Post on 14-Sep-2020
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CanadaIstituto
di ricercheStati della materia
Corea del Sud
Chiesa A prova di tempo
Francia Edificio
residenziale Zinco e paglia
Svezia La scuola missile
della Lapponia
Editoriale
FOCUS ON ZINC NR. 13 - Ottobre 2013.Focus on Zinc è la rivista internazionale di architettura di VMZINC®. Questo numero è pubblicato in lingua ceca, danese, fiamminga, francese, inglese, italiana, polacca, portoghese, spagnola, tedesca.
EditoreRoger BALTUS.
Capo ProgettoIsabelle FERRERO.
Comitato editorialeRoger BALTUS, Tugay DINDAR, Isabelle FERRERO, Catherine GIBERT, Karina JENSEN, Knut KONIG, Michel LE DONGE, Barbara NORDBERG, Laura TERRICABRAS.
Hanno contribuito all’edizioneRoger BALTUS, Jenny GILBERT,Olivier NAMIAS, Barbara NORDBERG, Christopher SMITH.
ImpaginazoneGRAPHIC PLUS
StampaImprimerie VINCENT
© Copyright Umicore France Ottobre 2013. E’ proibita qualsiasi riproduzione totale o parziale di questo documento senza preventiva autorizzazione da parte della Umicore France.
Cari lettori,
i numeri recenti di Focus on Zinc, in particolare quello dell’anno passato
dedicato al Trofeo Archizinc n. 5, hanno confermato il significativo sviluppo
dell’uso del nostro materiale in tutto il mondo. I sistemi e i prodotti VMZINC
sono utilizzati in tutto il mondo e in tutti i tipi di clima.
È bello constatare che gli architetti, anche extra Europa, stanno scoprendo
il nostro materiale ed esprimono il loro entusiasmo provandolo nei loro progetti.
Sperimentano e, secondo il linguaggio architettonico e le pratiche locali,
propongono pose e assemblaggi inediti, a volte molto lontani dagli usi convenzionali:
trafilate, piegate, plissettate, decapate o scarificate, le superfici di zinco mescolano
con audacia colori e materiali.
Gli architetti vogliono che lo zinco si veda e lo applicano preferibilmente sulle
facciate.
Questa nuova tendenza valorizza il nostro materiale e lo colloca in una posizione
privilegiata nell’architettura.
In questo numero trovate interessanti realizzazioni di progetti di natura
e di estensione molto diversa. Constaterete che lo zinco, pur essendo culturalmente
un materiale urbano, può rivestire con grazia la navata di un tempio coreano
in aperta campagna o essere l’involucro di una casa incastonata in un vecchio
stabilimento industriale.
In funzione della tecnica utilizzata, può rivestire perfettamente una modesta casa
singola, la facciata di un centro commerciale, una sala per concerti o quella di
una cantina vinicola.
Infine, per attinenza col titolo della rivista, abbiamo per la prima volta desiderato
concludere questa edizione con immagini di dettagli costruttivi presi da opere
realizzate. Abbiamo evidenziato questi dettagli non solo per ispirarvi, ma anche
per ricordare che lo zinco fornisce agli architetti la libertà di disegnare e di creare
gli aspetti più singolari del progetto.
Vi auguriamo una gradevole lettura di questo tredicesimo numero, uscito in più
di 60.000 copie in tutto il mondo.
Franck MartinelliDirettore commerciale VMZINC
No 13 / Focus on Zinc 1
02-03
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14-15
12-13
Sommario
GermaniaEdificio commerciale
Regno UnitoGioielleria
Cina Hotel
BelgioScuola
AustraliaMausoleo
Tecniche
GiapponeUniversità
SvizzeraCasa singola
FranciaEdificio residenziale
Paesi BassiStudi dentistici
FranciaSala per concerti
SpagnaGrande magazzino
BelgioCasa singola
CanadaIstituto di ricerche
Corea del sudChiesa
ItaliaCantina vitivinicola
Svezia Scuola
FranciaEcovillaggio
2 Focus on Zinc / No 13
GermaniaForte e discreto
Edifici commerciali
RTI Sports, Coblenza
Architetto(i) Behet-Bondzio-Lin Architekten GmBh
& Co. KG
Installatore Häbel GmbH
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) ANTHRA-ZINC®
Superficie 2.350 m2
Fotografie: Jörg Seiler, Germania.Sezione: Behet-Bondzio-Lin Architekten, Germania.
Situata nella Germania occidentale, Coblenza è una
cittadina medioevale e prende il suo nome da una
caratteristica geografica: Coblenza deriva dal latino
confluent, confluenza, infatti è qui che confluiscono
il Reno e la Mosella. E’ sulle rive di questo fiume che
è stata realizzata la nuova sede di RTI Sports, una
società specializzata nella distribuzione di articoli per
la mountain bike, il trial e altre specialità sportive.
Il terreno si trova al centro di una zona industriale
separata dal centro storico dal fiume.
In questo contesto suburbano, gli architetti dello
studio 2BxL (Behet, Bondzio, Lin) hanno cercato
di ritrovare le qualità architettoniche del centro
restando però in un registro minimalista. Alto due
piani, l’edificio si presenta come un cubo nero posato
su pali di fondazione, disposizione questa resa
obbligatoria per mettere i locali al riparo dall'acqua
alta. Il piano dell’edificio riprende lo schema di un
tipico edificio amministrativo. Attorno al nucleo
centrale che accoglie i servizi, un corridoio circolare
ripartisce i vari locali: sala per le riunioni, uffici singoli
o collettivi. La ripetitività della struttura interna non
è espressa dalla facciata, dove le aperture vedono
un’alternanza di grandi vetrate che evocano atelier di
artisti e di piccole finestre che sembrano quelle di un
condominio. Questa forma ibrida permette all’edificio
di inserirsi in un polo tecnico affermando però una
forte personalità. Ultimo segno distintivo: l’involucro
di zinco antracite, materiale scelto per le sue
caratteristiche di resistenza e il suo carattere elegante
e discreto. Una personalità in linea con quella della
società che adotta il concetto “less is more”. Uno
slogan lanciato dal celebre architetto Mies van
de Rohe che trova, anche in questo suo progetto,
un’occasione per dimostrare la sua eccellenza.
No 13 / Focus on Zinc 3
4 Focus on Zinc / No 13
N.
BelgioLa bellezza dell‘anticoFar convivere l’antico col moderno: nei secoli,
l’architettura si è rivolta al recupero, fino a quando
l’abbondanza di nuovi materiali a disposizione ha
fatto perdere qualsiasi interesse al re-impiego dei
materiali vecchi.
Nonostante lo sviluppo sostenibile promuova oggi
il riciclaggio dei materiali e degli edifici, il re-impiego
non è così semplice e si confronta innanzi tutto con
la condizione dell’oggetto che si intende riutilizzare.
Così, è apparso non facile dare nuova vita a una
costruzione agricola disabitata, appena fuori dalla
città belga di Grimbergen. Il piano urbanistico ha
autorizzato la costruzione di quattro nuove case
su questo terreno occupato da un vecchio granaio
e da una piccola dependance, entrambi in cattivo
stato di conservazione. Tuttavia, il proprietario,
affascinato dalla bellezza di questo rudere, ha
chiesto all’architetto di creare un progetto moderno
conservando i muri esistenti per realizzare un'unica
abitazione.
Dopo aver levato il tetto, gli architetti dello studio
MarS hanno inserito una struttura metallica dietro
le pareti in mattoni per supportare le nuove facciate
e i pavimenti. L’ingresso ha trovato spazio fra il
granaio e la piccola costruzione annessa e inquadra
la vista sui campi che si stendono dietro la casa. La
vecchia entrata è diventata una grande vetrata che
dà una soluzione di continuità fra la parte anteriore
e quella posteriore della casa. Ammiccando alle
rimesse agricole in lamiera, il nuovo rivestimento
in zinco ondulato posato in orizzontale fornisce una
separazione netta fra il vecchio e il nuovo. Il legame
fra i due edifici evoca la relazione simbiotica che
unisce certi crostacei ai gusci trovati sui fondali
marini.
Gli architetti dello studio MarS hanno forse trasposto
la strategia del paguro in architettura?
Casa singolaCasa singola, Grimbergen
Architetto(i) MarS Architecten bvba
Installatore SYMAERTS
Tecnica(e) Pannelli profilati modello
VMZ Profili sinus
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
Superficie 250 m2
No 13 / Focus on Zinc 5
Fotografie: Yannick Milpas - At home publishers, Belgio. Sezione: MarS Architecten bvba, Belgio.
6 Focus on Zinc / No 13
CanadaStati della materiaL'architettura e la fisica quantistica non sono
incompatibili: il Perimeter Institute di Waterloo
lo dimostra. Realizzato nel 1998 su un campus
dell’università locale, l’istituto di ricerche specializzato
in teorie fisiche ha diverse volte raddoppiato la sua
superficie per offrire ai propri ricercatori un’estensione
già ampiamente ricompensata. Firmato dallo studio
Teeple, questo progetto gioca la carta del contrasto.
Il primo lotto del Perimeter Institute, progettato dagli
architetti Saucier & Perrotte ha impiantato volumi
cubici lungo una linea che traccia un confine fra
la città e la natura. Dominando un piccolo lago, la
facciata posteriore appare come la facciata principale.
Dedicata al premio Nobel Stephen Hawking, il nuovo
segmento si riconosce dalla forma mossa. Evoca un
elemento naturale, organico come una meteora
o una roccia, oppure il caos di una nuvola atomica.
Gli stacchi del piano della facciata, il gioco delle
finestre in banda che modificano l’altezza del
parapetto e dell’architrave conferiscono all’edificio
dinamismo e instabilità. Sul lato del parco,
l’architettura ritorna a essere più rettilinea. Le grandi
vetrate danno un senso di continuità fra le parti
nuove e antiche dell’edificio. Dopo l’agitazione
visibile in facciata e nell’atrio, la neutralità dei piani e
l’apertura sul parco infonde una sensazione di calma
che aiuta il lavoro di ricerca.
L’impiego dei materiali segue una logica ambigua.
Ripreso dalle facciate esistenti, lo zinco unisce le
due entità. Questa unità contrasta con il colore o
per la presenza di finestre, assenti nella prima parte
dell'istituto. L’oro e lo zinco sono rispettivamente
il 30° e il 79° elemento della tavola periodica di
Mendelev, dettaglio che i ricercatori anche non
esperti di architettura non potranno non notare.
Edifici pubbliciIl centro Stephen
Hawking, Perimeter Institue LL, Ontario
Architetto(i) Teeple Architects Inc.
Installatore Flynn Canada Ltd.
Tecnica(e) VMZ Pannelli piani,
VMZ Aggraffatura
Finitura(e) VMZ Naturale QUARTZ-ZINC® ANTHRA-ZINC®
Superficie 2.140 m2 (facciata) 500 m2 (copertura)
No 13 / Focus on Zinc 7
Fotografie: Scott Gilbertson, USA.Sezione: Teeple Architects, Toronton, Canada.
8 Focus on Zinc / No 13
Fotografie: Sunnie International Ltd., Corea del sud.Sezione: Jun Itami, Corea del sud.
Corea del sudA prova di tempoL'isola di Jeju, un fazzoletto di terra coreana posato
nel mare che dà sul Giappone, riassume il percorso
di Jun Itami. Coreano ma nato a Tokio nel 1937,
l’architetto ha trascorso la maggior parte della sua
carriera nel paese del sol levante. Verso la fine della
carriera decide di tornare alle origini per trovare una
soluzione ai propri problemi di identità: in Corea era
considerato un architetto giapponese, in Giappone
un architetto coreano.
A 61 anni, apre uno studio a Seul. Realizza diversi
progetti importanti, molti dei quali a Jeju, prima
di spegnersi nel 2011.
Sull’isola fa costruire una serie di residenze turistiche
di alto livello destinate ai turisti attirati dalla bellezza
di questo luogo modellato dall’attività vulcanica.
I suoi edifici sono al confine fra architettura e scultura,
nascono nella natura e sono costruiti al centro del
vuoto. Musei del vento, musei dell'acqua, musei
della roccia dove gli elementi e le materie assumono
significati religiosi.
La realizzazione della chiesa di Jeju ha fornito
all’architetto un’occasione di confrontarsi direttamente
al sacro. Il volume semplice dell’edificio ruotato verso
l’orizzonte evoca la nave, quella sorta di battello
capovolto tipico delle prime chiese. Le pareti della
chiesa sono in vetro, il tetto interamente ricoperto
di scaglie triangolari in acciaio inossidabile e zinco
(QUARTZ-ZINC® e ANTHRA-ZINC®), materiali scelti
in primo luogo per le elevate caratteristiche di
malleabilità e di plasticità. La plasticità consente di
realizzare raccordi piatti in configurazioni complesse:
sei giunti convergono nella punta di ciascun triangolo.
Oltre a questo requisito tecnico, lo zinco soddisfaceva
la sensibilità di Itami che ha sempre scelto materiali
naturali, quali legno, terra, metallo, pietra. Itami
è stato influenzato dagli artisti del movimento
Mono-Ha che cercava di ottenere effetti artistici
attraverso la sovrapposizione e l’interazione di
materiali grezzi. Una scelta che incontra la questione
estetica della patina, vale a dire l’invecchiamento
dei materiali, come la patina dello zinco che
è impronta di sabi. Letteralmente, l’espressione
indica l’alterazione della materia. Dal punto di vista
figurativo, crea un'atmosfera calma e melanconica,
lascia intendere che il tempo ha lasciato un segno
sulle cose. La chiesa di Jeju sembra attendere
con serenità il passaggio degli anni.
Edifici pubbliciChiesa, Jeju
Architetto(i) Jun Itami
Installatore Sunnie International Ltd.
Tecnica(e) VMZ Pannelli piani
Finitura(e) QUARTZ-ZINC® ANTHRA-ZINC®
Superficie 980 m2
No 13 / Focus on Zinc 9
Fotografie: Sunnie International Ltd., Corea del sud.Sezione: Jun Itami, Corea del sud.
ANTHRA-ZINC®
QUARTZ-ZINC®
10 Focus on Zinc / No 13
ItaliaDolcezza industrialeVinificazione e innovazione: sono i due assi che
la cantina Santa Margherita rivendica dalla creazione,
nel 1935, da parte di un personaggio dell’industria
locale, il conte Gaetano Marzotto.
Le coltivazioni vinicole sono diventate il cuore
di una cittadina operaia nella campagna veneta.
Seguendo il percorso tracciato da località industriali
locali come Crespi d’Adda, piccolo comune lombardo
che nel 1877 ha visto l’edificazione di un intero paese
attorno alle sue fabbriche di tessuti, il conte Marzotto
impianta, attorno agli alloggi degli operai, strutture
scolastiche e di ricreazione.
Con il tempo, la cantina si è sviluppata incontrando
problematiche di coerenza architettonica, tipiche
dei siti industriali in crescita organica, dove la
funzionalità è la priorità dello sviluppo e guida
la costruzione di nuovi edifici. L’intervento dello
studio Westway Architects ha ridato un’omogeneità
architettonica a un sito eterogeneo destinato ad
accogliere un turismo del vino in mutazione. Il
recente interesse per l'enogastronomia, insieme
a uno stile di vita più sofisticato, valorizza la cantina
con un’immagine di alto livello. Integrare l’idea
di lusso in una struttura industriale è stato quindi
il concetto che lo studio Westway Architects ha avuto
il compito di sviluppare.
Uno sbalzo di 6,50 metri su una lunghezza di
una quarantina di metri definisce una zona riparata
dalla pioggia e costituisce il tratto d’unione fra un
magazzino di bottiglie, gli uffici e il settore dedicato
alla vinificazione. Le linee decise e senza mezzi
termini di quest’opera sono esaltate dall’utilizzo
di un rivestimento di pannelli di zinco, realizzato
in PIGMENTO® rosso che crea un richiamo
immediato al vino. Disegnano la linea orizzontale
accompagnando il ribaltamento della copertura
che diventa, sul lato corto dello stabilimento,
la cornice di una porzione di muro translucido
realizzato con bottiglie impilate.
Retro-illuminate di notte, diffondono la loro luce
sul complesso così rinnovato.
Edifici commerciali
Cantina Vitivinicola Santa Margherita,
Fossalta di Portogruaro
Architetto(i) Westway Architects -
Luca Aureggi & Maurizio Condoluci Architetti
Installatore Chiesura Srl
Tecnica(e) VMZ profilo a doghe
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
PIGMENTO® rosso terra
Superficie 990 m2
No 13 / Focus on Zinc 11
Fotografie: Pier Mario Ruggeri, Italia.Sezione: Westway Architects, Italia.
12 Focus on Zinc / No 13
Fotografie: Luc Boegly, Francia.Sezione: COBE Architecture, Francia.
FranciaZinco e pagliaLa frazione di “Clos des fées” conta 20 abitazioni.
È il nuovo quartiere, non alla periferia di una metropoli,
ma alla periferia di Paluel, un borgo normanno con
500 abitanti. Il quartiere è costruito ai bordi del comune
su un antico terreno agricolo aperto sul mare e sulla
campagna. Composto essenzialmente da case singole,
costituisce un’alternativa alle classiche villette.
Il piano generale dà priorità agli spazi pubblici:
la circolazione delle automobili è limitata alla periferia
del terreno, le vie sono costituite da strade in pietra
e piazzette. L’allestimento del paesaggio ha dato
molto spazio alla qualità del progetto, tanto che lo
si potrebbe descrivere come un parco abitato.
Il mantenimento di una grande estensione di zona
verde consente il drenaggio naturale delle acque
piovane. Una porzione di parco è costituita da
sculture che rendono omaggio alla fata dell’elettricità,
un’evidente allusione alla produzione di energia
elettrica, attività molto importante a Paluel che,
dal 1986, ospita una centrale nucleare.
Oltre a case singole vi è una casa comune, due
dimore temporanee e centri di attività dedicati
al giardinaggio: infatti, il sito è vicino a giardini visitati
da turisti di tutto il mondo.
I vari edifici sono realizzati con sistemi costruttivi
antichi ma messi in opera con sistemi moderni.
La copertura ibrida degli alloggi, tetti a doppio
spiovente, uno in zinco prepatinato e l’altro in paglia,
esprime al meglio questo concetto espressivo.
Gli architetti dell’agenzia COBE utilizzano in vasta
scala la paglia per i tetti orientati a nord verso il mare,
mentre quelli orientati a sud, verso il villaggio, sono
ricoperti in zinco. È l’esposizione al sole, più che quella
alle intemperie, che ha guidato questa scelta.
Nelle abitazioni sono installati impianti che utilizzano
le energie rinnovabili. Lo zinco è utilizzato dove
le utenze installate nel tetto - collettori dell’acqua
calda sanitaria, scarichi fumi delle stufe a legna -
necessitano di un materiale che garantisca la perfetta
ermeticità.
Edifici residenziali
Ecovillaggio Le clos des fées, Paluel
Architetto(i) COBE Architecture
Installatore Goujon Vallée
Tecnica(e) VMZ copertura a listelli
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
Superficie 2.500 m2
No 13 / Focus on Zinc 13
14 Focus on Zinc / No 13
SveziaLa scuola missileFra le città con una destinazione singolare, Kiruna
è fra le prime. I suoi 18.000 abitanti risiedono nel
comune più a nord della Svezia, in piena Lapponia,
a 145 chilometri dal circolo polare artico. La presenza
di ferro e di oro, nel 1900, ha giustificato la creazione
di una città in un territorio assolutamente inospitale,
sia per il suo isolamento, sia per il suo clima.
Kiruna appoggia senza dubbio i piedi nel ghiaccio, ma
ha la testa nelle stelle. Oltre all’attività di estrazione
mineraria che divora il suo sottosuolo, la cittadina
ha l’ambizione di diventare una porta verso il cielo.
Sopra di essa sono stati lanciati missili e palloni
sonda. Airbus l’ha appena scelta come luogo per
i propri test del grande freddo per alcuni dei suoi
velivoli e, in particolare, la società Spaceport Sweden
ha in programma di farvi decollare i suoi primi voli
spaziali commerciali.
La Raket Skolan - la scuola missile - è un edificio
scolastico che non esita a esternare l'esplicito
riferimento a questo universo di conquista dello
spazio, sottolineando la vocazione scientifica della
città polare. Le finestre della facciata principale sono
cerchi colorati che raffigurano gli ugelli di un razzo
pronto a decollare. L’utilizzo di un rivestimento
in scaglie di zinco prepatinato antracite in grado
di resistere ai rigori del clima, sottolinea la presenza
di queste aperture e fa riferimento allo scudo termico
delle navicelle spaziali americane.
Se la scelta dello zinco richiama i minerali che si
estraggono dal sottosuolo, l’idea della mobilità
presente in questo razzo architettonico rinvia a una
grave problematica della città. Infatti, minata dalle
gallerie d’estrazione, rischia di sprofondare. È già
in programma il suo spostamento che avverrà entro
il 2099. Un tempo che dovrà permettere alla scuola
“missile” di accendere i reattori per raggiungere
una nuova rampa di lancio!
Edifici commerciali
Raket Skolan Kiruna, Svezia
Architetto(i) Mats Jakobsson,
Arkitekt SAR/MSA
Installatore Winther Bygg AB
Tecnica(e) VMZ pannelli piani
Finitura(e) ANTHRA-ZINC®
Superficie 1.500 m2
No 13 / Focus on Zinc 15
Fotografie: Bosse Lind, Svezia.Sezione: Mats Jakobsson, Arkitekt SAR/MSA, Svezia.
16 Focus on Zinc / No 13
Fotografie: Dennis Gilbert , Regno Unito.Sezione: John Zhang, Regno Unito.
Regno UnitoL’orafo e l’architettoI nuovi locali del gioielliere Alex Monroe stanno
in un fazzoletto di terra: un atelier di produzione,
un negozio, locali di stoccaggio e uffici stanno tutti
in 120 m2 ripartiti su cinque piani. Questo edificio
sarebbe banale in una città giapponese.
A Deborah Saunt e David Hill, dello studio DSDHA,
piace paragonarlo ai pencil biru (letteralmente
edifici-matita). Queste micro-torri che si elevano
su minuscole estensioni sono molto comuni nelle
città nipponiche. Tuttavia, qui non siamo a Tokio,
ma a Londra nel quartiere centrale di Snowfields.
All’orizzonte, si staglia la silhouette dello Shrad, il
grattacielo disegnato da Renzo Piano. Il Guy's Hospital
è un altro richiamo alla verticalità. Nonostante sia
di piccole dimensioni, la gioielleria richiama edifici
imponenti grazie alla modanatura della facciata, una
serie di linee verticali che sottolineano lo sviluppo
in altezza. Sulla sommità della boutique, una terrazza
nascosta da parapetti pieni offre un incontro col cielo,
come in una torre.
Prima di arrivare a Snowfields, Alex Monroe divideva
lo studio con DSDHA. Il gioielliere ha affidato al suo
co-inquilino il compito di disegnare la sua nuova sede
su un terreno triangolare situato nel punto d’incontro
di un immobile e di un cortile. Il progetto doveva
seguire l'ordine della città: allineato con gli edifici
che danno sulla strada, il nuovo edificio forma una
prua che chiude questo insieme storico. L’ambizione
del progetto è inversamente proporzionale alle sue
dimensioni: l’edificio è la vetrina di un marchio in
piena espansione. Il commissionario voleva ritrovare
l’apertura verso l’esterno dei propri uffici precedenti.
L’architetto ha usato una struttura in pannelli
prefabbricati in legno massello che consentono
grandi aperture anche con spessore del muro
minimo. Le finestre sono appena percepibili dalla
strada perché scompaiono dietro le linee plissettate
della facciata. Ali di sezione squadrata ricoperte in
zinco PIGMENTO rosso costituiscono un filtro fra lo
spazio privato e quello pubblico e rappresentano
il motivo plissettato delle facciate. Il lavoro sullo
zinco ha voluto rappresentare un legame con quello
dell’oreficeria, nella ricerca di una finezza rara
nel plasmare la materia e celebrare così il ritorno
dell’artigianato nel cuore della città.
Edifici commerciali
Gioielleria, Londra
Architetto(i) John Zhang - DSDHA
Installatore Roles Broderick
Roofing Ltd.
Tecnica(e) Pannelli profilati
modello
Finitura(e) PIGMENTO® rosso terra
Superficie 120 m2
No 13 / Focus on Zinc 17
18 Focus on Zinc / No 13
GiapponeContinuità sostenibiliVera città nella città, il campus di Hongo-Sanchome
dell’università di Tokyo è stato interamente ricostruito
in stile neo-gotico dopo il terremoto del 1923.
A partire dagli anni ’70, il sito è passato sotto la
responsabilità dell’architetto Hisao Kohyama che ha
cercato di conciliare il bisogno di mantenere l’identità
del luogo con l’obiettivo di crescita di un’università
di portata internazionale. Finanziato da fondi privati,
l’Ito Research Center è una delle ultime opere realizzate
da Kohyama in ambito universitario. Accoglie
ricercatori giapponesi e internazionali che lavorano
su questioni legate alle relazioni internazionali.
Nel contesto giapponese, l’Ito Center ha caratteri
europei. La sua pianta a U delimita una piazza
disposta all’italiana, mentre la parte alta in zinco
ricorda gli edifici di Haussmann. L’architetto ha
realizzato i disegni di tutti gli edifici che delimitano
la piazza ma non si è occupato dell’esecuzione
completa dei due edifici della parte centrale e dell’ala
laterale sinistra. La semplicità dell’architettura è solo
apparente e nasconde una grande complessità
che si rivela addentrandosi nell’edificio. Le colonne
al piano terra, in grès rosso d’India, ricostituiscono
una struttura chiamata engawa tipica dell’architettura
tradizionale giapponese. Le facciate in mattoni
contribuiscono all’integrazione del nuovo edificio
in un insieme costituito da edifici per la maggior
parte rivestiti di quadri in terra cotta di dimensioni
simili e quelle del mattone. Tuttavia, il suo utilizzo
come rivestimento e non come materiale strutturale,
la disposizione non convenzionale delle finestre,
l'utilizzo di sbalzi inseriscono l’insieme architettonico
in un registro contemporaneo.
Secondo il concetto dell’architetto, il nuovo centro
doveva essere più che un semplice edificio: doveva
rivestire il ruolo di porta del campus e diventare un
nuovo luogo d’incontro fra il pubblico, i ricercatori
e gli studenti.
La piazza centrale svolge alla perfezione questo ruolo.
Secondo Arata Ayai, architetto dello studio Kohyama
incaricato dello sviluppo di questo progetto, la scelta
di soli materiali naturali che prendono la patina
del tempo ha la funzione di inserire l’edificio in
un concetto di durata.
L’Ito Center è stato costruito per durare cento anni:
un’eternità in una città dove la previsione di vita
media di un edificio supera a malapena i vent’anni!
Edifici pubbliciIto International
Research Center, Tokyo
Architetto(i) Kohyama Atelier
Installatore Kajima Corporation
Dohkin Co., Ltd. (copertura)
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
Superficie 810 m2
No 13 / Focus on Zinc 19
Fotografie: Shigeo Ogawa, Giappone.Sezione: Kohyama Atelier, Giappone.
20 Focus on Zinc / No 13
SvizzeraMonumento domesticoUna strana cosa esce improvvisamente in un
quartiere di villette nel Canton San Gallo in Svizzera.
È una scultura o forse l’ultimo frammento di una
costruzione più grande oggi scomparsa?
Questo cubo in PIGMENTO® rosso interroga chi
lo guarda proprio perché si presenta come un
blocco muto, senza finestre e strutturato con giunti
in rilievo molto marcati. Il progetto è nato dalla
volontà di un proprietario di trasformare il proprio
garage. L’architetto Davide Marcullo ha proposto
una sopra-elevazione che ha permesso di sfruttare
i residui diritti di costruire sul terreno proponendo
un matrimonio insolito: una Spa sopra un garage.
Il concetto stimola l’introversione, il ripiegamento
sull’intimità e in allestimento minimale non vi sono
aperture verso le case adiacenti ma è permessa
solo la vista verso il cielo. Un rivestimento in legno
applicato sulle pareti interne della spa sottolinea
la dimensione di calore del luogo. La struttura dei
materiali è pensata per accentuare la relazione con il
corpo: gli zoccoli, le doghe rinviano a una dimensione
umana, domestica.
Il blocco di zinco dalle funzioni ibride gioca
deliberatamente la carta del mistero. La
moltiplicazione dei giunti sporgenti maschera
completamente la porta del garage che resta
invisibile anche quando è aperta. Secondo l’architetto,
il colore rosso del PIGMENTO® fornisce allo zinco
un aspetto insolito, quello di un materiale grezzo
che nasce direttamente dalla terra. Introduce un
colore assente in questo quartiere residenziale ma
complementare al verde dominante. Le linee verticali
e orizzontali dei giunti confondono il piano di questa
piccola costruzione portando un gioco d'ombre
dinamico che ne increspa o ne annebbia la superficie
in funzione dell'esposizione al sole.
L’oggetto non rinnega una dimensione industriale:
“la sua struttura ricorda le numerose fabbriche
del cantone rendendo omaggio al dinamismo
della popolazione locale”, spiega Davide Macullo.
In sostanza, un monumento travestito da spa.
Casa singolaGarage, Spa, Montlingen
Architetto(i) Davide Macullo
Installatore Meile Metallbau AG
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) PIGMENTO® rosso terra
Superficie 160 m2
No 13 / Focus on Zinc 21
Fotografie: Paul Kozlowski, Francia.Sezione: Davide Macullo, Svizzera.
22 Focus on Zinc / No 13
FranciaUn tetto per compagnoIn una ventina d’anni, la città di Nantes si è imposta
come una delle protagoniste dell’architettura francese.
La ristrutturazione dell’isola di Nantes ha coinvolto
un antico settore industriale di oltre tre chilometri
quadrati. In confronto a questo intervento, il progetto
del “Carrousel des Olivettes” è di entità modesta e
riguarda la costruzione di una quarantina di abitazioni,
inserendosi in un’operazione di ristrutturazione di un
quartiere adiacente al centro, dove si fondono piccola
industria, artigianato e stoccaggio di derrate alimentari.
Lo studio In Situ aveva realizzato “la Cour des Arts”,
primo intervento di rivalorizzazione del quartiere,
ricreando un percorso pubblico che attraversa la
vecchia rimessa di autobus, camuffata da una sorta
di transito del XIX secolo e che prosegue in un
giardino attrezzato al centro dell'isolato. La scrittura
architettonica mescola con allegria i materiali che
rappresentano lo spirito del luogo. “Assemblare
i materiali nelle giuste proporzioni è il compito più
complesso per l’architetto”, afferma Patrick Beillevaire,
socio e co-fondatore dello studio In Situ. Vogliamo
lavorare in questo registro che permette anche
di ricordare la molteplicità storica del quartiere”.
Il “Carrousel des Olivettes” mescola con allegria colori
e materiali, riprendendo lo stile architettonico bizzarro
della “Cour des Arts”. In cima, si nota un oggetto
strano da alcuni paragonato a una yurta in metallo.
“L’immobile è vicino a una via dal forte passaggio,
difficilmente compatibile con l’alloggio che trasmette
un senso di calma. Volevo realizzare un tetto che
desse l’idea di essere morbido come un puff, dichiara
senza mezzi termini Patrick Beillevaire”. “I suoi
colleghi hanno l'ufficio al piano terreno dell’edificio
che occupava in precedenza il terreno. Nella
realizzazione di questo tetto volevo ritrovare la nozione
di savoir-faire artigianale. La forma è ottenuta
attraverso deformazione di una curva a doppio giro.
Per realizzarla, è stato necessario assemblare puntoni
piegati a caldo come nella costruzione delle navi,
gli zincatori hanno fabbricato le scaglie. L’abilità dei
coperturisti, degli stuccatori e dei ferramenta è stata
messa a dura prova durante la realizzazione di questo
progetto”, conclude Beillevaire. Lo zinco si piegava
nelle intersezioni multiple e nei cambi di pendenza
generati da questo volume non abituale. Un lavoro
simile a quello dell’alta moda per l’impresa incaricata
dell’esecuzione del tetto, tetto che rende omaggio
alla capacità dei colleghi che non hanno dimenticato
i segnali urbani.
Edifici pubbliciCarrousel des
Olivettes, Nantes
Architetto(i) IN SITU Architecture
Installatore Goujon Valle
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
VMZ Naturale PIGMENTO® rosso terra
Superficie 1.500 m2
No 13 / Focus on Zinc 23
Fotografie: Paul Kozlowski, Francia.
24 Focus on Zinc / No 13
Paesi BassiMaggiore, minoreUn tetto a doppio spiovente su un cubo: ecco,
riassunto in poche parole, quello che sembra
corrispondere all'idea di casa nel mondo occidentale.
Questo stereotipo è radicato così profondamente
nell’inconscio collettivo che, piuttosto che cercare
di sostituirlo con un modello alternativo “moderno”,
gli architetti contemporanei hanno cercato di
appropriarsene per potersene distaccare meglio.
L’intervento dell’agenzia Shift à Best adotta questo
atteggiamento. Certo, si parla della ristrutturazione
di uno studio dentistico, non di un progetto abitativo.
Lo studio medico riutilizza e amplia una villa in
mattoni costruita negli anni ’20 e tutte le parti nuove,
identificabili dal rivestimento in zinco, sono una
reinterpretazione della “casa icona”.
La sala d’attesa, l’amministrazione e i locali riservati
al personale sono stati inseriti nella casa esistente.
L’ampliamento ospita i settori "medici" del progetto
ed è stato pensato come un prolungamento naturale
della villa, del suo senso comune, come suggerito dal
cambiamento di dimensioni e di materiali. Quattro
salette dentistiche si allineano sotto una struttura
longitudinale rivestita in zinco grigio chiaro sul tetto
e sulla facciata. Il materiale viene impiegato nelle
configurazioni tradizionali o contemporanee. L’utilizzo
per i tetti è convenzionale. Qui, lo spiovente del tetto
presenta quattro finestre che consentono al paziente,
mentre è in posizione allungata, di guardare il cielo
durante l’intervento chirurgico. Una vetrata apre
le salette dentistiche verso la natura. Sulla facciata
posteriore, la struttura disegna una grande vetrata
delimitata da una cornice di zinco.
Edifici commerciali
Studi dentistici, Best
Architetto(i) Shift Architecture
Installatore Bax Koper en
Zinkspecialiteit
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) QUARTZ-ZINC®
Superficie 650 m2
No 13 / Focus on Zinc 25
Sezione: Shift Architecture, Paesi Bassi.Fotografie: Rene de Wit - Architectuurfotografie, Paesi Bassi.
26 Focus on Zinc / No 13
FranciaLa colomba rossaSMAC: questo nome che suona come un bacio è in
realtà l’acronimo di Scènes de Musiques Actuelles
(scene musicali attuali) che raggruppa tutti i generi
musicali, eccetto la musica classica e la lirica. Gli
“SMAC” che si distinguono dagli “Zénith” per le sale
da concerto dalla dimensione più intimista, riuniscono
jazz, rap, soul, reggae. Gli “SMAC” contano dai 300
ai 1000 posti, mentre gli “Zénith” dai 5000 agli 8000.
Negli ultimi dieci anni, molte città hanno allestito
degli SMAC, spesso riconoscibili per il loro stile
architettonico volutamente innovativo e trasgressivo.
Quello di Nîmes non fa eccezione alla regola. Paloma,
questo il nome della struttura, esprime la plasticità
delle sue forme simulando cigli di un aerodromo.
Il concetto di questo edificio-scultura risponde a un
contesto suburbano e al programma del progetto.
L’incastro di prismi che sembrano entrare in collisione
esprime la vitalità e l’energia creativa emanata dal
luogo. Genera uno sbalzo che funge da riparo per
il pubblico in coda alla biglietteria e introduce le
asimmetrie che mascherano gli spazi riservati ai
professionisti: entrate degli artisti, stoccaggio del
materiale ecc.
Dalla strada di Avignone, la percezione dell’edificio
evolve senza cessare. Lo spostamento di chi si
avvicina in automobile sembra mettere in movimento
le curve e i volumi. Lo zinco PIGMENTO® rosso
sottolinea il carattere straordinario della costruzione.
Aderendo rigorosamente a tutte le sfaccettature
di questo gigantesco origami, si interrompe a
lato del sagrato per lasciare il posto a un’apertura
monumentale in ETFE, un materiale plastico
translucido utilizzato per simulare cuscini pieni d’aria.
Alle estremità dell’edificio sono posti reticoli metallici.
Raffigurando la struttura portante del rivestimento
zinco, sembra indicare che l’involucro rosso formi una
pelle o una guaina che si è sfaldata: un’estetica alla
“Mad Max” perfettamente allineata al concetto!
Edifici pubbliciSala per concerti,
Nîmes
Architetto(i) Tetrarc Nantes
Installatore SOP 34
a St Georges d’Orques
Tecnica(e) VMZ aggraffatura
Finitura(e) PIGMENTO® rosso terra
Superficie 2.000 m2
Fotografie: Paul Kozlowski, Francia.
No 13 / Focus on Zinc 27
28 Focus on Zinc / No 13
Spagna
Un abito nuovo per un grande magazzinoUn tempo, i grandi magazzini erano palazzi di
vetro che di notte si trasformavano in gigantesche
lanterne di vetro. Un secolo dopo, i grandi magazzini
si sono integrati in un paesaggio urbano rinnovato.
Le facciate di vetro si sono opacizzate per dare più
spazio all’esposizione degli articoli. Il bisogno di
spazio, sempre presente, spinge i grandi magazzini a
ingrandirsi, sia in altezza sia in estensione.
Inaugurato negli anni ’70, El Corte Inglès a Madrid,
ha anch’esso cercato di espandersi. La liberazione
dell’ultimo lotto dell’isolato, ancora adibito ad
abitazioni, ha permesso di ampliare la superficie
dell’edificio commerciale. Nonostante la superficie
recuperata non superi i 280 m2, la sua posizione,
all’incrocio fra due strade, gli ha conferito un interesse
particolare permettendo di riunire le due facciate
perpendicolari e conferendo continuità estetica
all’edificio.
L’applicazione di un rivestimento di zinco PIGMENTO®
verde, colore che riprende uno dei due colori del logo
della catena di grandi magazzini, unifica il volume.
Gli architetti hanno utilizzato due tipi di cassette
a misura: una cassetta orizzontale liscia e un’altra
con una nervatura molto marcata che introduce
il motivo a rilievo della facciata. Le cassette sono
sapientemente ripartite sulle facciate per creare
un gioco di ombre dinamiche che animano le pareti
dell’edificio per tutta la giornata e il sole non
entra all’interno del magazzino ma ne vivacizza
le pareti. In alto, un perimetro in vetro crea il legame
fra le variazioni di volumetria prodotte dai piani
regolatori urbani e dissimula i numerosi blocchi di
ventilazione che sporgono dal tetto. In occasione
dell’ampliamento, è stato ristrutturato tutto l’edificio:
l’aspetto è stato modificato come anche gli accessi,
che devono essere conformi alle norme di sicurezza
antincendio. Da notare che questi lavori sono stati
svolti negli orari di apertura al pubblico.
Edifici pubbliciEl Corte Inglés, Madrid
Architetto(i) Enrique Bardají Álvarez
David Ramos Viejo Pedro Dilatada Capont
Installatore Gismero
Tecnica(e) VMZ profilo a doghe, VMZ profilo a doghe
perforato
Finitura(e) PIGMENTO®
verde lichene
Superficie 6.300 m2
No 13 / Focus on Zinc 29
Fotografie: Miguel Ángel Gracía, Spagna.Sezione: E. Bardaji y Asociados, S.L., Spagna.
30 Focus on Zinc / No 13
4652
3102
CinaL’Asia in zincoIl Saint Regis di Lhasa dispone di 150 camere
a 3600 metri di altezza ed è quindi, di pieno
diritto, l’albergo a cinque stelle più alto del mondo.
Attualmente, è l’unica struttura di lusso nella
capitale della regione autonoma del Tibet. La sua
inaugurazione esprime la volontà di attirare un
turismo di nicchia interessato alla cultura tibetana.
L’architettura e l’organizzazione dello spazio del
complesso alberghiero si ispirano al monastero
buddista di Sera, costruito nel 1419, oggi la maggiore
meta turistica insieme a Potala, l'antico palazzo
del Dalai Lama ed edificio inserito nell'elenco del
patrimonio mondiale del'UNESCO nel 1994, visibile
dalle finestre dell'albergo.
In un contesto politico delicato, il Saint-Regis è un
punto di incontro di culture diverse. Gli edifici sono
raggruppati attorno a uno specchio d’acqua. Molto
presente in Asia, lo specchio d’acqua è stato voluto
da Jean Michel Gathy, architetto belga installatosi
in Malesia che considera noiosi gli alberghi senza
piani d’acqua, infatti se ne trovano un po’ ovunque
nei suoi progetti. Il tetto, che richiama l’architettura
cinese tradizionale, è realizzato in zinco, posato
con la tecnica tradizionale del tassello parigino e
che costituisce una novità. La posa del materiale
a un’altitudine simile ha provocato problemi di
resistenza: il peso della neve potrebbe strappare il
rivestimento. Per prevenire questo problema, la posa
è stata effettuata su un doppio foglio, con tasselli
rinforzati.
Edifici pubbliciHotel St Régis, Lhasa
Architetto(i) Denniston International
Architects & Planners Ltd.
Installatore China Construction Fifth
Engineering Division Corp., Ltd.
Tecnica(e) VMZ copertura a listelli
Finitura(e) ANTHRA-ZINC®
Superficie 3.000 m2
No 13 / Focus on Zinc 31
Fotografie: Marcel Lam, Hong Kong, Cina.Sezione: Denniston Architects, Malaisia.
32 Focus on Zinc / No 13
BelgioLa potenza dello scudoImpossibile non accorgersi dell’estensione della
scuola Benedictus a Gand. Imboccando il tratto
della sopraelevata che porta in centro città, anche
l’automobilista più frettoloso non può non notare
queste tre sfere in zinco. La forma insolita dell’edificio
fa pensare e genera tutta una serie di paragoni.
Danny Vandewalle, architetto del progetto, si
divertirebbe un mondo a sentire tutti i commenti, sia
negativi sia benevolenti dei passanti. Spiega di aver
voluto rappresentare uno scudo che protegge le sale
informatiche da tre grandi fattori di aggressione:
la pioggia, la polvere e il rumore generato dai veicoli
che passano sulla strada adiacente.
Il raggruppamento in un'unica sede degli allievi
di questa scuola per infermieri ha giustificato
l'ampliamento e la ristrutturazione degli edifici
esistenti. La messa a punto del progetto ha reso
necessarie numerose bozze e modelli tridimensionali,
sia per la progettazione della struttura metallica,
sia per lo schema di posa del rivestimento.
Il rivestimento in zinco può essere scomposto,
come per il globo terrestre, in paralleli e meridiani.
L’inclinazione delle parallele funge da scarico
dell'acqua. I meridiani sono costituiti da elementi
identici, dimensionati secondo la larghezza delle
bobine in zinco e tagliate a misura con un modello
leggermente trapezoidale.
“Mi hanno spesso chiesto perché ho utilizzato
il QUARTZ-ZINC® anziché un intonaco”, spiega Danny
Vandewalle. “Nel contesto urbano, marcato dalla
presenza di una strada con traffico intenso, un
intonaco si sarebbe annerito in meno di tre anni”.
L’architetto spiega anche perché ha scelto la forma
sferoidale che è giudicata piuttosto eccentrica:
“Mi discosto dall’uniformità che ha sopraffatto
l’architettura preferendo l’informatica. I primi
programmi permettevano solo di tracciare linee
dritte e l’architettura è diventata cubica. Oggi, i
programmi sono più perfezionati e voglio dimostrare
che “l’architettura delle scatole” non è obbligatoria”,
dichiara l’architetto, che intende staccarsi da un
conservatorismo eccessivo molto presente in città
storiche come Gand. Più che un semplice scudo,
quest’opera è un manifesto per un’architettura
diversa!
Edifici pubbliciScuola Benedictus,
Gand
Architetto(i) Danny Vandewalle,
Corijn en Leyman
Installatore Platteau BVBA
Tecnica(e) VMZ Aggraffatura
Finitura(e) QUARTZ-ZINC® STRAT
Superficie 1.500 m2
No 13 / Focus on Zinc 33
Fotografie: Danny Vandewalle, Corijn en Leyman & Fabien Devaert, Jump Picture, Belgio.Sezione: Danny Vandewalle, Corijn en Leyman, Belgio.
34 Focus on Zinc / No 13
AustraliaEterna dimoraIl mausoleo di Santa Maria della Croce ci mette
davanti a un argomento grave e oscuro: la fine della
vita. È a richiesta degli immigrati italiani installatisi
a Melbourne dopo la seconda guerra mondiale,
che lo studio Harmer ha disegnato questo colombario.
In questo tipo di edificio, le spoglie dei defunti sono
riposte in piccole celle singole. I colombari sono
molto diffusi nell’Italia meridionale, regione dalla
quale proviene la maggior parte di questa comunità.
Questa tipologia è perfettamente adatta al contesto
locale, il cimitero di Victoria, nella periferia della
seconda città più grande d’Australia, che ha problemi
di spazio per svilupparsi. L’edificio è stato costruito
su un piccolo terreno rimasto libero all’ingresso della
necropoli.
Lo studio Harmer è specializzato in architettura sacra.
Ha realizzato molte chiese, tutte per la comunità
italiana. Il mausoleo di Santa Maria della Croce è la
terza incursione nel settore dell’architettura funeraria.
Philip Harmer, fondatore dello studio, fa riferimento
ai propri maestri: l’architetto californiano Bruce Goff
o il catalano Enric Miralles, autore di un cimitero
a Igualada, vicino a Barcellona. Nel mausoleo
si ritrovano i sistemi di piegature che frammentano
e animano la volumetria dell’edificio, proponendo
aperture che lasciano passare la luce e inquadrano
viste inedite. Ripartite su due livelli, le cripte formano
il nucleo dell’edificio e sono costeggiate da due
gallerie che accolgono i visitatori. Nelle nicchie
create dalle pareti inclinate, l’architetto ha installato
panche in legno. L’interazione dei materiali segue
uno scopo ben preciso: «Abbiamo utilizzato il legno,
l’acciaio inox e due colori di zinco per fondere
l’edificio nel contesto del cimitero esistente. La
durabilità dei materiali ci è apparsa adeguata ad
accogliere persone che vi dimoreranno per l'eternità.
Speriamo che questo insieme di materiali infonda nel
visitatore un sentimento di conforto e di speranza».
L’architettura non può resuscitare i morti ma può
confortare i viventi. È questo il messaggio dell’edificio
che si inserisce nella corrente di rinnovamento
dell’architettura funeraria contemporanea.
Edifici pubbliciMausoleo
Santa Maria della Croce
Architetto(i) Harmer Architecture
Installatore Architectural cladding
Tecnica(e) VMZ pannelli piani
Finitura(e) PIGMENTO® rosso terra
PIGMENTO® verde lichene
Superficie 800 m2
No 13 / Focus on Zinc 35
Fotografie: Trevor Mein, Australia.Sezione: Harmer Architecture, Australia.
36 Focus on Zinc / No 13
A
B
C
Funzionali, creativi o poetici, alcuni dettagli dei
sistemi messi in opera su edifici di natura e di livello
diverso meritano la vostra attenzione.
Questi esempi illustrano e dimostrano la grande
flessibilità dello zinco, ma soprattutto l’autonomia
che lascia agli architetti nel trattare come credono
la composizione e l’estetica dei prospetti.
Ci sono piaciute la modesta porta di una cappella
in Libano, la deformazione sottile della facciata
scarificata in un parcheggio di Camberra, l’ombra
creata dallo zinco rosso delle cassette Mozaïk in
rilievo a Bordeaux.
Ci siamo fatti sorprendere dalla gestione senza
concessioni dei lucernari stilizzati di un immobile
di Lisbona e dalle cornici delle vetrate di un negozio
in Polonia.
Abbiamo apprezzato la qualità irreprensibile della
centinatura dei pannelli a incastro di un edificio
commerciale londinese e la sobrietà con la quale
è stato utilizzato il QUARTZ-ZINC® in bande orizzontali
per un ristorante nei Paesi Bassi.
Infine, abbiamo scoperto come sia possibile far
vibrare il semplice rivestimento di una sala per
conferenze in Danimarca, cambiando i codici
tradizionali di assemblaggio degli elementi della
facciata che vengono qui trattati come ciclopici
blocchi neri finemente disposti.
Tecniche
No 13 / Focus on Zinc 37
E
D
B
C H
G
F
A
B
C
D
E
F
G
H
Università HPC, Camberra, Australia. Architetto: Metier 3 Finitura: VMZ Naturale, QUARTZ-ZINC®, PIGMENTO® blu cenere.
Albergo-Ristorante Allardsoog, Bakkeveen, Paesi Bassi. Architetto: Rinsma Architecten uit Siegerswoude. Finitura: QUARTZ-ZINC®.
Offici, Odense, Danimarca. Architetto: C&W Arkitekter a/s Finitura: ANTHRA-ZINC®.
Studio notarile, Bordeaux, Francia. Architetto: Teisseire & Touton Finitura: PIGMENTO® rosso terra.
Cimitero Khairallha, Bhamdoun, Libano. Architetto: Khairallah Khairallah. Finitura: QUARTZ-ZINC®.
Showroom Cieszyn, Pologna. Architetto: Łukasz Iwanek Finitura: ANTHRA-ZINC®.
Edificio avenue de la Liberté, Lisbona, Portogallo. Architetto: João Luís Carrilho da Graça. Finitura: QUARTZ-ZINC®.
Tesco, Woolwich, Londra, Regno Unito. Architetto: Sheppard Robson. Finitura: VMZ Naturale, QUARTZ-ZINC®, ANTHRA-ZINC®.
VMZI
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ARGENTINAKORZIN S.A.C.I.Tel.: + 54 11 4653 1425korzin@korzinsaci.com.arwww.vmzinc.com.ar
AUSTRALIA/NUOVA ZELANDAUmicore AustraliaTel.: + 61 2 93 58 61 00vmzinc.australia@umicore.com www.vmzinc.com.auwww.vmzinc.co.nz
AUSTRIAVMZINC Center ÖsterreichTel.: + 43 1 726 34 34info@vmzinc.atwww.vmzinc.at
BELGIO/G-D LUSSEMBURGOn.v. Umicore s.a. Umicore Building ProductsTel.: + 32 2 712 52 11vmzinc.benelux@umicore.comwww.vmzinc.bewww.vmzinc.lu www.passion.vmzinc.be CANADACanadian Brass and Copper Co.Tel.: + 416 736 0767sales@canadianbrass.cawww.canadianbrass.ca
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