Sulle tracce di Sant'Agostino · 5. Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le...

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40 Parrocchia San Giovanni Battista - Cattedrale Parrocchia di Santo Stefano www.cattedraleaosta.it [email protected] Vita di Sant’Agostino Nato a Tagaste nel 354, Agostino studia retorica a Cartagine, tormentato da una profonda inquietudine e dissolutezza, come egli stesso racconta nelle Confessioni. A diciannove anni abbraccia il manicheismo, religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale, attratto dall'importanza che questo culto sembra attribuire alla ragione. Insegna retorica e grammatica prima a Tagaste poi a Cartagine. Successi- vamente si trasferisce a Roma e poi Milano, dove l'incontro con il vesco- vo Ambrogio sarà fondamentale per il suo percorso di conversione spiri- tuale. È proprio a Milano infatti, tra il 384 e il 386, che Agostino approda alla fede cristiana, dopo travagliate vicissitudini esistenziali. Lascia la cat- tedra di retore della città e si ritira a Cassiciaco, nei pressi di Milano, do- ve conduce vita di ritiro spirituale e dove scrive "Contro gli Accademici", "La Vita Felice", "Sull'ordine" e i "Soliloqui". Nel 387 ottiene il battesimo proprio da Ambrogio e lascia Milano per tornare a Tagaste dove si libera di tutti i beni e fonda una comunità reli- giosa. Nel 391 viene ordinato sacerdote e nel 395 consacrato vescovo d'Ippona. A questo periodo risalgono le sue opere più importanti: tra il 399 e il 419 scrive "La Trinità", opera dogmatico-teologica; tra il 396 e il 427 "La città di Dio", in cui convergono considerazioni e temi a carattere storico, filosofico e teologico, "La dottrina cristiana" e "I commenti a Giovanni". "Le Confessioni", scritte nel 397, sono il suo capolavoro letterario. Con quest'opera Agostino inaugura un genere, quello dell'introspezione au- tobiografica, che avrà grande fortuna nella letteratura occidentale. In esse, oltre a ricapitolare la sua complessa vicenda spirituale e di vita, formula importanti e fondamentali considerazioni a carattere filosofico e teologico. Notevolissima la sua teoria sulla relazione fra tempo, eterni- tà e creazione. Muore nel 430 durante l'assedio di Ippona da parte dei Vandali. Parrocchie di San Giovanni Battista e di Santo Stefano Sulle tracce di Sant'Agostino

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Parrocchia San Giovanni Battista - Cattedrale Parrocchia di Santo Stefano

www.cattedraleaosta.it [email protected]

Vita di Sant’Agostino

Nato a Tagaste nel 354, Agostino studia retorica a Cartagine, tormentato da una profonda inquietudine e dissolutezza, come egli stesso racconta nelle Confessioni. A diciannove anni abbraccia il manicheismo, religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale, attratto dall'importanza che questo culto sembra attribuire alla ragione.

Insegna retorica e grammatica prima a Tagaste poi a Cartagine. Successi-vamente si trasferisce a Roma e poi Milano, dove l'incontro con il vesco-vo Ambrogio sarà fondamentale per il suo percorso di conversione spiri-tuale. È proprio a Milano infatti, tra il 384 e il 386, che Agostino approda alla fede cristiana, dopo travagliate vicissitudini esistenziali. Lascia la cat-tedra di retore della città e si ritira a Cassiciaco, nei pressi di Milano, do-ve conduce vita di ritiro spirituale e dove scrive "Contro gli Accademici", "La Vita Felice", "Sull'ordine" e i "Soliloqui".

Nel 387 ottiene il battesimo proprio da Ambrogio e lascia Milano per tornare a Tagaste dove si libera di tutti i beni e fonda una comunità reli-giosa. Nel 391 viene ordinato sacerdote e nel 395 consacrato vescovo d'Ippona. A questo periodo risalgono le sue opere più importanti: tra il 399 e il 419 scrive "La Trinità", opera dogmatico-teologica; tra il 396 e il 427 "La città di Dio", in cui convergono considerazioni e temi a carattere storico, filosofico e teologico, "La dottrina cristiana" e "I commenti a Giovanni".

"Le Confessioni", scritte nel 397, sono il suo capolavoro letterario. Con quest'opera Agostino inaugura un genere, quello dell'introspezione au-tobiografica, che avrà grande fortuna nella letteratura occidentale. In esse, oltre a ricapitolare la sua complessa vicenda spirituale e di vita, formula importanti e fondamentali considerazioni a carattere filosofico e teologico. Notevolissima la sua teoria sulla relazione fra tempo, eterni-tà e creazione. Muore nel 430 durante l'assedio di Ippona da parte dei Vandali.

Parrocchie di San Giovanni Battista

e di Santo Stefano

Sulle tracce di Sant'Agostino

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PROGRAMMA del PELLEGRINAGGIO: SULLE TRACCE DI SANT'AGOSTINO

MILANO – PAVIA – CREMONA 2 – 4 marzo 2019

Sabato 2 marzo Partenza da Aosta, piazza Mazzini ore 6.30 Arrivo a Milano ore 10.00 Messa in Duomo Ore 11.00 Visita guidata degli scavi archeologici e del Battistero di San Giovanni, dove Ambrogio, nella veglia pasquale del 387, battezzò Sant’Agostino e, a seguire, del Duomo Pranzo Visita guidata di Milano Tardo pomeriggio partenza per Pavia. Arrivo in albergo, cena e pernottamento

Domenica 3 marzo Dopo la colazione visita di San Pietro in Ciel d'Oro, a Pavia, dove è sepolto Sant'Agostino Ore 10.00 Visita con catechesi dell'arca di Sant'Agostino Ore 11.00: messa in San Pietro in Ciel d'Oro. Pranzo in albergo Nel pomeriggio visita guidata di Pavia Cena a Pavia, rientro in albergo e pernottamento

Lunedì 4 marzo Dopo colazione partenza per Cremona In mattinata visita guidata del centro storico di Cremona Pranzo Nel pomeriggio tempo libero Ore 16.00 Messa finale del pellegrinaggio nella Chiesa di Sant'Agostino a Cremona Al termine partenza per Aosta, dove arriveremo in serata

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MISTERI DEL DOLORE 1) L'agonia di Gesù nel Getsemani 2) La flagellazione di Gesù 3) L'incoronazione di spine 4) Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce 5) Gesù è crocifisso e muore in croce

MISTERI DELLA GLORIA 1) La risurrezione di Gesù 2) L'ascensione di Gesù al cielo 3) La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo 4) L'Assunzione di Maria al cielo 5) L'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra

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LA PREGHIERA DEL ROSARIO Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel se-condo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Il Rosario, infatti, pur ca-ratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristo-logico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi in-trodurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'e-sperienza della profondità del suo amore. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.

(San Giovanni Paolo II - Rosarium Virginis Mariæ 16 ottobre 2002)

Misteri della gioia Lunedì e sabato

Misteri della luce Giovedì Misteri del dolore Martedì e venerdì Misteri della gloria Mercoledì e domenica

MISTERI DELLA GIOIA 1) L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine 2) La Visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta 3) La Nascita di Gesù nella grotta di Betlemme 4) Gesù viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe 5) Il Ritrovamento di Gesù nel Tempio

MISTERI DELLA LUCE 1) Il Battesimo nel Giordano 2) Le Nozze di Cana 3) L'annuncio del Regno di Dio 4) La Trasfigurazione 5) L'Eucaristia

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Si narra che Mediolanum (Milano), forma latinizzata del nome Mediola-

non - interpretabile come centro del territorio sia in senso geografico

che religioso - sia stata fondata dalla popolazione celtica degli Insu-

bri nel 590 a.C. Nel 223 i Romani entrarono nel territorio degli Insubri

presso la confluenza dell'Adda con il Po, si allearono coi Cenomani e ini-

ziarono a devastare i villaggi della pianura. Gli Insubri scesero in campo

con 50 mila uomini, ma vennero sconfitti al fiume dal console Flaminio.

Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, Milano fu con-

quistata dai Romani nel 222 A.C. , guidati dai consoli Marcello e Cornelio

Scipione. Il territorio viene chiamato dai romani “Gallia Cisalpina” o

“Gallia togata”.

Grazie alla sua posizione nei confini settentrionali dell’Impero, la città fu

di grande importanza per le campagne di Cesare per la conquista della

Gallia (dal 58 a.C. al 50 a.C.). Sull’onda dello sviluppo economico, la città

venne elevata a ruolo di municipium prima e di colonia imperiale poi.

Quando Diocleziano (284 – 305 d.C.) decise di dividere l'Impero in due,

tenne per sé l'Oriente e Milano divenne residenza di Massimiano, posto

a capo dell'Impero Romano d'Occidente.

Nel 313 d.C., l’imperatore Costantino emanò a Milano il suo famoso edit-

to, che liberalizzò tutti i culti nell’impero, ponendo fine alle persecuzioni

contro i cristiani e creando le basi per la futura ascesa del Cristianesimo

a religione di Stato. Nell’ottobre del 374 a Milano morì il Vescovo ariano

Aussenzio e subito scoppiarono dei tumulti fra cattolici e ariani per la

successione del vescovo. Venne designato eccezionalmente il governa-

tore Aurelio Ambrogio, come garante della pace, laico e neppure battez-

zato. Ambrogio, divenuto vescovo suo malgrado, fece di Milano il centro

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più importante della Cristianità.

Amato dalla popolazione per il suo carattere

forte e per il suo senso della giustizia, il Ve-

scovo Ambrogio combatté il paganesimo e

l’eresia ariana, acquisendo una crescente au-

torità all’interno dell’impero. Morì a Milano

nel 397 lasciando come successore Simplicia-

no. Simpliciano ebbe una parte importante

nella preparazione di Ambrogio al battesimo

e all'episcopato e anche in seguito lo assistet-

te nella sua formazione culturale. Agostino lo

ricorda con gratitudine nelle Confessioni.

Ambrogio fece costruire quattro Basiliche ai lati della città, quasi a forma-

re un quadrato protettivo. Esse corrispondono all'attuale San Nazaro, San

Simpliciano, Sant’Ambrogio (ove lo stesso vescovo vi è sepolto) e infine

San Dionigi. All'inizio del V secolo, inizia per Milano il tormentoso periodo

delle invasioni barbariche.

Nel 402 d.C. i Visigoti, comandati dal re Alarico, assediarono la città che

resistette e riuscì a respingerli. Questo evento indusse l'imperatore Ono-

rio a lasciare Milano e a trasferirsi a Ravenna che in seguito divenne nuo-

va capitale dell'Impero. Iniziò un'era di decadenza che si aggravò quando

Attila, re degli Unni, devastò e saccheggiò la città nel 452 d.C. Con la di-

scesa dei Longobardi, guidati da Alboino, il 3 settembre del 569,

l’aristocrazia e gran parte del clero si rifugiarono a Genova. La città si im-

poverì anche a seguito della prevalenza della città di Pavia, capitale dei

Longobardi

Curiosità: come il panettone anche la colomba e' un prodotto d'origine lombarda. Il dolce risale al 572 d. C. sulle rive del Ticino durante l'assedio di Pavia da parte del re longobardo Alboino. Si narra che una delegazione di vergini gli servì un dolce a forma di colomba, simbolo di pace e di fra-tellanza. La "leggenda" racconta che grazie al dolce particolarmente gra-

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21. RITORNELLI DI TAIZE’ 1. Veni Sancte Spiritus tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, Veni Sancte Spiritus 2. Dans nos obscurité, allume le feu qui ne s’éteint jamais, qui ne s’éteint jamais. 3. La ténébre n’est point ténèbre devant toi: la nuit comme le jour est lumière. 4. In manus tuas Pater, commendo spiritum meum. 5. Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le falta. Nada te turbe, nada te espente: solo Dios basta. 6. Dona la pace Signore a chi confida in te. Dona, dona la pace Signore, dona la pace 7. Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum. Magnificat, magnificat, magnificat anima mea. 8. Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità. Vieni Spirito Santo, Vieni Spirito Santo. 9. Laudate omnes gentes, Laudate Dominum. Laudate omnes gentes, laudate Dominum. 10. Mon âme se repose en paix sur Dieu seul, de Lui vient mon salut. Oui, sur Dieu seul mon âme se repose, se repose en paix. 11. Jésus le Christ, lumière intérieure, ne laisse pas mes ténèbres me parler. Jésus le Christ, lumière intérieure, donne-moi d’accueillir ton amour. 12. Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est. 13. Fiez-vous en Lui, ne craignez pas. La paix de Dieu gardera vos cœurs. Fiez-vous en Lui. Alleluia, alleluia 14. Il Signore ti ristora, Dio non allontana.

Il Signore viene ad incontrarti, Viene ad incontrarti. 15. Misericordias Domini in aeternum cantabo.

20. JE TE SALUE Je te salue, ô Reine de mon âme, au clair matin comme au déclin du jour. Ce cri joyeux, montant comme une flamme, devient pour moi le chant de mon amour. Sur ma Vallée, étends ta main, ô Reine Immaculée du peuple valdôtain, ô Reine Immaculée du peuple valdôtain.

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16. AVE MARIA Ave Maria, Ave!Ave Maria,Ave!

Donna dell’attesa e madre di speranza, ora pro nobis. Donna del sorriso e madre del silenzio, ora pro nobis. Donna di frontiera e madre dell’ardore, ora pro nobis. Donna del riposo e madre del sentiero, ora pro nobis.

17. SALVE REGINA Salve Regina, Madre di misericordia vita dolcezza speranza nostra salve Salve Regina. A te ricorriamo esuli figli di Eva a te sospiriamo piangenti in questa valle di lacrime. Avvocata nostra volgi a noi gli occhi tuoi mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno Gesù Salve Regina, Madre di Misericordia o Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria. Salve Regina. Salve Regina. Salve. Salve.

18. COURONNÉE D’ÉTOILES

1) Marie, Ève nouvelle et joie de ton Seigneur, tu as donné naissance à Jésus le Sauveur. Par toi nous sont ouvertes les portes du jardin. Guide-nous en chemin, Étoile du matin.

2) Tu es restée fidèle, mère au pied de la croix, soutiens notre espérance et garde notre foi. Du côté de ton Fils, tu as puisé pour nous l'eau et le sang versés qui sauvent du péché.

3) Quelle fut la joie d’Eve lorsque tu es montée plus haut que tous les Anges, plus haut que les nuées Et quelle est notre joie, douce Vierge Marie de contempler en toi la promesse de vie.

4) Ô Vierge immaculée, préservée du péché, en ton âme, en ton corps, tu entres dans les cieux. Emportée dans la gloire, sainte Reine des cieux, Tu nous accueilleras un jour auprès de Dieu.

Nous te saluons, ô toi, Notre Dame, Marie Vierge Sainte que drape le soleil, Couronnée d’étoiles, la lune est sous tes pas, en toi nous est donnée l’aurore du Salut.

19: JE VOUS SALUE ,MARIE

Je vous salue, Marie, comblée de grâce. Le Seigneur est avec vous. Vous êtes bénie entre toutes les femmes, et Jésus, votre enfant, est béni. Sainte Marie, mère de Dieu, priez pour nous, pauvres pécheurs, maintenant et à l´heure de notre mort. Amen, amen, Allélu ia.

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dito, Alboino tolse l'assedio alla città. Nell'era moderna il merito nell'in-dustria dolciaria fu di Angelo Motta e Gino Alemagna, che aggiunsero canditi, mandorle e glassa impreziosendone l'impasto.

Il periodo dei Comuni si conclude con la signoria dei Visconti, al potere dal 1277 al 1447. In questo lungo periodo Milano fu la capitale di un vasto Ducato. Gian Galeazzo creò uno Stato territoriale esteso sull'intera Lombardia e su gran parte delle regioni circostanti che regalò alla capitale un ampio re-spiro politico, culturale e rafforzò la potenza economica. Appartiene a questo arco di tempo (1386) l’inizio della costruzione del Duomo e del Castello. Curiosità: all'inizio della prima campata a destra del Duomo, una piccola lapide riporta queste parole:" El principio del do-mo di Milano fu nel anno 1386". Per costruire le fondazioni del Duomo furono demoliti l'arcivescovado antico e le case dei canonici che si trova-vano accanto a Santa Maria Maggiore. I canonici si dispersero in varie dimore fino alla costruzione della nuova canonica da parte di Carlo Bor-romeo. Alla morte del Duca Filippo Maria Visconti avvenuta il 13 agosto 1447 terminò la dinastia e dai milanesi fu fondata la Repubblica ambro-siana che durò fino all’11 marzo 1450, data d’arrivo di Francesco Sforza, condottiero al servizio dei Visconti che soffocò un tentativo di restaurare i poteri comunali e divenne Duca di Milano. Quello che segue è un perio-do di rigoglio e di crescita. Milano è considerata la più grande e ricca cit-tà d'Italia, oltre che un vivacissimo centro culturale e artistico. La sua corte è una delle più eleganti e raffinate d'Europa e molto merito ebbe Bianca Maria, donna assai intelligente e colta. In questi anni furono edifi-cati il Castello Sforzesco e l’Ospedale Maggiore e la città risultava anima-ta da artisti e personaggi illustri come Leonardo da Vinci che qui dipinse il celebre affresco de l’Ultima Cena e l’architetto Donato Bramante che innalzò la tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Curiosità: tra le leggende legate alla nascita del panettone si racconta che questo dol-ce sia nato alla corte di Ludovico il Moro. Era la vigilia di Natale e nelle cucine fervevano i preparativi per il banchetto natalizio. Secondo la leg-genda il cuoco dello Sforza dimenticò il dolce nel forno che si carbonizzò. Disperato perché non aveva nulla da servire sulla tavola del suo signore venne soccorso da un umile sguattero di nome Toni, il quale aveva con-

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servato per sé e la sua famiglia un po’ di lievito madre. Il giovane si offrì di lavorarlo con i pochi ingredienti rimasti e così realizzò un impasto mol-to morbido e lievitato con uova, burro, scorze d’arancia, uvetta sultanina e canditi. Il risultato fu un successo perché il “pane di Toni” portato alla tavola ducale, venne molto gradito dal Moro e dai suoi ospiti.

Il 1500 è l’anno della svolta: sotto la signoria di Ludovico il Moro, la città cade sotto gli attacchi dell’esercito di Luigi XII di Francia comandato da Gian Giacomo Trivulzio. Ludovico il Moro, accampato nei pressi di Nova-ra viene tradito dai mercenari svizzeri e il 10 aprile è consegnato ai Fran-cesi. La città è contesa tra Francia, Valois da un lato e Asburgo d’Austria e Spagna dall’altro. Con la vittoria di Carlo V inizia la dominazione spagnola (1535-1713), caratterizzata da un controllo culturale ed economico mol-to oppressivo. È di questo periodo la crescita di potere del clero, soprat-tutto con le figure di Carlo Borromeo, arcivescovo dal 1565 al 1584 e di Federico Borromeo, arcivescovo dal 1595 al 1631. Da non dimenticare il 1630: fu l’anno in cui la città venne flagellata dalla peste, descritta anche dal Manzoni nel romanzo dei “Promessi Sposi”. Nel 1713 Milano passa dagli Spagnoli agli Austriaci. Il governo dell’imperatrice Maria Teresa d'Austria (1740-1780) e del suo successore, il figlio Giuseppe II d'Austria (1780-1790), diede avvio a un lungo periodo di riforme e di risveglio eco-nomico e culturale. È di questo periodo la fondazione dell’Accademia di Brera, del Teatro alla Scala, Villa Reale e Palazzo Reale. Nel 1796 Napole-one Bonaparte caccia gli Austriaci (10 maggio, battaglia di Lodi) ed entra trionfalmente in Milano da Porta Romana. In questo periodo vengono costruiti i primi impianti pubblici, tra i quali si ricorda l'Arena costruita nel 1807. Dopo la caduta di Napoleone (1815, sconfitta di Waterloo, ab-dicazione ed esilio a sant’Elena), tornano a Milano gli Austriaci, che can-cellano ogni autonomia precedente e danno inizio ad un periodo di op-pressione politica e di sfruttamento economico. Questa situazione porta una parte della borghesia e dell'intellettualità a fomentare la cospirazio-ne, ispirando la creazione delle cosiddette "società segrete" tra cui la Carboneria. Le cinque giornate di Milano: Il 18 marzo 1848 a Milano ini-zia una insurrezione popolare contro gli austriaci che si conclude il 22 marzo con la vittoria degli insorti con il definitivo assalto alla Porta Tosa (oggi Porta Vittoria) che pone fine all'accerchiamento della città messo in

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13. DOVE DUE O TRE Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro, pregherò con loro, amerò con loro perché il mondo venga a te, o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.

Voi che siete luce della terra, miei amici, risplendete sempre della vera luce, perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi, o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.

Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri, perché voi vedrete Dio, che è Padre, in lui la vostra vita gioia piena sarà.

Voi che ora siete miei discepoli nel mondo, siate testimoni di un amore immenso, date prova di quella speranza che è in voi, Coraggio! Vi guiderò per sempre: io rimango con voi.

Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi, donale fortezza, fa' che sia fedele come Cristo che muore e risorge perché il Regno del Padre si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui, si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.

14. TU SEI Tu sei la prima stella del mattino, Tu sei la nostra grande nostalgia, Tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura d’esserci perduti e tornerà la vita in questo mare.

Soffierà, soffierà. Il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (bis)

Tu sei l’unico volto della pace, Tu sei speranza nelle nostre mani, Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali, sulle nostre ali soffierà la vita e gonfierà le vele per questo mare.

15. NEL TUO SILENZIO Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù. Sorgente viva che nasce nel cuore è questo dono che abita in me. La tua presenza è un Fuoco d’Amore che avvolge l’anima mia, Gesù. Ora il tuo Spirito in me dice: “Padre”, non sono io a parlare, sei tu. Nell’infinito oceano di pace tu vivi in me, io in te, Gesù.

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11. IO LO SO SIGNORE Io lo so, Signore, che vengo da lontano prima nel pensiero e poi nella tua mano io mi rendo conto che tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così: «Padre d’ogni uomo» - e non t’ho visto mai «Spirito di vita» - e nacqui da una donna «Figlio mio fratello» - e sono solo un uomo: eppure io capisco che tu sei verità.

E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino e insegnerò a chiamarti «Padre nostro» ad ogni figlio che diventa uomo. (2 v.)

Io lo so Signore che tu mi sei vicino, luce alla mia mente, guida al mio cammino, mano che sorregge, sguardo che perdona e non mi sembra vero che tu esista così. Dove nasce Amore tu sei la sorgente dove c’è una croce tu sei la Speranza dove il tempo ha fine, tu sei vita eterna: e so che posso sempre contare su di te!

E accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno. (2 v.)

12. ÉCOUTE LA VOIX DU SEIGNEUR

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Qui que tu sois, ton Dieu t'appelle, Qui que tu sois, il est ton Père.

Toi qui aimes la vie, Ô toi qui veux le bonheur, Réponds en fidèle ouvrier De sa très douce volonté. Réponds en fidèle ouvrier De l’Évangile et de sa paix.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras que Dieu fait grâce, Tu entendras l'Esprit d'audace.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras crier les pauvres, Tu entendras gémir ce monde.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras grandir l'Église, Tu entendras sa paix promise.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Qui que tu sois, fais-toi violence, Qui que tu sois, rejoins ton frère

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atto dal generale Radetzky attorno alle mura dei bastioni. Gli Austriaci abbandonano Milano. Curiosità: cotoletta milanese o viennese? Da molti anni gli storici della cucina dibattono sulla paternità della famosa coto-letta alla milanese (o viennese?). La diatriba può oggi fare sorridere e apparire di poco conto, ma nel secolo scorso ha portato non poche pole-miche per le evidenti implicazioni patriottiche. La questione è stata risol-ta dal viennesissimo maresciallo Radetzky, che con una lettera indirizzata al conte Attems, afferma di avere scoperto a Milano la famosa cotoletta e ne descrive la ricetta nei minimi particolari.

Con la II Guerra d’Indipendenza, la battaglia di Magenta del 5 giugno 1859 e soprattutto le battaglie di San Martino e Solferino, il 24 giugno (con disfatta dell’esercito austriaco, costretto a ritirarsi) gli Austriaci sono cacciati definitivamente e l’8 giugno 1859 Vittorio Emanuele II e Napole-one III fanno il loro ingresso a Milano. Milano fu inglobata nel neonato Regno d’Italia (1861) sotto il re Vittorio Emanuele II. La conclusione sep-pur vittoriosa della prima guerra mondiale aprì per l’Italia una crisi pro-fonda dove i problemi lasciati dal conflitto furono ingigantiti da quella che era la vera criticità del momento, ossia l’inadeguatezza della cultura politica italiana al vasto cambiamento in atto. E’ a Milano che prese l’avvio quel movimento che, dalla disastrosa situazione contingente deri-vò alimento e pretesto per affossare la fragile democrazia italiana. Il 23 marzo 1919, infatti, Benito Mussolini fondò a piazza San Sepolcro i Fasci italiani di combattimento la cui azione condusse nel 1925 all’instaurazione della dittatura in Italia. Durante il ventennio fascista, Milano condivise col resto della nazione i limiti imposti da un regime rea-zionario e repressivo. Mantenne tuttavia la sua vocazione alla cultura e attraverso la stessa cultura si pose in posizione critica verso il potere mussoliniano. La politica urbanistica fascista aprì a Milano nuove strade e consentì la costruzione di nuovi quartieri che segnarono l’affermazione dell’architettura razionalista. Oggi, in città sono presenti esempi insigni come: la nuova sede della Bocconi del 1938, Villa Necchi Campiglio e Palazzo dell’Arengario che completarono il rinnovamento del centro cittadino. Anche l’architetto ufficiale del regime, Marcello Pia-centini, lasciò a Milano un esempio del suo “Neoclassicismo semplifica-to” riscontrabile oggi nel Palazzo di giustizia (1932). La seconda guerra

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mondiale segnò profondamente Milano. Le incursioni aeree, soprattutto quella dell’agosto del 1943, distrussero buona parte del centro; crollaro-no il Teatro alla Scala, la Galleria e il Palazzo Reale. Ma il riscatto di un’intera nazione e la riconquista della dignità e democrazia ricomincia-rono da qui, soprattutto dai distretti industriali ed operai. Milano fu in-fatti una delle capitali della resistenza italiana e fu destinata a riprendere nel secondo dopoguerra il suo ruolo di “capitale morale”.

Milano, universalmente nota come la capitale economica d’Italia, possie-de anche una forte vocazione di città d’arte. Palazzi, ville, monumenti, edifici di architettura moderna, chiese e abbazie offrono una varietà di stili e anche di particolari insoliti che vale la pena conoscere. Si tratta di una ricchezza monumentale tra le più pregiate d’Italia, amalgamata nel contesto urbano

Duomo di Milano

La costruzione del Duomo di Milano inizia nel 1386 sull’area in cui sorgo-no le antiche basiliche di Santa Tecla e Santa Maria Maggiore, abbattute in tempi successivi. Dedicato a Maria Nascente, è voluto da Gian Galeaz-zo Visconti, con un duplice intento. Rinnovare, con un imponente piano edilizio, i siti di culto nel cuore di Milano e celebrare la signoria viscontea e la sua ambiziosa politica espansionistica.

Il Duomo di Milano è il più grande e complesso edificio gotico d’Italia, realizzato in marmo bianco rosato proveniente dalle cave di Candoglia, in

Val D’Ossola. Ha una lunghez-za di 157 metri e si estende su una superficie di 11.700 metri quadrati. La guglia mag-giore raggiunge un’altezza di 108,5 metri. Sulla cima di quest’ultima è posta nell’ottobre 1774 la statua dorata della Madonnina (alta 4,16 metri), opera dello scul-tore Giuseppe Perego.

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9. BENEDETTO TU, SIGNORE

Rit: Benedetto tu, Signore, benedetto tu nei secoli benedetto tu, Signore. Prendi da queste mani il pane che offriamo a te, Fanne cibo che porterà la vita tua RIT. Prendi da queste mani il vino che offriamo a te, fanne linfa che porterà l’eternità. (§) Queste nostre offerte, accoglile, Signore, e saranno offerte pure. Questo nostro mondo accogli, o Signore, e saranno cieli e terre che tu farai, nuovi. RIT. Prendi da queste mani il cuore che offriamo a te, fanne dono che porterà la vita tua. (§)

8. RE DEI RE Hai sollevato i nostri volti dalla polvere, le nostre colpe hai por-tato su di te. Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi per amore.

Figlio dell'Altissimo, poveri tra i poveri vieni a dimorare tra noi, Dio dell'impossibile, Re di tutti i secoli, vieni nella tua maestà.

Re dei Re, i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano. Re dei re, luce degli uomini, re-gna col tuo amore tra noi. Oh… Ci hai riscattati dalla stretta delle tenebre perché potessimo glorificare te. Hai riversato in noi la vita del tuo Spirito per amore. (Rit.)

Tua è la Gloria per sempre. Tua è la Gloria per sempre. Gloria gloria. Gloria gloria. (Rit.)

10. LE TUE MERAVIGLIE Ora lascia o Signore che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie.

La tua presenza ha riempito d’amore le nostre vite e le nostre giornate. In te una sola anima un solo cuore siamo noi con te la luce risplende splende più chiara che mai.

La tua presenza ha inondato d’amore le nostre vite e le nostre giornate. Fra la tua gente resterai per sempre vivo in mezzo a noi fino ai confini del tempo così ci accompagnerai.

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4. SE VUOI Se vuoi puoi venire con me se vuoi lascia tutto di te se vuoi la tua sola speranza sarò se vuoi a me per sempre ti legherò.

Il Signore è il mio pastore nulla mai mi mancherà, custodirà la mia vita come bene prezioso.

Se dovessi camminare per una strada oscura io non avrò paura se tu sarai con me.

Gioia e grazia saranno mie compagne nel cammino, io vivrò con il Signore per tutta la mia vita.

5. DALL’AURORA AL TRAMONTO Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te, l’anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo istante, sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio, il mio riparo, mi proteggerai all’ombra delle Tue ali.

Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te, l’anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo un solo istante, io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me.

3.BENEDICI, O SIGNORE Nebbia e freddo, giorni lunghi e amari mentre il seme muore. Poi il prodigio antico e sempre nuovo del primo filo d'erba. E nel vento dell'estate ondeggiano le spighe, avremo ancora pane. Benedici o Signore questa offerta che portiamo a Te facci uno come il pane che anche oggi hai dato a noi. Nei filari dopo il lungo inverno fremono le viti. La rugiada avvolge nel silenzio i primi tralci verdi. Poi i colori dell'autunno coi grappoli maturi, avremo ancora vino. Benedici o Signore questa offerta che portiamo a Te facci uno come il vino che anche oggi hai dato a noi.

6. ALLELUIA IRLANDESE Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia

Cantate al Signore con gioia grandi prodigi ha compiuto cantatelo in tutta la terra.

7. ALLELUIA Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia alleluia, alleluia, alleluia, alleluia. Questa tua parola non avrà mai fine, ha varcato i cieli e porterà il suo frutto.

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I lavori di costruzione si protraggono per cinque secoli e durante questo periodo architetti, scultori, artisti e maestranze, sia locali sia provenienti da tutta Europa, si avvicendano nella Fabbrica del Duomo. Il risultato del loro lavoro è un’architettura uni-ca, una fusione tra lo stile gotico d’oltralpe e la tradizione lombar-da.

Impressionante è l’abbondanza della decorazione: guglie, pinna-coli, un patrimonio immenso di statue (circa 3.400, di cui 1.100 all’interno e 2.300 all’esterno), sculture nelle cornici e nei finestroni, decori.

La complessità di realizzazione è tale che l’ultima parte portata a termine è proprio la facciata nel 1813. Prima di questa data la facciata di Santa Maria Maggiore rappresenta il fronte provvisorio della cattedrale.

Le porte in bronzo risalgono a diversi momenti del ‘900. La porta centra-le è scolpita nel 1906 da Ludovico Pogliaghi con rilievi gotico-floreali, il tema è “storie della vita di Maria”.

L'interno ha pianta a croce latina, profondo coro e abside poligonale. Lo stile è prevalentemente tardo-gotico con l’aggiunta di elementi classi-cheggianti risalenti al periodo della Controriforma, quando prendono forma il presbiterio, l’altare maggiore, i pulpiti e alcuni altari laterali.

La Cripta ospita la cappella di S.Carlo Borromeo, progettata da Francesco Maria Ricchino nel 1606, con l’urna di cristallo di rocca che racchiude il corpo del santo in abito pontificale.

Battistero di San Giovanni alle fonti

Il primo battistero con vasca ed edificio ottagonale della cristianità. L’ottagono ricorda, con i sette della creazione, l’ottavo giorno, quello dell’eternità, ma anche le otto beatitudini evangeliche. Sant’Ambrogio, che l’avrebbe iniziato nel 387, può essersi ispirato alla costruzione otta-gonale dal mausoleo imperiale di Massimiano: i catecumeni, entrando nel battistero, dovevano così provare la sensazione di entrare in una

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tomba per farvi morire l’uomo vecchio che era in loro e, come dice san Paolo, risorgere a nuova vita nell’acqua lustrale. Al suo interno, il batti-stero presenta otto nicchie, alternativamente rettangolari e semicircola-ri, che si affacciano ai lati della grande vasca centrale, cui si accede scendendo tre gradi-ni. Davanti ai contraf-forti tra le nicchie, sui quali era impostata una grande cupola con ricca decorazione musiva, si ergevano colonne di porfido sostenenti una trabeazione marmorea.

Chi volesse rendersi conto di come si presentasse l’intera costruzione, è opportuno che si rechi alla basilica di San Lorenzo e ammirare, fuori e dentro, la cappella di Sant’Aquilino. Eretta sul finire del IV sec. ha solo piccole differenze di misure con il battistero ed è tuttora conservata inte-gra la sua identità romana. Nel battistero di San Giovanni, Ambrogio, nella veglia pasquale del 387, battezzò Sant’Agostino. Appena iniziato il Cantiere del Duomo la Fabbrica vendette all’incanto colonne e marmi del battistero, definitivamente demolito nel 1394.

Basilica di Sant'Ambrogio

Cuore di storia e spiritualità, scrigno d’arte sacra, la Basilica di Sant’Ambrogio rappresenta insieme al Duomo il fulcro della vita spiritua-le di Milano.

Una grande devozione popolare ruota intorno alla basilica, da sempre meta di pellegrinaggi e di visitatori.

Il suo ingresso, il magnifico quadriportico composto da colonne con capi-telli lavorati a rilievo, prepara all’atmosfera raccolta, tipica della chiesa.

Di fronte a noi la facciata “a capanna”, aperta da due loggiati sovrapposti che si congiungono con l’interno del portico e inquadrata in alto dai due campanili, dei Canonici (a sinistra, del 1141) e dei Monaci (a destra, del

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2. TARDI T’AMAI

Tardi t’amai, Bellezza infinita, tardi t’amai, tardi t’amai, Bellezza così antica e così nuova.

1) Eppure, Signore, Tu eri dentro me, ma io ero fuori; deforme com’ero guardavo la bellezza del tuo creato.

2) Eri con me e invece io, Signore, non ero con Te; le tue creature mi tenevano lontano, lontano da Te.

3) Tu mi chiamasti e quella tua voce squarciò la sordità; Tu balenasti e fu dissipata la mia cecità.

4) Tu emanasti il dolce tuo profumo: di te ho fame e sete; Tu mi hai toccato ed ora io anelo alla tua pace.

1. TU NOUS AS FAITS POUR TOI Tu nous as faits pour toi, Seigneur, et notre cœur est sans repos jusqu'à ce qu'il repose en Toi.

1) Comme une biche qui cherche l´eau vive, ainsi mon âme Te cherche Seigneur. Elle a soif de Dieu, du Dieu vivant. Quand pourrai-je voir la face de Dieu?

2) Je n'ai, jour et nuit, pour pain que mes larmes, sans cesse on me dit: "Où est-il ton Dieu?" Et je me souviens, je m'avançais, dans l´action de grâces, oui, vers Ta maison.

3) Pourquoi, mon âme, défaillir en moi? Pourquoi t'agiter, aie confiance en Dieu. Je veux à nouveau Lui rendre grâce, Il est mon salut, Lui seul est mon Dieu.

4) Toutes Tes vagues ont passé sur moi, le jour je T'implore: "Seigneur, fais-moi grâce". Par mon chant je prie au long des nuits, je dis: "Dieu, mon roc, pourquoi m´oublier?"

5) Dieu, Tu me guides jusqu´à Ta demeure, par Ta vérité, Ta vive lumière. Jusqu´à Ton autel, j´avancerai, je proclamerai: "Dieu, Tu es mon Dieu."

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Il Cantico di Simeone

Ora lascia, o Signore,

che il tuo servo

vada in pace secondo

la tua parola;

perché i miei occhi

han visto la tua salvezza

preparata da te davanti a tutti i

popoli,

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo Israele.

Preghiera della Sera Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio per avermi creato, Fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male oggi commesso, E se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me E con tutti i miei cari. Amen

L'anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Cantico di Maria

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842).

Oggi, la Basilica, dedicata al vescovo di Milano, è un magnifico esempio d’architettura romanica lombarda.

Costruita tra il 379 e il 386 era in origine chiamata “Basilica Martyrum” per volere di Sant’Ambrogio. Sorta al centro di una vasta area (Hortus Philipphi) riservata a sepolture cristiane e caratterizzata dalla presenza di piccole celle in memoria dei martiri, la basilica, dedicata ai martiri Gerva-sio e Protasio, era inizialmente destinata ad accogliere la tomba del fon-datore.

L'antico edificio, di cui conosciamo la sola pianta, è stato ampiamente modificato a partire dal IX secolo. La basilica si compone di tre navate, due laterali ed una centrale; il soffitto è costituito da volte a crociera a costoloni e da pilastri che conferiscono slancio e armonia. Se non molto resta in Sant’Ambrogio della originaria basilica Martyrum, sono però ri-maste preziose testimonianze dell’epoca.

Tra queste, il raffinato “sarcofago di Stilicone”, attribuito dalla tradizione al generale di Teodosio ma probabilmente commissionato da un perso-naggio di alto rango legato alla corte milanese.

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opera. Sul fronte anteriore narra gli episodi della vita di Cristo e sul retro, la vita di Sant’Ambrogio.

Anche questa trasformazione tuttavia non è definitiva. La successiva co-struzione della cripta nel X secolo, con il rialzo pavimentale del coro, por-ta altri cambiamenti. Attualmente i resti di Gervasio, Protasio e Ambro-gio sono collocati in un’urna d’argento posta sotto l’altare.

Curiosità: Nella navata centrale, in cima ad una colonna in porfido d’Elba, è posizionato un serpente di bronzo dal corpo sinuoso. Secondo la leg-genda si tratterebbe del serpente forgiato da Mosè nel deserto per di-fendere il suo popolo dai morsi di questo rettile. Infatti chiunque fosse

stato morso a-vrebbe avuto sal-va la vita guardan-do il serpente di metallo.

Come il serpente sia arrivato nella basilica di S.Ambrogio è an-cora più leggenda-rio. Intorno all’anno 1000, Ar-nolfo, arcivescovo

di Milano, si recò a Costantinopoli per condurre dall’Imperatore Ottone III la sua promessa sposa bizantina. La missione fallì in quanto l’imperatore morì prima di vedere la sua sposa. La principessa fu rimpa-triata, ma il serpente di bronzo, che era uno dei doni di nozze, rimase a Milano.

Appena collocato nella basilica di S.Ambrogio, i milanesi lo consideraro-no un oggetto magico con proprietà taumaturgiche capace di guarire le malattie intestinali e i vermi.

La leggenda riserva ancora altre sorprese: narra che il giorno del giudizio universale il serpente prenderà vita, scenderà dalla colonna e ritornerà alla Valle di Josafat dove le mani di Mosè lo forgiarono.

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Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti di un tempo, salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano; così Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua Santa Alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore in santità e giustizia al suo cospetto per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace.

Preghiera del Mattino Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, Fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: Fa’ che siano tutte secondo la tua santa volontà Per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me E con tutti i miei cari. Amen

Cantico di Zaccaria

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V/. L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria,

R/. ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria, piena di grazia...

V/. "Ecco sono la serva del Signore."

R/. "Avvenga in me secondo la tua parola."

Ave Maria, piena di grazia...

V/. E il verbo si fece carne.

R/. E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave Maria, piena di grazia...

V/. Prega per noi santa madre di Dio.

R/. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo: infondi nel nostro

spirito, la tua grazia, o Padre,

tu, che nell'annuncio dell'an-

gelo ci hai rivelato l'incarna-

zione del tuo Figlio, per la

sua passione e la sua croce

guidaci alla gloria della risur-

rezione. Per Cristo nostro Si-

gnore.

Amen.

Tre Gloria.

L’Eterno riposo

Angelus

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La città fu fondata dai Romani, a cui si deve la pianta della città, con il

nome di Ticinum, punto di arrivo di un'importante strada romana prove-

niente da Milano.

Saccheggiata più volte dai barbari, venne conquistata dai Longobardi nel

572 che ne fecero la capitale del loro regno, con il nome di Papia, da cui

il nome moderno. Il dominio longobardo durò per due secoli, fino al 774,

quando venne conquistata da Carlo Magno. Fu ancora importante duran-

te il periodo carolingio: nella chiesa di San Michele Maggiore a Pavia, Be-

rengario del Friuli e i suoi successori fino a Berengario II e Adalberto II,

furono incoronati Re d'Italia.

La prima tappa della nostra visita a Pavia è una chiesa che rimane un po’

in disparte, la solitaria San Pietro in Ciel d’Oro. Si trova in una tranquilla

piazza ombreggiata un po’ fuori dal centro , ha la caratteristica facciata a

capanna delle chiese romaniche e l’interno, non immenso, trasmette una

sensazione di misticismo che

non tutte le chiese effettiva-

mente riescono a fare. Il pezzo

forte di San Pietro in Ciel

d’Oro, è la sublime Arca di

Sant’Agostino collocata nel

presbiterio, prima del coro. In

marmo, costruita tra il 1360 e

il 1400, è divisa in tre fasce e,

quasi sicuramente, è opera di

due artisti, in quanto si possono riconoscere due differenti stili (uno fino

al primo piano, l’altro fino alla sommità). Sull’Arca sono scolpiti 50

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bassorilievi e 95 statue e al suo interno

son custodite le ossa di Sant’Agostino di

Ippona. Un vero e proprio capolavoro da

non perdere.

Interessanti sono anche la cripta e gli

affreschi della navata sinistra, gli unici

rimasti.

La prossima tappa è il maestoso Castello

Visconteo, attrazione che sicuramente

non passa inosservata. Voluto da Gale-

azzo II Visconti, fu iniziato nel marzo del

1360 e concepito più che altro come pa-

lazzo per i piaceri e i divertimenti, non

tanto come castello vero e proprio. Tuttavia alcune caratteristiche di un

castello le ha comunque: i torrioni angolari, il fossato, i ponti levatoi. Basta

però dare un’occhiata alle numerose e bellissime finestre sulle facciate e,

soprattutto, entrare all’interno per capire che qui più che difendersi si face-

va festa. Le sale del castello erano tutte affrescate, e qualcosa si riesce a

captare ancora oggi, mentre del mobilio originale non è rimasto nulla così

come della fornitissima biblioteca (forse cominciata da Francesco Petrarca)

e della splendida sala degli specchi.

Il cuore pulsante della città è la bellissima e sempre animata Piazza della

Vittoria. Non solo oggi, ma anche in passato la piazza era il cuore di Pavia:

qui si svolgevano tutte le attività dal piccolo commercio al procedimento

giuridico, compresa l’esecuzione capitale. L’edificio che più si distingue è

quello del Broletto, che domina il lato sud della piazza, dove si tenevano le

adunanze e si amministrava la giustizia. Dietro il broletto spunta l’immensa

cupola del Duomo. Prima di entrare nella chiesa, date un’occhiata alla sta-

tua equestre del Regisole che si trova proprio lì davanti. Non si tratta

dell’originale -che venne abbattuta dopo la rivoluzione francese in quanto

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Vespri

CANTICO Cfr. Ef 1, 3-10 Dio salvatore Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, * che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti * prima della creazione del mondo, per trovarci, al suo cospetto, * santi e immacolati nell’amore. Ci ha predestinati * a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, * secondo il beneplacito del suo volere, a lode e gloria della sua grazia, * che ci ha dato nel suo Figlio diletto.

LETTURA Mc 10,17-27 In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredi-tà la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue paro-le; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

CANTICO DI MARIA, PADRE NOSTRO...

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, * la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, * poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero del suo volere, il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose, * quelle del cielo come quelle della terra. Nella sua benevolenza lo aveva in lui prestabilito * per realizzarlo nella pienezza dei tempi.

INNO

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Lunedì 4 marzo

Lodi mattutine

SALMO 134, 1-12 Lodate il Signore che opera meraviglie

Lodate il nome del Signore, * lodatelo, servi del Signore, voi che state nella casa del Signore, * negli atri della casa del nostro Dio. Lodate il Signore: il Signore è buono; * cantate inni al suo nome, perché è amabile. Il Signore si è scelto Giacobbe, * Israele come suo possesso. Io so che grande è il Signore, * il nostro Dio sopra tutti gli dèi. Tutto ciò che vuole il Signore, egli lo compie † in cielo e sulla terra, * nei mari e in tutti gli abissi. Fa salire le nubi dall'estremità della terra, † produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera i venti. Egli percosse i primogeniti d'Egitto, * dagli uomini fino al bestiame. Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, * contro il faraone e tutti i suoi ministri. Colpì numerose nazioni * e uccise re potenti: Seon, re degli Amorrèi, Og, re di Basan, * e tutti i regni di Cànaan. Diede la loro terra in eredità a Israele, * in eredità a Israele suo popolo. LETTURA Sir 17,20-28 A chi si pente Dio offre il ritorno, conforta quelli che hanno perduto la speranza e li rende partecipi della sorte dei giusti. Ritorna al Signore e abbandona il pec-cato, prega davanti a lui e riduci gli ostacoli. Volgiti all'Altissimo e allontànati dall'ingiustizia; devi odiare fortemente ciò che lui detesta. E riconosci i giusti giudizi di Dio e persisti nella sorte che ti è assegnata e nella preghiera al Dio altissimo. Negl'inferi infatti chi loderà l'Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode? Non perseverare nell'errore degli uomini iniqui; prima di mo-rire manifesta la tua lode. Da un morto, che non è più, non ci può essere lode, chi è vivo e sano loda il Signore. E loderai Dio e ti glorierai della sua misericor-dia. Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui!

INNO

CANTICO DI ZACCARIA, PADRE NOSTRO... 15

Popolazione: 12.791 Densità per Kmq: 714,58 Superficie: 17,9 Kmq

Santo patrono: Natività della Beata Vergine Maria - 28 settembre

simbolo di monarchia- né ci assomiglia, in particolare manca la cagnolina che reggeva lo zoccolo del cavallo.

Il Duomo di Pavia è dedicato a Santo Stefano Martire e Santa Maria As-

sunta. Sorge nel luogo in cui, durante il periodo romano, probabilmente

c’era un tempio dedicato a Cibele che venne distrutto per lasciar spazio a

due chiese paleocristiane e dar così fine al culto pagano. Queste due

chiese vennero a loro volta distrutte per costruire due chiese romaniche

e, infine, nel 1400 i pavesi otten-

nero l’autorizzazione per abbat-

tere pure queste e avviare i lavori

di una chiesa che doveva essere

tanto sontuosa quanto la mo-

schea di Santa Sofia a Istanbul.

Nonostante sia poi rimasta in-

compiuta, lo si nota dalla faccia-

ta, la chiesa è decisamente impo-

nente e la sua cupola ottagonale

in muratura alta 92 metri contribuisce nell’intento (è una tra le più gran-

di d’Italia per altezza ed ampiezza). L’interno è anch’esso maestoso non-

ché luminosissimo. Segnalo il curioso pulpito in legno, con i 12 apostoli

scolpiti che lo sorreggono.

Un’altra importante chiesa pavese è la Basilica di San Michele Maggiore,

prototipo della chiesa romanica medievale nonché luogo di importanti

incoronazioni tra cui quella di Federico Barbarossa come Re d’Italia il 17

aprile 1155 (il punto esatto è segnato da cinque cerchi di marmo nel pa-

vimento). L’arenaria con cui è stata costruita la facciata, molto fragile, ha

subito un notevole degrado nel corso degli anni, tant’è che diverse scul-

ture sono parecchio erose. La chiesa ha due ingressi: uno nella facciata

principale e l’altro sul fianco sinistro, entrambi hanno dei portali ricca-

mente decorati di sculture. L’interno è molto interessante, anche per

l’importanza degli avvenimenti che qui si sono svolti.

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Di grande fascino le architetture medie-vali della piazza del Comune con il Tor-razzo, simbolo di questa città lombarda. Questo è il secondo campanile storico più alto d'Italia.

Da una lapide murata alla base del Tor-razzo di Cremona si legge quella che per molto tempo è stata ritenuta l'altezza del medesimo (250 braccia e due once cre-monesi, che corrispondono a circa 110 metri). Anticamente si credeva che il Tor-razzo misurasse 111,12 m di altezza ma secondo misurazioni successive l'altezza è risultata pari a 112,12 m. I gradini del Torrazzo sono 502.

Nel Torrazzo, al quarto piano, è stato in seguito incastonato uno degli orologi a-stronomici più grandi del mondo; il quadrante ha un diametro di 8,20 m 8,40 con la cornice (in rame); per fare un confronto, l'orologio del Big Ben di Londra ha un diametro di 6,85 m). Costruito da Francesco e Gio-van Battista Divizioli (padre e figlio) tra gli anni 1583-1588, l'orologio rap-presenta la volta celeste con le costellazioni zodiacali attraversate dal moto del Sole e della Luna. È in grado di rappresentare molti fenomeni astronomici tra cui le fasi lunari, i solstizi e gli equinozi, l'ingresso del Sole nelle costellazioni, la posizione dei nodi lunari e le eclissi. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che il critico Longhi definì la Cappella Sistina del-la Pianura Padana, incanta per i suoi affreschi. Il Palazzo Comunale con la tipica struttura del broletto lombardo e

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INNO

CANTICO Ap 19, 1-7 Le nozze dell'Agnello

Alleluia Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; * veri e giusti sono i suoi giudizi.

Alleluia Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, * voi che lo temete, piccoli e grandi.

Alleluia Ha preso possesso del suo regno il Signore, * il nostro Dio, l'Onnipotente.

Alleluia Rallegriamoci ed esultiamo, * rendiamo a lui gloria.

Alleluia Sono giunte le nozze dell'Agnello; * la sua sposa è pronta.

Gloria al Padre e al Figlio…

LETTURA 1Cor 15,54-58 Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittu-ra: "La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?" Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

CANTICO DI MARIA, PADRE NOSTRO...

Vespri

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occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pa-gliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti e-sprime ciò che dal cuore sovrabbonda".

CANTICO DI ZACCARIA, PADRE NOSTRO...

Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai.

Si, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì cercavo. Defor-

me, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con

me, e io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue

creature, che non esisterebbero, se non esistessero in te.

Mi chiamasti e il tuo grido sfondò la mia sordità. Balenasti e

il tuo splendore dissipò la mia cecità. Diffondesti il tuo pro-

fumo e respirai e ora anelo verso di te. Gustai e ho fame e

sete di te. Mi toccasti e ora ardo al desiderio della tua pace

(Confess. 10,38).

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la Loggia dei Militi, con le statue trecen-tesche, da sempre luogo di chiacchiere e di incontro. È chiamata la città della musica. E non può che esse-re altrimenti visto che o-spita un mu-seo unico nel

suo genere: il museo del Violino. Qui si trovano in mostra diversi stru-menti, tra cui anche quelli di Antonio Stradivari, e allestimenti che rac-contano le origini e la storia del violino. Poi, una volta usciti, si visitano la Casa di Stradivari e le botteghe dei liutai, oltre 150 botteghe artigiane dove riecheggia il suono dei violini creati da mani sapienti: un mestiere unico, protetto come Patrimonio Immateriale Unesco. Dalla ghiotta Cre-mona sono passati i più grandi solisti, da Ughi ad Accardo.

Da non perdere la visita al Museo Civico Ala Ponzone e alla più nascosta Cremo-na romana, chiusa tra le navate del Mu-seo Archeologico e raccontata dalla re-staurata domus del Ninfeo, con pitture e frammenti musivi.

Ottobre 1441. Nella chiesa di San Sigi-smondo, le nozze di Bianca Maria Vi-sconti e Francesco Sforza. Tra i tanti re-gali, una miscela di albume, miele e mandorle. Nasce così il torrone.

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Qui incontrai il vescovo Ambrogio, noto a tutto il mondo come uno dei migliori e tuo devoto servitore. In quel tempo predicava continuamente al popolo. Tu Signore mi guidavi a lui, senza che io lo sapessi. E io comin-ciai ad amarlo, non certo come maestro di verità (infatti non avevo più fiducia di trovarla nella Chiesa Cattolica), ma come uno che mi dimostra-va dell'amicizia. Andavo spesso alle sue istruzioni pubbliche, ma ci anda-vo non per imparare, ma per accertarmi se meritava la fama di parlatore che aveva. Stavo attento, sospeso alle sue parole, ma non mi interessavo al contenuto, che disprezzavo. La soavità della sua parola mi incantava. Però pian piano, insieme alle parole, cominciò ad entrare dentro di me anche la verità di cui lui parlava. Ben presto cominciai a rendermi conto che le sue idee erano difendibili. (5,23-24) Al termine delle vacanze della vendemmia avvertii i milanesi di provve-dersi un altro spacciatore di parole per i loro studenti, perché io avevo scelto di passare al tuo servizio e non ero più in grado di esercitare quella professione per la difficoltà di respirare e il male di petto. Giunto il mo-mento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Pren-demmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi fatto bene. Era appena quindicenne e supera-va per intelligenza molti importanti e dotti personaggi. Ti riconosco o Si-gnore i tuoi doni. La sua intelligenza mi faceva paura! Fummo battezzati, e si dileguò da noi l'inquietudine della vita passata. In quei giorni non mi saziavo di considerare con mirabile dolcezza i tuoi profondi disegni sulla salute del genere umano. Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua chiesa! Una commozione violenta: quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distil-lavano nel mio cuore la verità, eccitandovi un caldo sentimento di pietà. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene. (9,13-14)

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Grida di giubilo e di vittoria, * nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, † la destra del Signore si è alzata, * la destra del Signore ha fatto meraviglie. Non morirò, resterò in vita * e annunzierò le opere del Signore. Il Signore mi ha provato duramente, * ma non mi ha consegnato alla morte. Apritemi le porte della giustizia: * entrerò a rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, * per essa entrano i giusti. Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, * perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori * è divenuta testata d’angolo; ecco l’opera del Signore: * una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: * rallegriamoci ed esultiamo in esso. Dona, Signore, la tua salvezza, * dona, Signore, la tua vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. * Vi benediciamo dalla casa del Signore; Dio, il Signore, è nostra luce. † Ordinate il corteo con rami frondosi * fino ai lati dell’altare. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, * sei il mio Dio e ti esalto. Celebrate il Signore, perché è buono: * eterna è la sua misericordia.

LETTURA Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un di-scepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo

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Domenica 3 marzo

Ottava domenica del Tempo ordinario C

INNO

SALMO 117 Canto di gioia e di vittoria

Celebrate il Signore, perché è buono; * eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: * eterna è la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: * eterna è la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: * eterna è la sua misericordia. Nell’angoscia ho gridato al Signore, * mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. Il Signore è con me, non ho timore; * che cosa può farmi l’uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, * sfiderò i miei nemici. È meglio rifugiarsi nel Signore * che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore * che confidare nei potenti. Tutti i popoli mi hanno circondato, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi hanno circondato come api, † come fuoco che divampa tra le spine, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, * ma il Signore è stato mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, * egli è stato la mia salvezza.

Lodi mattutine

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Sabato 2 marzo

INNO Lodi mattutine SALMO 118, 145-152 XIX (Cof) Promessa di osservare la legge di Dio

T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi; * custodirò i tuoi precetti. Io ti chiamo, salvami, * e seguirò i tuoi insegnamenti.

Precedo l'aurora e grido aiuto, * spero sulla tua parola. I miei occhi prevengono le veglie della notte * per meditare sulle tue promesse.

Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia; * Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio. A tradimento mi assediano i miei persecutori, * sono lontani dalla tua legge.

Ma tu, Signore, sei vicino, * tutti i tuoi precetti sono veri. Da tempo conosco le tue testimonianze * che hai stabilite per sempre. CANTICO Sap 9, 1-6. 9-11 Signore, dammi la sapienza

Dio dei padri e Signore di misericordia, * che tutto hai creato con la tua parola, che con la tua sapienza hai formato l'uomo, * perché domini sulle creature che tu hai fatto,

e governi il mondo con santità e giustizia * e pronunzi giudizi con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono * e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,

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perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, † uomo debole e di vita breve, * incapace di comprendere la giustizia e le leggi.

Anche il più perfetto tra gli uomini, † privo della tua sapienza, * sarebbe stimato un nulla.

Con te è la sapienza che conosce le tue opere, * che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi * e ciò che è conforme ai tuoi decreti.

Mandala dai cieli santi, * dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica * e io sappia ciò che ti è gradito.

Essa tutto conosce e tutto comprende, † e mi guiderà con prudenza nelle mie azioni * e mi proteggerà con la sua gloria.

LETTURA Mc 10,13-16 In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

CANTICO DI ZACCARIA,

PADRE NOSTRO...

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Vespri

SALMO 121 Saluto alla città santa di Gerusalemme

Quale gioia, quando mi dissero: * «Andremo alla casa del Signore». E ora i nostri piedi si fermano * alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita * come città salda e compatta.

Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, † secondo la legge di Israele, * per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i seggi del giudizio, * i seggi della casa di Davide.

Domandate pace per Gerusalemme: * sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, * sicurezza nei tuoi baluardi.

Per i miei fratelli e i miei amici * io dirò: «Su di te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, * chiederò per te il bene.

LETTURA Sir 27,4-7 Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette alla prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo. Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela i pensieri del cuore. Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini.

CANTICO DI MARIA, PADRE NOSTRO...

INNO