolica, diventino scismatici ed eretici ove rimanessero ostinatamente separati dalla Fede di questa Romana Chiesa.”

Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (9), 29/06/1896: “La pratica della Chiesa è sempre stata la stessa, come dimostrato dall’unanime

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insegnamento dei padri, i quali erano abituati a considerare al di fuori della comunione Cattolica ed estraneo alla Chiesa chiunque recedesse nel minimo grado, da punto di morale alcuno proposto dal suo autoritativo Magistero.”

Quando gli eretici lasciano la Chiesa Cattolica, essi non rompono la sua Universalità o Cattolicità, essi lasciano semplicemente la Chiesa.

Michael Daley, “The council’s 16 documents”, Saint Anthony messenger, Novembre 2005, pagina 15: “Il decreto sull’ecumenismo, ‘Unitatis redintegratio’, desidera la restaurazione dell’unione, non semplicemente un ritorno a Roma, fra tutti i “Cristiani”. Esso ammette che entrambe le parti sono da accusare per le divisioni storiche ed offre linee guida per le attività ecumeniche.”

Secondo tale commentatore, il conciliabolo Vaticano insegnò l’eresia per la quale i protestanti e gli scismatici non erano in colpa per avere lasciato la Chiesa Cattolica; entrambe le parti erano da accusare. Ha forse Daley male interpretato il conciliabolo Vaticano? No; il conciliabolo Vaticano insegnò davvero la stessa cosa, mediante la seguente assurda proclamazione.

Conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (3): “Gli infanti nascenti in queste comunità, e crescenti ‘credendo nel Cristo’ non possono essere accusati di peccato coinvolto con la separazione, e la ‘Chiesa Cattolica’ li abbraccia come fratelli, con rispetto ed affetto.”

Occorre considerare con cura tale proclamazione, in modo da percepire il pieno impatto della sua malizia. Senza alcuna chiarificazione o qualificazione, il conciliabolo Vaticano emette un’affermazione generale scusante il peccato di separazione, vale a dire, eresia e scisma, per tutti coloro che sono nati nelle comunità protestanti e scismatiche, dicendo che crescono in esse “credendo in Cristo”. Ciò è incredibilmente eretico. Ciò significherebbe che non si

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potrebbe accusare alcun protestante di essere eretico, non importa quanto anti-Cattolico egli sia, se egli fosse nato in una tale setta. Ciò contraddice direttamente l’insegnamento Cattolico, come visionato con Papa Leone XIII, ad esempio. Tutti coloro rigettanti anche un dogma della Fede Cattolica, sono eretici e colpevoli di essersi separati dalla vera Chiesa.

Continuando si giunge alla parte terza del decreto sull’ecumenismo del conciliabolo Vaticano.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (3): “Inoltre alcuni, forse anche quasi tutti, delle dotazioni e degli elementi significativi cui assieme costruiscono e danno vita alla Chiesa stessa possono esistere al di fuori dei confini visibili della Chiesa Cattolica: la parola di Dio; la vita di grazia; la Fede, la speranza e la carità, assieme ad altri doni interiori dello Spirito Santo e persino elementi visibili.”

Si scopre l’altra eresia nella parte terza del decreto sull’ecumenismo. Esso asserisce la menzogna per la quale la “vita di grazia”, la “grazia santificante” o la “giustificazione”, esista al di fuori dei confini visibili della Chiesa Cattolica. Ciò è direttamente contrario al solenne insegnamento di Papa Bonifacio VIII, nella bolla ‘Unam Sanctam’.

Papa Bonifacio VIII, ‘Unam Sanctam’, 18/11/1302: “Con la Fede esortanteci, Noi siamo costretti a credere ed a sostenere l’Una, Santa, Chiesa Cattolica ed Apostolica, credendo fermamente e confessando semplicemente questa Chiesa, fuori dalla quale vi è nessuna salvezza né remissione di peccato, la Sposa nel Cantico proclamante: ‘Una è la mia colomba, quella perfetta.”

Il conciliabolo Vaticano contraddisse il dogma per il quale vi è nessuna remissione del peccato al di fuori della Chiesa Cattolica, avendo asserito la blasfemia che si possieda e si possiede la “vita di grazia”, includente

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la “remissione dei peccati”, al di fuori della Chiesa Cattolica. Vi è, comunque sia, ancor più eresia presente nel decreto sull’ecumenismo. Il conciliabolo Vaticano asserì l’eresia per la quale tali comunità da esso descritte, sono mezzi di salvezza.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (3): “Ne consegue che queste chiese e queste comunità separate come tali, malgrado da noi reputate deficienti sotto tali aspetti, sono state per nessun mezzo private del significato e dell’importanza del mistero della salvezza. Poiché lo Spirito del Cristo non si è limitato dall’utilizzarle come mezzo di salvezza, la quale efficacia proviene da quella pienezza di grazia e di verità affidate alla Chiesa Cattolica.”

Tale è una delle eresie più gravi del conciliabolo Vaticano. Essa costituisce un rigetto del dogma che al di fuori della Chiesa Cattolica vi è nessuna salvezza.

Papa San Pio X, ‘Editae sepe’ (29), 26/05/1910: “La sola Chiesa possiede assieme al suo Magistero, il potere di governare e di santificare la società umana. Tramite i suoi ministri e servitori, ciascuno nella propria stazione ed ufficio, essa conferisce all’umanità l’adeguato e necessario mezzo di salvezza.”

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, ‘Cantate Domino’, 1441, ex-cathedra: “La Santa Romana Chiesa crede, professa e predica fermamente che tutti coloro che sono al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani ma anche i giudei o gli eretici e gli scismatici, non possono partecipare alla vita eterna, ed andranno nel fuoco eterno preparato per il diavolo ed i suoi angeli, a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite… ”

Nel suo decreto sull’ecumenismo, il conciliabolo Vaticano afferma anche l’assurdità per la quale i non-Cattolici recano testimonianza a Cristo mediante l’aspersione del loro sangue. Il seguente paragrafo

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implica che vi siano stati, e ci siano, santi e martiri del Cristo, presenti nelle chiese non-Cattoliche: un’eresia.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (4): “Di contro, i Cattolici debbono accreditare e stimare felicemente le veramente Cristiane dotazioni derivanti dalla nostra eredità comune, destinate ad essere trovate fra i nostri seperati fratelli e le nostre separate sorelle. È un diritto ed è salutare riconoscere le ricchezze del Cristo e gli atti virtuosi nelle vite degli altri recanti testimonianza al Cristo, a volte persino aspergendo il loro sangue.”

Basandosi su tale insegnamento, l’antipapa Giovanni Paolo II ripeté e diffuse tale eresia molte volte.

Antipapa Giovanni Paolo II, ‘Ut unum sint’ (1), 25/01/1995: “La coraggiosa testimonianza di così tanti martiri del nostro secolo, inclusi membri delle chiese e delle comunità ecclesiastiche non in piena comunione con la Chiesa Cattolica, offre nuovo vigore all’appello del concilio, rammentandoci il nostro dovere di ascoltare e di mettere in pratica la sua esortazione.”

Antipapa Giovanni Paolo II, ‘Ut unum sint’ (84), 25/01/1995: “Benché in maniera invisibile, la comunione tra le nostre comunità, anche se ancora incompleta, è veramente e solidamente radicata nella piena comunione dei santi – coloro i quali, al termine di una vita fedele alla grazia, sono in comunione con la gloria di Cristo. Tali santi provengono da tutte le chiese e comunità ecclesiastiche, le quali hanno offerto loro entrata nella comunione della salvezza.”

La Chiesa Cattolica insegna dogmaticamente la verità per la quale al di fuori della Chiesa non vi sono martiri Cristiani.

Papa Pelagio II, epistola (2), ‘Dilectionis vestrae’, 585: “Coloro i quali non vogliono concordare al di dentro della Chiesa di Dio, non possono rimanere con Dio; malgrado resi alle fiamme ed ai fuochi, bruciando, o gettati a bestie selvagge, sacrificando le loro vite, non vi sarà per loro

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quella corona di Fede, bensì la punizione dell’infedeltà, non un glorioso risultato o virtù religiosa, bensì la rovina della disperazione. Un tale può essere ucciso, ma egli non può essere incoronato.”

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, ‘Cantate Domino’, Sessione 11, 04/02/1442: “… nessuno, qualunque elemosina abbia egli praticato, anche se egli avesse asperso sangue nel nome di Cristo, può essere salvato, a meno che sia rimasto nell’unità della Chiesa Cattolica.”

Nel suo decreto sull’ecumenismo, il conciliabolo Vaticano insegnò anche che gli eretici e scismatici orientali aiutano la Chiesa a crescere.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (13-15): “Noi volgiamo, dunque, la nostra attenzione a due maggiori tipi di divisione, in quanto essi intaccano la limpida tunica del Cristo. La prima divisione accadde in Oriente, allorché le formule dogmatiche dei Concili di Efeso e di Calcedonia furono impugnate e, dopo, allorquando la comunione ecclesiastica tra i patriarchi Orientali e la Sede Romana fu dissolta… Tutti sanno con quale grande amore i ‘Cristiani’ dell’Oriente celebrano la sacra liturgia… Laonde, tramite la celebrazione della Santa Eucaristia in ciascuna di queste chiese, la Chiesa di Dio è edificata, crescendo, e tramite la con-celebrazione, la loro comunione con un’altra è resa manifesta.”

La Chiesa Cattolica insegna la realtà per cui gli eretici sono le porte dell’Inferno.

Papa Vigilio, Concilio di Costantinopoli II, 553: “Tali materie sono state trattate con esattezza esaustiva, Noi teniamo a mente ciò che fu promesso circa la Santa Chiesa e circa Colui il quale affermò che le porte dell’Inferno non sarebbero prevalse contro di essa, per essi Noi comprendiamo le lingue mortali degli eretici, … e, dunque, Noi consideriamo con il diavolo, il padre delle menzogne, le lingue incontrollate degli eretici ed i loro scritti eretici, assieme agli eretici stessi, i quali hanno persistito nell’eresia perfino sino alla morte.”

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Papa San Leone IX, ‘In terra pax hominibus’, 02/09/1053, al “Padre” degli Ortodossi Orientali, Michele Ceralio, Capitolo 7: “La Santa Chiesa edificata su di una roccia, cioè Cristo, e su di Pietro o Cefa, il figlio di Giona prima appellato Simone, affinché dalle porte dell’Inferno -cioè, le dispute degli eretici conducenti alla vana distruzione- venisse giammai sormontata.”

Un’altra eresia che ha un posto preminente nel decreto sull’ecumenismo dell’invalido conciliabolo Vaticano, è la costante espressione di rispetto per i membri delle fedi non-Cattoliche, delle religioni non-Cristiane.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (3): “Tuttavia, nei secoli susseguenti, dissensi assai più estesi comparvero sulla scena, e larghe comunità finirono per separarsi dalla ‘piena comunione’ con la Chiesa Cattolica – per cui, abbastanza spesso, entrambe le parti erano da incolpare. Gli infanti nascenti in queste

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comunità e crescenti credendo nel Cristo non possono essere accusati di peccato coinvolto con la separazione, e la Chiesa Cattolica li abbraccia come fratelli, con rispetto ed affetto.”

La Chiesa Cattolica non stima i membri delle fedi non-Cattoliche, delle religioni non-Cristiane. La Chiesa opera per e spera nella loro conversione, tuttavia, essa denuncia ed anatemizza come dei membri di sette eretiche, coloro che rigettano l’insegnamento Cattolico.

Papa Innocenzo III, Concilio Laterano IV, 1215, Costituzione 3, Sugli eretici: “Noi scomunichiamo ed anatemizziamo ogni eresia levantesi contro questa santa, ortodossa e Cattolica Fede la quale Noi abbiamo spiegato disopra. Noi condanniamo tutti gli eretici, sotto qualunque nome essi si trovino. Essi detengono invero volti differenti, però le loro code sono legate assieme, sintantoché essi siano simili nel loro orgoglio.”

Papa Pelagio II, epistola (1), ‘Quod ad dilectionem’, 585: “Se alcuno, comunque suggerisse, credesse o presumesse di insegnare il contrario di questa Fede, che egli sappia che sarebbe condannato ed anche anatemizzato secondo l’opinione dei padri medesimi.”

Concilio di Costantinopoli I, 381, Canone 1: “Ogni eresia è da essere anatemizzata, ed in particolare quella degli Eunomiani od Anomei, quella degli Ariani od Eudossiani, quella dei semi-Ariani o Pneumatomachi, quella dei Sabelliani, quella dei Marcelliani, quella dei Fotiniani e quella degli Apollinariani.”

Il decreto del conciliabolo Vaticano sull’ecumenismo, insegna anche la falsità per cui in materia teologica, occorre trattare i non-Cattolici con lo stesso peso.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Unitatis redintegratio’ (9): “Noi dobbiamo conoscere la visione dei separati nostri compagni Cristiani… Del più alto valore per questo scopo sono gli incontri tra le 2 parti – specialmente per la discussione di problemi teologici – nei quali ogni

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parte può trattare con l’altra a pari grado, a patto che coloro prendenti parte in essi sotto la guida della autorità, siano veramente competenti.”

Si noti quanto specificatamente sia, ed è, il linguaggio del decreto sull’ecumenismo del conciliabolo Vaticano, condannato dall’enciclica di Papa Pio XI contro l’ecumenismo. Il conciliabolo Vaticano raccomandò che si trattasse con gli eretici a pari grado, mentre Papa Pio XI descrisse gli eretici inclini a trattare con la Chiesa di Roma solamente da “uguali con uguali”. Allorquando si legge l’incredibile specificità con la quale il conciliabolo Vaticano contraddisse l’insegnamento passato del Magistero, ci si può solamente domandare: “Fu Satana stesso a scrivere i documenti del conciliabolo Vaticano?”.

Papa Pio XI, Mortalium animos (7), 06/01/1928, parlando degli eretici: “Frattanto, essi affermano che vorrebbero trattare intenzionalmente con la Chiesa di Roma, ma solamente ad uguali termini, cioè, da uguali con uguali… ”.

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2. ‘Orientalium ecclesiarum’ – il decreto dell’invalido conciliabolo Vaticano sulle chiese Cattoliche Orientali.

Il decreto dell’invalido conciliabolo Vaticano ‘Orientalium ecclesiarum’, tratta delle chiese Cattoliche Orientali. Esso tratta anche delle sette scismatiche Orientali, le cosiddette chiese Ortodosse. Alla ventisettesima parte del suo decreto, nel trattare dei cosiddetti Ortodossi, il conciliabolo Vaticano fornisce una delle sue eresie più significative.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Orientalium ecclesiarum’ (27): “Visti i suddetti principi, i Sacramenti della Penitenza, della Santa Eucaristia e dell’unzione degli infermi, possono essere conferiti ai Cristiani Orientali separati in buona fede dalla Chiesa Cattolica, a patto che essi lo richiedano per loro volontà, e che siano propriamente disposti.”

Per venti secoli la Chiesa Cattolica ha costantemente insegnato la realtà che gli eretici non possono ricevere i Sacramenti. Tale insegnamento è radicato nel dogma, per il quale al di fuori della Chiesa Cattolica esiste nessuna remissione dei peccati, definito da Papa Bonifacio VIII. È anche radicata nel dogma la verità per cui i Sacramenti sono di beneficio ai fini della salvezza, solamente per coloro che si trovano dentro la Chiesa Cattolica, come definito da Papa Eugenio IV.

Papa Bonifacio VIII, ‘Unam Sanctam’, 18/11/1302: “Con la Fede esortanteci, Noi siamo costretti a credere ed a sostenere l’Una, Santa, Chiesa Cattolica ed Apostolica, credendo fermamente e confessando semplicemente questa Chiesa, fuori dalla quale vi è nessuna salvezza né remissione di peccato, la Sposa nel Cantico proclamante: ‘Una è la mia colomba, quella perfetta.”

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, ‘Cantate Domino’, 1441, ex-cathedra: “La Santa Romana Chiesa crede, professa e predica fermamente che tutti coloro che sono al di fuori della Chiesa Cattolica,

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non solamente i pagani, ma anche i giudei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna, ed andranno nel fuoco eterno che fu preparato per il diavolo ed i suoi angeli, a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di questo corpo ecclesiale è di tale importanza, che solamente per coloro che abitano in esso, contribuiscono i Sacramenti della Chiesa alla salvezza, ed i digiuni, le elemosine ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana, producono ricompense eterne; che nessuno può esser salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, ed anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che egli abbia perseverato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

Solamente per che vivono nella Chiesa Cattolica, contribuiscono i Sacramenti della Chiesa alla salvezza. Tale è un dogma. Ciò malgrado, tale dogma fu ripudiato dallo scandaloso insegnamento del conciliabolo Vaticano, per il quale è legittimo offrire la Santa Eucaristia a coloro che non fanno parte della Chiesa Cattolica. I Papi nel corso delle epoche, hanno proclamato la verità che i non-Cattolici riceventi la Santa Eucaristia al di fuori della Chiesa Cattolica, la ricevono ai fini della loro dannazione.

Papa Pio VIII, ‘Traditi umiliati’ (4), 24/05/1829: “Girolamo era uso affermare così: colui che mangia l’Agnello al di fuori di questo ovile, perirà come coloro che durante il Diluvio non si trovavano con Noè sull’arca.”

Papa Gregorio XVI, ‘Commissum Divinitus’ (11), 17/05/1835: “… chiunque osasse allontanarsi dall’unità di Pietro, capirebbe che egli non condivide più il Divino mistero… ‘Chiunque mangiasse l’Agnello al di fuori di questo ovile, sarebbe profanatore.”

Papa Pio IX, ‘Amantissimus’ (3), 1862: “… chiunque mangiasse dall’Agnello e non fosse un membro della Chiesa, avrebbe profanato.”

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Antipapi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ripeterono ed espansero tale eresia del conciliabolo Vaticano molte volte. Nel caso dell’antipapa Giovanni Paolo II, esso viene insegnato chiaramente nel suo nuovo “codice di diritto canonico”, Canone 844.3-4, nel suo paragrafo per l’applicazione dei princìpi e norme dell’ecumenismo, numeri 122-125, e nel suo nuovo catechismo, numero 1401. Egli inoltre, si riferì molte volte a tale eresia, durante i suoi discorsi.

Antipapa Giovanni Paolo II, Udienza generale, 09/08/1995: “Circa gli aspetti della inter-comunione, la recente dichiarazione ecumenica conferma e dichiara precisamente tutto ciò che il concilio dettò, ovvero, una certa inter-comunione è possibile, giacché le chiese Orientali possiedono i veri Sacramenti, specialmente il sacerdozio e l’Eucaristia.

Circa tale punto sensibile, delle istruzioni specifiche sono state emesse, dettanti che quantunque fosse impossibile per un Cattolico ricorrere ad un sacerdote Cattolico, egli riceverebbe i Sacramenti della Penitenza, dell’Eucaristia e dell’unzione degli infermi, dal ministro di una chiesa Orientale, direttorio numero 123. Reciprocamente, i ministri Cattolici possono lecitamente amministrare i Sacramenti della Penitenza, dell’Eucaristia e dell’unzione degli infermi ai Cristiani Orientali domandanteli.”

Antipapa Giovanni Paolo II, ‘Ut unum sint’ (48), 25/05/1995: “L’esperienza pastorale dimostra che con rispetto ai nostri fratelli Orientali, andrebbero e dovrebbero essere prese in considerazione varie circostanze influenzanti gli individui, per le quali l’unità della Chiesa non sarebbe compromessa né verrebbero coinvolti dei rischi intollerabili, ma per le quali la salvezza medesima ed il profitto spirituale delle anime sarebbe di urgente importanza. Sicché, alla luce delle speciali circostanze del tempo, luogo e personaggio, la Chiesa Cattolica ha sempre adottato ed ora adotta una politica più leggera, offrendo a tutti i mezzi di salvezza e l’esempio della carità fra i

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Cristiani, mediante la partecipazione nei Sacramenti ed in altre sacre funzioni e dinamiche… Deve mai esservi una perdita di apprezzamento per l’implicazione ecclesiologica del condividere i Sacramenti, specialmente la Santa Eucaristia.”

Tre cose suscitano stupore in tale paragrafo. Primo: l’antipapa Giovanni Paolo II richiamò che si condividessero i Sacramenti, specialmente la Santa Eucaristia. Secondo: egli tentò di giustificare ciò invocando “il profitto spirituale delle anime”, il che significa la verità che egli negò direttamente la definizione di Papa Eugenio IV, circa il modo per cui la ricezione dei Sacramenti al di fuori della Chiesa, non beneficia alla salvezza. Terzo: Giovanni Paolo rammentò di non dimenticare la cosiddetta implicazione ecclesiologica del condividere i “Sacramenti” – l’implicazione per la quale gli eretici e gli scismatici con i quali si condividerebbero i “Sacramenti”, si troverebbero anch’essi nella “Chiesa del Cristo”. Comprende il lettore ciò che tale eresia significa? Essa significa che la chiesa del conciliabolo Vaticano, oggi guidata dall’antipapa Francesco, si considera presente nella “medesima Chiesa del Cristo”, di coloro a cui essa offre la “Santa Eucaristia”, e ne fanno parte i protestanti e gli scismatici Orientali.

Oltre a tale orribile ederetico insegnamento circa l’offrire i “Sacramenti” ai non-Cattolici, il documento del conciliabolo Vaticano ‘Orientalium ecclesiarum’, sparge ulteriore eresia riguardante l’indifferentismo, l’idea blasfema per la quale Dio approvi le sette eretiche.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Orientalium ecclesiarum’ (30): “Essi dovrebbero pregare anche affinché la pienezza della forza e della pace dello Spirito Santo, il Paraclito, scorra su molti di quei Cristiani di qualunque chiesa, i quali, confessanti Cristo senza timore, attraversano sofferenza ed angoscia.”

Contrariamente all’eresia del conciliabolo Vaticano, lo Spirito Santo non scorre sui membri di qualunque setta.

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Papa Leone XII, ‘Ubi primum’ (14), 05/05/1824: “È impossibile per il verissimo Dio, il quale è la Verità stessa, il migliore, il più saggio Supplente ed il Ricompensatore degli uomini buoni, approvare tutte le sette professanti falsi insegnamenti, spesso inconsistenti l’uno con l’altro e contraddittori, e conferire la salvezza eterna ai loro membri… mediante la Divina Fede Noi abbiamo un Signore, una Fede, un Battesimo… È per ciò che Noi professiamo che vi è nessuna salvezza al di fuori della Chiesa.”

Papa San Celestino I, Concilio di Efeso, 431: “… ricordate che i seguaci di ogni eresia, estraggono dalla Scrittura ispirata l’occasione del loro errore, e che tutti gli eretici corrompono le vere espressioni dello Spirito Santo con le loro menti malvagie, ponendo sulle loro teste una fiamma inestinguibile.”

In ultimo, nell’esprimere il principio che le sette eretiche sono valide quanto la Chiesa Cattolica, e per il quale lo Spirito Santo approva le sette eretiche, ‘Orientalium ecclesiarum’ richiama i Cattolici a condividere le loro chiese con gli eretici e gli scismatici.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Orientalium ecclesiarum’ (28): “Con gli stessi princìpi a mente, condividere le ‘sacre funzioni’, le cose ed i posti è concesso fra i Cattolici ed i loro separati fratelli e le loro separate sorelle Orientali… ”.

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3. ‘Lumen Gentium’ – la costituzione del conciliabolo Vaticano sulla “Chiesa”.

‘Lumen gentium’, la costituzione del conciliabolo Vaticano sulla “Chiesa”, diventò famosa, o meglio, notoria, per il suo insegnamento eretico di collegialità. Tale è l’eretica idea che anche i vescovi, come unica entità, posseggono la suprema autorità col Papa, al di dentro della Chiesa Cattolica.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Lumen gentium’ (22): “Tuttavia, l’ordine dei vescovi, il quale succede al collegio degli Apostoli nell’insegnare autorità e governo pastorale, e nel quale il corpo Apostolico continua ad esistere senza interruzione, è anch’esso il soggetto del supremo e pieno potere esercitato sulla Chiesa Universale, a patto che esso rimanga unito con il suo capo… ”

Si osserva la triste realtà per la quale ‘Lumen gentium’ insegna esattamente l’eresia che il “collegio dei vescovi” possiede il supremo e pieno potere sulla “Chiesa Universale”. Se ciò fosse vero, significherebbe che Cristo non avrebbe istituito un singolo capo della Chiesa Cattolica nella persona di San Pietro, bensì due supremi capi, il collegio dei vescovi e Pietro, rendendo la Chiesa un mostro a due teste.

Papa Bonifacio VIII, ‘Unam Sanctam’, 18/11/1302: “… Dell’Una e Santa Chiesa esiste un corpo, una testa, non due teste come un mostro… ”

Solamente il Papa possiede l’autorità suprema nella Chiesa; i vescovi non la detengono.

Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (14), 29/06/1896: “Poiché Colui che rese Pietro il basamento della Chiesa, ‘scelse anche Dodici, i quali Egli chiamò Apostoli (Luca 6;13),’ e siccome è necessario che l’autorità di Pietro si perpetui nel Romano Pontefice, dal fatto per cui i vescovi succedono gli Apostoli, essi ereditano il loro potere ordinario, sicché l’ordine episcopale appartiene necessariamente all’essenziale costituzione della Chiesa. Sebbene essi non ricevono autorità

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plenaria, universale o suprema, essi non sono da considerare come vicari del Romano Pontefice, perché essi esercitano un potere veramente loro, e sono veramente appellati pastori ordinari delle genti sulle quali essi governano.”

Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (15), 29/06/1896: “Tuttavia, il potere del Romano Pontefice è supremo, universale ed assolutamente peculiare a sé stesso; ma quello dei vescovi è circoscritto a limiti definiti ed assolutamente peculiare a loro stessi.”

L’invalido conciliabolo Vaticano insegnò la bestemmia per la quale i Cattolici adorano lo “stesso Dio” dei Maomettani

Oltre all’eresia della collegialità, ve ne sono altre in ‘Lumen gentium’, da non ignorare. La più stupefacente è forse quella trovabile in Lumen gentium, numero 16.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Lumen gentium’ (16): “Tuttavia, il piano della salvezza abbraccia anche coloro che accreditano il ‘Creatore’, fra questi i musulmani sono i primi; essi professano di detenere la Fede di Abramo, ed assieme a noi essi adorano l’uno misericordioso Dio, il quale giudicherà l’umanità durante l’ultimo giorno.”

Tale è una blasfemia clamorosa. I Cattolici adorano Gesù Cristo nella Santissima Trinità, i Musulmani, invece, no.

I Musulmani rigettano la Divinità di Gesù Cristo.

I Cristiani adorano Gesù Cristo in quanto Dio.

Persino un bimbo comprenderebbe l’ovvietà che non si ha il loro “medesimo Dio”.

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Papa Gregorio XVI, ‘Summo iugiter studio’ (6), 27/05/1832: “Quindi, essi devono istruirli circa la vera adorazione di Dio, il quale è unico alla Fede Cattolica.”

Papa San Gregorio Magno: “La Santa Chiesa Universale insegna che non è possibile adorare Dio veramente, eccetto che in essa… ”

Alcune persone tentano la difesa di tale terribile eresia del conciliabolo Vaticano, asserendo la blasfemia che i maomettani accreditano ed adorano un ‘Dio onnipotente’. Essi argomentano così: “Esiste un solo Dio, e giacché i musulmani non adorano molti dèi come i politeisti, bensì un ‘Dio onnipotente’, essi adorano lo ‘stesso Dio onnipotente di noi Cattolici’.”

Se fosse vero il concetto fasullo per cui i maomettani adorano lo “stesso Dio dei Cattolici”, per il fatto che essi adorano un “Dio onnipotente” allora chiunque professasse di adorare un “Dio onnipotente” adorerebbe l’uno vero Dio, assieme ai Cattolici. Non esiste alternativa. Ciò significherebbe che coloro che adorano Lucifero come l’ “uno vero Dio onnipotente”, adorerebbero lo “stesso Dio dei Cattolici”. Ciò è, tuttavia, chiaramente assurdo. Il tutto dovrebbe dimostrare a chiunque la realtà che l’insegnamento del conciliabolo Vaticano è palesemente eretico. Coloro che rifiutano la Santissima Trinità, non adorano il medesimo Dio di coloro che la adorano.

Si tratta di un chiaro rinnegamento della Santissima Trinità, l’asserzione per la quale i maomettani adorano il “vero Dio”, senza adorare la Santissima Trinità. In secondo luogo ed anche peggiore, ove considerato con cura, è l’assurda proclamazione per cui i maomettani adorano l’ “uno misericordioso Dio”, giudicante l’umanità durante l’ultimo giorno. Tale è un’eresia incredibile. I maomettani non adorano Gesù Cristo, il quale è il giudice dell’umanità nell’ultimo giorno. Sicché, essi non adorano Dio, giudicante l’umanità durante l’ultimo giorno. Affermare che i maomettani adorano Dio giudicante

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l’umanità durante l’ultimo giorno, come fatto dal conciliabolo Vaticano in Lumen gentium, numero 16, è negare la verità dogmatica che Gesù Cristo giudicherà l’umanità durante l’ultimo giorno.

Papa San Damaso I, Concilio di Roma, Canone 15: “Se alcuno non proclamasse che Egli, Gesù Cristo,… verrà per giudicare i vivi ed i morti, egli sarebbe un eretico.”

L’invalido conciliabolo Vaticano insegnò la malvagità che si può essere atei, senza alcuna colpa propria.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Lumen gentium’ (16): “Né nega la Divina Provvidenza gli aiuti necessari per la salvezza a coloro che, tramite nessuna colpa propria, non sono ancora giunti ad esprimere il riconoscimento di Dio, però si sforzano, non senza la Divina grazia, a condurre una vita retta.”

Il conciliabolo Vaticano insegnò la menzogna per la quale esistono alcune persone le quali, tramite nessuna colpa propria, non sono ancora giunte ad esprimere il riconoscimento di Dio. In altre parole, esse sono persone le quali, tramite nessuna colpa propria, non credono in Dio, ossia, sono atee. Tale è un’eresia.

È infallibilmente insegnato nella Sacra Scrittura la verità che ognuno al disopra dell’età della ragione, può conoscere con certezza l’esistenza di Dio. Lo si sa mediante il creato: gli alberi, l’erba, le montagne, il mare, il sole, la luna, le stelle e così via. Chiunque fosse ateo sarebbe senza scuse, la legge naturale lo condannerebbe. Tale è una verità rivelata dalla Sacra Scrittura.

Romani 1;19-20: “Poiché, ciò che si può conoscer di Dio è manifesto a loro, perché Iddio l’ha manifestato loro. Poiché le cose invisibili d’esso, la sua eterna potenza, e divinità, essendo fin dalla creazione del mondo

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intese per opere sue, si vedono chiaramente, talché sono inescusabili.”

San Paolo insegnò la realtà che gli atei sono inescusabili, perché la creazione di Dio dimostra la Sua esistenza. Il conciliabolo Vaticano, invece, insegnò che gli atei possono essere scusabili. Ciò fa domandare: “Quale Bibbia utilizzò il conciliabolo Vaticano?”. Fosse stata l’edizione satanica revisionata, non sorprenderebbe. L’affermazione del conciliabolo Vaticano su coloro che non credono in Dio, non è solamente condannata da San Paolo, bensì anche dal Concilio Vaticano I (1869-1870). Il Concilio Vaticano I definì dogmaticamente il principio avanzato in Romani 1, direttamente contraddicente l’insegnamento dell’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65.

Papa Pio IX, Concilio Vaticano I, Sessione 3 sulla Rivelazione, Canone 1: “Se alcuno avesse affermato che l’uno vero Dio, nostro Creatore e Signore, non può essere conosciuto con certezza mediante le cose che sono state create, mediante la naturale luce della ragione umana, che egli sia anatema.”

Papa Pio IX, Concilio Vaticano I, Sessione 3 sulla Rivelazione, Canone 1: “Se alcuno avesse negato l’uno vero Dio, Creatore e Signore delle cose visibili e di quelle invisibili, che egli sia anatema.”

Il conciliabolo Vaticano cadde direttamente vittima di tali anatemi, mediante il suo succitato insegnamento eretico.

L’invalido conciliabolo Vaticano insegnò la bugia per cui la Chiesa è unita a coloro che non accettano la Fede o il Papato.

In ‘Lumen gentium’, numero 15, il conciliabolo Vaticano insegna l’eresia riguardante il tema di coloro che sono uniti con la Chiesa. Se si riassumessero le caratteristiche dell’unità della Chiesa Cattolica, ne

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verrebbe fuori che la Chiesa è unita con quelle persone battezzate, accettanti la Fede Cattolica nella sua interezza, e rimanenti sotto il fattore unificante del Papato Cattolico. Cioè, la gente con la quale la Chiesa Cattolica è sicuramente non unita, è quella non accettante la Fede Cattolica nella sua interezza, o il Papato. Ciò malgrado, il conciliabolo Vaticano insegnò esattamente l’opposto.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Lumen gentium’ (15): “Per svariate ragioni la Chiesa riconosce che essa è unita a coloro che, sebbene non battezzati e sì onorati dal nome di Cristiano, non professano la Fede nella sua interezza, o non preservano la comunione sotto il successore di San Pietro.”

Il conciliabolo Vaticano dichiarò che la “Chiesa” è unita a coloro che non accettano la Fede e il Papato. Ciò è totalmente eretico. Si tratta dell’opposto dell’insegnamento della Chiesa. È un dogma, quello per cui coloro che rifiutano il Papato, o alcuna parte di dottrina Cattolica, non sono uniti alla Chiesa Cattolica.

Papa Pio IX, ‘Amantissimus’ (3), 08/04/1862: “Esistono altre -quasi innumerevoli- prove attinte dai testimoni più affidabili, chiaramente ed apertamente testificanti con grande Fede, esattezza, rispetto ed obbedienza, che coloro che desiderano appartenere alla vera e sola Chiesa di Cristo, devono onorare ed obbedire questa Sede Apostolica ed il Romano Pontefice.”

Papa Pio VI, ‘Charitas’ (32), 13/04/1791: “Finalmente, in una parola, rimaneteCi vicino. Poiché nessuno può essere nella Chiesa del Cristo, senza essere in unità con il suo visibile capo, fondato sulla Sede di Pietro.”

Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (9), 29/06/1896: “La pratica della Chiesa è sempre stata la stessa, come dimostrato dall’unanime insegnamento dei Padri, i quali erano abituati a considerare al di fuori della comunione Cattolica, ed estraneo alla Chiesa,

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chiunque recedesse nel minimo grado, da punto di morale alcuno, proposto dal suo Magistero solenne.”

Il conciliabolo Vaticano insegnò anche la blasfemia per la quale gli eretici onorano la Sacra Scrittura con un vero zelo religioso.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Lumen gentium’ (15), discutendo dei non-Cattolici: “Poiché esistono molti che onorano la Sacra Scrittura come norma di credenza e di vita, esibendo un sincero zelo religioso… Essi sono segnati nel Battesimo… ed esistono altri Sacramenti che essi riconoscono ed accettano nelle loro proprie chiese, o comunità ecclesiastiche.”

La Chiesa Cattolica insegna la realtà che gli eretici ripudiano la tradizionale Parola di Dio.

Papa Gregorio XVI, ‘Inter precipua’ (2), 08/05/1844: “Invero, voi siete coscienti che dalle prime epoche dette Cristiane, il peculiare artificio degli eretici è stato quello per cui, ripudiando la tradizionale Parola di Dio e rigettando l’autorità della Chiesa Cattolica, essi o falsificano le Scritture a mano, o ne alterano la spiegazione del significato.”

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4. ‘Dignitatis humanae’ – la dichiarazione dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa.

La dichiarazione dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa, fu senza dubbio il più noto di tutti i documenti dell’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65. Per comprendere il motivo per cui l’insegnamento del conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa fu eretico, occorre comprendere l’insegnamento infallibile della Chiesa Cattolica sulla questione.

È un dogma della Chiesa Cattolica, quello che gli Stati detengono un diritto, e soprattutto un dovere, di impedire ai membri delle false religioni di propagare e praticare pubblicamente le loro false fedi. Gli Stati devono fare ciò in modo da proteggere il bene comune -la salvezza delle anime- che è danneggiato dalla pubblica disseminazione del male. È per questo che la Chiesa Cattolica ha sempre insegnato che il Cattolicesimo dovrebbe essere la sola religione dello Stato, e che lo Stato dovrebbe escludere e vietare la pubblica propagazione e professione delle altre false fedi.

Ora ci soffermiamo su tre proposizioni condannate da Papa Pio IX nel suo dogmatico Sillabo degli errori.

Papa Pio IX, ‘Sillabo degli errori’ (77), 08/12/1864: “In questa nostra età non conviene più che la religione cattolica si ritenga come l’unica religione dello Stato, esclusi tutti gli altri culti, quali che si vogliano. – Condannata.”

Si noti che l’idea che la Fede Cattolica non sia la sola religione dello Stato, all’esclusione di quelle false, è condannata. Ciò significa che la Fede Cattolica dovrebbe essere la sola religione dello Stato, e che le altre dovrebbero essere escluse dalla pubblica adorazione, professione, pratica e propagazione. La Chiesa Cattolica non obbliga gli infedeli a credere nella Fede Cattolica, in quanto la credenza è, per definizione, un atto di libera volontà.

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Papa Leone XIII, ‘Immortale Dei’ (36), 01/11/1885: “Infatti, la Chiesa è abituata a porre saggia attenzione affinché nessuno sia forzato ad abbracciare la Fede Cattolica contro la propria volontà, poiché, come ci ricorda saggiamente Sant’Agostino, ‘l’uomo non può credere altrimenti fuorché della sua volontà’.”

Ciò malgrado, essa insegna che lo Stato dovrebbe proibire la propagazione e la pubblica professione delle false religioni, conducenti le anime all’inferno.

Papa Pio IX, ‘Sillabo degli errori’ (78), 08/12/1864: “Però lodevolmente in alcuni paesi cattolici si è stabilito per legge che a coloro i quali vi si recano, sia lecito avere pubblico esercizio del culto proprio di ciascuno.– Condannata.”

Papa Pio IX, ‘Sillabo degli errori’ (55), 08/12/1864: “La Chiesa è da essere separata dallo stato e lo stato dalla Chiesa. – Condannata”

In “Quanta cura” Papa Pio IX condanna anche l’idea per cui ad ogni uomo dovrebbe essere concesso il diritto alla libertà religiosa.

Papa Pio IX, ‘Quanta cura’ (3), 08/12/1864: “Con tale idea di governo sociale, assolutamente falsa, non temono di caldeggiare l’opinione sommamente dannosa per la Chiesa cattolica e per la salute delle anime, dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di venerata memoria chiamata delirio , cioè "la libertà di coscienza e dei culti essere un diritto proprio di ciascun uomo che si deve proclamare e stabilire per legge in ogni ben ordinata società ed i cittadini avere diritto ad una totale libertà che non deve essere ristretta da nessuna autorità ecclesiastica o civile, in forza della quale possano palesemente e pubblicamente manifestare e dichiarare i loro concetti, quali che siano, sia con la parola, sia con la stampa, sia in altra maniera". E mentre affermano ciò temerariamente, non pensano e non considerano che essi predicano "la libertà della perdizione", e che "se in nome delle umane convinzioni sia sempre libero il diritto di disputare, non potranno mai

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mancare coloro che osano resistere alla verità e confidano nella loquacità della sapienza umana, mentre la fede e la sapienza cristiane debbono evitare questa nociva vanità, in linea con la stessa istituzione del Signor Nostro Gesù Cristo" .

Il conciliabolo Vaticano, ciò nondimeno, insegnò esattamente l’opposto.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Dignitatis humanae (2): “Questo sinodo del Vaticano, dichiara che la persona umana detiene un diritto alla libertà religiosa. Tale libertà consiste in questo, che tutti detengano tale immunità dalla coercizione da parte di individui o gruppi o alcun potere umano, che nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza nelle questioni religiose, né inibito dall’agire secondo la sua coscienza, sia in privato che in pubblico, entro i dovuti limiti… Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa dovrebbe avere tale riconoscimento nel regolamento della società, in modo da divenire un diritto civile.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Dignitatis humanae’ (2): “Quindi, questo diritto di non-interferenza, persiste anche in coloro non svolgenti i loro obblighi di ‘ricerca della verità’, lottando per essa e l’esercizio di questo diritto non dovrebbe essere inibito, sintantoché il dovuto ordine pubblico sia preservato.”

Il conciliabolo Vaticano insegnò l’eresia per la quale la libertà religiosa dovrebbe essere un diritto civile, direttamente condannato da Papa Pio IX. Il conciliabolo Vaticano dettò anche l’eresia per cui tale diritto alla libertà religiosa si applica all’espressione sia privata che pubblica, e che nessuno dovrebbe essere inibito dall’esprimere o praticare pubblicamente la propria “religione”. L’insegnamento del conciliabolo Vaticano è eresia diretta contro l’insegnamento infallibile di Papa Pio IX e di molti altri Papi. L’insegnamento del conciliabolo Vaticano circa la libertà religiosa, potrebbe essere stato letteralmente aggiunto agli errori del “Sillabo degli errori” di Papa Pio IX.

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L’antipapa Benedetto XVI ammise che l’insegnamento dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa, contraddisse quello del ‘Sillabo degli errori’ di Papa Pio IX.

Ciò che è stupefacente è la realtà per la quale l’antipapa Benedetto XVI ammise quello che è qui stato dimostrato.

Antipapa Benedetto XVI, ‘Principi di teologia Cattolica’, 1982, pagina 381: “Se fosse desiderabile offrire una diagnosi del testo [di ‘Gaudium et spes’] nel suo complesso, noi diremmo che, assieme agli altri testi sulla libertà religiosa e sulle religioni mondiali, esso è una revisione del sillabo di Pio IX, una specie di contro sillabo… Come risultato, lo schieramento della posizione adottata dalla Chiesa sotto Pio IX e Pio X in risposta alla situazione creata dalla nuova fase storica inaugurata dalla Rivoluzione Francese fu, in gran parte, corretto… ”

L’antipapa Benedetto XVI ammise che l’insegnamento dell’invalido conciliabolo Vaticano, a cui egli aderisce, fu direttamente contrario a quello del ‘Sillabo degli errori’ di Papa Pio IX. In altre parole, egli ammise esattamente che l’insegnamento del conciliabolo Vaticano fu contrario a quello del Magistero Cattolico. Si potrebbe difficilmente richiedere ulteriore conferma per cui l’insegnamento del conciliabolo Vaticano è eretico. Nel suo libro, l’antipapa Benedetto XVI ribadisce ciò a più riprese, chiamando l’insegnamento del conciliabolo Vaticano, ‘il contro-sillabo’, scandendo l’impossibilità di ritorno al dogmatico ‘Sillabo degli errori’.

Antipapa Benedetto XVI, ‘Principi di teologia Cattolica’, 1982, pagina 385: “Mediante un tipo di necessità interiore, quindi, l’ottimismo del contro-sillabo diede strada ad un nuovo grido assai più inteso e drammatico del precedente.”

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Antipapa Benedetto XVI, ‘Principi di teologia Cattolica’, 1982, pagina 391: “Il compito non è, dunque, sopprimere il ‘concilio’, bensì di scoprire il reale ‘concilio’ e calarsi nella sua vera intenzione in luce della presente esperienza. Ciò significa che vi può essere nessun ritorno al ‘sillabo’, il quale può avere marcato la prima fase nel confronto con il liberalismo ed un nuovamente concepito Marxismo, non potendo, però, essere l’ultima fase.”

L’eresia del conciliabolo Vaticano, è forse più chiaramente espressa nella seguente citazione.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Dignitatis humanae’ (3): “Dunque, lo Stato, il cui scopo effettivo è quello di supplire il bene comune temporale, dovrebbe certamente riconoscere e promuovere la vita religiosa dei suoi cittadini. Con uguale certezza esso eccederebbe i limiti della sua autorità, ove si incaricasse di dirigere od inibire l’attività religiosa.”

Il conciliabolo Vaticano affermò che lo Stato eccederebbe la sua autorità, nel caso esso inibisse l’attività religiosa. Ciò è totalmente eretico.

Papa Leone XIII, ‘Libertas’ (21-23), 20/06/1888: “La giustizia proibisce, e la ragione medesima proibisce, allo Stato di essere ateo, o di adottare una linea di azione la quale sfocerebbe nell’ateismo - ossia, trattare le varie cosiddette religioni in simile modo, ed offrire esse promiscuamente gli stessi diritti e privilegi. Giacché, dunque, la professione dell’una religione è necessario nello Stato, la sola vera religione deve essere professata, riconoscibile senza difficoltà, specialmente negli stati Cattolici, perché i marchi della verità sono come se scalfiti in essa… Gli uomini detengono un diritto di propagare liberamente e prudentemente attraverso lo Stato qualunque cosa sia vera ed onorabile, acciocché la possieda quanta più gente possibile, tuttavia, le opinioni bugiarde, inferiori a nessuna piaga mentale, ed i vizi corrompenti il cuore e la vita morale, dovrebbero essere

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diligentemente repressi dalla pubblica autorità, onde evitare che esse lavorino insidiosamente per la rovina dello Stato.”

Si osserva Papa Leone XIII insegnare, reiterando semplicemente l’insegnamento di Papa dopo Papa, la verità che lo Stato non solamente può, bensì deve inibire e proibire i diritti ed i privilegi delle altre “religioni” operanti atti “religiosi” – esattamente l’opposto di ciò che fu dettato dall’invalido conciliabolo Vaticano. Tali atti pubblici, false opinioni e falsi insegnamenti, dovrebbero essere repressi dall’autorità pubblica, lo Stato, secondo l’insegnamento della Chiesa Cattolica, affinché le anime non siano scandalizzate, o da esse traviate.

L’eresia del conciliabolo Vaticano circa tale questione è assai chiara, ciò malgrado, esistono eretici sempre tentanti la difesa dell’indifendibile.

L’obiezione per cui “la libertà religiosa non è un dogma”

Alla luce della chiara contraddizione tra l’insegnamento del conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa e l’insegnamento tradizionale, altri difensori dell’apostasia post- conciliabolo Vaticano hanno insistito che, malgrado la contraddizione, l’insegnamento del conciliabolo Vaticano non coinvolge l’eresia, perché l’insegnamento tradizionale sulla libertà religiosa non venne insegnato infallibilmente come un dogma.

L’idea insegnata dall’invalido conciliabolo Vaticano, per cui ad ogni uomo dovrebbe essere concesso il diritto civile alla libertà religiosa, cosicché ad egli sia per legge assicurato il diritto di praticare e diffondere pubblicamente la sua falsa religione, fu dogmaticamente, solennemente ed infallibilmente condannato da Papa Pio IX in “Quanta cura”. Il linguaggio utilizzato da Pio IX adempì abbondantemente i requisiti per la definizione dogmatica.

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Papa Pio IX, ‘Quanta cura’ (3), 08/12/1864, ex-cathedra: “Da quale totalmente falsa idea di governo sociale, essi non temono di alimentare quell’errata opinione, fatalissima nei suoi effetti per la Chiesa Cattolica e la salvezza delle anime, dal Nostro predecessore Gregorio XVI, appellata insania, ossia, che ‘la libertà di coscienza e di adorazione è il diritto personale di ciascun uomo, il quale dovrebbe essere legalmente proclamato ed asserito in ogni giustamente costituita società, e che il diritto risiede nell’assoluta libertà dei cittadini, i quali dovrebbero essere soppressi da nessuna autorità, sia ecclesiastica che civile, talché essi possano apertamente e pubblicamente manifestare e dichiarare qualunque delle loro idee, sia per bocca che per stampa od in qualunque altro modo’. Ciò malgrado, nell’affermare ciò sfrontatamente, essi non comprendono né notano che predicano la libertà di perdizione… Perciò, mediante la Nostra autorità Apostolica, noi riproviamo, proscriviamo e condanniamo tutte le singolari e malvagie opinioni e dottrine specialmente menzionate in questa lettera ed esigiamo e comandiamo che esse siano pienamente considerate da tutti i figlioli della Chiesa Cattolica come riprovate, proscritte e condannate.”

Papa Pio IX condannò, riprovò e proscrisse solennemente tale malvagia opinione mediante la sua autorità Apostolica, dichiarando solennemente che tutti i figlioli della Chiesa Cattolica devono considerare tale malvagia opinione come condannata. Tale è linguaggio solenne ed insegnamento infallibile dell’ordine più alto. Vi è nessun dubbio che “Quanta cura” costituisce una condanna dogmatica dell’idea per la quale la libertà religiosa sia un diritto civile offribile ad ogni uomo. L’insegnamento del conciliabolo Vaticano fu dunque eresia diretta contro l’insegnamento dogmatico ed infallibile su tale tema.

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L’insegnamento dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa, rigettò l’intera storia del Cristianesimo e distrusse la società Cattolica.

Si è dimostrato che l’insegnamento del conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa fu eretico. Potrebbero essere avanzati molti altri esempi, in modo da manifestare la realtà che l’insegnamento del conciliabolo Vaticano fu invalido, eretico ed acattolico. Ad esempio, il dogmatico Concilio di Vienne esortò specificatamente le guide Cattoliche degli stati a controllare, a sopprimere pubblicamente la pratica pubblica dell’adorazione maomettana. Papa Clemente V riicordò allo Stato il suo dovere di proibire la pubblica professione delle false religioni.

Papa Clemente V, Concilio di Vienne, 1311-1312: “È un insulto al Santo Nome ed una disgrazia per la Fede Cattolica, che in certune parti del mondo soggette a prìncipi Cristiani nelle quali abitano i Saraceni [musulmani o maomettani], talora appartati, talvolta mischiati con i Cristiani, i preti saraceni, comunemente appellati Zabazala, nei loro tempi o moschee, nelle quali i Saraceni si incontrano per adorare Maometto l’infedele, invocano ed estollano ad alto volume il suo nome ogni dì a certe ore da un luogo rialzato… Ciò scredita la nostra Fede, recando grande scandalo ai fedeli. Queste pratiche non possono essere tollerate senza indignare la Divina Maestà. Noi, dunque, con l’approvazione del sacro concilio, proibiamo strettamente tali pratiche d’ora innanzi nelle terre Cristiane. Noi esortiamo i principi Cattolici, tutti quanti… Essi debbono proibire espressamente la pubblica invocazione del sacrilego nome di Maometto… Coloro presumenti di agire altrimenti, debbono essere castigati dai prìncipi per la loro irriverenza, acciocché gli altri siano scoraggiati da tale sfrontatezza.”

Secondo il conciliabolo Vaticano, tale insegnamento del Concilio di Vienne fu errato. Fu anche errato, sempre secondo l’insegnamento

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dell’invalido conciliabolo Vaticano, che la religione Cristiana venisse dichiarata la religione dell’Impero Romano da Teodosio nel 392 DC, e che tutti i tempi pagani venissero chiusi.

Ciò dimostra nuovamente la verità per la quale l’insegnamento del conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa, fu malvagio ed eretico.

L’eretico insegnamento del conciliabolo Vaticano sulla libertà religiosa, è precisamente la ragione per la quale, subito dopo il conciliabolo Vaticano, una serie di nazioni Cattoliche cambiarono le loro costituzioni Cattoliche con delle controparti secolari. Le costituzioni Cattoliche della Spagna e della Colombia furono effettivamente soppresse su espressa esortazione del conciliabolo Vaticano, inoltre, le leggi di tali paesi furono cambiate in modo da permettere la pratica pubblica delle religioni non-Cattoliche.

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Cambiamenti al Diritto Spagnolo Cattolico come risultato dell’insegnamento dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65.

Il “Fuero de los Españoles”, il diritto fondamentale dello stato Spagnolo adottato il 17/07/1945, autorizzava solamente l’esercizio dei culti non-Cattolici privatamente, proibendo tutte le attività propagandistiche in favore di tali falsi credi.

Articolo 6,1: “La professione e la pratica della Fede Cattolica, religione dello Stato Spagnolo, beneficerà di protezione ufficiale.”

Articolo 6,2, vecchio: “… le sole cerimonie ed altre manifestazioni aperte di religione permesse saranno Cattoliche.”

È visibile la realtà che, in conformità all’insegnamento Cattolico tradizionale, la legge spagnola decretava che le sole cerimonie e manifestazioni pubbliche di religione fossero Cattoliche. Dopo il conciliabolo Vaticano, tuttavia, la “Ley organica del Estado” del 10/01/1967, sostituì tale secondo paragrafo dell’articolo 6 con quello seguente:

Articolo 6,2, nuovo: “Lo stato assumerà la protezione della libertà religiosa, la quale sarà sotto la protezione del giudiziario responsabile per la salvaguardia della morale e dell’odine pubblico.”

In aggiunta, l’introduzione della Costituzione spagnola, modificata da tale medesima “Ley organica del Estado”, subito dopo il conciliabolo Vaticano, dettò esplicitamente ciò che segue.

Introduzione della Costituzione spagnola, modificata: “… Data la modica introdotta nell’articolo 6 dalla ‘Legge organica dello Stato’, ratificata dal referendum nazionale, in modo da adattare il suo testo alla dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa promulgata il 07/12/1965 [dal conciliabolo Vaticano], la quale domanda l’esplicito riconoscimento di questo diritto [la libertà religiosa] ed è conforme,

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oltretutto, al secondo fondamentale principio del movimento secondo il quale l’insegnamento della Chiesa dovrebbe ispirare le nostre leggi… “

È osservabile che la seconda sezione dell’articolo 6 della Costituzione spagnola del 1945, fu rimpiazzata da quella del 1967, precisamente in modo da rendere le leggi spagnole conformi alla dichiarazione del conciliabolo Vaticano. Forse tale revisione di diritto Cattolico in un paese Cattolico, operata in modo da adottare la nuova religione scaturita dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, illustra più di ogni altra cosa le forze dietro tali avvenimenti. La Spagna passò dall’essere una nazione Cattolica ad una atea, oggidì proteggente legalmente il divorzio, la sodomia, la pornografia ed i contraccettivi, tutto grazie all’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano.

Papa San Pio X, ‘Vehementer Nos’, 11/02/1906: “Noi, in accordo con la suprema autorità da Noi posseduta grazie a Dio, disapproviamo e condanniamo il diritto stabilito separante lo Stato francese dalla Chiesa, per quelle ragioni da Noi avanzate: perciocché esso infligge la più grande ingiuria a Dio, il quale rigetta solennemente, dichiarando dal principio che lo Stato è destituito di alcuna adorazione religiosa… ”

Papa Gregorio XVI, ‘Inter praecipuas’ (14), 08/05/1844: “L’esperienza mostra che esiste verun modo più diretto di alienare il popolo dalla fedeltà e dall’obbedienza alle loro guide, che tramite l’indifferenza verso la religione, propagata da membri settari sotto il nome di libertà religiosa.”

In linea con il suo insegnamento eretico sulla libertà religiosa, il conciliabolo Vaticano insegnò l’eresia che tutte le religioni possiedono la libertà di parola e di stampa.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Dignitatis humanae’ (4): “In aggiunta, le comunità religiose sono intitolate ad insegnare e

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testificare la loro fede pubblicamente in parola ed in stampa senza impedimento.”

L’idea che tutti detengano il diritto alla libertà di parola e di stampa, fu condannata da molti Papi. Vengono citati solamente Papa Gregorio XVI e Papa Leone XIII. Si noti che Papa Gregorio XVI chiamò tale idea, la stessa insegnata dal conciliabolo Vaticano, dannosa e “giammai sufficientemente denunciata”.

Papa Gregorio XVI, ‘Mirari vos’ (15), 15/08/1832: “Qui Noi dobbiamo includere quella dannosa e giammai sufficientemente denunciata libertà di pubblicare qualsivoglia scritti, disseminandoli alla gente, che taluni osano domandare e promuovere con sì grande clamore. Noi siamo inorriditi dal vedere quali mostruose dottrine e quali prodigiosi errori sono disseminati in lungo e largo in libri, opuscoli ed altri innumerevoli scritti, i quali, sebbene minuti nel peso, sono grandissimi nella malizia.”

Papa Leone XIII, ‘Libertas’ (42), 20/06/1888: “Da ciò che è stato detto, consegue che è assai illecito domandare, difendere o concedere libertà incondizionata di pensiero, di parola, di scritto o di adorazione, come se queste fossero sì tanti diritti offerti all’uomo dalla natura.”

Papa Leone XIII, ‘Immortale Dei’ (34), 01/11/1885: “Laonde, Gregorio XVI nella sua lettera enciclica Mirari vos, datata 15/08/1832, inveì con pesanti parole contro i sofismi che persino all’epoca venivano pubblicamente inculcati – cioè, che nessuna preferenza sia mostrata per alcuna particolare forma di adorazione, che è un diritto degli individui formare i loro propri giudizi personali sulla religione, che la coscienza di ciascun uomo è la sola ed unicamente sufficiente guida, e che è legittimo per ciascun uomo pubblicare le sue proprie idee, qualunque esse siano, per cospirare persino contro lo Stato.”

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Tutto l’insegnamento Cattolico contraddice direttamente l’eretico insegnamento del conciliabolo Vaticano.

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5. ‘Ad gentes’ – il decreto dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano, sull’attività missionaria.

Non in maniera sorprendente si trova l’eresia anche nel decreto del conciliabolo Vaticano, sull’attività missionaria.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Ad gentes’ (6): “Difatti la Chiesa, pur possedendo in forma piena e totale i mezzi atti alla salvezza, né sempre né subito agisce o può agire in maniera completa: nella sua azione, tendente alla realizzazione del piano divino, essa conosce inizi e gradi; anzi talvolta, dopo inizi felici, deve registrare dolorosamente un regresso, o almeno si viene a trovare in uno stadio di inadeguatezza e di insufficienza. Per quanto riguarda poi gli uomini, i gruppi e i popoli, solo gradatamente essa può raggiungerli e conquistarli, assumendoli così nella pienezza cattolica. A qualsiasi condizione o stato devono poi corrispondere atti appropriati e strumenti adeguati.”

Il conciliabolo Vaticano asserì la follia che la Chiesa Cattolica è insufficiente come mezzo di salvezza. Tale è un rigetto del dogma “fuori dalla Chiesa Cattolica nessuna salvezza”. Essendo un dogma ‘nessuna salvezza al di fuori della Chiesa’, la Chiesa è, dunque, sufficiente per la salvezza dell’uomo.

Papa Innocenzo III, ‘Eius exemplo’, 18/12/1208: “Con il cuore noi crediamo e con la bocca noi confessiamo l’una Chiesa, non degli eretici, ma la Santa Romana, Cattolica ed Apostolica Chiesa, fuori dalla quale noi crediamo che nessuno è salvato.”

Papa Clemente VI, ‘Super quibusdam’, 20/09/1351: “In seconda istanza, Noi domandiamo a voi e agli Armeni a voi obbedienti, se poteste credere che nessun uomo dei viaggiatori al di fuori della Fede di questa Chiesa, ed al di fuori dell’obbedienza del Papa di Roma, possa finalmente essere salvato.”

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Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Ad gentes’ (29): “Assieme al segretariato per la promozione dell’unità Cristiana, esso dovrebbe ricercare strade e modi per realizzare ed organizzare cooperazione e rapporti armoniosi con altre comunità di Cristiani nei loro progetti missionari, cosicché lo scandalo della divisione sia rimosso il più possibile.”

‘Ad Gentes’, numero 29, insegna l’eresia per la quale i Cattolici dovrebbero lavorare con le sette protestanti nei loro progetti missionari. Ciò significa che il conciliabolo Vaticano considerò una conversione al protestantesimo, una vera conversione. Ciò è eresia. Vi è nessuna salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica. Una conversione al protestantesimo non è una vera conversione.

Papa Leone X, Concilio Laterano V, Sessione 8, 19/12/1513: “Giacché verità non può contraddire verità, Noi definiamo che ogni affermazione contraria all’illuminata verità della Fede, è falsa, e Noi proibiamo strettamente di permettere di insegnare altrimenti. Noi decretiamo che tutti coloro che si aggrappano ad affermazioni errate di questo genere, seminando quindi eresie integralmente condannate, dovrebbero essere evitati in ogni modo, e puniti come detestabili e odiosi eretici ed infedeli, minanti la Fede Cattolica.”

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6. ‘Nostra aetate’ – il decreto dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, sulle religioni non-Cristiane

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’ (3): “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.”

In tale passaggio il conciliabolo Vaticano insegna la feroce bestemmia per cui i musulmani adorano l’unico Dio, il creatore del Cielo e della Terra. Ciò è simile, sebbene leggermente differente, all’eresia già analizzata, presente in ‘Lumen gentium’. Il falso dio dei maomettani, il quale non è la Santissima Trinità, non creò il Cielo e la Terra. La Santissima Trinità creò il Cielo e la Terra.

Papa San Leone IX, ‘Congratulamur vehementer’, 13/04/1053: “Poiché io credo fermamente che la Santissima Trinità, il Padre, il Figliolo e lo Spirito Santo, è un Dio onnipotente, e nella Trinità la natura Divina è coessenziale, consustanziale, co-eterna e co-onnipotente, di una volontà, una potenza, una maestà; il Creatore del creato, dal quale tutte le cose, tramite il quale e nel quale tutte le cose sono presenti nel Cielo e nella Terra, visibili ed invisibili. Parimenti, io credo che ciascuna persona nella Santissima Trinità, è un vero Dio, completo e perfetto.”

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Interessante raffronto linguistico tra l’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65, ed il Concilio di Firenze.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’ (3): “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra (5), che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.”

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, ‘Cantate Domino’, 1441, ex-cathedra: “La Santa Romana Chiesa crede, professa e predica fermamente che tutti coloro al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani, ma anche i Giudei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna, ed andranno nel fuoco eterno che fu preparato per il diavolo e i suoi angeli, a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di questo corpo ecclesiale è di tale importanza, che solamente per coloro che abitano in esso, contribuiscono i Sacramenti della Chiesa alla salvezza, ed i digiuni, le elemosine ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne; che nessuno può esser salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato ed anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che egli abbia preservato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

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Si noti come il Concilio di Firenze, nel definire dogmaticamente la necessità della Fede Cattolica per la salvezza, enfatizzò le orazioni, l’elemosina ed il digiuno di coloro che sono dentro la Chiesa. Esso dettò che di tali elemosine non avrebbe beneficiato alcuno al di fuori della Chiesa. È interessante che il conciliabolo Vaticano, nel lodare i musulmani e la loro falsa religione, utilizzò esattamente lo stesso linguaggio del Concilio di Firenze, tuttavia, ancora una volta, con un significato contrario: lodando i digiuni, l’elemosina e le preghiere di una religione falsa e non-Cristiana.

‘Nostra aetate’, numero 3, dettò anche che la “Chiesa Cattolica” stima i maomettani, i quali cercano di sottomettersi a “Dio” candidamente, “proprio” come fece Abramo. Ciò malgrado, l’ammirazione del conciliabolo Vaticano per gli infedeli maomettani, non è condivisa dalla Chiesa Cattolica. La Chiesa desidera la conversione e la gioia eterna dei maomettani, tuttavia, essa riconosce che il maomettanesimo è una religione falsa ed eretica. Essa sa che i maomettani appartengono ad una falsa religione.

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Papa Eugenio IV, Concilio di Basilea, Sessione 19, 07/09/1434: “… vi è speranza che molti, da quell’abominevole setta di Maometto, siano convertiti alla Fede Cattolica.”

Papa Benedetto XIV proibì strettamente ai Cattolici di dare persino dei nomi musulmani ai propri figlioli, sotto punizione di dannazione.

Papa Benedetto XIV, ‘Quod provinciale’, 01/08/1754: “Il concilio provinciale nella vostra provincia dell’Albania… decretò nella maniera più solenne nel suo terzo canone, fra gli altri temi, come voi sapete, che i nomi Turchi o Maomettani devono essere dati né ai fanciulli né agli adulti durante il Battesimo… Ciò non dovrebbe essere difficile per alcuno di voi, venerabili fratelli, poiché nessuno degli scismatici e degli eretici è stato così insolente da prendersi un nome maomettano, ed a meno che la vostra giustizia abbondi più della loro ,voi non entrerete nel Regno di Dio.”

‘Nostra aetate’ si assicura anche di rammentare al mondo quanto sia “grande” il Buddismo e quanto tale falsa religione conduca all’ “illuminazione”.

I Buddisti venerano molti falsi dei.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’ (2): “Nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto.”

Il conciliabolo Vaticano dettò che nel Buddismo “è insegnata una strada” per la quale gli uomini raggiungono la più alta ‘illuminazione’.

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Tale è apostasia. Tale è una delle peggiori eresie dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano. In aggiunta, si legga come l’antipapa Paolo VI, l’uomo il quale promulgò solennemente l’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano, comprendeva tale insegnamento sul Buddismo.

Antipapa Paolo VI, Udienza generale ai Buddisti Giapponesi, 05/09/1973: “È un grande piacere per noi accogliere i membri del giro Europeo dei Buddisti Giapponesi, adepti onorati della setta Soto-sciu del Buddismo… Durante il Concilio Vaticano II la ‘Chiesa Cattolica’ esortò i suoi figlioli e le sue figliole a studiare ed a valutare le tradizioni religiose del genere umano, e ad ‘apprendere mediante un dialogo sincero e paziente, quali tesori il buon Dio abbia distribuito alle tante nazioni della Terra, ‘Ad gentes’, numero 11′,… Il Buddismo è una delle ricchezza dell’Asia… “

Basandosi sul falso conciliabolo Vaticano, da lui stesso promulgato solennemente, l’antipapa Paolo VI proclamò che tale falsa e pagana religione è una delle “ricchezze dell’Asia”.

Il conciliabolo Vaticano lodò anche la falsa religione dell’Induismo, per il “suo inestinguibile benessere di investigazioni filosofiche”, oltre che per la sua vita ascetica e la sua profonda meditazione.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’ (2): “Così, nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza.”

Si noti quanto specificatamente la lode del conciliabolo Vaticano per la falsa religione dell’Induismo, fu contraddetta da Papa Leone XIII.

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Papa Leone XIII, ‘Ad extremis’ (1), 24/06/1893: “I Nostri pensieri si volgono innanzitutto verso il beato Apostolo Tommaso, il quale è giustamente appellato il fondatore della predicazione del Vangelo agli Induisti. Vi è, poi, Francesco Saverio… Tramite la sua straordinaria perseveranza, egli convertì centinaia di migliaia di Induisti dai miti e dalle vili superstizioni dei Brama, alla vera religione. Nei passi di questo santo uomo seguitarono numerosi sacerdoti… essi continuano questi nobili impegni; ciò nondimeno, nelle vaste estensioni della Terra, molti sono ancora privi della verità, miserabilmente imprigionati nell’oscurità della superstizione.”

Due religioni differenti

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Nostra aetate’ (2): “Così, nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza.”

Papa Leone XIII, ‘Ad extremis’ (1), 24/06/1893: “… Tramite la sua straordinaria perseveranza, egli convertì centinaia di migliaia di Induisti dai miti e dalle vili superstizioni dei Brama alla vera religione. Nei passi di questo santo uomo seguitarono numerosi sacerdoti… essi continuano questi nobili impegni; ciò nondimeno, nelle vaste estensioni della Terra, molti sono ancora privi della verità, miserabilmente imprigionati nell’oscurità della superstizione.”

Nel mezzo di tale blasfemia del conciliabolo Vaticano, è fatta nessuna menzione per cui gli infedeli debbono essere convertiti al Cristo; è offerta nessuna orazione affinché la Fede sia loro concessa; è avanzata nessuna ammonizione che tali idolatri debbono essere liberati dalla

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loro empietà e dall’oscurità delle loro superstizioni. Ciò che si nota è lode e stima per tali religioni del diavolo. Ciò che si nota è un sincretismo inequivocabile, trattante tutte le religioni, come strade per giungere a Dio.

Papa Pio XI, ‘Mortalium animos’ (2), 06/01/1928: “… quella falsa opinione considerante tutte le religioni più o meno buone e lodevoli, … Non solamente sono coloro sostenenti tale opinione in errore e sedotti, essi, bensì, distorcono anche l’idea della vera religione, rigettandola… “

Papa Pio IX, ‘Qui pluribus’ (15), 09/11/1846: “Anche perversa è quella sconvolgente teoria per la quale esiste nessuna differenza circa a quale religione occorre appartenere, una teoria ampiamente in disaccordo con la ragione. Per mezzo di questa teoria quegli uomini macchinanti, rimuovono tutta la distinzione tra la virtù ed il vizio, tra la verità e l’errore, tra l’azione onorabile e quella vile. Essi fingono che gli uomini guadagnino la salvezza eterna mediante le pratica di qualunque religione, come se vi fosse mai alcuna condivisione tra la giustizia e l’iniquità, alcuna collaborazione tra la luce e l’oscurità o alcun accordo tra Cristo e Belial.”

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7. ‘Gaudium et spes’ – la costituzione dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla “Chiesa” nel mondo moderno.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Gaudium et spes’ (22): “Poiché mediante la Sua Incarnazione il Figliolo di Dio ‘Si unì in qualche maniera con ogni essere umano’. Egli lavorò con mani umane, pensò con una mente umana, agì con volontà umana ed amò con un cuore umano.”

Una delle eresie ripetute più frequentemente dalla setta del conciliabolo Vaticano è l’idea che il Cristo, mediante la Sua Incarnazione, “Si unì con ogni uomo”. Il conciliabolo Vaticano discusse di un’unione tra Cristo ed ogni uomo risultante dall’Incarnazione medesima. L’antipapa Giovanni Paolo II spinse tali eresie verso la sua conseguenza più logica, la ‘salvezza universale’.

Antipapa Giovanni Paolo II, ‘Redemptor hominis’ (13), 14/03/1979: “Cristo Signore indicò specialmente questa strada allorché, come insegnò il concilio, ‘mediante la Sua Incarnazione, Egli, il Figliolo di Dio, in un certo modo Si unì con ciascun uomo, ‘Gaudium et spes’, numero 22′.”

Antipapa Giovanni Paolo II, ‘Redemptor hominis’ (13), 14/03/1979: “Noi trattiamo con ogni uomo, poiché ciascuno è incluso nel mistero della Redenzione e con ciascuno il Cristo ‘si è per sempre unito mediante questo mistero’.”

L’idea che Dio si unì ad ogni uomo durante l’Incarnazione, è falsa ed eretica.

L’intera ragione di esistenza della Chiesa Cattolica, è quella di unire il genere umano a Gesù Cristo. Ciò avviene tramite il Battesimo e la Fede. Se l’unione tra tutta l’umanità e Gesù Cristo fosse avvenuta durante l’Incarnazione, allora la Chiesa non avrebbe valore e sarebbe, quindi,

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inutile. Lo stesso andrebbe affermato per la Passione, la morte per crocifissione, la Risurrezione, i 7 Sacramenti e così via, ossia, di nulla importanza ai fini dell’unione dell’umanità con Gesù Cristo, secondo il conciliabolo Vaticano e l’antipapa Giovanni Paolo II. In tale maniera, la crocifissione del Cristo mediante la quale il mondo fu veramente redento e permesso di essere salvato diverrebbe, invece, un mero segno della “già esistente unione, sin dall’Incarnazione”, tra Cristo ed ogni uomo. La Redenzione, pertanto, non deterrebbe alcun valore salvifico. È visibile come in tale maniera tutta la dottrina Cattolica verrebbe simultaneamente distrutta, come lo è stata nella controchiesa anticristica ‘conciliare’, governata dal demonio, attraverso gli antipapi massoni e scomunicati, che dall’ottobre del 1958 hanno usurpato il trono Vaticano.

Tale dottrina del conciliabolo Vaticano, ripetuta ed espressa innumerevoli volte dall’antipapa Giovanni Paolo II, è effettivamente peggio dell’eretica dottrina protestante di Martin Lutero. Lutero, eretico quale era, credeva, per così dire, almeno che per essere uniti al Cristo, occorresse professare la Fede nella Croce di Gesù Cristo. Invece, secondo la dottrina del conciliabolo Vaticano e dell’antipapa Giovanni Paolo II, la Fede nella Croce di Gesù Cristo è superflua, in quanto tutta l’umanità “fu già unita al Cristo per sempre”.

Si citano, ora, dei dogmi Cattolici rivelanti la verità che l’unione tra l’umanità peccatrice ed il Cristo avviene solamente tramite il Battesimo e la Fede; il Peccato Originale non è rimosso in alcun altro modo.

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, Sessione 11, ‘Cantate Domino’, 04/02/1442: “Con riguardo agli infanti, giacché il pericolo di morte è spesso presente e l’unico rimedio disponibile per loro è il Sacramento del Battesimo, mediante il quale essi sono sottratti dal dominio del diavolo, e adottati come figlioli di Dio… ”

Papa Pio XI, ‘Quas primas’ (15), 11/12/1925: “Invero, questo regno è presentato nei Vangeli come tale, nel quale gli uomini si preparano ad

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entrare facendo penitenza; in aggiunta, essi non possono entrarvi eccetto tramite la Fede ed il Battesimo, il quale, sebbene un rito esterno, significa ed effettua comunque una rigenerazione interiore.”

L’unione con il Cristo è perduta mediante la separazione dalla Chiesa, qualche cosa che l’invalido conciliabolo Vaticano non pensò di menzionare.

Papa Leone XIII, ‘Satis cognitum’ (5), 29/06/1896: “Chiunque fosse separato dalla Chiesa sarebbe unito ad una adultera. Egli si sarebbe tagliato via dalle promesse della Chiesa, e colui che lascia la Chiesa del Cristo non può arrivare alle ricompense promesse da Cristo.”

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8. ‘Sacrosanctum Concilium’ – la costituzione dell’invalido conciliabolo Vaticano sulla “sacra liturgia”.

‘Sacrosanctum concilium’ è la costituzione del conciliabolo Vaticano sulla “sacra liturgia”. Essa è il documento da cui è partita la formulazione degli invalidi rituali e invalida messa della nuova controchiesa anticristica ‘conciliare’, nata dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65.

Ciò che ebbe iniziato ‘Sacrosanctum concilium’ l’antipapa Paolo VI terminò, obbligando i sacerdoti e tutto il clero ingannato dagli infiltrati massoni scomunicati nella gerarchia, ad accettare i nuovi falsi riti invalidi, e a smettere di celebrare la Santa Messa Cattolica. Una commissione guidata dal massone Annibale Bugnini e composta anche da sei pastori protestanti, elaborò il nuovo invalido rituale della ‘messa-cena’, per la nuova controchiesa anticristica. Il nuovo invalido ed eretico rito, venne chiamato “novus ordo missae”, il nuovo ordine della messa. Tale rito invalido, ancora peggio della invalida messa riformata di Lutero, ha causato l’apostasia dalla fede di numerose milioni di anime.

L’antipapa Paolo VI modificò drasticamente i riti di tutti i sette Sacramenti della Chiesa, operando dei cambiamenti gravi e possibilmente invalidanti ai Sacramenti dell’Estrema Unzione, della Confermazione e dei Sacri Ordini. Ciò malgrado, il tutto ebbe inizio con la costituzione del conciliabolo Vaticano.

Le intenzioni rivoluzionarie del conciliabolo Vaticano sono chiare in ‘Sacrosanctum concilium’.

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Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (63b): “Deve esservi una nuova edizione del libro Romano dei riti e, seguendo questo come modello, ciascuna autorità locale ‘ecclesiastica’ competente, vedasi articolo 22.2, dovrebbe preparare il proprio, adattato alle necessità delle zone individuali, incluse quelle concernenti il linguaggio, il prima possibile.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (66): “Entrambi i riti del Battesimo adulto devono essere rivisti, il più semplice ed il più elaborato, l’ultimo con riguardo ai rinnovati catecumeni.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (67): “Il rito del Battesimo infantile deve essere rivisto ed adattato alla realtà della situazione dei neonati.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (71): “Anche il rito di Confermazione deve essere rivisto.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (72): “Anche i riti e le formule della Penitenza devono essere riviste in modo tale che esse esprimano più chiaramente ciò che il Sacramento è e ciò che esso reca.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (76): “I riti dei differenti generi di Ordinazione devono essere rivisti – sia le cerimonie che i testi.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (77): “Il rito della celebrazione del Matrimonio nel libro Romano dei riti, deve essere rivisto e reso più ricco in modo tale che esso esprima la grazia del Sacramento più chiaramente… ”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (79): “I sacramentali dovrebbero essere rivisti… la revisione dovrebbe anche porre attenzione alle necessità del nostro tempo.”

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Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (80): “Il rito di consacrazione delle vergini trovabile nel Pontificale Romano, deve essere soggetto a revisione.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (82): “Il rito del seppellimento degli infanti dovrebbe essere rivisto, ed una messa speciale dovrebbe essere fornita.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (89d): “L’ ‘ora di Prima deve essere soppressa.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (107): “L’ anno liturgico deve essere rivisto.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (128): “I canoni e gli statuti ecclesiastici trattanti la provvisione delle cose visibili per l’adorazione, devono essere rivisti il prima possibile… ”

Per mezzo di ‘Sacrosanctum concilium’, numeri 37 e 40.1, il conciliabolo Vaticano cadde in eresia, professando contro l’insegnamento di Papa San Pio X, presente in ‘Pascendi Dominci gregis’ circa l’adorazione modernista.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (37): “… la Chiesa coltiva ed incoraggia i doni e le dotazioni della mente e del cuore possedute dalla varie razze e genti… Invero, essa talvolta accoglie loro nella Liturgia stessa, a patto che esse siano conformi con il pensiero presente dietro al vero spirito della Liturgia.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (40.1): “La competente autorità locale ecclesiastica dovrebbe e coscienziosamente considerare, a tale riguardo, quali elementi delle

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tradizioni e quali talenti particolari dei popoli individuali, possono essere introdotti nella Divina adorazione. Adattamenti giudicati utili o necessari, dovrebbero essere proposti alla Sede Apostolica, ed introdotti con il suo consenso.”

Ciò che insegnò il conciliabolo Vaticano a tale riguardo, implementato in tutta l’Anti-Chiesa Cattolica del Vaticano II nei decenni a seguito della promulgazione del concilio medesimo, è esattamente quello che Papa San Pio X condannò solennemente in Pascendi Dominici gregis come adorazione modernista.

Papa San Pio X, ‘Pascendi Dominici gregis’ (26), sull’adorazione dei modernisti, 08/09/1907: “Lo stimolo primario nel dominio dell’adorazione, consiste nella necessità di adattarsi agli usi e costumi dei popoli, oltre alla necessità di avvalersi del valore da certi atti acquisito mediante un prolungato uso.”

L’insegnamento del conciliabolo Vaticano fu condannato parola per parola da Papa San Pio X nel 1907.

In ‘Sacrosanctum concilium’, numeri 34 e 50, il conciliabolo Vaticano contraddisse nuovamente una costituzione dogmatica della Chiesa, parola per parola.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (34): “I riti dovrebbero irradiare una ricca semplicità; essi dovrebbero essere brevi e lucidi, evitando inutili ripetizioni; essi dovrebbero essere intelligibili per la gente e non dovrebbero generalmente richiedere molta spiegazione.”

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (50): “Sicché, i riti, in maniera tale che essi preservino ciò che veramente importa, dovrebbero divenire più semplici. Le duplicazioni giunte

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durante il corso del tempo dovrebbero essere discontinuate, tanto quanto gli accrescimenti meno utili.”

Si noti esattamente quanto “semplici” essi sono divenuti.

Papa Pio VI condannò esplicitamente l’idea per cui i riti liturgici tradizionali della Chiesa venissero semplificati nella sua costituzione dogmatica ‘Auctorem fidei’.

Papa Pio VI, ‘Auctorem fidei’ (33), 28/08/1794: “La proposizione del sinodo mediante la quale esso si mostra desideroso di rimuovere la causa donde, in parte, è stata indotta una dimenticanza dei principi concernenti l’ordine della Liturgia, ‘richiamandola ad una maggiore semplicità di riti, esprimendola nella lingua vernacolare, recitandola ad alta voce…’ - Condannata come ingiuriosa, offensiva alle orecchie pie, insultante la Chiesa, favorevole alle cariche degli eretici contro di essa.”

‘Sacrosanctum concilium’ esortò anche che venissero cambiati i riti di ogni Sacramento.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (30): “In modo da incoraggiarli a prendere una parte attiva, acclamazioni per la gente, assieme a risposte, salmodie, antifone ed inni, dovrebbero essere sviluppati, oltre alle azioni, ai movimenti ed alle espressioni propriamente corporee.”

Il conciliabolo Vaticano richiamò anche affinché l’“adattamento radicale della Liturgia” venisse implementato, numero 40.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (40): “Tuttavia, in taluni luoghi od in alcune situazioni, potrebbe

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fuoriuscire un’urgente necessità per un più radicale adattamento della ‘Liturgia’.”

Tali passaggi del conciliabolo Vaticano, potrebbero formare parte della ragione per la quale le chiese moderne della setta del conciliabolo Vaticano, conducono spesso delle “messe” durante le quali si trovano complessi musicali, chitarre elettriche, palloncini, batterie, cerimonie aborigene, danzatrici a petto nudo, polka e musica moderna. Si trovano anche “preti” celebranti “messe” abbigliati con tutto, partendo dalle casacche da calcio sino ai costumi da giullari. Ebbene sì, lo “spirito” del conciliabolo Vaticano ha veramente toccato le chiese moderne della controchiesa anticristica nata dal conciliabolo Vaticano del 1962-65. Ciò malgrado, i veri Cattolici aventi mantenuto la loro resistenza all’apostasia del conciliabolo Vaticano, possono consolare i loro cuori nel fatto per cui sia Papa Gregorio X, durante il Concilio di Lione II, che Papa Clemente V, durante il Concilio di Vienne, condannarono autoritativamente tutti gli abomini sopra descritti.

Papa Gregorio X, Concilio di Lione II, Costituzione 25, 1274: “Nelle chiese, dunque, si dovrebbe accedere umilmente e devotamente; la condotta al di dentro dovrebbe essere calma, piacevole a Dio, recante pace agli spettatori, una fonte non solamente di istruzione ma anche di rinfresco mentale… Nelle chiese le solennità sacre dovrebbero ricevere tutto il cuore e tutta la mente; l’intera attenzione dovrebbe essere offerta alla preghiera. Pertanto, ove sia proprio offrire i desideri Celesti con pace e con calma, che nessuno accenda la ribellione, che nessuno provochi clamore o sia colpevole di violenza… Il linguaggio inutile e, ancor di più, quello profano, deve cessare; il chiacchiericcio in tutte le sue forme deve cessare. Tutto, insomma, che disturbi la Divina adorazione ed offenda gli occhi della Divina Maestà, dovrebbe essere assolutamente estraneo alle chiese, onde evitare che laddove il perdono per i nostri peccati è richiesto, sia offerta occasione per il peccato o sia trovato commesso un peccato… Quelli, invero, impudentemente sfidanti le

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suddette proibizioni… dovranno temere la fermezza della retribuzione Divina e la Nostra, sino a che, avendo confessato la loro colpa, essi avranno fermamente risolto di evitare tale condotta in futuro.”

Papa Clemente V, Concilio di Vienne, Decreto 22, 1311-1312: “Vi sono alcuni, sia nel clero che nel laicato, specialmente alla vigilia di certune feste, allorquando essi dovrebbero essere in chiesa perseveranti nell’orazione, non tementi di esibire danze licenziose nei cimiteri delle chiese, di cantare occasionalmente delle ballate e di perpetrare molti altri eccessi. Da ciò talora seguitano la violazione delle chiese e dei cimiteri, la condotta disgraziata e vari crimini e l’ufficio liturgico è ampiamente disturbato, per l’offesa alla Divina Maestà e per lo scandalo alla gente lì vicino.”

Finalmente, non desiderando di lasciare alcunché senza intatto, ‘Sacrosanctum concilium’ si assicura il richiamo delle tradizioni musicali pagane negli atti di “adorazione Cattolica”, numero 119.

Documento del conciliabolo Vaticano, ‘Sacrosanctum concilium’ (119): “In alcune parti del mondo, specialmente nelle aree missionarie, sono trovate genti con delle proprie tradizioni musicali, delle tradizioni detenenti grande importanza per i loro stili di vita culturali e religiosi… Per questa ragione una cura speciale dovrebbe essere avuta per l’allenamento musicale dei missionari, cosicché essi incoraggino, il più possibile, la tradizione musicale di queste genti nelle scuole, nei cori e negli atti di adorazione.”

Papa Pio XII ed il Concilio di Trento, grazie alla Divina Provvidenza, avevano già condannato qualsiasi inserzione di tradizione musicale pagana nelle chiese.

Papa Pio IV, Concilio di Trento, Sessione 22, ‘Decreto sulle cose da osservare e da evitare a Messa’: “Essi dovrebbero mantenere al di fuori delle loro chiese, il genere di musica per cui viene introdotta una base ed un elemento suggestivo nell’organo

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suonante o cantante e, similmente, tutte le attività mondane, le conversazioni vuote e secolari, il girovagare, i rumori e gli strilli, talché la casa di Dio possa veramente essere appellata e vista come una casa di preghiera.”

Papa Pio XII, ‘Musicae sacrae’ (42), 25/12/1955: “La musica liturgica deve essere santa. Essa non deve concedersi qualunque cosa abbia il sapore del profano, né concedere a tale cosa di scivolare nelle melodie per le quali essa è espressa.”

Esiste alcun dubbio per il quale il conciliabolo Vaticano tentò di imporre una nuova “liturgia” apostatica per la sua nuova controchiesa apostatica? Il conciliabolo Vaticano pose sul suo capo l’anatema della Chiesa Cattolica.

Papa Paolo III, Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 13, ex-cathedra: “Se alcuno affermasse che i ricevuti ed approvati riti della Chiesa Cattolica approvvigionati per essere utilizzati nella solenne amministrazione dei Sacramenti, possano essere disdegnati od omessi dal ministro senza peccato e a suo piacimento, o cambiati da alcun pastore delle chiese in altri nuovi, che egli sia anatema.”

Vi sono altre eresie presenti nei documenti del conciliabolo Vaticano. Tuttavia, ciò che è stato scritto, dovrebbe bastare in modo da convincere chiunque fosse di buona volontà, che nessun Cattolico può accettare tale concilio eretico, senza negare la Fede. Non è sufficiente resistere meramente alle eresie del conciliabolo Vaticano, occorre condannare interamente chiunque aderisse ostinatamente a tale concilio acattolico. Poiché, se una persona rigettasse le eresie del conciliabolo Vaticano, considerandosi ancora in comunione con coloro che accettano le eresie del conciliabolo Vaticano, allora tale persona sarebbe effettivamente in comunione con gli eretici, essendo dunque essa stessa un eretico.

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Le eresie degli antipapi sugli eretici e scismatici. (Fr. Michael Diamond e Fr. Peter Diamond; vaticanocattolico.com) Le eretiche dichiarazioni sancite dall’invalido conciliabolo Vaticano, furono netti tentativi mirati a giustificare le nuove procedure che la nascente controchiesa anticristica avrebbe implementato da quel momento in poi. La controchiesa anticristica nata dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, indottrina l'obbligo di interagire con le assemblee scismatiche ed eretiche, e che i loro membri, eretici e scismatici, sono da includere nel lavoro comune dei progetti missionari. Tale setta, inoltre, insegna che sia i Protestanti che gli Ortodossi debbono ricevere l'Eucaristia in quanto in qualche modo uniti alla Cattolica Chiesa. Fu per tale ragione che Wojtyla esigette la presenza vescovile degli Ortodossi, allorché volle invalidamente consacrare il mondo alla Madonna il 25 Marzo 1984, per confermarli parti cardine della Chiesa del Signore Cristo Gesù nostro. Giovanni Paolo II decise di rinnovare la consacrazione nel Marzo del 1984, con lettere inviate a tutti i vescovi del mondo in debita forma, tra cui quelli Ortodossi chiedendo loro di unirsi a lui in questa azione. A seguito dell’invalido conciliabolo in questione, cominciò ad essere categoricamente professato che la conversione alla Fede Cattolica per gli Ortodossi ed i Protestanti, fosse inopportuna. La presenta eresia, figlia logica del concilio apostatico, è ben riassunta nelle parole dello scomunicato cardinal Walter Kasper: "Oggi non intendiamo più l'ecumenismo nel senso di un ritorno, ossia, che l'altro sia convertito al Cattolicesimo o che ritorni ad essere Cattolico. Ciò è stato espressamente rinnegato dal Concilio Vaticano II.". Benedetto XVI disse la medesima cosa nel suo discorso durante le giornate mondiali della gioventù ai Protestanti, nel 2005, in Germania: "Ed ora ci domandiamo: che cosa significa ristabilire l'unità tra tutti i Cristiani? Questa unità non può rappresentare l'ecumenismo del ritorno, ciò negherebbe e rifiuterebbe la propria storia di fede. Assolutamente no!".

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Similmente, Giovanni Paolo II e la guida degli scismatici orientali, ratificarono assieme l'inutilità di reciproca conversione, annichilendola. A tal proposito si rammentino le infallibili parole dogmatiche di Papa Pio XI nella sua enciclica "Mortalium animos" del 6 Gennaio 1928: "Per l'unione dei Cristiani non può che essere promosso il sostegno per il ritorno alla vera Chiesa di Cristo da parte di coloro che da essa si sono separati.". Parimenti, Papa Leone XIII, "Satis cognitum", 29 Giugno 1896: "Non può e non deve essere considerato come detentore della vera Fede Cattolica, colui che non ha la Fede di Roma la quale deve essere, così, avuta.". L’antipapa Giovanni Paolo II asseriva ripetutamente che le cosiddette chiese non-cattoliche avevano martiri e santi. Wojtyla approvò, inoltre, l'eretico accordo Vaticano- Luterano, ovvero, la dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione. Tale accordo promulgò diverse eresie, fra cui l'annullamento di alcuni Canoni del Concilio di Trento, cosa che non aveva il potere di fare. Fu specificata, infine, anche la menzogna per cui l'eresia Luterana riguardante la salvezza tramite la sola fede, priva d'atti in pratica, fu mai condannata dal Concilio di Trento. Si è osservato, per giunta, che gli antipapi della controchiesa anticristica conciliare distribuirono, e distribuiscono tutti, donazioni ad aggregazioni scismatiche, lodando i loro ministri di appartenere alla Chiesa di Cristo. S'è anche testimoniato al fatto che tali antipapi dichiararono, e dichiarano, i suddetti ministri scismatici, come detentori di tribunali ordinari presso la Chiesa Cattolica. Gli antipapi della controchiesa anticristica ‘conciliare’ commendarono, e commendano, inoltre, le guide scismatiche con una costanza incredibile - particolarmente gli scismatici Ortodossi. Quest'ultimi, avendo respinto gli ultimi 13 concili della Chiesa Cattolica e dunque anche il Papato, oltre ad altri svariati insegnamenti Cattolici, sono, comunque sia, perennemente appellati come vescovi ed arcivescovi

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universali, Joseph Ratzinger, allorché divenne antipapa, non si esimette ovviamente dal farlo. Ecco seguire ulteriori esempi nei quali Benedetto XVI apprezzò gli scismatici vescovi e le loro assemblee scismatiche. Messaggio di Benedetto XVI nella lettera del 3 Febbraio 2009: "A sua santità Cirillo, patriarca di Mosca di tutte le Russie. È con gioia che saluto vostra santità, quando assume la responsabilità di guidare la alta e venerabile chiesa Ortodossa Russa. Gradirei ribadire la mia stima e la mia vicinanza spirituale. Prego che il nostro Padre vi concederà abbondanti grazie dello Spirito Santo nel vostro ministero consentendovi di guidare la chiesa. Consapevoli delle enormi responsabilità che accompagnano il vostro ministero spirituale e pastorale benedetto dallo Spirito Santo, chiedo a Dio onnipotente di benedirvi con il suo amore affinché vi prendiate costosa cura della chiesa Russa.". Benedetto XVI nella lettera del 19 Maggio 2008: "A sua santità Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie. La visita in Russia presso sua eminenza il cardinale Walter Kasper, mi offre una buona occasione per salutarvi cordialmente ed esprimere il mio apprezzamento per il vostro ministero nella chiesa Ortodossa Russa." Benedetto XVI, 12 Settembre 2007, messaggio: "Per sua beatitudine Daniele, arcivescovo di Bucarest, patriarca della chiesa Ortodossa Rumena, nuovo pastore chiamato a guidare la chiesa Ortodossa Rumena. Chiedo allo Spirito Santo di aiutarvi in questo gravoso onere, che Egli possa aiutare la chiesa Ortodossa Rumena nel suo sviluppo.". Benedetto XVI, 28 Gennaio 2008, telegramma: "A Christodoulos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, distinto pastore della chiesa Greca.". Benedetto XVI, 21 Gennaio 2009, catechesi: "Un nuovo patriarca della loro veneranda e grande chiesa Ortodossa.". Benedetto XVI, 6 Maggio 2009, messaggio: "Desidero anche inviare un saluto cordiale ed una benedizione all’amato patriarca Ortodosso ed a tutti i membri di questa nobile chiesa.".

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Benedetto XVI, 17 Febbraio 2006, messaggio al patriarca scismatico Ortodosso: "A sua santità Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Le abbondanti benedizioni del Signore sulla vostra persona ed il vostro ministero generosamente dedicato alla grande causa del Vangelo. Che voi possiate proseguire in una così feconda missione da Dio affidatavi.". Benedetto XVI, dichiarazione congiunta con lo scismatico patriarca Bartolomeo I, 30 Novembre 2006: "La nostra è una responsabilità di pastori nella Chiesa di Cristo.". Orbene, secondo Benedetto XVI essere scismatici significa essere un pastore della Chiesa di Cristo. Si può da tali pochi esempi osservare come Ratzinger abbia lodato costantemente gli scismatici Ortodossi e le loro guide, essere scismatici si traduce in eccellenza secondo Benedetto XVI. L'antipapa Ratzinger elogiò anche i Protestanti, le loro assemblee ed i loro capi. Benedetto XVI, 27 Ottobre 2006, discorso: "La esistenze ricchezza delle diverse tradizioni Cristiane.". Frère Roger Schutz, un non-Cattolico, fu il fondatore del monastero ecumenico Francese di Taizé. Benedetto XVI conferì l'Eucaristia a tale acattolico, affermandolo come testimone della Fede, prendente posto direttamente in Paradiso dopo la sua morte.

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Per l'appunto, Benedetto XVI, discorso di S. Williams, primate della comunione Anglicana, 23 Novembre 2006: "Qui si è la fervida speranza che la comunione Anglicana rimanga radicata nei Vangeli e nella Tradizione Apostolica. Possa il Signore continuare a benedire voi e la vostra famiglia, e che Egli vi rafforzi nel vostro ministero per la comunione Anglicana!". La setta Anglicana non è radicata nella Tradizione Apostolica; essa è radicata nell'adulterio e nella separazione scismatica dalla Chiesa Cattolica del re d'Inghilterra Enrico VIII. Joseph Ratzinger incoraggiò integralmente la guida dell'eretica e scismatica setta, nel suo invalido ed eretico ministero. Questi, quindi, derise e schernì, in maniera assolutamente invereconda, la miriade di martiri e santi vittime della tortura Anglicana, a fronte della loro indomita rinuncia rispetto al costretto abbandono del Cattolicesimo a favore dell’invalido rito anglicano. A pagina 88 del suo libro "Il senso della fraternità Cristiana" (in inglese) Benedetto XVI conferma spudoratamente che il Protestantesimo non fu e non è un'eresia. Papa Pio XI, 6 Gennaio 1928: "È nelle eresie generate dalla Riforma Protestante che si scoprono gli albori dell'apostasia umana nella Chiesa.". Papa Gregorio XVI, 27 Maggio 1832: "Infine, molte di queste persone errano nel tentare di persuadere loro stesse, e gli altri, che gli uomini non ottengono la loro salvezza solamente nella religione Cattolica, ma che anche gli eretici possano raggiungere la vita eterna.". È comprensibile, dunque, il perché Benedetto XVI, ed il rimanente degli antipapi della controchiesa anticristica nata dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, abbia perennemente insegnato che gli eretici e scismatici Protestanti e Ortodossi, non debbano essere convertiti al Cattolicesimo per la loro salvezza, perché muoiano nei loro peccati.

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Si noti, infine, la professione delle "conferenze dei vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America"; 18 Settembre 2009, conferenza episcopale degli Stati Uniti d'America, pubblicato articolo di stampa dal nome "10 strumenti per costruire l'unità Cristiana", nona parte: "Il proselitismo o il deliberato tentativo da parte di un Cristiano, o di un gruppo di Cristiani, di incitare un altro a respingere la propria chiesa per il solo obbiettivo di unirsi ad un’altra, non è consentito. Ancorché taluni individui possano sentirsi spinti dalla loro coscienza a cambiare la tradizione di qualcun altro, "rubare le pecore è errato.".

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Le eresie degli antipapi sulle false religioni Le eresie dimostranti chiaramente l'apostasia dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, sono gli insegnamenti circa le false religioni della Terra. Tale conciliabolo e la controchiesa scaturita da esso, insegnano che le altre religioni sono fonti di salvezza eterna. Tale conciliabolo invalido e tale controchiesa anticristica, dogmatizzano che i Cattolici adorano il medesimo dio dei musulmani, Satana. Tale conciliabolo e tale controchiesa indottrinano che si possa essere atei senza colpe alcune; essi, inoltre, lodano la falsa religione dell'Induismo. Esistono, in ogni caso, una montagna d'altre eresie promulgate da tale conciliabolo e da tale controchiesa, esse sono state tutte pubblicate sull' "Osservatore Romano", il quotidiano Vaticano. Paolo VI, udienza generale, 5 Settembre 1973: "Il Buddismo è una delle ricchezze dell'Asia.". Paolo VI alla guida spirituale Buddista, 17 Gennaio 1975: "Il Concilio Vaticano II ha espresso sincera ammirazione per il Buddismo nelle sue diverse forme.". Paolo VI al patriarca Buddista, Laos, 8 Giugno 1973: "La Chiesa Cattolica guarda al Buddismo ed alle sue ricchezze spirituali con stima e rispetto, poiché riconoscendo la solidarietà per molti aspetti, vuole lavorare con i suoi fedeli, come uomini religiosi, per la realizzazione di una pace vera e per salvezza dell'uomo.". Paolo VI, discorsi, 9 Settembre 1972: "Vogliamo anche che sappiate che la Chiesa riconosce le ricchezze della fede Islamica, una fede la quale ci lega ad un unico Dio.". Nel 1984, l’antipapa Wojtyla visitò un tempio buddista. Prima di entrare nell'idolatrico tempio, Giovanni Paolo II diede l'impressione d'essere come ansioso di entrare in tal tempio per incontrare "sua santità" il patriarca supremo Buddista. Dopo essere entrato nel tempio, Wojtyla si

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inchinò verso quegli, il quale sedeva di fronte ad una gigantesca statua di Budda.

Il Concilio di Elvira, nell'anno 305 D.C., proclamò: "È qui stato decretato che ciascun adulto che si rechi, dopo aver ricevuto il Battesimo, presso un qualunque tempio pagano, ad adorare idoli, commette un crimine mortale raggiungendo l'apice dell'iniquità, condannandosi volutamente all'esclusione dalla comunione col Signore Gesù Cristo, anche alla morte.". L'8 Agosto 1985, Giovanni Paolo II pregò assieme a due animisti africani, due stregoni. Il 14 Aprile 1986, egli andò alla sinagoga di Roma, nella quale partecipò ad un servizio religioso ebraico. L’antipapa Wojtyla chinò persino la testa assieme agli altri ebrei ed al gran Rabbino, durante la preghiera per la falsa venuta del Messia, ciò dimostra incontestabilmente come questi rifiutasse Gesù Cristo nostro Signore come Messia. Tale incredibile atto d'apostasia da parte di Giovanni Paolo II, è direttamente causato dalla sua eretica dottrina, per cui la religione della Vecchia Alleanza sia ancora valida. La Chiesa Cattolica insegna che con l'incarnazione del Figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Signore, il Messia, e l'annuncio del Vangelo, la Vecchia Alleanza, ossia, l'accordo tra Dio e gli ebrei tramite la

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mediazione di Mosè, è irrevocabilmente cessata. Questo è in virtù dello stabilimento della Nuova Alleanza tra tutti gli esseri umani fedeli all'unico vero Dio vivente, ed Egli stesso - Padre, Figlio e Spirito Santo - operata da parte di Gesù Cristo nostro Signore. Ciononostante, alcuni precetti del Vecchio Testamento non sono stati revocati dal Signore, bensì essi sono stati enfatizzati, vedi i 10 Comandamenti. Ad ogni modo, il Vecchio Testamento tra Dio e il popolo ebraico cessò d'essere grazie all'adempimento delle profezie rispetto alla venuta del Messia, il Cristo, il Verbo divino incarnato, il Figlio del Dio vivente. Pertanto, asserire con pertinacia, diventando contumaci dinanzi non agli uomini, ma a Cristo Re, che l'ebraismo sia una legittima religione è equivalente all'affermare che la Vecchia Alleanza sia ancora in essere, ivi rinnegando Gesù Cristo nostro Signore come Messia, Salvatore e Redentore del genere umano.

Oltretutto, tale sfrontata eresia costringe un individuo a negare tutti i dogmi Cattolici ribaditi dalla grande ed autorevole voce del Concilio di Firenze, il quale definì infallibilmente che la vecchia legge mosaica è ormai morta, e che coloro che la praticano sono destinati alla condanna eterna, rinunciando dunque alla salvezza.

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Papa Benedetto XIV, "Ex quo primum", 1 Marzo 1756: "La prima considerazione è che le cerimonie della legge mosaica sono state abrogate con la venuta di Cristo, non essendo più, dunque, osservabili, assente il peccato dopo la promulgazione del Vangelo.". Papa Pio XII, "Mystici corporis", 29 Giugno 1943: "Il Nuovo Testamento ha sostituito la vecchia legge da esso abolita, sulla croce questa morì.". Papa Benedetto XIV, "Ex quo primum", 1 Marzo 1756: "Non si tenti, tuttavia, di osservare i precetti della legge antica, i quali, come tutti sanno, furono licenziati con la venuta di Cristo.". In un discorso alla comunità ebraica della Germania Ovest, il 17 Novembre 1980, l’antipapa Giovanni Paolo II disse che: "il Vecchio Testamento fu giammai revocato da Dio.". Questi, sparse la medesima dottrina tramite il suo autoproclamatosi nuovo catechismo, al numero 121 si legge che: "la Vecchia Alleanza fu mai revocata.". L’antipapa Karol Wojtyla domandò al suo compare ebreo, Gilbert Levine, se questi avesse gradito dirigere una funzione religiosa di rito ebraico dentro al Vaticano, in cui egli stesso ed i rabbini romani sarebbero stati presenti. Levine accettò, e durante il servizio, l'intera platea a squarciagola cantò "Col Nidré", il più solenne canto ebraico; vennero accese anche le candele. Levine osservò: "Ebbene, è stato come se avessi partecipato ad un servizio liturgico ebraico dentro al Vaticano, è stata una notte di preghiere, di preghiere ebraiche!". Al termine della cerimonia, allorché Wojtyla invitò l'intimo amico a ricevere il prestigiosissimo titolo di "Cavaliere del Vaticano", Levine diventò di fatto un "Cavaliere dell'Ordine Equestre di Gregorio Magno" - già Papa, santo e padre della Chiesa Cattolica d'Occidente. Fu il cardinale Lustiger, della controchiesa anticristica ‘conciliare’, ad onorarlo in tal modo. Si ricordino a tal proposito le parole di Lustiger in un'intervista del 1981: "Io sono un ebreo, per me le due religioni sono una sola.". Durante la trasmissione televisiva per l'emittente Statunitense "Larry King Live", il 4 Aprile 2005, Gilbert Levine rivelò al pubblico che

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Giovanni Paolo II diede a lui e alla sua famiglia, ciò che in ebraico si chiama "menorah", felicitandoli per il loro "bar mitzvah". Levine aggiunse di avere, inoltre, ricevuto una lettera da parte del cardinale Walter Kasper, appartenente alla controchiesa anticristica ‘conciliare’, nella quale egli lodava lui e la sua famiglia per la loro eredità ebraica, esortandoli ad esserne fieri, orgogliosi ed a viverla pienamente. Concluse, infine, affermando che Wojtyla mai mostrò la minima intenzione di convertirlo al Cattolicesimo. Il miglior amico di tutta la vita dell’antipapa Wojtyla fu Gerzi Kluger, un ebreo. Da giovani, nel quartiere, i due giocavano a calcio nella stessa quadra, in quella ebraica, contro quella Cattolica. Dopo l’invalida elezione di Giovanni Paolo II come antipapa il 16 Ottobre 1978, egli privilegiò, con la sua prima apparente udienza papale, proprio la famiglia Kluger. Kluger reiterò le rivelazioni di Levine: Wojtyla non tentò mai di convertirlo. Questi, in aggiunta, dando credito al loro lungo ed amichevolissimo rapporto, considerò Giovanni Paolo II ancor più ebreo di quello che già era. Wojtyla era anche proclive a riferirsi spesso agli ebrei ad ai maomettani come "figli d'Abramo". Tale è una bestemmia contro il Signore nostro Gesù Cristo. In Galati 3;29, San Paolo scandisce chiaramente che solo: "se siete di Cristo siete discendenza di Abramo". I reali Israeliti, gli autentici Giudei, i nuovi e veri ebrei, i figli d'Abramo sono i Cristiani, i Cattolici e nessun altro! Il 27 Ottobre 1986, con 200 rappresentanti di tutte le false religioni, l’antipapa Giovanni Paolo II pregò ad Assisi. L'intero evento fu suo frutto, di Giovanni Paolo II. Nel corso della riunione, egli concesse persino che il Dalai Lama posizionasse una statua Buddista sul tabernacolo della chiesa di San Francesco! Tra le diverse guide delle false religioni ivi presenti c'erano: rabbini; mullah ed imam maomettani; monaci Buddisti e Scintoisti; ministri Protestanti; guide scismatiche Orientali; Giainisti ed altri non- Cattolici. Tale tipologia di attività è stata sempre condannata dalla Chiesa Cattolica, denunciata come peccato mortale ed apostasia radicale dalla vera Fede.

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Papa Pio XI, "Mortalium animos", 6 Gennaio 1928: "La Sede Apostolica ha mai permesso ai suoi sudditi di partecipare alle assemblee dei non-Cattolici.".

Il 14 Maggio 1999, Giovanni Paolo II s'inchinò dinnanzi al Corano per, poi, baciarlo. Il Corano è il libro sacro dei maomettani, il quale, come prima ragione, bestemmia la Santissima Trinità, ivi negando la divinità di nostro Signore Gesù Cristo. Si tratta di una atroce apostasia! 21 Marzo 2000, antipapa Wojtyla: "Che Giovanni Battista protegga l'Islam e tutto il popolo della Giordania.".

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Il 24 Gennaio 2002, Wojtyla organizzò un secondo incontro di preghiera d’apostasia ad Assisi. Nel corso dell'abominevole riunione, il rappresentante di ogni falsa religione saliva sul palco, esponendo il proprio sermone riguardo alla pace nel mondo. A tal proposito, davanti all’antipapa Giovanni Paolo II, un sommo sacerdote del Voodoo si presentò al pubblico, e diede la propria prescrizione per la pace terrestre. Si ricorda che i praticanti dei riti Voodoo sono stregoni. Parimenti, il capo Induista, preso il microfono in mano, disse che tutti sono Dio. Al termine delle loro prediche, tali capi si ritirarono in ambienti separati, così da pregare le loro sataniche divinità. L’antipapa Wojtyla programmò il tutto ben in anticipo ovviamente, egli fece sì che ogni falsa religione potesse adulare indisturbatamente Satana. Tant'è che ogni crocifisso presente in ognuna di tali stanze, fu ove possibile rimosso o sennò oscurato. Tale atto manifesta il regno del demonio sulla Terra negli ultimi giorni, è abominio agli occhi del Signore nel suo stato più puro; è bestemmia solenne; è male. Il 23 Maggio 2000, Giovanni Paolo II inviò un messaggio al rabbino capo di Roma in modo da commemorare insieme la sinagoga ebraica. Antipapa Wojtyla, 23 Maggio 2000: "Al distintissimo rabbino capo di Roma, Shalom! Per più di duemila anni, la vostra comunità è stata parte integrante della vita dell'Urbe. Essa può vantarsi di essere la più antica comunità ebraica dell'Europa Occidentale, avendo anche avuto una funzione importante nella diffusione dell'ebraismo in questo continente. Nell'odierna festa, ci uniamo tutti con gioia ricordando assieme il primo secolo di questo maestoso ed importante tempio. La comunità Cristiana di Roma partecipa con voi e con il successore di Pietro alla resa di grazie al Signore per questo anniversario felice.". Tramite tale messaggio, l’antipapa Giovanni Paolo II promosse a gran voce la diffusione dell’ebraismo nel mondo, ivi gioendo per

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l'anniversario della sinagoga. Egli incoraggiò, dunque, l'integrale negazione della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. A fronte di tali realtà, chiunque possa pensare o affermare che l’antipapa Wojtyla non fu un apostata, è egli stesso un bugiardo e traditore della fede; peggio, egli è un apostata! Poiché anche la mera considerazione dell'individuo in questione come fedele Cattolico, assenti personali dichiarazioni o pensieri propri simili, è in per se un'atroce apostasia; salvo, poi, sottolineare la contumace comunione con lui. L'antipapa Benedetto XVI, il successore di Giovanni Paolo II, promosse la stessa eresia di tale malefico apostata, rispetto alle false religioni. Il 19 Agosto 2005, un venerdì, a mezzogiorno (il medesimo giorno alla medesima ora nei quali il Signore nostro Cristo Gesù fu crocifisso) Benedetto XVI, nella sinagoga Ebraica di Colonia, in Germania, partecipò attivamente alla funzione di un solenne rito ebraico. Partecipandovi, Ratzinger manifestò pubblicamente la sua apostasia. Dentro la sinagoga, Benedetto XVI sedette in modo chiaro e visibile, affinché tutti gli ebrei lì presenti lo potessero vedere. Non solamente fu tale antipapa una parte integrante ed attiva dell'ebraico servizio, bensì la sua principale caratteristica. Fu fuor di dubbio un'attiva partecipazione alla falsa religione ebraica.

Di fianco all’antipapa Ratzinger, nella sinagoga, sedeva, pregava e cantava, a pieni polmoni cantici ebraici, persino il cantore della sinagoga. Benedetto XVI, nel mentre, chinava la testa ed applaudiva convinto, mostrando approvazione e netta partecipazione alla funzione ebraica.

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Si unì, infatti, anche all'ebraica preghiera Caddis, musica yddish, suonante nel sottofondo. L’antipapa Ratzinger, non ebbe e non ha, in essenza, problemi alcuni con gli ebrei, rispetto al loro rifiuto di Gesù Cristo nostro Signore; secondo lui, essi non detengono obbligo alcuno d'accettarLo per essere salvati dalle fiamme eterne. Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, "Cantate Domino", 1441, ex cathedra: "La Santa Romana Chiesa crede fermamente, confessa e predica, che tutti coloro i quali si trovano e trovino al di fuori della Chiesa Cattolica, non solo i pagani, ma anche gli ebrei, gli eretici e gli scismatici, non possono e potranno mai partecipare alla vita eterna; essi sono, bensì, destinati all'eterno fuoco preparato per il demonio ed i suoi angeli a meno che, prima della fine della loro vita, si ricongiungano definitivamente a Cristo.". Benedetto XVI, discorso al rabbino capo di Roma, 16 Gennaio 2006: "Eminente gran rabbino, v'è stata affidata la guida spirituale della comunità ebraica di Roma. Con tutto il cuore, vi porgo, dunque, i miei fervidi desideri per la vostra missione e vi assicuro la mia stima e la mia amicizia cordiale, così come quella dei miei colleghi.". Benedetto XVI lodò, quindi, la guida di una falsa religione affermante in maniera esplicita che il Signore nostro Gesù Cristo non fu ed è il Messia.

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Benedetto XVI, discorso alla comunità ebraica, 12 Settembre 2008: "Non posso tralasciare, in un'occasione come questa, il ruolo svolto in primo piano dagli ebrei in Francia, per l'edificazione di tutta la nazione ed il loro prestigioso apporto al suo patrimonio spirituale.". Il 30 Novembre 2006, l’antipapa Benedetto XVI visitò la Moschea Blu di Istanbul, in Turchia. Questi pregò verso la Mecca a fianco del gran Mullah, il tutto a braccia conserte, la canonica posizione di preghiera Maomettana dal nome "gesto di pace.". L’antipapa apostata e scomunicato Ratzinger, in una moschea di Istanbul si unisce alla preghiera islamica ad Allah, rivolgendosi in orazione verso la Mecca.

Benedetto XVI, discorso, 19 Gennaio 2007: "Ho più volte espresso il rispetto della Chiesa Cattolica verso l'Islam, avuto sia dal Papa che dai fedeli credenti musulmani, soprattutto durante la mia visita alla Moschea Blu di Istanbul.".

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Benedetto XVI, 16 Dicembre 2007, discorso: "La mia visita in Turchia mi ha dato l'occasione di illustrare anche pubblicamente il mio rispetto per la religione Islamica.". Benedetto XVI, discorso, 28 Novembre 2006: "Saluto tutti i musulmani della Turchia con particolare stima. Questa nobile terra ha visto anche una notevole fioritura della civiltà Islamica nei più svariati campi.". Benedetto XVI, catechesi, 6 Dicembre 2006: "Ho così avuto l'occasione per rinnovare i miei sentimenti di stima per i musulmani e per la civiltà Islamica.". Benedetto XVI, discorso, 25 Settembre 2006: "Vorrei ribadire oggi tutta la stima ed il profondo rispetto che ho per i credenti musulmani.". Benedetto XVI, 9 Maggio 2009, discorso alle guide musulmane fuori da una moschea: "I luoghi di culto, come questa stupenda Al-Hussein Bin Talal, nome del venerato re defunto, si innalzano come gioielli sulla superficie della Terra. Antichi e moderni, il più splendido come il più umile, tutti questi edifici ci orientano verso il Divino.". Benedetto XVI, 12 Settembre 2008, intervento: "Ringrazio i delegati della comunità musulmana francese, di avere accettato di partecipare a questo incontro; gli rivolgo i miei migliori auguri in questo periodo di Ramadan.". Benedetto XVI, udienza generale, 24 Agosto 2005: "Rispetto per le altre tradizioni religiose, fra le quali, un posto speciale è occupato dall'Islam, i cui seguaci adorano l'unico Dio.". Benedetto XVI, 16 Maggio 2008, discorso ad un vescovo della Thailandia: "Mi è stato trasmesso il vostro grande rispetto per i monasteri Buddisti e per la stima che avete per il loro contributo alla vita sociale e culturale del popolo Thailandese.". Benedetto XVI, discorso, 24 Maggio 2007: "Stima e rispetto per le altre

religioni.".

L’antipapa Ratzinger, già Benedetto XVI, ritiene, dunque, che tutte le false religioni, ossia, tutti gli acattolici rifiutanti il Signore nostro Cristo

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Gesù integralmente, possono salvarsi. L’antipapa Ratzinger è un apostata satanista e scomunicato ipso facto dalle leggi immutabili della santa Chiesa Cattolica.

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L'apostasia della gerarchia della controchiesa anticristica nata dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, dei suoi collegi e dei suoi licei. L'apostasia generate scaturita dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, imposta in primis dai suoi antipapi e propagata dalla loro ingannevole controchiesa, fu diffusa in tutti i piani dalla nascente anti-Chiesa. Ciò avvenne in molti modi: tramite il perenne indifferentismo religioso; attraverso le costanti lodi rivolte alle guide delle false religioni; con la continua partecipazione dei sacerdoti e vescovi della controchiesa anticristica ‘conciliare’ ai riti delle varie false religioni; per mezzo dell'incessante approvazione di dottrine anticattoliche, avanzate da esponenti politici cosiddetti Cattolici ed anche, infine, grazie alla consegna dell’Eucaristia a chiunque di costoro la richiedesse. Il 12 Agosto 2002, la cosiddetta conferenza episcopale degli Stati Uniti d'America scrisse un articolo concernente gli ebrei. Tale documento proclamò pubblicamente che "le campagne di conversione al Cristianesimo nei confronti degli ebrei, non sarebbero più state teologicamente accettabili dentro la Chiesa Cattolica." Il 2 Ottobre 2009, tale stesso gruppo stilò la cosiddetta dichiarazione di princìpi per un dialogo ebraico-Cattolico. Fu ivi dichiarato: "Il dialogo ebraico-Cattolico, uno dei frutti benedetti del Concilio Vaticano II, è mai stato e sarà mai utilizzato dalla Chiesa Cattolica come un mezzo di proselitismo; né deve essere visto come un dissimulato invito al Battesimo.". A tal proposito, diversi acattolici desiderarono convertirsi al Cattolicesimo, ma la gerarchia della controchiesa anticristica ‘conciliare’, capeggiata dagli antipapi succedutisi dal 1958 in Vaticano, glielo impedì, definendo il gesto come futile e non necessario. L'anti-Chiesa nata dall’invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65 ha, in aggiunta, ripudiato pure il dogma dell'indissolubilità del Sacramento

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matrimoniale. Hanno stabilito che chiunque volesse malvagiamente scindere l'unione, secondo tale lestofante controchiesa, basterebbe allora il mero pagamento di una modica cifra congiunta ad una compilazione di documenti presso la propria diocesi. Parimenti, i collegi e le scuole della controchiesa anticristica ‘conciliare’, sono una totale aberrazione! Essi ammettono la promozione dell'omosessualità, del lesbismo, della sodomia e dell'aborto. Le loro guide di settore approvano ed autorizzano completamente tali abominazioni. Tali collegi attaccano sovente i divini dogmi universali, la Sacra Bibbia, i miracoli del Figlio del Dio vivente, oltre alla stessa divinità del Signore nostro Gesù Cristo. Per finire, le scuole elementari e superiori della controchiesa anticristica ‘conciliare’ stanno tutte promuovendo il disgraziato indifferentismo religioso, un'eresia atroce. Detti istituti non incoraggiano, bensì impongono anche l'educazione sessuale sin dalla scuola materna. Tale demoniaca e satanica dottrina, esorta i fanciulli a commettere peccati mortali come la masturbazione, celandone ivi l'abominio della loro inverecondia e totale distruzione, spedendoli direttamente all'Inferno per la condanna eterna. Matteo 18;6: "Chi poi scandalizzerà alcuno di questi piccoli, che credono in me, meglio per lui sarebbe, che gli fosse appesa al collo una macina da asino, e che fosse sommerso nel profondo del mare.".

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202 eresie della controchiesa anticristica:

eresie dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65.

(Fr. Michael Diamond e Fr. Peter Diamond; vaticanocattolico.com)

L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65 ha veramente professato l’eresia oltre duecento volte; se ne sono riscontrate all’incirca 240. Si ricordino i seguenti punti:

1. L’eresia consiste nel pertinace rinnego o dubbio di una verità Cattolica (c. 1325, Codice di diritto canonico 1917), sicché separando il proprio sostenitore dalla Chiesa Cattolica (Satis cognitum, Papa Leone XIII).

2. Allorquando un documento è chiaramente contraddittorio o ambiguo, il solenne Magistero di Papa Pio VI (Auctorem Fidei) insegna che occorre condannare le dichiarazioni eretiche come appaiono, a prescindere dalle contraddizioni e ambiguità nelle quali esse sono mimetizzate. Egli avvisò anche che coloro i quali consentono alle eresie di passar via, in quanto velate da una cosciente ambiguità, non possono essere scusati, permettendo ai fedeli d’essere guidati verso la dannazione da errori sottili.

3. Nel momento in cui una violazione della legge è commessa, nel foro esterno, è presunta malizia sino a prova contraria (c. 2200.2). Presumere la malizia è cruciale poiché nessun inganno, per quanto dissimulato, può permettere che la Fede di una persona venga distrutta, sicché conducendola all’Inferno. In altre parole, l’eretico è presunto come tale allorché afferma l’eresia, e mai godente del beneficio del dubbio, infine da essa scagionato solamente a fronte di un ripudio specifico a riguardo e di una conseguentemente integra Professione di Fede.

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4. Le “porte dell’Inferno” non sono prevalsi sull’Una Santa Romana Chiesa Cattolica ed Apostolica, poiché: “se anche la vera Chiesa di Gesù Cristo fosse ridotta ad una manciata di veri credenti, ed un vero sacerdote, essi rimarrebbero la vera Chiesa di Gesù Cristo in Terra (Sant’Atanasio)”.

5. La Chiesa Cattolica rimane, infine, immacolata ed incorrotta anche perché gli eretici che hanno convocato il Concilio Vaticano II, furono scomunicati dalle parole solennemente proclamate da Papa Pio II nella sua bolla ‘Execrabilis’, la quale condannò come nulli e invalidi tutti i futuri concili che avrebbero contraddetto le decisioni dei precedenti Papi, in quanto infallibili nel loro insegnamento dottrinale.

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L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65, non fece parte della Chiesa Cattolica, e gli uomini che lo promossero non furono Cattolici.

202 eresie della controchiesa anticristica ‘conciliare’

Magistero della Chiesa Cattolica

Papa Fonte Eresia dell’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65

Fonte

Chiunque è separato dalla Chiesa è unito ad una adultera

Leone XIII SC:5 Ogni essere umano è unito a Cristo

GS:22

Dio è superiore a tutto San Silvestro I DC:5 L’uomo è superiore a tutto GS:26

Affermasse qualcuno che Gesù ebbe fratelli o sorelle che egli sia anatema

San Siricio I D. 91 Gesù Cristo fu il primogenito di tanti fratelli

GS:32

I chierici non possono offrire la Comunione agli eretici

Innocenzo III DC:234 I Cattolici possono offrire la Santa Comunione agli Ortodossi Orientali

OE:27

L’educazione sessuale è disgustosa

Pio XI D. 2214 Le scuole necessitano l’educazione sessuale

GE:1

I modernisti applicano l’esperienza alla Tradizione sicché distruggendola

San Pio X P: 15 La Tradizione progredisce tramite l’esperienza umana

DV:8

La Chiesa Cattolica è la Chiesa universale

Innocenzo III D. 430 I Cattolici desiderano una Chiesa veramente universale

UR: 1

Solamente il Papa possiede autorità suprema

Leone XIII D. 1961 Il Collegio dei Vescovi detiene l’autorità suprema nella Chiesa

LG: 22

Il controllo delle nascite è un peccato gravissimo

Pio XI CC. p 28-29

Il controllo delle nascite può essere virtuoso

GS: 52

Solamente il Papa può definire attraverso il Magistero

Clemente V DC: 360 Il Collegio dei Vescovi possiede un Magistero infallibile

LG: 25

Cristo Re è il soggetto e scopo di tutta la vita sociale

Pio XI Quas: 18,19

L’uomo è il soggetto e scopo di tutta la vita sociale

GS: 25, 63

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~ 106 ~

Solamente la Chiesa Romana è Cattolica

Clemente VI D. 570a Ad oggi, la Chiesa Cattolica Romana non è pienamente Cattolica

UR: 4

Le false religioni sono false e piantate dal Diavolo

Clemente V DC: 383 Le religioni non-Cristiane posseggono santità e verità

NA: 2

I Musulmani sono blasfemi ed infedeli

Gregorio X DC: 309 La Chiesa Cattolica guarda ai Musulmani con rispetto

NA: 3

Tutti gli eretici sono al di fuori della comunione Cattolica ed alieni alla Chiesa

Leone XIII SC: 9 I Protestanti detengono comunione parziale con la Chiesa

UR: 3

Solamente il sacerdote offre la Divina Vittima durante Messa

Pio XII MD: 92 I fedeli offrono la Divina Vittima durante la Messa

PO: 5

È pernicioso affermare che la Chiesa è invisibile

Leone XIII SC: 3 La vera Chiesa di Cristo non è ancora visibile

UR: 1

L’Islam è una setta abominevole

Eugenio IV DC: 479

La fede Islamica sottomette enfaticamente l’uomo a Dio

NA: 3

Cristo Re è il centro e la cresta di tutto

Pio XI Quas: 19 L’uomo è il centro e la cresta di tutto

GS:12

Chiunque è al di fuori della Chiesa Cattolica non è nostro fratello

Leone XII EP: (1)202

I Protestanti sono nostri fratelli in Cristo

UR: 3

Preghiamo per gli Ebrei infedeli acciocché essi possano essere salvati dalla loro oscurità

BenedettoXIV EP: (1)42 La Chiesa Cattolica guarda agli Ebrei con stima

NA: 4

Gli eretici pensano che la liturgia è una con-celebrazione da comunità

Pio XII MD: 83 La liturgia è una celebrazione da comunità

SC: 27

Nessun metodo scientifico può controllare le nascite

Pio XI CC: p 28-29

I metodi scientifici dovrebbero essere utilizzati per controllare le nascite

GS: 87

I Musulmani attaccano totalmente la Croce dante la vita

Leone X DC: 651 I Musulmani venerano lodevolmente Gesù come profeta

NA: 3

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Gesù Cristo è la verità San Celestino I

DC: 57 I Cristiani stanno ancora cercando la verità

GS: 16

Al di fuori della Chiesa Cattolica v’è assolutamente nessuna salvezza

Leone X DC: 646 Cristo utilizza le sette non-Cattoliche come mezzo di salvezza

UR: 3

L’ateismo è assurdo San Pio X D. 2073 L’ateismo è una potente reazione contro il male

GS: 19

La libertà di stampa è fatale, mostruosa ed orripilante

Gregorio XVI MV: 16 Tutte le religioni dovrebbero avere libertà di stampa

DH: 4

Gli eretici sono i cancelli dell’Inferno

Vigilio DC: 113 Gli Ortodossi Orientali aiutano la Chiesa a crescere

UR: 15

Coloro i quali muoiono in peccato mortale sono destinati all’Inferno

Benedetto XII D. 531 Tutti gli uomini detengono il medesimo destino

GS: 29

Nel Battesimo l’uomo è istantaneamente giustificato

Paolo III D. 800

La giustificazione è uno sviluppo graduale e progressivo nel corso del tempo

AG: 13

La condotta dei Musulmani è lurida e detestabile

Clemente V DC: 350 I Musulmani rispettano Dio e la vita morale

NA: 3

È malvagio introdurre la lingua popolare a Messa

Pio VI D. 1566, 1533

Le lingue vernacolari dovrebbero essere utilizzate per la Messa

SC: 36.2

Gli Ebrei che osservano la Legge saranno dannati

Eugenio IV D. 172 Gli Ebrei che rigettano Cristo rimangono cari a Dio

LG: 16, NA: 4

Le tradizioni pagane sono sterili e senza valore

Leone XIII SC: 9

Le tradizioni contemplative dei pagani sono necessitate nella vita religiosa

AG: 18

Le istituzioni umane, pubbliche o private, debbono servire Cristo

Pio XI Quas: 19 Le istituzioni umane, pubbliche o private, dovrebbero servire l’uomo

GS: 29

I modernisti sostengono: tutte le religioni detengono il senso religioso

San Pio X P: 14 Tutte le religioni detengono il senso religioso

GS: 36

Solamente un chierico è un ministro liturgico

Pio XII MD: 93 I laici detengono un ministero liturgico

SC: 29

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La Vecchia Legge cessò e fu adempiuta dalla Nuova Legge

Eugenio IV D. 712 La Vecchia Legge è viva e lavora alla chiamata di Dio

LG: 16

Nessuna persona laica può detenere un ufficio pastorale

Innocenzo II DC: 199 La gente laica detiene il proprio ufficio pastorale

AA: 24

I Musulmani che non si convertono andranno all’Inferno

Eugenio IV D. 714 Il piano della salvezza include i Musulmani

LG: 16

Il Padre, Figlio e Spirito Santo crearono tutto

San Leone IX D. 343 Il dio dei Musulmani creò il Cielo e la Terra

NA: 3

Solamente i Cattolici adorano Dio

Gregorio XVI SIS: 6 I Musulmani adorano l’Uno Vero Dio

LG: 16

La Chiesa Cattolica è l’unità di tutti i Cristiani

Pio XI MA. 3, 15 La Chiesa Cattolica spera di ristorare l’unità di tutti i Cristiani

UR: 1

Nessun uomo può essere salvato al di fuori della Chiesa Cattolica

Clemente VI D. 570b La gente può essere salvata al di fuori della Chiesa Cattolica

LG: 16

La Chiesa Cattolica detiene un gregge ed un pastore

Pio XI MA: 7 La Chiesa Cattolica desidera un gregge ed un pastore

SC: 2

Colui che rigetta il Papato è al di fuori della Chiesa

Clemente VI D. 570b La Chiesa è unita con coloro che non accettano il Papato

LG: 15

Gli eretici ripudiano la tradizionale Parola di Dio

Gregorio XVI D. 1630 Gli eretici onorano la Sacra Scrittura con uno zelo veramente religioso

LG: 15

Il Papa è il supremo giudice dei fedeli

Pio IX D. 1830, SC: 15

I Vescovi sono i supremi giudici dei fedeli

LG: 25

La dignità di un vescovo è superiore a quella di un sacerdote

Pio IV D. 967 Tutti i membri della Chiesa detengono una dignità comune

LG: 32

Al di fuori della Chiesa v’è nessuna remissione dei peccati

Bonifacio VIII D. 468 La Penitenza può essere offerta agli Ortodossi Orientali

OE: 27

Gli eretici non sono degni di partecipare ai Sacramenti

Adriano II DC: 178 L’Estrema Unzione può essere amministrata agli Ortodossi Orientali

OE: 27

L’adorazione non-Cattolica è una disgrazia ed è

Clemente V DC: 380 I Cattolici possono condividere le loro chiese

OE: 28

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proibita con i non-Cattolici

Gli eretici corrompono le vere espressioni dello Spirito Santo

San Celestino I

DC: 74 Lo Spirito Santo aiuta i Protestanti “a confessare Cristo impavidamente”

OE: 30

I maligni credono che “qualunque fede mai sia” porta in Paradiso

Gregorio XVI D. 1613 Lo Spirito Santo scorre sui Protestanti “di qualunque chiesa ma sia”

OE: 30

Il Padre ha mandato Gesù Cristo come unico olocausto accettabile

Paolo III D. 794 L’umanità stessa sarà a breve un olocausto accettabile per Dio

GS: 38

I Cristiani sono una cosa sola in Fede ed in Governo

Pio XII D. 2286 I Cristiani sono divisi UR: 1

Nessuno può cambiare i riti approvati della Chiesa

Paolo III D. 856 I riti approvati dei Sacramenti possono essere cambiati

SC: 4

È eresia disdegnare i riti approvati della Chiesa

Paolo III D. 856 I riti della Chiesa non esprimono le cose sante chiaramente

SC: 21

Sa di eresia scoraggiare le Messe private

Pio VI D. 1528 Le Messe private sono da essere scoraggiate quandunque sia possibile

SC: 27

Tutta l’espressione fisica a Messa è condannata

Gregorio X DC: 328 Le chiese necessitano “un’auto-espressione fisica”

SC: 30

Coloro che rigettano la Fede sono “estranei alla Chiesa Cattolica”

Vigilio DC: 113 La Chiesa è unita a coloro che non accettano la Fede

LG: 15

Nessun nuovo rito può essere aggiunto alla liturgia

San Pio V Quo La liturgia necessita nuove parti per la gente

SC: 31

A Messa il sacerdote rappresenta Cristo e non i fedeli

Pio XII MD: 92 A Messa il sacerdote agisce nel nome dell’intera santa gente

SC: 33

Dovesse chiunque rigettare le letture tradizionali della Scrittura che egli sia anatema

Paolo III D. 784

Le letture tradizionali della Scrittura sono inadatte durante la liturgia

SC: 35.1

Vietiamo perpetuamente qualunque nuovo rito a Messa

San Pio V Quo Durante i sacri riti andrebbe concesso spazio a delle brevi analisi

SC: 35.3

Il rito della Messa andrebbe semplificato –

Pio VI D. 1533 Il rito della Messa andrebbe semplificato

SC: 34, 50

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condannato

La gente rinasce per mezzo del Battesimo

Paolo III D. 799 La gente non rinasce per mezzo del Battesimo

AG: 6

Chiunque cambia la Messa è sotto l’ira di Dio

San Pio V Quo La Chiesa non desidera la Messa rigida e priva di cambiamento

SC: 37

L’adorazione dei modernisti consiste primariamente nell’adattarsi ai costumi dei popoli

San Pio X P: 26 La liturgia necessita i costumi di vari popoli

SC: 37, 40.1

Adattamenti radicali durante la liturgia sono condannati

San Pio V Quo Ove necessario la liturgia è da adattare radicalmente

SC: 40

Al di fuori della Chiesa esiste il vangelo del Diavolo

Leone XII EP: (1)202

Le vere Sacre Scritture esistono al di fuori della Chiesa Cattolica

UR: 3

Molti desiderano erroneamente riportare la liturgia alla sua forma primitiva

Pio XII MD: 61-62

Dobbiamo riportare la liturgia all’antica moda dei Padri

SC: 50

In Cristo diventiamo un nuovo uomo che è creato secondo Dio

Paolo III D. 792 Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa più uomo

GS: 41

La Chiesa non può toccare la sostanza dei Sacramenti

San Pio X D. 2147a I riti e le formule della Penitenza sono da revisionare

SC: 72

Al di fuori della Chiesa non v’è salvezza né remissione di peccato

Bonifacio VIII D. 468 Santificazione e verità sono trovabili al di fuori della Chiesa

LG: 8

La Chiesa detiene nessuna deformità né ruga

Adriano I DC: 133 La Chiesa è sempre in bisogno di purificazione

LG: 8

L’Estrema Unzione non può essere cambiata senza peccato

Giulio III D. 928 Il rito dell’Estrema Unzione è da cambiare

SC: 73-75

Solamente un chierico può amministrare i sacramentali

Benedetto XV C. 1146 I laici possono amministrare i sacramentali

SC: 79

Dovesse chiunque dire che la Penitenza non effettua ciò che significa che egli

Paolo III D. 849 Il Sacramento della Penitenza non significa chiaramente ciò che

SC: 72

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sia anatema effettua

Dovesse chiunque cambiare la Confermazione che egli sia anatema

Paolo III D. 856 Il rito del Sacramento della Confermazione andrebbe cambiato

SC: 71

Dovesse chiunque cambiare il Battesimo che egli sia anatema

Paolo III D. 856 Tutti i riti del Sacramento del Battesimo andrebbero cambiati

SC: 66, 67

Dovesse chiunque cambiare il Matrimonio che egli sia anatema

Paolo III D. 856 Il rito del Sacramento del Matrimonio andrebbe cambiato

SC: 77

La musica pagana è una disgrazia per le chiese

Clemente V DC: 378, 737

Le tradizioni musicali pagane sono incoraggiate nell’adorazione Cattolica

SC: 119

Che tutti i fedeli sono sacerdoti è un’eresia condannata

Pio XII MD: 83 Tutti i fedeli appartengono ad un sacerdozio comune

LG: 10, AA: 3

Cristo rivela pienamente Dio all’uomo

Gregorio XVI MV: 28 Cristo rivela pienamente l’uomo a sé stesso

GS: 22

Gli eretici offendono Dio e scandalizzano la Chiesa

Martino V DC: 428 La Chiesa Cattolica guarda ai Protestanti con rispetto

UR: 3

Solamente i Cattolici possono essere considerati Cristiani

Pio VI D. 1500 I Protestanti detengono un diritto ad essere appellati Cristiani

UR: 3

Senza la Fede Cattolica nessuno è sempre giustificato

Paolo III D. 787, 801

I Protestanti sono giustificati tramite la Fede nel Battesimo

UR: 3

Gli eretici sono completamente separati dal Corpo di Cristo

Eugenio IV D. 705

I Protestanti e gli Ortodossi sono membri del Corpo Mistico di Cristo

UR: 3

L’insegnamento della Chiesa è il deposito della Fede

Pio IX D. 1800 L’insegnamento della Chiesa non è il deposito della Fede

UR: 6

Tutti i Musulmani saranno dannati nel Giorno del Giudizio

Eugenio IV D. 714 I Musulmani attendono il Giorno del Giudizio e la ricompensa di Dio

NA: 3

I Cattolici debbono anatemizzare tutti gli eretici

San Martino I D. 271-272

Dobbiamo evitare giudizi non di favore ai Protestanti

UR: 4

L’ecumenismo abbandona Pio XI MA: 2 L’ecumenismo promuove UR: 4

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la religione rivelata da Dio giustizia e verità

Al di fuori della Chiesa v’è nessun martire Cristiano

Pelagio II D. 247

I non-Cattolici recano testimonianza a Cristo mediate l’aspersione del loro sangue

UR: 4

Gli scismatici non sono rigenerati nel Battesimo

Gregorio XVI MV: 14 Gli scismatici sono uniti a Cristo nelle acque del Battesimo

LG: 15

Gli scismatici rigettano Cristo mediante la negazione dell’Immacolata Concezione

Pio XI MA: 13 Gli scismatici accrescono devozione alla Madre di Dio

LG: 15

Gli scismatici sono privati delle preghiere spirituali comuni della Chiesa

Leone X D. 763 Gli scismatici condividono nelle preghiere spirituali comuni della Chiesa

LG: 15

Gli scismatici sono i figli della dannazione

Leone X DC: 597

Gli Scismatici ed i Cattolici detengono un legame vero nello Spirito Santo

LG: 15

Per essere Cristiani occorre credere nel Papato

Pio VI D. 1500 Si può essere Cristiani e non accettare il Papato

LG: 15

La vita dello Spirito non segue il membro amputato

Leone XIII SC: 5 Lo Spirito Santo opera il suo potere santificante nei non-Cattolici

LG: 15

I modernisti dicono: la Chiesa ha errato

Pio XI MA: 8 La Chiesa Cattolica ha peccato contro l’unità

UR: 7

Al di fuori della Chiesa non v’è remissione di peccato

Bonifacio VIII D. 468 Al di fuori della Chiesa v’è remissione di peccato

UR: 3

Il Magistero è privo d’ogni errore

Leone XIII SC: 9 L’insegnamento della Chiesa è talvolta deficiente

UR: 6

La Chiesa può fornire un’indegna disciplina – condannato

Pio VI D. 1758 La disciplina della Chiesa è talvolta deficiente

UR: 6

È indignazione ed assurdo dire che la Chiesa necessita rinnovamento

Gregorio XVI MV: 11 Cristo chiama la Chiesa ad un continuo rinnovamento

UR: 6

Tutte le preghiere con gli eretici sono condannate

Pio IX D. 1686 È auspicabile pregare con gli eretici e gli scismatici

UR: 8, 15

Gli eretici sono gli infanti di Belial

Gregorio XVI MV: 25 Gli eretici possiedono giustizia e vera carità

UR: 23

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Dio chiama tutti all’unità Cattolica

Pio XI MA: 17 Ostacola l’unità l’avere zelo nel convertire i non-Cattolici

UR: 24

I Protestanti pervertono le Sacre Scritture

Pio IX QP: 14 I Protestanti sono studiosi “esperti” delle Sacre Scritture

UR: 21

Gli scismatici amministrano i Sacramenti mediante sacrilegio

Leone XIII EN Gli Ortodossi Orientali celebrano la liturgia con grande amore

UR: 15

I predicatori eretici sono i frutti dell’operato diabolico

San Martino I D. 271 I non-Cattolici sono rafforzati dai predicatori Protestanti

UR: 23

Accrescere l’ecumenismo è rigettare la vera religione

Pio XI MA: 2 L’obbligo pastorale di un Vescovo è l’accrescere l’ecumenismo

CD: 16

L’umanesimo è pericoloso e disperde la gente

Pio XII MD: 203 Siamo testimoni di un nuovo umanesimo

GS: 55

Le suore non possono vestire abiti mondani

Clemente V DC: 373 Il vestito delle suore dovrebbe conformare alla moda contemporanea

PC: 16-17

La co-istruzione è falsa e dannosa per la Cristianità

Pio XI D. 2215 Tutti hanno il diritto alla co-istruzione

GE: 1, 7

L’istruzione non-Cristiana è piena di errori

Pio XI D. 2213 Tutti hanno il diritto all’istruzione non-Cristiana

GE: 1, 7

Espelliamo gli eretici battezzati dalla Chiesa di Cristo

Innocenzo II DC: 202 Tutti i battezzati sono onorati col nome Cristiano

LG: 15

Il pluralismo è opposto alla ragione umana

Pio IX QP: 15 È buono vedere che il pluralismo sta sbocciando nella società moderna

GE: 6, 7

È grave offesa non sterminare l’eresia

Clemente V DC: 382 I Cristiani dovrebbero promuovere le morali delle altre religioni

NA: 2

Gli Ebrei sono anatema da Dio: completamente disgiunti dalla Sua comunione e dal Suo splendore

Adriano I DC: 168 Gli Ebrei non sono rigettati da Dio né maledetti

NA: 4

Dovesse chiunque dire che una volta giustificati non si

Paolo III D. 833 Qualcuno che riceve un dono da Dio può perderlo

LG: 16

Page 114: 1...nella Chiesa inizierà dal suo verticeµ. Il conciliabolo Vaticano del 1962-65, è stato eretico e invalido, perché: -è stato convocato da un antipapa, che non aveva quindi l’autorità

~ 114 ~

possa perdere la grazia che egli sia anatema

giammai

Una famiglia universale è ottenibile solamente nel Cattolicesimo

San Pio X NCA: 24 La popolazione del mondo è una famiglia universale

AA: 8

I religiosi dovrebbero essere separati dalla gente laica

San Leone Magno

DC: 89 I religiosi dovrebbero stare in dialogo costante con la gente laica

AA: 25, 26

I Papi affidano ai Vescovi la giurisdizione sulle anime

Pio XII D. 2287 La gerarchia affida alla gente laica la responsabilità delle anime

AA: 24

L’una vera religione è la Chiesa Cattolica

Pio VIII EP: (1)222

L’una vera religione sussiste nella Chiesa Cattolica

UR: 4, DH: 1

La Dottrina non fu trasmessa all’uomo per essere perfezionata

Pio IX D. 1800 Intendiamo sviluppare l’insegnamento dei Papi

DH: 1

Solamente i Cattolici detengono il diritto alla libertà religiosa

Pio IX D. 1777 Ogni persona detiene il diritto alla libertà religiosa

DH: 2

Lo stato deve proibire le religioni non-Cattoliche

Pio IX D. 1777, 1778

Lo stato non può proibire le religioni non-Cattoliche

DH: 2, 3

La libertà di religione non è sacra

Leone XIII D. 1932 La libertà di religione è sacra

DH: 9

Non v’è profitto nel guadagnare il mondo intero e perdere l’anima

Pio XI D. 2273 Non v’è profitto nel guadagnare il mondo intero e perdere sé stessi

GS: 39

La libertà religiosa tratta la Rivelazione con odio

Gregorio XVI MV: 15 La libertà religiosa è una parte della Rivelazione

DH: 12

Colui che non venera le immagini della Madonna è anatema dal Padre, Figlio e Spirito Santo

Adriano I DC: 168 I Protestanti sono discepoli di Cristo

AA: 15

Gregorio XVI rigettò le Bibbie Protestanti, noi le condanniamo parimenti

Pio IX QP: 14 Le nuove Bibbie vanno editate con l’aiuto dei Protestanti

DV: 22

La salvezza delle anime è la nostra legge suprema

Pio IX D. 1847 I diritti umani sono supremi

DH: 15

Al di fuori della Chiesa non v’è speranza per la salvezza

Pio IX D. 1717 Al di fuori della Chiesa v’è speranza

UR: 3

La Chiesa Cattolica è un Bonifacio VIII D. 468 La Chiesa Cattolica è un AG: 6

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~ 115 ~

mezzo perfetto per la salvezza

mezzo insufficiente per la salvezza

I modernisti sostengono che tutti detengono un’intuizione segreta di Dio

San Pio X P: 14 Dio è segretamente presente nei non-Cristiani

AG: 9

Gli infedeli sono odiosi nemici di Dio

Leone X DC: 651 Le religioni che rigettano Gesù Cristo sono fantastiche.

AG: 10

L’ecumenismo può incontrare nessuna approvazione fra i Cattolici

Pio XI MA: 2 I nuovi convertiti dovrebbero essere nutriti nell’ecumenismo

AG: 15

I Cattolici ripudiano e condannano la fede degli eretici

Martino V DC: 421-422

I Cattolici professano una fede comune con i Protestanti

AG: 15

Chiunque non detiene il Cattolicesimo non detiene il Signore

Pelagio II D. 246 Cristo è il Signore dei Protestanti

AG: 15

Tutta la collaborazione religiosa con i non-Cattolici è proibita

Pio XI D. 2199

I Cattolici debbono collaborare nelle questioni religiose con i non-Cattolici

AG: 15

Un vero Cattolico chiama i pagani al Cattolicesimo

Pio XI MA: 10, 17

Un vero missionario dialoga con i non-Cristiani

AG: 16

La filosofia non può deviare dalla Fede Cattolica

Leone X DC: 606 La Fede deve essere spiegata nei termini filosofici dei non-Cristiani

AG: 22

Gli infedeli minano la Fede Cattolica

Leone X DC: 606 I non-Cristiani detengono concetti profondi di Dio

AG: 26

Confondiamo ed opponiamo gli eretici come avversari di Cristo

Innocenzo III D. 426 I Cattolici ed i Protestanti possono essere missionari assieme

AG: 29

Il singolo obbiettivo di un missionario è liberare i non-Cattolici dalle loro false credenze

Benedetto XIV

EP: (1)57 I missionari debbono adattarsi alle tradizioni religiose dei non-Cristiani

AG: 40

È un errore grave considerare la Chiesa come un’istituzione umana

Leone XIII SC: 3 La Chiesa è un’associazione umana

GS: 13

I Buddisti sono schiavizzati dal potere dell’oscurità

San Celestino I

D. 139 Nel Buddismo gli uomini attengono l’illuminazione

NA: 2

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~ 116 ~

più alta

Gli atei sono sempre inescusabili

Pio IX D. 1801, 1806

I credenti sono talvolta responsabili per l’ateismo

GS: 19

Non è contro la volontà di Dio bruciare gli eretici

Leone X D. 773 Tutti gli omicidi sono una disgrazia

GS: 27

La Chiesa Cattolica condanna tutte le opinioni contrarie

Eugenio IV D. 705 I Cattolici rispettano quelli con opinioni religiose differenti

GS: 28

Le donne debbono essere soggette ai loro mariti

Pio XI CC: p. 15 Le donne dovrebbero avere lo stesso stato di vita come gli uomini

GS: 29, 52

La Chiesa è specialmente pronta a rispondere a chiunque domandi

Pelagio I D. 228a La Chiesa non ha sempre una risposta pronta a domande

GS: 33

La vera libertà può essere solamente trovata nella Chiesa Cattolica

Clemente V DC: 383 Nel Buddismo gli uomini ottengo uno stato di perfetta libertà

NA: 2

La dottrina perniciosa sostiene la laicità come fattore di progresso nella Chiesa

San Pio X P: 27 La Chiesa non può esistere né sbocciare senza la laicità

AG: 21

Tutta la legge deve conformare con la Legge Divina

Pio IX D. 1756, 1757

Dio esige che ogni creatura abbia le proprie leggi

GS: 36

Al di fuori della Chiesa Cattolica la verità non può essere trovata

Gregorio XVI D. 1617 Ogni cosa creata possiede la propria verità

GS: 36

Gli eretici attirano sulla propria testa una fiamma inestinguibile

San Celestino I

DC: 74 La Chiesa Cattolica è compiaciuta con le opere delle chiese Protestanti

GS: 40

La Chiesa è potenziata per proclamare la salvezza in Gesù Cristo

Leone XIII D. 1955, SC: 4

La Chiesa è potenziata per proclamare i diritti umani

GS: 41

L’unica visione mondiale è un’universale civiltà Cattolica

San Pio X NCA: 24, 36

La Chiesa non autorizza una singola visione mondiale

GS: 43

La coscienza è l’autorità del modernista

San Pio X P: 23 Ogni persona è legata all’autorità della sua coscienza

DH: 3

Gli eretici sostengono che il Vangelo “può essere

Pio XI MA: 12 La Chiesa mira “a far convenire” il Vangelo con

GS: 44

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~ 117 ~

alterato per convenire con i bisogni della vita umana”

tutti

Il mondo è interamente la carne, la concupiscenza e l’orgoglio della vita

Pio XI D. 2223 Chierici e laici dovrebbero essere una volta per tutte nel e del mondo

PC: 11

Nessuna circostanza permette alla coppie di limitare la misura della famiglia

Pio XI CC: p. 28

Le circostanze famigliari permettono alle coppie di limitare la misura delle famiglie

GS: 51

La vita dello Spirito non segue il membro amputato

Leone XIII SC: 5 Doni interiori dell Spirito Santo esistono al di fuori della Chiesa

UR: 3

La solidarietà universale senza il Cattolicesimo è impossibile

San Pio X NCA: 24 La cultura moderna fornisce solidarietà internazionale

GS: 57

La Chiesa è attaccata ai costumi dei Sacramenti

Paolo III D. 856 La Chiesa non è attaccata a costumi alcuni

GS: 58

La Chiesa è una coscienza collettiva – condannato

San Pio X P: 23 La vera Cristianità accresce le espressioni culturali collettive

GS: 61

Le espressioni della Chiesa debbono essere mantenute perpetuamente come verità

Pio IX D. 1800 Esiste una differenza tra la verità della Chiesa e la sua espressione di essa

GS: 62

La Chiesa riconosce praticamente l’ineguaglianza nella possessione dei beni

Leone XIII D. 1851 Le cose buone dovrebbero essere disponibili a tutti

GS: 69

I socialisti cercano di stabilire la comunità dei beni

Leone XIII D. 1851 La proprietà di un individuo appartiene anche alla comunità

GS: 69

La Chiesa ordina che il diritto alla proprietà rimanga intatto

Leone XIII D. 1851 Allorché il bene comune domanda la proprietà privata può venir meno

GS: 71

False speranze nella dignità umana sono la radice di molti errori

San Pio X NCA: 25

Una chiara consapevolezza di dignità umana domanda la libertà di opinione

GS: 73

L’autorità civile deve essere soggetta all’autorità della Chiesa

Bonifacio VIII D. 469 La Chiesa non spera in privilegi da parte dell’autorità civile

GS: 76

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~ 118 ~

Dovesse chiunque affermare che gli atei sono privi di colpa che egli sia anatema

Pio IX D. 1806 Si può essere atei assente colpe proprie

LG: 16

La parentela è possibile solamente tra i Cattolici

San Pio X NCA: 24 I Cattolici ed i non-Cristiani detengono una vera parentela

GS: 84

Possiamo costruire solamente sopra le fondamenta della Fede Cattolica

Clemente V DC: 360 I Cristiani dovrebbero enfaticamente costruire il Nuovo Ordine Mondiale

GS: 88

È detestabile servire l’uomo al posto di Dio

San Pio X ESA: 9 Cooperiamo con gli altri per servire solamente l’umanità

GS: 89

Non si è figli di Dio Padre a meno che non si dovesse prendere la Chiesa come madre

Leone XIII SC: 16 Dio è il Padre di tutte le genti

LG: 17

Le fondamenta della carità sono la vera Fede Cattolica

Pio XI MA: 11 I Protestanti professano carità evangelica

GS: 90

I modernisti sostengono che tutto al di dentro della religione è in uno stato di evoluzione

San Pio X P: 26 La Chiesa tratta con le questioni in un costante stato di evoluzione

GS: 91

Dovunque v’è diversità l’unità è rotta

Pio XI CC: p. 43 Il dialogo esige diversità nella Chiesa

GS: 92

Coloro che muoiono in peccato mortale non sono destinati per Dio

Benedetto XII D. 531 Tutte le cose hanno Dio come loro destino

GS: 92

I Protestanti non hanno la Trinità, né la vita, né la salvezza

Leone XIII SC: 5 Assieme ai Protestanti noi confessiamo la Trinità

GS: 92

Dovessero “cercare l’unità” che entrino nella chiesa

Pio XI MA: 16 Molti non-Cattolici desiderano l’unità dei Cristiani

GS: 92

Al di fuori della Chiesa Cattolica v’è nessuna vera adorazione di Dio

Gregorio XVI SIS: 6 I non-Cattolici possiedono tradizioni religiose preziose

GS: 92

Evitate tutte le amicizie con coloro che perseguitano la Chiesa

Leone XIII Cus: 15 Siate fratelli con coloro che perseguitano la Chiesa

GS: 92

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~ 119 ~

La Chiesa è “indivisibile per natura” nonostante gli eretici tentano di dividerla in parti

Leone XIII SC: 4 Sin dal principio vi furono rotture nella Chiesa di Dio

UR: 3

La giurisdizione di un Papa proviene dal consenso dei fedeli – condannato

Pio XI MA: 8 Storicamente i Papi agirono per consenso comune come moderatori

UR: 14

Gli eretici tentano di trattare con Noi come “uguali con un uguale”

Pio XI MA: 8 Dobbiamo trattare con i non-Cattolici “sullo stesso piano”

UR: 9

L’ecumenismo distorce la vera idea di religione sicché la rigetta

Pio XI MA: 2 L’ecumenismo contribuisce all’unità

UR: 4

Commetteremo proprio il crimine di compromettere la verità rivelata?

Pio XI MA: 9

Consentite libertà teologica nelle elaborazioni della verità rivelata

UR: 4

Vi sono questioni di Fede “fondamentali” e “non-fondamentali” – condannato

Pio XI MA: 13 Preservate l’unità solamente nelle questioni “essenziali” della Fede

UR: 4

La tunica del Signore è priva di grinze e non può essere tagliata

Bonifacio VIII D. 468 La tunica senza grinze di Cristo è stata rovinata

UR: 13

Chiunque è separato dalla Chiesa “non detiene la Fede del Padre e del Figlio”

Leone XIII SC: 5 I Protestanti e gli Ortodossi sono cresciuti nella Fede di Cristo

UR: 3

Gli uomini sono salvati solamente nella religione Cattolica

Gregorio XVI SIS: 2

Le religioni non-Cattoliche sono importanti nel mistero della salvezza

UR: 3

Colui che mangia l’Agnello al di fuori della Chiesa è sacrilego

Gregorio XVI EP: (1)256

Gli Ortodossi Orientali acquisiscono accesso a Dio tramite la ricezione dell’Eucaristia

UR: 15

Coloro che muoiono scismatici dipartono al fuoco eterno

Eugenio IV D. 714

Celebrare la liturgia dona agli Ortodossi una giuramento per gloria futura

UR: 15

L’Induismo tratta la via della vera luce e salvezza con odio completo

Leone X DC: 651 Gli Induisti spiegano il mistero divino con investigazioni penetranti

NA: 2

Page 120: 1...nella Chiesa inizierà dal suo verticeµ. Il conciliabolo Vaticano del 1962-65, è stato eretico e invalido, perché: -è stato convocato da un antipapa, che non aveva quindi l’autorità

~ 120 ~

Gesù Cristo arriverà per giudicare i vivi ed i morti

San Damaso I D. 73 Il dio dei Musulmani giudicherà l’umanità nell’ultimo giorno

LG: 16

Fonti Magistero:

C. = Codice di Diritto Canonico, 1917, Papa Benedetto XV

CC. = Casti connubii, 31/12/1930, Papa Pio XI

Cus. = Custodi di quella Fede, 08/12/1892, Papa Leone XIII

D. = Enchiridion symbolorum, 1955, Enrico Denzinger

DC = Decreti dei Concili ecumenici, 1990, Tanner-Sheed-Ward

EN = Exima nos laetitia, Papa Leone XIII

ESA = E supremi Apostolatus, 04/10/1903, Papa San Pio X

MA = Mortalium animos, 06/01/1928, Papa Pio XI

MC = Mystici corporis Christi, 29/06/1943, Papa Pio XII

MD = Mediator Dei, 20/11/1947, Papa Pio XII

MV = Mirari vos, 15/08/1832, Papa Gregorio XVI

NCA = Notre charge Apostolique, 25/08/1910, Papa San Pio X

P = Pascendi Dominici gregis, 08/09/1907, Papa San Pio X

EP = Le encicliche Papali, 1990, Carlen

Quas = Quas primas, 11/12/1925, Papa Pio XI

Quo = Quo primum, 19/07/1570, San Pio V

QP = Qui pluribus, 09/11/1846, Papa Pio IX

SC = Satis cognitum, 29/06/1896, Papa Leone XIII

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~ 121 ~

SIS = Summo iugiter studio, 27/05/1832, Papa Gregorio XVI

Fonti invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-1965:_

AA = Apostolicam actuositatem, 18/11/1965, decreto sull’apostolato della laicità

AG = Ad gentes, 07/12/1965, decreto sull’attività missionaria della chiesa

CD = Christus Dominus, 28/10/1965, decreto sull’ufficio pastorale dei vescovi

DH = Dignitatis humanae, 07/12/1965, dichiarazione sulla libertà religiosa

DV = Dei Verbum, 18/11/1965, costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione

GE = Gravissimum educationis, 28/10/1965, dichiarazione sull’istruzione Cristiana

GS = Gaudium et spes, 07/12/1965, costituzione pastorale sulla chiesa nel modo moderno

LG = Lumen gentium, 21/11/1964, costituzione della chiesa

NA = Nostra aetate, 28/10/1965, dichiarazione sulla relazione della chiesa con le religioni non-Cristiane

OE = Orientalium Ecclesiarum, 21/11/1964, decreto sulle chiese Cattoliche Orientali

OT = Optatum totius, 28/10/1965, decreto sulla formazione sacerdotale

PC = Perfectae caritatis, 28/10/1965, decreto sul sensitivo rinnovamento della vita religiosa

PO = Presbyterorum Ordinis, 07/12/1965, decreto sul ministero e sulla vita dei sacerdoti

SC = Sacrosanctum concilium, 04/12/1963, costituzione sulla sacra liturgia

UR = Unitatis redintegratio, 21/11/1964, decreto sull’ecumenismo.

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~ 122 ~

APPENDICE

1.

L’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-65 e l’accordo con il comunismo satanico.

“Il comunismo, l’errore più mostruoso mai uscito dallo spirito di Satana ha ingresso ufficiale in Vaticano; la sua rivoluzione mondiale è estremamente facilitata dalla non resistenza ufficiale della Chiesa e altresì dei numerosi appoggi che vi trova, nonostante i disperati avvertimenti dei cardinali che hanno subìto la galera nei paesi dell’Est. Il rifiuto di questo concilio pastorale di condannarlo solennemente, basta da solo a coprirlo di vergogna davanti alla storia (…). E il Concilio pastorale ha taciuto. Avevamo ottenuto ben quattrocentocinquanta voti dai vescovi in favore di una dichiarazione contro il comunismo. Sono stati dimenticati nel cassetto. Quando il relatore della Gaudium et Spes ha risposto alle nostre domande ci ha detto: ‘Vi sono state due petizioni per chiedere una condanna del comunismo’. Due? Abbiamo esclamato: sono state più di quattrocento!-. Toh, io non ne ero al corrente! Fatte le ricerche vennero ritrovati; ma troppo tardi. Questi episodi io li ho vissuti. Proprio io avevo portato le firme a Mons. Felici, segretario del Concilio, insieme a Mons. De Proenca Sigaud, arcivescovo di Diamantina. E debbo dire che sono accaduti dei fatti, per dirla schiettamente, inammissibili.

Ricordo che il Card. Wyszinsky ci diceva: ‘ma fate uno schema sul comunismo: se c’è oggi un errore grave e che minaccia il mondo è proprio questo. Se il Papa Pio XI ha ritenuto di dover fare una enciclica sul

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comunismo, sarebbe altrettanto utile che noi, qui riuniti in assemblea plenaria, dedicassimo uno schema a questo argomento”.

(Mons. M. Lefebvre: “Lettera aperta ai cattolici perplessi” cap.XIV – Ed. Fraternità s. Pio X – 1987)

“Erano gli anni '60 e aleggiava un nuovo spirito di ottimismo incarnato da Giovanni XXIII, il «Papa buono», Nikita Kruscev, il comunista dal volto umano, e John Kennedy, l'eroe della «nuova frontiera» americana. Ma erano anche gli anni in cui veniva innalzato il muro di Berlino (1961) e i sovietici installavano i missili a Cuba (1962). L'imperialismo comunista costituiva una macroscopica realtà che il Concilio Vaticano II, il primo «concilio pastorale» della storia, apertosi a Roma l'11 ottobre 1962 e conclusosi l'8 dicembre 1965, non avrebbe potuto ignorare.

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In Concilio vi fu uno scontro tra due minoranze: una chiedeva di rinnovare la condanna del comunismo, l'altra esigeva una linea «dialogica» e aperta alla modernità, di cui il comunismo pareva espressione. Una petizione di condanna del comunismo, presentata il 9 ottobre '65 da 454 Padri conciliari di 86 Paesi, non venne neppure trasmessa alle Commissioni che stavano lavorando sullo schema, provocando scandalo.

Oggi sappiamo che nell'agosto del '62, nella città francese di Metz, era stato stipulato un accordo segreto fra il cardinale Tisserant, rappresentante del Vaticano, e il nuovo arcivescovo ortodosso di Yaroslav, monsignor Nicodemo, il quale, come è stato documentato dopo l'apertura degli archivi di Mosca, era un agente del KGB. In base a questo accordo le autorità ecclesiastiche si impegnarono a non parlare del comunismo in Concilio. Era questa la condizione richiesta dal Cremlino per permettere la partecipazione di osservatori del Patriarcato di Mosca al Concilio Vaticano II (si veda: Jean Madiran, L'accordo di Metz, Il Borghese, Roma 2011). Un appunto di pugno di Paolo VI, conservato nell'Archivio Segreto Vaticano, conferma l'esistenza di questo accordo, come ho documentato nel mio Il Concilio Vaticano II. Una storia non scritta (Lindau, 2010). Altri documenti interessanti sono stati pubblicati da George Weigel nel secondo volume della sua imponente biografia di Giovanni Paolo II (L'inizio e la fine, Cantagalli, 2012). Weigel ha infatti consultato fonti come gli archivi del KGB, dello Sluzba Bezpieczenstewa (SB) polacco e della Stasi della Germania Est, traendone documenti che confermano come i governi comunisti e i servizi segreti dei Paesi orientali penetrarono in Vaticano per favorire i loro interessi e infiltrarsi nei ranghi più alti della gerarchia cattolica. A Roma, negli anni del Concilio e del postconcilio, il Collegio Ungherese divenne una filiale dei servizi segreti di Budapest. Tutti i rettori del Collegio dal 1965 al 1987, scrive Weigel, dovevano essere agenti addestrati e capaci, con competenza nelle operazioni di disinformazione e nell'installazione di microspie. L'SB polacco, secondo lo studioso americano, cercò persino di falsare la

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~ 125 ~

discussione del Concilio sui punti peculiari della teologia cattolica come il ruolo di Maria nella storia della salvezza. Il direttore del IV Dipartimento, il colonnello Stanislaw Morawski, lavorò con una dozzina di collaboratori esperti in mariologia per preparare un pro-memoria per i vescovi del Concilio, in cui si criticava la concezione «massimalista» della Beata Maria Vergine del cardinale Wyszynski e di altri presuli.

La costituzione Gaudium et Spes, sedicesimo e ultimo documento promulgato dal Concilio Vaticano II, volle essere una definizione completamente nuova dei rapporti tra la Chiesa e il mondo. In essa mancava però qualsiasi forma di condanna al comunismo. La Gaudium et Spes cercava il dialogo con il mondo moderno, nella convinzione che l'itinerario da esso percorso, dall'umanesimo e dal protestantesimo, fino alla Rivoluzione francese e al marxismo, fosse un processo irreversibile. Il pensiero marx-illuminista e la società dei consumi da esso alimentata era in realtà alla vigilia di una crisi profonda, che avrebbe manifestato i primi sintomi di lì a pochi anni, nella Rivoluzione del '68. I Padri conciliari avrebbero potuto compiere un gesto profetico sfidando la modernità piuttosto che abbracciarne il corpo in decomposizione, come avvenne. Ma oggi ci chiediamo: erano profeti coloro che in Concilio denunciavano l'oppressione brutale del comunismo reclamando una sua solenne condanna o chi riteneva, come gli artefici dell'Ostpolitik, che occorreva trovare un compromesso con la Russia sovietica, perché il comunismo interpretava le ansie di giustizia dell'umanità e sarebbe sopravvissuto uno o due secoli almeno, migliorando il mondo?

Il Concilio Vaticano II, ha affermato recentemente il cardinale Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato per le Scienze Storiche, «avrebbe scritto una pagina gloriosa se, seguendo le orme di Pio XII, avesse trovato il coraggio di pronunciare un ripetuta ed espressa condanna del comunismo». Così purtroppo non accadde e gli storici devono registrare come un'imperdonabile omissione la mancata condanna del

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comunismo da parte di un Concilio che si proponeva di occuparsi del problemi del mondo a lui contemporaneo.” (“Ecco perché il Vaticano II non condannò il comunismo”, di Roberto de Mattei, “Il Giornale del 9 ottobre 2012)

2. I disaccordi sugli avvenimenti successivi all’eretico e invalido conciliabolo Vaticano del 1962-65.

La formula Ecclesia subsistit Nella Costituzione conciliare sulla Chiesa Lumen gentium (del 21 novembre 1964) figura la seguente formula: «Questa Chiesa [...] sussiste nella Chiesa cattolica» («Hæc Ecclesia [...] subsistit in Ecclesia catholica») 22. Tale formulazione è stata più volte interpretata come se volesse dire: «La Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica; ma potrebbe sussistere anche in un'altra chiesa cristiana». È ciò che sostiene il teologo brasiliano Padre Leonardo Boff o.f.m. nella sua libro intitolato Chiesa, carisma e potere 23. A partire da questa interpretazione può svilupparsi tutto un «ecumenismo» che mette sullo stesso piano le chiese protestanti e la Chiesa cattolica 24. - L'inizio della Costituzione pastorale Gaudium et spes Il primo capitolo («La dignità della persona umana») della prima parte (§ 12) di tale Costituzione comincia con queste parole: «Credenti e non credenti sono generalmente d'accordo nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra dev'essere

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riferito all'uomo, come a suo centro e a suo vertice». Così commentava questa frase Mons. Marcel Lefebvre (1905-1991) nel suo libro Lettera aperta ai cattolici perplessi: «(Questa frase) si spiega nel senso cristiano badando a quel che segue. Non di meno, essa ha un significato intrinseco, vale a dire quello che effettivamente vediamo tradursi in atto dappertutto nella Chiesa postconciliare, sotto forma di una salvezza ridotta alla prosperità economica e sociale dell'umanità» 25. - La prefazione alla Costituzione pastorale Gaudium et spes Ecco come il cardinale Ratzinger commenta questo testo: «Mi accontenterò qui di analizzare alcuni tratti caratteristici di questa prefazione. Anche in questo caso, non è mia intenzione esaurire in tal modo il testo stesso, ma la storia della sua influenza, quale doveva mostrarsi, si ricollega proprio allo spirito di questa prefazione e ha subito largamente l'impronta della sua ambiguità. Un primo punto caratteristico mi sembra risiedere nel concetto di "mondo" che si trova utilizzato e che, malgrado i molteplici tentativi di definizione proposti al n° 2, è rimasto in gran parte ad un stadio pre-teologico, ed è grazie proprio a ciò che ha potuto esercitare la sua influenza particolare. Per "mondo", la Costituzione intende un faccia a faccia con la Chiesa. Il testo deve servire a portarli entrambi in un rapporto positivo di cooperazione il cui scopo è la costruzione del "mondo". La Chiesa coopera col "mondo" per costruire il "mondo"; è in tal modo che si potrebbe caratterizzare la visione così determinante del testo. Non si precisa se il mondo che coopera e il mondo in costruzione sia lo stesso; non si precisa ciò che in ogni caso si intende per "mondo"» 26. Simili ambiguità possono essere indubbiamente risolte grazie ad una giusta interpretazione che permette di comprendere i testi in causa nel senso della dottrina tradizionale. Ma bisogna riconoscere che molti di essi, letti alla lettera, deformano la dottrina in senso contrario.

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- Testi in opposizione con la dottrina tradizionale Affrontiamo ora la questione relativa al disaccordo che si manifesta e del quale abbiamo già parlato: c'è continuità (di tutti i testi conciliari) o rottura (di alcuni testi) con la dottrina tradizionale? Che per alcuni di questi testi ci sia rottura od opposizione, la cosa è stata abbondantemente provata da numerosi studi, i quali hanno sollevato interrogativi che non hanno mai ricevuto una risposta 27. Ecco alcune testimonianze a questo riguardo: - Testimonianze che si riferiscono alla Dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa Dignitatis Humanæ (del 7 dicembre 1965) - R. Teverence (pseudonimo di un teologo): «Su tre punti essenziali, la suddetta Dichiarazione è in contraddizione con l'insegnamento tradizionale della Chiesa in materia. In effetti, essa nega che il potere civile possa intervenire legiferando in materia religiosa a vantaggio della religione cattolica, cosa che prima era stata insegnata costantemente. Essa afferma, senza altra limitazione che quella dell'"ordine pubblico", che la libertà religiosa al foro esterno sia un diritto inscritto nella natura della persona umana e nella Rivelazione divina, altra affermazione che era stata costantemente e solennemente condannata fino al Concilio [...]. Infine, la Dichiarazione conciliare chiede che questo diritto, assoluto sul piano religioso, sia iscritto nella Legge civile, altra proposizione che era stata severamente condannata, particolarmente dall'Enciclica Quanta Cura (dell'8 dicembre 1864), in cui Pio IX ha impegnato in modo manifesto e in tutta la sua forza, la sua autorità apostolica di Successore di Pietro» 28. - Padre Yves Congar o.p. (1904-1995): «Non si può negare che questo testo (la Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanæ) contraddica materialmente il Sillabo del 1864, e che affermi esplicitamente le proposizioni condannate ai nn. 15, 77 e 79 di questo documento» 29. «Ciò che è nuovo in questa dottrina rispetto all'insegnamento di Leone XIII e anche di Pio XII, sebbene il movimento si avviasse allora, è la determinazione del fondamento proprio e prossimo di questa libertà che

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non è ricercata nella verità oggettiva del bene morale o religioso, ma nella qualità ontologica della persona umana» 30. In questo ultimo testo, Padre Congar mette bene in evidenza il punto essenziale: la Dichiarazione conciliare introduce una nuova concezione della libertà; la libertà non è più fondata su ciò che è vero e ciò che è giusto, ma sulla persona umana presa in sé stessa (si passa dall'oggetto al soggetto). - Padre René Laurentin: «In breve, con i suoi limiti e a dispetto delle sue imperfezioni, la Dichiarazione sulla libertà religiosa segna una tappa; essa assicura al tempo stesso la rottura di certi ormeggi con un passato compiuto e l'inserimento realista della Chiesa e della sua testimonianza nell'unico posto possibile nel mondo d'oggi» 31. - Mons. Roger Etchegaray: «Dopo lo Stato cristiano, del quale la Dichiarazione conciliare ha segnato la fine, dopo lo Stato ateo che ne è l'esatta e tanto intollerabile antitesi, lo Stato laico neutro, passivo e disimpegnato, è stato certamente un progresso» 32. Se la Dichiarazione conciliare «ha segnato la fine» dello Stato cristiano, essa è necessariamente in rottura con la dottrina tradizionale sui doveri dello Stato verso la religione cattolica, espressa in particolare nell'Enciclica Quas Primas di Papa Pio XI (1857-1939). - Mons. Marcel Lefebvre: «Al Concilio le discussioni più serrate sono state sollevate dallo schema sulla libertà religiosa [...]. Sono passati vent'anni e adesso possiamo vedere come i nostri timori non fossero esagerati quando quello schema fu promulgato sotto forma di una Dichiarazione, che riuniva nozioni contrarie alla Tradizione e all'insegnamento di tutti gli ultimi Papi. È vero infatti che alcuni principî falsi, o espressi in maniera ambigua, hanno ora immancabilmente applicazioni pratiche rivelatrici dell'errore commesso nell'adottarli» 33.

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- Contre-Réforme Catholique: «Cento anni dopo il Sillabo, il Concilio ha voluto riconciliare la Chiesa e la società moderna mediante la proclamazione del diritto dell'uomo alla libertà religiosa [...]. Questa libertà, dichiarata un diritto naturale, è stata estesa dall'intimo delle coscienze alla vita pubblica, dagli individui alle società religiose, e infine dalle religioni alle ideologie, fino all'ateismo stesso! La sola barriera ammessa resta quella dell'"ordine pubblico", vale a dire... della ragion di Stato»! 34. - Padre John Courtney-Murray s.j. (perito al Concilio): «I Papi del XIX secolo hanno disapprovato il "liberalismo cattolico", sbarrando la strada per sempre e in anticipo a quelli che avessero cercato di far penetrare questa dottrina nella Chiesa. Ora, quasi esattamente un secolo più tardi, la Dichiarazione sulla libertà religiosa sembra affermare come dottrina cattolica ciò che Gregorio XVI considerava come un "delirio", un'idea folle. Tali sono i termini del problema» 35. - Testimonianze che si riferiscono in generale alle tesi liberali - Commissione mista cattolico-luterana: «Tra le idee del Concilio Vaticano II in cui è possibile vedere un'accoglienza delle richieste di Lutero, si trovano ad esempio:

la descrizione della Chiesa come "Popolo di Dio" [...]; l'accento posto sul sacerdozio di tutti i battezzati; l'impegno in favore del diritto della persona alla libertà in materia di religione» 36.

- Paolo Bevani, sull'Osservatore Romano: «La Chiesa che, con il Concilio, ha assunto e superato le conquiste liberali democratiche della Rivoluzione Francese, e che nella sua marcia in avanti (vedi l'Enciclica Laborem exercens) si pone come qualcosa di successivo alla Rivoluzione russa marxista, offre una soluzione

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al fallimento del marxismo in questa "chiave" di socialismo post-marxista, democratico, di radice cristiana, autogestionario e non totalitario. La risposta all'Est è rappresentata da Solidarnosc che pianta la croce di fronte ai Cantieri Lenin» 37. - Yves Maursaudon, massone della Gran Loggia di Francia: «Pensiamo che un massone degno di questo nome, e che sia anch'egli impegnato a praticare la tolleranza, non possa che felicitarsi senza alcuna restrizione dei risultati irreversibili del Concilio, qualunque ne siano le conclusioni momentanee. Noi applaudiamo a queste manifestazioni così inattese da essere talvolta brutali, ma era evidente che la Chiesa più dogmatica doveva un giorno scomparire o adattarsi, e per adattarsi ritornare alle sorgenti [...]. (I cattolici) non dovranno dimenticare che ogni strada conduce a Dio (e tante sono le dimore nella casa del Padre mio...) e mantenersi in questa coraggiosa nozione di libertà di pensiero che - si può veramente parlare di rivoluzione - partita dalle nostre Logge massoniche, si è magnificamente estesa sotto la Basilica di San Pietro» 38. - Gran Loggia di Francia: «È proprio di tutti gli integralismi religiosi sostituirsi alla Divinità di cui reclamano essere un'istituzione codificante la rivelazione, potendo condannare, con la coscienza perfettamente tranquilla e in nome di Dio, chiunque contravviene alle sue regole. Più di un secolo fa la Chiesa cattolica romana non era lontana da somigliare a questo modello. Il suo autoritarismo dogmatico non ci aveva risparmiati. Ma fortunatamente, sotto l'impulso di uomini generosi come i Papi Giovanni XXIII e Paolo VI un Concilio risvegliò grandi speranze e diede a questa Chiesa un altro volto. La libertà di coscienza cominciò ad essere presa in considerazione nello stesso momento in cui si avviava un dialogo con la Massoneria» 39. Le espressioni «libertà di coscienza» e «libertà di pensiero» di questo testo e del testo precedente sono evidentemente da intendere nel loro senso massonico. Esse designano due di queste «libertà liberali», nate nelle Logge e costantemente condannate dal Magistero della Chiesa fino al 1962.

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- Marcel Prelot, senatore del dipartimento del Doubs e cattolico liberale: «Abbiamo lottato per un secolo e mezzo per far prevalere le nostre idee all'interno della Chiesa, e non ci siamo riusciti. È venuto infine il Vaticano II e abbiamo trionfato. Le tesi e i principî del cattolicesimo liberale sono ormai stati accettati definitivamente e ufficialmente dalla santa Chiesa» 40. - Testimonianze di carattere generale - Padre Yves Congar o.p.: «(Con il Concilio) la Chiesa ha fatto, pacificamente, la sua Rivoluzione d'Ottobre» 41. - Don Georges de Nantes (1924-2010): «In effetti, il Concilio riformatore Vaticano II ha provocato non un perfezionamento, né un stile nuovo di espansione religiosa, ma una rivoluzione che impone per mezzo della costrizione un taglio radicale col passato e un rigetto globale della sua plurisecolare eredità» 42. - Don De Linarès: «Questa sottile mescolanza di verità e di errore che costituisce il fatto globale del Concilio» 43. - Mons. Marcel Lefebvre: «A ben guardare, la Rivoluzione è penetrata nella Chiesa di Dio proprio sotto la sua livrea. È la libertà, la libertà religiosa da noi descritta pagine addietro che dà un diritto all'errore. È l'uguaglianza, cioè la collegialità, che si afferma con la distruzione dell'autorità personale, dell'autorità di Dio, del Papa, dei Vescovi, con la legge del numero. È la fratellanza, infine, che è rappresentata dall'ecumenismo. Con queste tre parole, l'ideologia rivoluzionaria del 1789 è diventata la Legge e i Profeti. I modernisti sono arrivati a quello che volevano» 44.

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- Alain Woodrow, giornalista di Le Monde: «Grazie ai valori scoperti dal Concilio Vaticano II, quali il primato della coscienza, la libertà religiosa, la povertà dei mezzi, la verità professata anche dalle Chiese non cattoliche e dalle religioni non cristiane, la roccaforte cattolica edificata dal Concilio di Trento è stata largamente demolita» 45. - Testis, giornalista di Aspects de la France: «L'inviato speciale di Le Monde, il San Giovanni Crisostomo del modernismo, dice anch'egli ciò che affermano sempre quelli che non hanno accettato le innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II: che grazie a quest’ultimo la religione cattolica è stata "largamente demolita". Che Alain Woodrow se ne rallegri, mentre i cattolici tradizionalisti lo deplorano, non cambia nulla al fatto in sé» 46. Queste citazioni (di cui alcune - quelle di R. Teverence, di don Georges de Nantes e di Mons. Marcel Lefebvre - non fanno solamente che riassumere studi più evoluti) manifestano una stupefacente identità di vedute tra «tradizionalisti» e liberali (cattolici o meno), sulla seguente constatazione: i testi conciliari hanno fatto proprî una parte delle tesi e dei principî del liberalismo. Questo fatto giustifica il titolo del summenzionato studio del teologo R. Teverence: Il Concilio Vaticano II sfugge all'accusa di liberalismo? 47.

Il giudizio di Ratzinger su tre testi conciliari Dunque, è particolarmente importante vedere come il Cardinale Ratzinger - con l'autorità che di fatto è legata al suo nome - abbia messo i puntini sulle «i» su di un aspetto essenziale dell'argomento dibattuto. Rendendo nota la sua presa di posizione, possiamo contribuire a ridurre il nefasto disaccordo tra i cattolici. Che cosa dice il Cardinale? Nel suo libro Les principes de la

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théologie catholique, nell'ultimo capitolo intitolato L'Église e le monde («La Chiesa e il mondo»), parlando a proposito della questione della ricezione del Concilio Vaticano II, egli si sofferma sull'influenza esercitata dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes, «(testo) considerato - ci dice - dopo il Concilio sempre più come il suo vero testamento». Ecco i passi di questo capitolo che si riferiscono direttamente al soggetto che stiamo trattando. I sottotitoli sono nostri. - Una diagnosi globale «Se si cerca una diagnosi globale del testo (Gaudium et spes), si potrebbe dire che esso è (insieme ai testi sulla libertà religiosa e sulle religioni nel mondo) una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro-Sillabo». - Il ruolo del Sillabo «(Il Sillabo) ha tracciato una linea di separazione davanti alle forze determinanti del XIX secolo: le concezioni scientifiche e politiche del liberalismo. Nella controversia modernista, questa doppia frontiera è stata ancora una volta rafforzata e fortificata» 48. Il Cardinale precisa in nota: «Ricordiamo che il Sillabo è un insieme di dichiarazioni in cui Pio IX aveva preso posizione sui problemi spirituali e politici prodotti nella sua epoca dalla secolarizzazione. Nella lotta di Pio X contro il modernismo, la linea del Sillabo venne ripresa e spinta più lontano» 49. - Evoluzione dei rapporti tra la Chiesa e il mondo dopo San Pio X (1835-1914) «Da allora, senza dubbio, le cose erano cambiate. La nuova politica ecclesiastica di Pio XI aveva creato una certa apertura a riguardo della concezione liberale dello Stato. L'esegesi e la storia della Chiesa - impegnate in un combattimento silenzioso, ma perseverante - avevano adottato sempre più i postulati della scienza liberale e, d'altro canto, il liberalismo si era visto nella necessità, durante i grandi rivolgimenti

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del XX secolo, di accettare alcune correzioni notevoli. Ciò accadde perché, soprattutto nell'Europa centrale, l'attaccamento unilaterale, condizionato dalla situazione, alle posizioni prese dalla Chiesa, per iniziativa di Pio IX e di Pio X, contro il nuovo periodo storico inaugurato dalla Rivoluzione Francese, era stato in una larga misura corretto via facti 50; ma una nuova determinazione fondamentale dei rapporti con il mondo, come si presentava a partire dal 1789, mancava ancora». - Il ruolo del contro-Sillabo Gaudium et spes «Accontentiamoci qui di constatare che questo testo (Gaudium et spes) ha giocato il ruolo di contro-Sillabo nella misura in cui ha rappresentato un tentativo di riconciliazione ufficiale della Chiesa con il mondo come era diventato dopo il 1789 [...]. Solo questa prospettiva permette di comprendere il senso di questo strano faccia a faccia della Chiesa e del mondo: per "mondo", si intende, in fondo, lo spirito dei tempi moderni, di fronte al quale la coscienza di gruppo nella Chiesa si sentiva come un soggetto separato che, dopo una guerra ora calda e ora fredda, ricercava il dialogo e la cooperazione» 51. Riassumendo:

Il Sillabo di Pio IX costituiva, contro il liberalismo generato della Rivoluzione Francese, una barriera che fu rafforzata da San Pio X; In seguito, la Chiesa fu spesso condotta a tollerare, nella sua pratica politica, il liberalismo e lo Stato liberale, ma senza cambiare la «determinazione fondamentale» dei suoi rapporti con il mondo liberale; Il contro-Sillabo Gaudium et spes costituisce una nuova «determinazione fondamentale» dei rapporti tra la Chiesa e «il mondo come era diventato dopo il 1789»: l'obiettivo è la riconciliazione ufficiale della Chiesa con questo mondo, con lo spirito dei tempi moderni.

Dunque, al Sillabo del 1864 corrisponde il contro-Sillabo del 1964. Alla dottrina del Sillabo corrisponde la dottrina del contro-Sillabo. Siamo quindi

in presenza di un cambiamento dottrinale.

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- Presa di posizione di Padre Joseph Gélineau s.j. (1920-2008) sui legami tra Concilio e riforma liturgica: «La riforma decisa dal Concilio Vaticano II ha dato il segnale del disgelo [...]. Alcuni pezzi interi crollano [...]. Che non ci si inganni: tradurre non è dire la stessa cosa con altre parole. È cambiare la forma. Ora, la liturgia non è solamente un'informazione o un insegnamento di cui importano unicamente i contenuti. È un'azione simbolica mediante le "forme" significative. Se le forme cambiano, il rito cambia. Se un elemento è cambiato, la totalità significata è modificata [...]. Bisogna dirlo senza mezzi termini: il rito romano come l'abbiamo conosciuto non esiste più. Esso è stato distrutto» 55.

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«Dai frutti li riconoscerete» (Mt 7, 16)

Nel 1985, in Francia, i sacerdoti erano 28.629, mentre nel 1904 erano 58.400. II calo si è manifestato soprattutto a partire dal 1965, vale a dire dopo il Concilio. Si può prevedere un aggravamento crescente negli anni a venire, poiché le ordinazioni sono calate da 285 nel 1970, a 161 nel 1975; dal 1977 al 1983, esse oscillano tra 95 e 125 per anno. Il deficit riduce ogni anno gli effettivi. Siamo ben lontani dai 2.000 preti ordinati nel 1830. Questo calo non può essere spiegato con i soli decessi, mal compensati da troppo rare ordinazioni. Bisogna ammettere ciò che si chiama pudicamente le «partenze»; le si stima circa 10.000 dal 1965 al 1985, e l'emorragia continua. Questo non incoraggia l'entrata nei seminari: anche lì, il calo è stato fulminante, poiché si è passati da 845 a 150, tra il 1965 e il 1975. All'inizio del XVIII sec., la Francia cristiana contava 22 milioni di abitanti e 20.000 preti, cioè lo 0,1% della popolazione. La Francia della fine del XX secolo non ne conta più dello 0,02% con meno di sessantacinque anni, vale a dire 10.000 al massimo. Queste cifre sono fulminanti; lo stesso calo si constata globalmente nel resto del mondo, poiché il numero dei preti è passato da 413.000 nel 1969 a 343.000 nel 1976. Diminuiscono anche gli effettivi dei religiosi in Francia: stimati in 24.000 nel 1966, essi scendono a 14.294 nel 1985. Lo stesso vale per le religiose che passano da 111.303 nel 1969 a 74.771 nel 1984. Un ordine così potente come quello dei gesuiti ha perduto, tra il 1964 e il 1977, 7.930 membri, cioè il 22% del suo effettivo. Questa crisi religiosa senza precedenti si traduce anche in un abbandono della preghiera personale e collettiva. Indirizzandosi, il 10 febbraio 1978, al clero secolare e regolare di Roma, Paolo VI disse a proposito delle defezioni sacerdotali: «Le statistiche ci abbattono, ogni caso particolare ci sconcerta, le motivazioni ci impongono, di certo, rispetto e compassione, ma ci causano una pena immensa. La sorte dei deboli che hanno trovato la forza di disertare il loro dovere ci confonde» (cfr. Osservatore Romano, del 12 febbraio 1978). «Il Vescovo di Coira dichiarò che nel decennio 1954-1964 vi furono nella sua diocesi (150.000 anime)

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993 conversioni di protestanti al cattolicesimo, e nel seguente decennio solo 318... Negli Stati Uniti, prima del Concilio si contavano annualmente circa 170.000 conversioni: adesso poche centinaia» (cfr. D. LE ROUX, Pietro mi ami tu?, Edizioni Gotica, Ferrara 1986, pagg. 55-58).

NOTE

22 Questa espressione è stata ripresa nel canone 204 § 2 del nuovo Codice di Diritto Canonico del 1983. 23 Ecco il passo corrispondente della traduzione francese di questo libro (Ed. Lieu Commun, pag. 138): «Se da un lato la Chiesa cattolica, apostolica e romana è la Chiesa di Cristo, dall'altro non lo è. È la Chiesa di Cristo perché appare al mondo sotto questa mediazione concreta. Ma allo stesso tempo non lo è, perché non può pretendere di essere l'unica ad identificarsi con la Chiesa di Cristo, in quanto quest'ultima può esistere anche in altre chiese cristiane. Il Concilio Vaticano II, superando un'ambiguità teologica, retaggio delle ecclesiologie anteriori, che tendevano ad identificare puramente e semplicemente la Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica romana, insegna con ragione: "Questa Chiesa, in questo mondo organizzata e costituita come società, sussiste nella Chiesa cattolica" ("subsistit in", ossia prende la sua forma concreta nella Chiesa cattolica). Si evita così di ripetere ciò che affermavano i documenti anteriori: "La Chiesa cattolica è la Chiesa di Cristo"». Per la cronaca, Padre Boff ha gettato la veste alle ortiche e si è spretato nel 1992 (N.d.T.). 24 L'ambiguità della formula «Ecclesia subsistit in» è stata recentemente sollevata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel documento intitolato Notifica sul libro «Chiesa, carisma e potere» [...] di Padre Leonardo Boff o.f.m.: «Partendo dalla famosa espressione del Concilio "Hæc Ecclesia [...] subsistit in Ecclesia catholica", Boff elabora una tesi diametralmente opposta al significato del testo conciliare quando afferma: "Di fatto, questa Chiesa, l'unica Chiesa di Cristo, può sussistere anche nelle altre chiese cristiane" (pag. 131). Al contrario, il Concilio aveva scelto precisamente l'espressione "subsistit" per mostrare che esiste solamente un'unica "sussistenza" della vera Chiesa, mentre "al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Dio, spingono verso l'unità cattolica (Lumen gentium § 8)» (cfr. Osservatore Romano in lingua francese, del 14 maggio 1985). Insomma, secondo tale documento romano, la frase «sussiste nella Chiesa cattolica» sarebbe da interpretarsi come «sussiste unicamente nella Chiesa cattolica». Ma allora perché non usare la formula da sempre utilizzata «la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica»?...

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25 Cfr. MONS. M. LEFEBVRE, Lettera aperta ai cattolici perplessi, Spadarolo di Rimini 1985, pag. 114. 26 Cfr. J. RATZINGER, op. cit., pag. 424. 27 In Italia, questi studi sono stati pubblicati da riviste come Sì sì no no, La Tradizione Cattolica, Sodalitium, Controrivoluzione, ecc... In Francia ricordiamo Itinéraires, Le Courrier de Rome e La Contre-Réforme Catholique. Negli Stati Uniti rammentiamo The Remnant e Approaches. 28 Cfr. R. TEVERENCE, «Le Concile Vatican II échappe il à l'accusation de libéralisme»? («Il Concilio Vaticano II sfugge all'accusa di liberismo»?), in Le Courrier de Rome, n° 162, ottobre 1976. 29 Cfr. P. Y. CONGAR, «La crise dans l'Église et Mgr Lefebvre» («La crisi nella Chiesa e Mons. Lefebvre»), in La Pensée Catholique, n° 169, pag. 50. 30 Cfr. P. Y. CONGAR, in Études et Documents, bollettino della Segreteria dell'Episcopato francese, del 15 giugno 1965, n° 5, pag. 5. Nonostante fosse stato più volte ripreso dal Sant'Uffizio sotto Pio XII a causa delle sue dottrine eterodosse, Padre Congar venne nominato «esperto» durante il Concilio e creato Cardinale da Giovanni Paolo II nel 1994 (N.d.T.). 31 Cfr. P. R. LAURENTIN, Bilan du Concile («Bilancio del Concilio»), Ed. du Seuil, pagg. 329-330. 32 Cfr. MONS. R. ETCHEGARAY, Intervento davanti alla Commissione per l'Educazione dell'Assemblea Nazionale; testo riprodotto nel n° 36 di Enseignement catholique documents, pag. 33. 33 Cfr. MONS. M. LEFEBVRE, op. cit., pag. 83. 34 Cfr. Contre-Réforme Catholique, n° 56, maggio 1972, pag. 11. 35 Cfr. Contre-Réforme Catholique, n° 57, giugno 1971, pag. 5. Lo scritto di Padre Courtney-Murray è apparso sulla rivista US, pag. 111. 36 Dichiarazione riprodotta in Documentation Catholique, del 3 luglio 1983, pag. 696. 37 Cfr. Osservatore Romano, del 18 gennaio 1984. 38 Cfr. Y. MAURSAUDON, L'œcuménisme vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»), Ed. Vitiano, pagg. 120-121. Il libro del Barone Yves Maursaudon è apparso mentre era ancora in corso il Concilio... 39 Intervista mandata in onda il 17 marzo 1985 durante la rubrica radiofonica France Culture. La trasmissione era intitolata La Grande Loge de France vous parle («La Gran Loggia di Francia vi parla»); testo riprodotto nel n° 57 di Points de vue initiatiques. 40 Cfr. M. PRELOT, Le catholicisme libéral («Il cattolicesimo liberale»), 1969. 41 Cfr. MONS. M. LEFEBVRE, op. cit., pag. 133. 42 Cfr. Contre-Réforme Catholique, n° 51, dicembre 1971, pag. 7. 43 Cfr. Contre-Réforme Catholique, n° 50, pag. 5. 44 Cfr. MONS. M. LEFEBVRE, op. cit., pag. 104. 45 Cfr. Le Monde, del 21 settembre 1983; cit. in Contre-Réforme Catholique, n° 193.

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46 Cfr. Aspect de la France, del 29 settembre 1983; cit. in Contre-Réforme Catholique, n° 193. 47 Cfr. Le Courrier de Rome, n° 162, ottobre 1976. 48 Cfr. J. RATZINGER, op. cit., pag. 426. 49 Il Sillabo, che corredava l'Enciclica Quanta Cura (dell'8 dicembre 1864) di Papa Pio IX, si definisce come una «raccolta che racchiude i principali errori del nostro tempo che sono stati segnalati nelle Allocuzioni concistoriali, nelle Encicliche e nelle altre Lettere apostoliche del nostro Santo Padre, Papa Pio IX». Ecco, nell'ordine, i principali argomenti trattati: panteismo - naturalismo - razionalismo - indifferentismo - socialismo - comunismo - Società Segrete - errori sulla società civile considerata sia in sé stessa che nei suoi rapporti con la Chiesa - errori sulla morale - errori sul matrimonio cristiano - errori sul primato civile del Romano Pontefice - errori che si riferiscono al liberalismo contemporaneo. Si tratta dunque di un testo essenzialmente dottrinale. 50 Cfr. J. RATZINGER, op. cit., pagg. 426-427. 51 Qualche riga dopo, il Cardinale Ratzinger dice che si trattava di un «attaccamento ad una concezione superata dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato» (op. cit., pag. 427). 52 Cfr. J. RATZINGER, op. cit., pag. 92. 53 Ibid., pag. 26. 54 Cfr. MONS. M. LEFEBVRE, op. cit., pagg. 111-112. 55 Cfr. P. J. GÉLINEAU S.J., Demain la liturgie («La liturgia domani»), Ed. du Cerf, 1976, pagg. 9-10. In Francia, Padre Gélineau è tristemente famoso per avere abolito il canto gregoriano e introdotto le canzonette in chiesa (N.d.T.).

Si sa quanti preti hanno abbandonato il loro sacerdozio negli anni '60? Nell'insieme della Chiesa, tra il 1962 e il 1972, 21.320 preti sono stati ridotti allo stato laicale. In questo numero non sono compresi quelli che hanno trascurato di chiedere una riduzione ufficiale allo stato laicale 3. Tra il 1967 e il 1974, da 30.000 a 40.000 sacerdoti hanno abbandonato la loro vocazione. Questi fatti catastrofici possono essere paragonati solo agli avvenimenti che hanno accompagnato la sedicente «Riforma» protestante del XVI secolo.

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C'è un disastro analogo anche nelle congregazioni religiose? All'inizio degli anni '60, il Québec era la provincia francofona del Canada che contava, proporzionalmente, più religiose al mondo. Il Cardinale Joseph Ratzinger racconta, precisando che questo è solamente un esempio: «Tra il 1961 e il 1981 per uscite, morti, arresto del reclutamento, le religiose si sono ridotte da 46.933 a 26.294. Una caduta, dunque, del 44% e che sembra inarrestabile. Le nuove vocazioni, infatti, si sono ridotte nello stesso periodo di ben il 98,5%. Risulta poi che buona parte di quell'1,5% superstite è costituito non da giovani, ma da "vocazioni tardive". Tanto che, con una semplice proiezione, tutti i sociologi concordano in una conclusione cruda ma oggettiva: "Tra poco (a meno di rovesciamenti di tendenza del tutto improbabili almeno a viste umane), la vita religiosa femminile così come l'abbiamo conosciuta non sarà in Canada che un ricordo"» 4. La situazione odierna non è forse migliorata, e non si può considerare che ora la crisi sia alle nostre spalle? Negli anni '50, in Francia c'erano circa un migliaio di ordinazioni sacerdotali all'anno. A partire dagli anni '90, non ce ne sono più di un centinaio all'anno. Nella Francia del 1965 c'erano 41.000 sacerdoti diocesani. Nel 2004, ce ne sono state 16.859, e la maggioranza hanno più di sessant'anni. Il numero dei religiosi nel mondo continua a diminuire 5.

1 Traduzione di un estratto (pagg. 9-17) dall'opera Catéchisme catholique de la crise dans l'Église (Le Sel, Avrillé 2008), a cura di ANTONIO CASAZZA.

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2 Cfr. Osservatore Romano, del 30 giugno 1972. 3 Cfr. G. MAY, Die Krise der nachkonziliaren Kirche und wir («La crisi della Chiesa postconciliare e noi»), Mediatrix-Verlag, Vienna 1979, pag. 50. 4 Cfr. V. MESSORI-J. RATZINGER, Rapporto sulla fede, San Paolo, Cinisello Balsamo 1985, pag. 102. 5 Cfr. Deutsche Tagespost, del 13 agosto 1998.

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3.

“L’azione giudaico-massonica al Concilio”

di AUTORI VARI 1

Durante il Concilio Vaticano II, soprattutto in previsione della ratifica del Decreto Nostra Ætate, un documento dedicato ai rapporti con l'ebraismo e con le altre religioni non-cristiane, un'équipe di sacerdoti messicani, guidata dal gesuita Padre Joaquín Sáenz y Arriaga, iniziò a distribuire ai Padri conciliari alcuni documenti, uno dei quali è lo scritto raccolto in questo opuscolo. Lo scopo era di mettere al corrente la Gerarchia riunita in Concilio degli incontri segreti intercorsi tra il Cardinale Augustin Bea, presidente del Segretariato dell'Unità dei Cristiani, e i suoi collaboratori, e alcune potentissime lobby ebraiche come il B'nai B'rith o il Congresso Mondiale Ebraico. Obiettivo di questi accordi segreti era la rimozione di ogni responsabilità ebraica nella Passione e morte di Nostro Signore Gesù

Cristo... I

PREFAZIONE

Mentre a Roma si apriva il Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870), lo stesso giorno (8 dicembre 1869), Giuseppe Ricciardi (1808-1882) apriva a Napoli un «anticoncilio» massonico, cui aderirono illustri uomini di mondo e di cultura d'Europa; vi era anche Giuseppe Garibaldi (1807-1882),

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anticlericale per eccellenza! A. S. Morin inviò una lettera nella quale auspicava che «l'infame papato cesserà d'insudiciare la nobile terra d'Italia», indicando come méte dell’Assemblea anticonciliare «la libertà di discussione, di riunione, di stampa e di culto», in contrapposizione all'idea cattolica che «la libertà non appartiene che alla verità e che l'errore non ha alcun diritto». Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro Onorario del Grand'Oriente di Firenze 2, inviò due lettere nelle quali malediceva «le turpi menzogne» del Vaticano. Il 16 dicembre 1869, si giunse ad una dichiarazione di principî riguardante soprattutto quattro punti fondamentali: l'autonomia dello Stato dalla religione, la conseguente abolizione di ogni Chiesa di Stato, il distacco dell'istruzione da ogni intervento religioso, e infine l'indipendenza della morale dalla religione. Se osserviamo attentamente tali propositi, scopriamo con sommo rammarico e orrore che il programma massonico è stato compiuto e completato attraverso il Nuovo Concordato tra Stato e Chiesa (ratificato il 18 febbraio 1984), tramite i due autorevoli firmatari Craxi-Casaroli. Ciò dimostra in modo incontrovertibile, che essi, o erano affiliati alla Massoneria (ed è quanto sembra), oppure condividono idee e principî sostenuti da centinaia di anni dagli alti esponenti mondiali della Massoneria e dell'ebraismo. Il canonico apostata Paul Roca 3 disse: «Un'immolazione si prepara che espierà solennemente [...]. Il papato soccomberà: esso morirà sotto il coltello sacro che forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare Papale è un'Ostia coronata per il sacrificio» 4. Su Roca scrive Padre Vittorio De Bernardi s.j.: «A mettere in moto l'orientamento sinarchico in seno alla Chiesa si è affaticato, in Francia, Padre Roca. Ordinato prete nel 1858 e canonico nel 1869, in Spagna era venuto a contatto con le correnti del messianismo gnostico proveniente dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dall'Italia. Frequentò le alte sfere della Massoneria e strinse rapporti con i maghi Stanislas de Guaita 5 e Papus 6, fondatore dell'Ordine Martinista (legato alla Kabbalah), ma soprattutto col Saint-Yves d'Alveydre 7, di cui sviluppò la visione religiosa in riferimento alla Chiesa cattolica. Versatissimo in occultismo, sedusse giovani e alcuni ecclesiastici alle sue dottrine.

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Per l'avvento della Chiesa Sinarchica - secondo Paul Roca - bisognava condurre un certo numero di sacerdoti ad una concezione diversa dei dogmi, indottrinandoli sui seguenti concetti: superiorità della Gnosi (dal greco gnôsis, ossia "conoscenza") sulla fede, connubio tra Chiesa e occultismo, ritorno ad un Vangelo più puro al di là delle contaminazioni indotte dal Papato. La sua dottrina contiene in germe tutti i motivi che sarebbero stati sviluppati dal modernismo e dalla contestazione postconciliare, che del modernismo coglie tutti i frutti maturi. Eccoli: revisione dei dogmi in funzione del progresso universale; essi sono "cosa vivente come il mondo, come l'uomo e come ogni essere organico" e "seguono la marcia della Storia". Abdicazione del Papato e del sacerdozio tradizionale di fronte ai preti dell'avvenire; anche la Curia romana, colpevole di avere messo a morte il cristianesimo, "per quanto ben sigillata sia la pietra tombale (del cristianesimo) e per quanto sia ben custodita dai Centurioni Rossi (i Cardinali), sarà rimossa dall'Angelo della Resurrezione, cioè dalla forza vivente dell'Evoluzione e della Redenzione" 8. - Tra gli ecclesiastici si formeranno due correnti: quelli progressisti e quelli tradizionalisti, fedeli al Papa 9; - Sconvolgimento della liturgia e dei sacramenti: essi non sono che simboli; - Soppressione della veste talare; - Matrimonio dei preti, dal momento che Cristo e il mondo si identificano. I veri preti dell'avvenire batteranno le fatiche del ministero pastorale con la competizione economica e sociale, che porterà le masse verso la Sinarchia universale, il socialismo e il comunismo degli anarchici. I preti diventeranno i direttori delle unioni sindacali, delle società mutue e delle agenzie cooperative di produzione e di consumo, di pensione e assistenza ufficiale. "L'umanità si spretizza affinché il prete si umanizzi e i due, insieme, si cristianizzino nel vero senso del Vangelo"; con tutto questo, "il Papa dichiarerà canonicamente urbi et orbi che la civiltà presente è figlia legittima

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del santo Vangelo e della redenzione sociale", perché "il cristianesimo puro è il socialismo"». Una parte di questo programma è stata compiuta, anche grazie al Vaticano II. Anche il fondatore dell'Antroposofia, Rudolf Steiner (1861-1925) 10, non era da meno: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi»! (1910). Fu trovato in Giovanni XXIII (1881-1963), ma le cose non andarono totalmente come qualcuno aveva progettato. Questi morì strumentalizzato dai comunisti e al suo posto fu eletto Paolo VI (1897-1978), che evitò il peggio su certi punti dottrinali, ma che venne ugualmente bollato dalla Massoneria come un «Papa complice». Di questa congiura, partita lontana nel tempo, ne accennava il 15 luglio 1923 Mons. Ernest Jouin (1844-1932) sulla Revue Internationale des Sociétés Secrètes (pag. 434): «Sembra che fin d'ora lo sforzo di tutti questi congiurati (sturziani) sia volto a preparare dal di fuori il futuro Concilio, la cui apertura sembra decisa per la fine del 1925 11. Piero Mantero.

II

L'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA

AL CONCILIO

(Questo testo era riservato esclusivamente ai Rev.mi PP. Conciliari)

Presentazione

Siamo un gruppo di sacerdoti, appartenenti alcuni ad Ordini religiosi e altri

al clero secolare. Abbiamo seguito con particolare attenzione le deliberazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II per studiare la sostanza dei

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suoi insegnamenti e per applicarli poi nel nostro apostolato o nelle nostre cattedre. Non abbiamo mai preteso di far uscire delle pubblicazioni perché i

nostri studi hanno un carattere assolutamente privato; naturalmente, facciamo tutto questo con il consenso del nostro Vescovo e dei nostri

superiori ecclesiastici. Due sacerdoti del nostro gruppo, per la personalità che rivestono, partecipano alle riunioni conciliari. Ora, Per quanto in esse si è detto, sia pure attraverso le varie discussioni, abbiamo l'assoluta certezza

che si vuole portare la nostra santa madre Chiesa per strade che si allontanano dagli insegnamenti del Divin Redentore e della Sua missione

divina. Il nostro cuore è stato amareggiato a causa di qualche incauta affermazione che attribuiamo ad un indebolimento di fede in alcuni Padri

Conciliari. Tutto questo ci ha dato molti pensieri; ma adesso, con profonda soddisfazione e ringraziando l'Altissimo, possiamo rendere di pubblico dominio la convinzione alla quale siamo giunti: non sono Tuoi figli, o Signore, quelli che vogliono tradirTi; rimangono dei fedeli, anche se

qualcuno di loro è stato tratto in inganno. Sono i Tuoi nemici di sempre, quelli che entrarono di nascosto nella Tua Chiesa e che diffondono queste false dottrine che Tu hai scacciato. O Signore, sono gli ebrei falsamente convertiti, quelli che tentano ancora una volta di distruggere la Tua opera

divina.

Roma, settembre 1964.

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III

IL COMPLOTTO DEGLI EBREI,

DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI

Il punto essenziale di questo «nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica, in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia, la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano, incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende del bolscevismo e del capitalismo internazionale, il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la schiavizzazione dell'umanità. Oltre alle Sacre Scritture, numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi; quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana. È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una verità che si può documentare e verificare nel modo seguente:

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- L'ebraismo internazionale, imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale, sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica, esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera umanità; - Gli ebrei, che sono giunti ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica, hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j. (1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher (1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero - e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo nascondere fino ad ora la loro origine. - Negli ambienti più segreti del Sinedrio è stata elaborata la teoria secondo cui il popolo ebraico non sarebbe responsabile della morte di Cristo e che la responsabilità di essa ricadrebbe su tutta l’umanità 12. Gli ebrei affermano inoltre che, durante tutta l'era cristiana, essi sono stati perseguitati ingiustamente da parte dei cattolici, i quali dovrebbero ora comprendere il loro errore, riparare i danni causati e non offenderli più in alcuna circostanza. Questa tesi, elaborata sicuramente da qualche Gran Rabbino, è stata presentata in modo ufficiale al Concilio dal Cardinale Bea che l'ha

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ricevuta direttamente dall'organo massonico esclusivamente composto da ebrei, il B'nai B'rith (in ebraico «Figli dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19 novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti. - Il contatto diretto tra le Logge ebraiche e il Cardinale Bea avvenne prima attraverso gli ebrei «convertiti» e attualmente «sacerdoti cattolici» Oesterreicher e Baum. Quando poi si manifestò nel Concilio una corrente che denunciò la manovra ebraico-massonica attraverso gli scritti e i discorsi di illustri Cardinali e Vescovi, intervennero personalmente il Presidente dell'Ordine del B'nai B'rith e Nahum Goldmann (1895-1982), Presidente del Congresso Mondiale Ebraico. A questo punto, la manovra divenne chiara ed evidente. - Nonostante il fatto che numerosi Padri Conciliari abbiano rifiutato di discutere il tema presentato dal Cardinale Bea relativo agli ebrei, e che è stato incluso come § 4 dello schema sull'Ecumenismo, nella 3ª Sessione conciliare, si tenterà senza dubbio di ottenere nuovamente l'approvazione di quella tesi, con la richiesta ai Padri Conciliari di un voto favorevole, prima che possa essere loro possibile un approfondimento sulle catastrofiche conseguenze che deriverebbero da un'approvazione di uno scritto che proviene direttamente dalle Logge ebraiche. In questo scritto, l'eresia si infiltra subdolamente e i santi Vangeli sono interpretati in maniera equivoca e tendenziosa. Al fine di provare queste affermazioni, presentiamo un'abbondante documentazione che prova l'esistenza di un piano ebraico per penetrare dentro la santa Chiesa cattolica attraverso i «convertiti» e i religiosi affiliati a Logge massoniche, con lo scopo di farla divenire uno dei tanti strumenti per la loro dominazione mondiale.

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IV

UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA

IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA

Il complotto ebraico contro la Chiesa cattolica, ripreso attualmente in modo violento grazie all'infiltrazione di elementi ebraici in seno all'alto clero cattolico e nello stesso Vaticano, era già stato smascherato pubblicamente nel 1936 dalla Catholic Gazette di Londra, la rivista mensile e ufficiale della Società Missionaria Cattolica d'Inghilterra. Nel numero di febbraio di quell'anno, apparve un articolo intitolato The Jewish Peril and The Catholic Church («Il pericolo ebraico e la Chiesa cattolica»), nel quale si riproducevano brani di alcune conversazioni tenute in riunioni segrete tra ebrei di Parigi. Poco tempo dopo, il settimanale parigino Le Reveil du Peuple pubblicò un articolo analogo, nel quale si precisava che tali dichiarazioni erano state fatte durante una riunione segreta dell'Ordine Massonico del B'nai B'rith, Ordine nel quale i non-ebrei non hanno alcuna possibilità di entrare, e che costituisce uno degli elementi fondamentali della cospirazione mondiale ebraica. Fu appunto l'attuale suo Presidente, Label A. Katz, che si mise in contatto con il Cardinale Bea che poi lo introdusse alla presenza di Giovanni XXIII. Riportiamo ora il testo integrale del citato articolo.

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V

«IL PERICOLO EBRAICO E

LA CHIESA CATTOLICA»

Nessuno può negare il fatto che è esistito e che ancora oggi esiste un problema ebraico. Dal ripudio d'Israele, millenovecento anni fa, gli ebrei si sono dispersi in tutte le direzioni, e malgrado le difficoltà e le persecuzioni, essi si sono stabiliti in quasi ogni Stato d'Europa, formando una potenza effettiva. Joseph Jacobs (1854-1916), nel suo libro Jewish Contributions To Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza intaccare la loro unità razziale e il loro carattere cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico interessa in modo particolare la Chiesa cattolica, pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo numero di conversazioni che sono state recentemente tenute sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi

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insegnamenti educativi e morali, forma nei proprî figli una tale mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi ai piedi del futuro Re d'Israele 13 [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a vergognarsi di professare i precetti della loro religione e di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto molti di costoro (i cristiani) al punto di trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il comunismo, il socialismo e l'anarchia, che servono attualmente ai nostri progetti [...]. I cristiani le hanno stupidamente accettate con grande entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre teorie e che esse costituiscono la nostra arma più pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi, al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo sottomesso al disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che l'osservanza della religione venga considerata come anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini, sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro, hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che tali associazioni sono di

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nostra creazione e che esse servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per provocare una scissione entro la Chiesa cattolica. Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo: abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in modo più efficiente per la distruzione della Chiesa cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi distruggano la Chiesa" 14. Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si rivoltarono contro noi stessi. Noi siamo coloro che hanno in mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore. Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura contro la Chiesa è stata coronata da successo [...]. Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul liberalismo e alle nostre false interpretazioni della libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono

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separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri, anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi. Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...]. E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti sui cristiani» 15. Il contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a conoscenza delle

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attività sovversive dell'ebraismo di oggi e di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può essere provata in questo momento guardando l'attuale complotto degli ebrei, molto più chiaro che non nel 1936 quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons. Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva 16 alle internazionali del'Alta Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti; Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi altri documenti che dimostrano e confermano questa verità, riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei») si esprime in questi termini: «Per qualcuno, l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine massonico che ufficialmente si proclama indipendente, possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto indiscutibile è che mentre i

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membri del B'nai B'rith possono far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico, nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...]. Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel Governo e nella diplomazia nordamericana» 17.

VI

IL CARDINALE BEA SEGUE

LE ISTRUZIONI DEL B'NAI B'RITH

Fino a dicembre del 1962, apparivano solo degli ecclesiastici come promotori della riabilitazione del popolo ebraico da parte della Chiesa cattolica. Il primo a parlare dell'avvicinamento della Chiesa all'ebraismo, è stato il Vescovo di Cuernavaca (in Messico) Mons. Sergio Mendez Arceo, discendente dei sefarditi 18, che tentarono di giudaizzare la popolazione di Ctija. Egli estese la riabilitazione anche ai massoni e, sebbene le sue parole cadessero nel vuoto, riuscì utile anche agli ebrei per mettere in moto la campagna internazionale di stampa alla quale assistiamo e che ne parla come se il Concilio si fosse già pronunciato in loro favore. Il piano degli ebrei, messo in azione dai loro rappresentanti ecclesiastici, sembrava procedere senza ostacoli fino a che, nei primi giorni di dicembre del 1962, i Padri Conciliari vennero messi al corrente di quanto accadeva per mezzo di un libro intitolato Complotto contro la Chiesa, pubblicato da eminenti prelati di varie nazionalità sotto lo pseudonimo di Maurice Pinay. Dobbiamo confessare che dapprima siamo rimasti in dubbio sulle tremende rivelazioni contenute in tale libro. Tuttavia, approfondendo il suo contenuto, abbiamo deciso d’investigare per nostro conto per arrivare a dei risultati che qui

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portiamo a conoscenza delle LL. EE. Rev.me, con la stessa responsabilità di coscienza e con lo stesso proposito che indusse gli autori di quel libro, e cioè quello di evitare che, con una dichiarazione del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni, il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che, nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della loro

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comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A. Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano diffuse in tutti i continenti le falsificazioni dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della Congregazione di Nostra Signora di Sion 19, tendono a confondere tutta la dottrina tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più accusare gli ebrei eretici Ario 20 o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei Mordekkai Levi (alias Karl Marx, 1818-1983), Friederich Engels (1820-1895), Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin 21, e Lev Davidovic Bronstein, detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald 22, Béla Kuhn 23, Mátyas Rákosi 24, Anna Pauker, Rosa Luxemburg 25, Moša Pijade, Lavrenti P. Berija 26, ecc..., alti dirigenti della sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le sovversioni in America Latina e negli altri continenti, perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche, sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?

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Tutte queste eresie sono la conseguenza della penetrazione ebraica nel clero cattolico, sotto la direzione delle Logge dell'organizzazione ebraica del B'nai B'rith. La prova definitiva che il § 4 dello Schema sull'Ecumenismo (Nostra Ætate), presentato al Concilio dal Cardinale Bea, che poi fece di persona l'apologia di tale tesi, sia di origine ebraica, la troviamo nelle pagine dell'autorevolissimo quotidiano parigino Le Monde, nella cui edizione del 19 novembre 1963 possiamo leggere: «L'organizzazione ebraica internazionale B'nai B'rith ha manifestato il desiderio di stabilire relazioni più strette con la Chiesa cattolica. Tale Ordine ha sottoposto al Concilio una Dichiarazione nella quale si afferma l'intera responsabilità dell'umanità per la morte di Cristo. "Se tale Dichiarazione verrà accettata dal Concilio - ha dichiarato Label A. Katz, Presidente del Consiglio Internazionale del B'nai B'rith - le comunità ebraiche cercheranno i mezzi per collaborare con le autorità della Chiesa"». Il Cardinale Bea, nel presentare il suo progetto di Decreto in favore degli ebrei e in opposizione ai Vangeli, ha nascosto ai Padri Conciliari che egli ripeteva le tesi che gli erano state suggerite dall'Ordine massonico del B'nai B'rith, presentandole invece come elaborate dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, nel quale i due massimi assessori erano i cripto-ebrei, Mons. Oesterreicher e Padre Baum. Ed è anche logico che abbia nascosto questo fatto perché sarebbe stata una cosa inaudita che le tesi di un Sinedrio massonico potessero avere ufficialmente accesso nel sacro recinto ove presiede lo Spirito Santo. Inoltre, se il 19 novembre 1963 il Cardinale Bea avesse fatto conoscere ai Padri Conciliari la vera origine delle sue tesi, è certo che l'immensa maggioranza le avrebbe respinte con indignazione senza volerle nemmeno ascoltare, essendo bene al corrente degli oltraggi e dei danni apportati dalla Massoneria alla Chiesa di Cristo. Certamente, i venerati Pontefici Pio IX (1792-1878) e Leone XIII (1810-1903) si saranno rivoltati nelle loro auguste tombe così prossime alla località dove un Principe della Chiesa difendeva una tale diabolica proposta massonica.

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VII

CHI È IL CARDINALE BEA E CHI

SONO I SUOI COLLABORATORI?

Fino ad alcuni mesi fa, mentre stavamo meditando sugli strani colloqui tra un Principe della Chiesa e la maggiore sètta massonica ebraica, facevamo le seguenti considerazioni: essendo il Cardinale Bea di origine tedesca, almeno ufficialmente, e per di più sacerdote gesuita, il suo ostinato progressismo e il suo fanatico filo-semitismo tanto favorevole alle forze anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei, uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada. Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti per le importanti indagini storiche da essi compiute, per avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima della pubblicazione di queste righe saremo entrati in possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in Germania e in Austria diverse personalità che portano il cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere

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una latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo, assolutamente uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons. Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea, egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons. Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è possibile senza la riconciliazione dell'antico e del nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute, destinate a

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«dimostrare», a corto di argomenti esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di Teologia cattolica 27. Il Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum, sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e propria collezione di scritti dell'odio», ha fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi argomenti in favore della «necessità» di approvare il Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».

VII

LE TESI ASSURDE DEL

SEGRETARIATO DEL CARDINALE BEA

È stato precisamente il Cardinale Bea che il 21 marzo 1961 ha presentato a Giovanni XXIII un memorandum che conteneva la proposta di creare un Segretariato per lo studio dell'Unità dei Cristiani, idea che detto Pontefice accettò, incaricando lo stesso Cardinale della sua attuazione. Il Papa aveva anche voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64), troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla

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riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle Chiese» (World Council of Churches) riunito nel 1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono, senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale, pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui». Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese» riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi. Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete

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astutamente tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla pari di uno dei tanti capi delle sètte protestanti che costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese. Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi, accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di decentrare il potere della Chiesa, aumentando le attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato. Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo incaricato di approvare e firmare le decisioni del parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum

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popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re con un presidente che, quasi sempre, era un massone o persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978), Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che furono dapprima esautorati e poi deposti. E allora il Vaticano potrà essere trasformato in un bellissimo museo come sono oggi il Louvre o Versailles o molti altri palazzi europei già appartenenti a sovrani eliminati dall'azione sovversiva massonico-ebraica alla quale quei sovrani non seppero opporsi in tempo. La prova più evidente di quello che è in realtà il Segretariato per l'Unità dei Cristiani, diretto dal Cardinale Bea, l'abbiamo nella sua presentazione al Concilio Ecumenico quando chiese l'approvazione, come § 4 dello Schema sull'Ecumenismo, di un documento intitolato «De catholicorum habitudine ad non cristianos et maxime ad judæos» («L'atteggiamento dei cattolici di fronte ai non cristiani e soprattutto agli ebrei»). Questo testo pretende, attraverso ogni sorta di raggiri dialettici, di sottrarre il popolo ebraico dalla colpa della morte di Cristo Nostro Signore e di ottenere dalla Chiesa cattolica una nuova dichiarazione contro l'antisemitismo nella presunzione che questo abbia la sua origine nell'errata credenza dei popoli cristiani che gli ebrei siano un popolo deicida. Un tale documento, come si espressero alcuni illustri Padri Conciliari nelle loro repliche al Cardinale Bea, che difese personalmente le tesi filo-ebraiche, non avrebbe dovuto essere nemmeno presentato perché non ha nulla a che vedere con l'«unità dei cristiani», né con l'ecumenismo, né con gli interessi della cristianità in generale. Se per sventurata ipotesi esso dovesse essere

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approvato dal Concilio Ecumenico, questo significherebbe un'autoaccusa contro la Chiesa, che è quello che gli ebrei malignamente attendono per vendicarsi di essa che per diciannove secoli combatté con efficacia attraverso Papi e Concilî l'azione anticristiana degli ebrei 28. Nello stesso documento, si assicura che la proposta non ha alcuna finalità politica, bensì esclusivamente religiosa. Se questo fosse vero - anche se tutti sanno che dal momento in cui è stato presentato lo Schema tutta la stampa internazionale, controllata dagli ebrei, non ha fatto altro che interpretare in senso politico il tema trattato dal Concilio - risulta assai strano che il Segretariato per l'Unità dei Cristiani non abbia preso contatto con le autorità religiose del popolo ebraico, quali potevano essere i Gran Rabbini di New York, di Londra o di Roma, oppure quelli di Gerusalemme e di Tel Aviv che sono i soli con personalità giuridico-religiosa per stabilire contatti di tal genere ad alto livello. È successo il contrario: il Cardinale Bea stabilì fin da principio relazioni con alti dirigenti politici massonici, come Label A. Katz, Presidente mondiale del B'nai B'rith, un Ordine massonico esclusivo per ebrei, con Nahum Goldmann, Presidente del World Jewish Congress («Congresso Mondiale Ebraico») e con alti funzionari dell'American Jewish Committee («Comitato Ebraico-Americano»). È di pubblico dominio che le attribuzioni di questi alti capi ebrei sono esclusivamente di carattere politico ed economico con diretta influenza nell'ONU 29, nel Governo di molti Stati e presso l'onnipotente Banca Mondiale. Vi è dell'altro. Un articolo della rivista Humanitas, intitolato «Gli ebrei e il Concilio», dell'aprile 1963, ci rivelò che il Comitato Permanente dei Rabbini d'Europa e il Consiglio Rabbinico d'America si oppongono decisamente all'avvicinamento spirituale tra ebrei e cattolici. In questo senso, si espressero i rabbini Leo Feuer e Arthur J. Lelyveld (1913-1996), il 19 giugno 1964, nel corso della 75ª Convenzione Annuale della Conferenza Centrale dei Rabbini d'America riunitasi ad Atlantic City; su tutto questo

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informa dettagliatamente l'organo portavoce degli ebrei nordamericani The New York Times, del 20 giugno 1964. Vi è inoltre da tener presente che Paolo VI, in occasione della sua visita in Terra Santa, venne ricevuto dal Capo dello Stato d'Israele e da tutti i membri di quel Governo; delle alte autorità israeliane era assente solo il Gran Rabbino di Gerusalemme. Per dissimulare le loro vere intenzioni, che sono quelle di fare della Chiesa cattolica un satellite dell'ebraismo, il Cardinale Bea, scagliandosi contro i nazionalismi cristiani e arabi, che egli qualificò genericamente «antisemiti», ha redatto assieme ai suoi colleghi ebrei, il documento in modo che sembri che esso si riferisca solamente agli ebrei dell'Antico Testamento, e cioè al «Popolo eletto» della Bibbia, come se gli ebrei di oggi non fossero sotto tutti gli aspetti i discendenti diretti di quelli che uccisero Gesù Cristo, di quelli contro i quali venne lanciata la maledizione da parte dello stesso Fondatore della Chiesa e che attraverso i secoli hanno rappresentato l'Anticristo permanente fino al punto che non è possibile distinguere tra gli ebrei che hanno commesso il deicidio e causarono la morte dei primi cristiani, intrigando contro di loro presso gli imperatori romani, e quelli del secolo nostro che hanno fomentato le guerre e le rivoluzioni, e che hanno causato la morte e la schiavitù di milioni di cristiani. Il mondo cattolico non vuole attraversare nuovamente la confusione nell'apprendere che nel Concilio Vaticano II, in cui si concentra il sommo delle speranze di tutti quelli che mantengono la fede, si possano alzare voci in favore del popolo che è stato e continua ad essere deicida perché ha messo a morte il Figlio di Dio e ha sempre lottato e continua a lottare per arrivare allo sterminio della Chiesa. Milioni di cristiani in Europa, in Asia, a Cuba e altrove, che gemono sotto l'oppressione ebraica del bolscevismo, non potranno mai comprendere come sia possibile che nella Chiesa vi possa essere chi tende le mani ai suoi carnefici.

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I popoli arabi, con le loro masse musulmane e cristiane, cadrebbero in un cupo sconforto dinanzi ad un'alleanza del Vaticano con gli usurpatori sionisti che fondarono il loro Stato sulle rovine di tante chiese e monasteri devastati e incendiati in Terra Santa e con l'espulsione dal suolo natale di oltre un milione di palestinesi. Nell'Occidente che ha visto, dalla Rivoluzione Francese in poi, gli ebrei dietro ogni concezione rivoluzionaria e sovversiva, dietro il capitalismo disumano e implacabile e come i promotori della degenerazione attuale dei costumi, dell'arte, della morale pubblica e privata - manifestazioni dirette del messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere Cristo con piena coscienza di continuare la loro plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo, pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del 1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di quelli che professano la religione cristiana le idee del libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando controversie religiose che sono feconde di scissioni e di formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente incominciare col disprezzare i ministri di quella religione, dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo stato e col loro abito». Di recente, il giornale Christian

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Nationalist Cruzade, di Los Angeles (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal quale stralciamo queste righe: «Una delle cose migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la crocifissione di Cristo. Intellettualmente, essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi accoliti come degli innocenti perseguitati.

NOTE 1 Scritto è reperibile anche nell'opera di PIERO MANTERO intitolata La faccia nascosta della Storia: svelato un piano segreto di attacco alla Chiesa (pagg. 170-200), Ed. Il Segno, Udine. 2 Giuseppe Garibaldi fu iniziato alla Massoneria nel 1844 a Montevideo, in Uruguay, e salì fino al 33° Grado ricevuto a Torino, nel 1862; ricevette inoltre la suprema carica di Gran Ierofante del Rito Egizio di Memphis-Misraïm nel 1881. Garibaldi non esitò a definire Papa Pio IX «un metro cubo di letame» e il sacerdote «la più nociva di tutte le creature, perché egli più di nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla fratellanza degli uomini e dei popoli». Diceva inoltre: «Se sorgesse una società del demonio, che combattesse il dispotismo dei preti, mi arruolerei nelle sue file» (cfr. EPIPHANIUS, Massoneria e sètte segrete: la faccia occulta della Storia, Trento s.d., pagg. 140-141). 3 Discepolo di Saint-Yves, Padre Roca (1830-1893) fu uno dei maggiori responsabili del modernismo cattolico. Ordinato frate carmelitano nel 1858, Roca fu condannato dal Sant'Uffizio e le sue opere furono messe all'Indice nel 1888. Cabalista, esoterista e socialista convinto, Roca affermò: «Credo che il culto divino com'è espresso dalla liturgia, il cerimoniale, il rito e i precetti della Chiesa romana subiranno prossimamente in un Concilio Ecumenico una trasformazione che [...] li metterà in armonia con il nuovo stato della coscienza e della civiltà moderna» (cfr. EPIPHANIUS, op. cit., pag. 189).

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4 Cfr. P. ROCA, Glorieux Centenaire («Glorioso centenario»), 1859, pag. 452; P. VIRION, Mystère d'iniquité, Ed. Saint-Michel, 1967, pag. 35. 5 Il marchese Stanislas de Guaita (1861-1897) fu un mago nero rosicruciano. Egli fu autore di opere come Il Tempio di Satana, Saggio di Scienze maledette, La Chiave della Magia Nera e Il Serpente della Genesi. Morì stroncato dalla droga all'età di trentasei anni. 6 Gerard Encausse (1865-1916), più conosciuto come Mago Papus, amico del de Guaita, di cui prese il posto alla morte. Vescovo della Chiesa Gnostica, divenne Superiore Incognito del Martinismo nel 1882; aderì alla Società Teosofica per poi separarsene e fondare un nuovo ramo martinista. 7 L'occultista Alexandre Saint-Yves, marchese d'Alveydre (1842-1909) può essere considerato come il padre dell'ideale sinarchico. 8 Cfr. P. ROCA, op. cit., pag. 452. 9 Non è forse quanto sta già succedendo all'interno della Chiesa? 10 Rudolph Steiner, un occultista ebreo proveniente dalla Società Teosofica e dall'Ordo Templi Orientis, era rapito dall'idea di un rinnovamento del cristianesimo alla luce del buddismo esoterico (cfr. EPIPHANIUS, op. cit., pag. 158). 11 Ma Pio XI (1857-1939), consigliato saggiamente, evitò di indire un Concilio. 12 Questa assurda teoria è stata presentata come una verità dal nuovo Catechismo della Chiesa cattolica (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, § 597-598, pag. 165) il quale è stato definito da Giovanni Paolo II «una norma sicura per l'insegnamento della fede» (pag. 14). 13 Art. cit., pagg. 100-101 e 118. 14 Cfr. Mémoires d'un antiapôtre («Ricordi di un anti-apostolo»), pag. 213. Trattasi di un diario scritto da un comunista infiltrato in un seminario per diventare sacerdote e sabotare la Chiesa dall'interno. 15 Cfr. Articolo apparso sul settimanale Le Reveil du peuple («Il risveglio del popolo»), intitolato «La libre parole» («La libera parola»), nel giugno del 1936. Fu mentre ne era direttore Henri Coston che apparve questo articolo sul B'nai B'rith. 16 Cfr. MONS. E. JOUIN, Le Mystere de la Maçonnerie, pagg. 263-266. 17 Cfr. V. RISCO, Histoire des Juifs, pagg. 339-343. 18 I sefarditi sono gli ebrei di origine iberica (dall'ebraico Sefarad, ossia Spagna) che, dopo l'espulsione del 1492 ad opera di Isabella la Cattolica, si stabilirono in Olanda, in Turchia, nel Nordafrica, in Italia (Livorno, Ancona, Pesaro, ecc....) e nei Balcani. 19 La Congregazione di Nostra Signora di Sion fu fondata dai Padri Alfonso (1812-1884) e Teodoro (1802-1884) Ratisbonne, entrambi ebrei convertiti, per agevolare la conversione degli israeliti alla religione cattolica. Alfonso Maria si convertì nella chiesa romana di Sant'Andrea delle Fratte grazie all'apparizione della Madonna del Miracolo. 20 Ario (256-336) fu un sacerdote africano che negava la divinità di Gesù Cristo. Venne condannato dal Concilio di Nicea (325).

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21 Anche Lenin (1870-1924) era ebreo. Lo ha rivelato la rivista L'Arche (n° 161, 1970, pag. 227), del Fondo Sociale Ebraico, riportando i risultati di un'inchiesta condotta dalla giornalista armena Marietta Chaginian a Simbirsk, negli archivi della città natale di Lenin (cfr. EPIPHANIUS, op. cit., pag. 214). 22 Klement Gottwald (1896-1953), politico cecoslovacco, primo ministro comunista (1946-1948), escluse i partiti borghesi dal Governo con il colpo di Stato del 25 novembre 1948. Fu poi Presidente della repubblica cecoslovacca dal 1948 al 1953. 23 Il sanguinario Béla Kuhn (1886-1939), fu capo del Governo della Repubblica Sovietica Ungherese sorta dalla sanguinosa insurrezione di marzo del 1919. Deposto da U. Horthy, divenne dirigente del Comintern, e morì vittima di una delle tante epurazioni staliniane. 24 Mátyas Rákosi (1892-1971), nemico giurato di Mons. Joszef Mindszenty (1872-1975), imprigionato per otto anni nelle carceri rosse, fu Segretario del Partito Comunista ungherese dal 1945 al 1956, anno dell'insurrezione popolare. 25 L'ebrea Rosa Luxemburg (1871-1919) fu una dei fondatori del Partito Comunista tedesco («Lega di Spartaco»). 26 Lavrentij Pavlovic Berija (1899-1953), fu lo zelante e spietato esecutore della politica repressiva di Stalin e l'organizzatore dei Gulag, i campi di concentramento comunisti. Dopo la morte di Stalin (1953), venne processato e fucilato. 27 Subito dopo la fine del Concilio, Padre Gregory Baum gettò la veste alle ortiche e si spretò. La missione era compiuta. 28 Purtroppo, tale Dichiarazione sulle religioni non-cristiane venne approvata dai Padri conciliari il 28 ottobre 1965. 29 Durante una conferenza stampa a Madrid, Label A. Katz dichiarò che il B'nai B'rith era «consigliere» dell'ONU e della Casa Bianca.

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4.

L’ U.R.I. (Iniziativa Unione Religioni)

L'iniziativa delle religioni unite (United Religions Initiative, URI ), è un tentativo internazionale nato nel 1993 in seno al Parlamento delle Religioni di Chicago per unire le religioni ai fini mondialisti, secondo l’idea teosofica e massonica. Si mirava a dar vita ad un'autorità sopranazionale che avrebbe come ramo spirituale una sorta di ORU, che sta per l’unione delle religioni come l’ONU per le Nazioni Unite. Di recente l’idea fu espressa da Sir Sigmund Sternberg, nella sua qualità di direttore del Consiglio Internazionale di Cristiani ed Ebrei, insieme a Robert Muller, rappresentante New Age presso l’ONU. Nel 1982 Sternberg era nominato Cavaliere del Pontificio Ordine Equestre di San Gregorio Magno da Giovanni Paolo II, per il quale organizzò l’incontro con la Sinagoga del 1986, adoperandosi in seguito per il riconoscimento di Israele da parte del Vaticano, compiutosi negli anni 93-94. Nel 1988, Sternberg ricevette le insegne del massonico Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, che fa capo alla corona britannica (Lo Sternberg Centre for Judaism di Londra è il maggior seminario rabbinico europeo). In questa veste Giovanni Paolo II, nel 1994, lo ha ricevuto in Vaticano come guida della delegazioni britannica per il concerto tenuto per commemorare la Shoa. Nel 1998, Sternberg, per aver operato a favore del sincretismo

interreligioso, fu insignito del massonico premio Templeton per it Progresso

delta religione, e in seguito riceveva la laurea honoris causa conferito dalla

Open University del miliardario George Soros. Inoltre, Sternberg patrocina,

a fianco di Gorbaciov, del Dalai Lama e della moglie del fondatore di

Scientology Barbara Marx

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Hubbard, della Commissione mondiale per la Coscienza e la Spiritualità

globali ("World Commission on Global Consciousness and Spirituality"), presieduta

dal new ager R. Muller, the riunisce leader mondiali al fine dichiarato di

"coltivare la visione globale e la sapienza per it nuovo millennio".

Massoneria, B’nai B’rith, Tempio della Comprensione di New York

(gestore della Cappella della Meditazione al Palazzo dell’ONU), Teosofia,

Consiglio Mondiale delle Chiese di Ginevra (W.C.C.), Fondazione

Gorbaciov. L’impresa U.R.I. venne estesa a tutto il mondo, con la

partecipazione di cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, baha'i, indù, sikh,

zoroastrani, seguaci del New Age e della Wicca (movimento neopagano di

cultori delta stregoneria), ecc. Essa è affine alle iniziative di "preghiera"

comune, come è avvenuto ad Assisi.

La necessità dell'U.R.I. veniva sottolineata da Muller in questi termini:

"Le Nazioni Unite sono it cervello globale iniziale dell'umanità [...].

Abbiamo ancora bisogno di un'anima globale, vale a dire la nostra coscienza

e la fusione con l'intero universo e col fluire del tempo", aggiungendo: "I

nostri supremi interessi includono l'apoteosi del genere umano [...] le

maggiori religioni in fin dei conti mirano tutte alla stessa cosa". Tutto ciò era

legato alle idee di una filosofia dell'ecologia spirituale, un’etica globale e

quant’altro. Perciò è davvero estraneo che vescovi cattolici abbiano

fondato la Conferenza mondiale per la Religione e la Pace (W.C.R.P.

World Conference on Religion and Peace) che, col suo “contributo” di

sincretismo e ecumenismo conciliare, è associata all’URI e accreditata presso

l'O.N.U., col supporto di Giovanni Paolo II. La sesta assemblea generale

della Conferenza il 3 novembre 1994 tenne i lavori d'apertura presso la sala

sinodale della S. Sede, col tema: "Risanare il mondo: le religioni per la

pace". Si trattava della prima conferenza interreligiosa della storia della

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Chiesa tenuta in Vaticano, con l’intervento personale di Giovanni Paolo II in

veste di presidente di un'assemblea di quasi mille rappresentanti di quindici

fedi diverse e associazioni non cristiane. Sotto le volte vaticane risuonarono

per due ore, in presenza di Giovanni Paolo II, versi del Corano ed ebraici,

come pure invocazioni per la pace di scintoisti, buddhisti e indiu, intervallati

da blues africani". Il W.C.R.P. è il tramite ufficioso del Vaticano con i

gruppi interconfessionali a proiezione mondialista come l’U.R.I., mentre il

canale ufficiale rimane il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Il

quartier generale della W.C.R.P non risiede a Roma, bensì al numero 777

dell'United Nations Plaza di New York, dove lavora a stretto contatto con

l'O.N.U., con l'U.N.E.S.C.O. e l'U.N.I.C.E.F. Tutto ciò mira ad una

religione planetaria unica, che deve impregnare del suo spirito gnostico la

Repubblica Universale, sotto un Governo globale. Di questa unità fra le

religioni già scriveva nel 1946 sulla rivista Le Temple un'autorità in campo

massonico, il Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di

Francia, il 33 barone Yves Marsaudon, legato a Giovanni XXIII da stretti

vincoli di amicizia.

Tre giorni prima dell'indizione del Vaticano II, Roncalli confidò ad

Andreotti: “Molte delle anticipazioni di allora [del modernismo] erano poi divenute

feconde realtà. Il Concilio le avrebbe costituzionalizzate” («I quattro del Gesù

Storia di un'eresia», p. 104). Ecco la conferma testimoniale di quale sia, sin

dalle sue origini, l’«intenzione conciliare» di Giovanni XXIII, che continua a

essere predicata come cattolica. Lo vediamo anche da come si esprimeva il

cardinale Ratzinger ieri e da come lo fa oggi Benedetto XVI, riguardo al

programma del Vaticano II iniziato da quel suo predecessore. Di tale

«aggiornamento» l’allora prefetto della Congregazione per la Fede, è stato

tanto promotore quanto esecutore, avendo rivelato a Vittorio Messori

(«Inchiesta sul Cristianesimo», SEI, Torino, 1987, p. 152): «Il problema degli

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anni sessanta era di acquisire i migliori valori espressi in due secoli di cultura liberale.

Ci sono, infatti, dei valori che, depurati e corretti, anche se nati fuori della Chiesa,

possono trovare il loro luogo nella visione del mondo. Questo é stato fatto» (con il

Vaticano II).”

L’anti-Chiesa secondo mons. Antonio de Castro Mayer. “Quando furono distribuiti tra i Padri Conciliari i primi schemi del II Concilio del Vaticano, m’interpellarono: - che ne pensa; sarebbe necessario riunire un Concilio per giungere a ciò? La ragione della domanda è che gli schemi non presentavano alcuna novità. Infatti, la realtà del II Concilio del Vaticano non era quel che appariva. Era sì, nei suoi sotterranei. Sotto l’apparenza tradizionale, assicurata dalla presenza dei signori Cardinali Ottaviani, Bacci, Ruffini, Braum e altri, operava il Cardinal Bea, portavoce del Bnai-Brith giudaico e altre entità massoniche, convinti che era arrivato il momento de compiere l’opera di demolizione della Chiesa Cattolica, facendola implodere su sé stessa. Si concepì, quindi, un Concilio "sui-generis", senza discussioni: gli oratori si succedevano ininterrottamente, uni agli altri, versando sull’assemblea quanto nutriva il loro spiriti. Non vi era nesso tra i vari interventi. Chi le volesse contestare, doveva scriversi nell’elenco dei postulanti della parola e attendere il suo turno, che poteva accadere vari giorni dopo. Di modo che, nel II Concilio del Vaticano, le commissioni regolavano tutto; subito all’inizio, il tavolo della presidenza eliminò gli schemi proposti dalla commissione preparatoria, che risulta autorizzata dalla Santa Sede, ossia dal Papa, a chi del resto spetta, come capo supremo della Chiesa e Vicario di Gesù Cristo, il diritto di proporre la materia da svolgere nei concili e il modo come farlo. Ecco che il II Concilio del Vaticano si costituì come un’antichiesa. Dogma fondamentale della Chiesa Cattolica è la sua necessità per la salvezza. Agli uomini non è data la libertà di scelta della propria religione e Chiesa, secondo piaccia o siano persuasi. Sotto pena di condanna eterna, devono entrare nella Chiesa Cattolica Romana. - Ora, il Vaticano II, a riguardo, fissa, come dottrina incontestabile,

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precisamente il contrario: ogni uomo ha la libertà “viscerale” di aderire alla religione della sua preferenza. Vista quest’antitese, in questo punto basilare, necessariamente, su di esso si costruiscono edifici antitetici. - Per ciò diciamo che il Vaticano II s’è costituito come l’antichiesa. Per conseguenza: chi aderisce al Vaticano II, senza restrizioni, per questo solo fatto, si stacca della vera Chiesa di Cristo. Nessuno può, allo stesso tempo essere cattolico e sottoscrivere tutto quanto stabilì il Vaticano II. Possiamo dire che il modo più completo per abbandonare la Chiesa di Cristo, Cattolica Apostolica Romana, sta nell’accettare senza riserve quanto insegnato e proposto dal Vaticano II. Esso è l’antichiesa. (da "Heri et Hodie" – pubblicato dai Padri di Campos - nº 33)

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“IL TESORO DELLA FEDE CATTOLICA E LA SCIAGURA DELL’ATTUALE

APOSTASIA”

Meditazione del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo (1882 - 1970).

Una volta, un branco di lupi affamati, non sapendo come fare strage nell’ovile di un

pastore, PENSARONO DI MUTARE TATTICA.

Prima erano discesi furenti ed ululanti dai monti, ed avevano trovato pronti gli armati

per scacciarli.

Dopo si vestirono di pelli di agnelli, si fornirono di fasci di erbe VELENOSE che

avevano L’APPARENZA di un pascolo più ubertoso dei comuni pascoli, e di notte,

MENTRE I GUARDIANI DORMIVANO, si appressarono al gregge ...

Intorno all’ovile vi erano TANTE PECORELLE SBANDATE ED AFFAMATE, CHE

SI ERANO ALLONTANATE DAL PASTORE.

Esse videro I LUPI IN FORMA DI AGNELLI, FURONO ALLETTATE DALLE

ERBE, E CORSERO AL PASCOLO VELENOSO ...

I lupi presero animo.

Avevano raccolto il rifiuto del gregge e pensavano di raccogliere ANCHE LE ALTRE

PECORELLE.

Allora si misero a girare intorno al gregge, ALLETTANDO LE PECORELLE PIÙ

INCAUTE COL MIRAGGIO DEL PASCOLO MIGLIORE.

E suonarono le loro trombe TENTANDO D’IMITARE il fischio soave del pastore che

chiama a raccolta le sue pecorelle.

MA IL PASTORE SI LEVÒ PIENO DI AMORE, ed I LUPI SMASCHERATI

FUGGIRONO sui monti.

... La parabola dei lupi è UNA TRISTE REALTÀ.

Gesù CE NE PREVENNE: “Guardatevi DAI FALSI PROFETI che vengono a voi IN

VESTE DI AGNELLO, e DENTRO SONO LUPI RAPACI! DAI LORO FRUTTI LI

CONOSCERETE”.

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... Perciò LA DIFESA PRINCIPALE È LA CUSTODIA DEL TESORO AFFIDATOCI

DA DIO.

UNA SOLA VIA CONDUCE A LUI.

UNA SOLA è la religione, perché UNA SOLA è la verità. La verità sta SOLO nella

Fede Cattolica.

Le altre religioni o sono ABERRAZIONI, o sono DEFORMAZIONI DELLA

VERITÀ.

IL TUO TESORO È LA FEDE CATTOLICA.

Questa fede NON viene da un apostata, ma DA GESÙ CRISTO MEDESIMO E

DAGLI APOSTOLI.

Per questa fede sono morti MILIONI DI MARTIRI, per questa fede l’anima vive

NON GIÀ DI CHIACCHIERE, ma di una vita soprannaturale, e raggiunge l’ultimo

suo fine ...

NON FARE COME GIUDA CHE PER TRENTA DANARI TRADÌ IL SUO

MAESTRO!

Vivi DA VERO CRISTIANO, fervoroso, praticante!

Rendi testimonianza a Gesù Cristo CON LA TUA VITA, affinché Egli ti riconosca

COME SUO nel giorno del giudizio.

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