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VILLA VIGONI Centro Italo-Tedesco per l`Eccellenza Europea Deutsch-Italienisches Zentrum für Europäische Exzellenz Seduta autunnale del Consiglio Direttivo di Villa Vigoni, 20 novembre 2014 Herbstsitzung des Kuratoriums der Villa Vigoni, 20. November 2014 Rassegna stampa 2014 Pressespiegel 2014 (selezione / Auswahl)

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VILLA VIGONI

Centro Italo-Tedesco per l`Eccellenza Europea

Deutsch-Italienisches Zentrum für Europäische Exzellenz

Seduta autunnale del Consiglio Direttivo di Villa Vigoni, 20 novembre 2014

Herbstsitzung des Kuratoriums der Villa Vigoni, 20. November 2014

Rassegna stampa 2014

Pressespiegel 2014

(selezione / Auswahl)

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Rassegna stampa redatta da:

Ufficio Stampa e Comunicazione/ Öffentlichkeits- und Pressearbeit

Dr. Michele Vangi

Assistente scientifico / Wissenschaftlicher Mitarbeiter

[email protected]

Villa Vigoni

Centro Italo-Tedesco

Via Giulio Vigoni 1

I-22017 Loveno di Menaggio (CO)

Tel +39 0344 361 212

Fax +39 0344 361 210

www.villavigoni.eu

In collaborazione con Sara Verduci

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Indice / Inhaltsverzeichnis

Als deutsche Unternehmer nach Mailand kamen, Tessiner Zeitung 5

Frankfurter Spuren am Comer See, Tessiner Zeitung 6

Wissenschaftler widmen sich Ideengeschichte Italiens, campus3 7

A Villa Vigoni stagione di convegni, La Provincia 9

Una effervescenza intellettuale, Il Manifesto 10

“Manzoni überflügelt alles”, Thalia Magazin 12

In cartellone si riparte con Schumann e Brahms, La Provincia 15

Di Cristofrano al Pianoforte, La Provincia 15

Il concerto a Villa Vigoni, La Provincia 15

“Lake Como Festival” parte da Villa Vigoni, La Provincia 16

Antonio Di Cristofano apre il “Lake Como Festival” , Il Corriere di Como 16

Prevenzione e vita sana. I medici ci mettono una mano sul cuore, La Provincia 17

Deutsch-Italienische Begegnungen: Immacolata Amodeo, GATE Germany 18

Lake Como Festival: Giraud al piano, La Provincia 19

Neue Stimmen für die Klassiker, literaturkritik.de 21

Convegno su Boito. Tre giorni a Villa Vigoni, La Provincia 24

Tre giorni dedicati all`opera di Boito, Corriere di Como 24

Deutsch-italienische Begegnungen am Comer See, Konrad Adenauer Stiftung 25

I tassi ai minimi comprimono la raccolta. Anche le banche tedesche col fiato corto, Avvenire 27

Mostra di Freyer a Villa Vigoni, La Provincia 28

Concerto per don Ignazio, La Provincia 29

Villa Vigoni. Andrea Vitali al premio letterario, La Provincia 30

“Il lago maestro”: Guin lo racconta a Menaggio, La Provincia 31

Raccolta fotografica: Vigoni Lecture con il Ministro delle finanze Wolfgang Scha uble 32

Twitter: Vigoni Lecture con il Ministro delle finanze Wolfgang Scha uble 33

Servizio sulla Vigoni Lecture con il Ministro delle finanze Wolfgang Scha uble , TG3 34

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Schäubles Vision vom Ende des Nationalstaats, Wirtschafts Woche 35

“Europa vecchia zia? È a lei che si obbedisce”, Corriere della Sera 38

E Schäuble promuove Renzi: “Ha la forza per fare le riforme”, La Stampa 39

Schäuble: “Renzi farà le riforme, ci fidiamo di lui”, la Repubblica 40

L`Emsemble Kàlamos suona in Villa Vigoni, La Provincia 41

La leggenda di Colapesce a Como con Kàlamos Ensemble, La Gazzetta del Sud 41

War Adolf Hitler ein guter Schriftsteller?, Frankfurter Allgemeine Zeitung 42

Festival Bellagio-Lago di Como, ultimi eventi, Corriere di Como 44

Antonio Soria a Villa Vigoni, Corriere di Como 45

Il concerto di Antonio Soria, La Provincia 45

Stiftung Berliner Schloss: Rekonstruktion am Beispiel Berliner Schloss aus kunsthistorischer Sicht, sehepunkte

46

Glycosaminoglycans: Anticoagulant and Nonanticoagulant Actions: A Short History of the Symposia Held at Villa Vigoni, THIEME

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A Villa Vigoni il Forum Italo-tedesco per studenti, Acquedotto (Konrad Adenauer Stiftung) 51

Deutsch-Italienisches Studentenforum in der Villa Vigoni, Aqua dukt (Konrad Adenauer Stif-tung)

53

Pianoforte a Villa Vigoni, Corriere di Como 55

Lake Como Festival presenta il pianista Piricone, La Provincia 55

Zu Ende gedacht: Immacolata Amodeo im Interview, Forschung und Lehre 56

Incontro per imprenditori tedeschi, Comunicato stampa della Camera di Commercio Italiana

per la Germania 57

Empfang für deutsche Unternehmer, Pressemitteilung der Italienischen Handelskammer

fu r Deutschland e .V. 58

Im Interview: Michael Gerdts “Der Global Table erweitert unsere Plattform immens”, BMW Stiftung Herbert Quandt

59

Villa Vigoni: Gewalt, kulturelles Gedächtnis und Transkulturalität, KULTURPORT.DE 61

Leonardo protagonista sul Lario con Carlo Pedretti, Corriere di Como 65

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Marzo 2014

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3 marzo 2014

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CULTURA

Una effervescenza intellettuale — di Remo Ceserani, 18.3.2014

Commiati. Un ricordo del critico letterario Cesare Segre, scomparso a Milano domenica

Cesare Segre ci ha lasciato in punta di piedi, coerente con il suo stile riservato e l’abituale discrezione. Il che non basta a nascondere il grande vuoto che lascia dietro di se . In ques-te occasioni gli amici, i colleghi, gli allievi, gli ammiratori si mettono in cerchio per un ultimo addio e intrecciano fra lo-ro ricordi personali (anch’io ne avrei parecchi, e molto cari) e riconoscimenti all’importanza dei suoi moltissimi lavori di filologo, critico e scrittore e all’esempio, anche etico, che ci consegna la sua intensa attivita di studioso, professore, uomo che ha fatto coerentemente la sua parte nel difendere i valori, spesso minacciati, della scuola, dell’Universita , della nostra societa civile.

L’omaggio piu convincente lo abbiamo avuto, fresco fresco, dal «Meridiano» a lui dedicato, per generosa iniziativa di Renata Colorni. Il libro, di cui abbiamo parlato in «Alias» po-che settimane fa, intitolato Opera critica (Mondadori, gen-naio 2014), e stato curato da due suoi allievi, Alberto Conte e Andrea Mirabile, l’uno filologo romanzo, l’altro studioso della letteratura; e stato attentamente progettato e seguito, nelle scelte e presentazioni, da Segre stesso ed e uscito pre-

ceduto da un ampio e bel saggio introduttivo di Gian Luigi Beccaria. Quel libro rappresen-ta in modo esemplare la ricchezza e varieta di interessi di Segre, che non sono mai stati limitati al pur importantissimo lavoro del filologo (edizioni critiche della Chanson de Ro-land e dell’Orlando furioso), ma hanno spaziato dalla teoria letteraria alla linguistica, dallo studio di parecchie letterature alla critica anche militante della produzione letteraria con-temporanea, dall’intervento anche polemico alla scrittura in proprio, con opere autobio-grafiche come Per curiosità (Einaudi 1999), reportage di viaggio, e prove narrative molto vivaci, raccolte nel 2010 da Einaudi nel volumetto Dieci prove di fantasia.

Il ritratto che esce da quel Meridiano (e dai tanti altri scritti di Segre) e quello di un erede della grande tradizione dell’illuminismo piemontese e lombardo. Rigore intellettuale, fondazione e sostegno di nuove discipline (la teoria letteraria, la semiotica, lo strutturalis-

18 marzo 2014

Cesare Segre

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mo antropologico), fiducia nella ragione, direzione di riviste, accademie e centri di ricer-ca, forte impegno nell’insegnamento, intensa attivita editoriale, assidua presenza sui gi-ornali, dal «Giorno», alla «Stampa», al «Corriere della Sera», militanza civile (dimostrata fra l’altro dal «Manifesto demo-cratico» del 1994, promosso insieme a Corrado Stajano e Raffaele Fiengo, al tempo della discesa in campo di Berlusconi).

Segre ha insegnato per molti anni a Pavia e ha sempre vissuto a Milano, ma ha poi fre-quentato, per tenere corsi e conferenze o partecipare a convegni, mezzo mondo, sop-rattutto nel continente americano. Il rapporto Pavia-Milano (analogo a quello di altre re-alta universitarie italiane, come Padova-Venezia o Pisa-Firenze) rappresenta simbolica-mente due momenti e luoghi di lavoro: la concentrazione sull’insegnamento, nel luogo piu appartato, e l’immersione nella societa complessa, che e propria di una citta dinami-ca come Milano.

Segre ha anche ricevuto, dall’eredita illuministica, il gusto della collaborazione intellettu-ale e della conversazione con una cerchia larghissima di amici e compagni d’avventura. Fra questi, grandi personaggi del mondo intellettuale europeo e americano – Jakobson, Jauss, Lotman, Prieto, Rico – e poi gli amici piu vicini: Contini, Avalle, Isella, Eco, e poi le donne con cui ha intrecciato una amicizia umana e un dialogo intellettuale: Maria Corti (confidente e alleata nell’apertura alla semiotica e nello studio dei metodi della critica), Luciana Stegagno Picchio (guida e complice nell’esplorazione a fondo delle letterature iberiche), Clelia Martignoni (complice nell’allestimento di un’importante antologia per l’insegnamento letterario nelle scuole superiori), Maria Luisa Meneghelli (la moglie, filo-loga romanza anche lei, che l’ha spinto, insieme con Jauss, a sondare le potenzialita della «critica della ricezione», integrando il prevalente interesse per lo studio incentrato sul testo). Negli ultimi anni Cesare e Maria Luisa costituivano una coppia inseparabile: li ricordo insieme a Zurigo, a Roma nei saloni dei Lincei, a Villa Vigoni sul lago di Como. E simbolico il fatto che il loro indirizzo di posta elettronica presentasse i loro due cognomi accoppiati, senza neppure un trattino o un puntino per separarli.

Di recente, l’amico Darko Suvin, parlando di Cesare Segre, mi ha raccontato di un viaggio in macchina da Milano a Pavia, con Segre al volante, che guidava secondo lui in modo spericolato. Faccio fatica a immaginarlo, anche se e vero che le persone al volante di una macchina possono trasformarsi e rivelare aspetti nascosti del proprio carattere. Preferis-co pensare che non tanto di spericolatezza si trattasse, ma di espressione di un aspetto del suo carattere tenuto di solito sotto controllo: la voglia di conoscere, vivere e sapere (quella che lui ha poi chiamato «curiosita »), l’effervescenza intellettuale, il mai del tutto appagato desiderio di allargare la geografia delle sue letture, dei suoi viaggi e delle sue esplorazioni di sempre nuove aree dell’attivita umana, di nuovi luoghi e continenti.

Il vuoto che Segre lascia dietro di se e grande per gli amici, gli allievi, per tutta la comu-

nita intellettuale non solo italiana, ma lo e , in particolare, e difficilissimo da colmare, per

la moglie Maria Luisa, alla quale deve andare il nostro pensiero.

Fonte: http://dev.ilmanifesto.info/una-effervescenza-intellettuale/

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20 aprile 2014

22 aprile 2014

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24 aprile 2014

24 aprile 2014

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Fonte:

http://www.gate-germany.de/fileadmin/bilder/Expertenwissen/Laenderprofile/Laenderprofil_Italien.pdf

Visualizzato il 4 novembre 2014

maggio 2014

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Lake Como Festival

Giraud al piano

Il pianista Bertrand Giraud che domani

terrà un concerto a Villa Vigoni a Menag-

gio

Una passeggiata musicale tra i capolavori dei grandi

compositori nella bella cornice di Villa Vigoni a La-

veno di Menaggio.

E la proposta del “Lake Como festival” che, domani

pomeriggio alle 18, portera nella splendida dimora

lariana il pianista francese Bertrand Giraud.

Un repertorio molto interessante: dopo due brani di

Franz Liszt, “3 sonnets de Petrarque” e gli “Etudes

transcendantales” 1 e 11, avra inizio la “Promenade

d’un musicologue e clectique”. Firmata dal pianista e

compositore Jean Françaix, comprende omaggi a Ha-

endel, Chopin, Scarlatti, Ravel, un “piccolo omaggio

alla musica contemporanea” e ad Adoph Adam.

Giraud e tra i principali divulgatori dell’opera di Françaix, autore prolifico, ma poco

noto da questa parte delle Alpi mentre in Francia, dove ha vissuto e lavorato per tutto il

Novecento distinguendosi anche come autore di colonne sonore per un regista im-

portante come Sacha Guitry. Il programma sara completato da tre partiture di un altro

autore francese da riscoprire: Emmanuel Chabrier di cui il pianista proporra “Feuillet

d’album”, “Caprice” e “Scherzo valse”.

In oltre quindici anni di carriera, ha inciso numerosi dischi e si e esibito con successo in

tutto il mondo dimostrando grande eclettismo.

Come e consuetudine nella manifestazione, prima del concerto, alle 17, sara anche pos-

sibile effettuare una visita guidata alla villa che, normalmente, non e aperta al pubblico,

al costo di 10 euro. I biglietti per il concerto, invece, costano 15 euro (ridotti a 12 per

chi si presenta in coppia).

I prossimi appuntamenti del “Lake Como festival” a Villa Vigoni prevedono le “Bach

trails” del pianista Maurizio Baglini e della violoncellista Silvia Chiesa il 20 giugno, “…

entre el suspiro y la fiesta” con Antonio Soria il 10 settembre, e, infine, “1790 – 1820”

con Antonio Piricone il primo ottobre.

21 maggio 2014

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Ma la manifestazione, come sa il suo affezionato pubblico internazionale, e itinerante. A

Como, in Casa Volta, nella centralissima piazza dedicata allo scienziato, suonera la stessa

Sacchi, direttore artistico della manifestazione organizzata da Amadeus Arte.

Il 6 giugno la sua “Electric nature” suggerira nuone sfumature arpistiche. Villa Del Soldo ad Alzate Brianza per il violoncello del fiorentino Jacopo Francini il 7 settembre.

Il flautista tedesco Klaus-Peter Riemer sara affiancato dalla Sacchi per un originale doppio concerto dedicato ai bambini al Museo del cavallo giocattolo di Grandate il 14 settembre: prima il recital vero e proprio e a seguire un incontro musicale con le famiglia..

Il clarinettista Claudio Mansutti e la pianista Federica Repini saranno nel salone Musa del Carducci il 21 settembre per un matine e. Due, infine, i concerti a Palazzo Volpi, quello dell’arpista Annie Challan il 28 settembre, e quello conclusivo per il festival il 5 ottobre con gli “Electric counterpoints” del chitarrista Francesco Cuoghi (info: www.lakecomofestival.com).

© riproduzione riservata

Fonte:

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cultura%20e%20Spettacoli/lake-como-festival-giraud-al-

piano_1059539_11/

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Recensione a „Klassiker neu u bersetzen. Zum Pha nomen der Neuu bersetzungen

deutscher und italienischer Klassiker.“ di Barbara Kleiner, Michele Vangi, Ada Vigli-

ani (Hg.), Collana di Villa Vigoni Impulse, Franz Steiner Verlag, Stuttgart 2014.

Neue Stimmen fu r die Klassiker Ein deutsch-italienischer Sammelband zum Problem der Neuu berset-zung von Petrarca bis Musil und Pavese

Von Olaf Müller

Was ein klassischer Text ist, ha ngt zu einem bedeutenden Teil auch davon ab, von welcher Quali-ta t die U bersetzungen sind, in der diese Texte Lesern, die der Sprache des Originals nicht ausrei-chend ma chtig sind, zur Verfu gung stehen. Hinter dieser nur scheinbar banalen Feststellung ver-birgt sich eine Fu lle von Problemen, die von linguistischen Fragen bis zu o konomischen U berle-gungen der Verlage reichen. Bei welchen Autoren wagt man eine kostspielige Neuu bersetzung, obwohl etablierte U bertragungen, eventuell sogar in Taschenbuchausgaben, bereits vorliegen? Mit welchen sprachlichen Argumenten la sst sich ein solches Unternehmen rechtfertigen? Am Bei-spiel von gro ßtenteils in den letzten zwanzig Jahren entstandenen, neuen U bersetzungen deut-scher und italienischer „Klassiker“ wie Kleist, Benn, Droste-Hu lshoff oder Musil bzw. Petrarca, Manzoni, Nievo, Ungaretti, Pirandello oder Pavese untersucht der von drei erfahrenen U berset-zern herausgegebene Band wichtige Aspekte dieses Pha nomens.

Eine bekannte Feststellung ist, dass U bersetzungen schneller altern als die Originale. Allein das ist ein triftiges Argument fu r die regelma ßige U berpru fung der Gu ltigkeit etablierter U bersetzun-gen. Doch in vielen Fa llen geht es nicht nur um Alterserscheinungen, sondern auch um handfeste Ma ngel schon lange zirkulierender Fassungen. Ein wichtiges Merkmal vieler Neuu bersetzungen ju ngeren Datums sowohl im Italienischen als auch im Deutschen ist daher, dass die Ausgaben oft mit einem umfangreichen philologischen Apparat versehen sind, der von Anspruch und Umfang her bisweilen schon in die Na he dessen gelangt, was fu r das Original eine historisch-kritische Ausgabe leisten kann. Beispiele hierfu r sind die neue italienische Kleist-Ausgabe, deren Heraus-geberin Anna Maria Carpi den vorliegenden Band ero ffnet, oder die deutschen U bersetzungen Ippolito Nievos von Barbara Kleiner, von denen man ohne U bertreibung sagen kann, dass sie ei-nen der wichtigsten italienischen Romanciers des 19. Jahrhunderts zum ersten Mal in einer dem Original angemessenen deutschen Fassung pra sentieren.

A hnliches gilt fu r die neue U bersetzung von Alessandro Manzonis Promessi sposi („Die Brautleu-te“), die Burkhart Kroeber, einer der bekanntesten deutschen U bersetzer aus dem Italienischen, im Jahr 2000 mit einem ausfu hrlichen Kommentar versehen vorgelegt hat. Kroeber ist ebenfalls unter den Autoren des Bands vertreten, der sich u berhaupt dadurch auszeichnet, dass er einige der zur Zeit wichtigsten deutschen und italienischen U bersetzer und U bersetzungsspezialisten zu Wort kommen la sst.

Giugno 2014

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In einem eigens dem Problem der Lyrik-U bersetzung gewidmeten Abschnitt a ußern sich Karl-heinz Stierle und Michael von Killisch-Horn zu ihren deutschen Versionen von Petrarca und Ungaretti, wa hrend Camilla Miglio und Michele Vangi die italienische U bersetzungsgeschichte von Gottfried Benn und Annette von Droste-Hu lshoff nachzeichnen. Die mehrba ndige deutsche Ungaretti-Ausgabe von Killisch-Horn und Angelika Baader, die ab 1991 erschienen ist, bietet ein weiteres Beispiel fu r den gestiegenen philologischen Anspruch, mit dem viele U berset-zungsunternehmen in den letzten Jahrzehnten auftreten. Die zweisprachige deutsche Ausgabe von Ungarettis Lyrik war bis zum Erscheinen einer u berarbeiteten italienischen Gesamtausga-be im Jahr 2009 vollsta ndiger als die bis dahin vorliegenden italienischen Editionen, da sie auch das franzo sischsprachige Fru hwerk und Ungarettis Selbstu bersetzungen nahezu komplett erfasste.

Reim und Rhythmus als die Besonderheiten, durch die sich viele lyrische Texte von Prosa un-terscheiden – Burkhart Kroeber erinnert daran, dass Alessandro Manzoni fu r besonders dra-matische Passagen in seinem Roman bisweilen auf den Elfsilbler, das popula rste italienische Versmaß fu r Lyrik und Drama, zuru ckgreift –, stellen die U bersetzer von gebundener und ge-reimter Sprache vor das grundsa tzliche Problem, ob auch die U bersetzung diese Merkmale ent-halten sollte, oder ob eine mo glichst wort- und syntaxgetreue Prosau bersetzung nicht die an-gemessenste Lo sung sein ko nnte. Als Friedhelm Kemp und Wolfgang Drost vor vierzig Jahren im Hanser-Verlag die große zweisprachige Baudelaire-Ausgabe begonnen haben, entschieden sie sich fu r die Prosalo sung, die vor allem die Funktion einer Lesehilfe fu r das Original haben sollte. Hans Magnus Enzensberger hatte sich schon 1960 in seinem Museum der modernen Poe-sie gegen diese Lo sung ausgesprochen, da auch die Ü bersetzung eines Gedichts immer noch deutlich machen mu sse, dass es sich beim Ausgangstext um ein Gedicht handele. Karlheinz Stierle erla utert mit a hnlichen Gru nden, warum er sich bei seinen Petrarca-U bertragungen fu r eine gereimte Fassung entschieden habe, obwohl damit die Treue zu Wortlaut und Syntax des Originals nicht immer durchzuhalten gewesen sei. Die Bedeutung des Reims bei der Lyriku ber-setzung sieht Stierle darin, dass der Reim zu den „Unverzichtbarkeiten“ geho re, die aus dem „Intensita tszentrum des Gedichts selbst hervorgehen“. Auch wenn der Reim jeweils an die „Zufallskonstellationen gebunden [ist], die die lautliche Konkretheit einer Sprache bereitstellt“, muss er deshalb zumindest in Entsprechungen wiedergegeben werden. Im Fall von Petrarcas Rerum vulgarium fragmenta (dem sogenannten „Canzoniere“) wird die Bedeutung des Reims als Merkmal von Dichtung nach der Antike außerdem gleich im ersten Vers des Eingangsso-netts hervorgehoben, wenn das nachfolgende Werk insgesamt unter dem Oberbegriff der „rime sparse“, der ‚verstreuten Reime‘ zusammengefasst wird.

Die Abwa gung zwischen Treue zum Reim und Treue zu Wortlaut und Syntax ist auch fu r die italienischen Fassungen der Gedichte Gottfried Benns und von Annette von Droste-Hu lshoffs „Geistliches Jahr“ eine entscheidende Frage, wie Camilla Miglio und Michele Vangi zeigen. Im Falle Benns kommt dazu noch ein Dezenzkriterium, das noch 1954 in einer wichtigen Auswahl-ausgabe zum Ausschluss von Texten fu hrt, die dem U bersetzer und Herausgeber Leone Traver-so als fu r italienische Ohren zu wenig lyrisch und harmonisch erscheinen. Miglio weist außer-dem auf die Bedeutung von Hugo Friedrichs „Struktur der modernen Lyrik“ hin, das bereits 1958, zwei Jahre nach der deutschen Ausgabe, in italienischer Ü bersetzung vorlag und fu r die Kanonisierung Benns in Italien als Vertreter der modernen europa ischen Lyrik eine erhebliche Wirkung gezeitigt habe.

Michele Vangi pla diert in seinem Beitrag u ber Annette von Droste-Hu lshoffs „Geistliches Jahr“,

das er mit Manzonis „Inni Sacri“ vergleicht, fu r eine vollsta ndige italienische U bersetzung die-

ses fu r ein italienisches Publikum bislang nur in Auszu gen vorliegenden Werks. U berhaupt sei

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der Status der Droste in Italien, wie Vangis U berblick u ber die Rezeptionsgeschichte zeigt, von dem eines „Klassikers“ noch ein wenig entfernt, aber vielleicht ko nnte eine italienische Version dieses religio sen Langgedichts sie dem ja na her bringen.

Der Abschnitt zur Prosau bersetzung bietet Beitra ge zu den deutschen Fassungen von Manzonis Promessi sposi,von Ippolito Nievos Confessioni di un italiano (Die Bekenntnisse eines Italieners), von Cesare Paveses Prosaschriften sowie zu den italienischen U bersetzungen von Musils Mann ohne Eigenschaften. Verfasst sind diese jeweils von den Ü bersetzern der aktuellsten Ausgaben dieser Texte (Burkhart Kroeber fu r Manzoni, Barbara Kleiner fu r Nievo, Ada Vigliani fu r Musil und Maja Pflug fu r Pavese). Treue zur Syntax ist das Prinzip, dem sich Burkhart Kroeber dabei ausdru cklich verpflichtet fu hlt, und in einem Vergleich seiner eigenen U bersetzung von Manzonis Roman mit einigen der mindestens fu nfzehn vorhergehenden deutschen Fassungen fu hrt er vor, was das bedeutet. Kroeber na hert sich damit dem an, was Cesare De Marchi in einem einleiten-den Beitrag als die Imitation einer Bewegung der Worte des Originals mit den Worten der Ziel-sprache bezeichnet hatte, die nicht den Versuch bedeute, identische Worte in der Zielsprache zu finden.

Am Beispiel der italienischen Autoren, die in italianistischen Lehrveranstaltungen der letzten dreißig Jahre an deutschsprachigen Universita ten am ha ufigsten behandelt wurden, fu hrt Micha-el Ro ssner noch ein weiteres bedenkenswertes Kriterium fu r die Kanonbildung ein. Doch handelt es sich bei den universita r kanonisierten Autoren um einen „Club der toten Dichter“, wie Ro ssner sagt, in den auch außerhalb des universita ren Unterrichts so bekannte Namen wie Umberto Eco oder Andrea Camilleri noch keinen Eingang gefunden haben. Insgesamt illustrieren alle Beitra ge die eingangs angesprochene Bedeutung von U bersetzungen fu r die Kanonisierung literarischer Texte. Die Neuu bersetzung wa re dann ein wichtiges Kriterium fu r die Frage, welche Werke je-weils aktuell noch dazu geza hlt werden oder in welche Richtung der Kanon sich eventuell vera n-dert oder erweitert.

Ein Beitrag aus der Komparatistik-Redaktion der Universität Mainz

Fonte:

http://www.literaturkritik.de/public/rezension.php?rez_id=19365

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17 giugno 2014

Arrigo Boito con il suo maestro

Giuseppe Verdi

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Politisches Bildungsforum Bremen

"Deutsch-italienische Begegnungen am Comer See" Konrad Adenauer wählte Cadenabbia am Comer See zwischen 1957 und 1966 zu seinem Ferienort und ver-brachte ab 1959 regelmäßig seine „Arbeitsurlaube“ in der Villa La Collina, heute internationale Begegnungsstätte der Konrad-Adenauer-Stiftung und mittlerweile von der Bundesrepublik Deutschland als „Gedenkstätte von na-tionaler Bedeutung” anerkannt. Dort führte der Bundeskanzler viele Ge-spräche mit deutschen und internatio-nalen Gesprächspartnern und bereite-te in entspannter Atmosphäre politi-sche Richtungsentscheidungen vor. Das Politische Bildungsforum Bremen ging hier mit 21 Teilnehmern in einem Studien-seminar der Frage nach den deutsch-italienischen Beziehungen in Geschichte und Ge-genwart nach; diese wurden in Form von Vortra gen, Besichtigungen und Gespra chen pra sentiert und diskutiert sowie anhand von Filmdokumentationen illustriert. Fu r die europa ische Geschichte und Kultur ist der Comer See eine beispielhafte Region fu r wichtige Beziehungen zwischen Deutschen und Italienern. Die Region hat bedeutende Baumeister, Ku nstler und Dichter hervorgebracht. Von hier kam auch die Familie Brentano, aus der die Dichter Clemens und Bettina von Brentano hervorgegangen sind. Hier lebte zeitweilig Leonardo da Vinci, Giuseppe Verdi, Stendhal, Lord Byron, Franz Liszt; aber auch der Kaufmann und Mäzen Heinrich Mylius aus Frankfurt, auf dessen Wirken das heutige Deutsch-Italienische Zentrum Villa Vigoni zurück-zuführen ist. Dr. Christiane Liermann Traniello, wissenschaftliche Referentin in der Villa Vigo-ni, vermittelte bei ihrer Fu hrung durch die Villa Vigoni und den Garten den einmaligen Eindruck von einer deutsch-italienischen kulturellen Symbiose, wie sie sich in der Ge-schichte der Familie Mylius-Vigoni manifestiert.

17 giugno 2014

Peter Dettmar, Generalkonsul der Bundesre-

publik Deutschland in Mailand

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Fonte: http://www.kas.de/bremen/de/publications/38086/ Visualizzato il 4 novembre 2014

Die Generalsekretärin des Deutsch-Italienischen Zentrums Villa Vigoni , Prof. Dr. Immacolata Amodeo, behandelte unter dem Thema „Literatur im deutsch-italienischen Diskurs“ am Beispiel des Sonetts als literarischer Gattung - vom Hofe Friedrichs II. u ber Petrarca, Andreas Gryphius und Rainer Maria Rilke bis zu Robert Gernhardt - und an eini-gen Beispielen der Prosa-Gattungen Drama bzw. Roman die deutsch-italienischen literari-schen Beziehungen und stellte dar, wie die gattungsspezifischen, inhaltlichen und sprach-lichen Ebenen von einer Literatur in die andere wanderten und zu einer vielfa ltigen Ver-netzung kultureller Art fu hrten. Als Quintessenz resu mierte Amodeo, dass eine kulturelle Bru cke wesentlich fu r die Identita t Europas sei.

[...]

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3 luglio 2014

Achim Freyer

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4 luglio 2014

Avi Avital

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12 luglio 2014

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13 luglio 2014

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Vigoni Lecture con il Ministro delle finanze Wolfgang Scha uble sul tema:

Un’unione per il XXI secolo. Una buona costituzione per l‘Europa

16. Juli / 16 luglio 2014

Vigoni Lecture mit Finanzminister Wolfgang Scha uble zum Thema

„Eine Ünion fu r das 21. Jahrhundert. Wie Europa in gute Verfassung kommt“

Amb. Michael Gerdts, Presidente di Villa Vigoni Wolfgang Scha uble, Ministro federale delle Finanze

Wolfgang Scha uble, Ministro federale delle Finanze

Wolfgang Scha uble e Michael Gerdts con la Prof.ssa Immacolata Amodeo, Segretario Generale di Villa Vigoni

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Il giornalista Rai Gennaro Pellino ha realizzato un servizio sulla Lecture, trasmesso dal TG3 del 17 luglio (edizione delle 12:00).

Der RAI-Journalist Gennaro Pellino berichtete am 17. Juli über die Lecture in der Nach-richtensendung TG3.

17 luglio 2014, 12:00

“Ci fidiamo di Matteo Renzi. Ha vinto le elezioni europee spiegando agli italiani la ne-cessita delle riforme, e la massima garanzia.” Wolfgan Scha uble sottolinea il pro-gramma ambizioso del governo italiano e scherza sul fatto che Renzi abbia paragonato l´Unione Europea ad una zia petulante: “Si sa”, dice Scha uble, “nelle famiglie italiane le zie sono piu ascoltate dei genitori”. “E la cancelliera”, aggiunge, “mi ripete sempre quanto stretti siano ora i rapporti con l`Italia”. Il Ministro delle Finanze ha parlato a Berlino, ad una iniziativa organizzata dall´Associazione Italo - Tedesca Villa Vi-goni. “Non e il caso che un ministro tedesco giudici i programmi di altri”, ha detto, “ma credo che ad ottobre vedremo nuovi risultati. In ogni caso l´Italia non ha un problema di deficit, ha una grande potenzialita economica, puo risolvere il problema debito con le riforme.” Ha ribadito ancora una volta che non c´ e bisogno di cambiare il patto di stabilita , e gia abbastanza flessibile, bisogna solo adoperarsi per trovare investimenti privati ed essere creativi per utilizzare i soldi gia a disposizione. “Con il mio collega Padoan”, ha concluso Scha uble, “c´e piena identita di vedute”.

link all’edizione del TG3 :

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5643bfb4-b7a4-417a-a04c-24b9fc494e27-tg3.html

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Fonte:

http://www.wiwo.de/politik/europa/europa-der-zukunft-schaeubles-vision-vom-ende-des-

nationalstaats/10214242.html

Visualizzato il 4 novembre 2014

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22 luglio 2014 31 luglio 2014

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4 agosto 2014

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[...]

[...]

Fonte:

http://www.faz.net/aktuell/feuilleton/buecher/eine-lektuere-von-mein-kampf-war-adolf-hitler-ein-guter-

schriftsteller-13079495.html

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2 settembre 2014

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10 settembre 2014

9 settembre 2014

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sehepunkte 14 (2014), Nr. 9

Stiftung Berliner Schloss: Rekonstruktion am Beispiel Berliner Schloss aus kunsthistorischer Sicht Die Frage nach der Rekonstruktion des Berliner Schlosses wurde seit der Wiederverei-nigung ebenso kontrovers wie emotional debattiert. Insbesondere in Fachkreisen der Denkmalpflege und der Architektur waren dabei die Fronten radikal gespalten. [1] Die Parole des beru hmten deutschen Kunsthistorikers Georg Dehios aus dem Jahr 1905 - "konservieren, nicht restaurieren" [2] - fu hrten Schlossgegner ins Feld, um, ein Credo der denkmalpflegerischen Praxis wachrufend, den Wiederaufbau als "Neubau" zu de-nunzieren. In der stark ideologisch polarisierten, nicht selten auf "Dogmen" (29) ge-stu tzten Diskussion sahen manche das Zeichen "einer Machtergreifung der Gefu hle u ber den Verstand". [3] Zweifelsohne verweist sie auf die gesellschaftlich-politische Be-deutung eines der symboltra chtigsten Bauprojekte des wiedervereinigten Deutsch-lands, das die Frage nach dem neuen Selbstbild Berlins als staatsrepra sentative Haupt-stadt und Metropole thematisiert. Spa testens die am 4. Juli 2002 mit großer Mehrheit verabschiedete Bundestagsentscheidung, die Neubebauung des Schlossplatzes an die Kubatur des ehemaligen Schlosses anzupassen und dabei drei der Fassaden wieder zu errichten, la sst die nationalpolitische Dimension des Projektes hervortreten.

Der vorliegende Band 2 aus der Reihe "Villa Vigoni im Gespräch", der die Beiträge namhafter, zum Teil eng mit dem Wiederaufbauprojekt verbundener Wissen-schaftler aus Architektur, Denkmalpflege, Kunstgeschichte und Schlösserverwal-tung zusammenführt, will dezidiert zur Entscha rfung des emotionalen Gehalts der De-batte beitragen, indem die Frage der Schlossrekonstruktion unter deren technischen Aspekten angegangen wird, bzw. das "konkrete 'Wie' der Rekonstruktion der barocken Fassaden des Berliner Schlosses auf eine wissenschaftlich solide Grundlage gestellt werden" soll (9). Dieser methodisch orientierte Ansatz, der die politische Dimension der Rekonstruktion in den Hintergrund ru ckt, mu ndet in der Aufstellung von 10 Thesen als praktischer Leitfaden zur Wiederaufbauarbeit. Fu r diesen wissenschaftlichen und methodischen Horizont werden andere Schlosswiederaufbauprojekte (Mu nchner Resi-denz, Palast der Großfu rsten von Litauen in Vilnius, Ko nigsschloss in Warschau) in ver-gleichender Perspektive betrachtet, sowie Standpunkte von Fachleuten anderer euro-pa ischer La nder herangezogen. Hiermit steht die Berliner Schlossrekonstruktion para-digmatisch (wie im Titel des Bandes klar postuliert) fu r das allgemeine Problem der Wiedererrichtung von Denkma lern, insbesondere von Schlo ssern, wie es sich nach dem zweiten Weltkrieg europaweit gestellt hat.

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Die Vereinigung von Standpunkten aus unterschiedlichen Fachrichtungen sowie anderen nationalen Erfahrungshorizonten sorgt fu r eine vielseitige Beleuchtung der Berliner Schlossrekonstruktion. Die Darstellung der Wiederaufbauerfordernisse, mit denen sich Staaten und Gesellschaften nach 1945 europaweit konfrontiert sahen - Verarbeitung von Geschichte, bzw. Neugestaltung identita tsstiftender Orte -, hilft, Verschiebungen und Wandlungen in der Wahrnehmung von "Authentizita t" und "Alterswert" sowie ideologi-sche Hintergru nde denkmalpflegerischer Ansa tze zu erkennen (116). Hiermit wird ein kritischer, relativierender Blick auf die Geschichte der Disziplin ero ffnet (49-54; 63-71), der insbesondere klar hervortreten la sst, inwiefern die Verwissenschaftlichung von Denkmalpflege seit dem 19. Jahrhundert die Sta rkung von Expertenautorita t herbeige-fu hrt hat. Vor diesem Hintergrund stellt dieser Band die Frage nach der Vereinbarkeit von fachmotivierten gestalterischen Eingriffen in das historische Stadtbild und dem Empfinden einer Gesellschaft, die den identita tsstiftenden Charakter eines Ortes emotio-nal erlebt (49-50; 64). Die Auffassung, dass die Schlossrekonstruktion "an Traditionen knu pft und [...] neue begru nden" wird (11), kann in diesem Sinne als Versuch gesehen werden, die Kluft zwischen Experten und Gesellschaft zu u berbru cken und die kulturelle Bedeutung der Wiedererrichtung als Grundlage eines zivilgesellschaftlichen Konsens zu betonen.

Die Heranziehung anderer Schlosswiederaufbauprojekte bildet eine Grundlage fu r me-thodische und technische Herangehensweisen an die Rekonstruktion der Berliner Schlossfassaden, sie birgt aber auch das Risiko, die Schlossrekonstruktion zu einem ge-nerischen Aufgabengebiet der Denkmalpflege zu erheben und somit die Spezifizita t des Berliner Falles zu verwa ssern. Die nationalpolitische Bedeutung und insbesondere deren Ru ckwirkung auf die denkmalpflegerische Aufgabe werden hierbei ausgeklammert. In dieser Hinsicht stellt sich die Frage nach der Tragfa higkeit eines Vergleiches, z.B. mit der Mu nchner Residenz, deren staatsrepra sentativer Charakter lediglich von regionaler Be-deutung ist.

Das Stadtschloss als Beitrag zur Erhebung Berlins zur kosmopolitischen Kulturmetropo-le wird dezidiert unterstrichen, ohne die nationalen Hintergru nde dieser Vorstellung na -her zu hinterfragen. Bezieht man sich nochmals auf ein Leitwort Georg Dehios - "wir konservieren ein Denkmal nicht, weil wir es fu r scho n halten, sondern weil es ein Stu ck unseres nationalen Daseins ist" [4] -, so stellt die Betonung der nationalpolitischen Be-stimmung von Denkmalpflege doch die Frage, inwiefern gerade die a sthetischen und technischen Maßnahmen zur Errichtung der Schlossfassaden einen Schlossplatz als "neuen nationalen Identifikationsort" erschaffen. [5]

Der große Verdienst dieses Bandes liegt vielmehr in der Auslotung und Abgrenzung des Aufgabengebietes der Denkmalpflege. Insbesondere die kunsthistorisch-technischen Schwierigkeiten, die eine Wiedererstehung des Berliner Schlosses "in seinen drei Fassa-den und mit dem Schlu terhof" stellt, werden differenziert unter die Lupe genommen. Im Hinblick auf die Frage, welcher historische Planungszustand als Grundlage der Hof- und Außenfassadenwiederherstellung herangezogen werden soll, wird untersucht, "was ge-nau zu den rekonstruierenden Elementen geho rt und was nicht" (141). In diesem Zu-sammenhang wird auch die pra zise Erwa gung der Wiederaufbautechniken und deren

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Auswirkung auf das Fassadenbild ero rtert. Hiermit erschließt sich dem Leser eine kri-tische und dynamische Haltung gegenu ber der denkmalpflegerischen Praxis, die deut-lich macht, dass die Fassadenwiederherstellung nicht mit Gestaltung einer Stadtkulisse - einer bildlichen Fiktion - gleichgesetzt werden kann.

Anmerkungen:

[1] Ü.a. Gerhard Henke-Bockschatz: Der Nachbau des Berliner Schlosses. Ein Lehrstu ck u ber den o f-fentlichen Umgang mit Geschichte, in: Kultur, Politik und O ffentlichkeit: Festschrift fu r Jens Flemming, hg. v. Dagmar Bussiek, Kassel 2009, 527-541; Hannes Swoboda: Der Schlossplatz in Berlin. Bilanz einer Debatte, Berlin 2002.

[2] Georg Dehio: Denkmalschutz und Denkmalpflege im 19. Jahrhundert. Rede zur Feier des Geburtsta-ges Sr. Majesta t des Kaisers, Straßburg 1905, Andruck in: Kunsthistorische Aufsa tze, Berlin / Mu nchen 1914, 264ff.

[3] Bruno Flierl: "Ü ber den Beschluss, große Teile der Schlossfassaden zu rekonstruieren", in: http://www.akh.de/baukultur/architektur-macht-schule/gebaute-geschichte/besondere-bauten-besondere-orte/stadtschloss-berlin/b-flierl-ueber-den-beschluss-grosse-teile-der-schlossfassade-zu-rekonstruieren/ (zuletzt gesehen am 20.7.2014).

[4] Georg Dehio: a.a.O., 268.

[5] Beate Binder: Vom Preußischen Stadtschloss zum Humboldt-Forum: Der Berliner Schlossplatz als neuer nationaler Identifikationsort, in: Rekonstruktionen des Nationalmythos? Frankreich, Deutsch-land und die Ukraine im Vergleich, hg. v. Yves Bizeul, Go ttingen 2013, 99-210.

Rezension u ber:

Stiftung Berliner Schloss: Rekonstruktion am Beispiel Berliner Schloss aus kunsthistorischer Sicht. Er-gebnisse der Fachtagung im April 2010. Essays und Thesen (= Impulse - Villa Vigoni im Gespra ch; Bd. 2), Stuttgart: Franz Steiner Verlag 2011, 172 S., ISBN 978-3-515-09826-7, EÜR 22,00

Rezension von:

Elsa Vonau Centre Marc Bloch, Berlin

Empfohlene Zitierweise: Elsa Vonau: Rezension von: Stiftung Berliner Schloss: Rekonstruktion am Beispiel Berliner Schloss aus kunsthistorischer Sicht. Ergebnisse der Fachtagung im April 2010. Essays und Thesen, Stuttgart: Franz Steiner Verlag 2011, in: sehepunkte 14 (2014), Nr. 9 [15.09.2014], URL: http://www.sehepunkte.de/2014/09/19935.html

Aufgerufen am 4. November 2014

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Report on the Symposium held at Villa Vigoni,

18-20 September

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25 settembre 2014

A Villa Vigoni il Forum Italo-tedesco per studenti By OGI Osservatorio on 2014/09/25 Europa, Germania e Italia

A Villa Vigoni, Centro italo-tedesco per l’eccellenza europea, si è svolta la terza edi-zione del Forum che vede coinvolti studenti italiani e tedeschi in dialogo su temi di interesse europeo. Quest’anno il dibattito si è incentrato sul ruolo dell’Università in Europa e sulla mobilità internazionale. Irene Fornari, membro di OGI, era tra i partecipanti del Forum, svoltosi dal 14 al 17 settembre 2014.

La Villa Vigoni e la cornice ideale per il Forum italo – tedesco per studenti, organizzato dalla Professoressa Immacolata Amodeo, Segretario Generale di Villa Vigoni, dal Dottor Julian Stefenelli e dal Professor Michele Vangi. Lo scopo dell’iniziativa, nell’ambito della quale quest’anno e stata anche firmata una convenzione tra Villa Vigoni e l’Universita degli Studi di Milano, e portare studenti italiani e tedeschi a dialogare apertamente su temi di rilevanza europea, come l’Universita e lo scambio accademico. Perche , se da citta-dini del futuro siamo proiettati sempre piu verso una dimensione paneuropea e inter-nazionale, il dialogo diretto fra le nazioni resta il fulcro di qualsiasi passo avanti nel futu-ro, e quello italo – tedesco non fa eccezione. Noi studenti siamo stati i veri protagonisti dei dibattiti svoltisi nella sala delle conferen-ze: dagli interventi dei rettori e dei professori invitati a confrontarsi con noi e scaturito un dibattito molto libero su temi quali l’identita prettamente europea dell’Universita , il processo di Bologna (1999) e i cambiamenti che esso ha portato nei diversi sistemi uni-versitari europei, l’esperienza all’estero fatta attraverso l’Erasmus o attraverso altri pro-grammi di mobilita internazionale . Ci siamo confrontati portando ad esempio le nostre

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esperienze dirette, le nostre conoscenze e le nostre diverse capacita , molto varie poiche gli studenti partecipanti provengono da percorsi di studio diversi, oltreche da ambienti culturali e linguistici diversi. L’idea vincente dell’iniziativa e quella di aver creato uno spazio comune, una piattaforma in grado

di incentivare l’educazione e la formazione tra pari, al di fuori degli schemi accademici classici; anche l’utilizzo molto libero delle due lingue, italiana e tedesca, ha rappresentato un fattore fondamentale di incontro e di scambio.

In tempi di individualismo e solitudine crescenti (cui non sono estranee le nuove tecnolo-gie e le nuove modalita di contatto digitale) e stato importante avere la possibilita di co-noscersi direttamente per scambiarci riflessioni e desideri personali. Spero che il dialogo non si arresti e che il ponte, per quanto piccolo, gettato tra i due paesi attraverso iniziati-ve di questo genere possa divenire piu solido e permettere un passaggio di persone, idee e progetti continuo e arricchente per il futuro.

A Villa Vigoni, sul Lago di Como, la storia delle relazioni italo-tedesche si perpetua da due secoli con continuita , in un angolo di paradiso terrestre dove il tempo sembra sospeso. Acquistata nel 1829 da Enrico Mylius, imprenditore di Francoforte stabilitosi a Milano, mecenate e cultore delle arti (era amico di Cattaneo, Manzoni e Gothe), la bella villa di Me-naggio, paesino affacciato sul ramo occidentale del lago, e arrivata di generazione in gene-razione a Ignazio Vigoni. Nel 1983 Ignazio Vigoni, ripercorrendo idealmente le orme dell’avo, ha donato la villa al governo tedesco federale perche ne facesse un centro di pro-mozione delle relazioni italo – tedesche ‘in prospettiva europea e internazionale’.

Un contributo di Irene Fornari, Redattrice nell’Osservatorio sulle relazioni tra Germania e Italia (OGI).

Fonte:

http://kas-acquedotto.it/villa-vigoni-il-forum-italo-tedesco-per-studenti/

Visualizzato il 4 novembre 2014

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25. September 2014

Deutsch-Italienisches Studentenforum in der Villa Vigoni By OGI Osservatorio on 2014/09/25 Europa, Germania e Italia

In der Villa Vigoni, dem Deutsch-Italienischen Zentrum für europäische Exzellenz, fand zum dritten Mal das „Forum“ statt, während dem sich italienische und deut-sche Studierende über Themen rund um Europa austauschen. In diesem Jahr ging es um die Rolle der Universitäten in Europa und die internationale Mobili-tät. Unsere OGI-Redakteurin Irene Fornari, hat an der Tagung vom 14. bis 17. Sep-tember teilgenommen.

Die Villa Vigoni ist die ideale Begegnungssta tte fu r das deutsch-italienische Studentenfo-rum, zu der Prof. Immacolata Amodeo, Generalsekreta rin der Villa Vigoni, Dr. Julian Ste-fenelli und Prof. Michele Vangi eingeladen hatten. Ziel der Initiative ist es, deutschen und italienischen Studierenden die Mo glichkeit zu geben, offen u ber Themen von europa i-scher Relevanz zu diskutieren.

Auch wenn wir als Bu rger der Zukunft immer mehr in Richtung einer gesamteuropa i-schen und internationalen Dimension gefu hrt werden – der direkte Dialog zwischen den Nationen bleibt doch Schwerpunkt jedes weiteren Schrittes in die Zukunft. Der deutsch-italienische Dialog ist hier keine Ausnahme.

Die Studierenden waren die Protagonisten bei den Diskussionen in den Konferenzra u-men: Auf Grundlage der Diskussionsbeitra ge der eingeladenen Rektoren und Professo-ren[1] hat sich unter uns eine sehr offene Diskussion u ber Themen wie die „typische“ europa ische Universita t, den Bologna Prozess seit 1999 und seine Vera nderungen auf

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die verschiedenen europa ischen Hochschulsysteme entwickelt. Weitere Themen waren Auslandserfahrungen im Rahmen von Erasmus und anderen internationalen Mobilita ts-programmen[2]. Hier konnten wir unsere eigenen, perso nlichen Erfahrungen einbrin-gen und von unseren Kenntnissen und Fa higkeiten profitieren, die sehr unterschiedli-cher Natur waren: Wir kamen nicht nur aus verschiedenen Studienrichtungen, sondern auch aus heterogenen Kulturkreisen und Sprachra umen.

Das Ziel dieser großartigen Initiative ist es, einen Raum des gemeinsamen Austausches zu schaffen. Eine Bu hne, die in der Lage ist, die Bildung und Ausbildung auf gleicher Au-genho he zu fo rdern – außerhalb der klassischen akademischen Institutionen; der offene Gebrauch beider Sprachen, der deutschen und der italienischen, war ein fundamentaler Bestandteil des Treffens und des Austausches. In Zeiten der Individualisierung und zu-nehmender Einsamkeit (sicher auch hervorgerufen durch neue Technologien und neue digitale Kontaktmo glichkeiten) ist es wichtig, die Mo glichkeit zu haben, sich direkt ken-nenzulernen, um perso nliche Eindru cke und Anliegen auszutauschen. Ich hoffe sehr, dass der Dialog weitergefu hrt wird und die Bru cke zwischen unseren beiden La ndern gefestigt wird – insbesondere durch solche Initiativen, die einen kleinen Beitrag leisten.

In der Villa Vigoni am Comer See verbinden sich seit zwei Jahrhunderte die Geschichte der deutsch-italienischen Beziehungen mit Kontinuita t. Die Villa liegt an einem Ort, der einem Paradies auf Erden gleicht. Das Anwesen wurde im Jahr 1829 von Enrico Mylius erworben, einem Unternehmer aus Frankfurt, der sich in Mailand niederließ. U ber den Ma zen und Kunstliebhaber (er war ein Freund von Cattaneo, Manzoni und Goethe), wur-de die scho ne Villa in Menaggio, ein Dorf am westlichen Arm des Sees gelegen, von Gene-ration zu Generation an Ignazio Vigoni innerhalb der Familie weiter vererbt. Jener Ig-nazio Vigoni vermachte die Villa, ganz im Sinne seiner Vorfahren, im Jahr 1983 der deut-sche Bundesregierung, mit der Bitte, aus ihr ein Zentrum der Begegnung fu r die deutsch-italienischen Beziehungen mit “europa ischer und Internationaler Ausrichtung” zu schaf-fen.

Ein Beitrag von Irene Fornari, Redakteurin im Observatorium der deutsch-italienischen Be-ziehungen (OGI). Übersetzt von Manuel Hermann.

[1] Frau Prof. Dr. Eva Heidbreder von der Üniversita t Du sseldorf, Herr Prof. Dr. Thomas Rommel, Leiter des Bard College in Berlino, Herr Prof. Walter A. Lorenz, Leiter der Uni-versita t Bolzano, Herr Prof. Markus Pyka von der Franklin Universita t Lugano und Herr Dr. Gianluca Vago, Leiter der Universita t Mailand. Weiterhin zwei Vertreter der ESN-Organisation (Erasmus Student Network) aus Deutschland und Italien, Markus Dietze und Gian Lorenzo Montina.

[2] Das Ergebnispapier mit den Debattenbeitra gen wird auf der Internetseite der Villa Vigoni unter http://www.villavigoni.it/ vero ffentlicht.

Quelle:

http://kas-aquaedukt.de/deutsch-italienisches-studentenforum-der-villa-vigoni/

Aufgerufen am 5. November 2014

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1 ottobre 2014

30 settembre 2014

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Ottobre 2014

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Im Interview: Michael Gerdts

„Der Global Table erweitert unsere Plattform immens“

27.10.2014 | BMW Stiftung | Ressourcen und Sicherheit

Der 2nd BMW Foundation Global Table findet Ende Oktober in der Villa Vigoni statt, einem binationalen Ver-ein am Comer See. Das Deutsch-Italienische Zentrum für Europäische Exzellenz steht für Völkerverständi-gung und den Dialog der Kulturen. Der Präsident der Villa Vigoni Michael Gerdts erklärt im Interview das Konzept dieses Ortes.

Was ist die Idee hinter der Villa Vigoni?

Die Villa Vigoni ist eine deutsch-italienische Einrichtung, die von beiden Staaten finanziell getragen wird. Zusätzlich gibt es eine Reihe von Sponsoren und Organisationen, die diese Einrichtung als Plattform nutzen. Wir bringen in unserem Haus Deutsche mit Italienern zu-sammen und diese mit Europäern. Denn die Villa heißt ja: Deutsch-Italienisches Zentrum für Europäische Exzellenz. Diese Institution ist ziemlich einzigartig; die Bundesrepublik hat mit keinem anderen Staat eine solche Beziehung. Wir institutionalisieren den Dialog zwi-schen Deutschland und unseren italienischen Freunden. Und das auf höchster Ebene. Gerade erst hat Bundesfinanzminister Wolfgang

Schäuble bei Ihnen über die Zukunft der Europäischen Union gesprochen.

Das ist der Vorzug der Villa Vigoni. Neben politischen Kontakten zwischen den Regierun-gen stehen wir das ganze Jahr über mit einem breiten Dialogangebot zur Verfügung. Schwerpunktthemen sind Globalisierung, Wandel der Wirtschafts- und Finanzmärkte, Zu-kunft der Europäischen Union, Migrationsströme, aber auch neue Erkenntnisse in den Kul-tur- und Naturwissenschaften. Solche Themen diskutieren wir in Fachkonferenzen oder auch bei Journalistentreffen, zu denen regelmäßig deutsche und italienische Korrespon-denten zusammenkommen. Dies sind für uns wichtige Meinungsbildner und Multiplikatoren im deutsch-italienischen Verhältnis. Beschäftigen Sie sich auch mit Ressourcen und Sicherheit, dem Thema des BMW

Foundation Global Table?

In dieser unmittelbaren Fragestellung nicht, aber in Zusammenhang mit unseren Themen-bereichen Entwicklungen in Forschung und Wissenschaft sowie Globalisierung der Wirt-schaftsmärkte schon.

27 ottobre 2014

Michael Gerdts, Präsident

der Villa Vigoni

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Beim Global Table geht es nicht nur um die europäische Dimension, sondern um ei-nen besseren Dialog zwischen Europa und den neuen globalen Gestaltungsmächten.

Passt auch das in Ihr Konzept?

Das erweitert unsere Plattform immens, und darüber freue ich mich sehr. In der Villa Vigoni sehen wir die Welt nicht nur durch die deutsch-italienische Brille, sondern europäisch. Inter-national nimmt man uns als europäische Institution wahr, die weltweit Akteur und Hand-lungspartner ist. Und in diesem Sinne kommunizieren wir auch mit den Repräsentanten an-derer Regionen. Deshalb begrüße ich sehr, dass der BMW Foundation Global Table bei uns stattfindet. Das Format ist eine interessante Plattform, bei der die Welt zusammengebracht wird und ein internationaler Gedankenaustausch stattfindet über Probleme, die uns alle be-treffen – und für die es nur gemeinsame Lösungen, aber keine nationalen mehr gibt.

Teil des Designs jedes Global Table ist ein inspirierendes Umfeld in einer möglichst natürlichen Umgebung. Wie würden Sie den Genius Loci der Villa Vigoni beschrei-

ben?

Wir diskutieren alle Fragen in einer langfristigen Dimension, hetzen nicht dem Tagesge-schäft hinterher. Uns interessieren vielmehr die Hintergründe und wir suchen nachhaltige Lösungen. Die Villa Vigoni ist dafür ein perfekter Ort. nur eine gute Stunde von Mailand ent-fernt, in die bezaubernde Landschaft des Comer Sees gebettet. Das Anwesen bietet Räum-lichkeiten, in denen man fast meditativ zusammensitzen und die brausende Internetwelt zu-rücklassen kann. Es ist die Chance, sich ganz aufeinander zu konzentrieren, ohne die Ab-lenkungen der modernen Außenwelt.

Und das in historischem Ambiente.

Stimmt, die Villa Vigoni besteht aus mehreren Gebäuden aus dem 18. Jahrhundert. Ur-sprünglich war es die Sommerresidenz eines reichen Bankiers und Kaufmanns aus Frankfurt am Main, der nach Mailand umgesiedelt war. Einer seiner Nachfahren, Ignazio Vigoni, hat die Villa der Bundesrepublik als sein Erbe vermacht mit der Auflage, sie als Ort der deutsch-italienischen Begegnung zu nutzen. Wir haben die Villa gemeinsam mit der italienischen Re-gierung zu einem Zentrum für europäische Exzellenz weiterentwickelt. Das Interview führte Maja Heinrich.

Fonte:

http://www.bmw-stiftung.de/menschen-ideen-positionen/im-interview-michael-gerdts/

Visualizzato il 4 novembre

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11 novembre 2014

Kultur und Management

Villa Vigoni: Gewalt, kulturelles Gedächtnis und Transkulturalität

von Dagmar Reichardt

Goldene Herbstidylle und Themen wie Gewalt und kulturelle Konflikte – wie passt das zusammen?

Antwort: Es ist der Traum eines jeden Geisteswissenschaftlers! Mitten in einem 5 Hektar großen, romantischen

und mit gepflegten Blumenbesta nden, Jahrhunderte alten Ba umen und weißen Marmorbu sten verzierten botani-

schen Park in Norditalien hat man vom oberen klassizistischen Geba ude des historischen Villa-Vigoni-Komplexes

nicht nur einen malerischen Blick auf den Comer See und die gegenu berliegende Bergsilhouette. Es liegen einem

auch zwei mit modernster Technik ausgestattete Tagungsra ume zu Fu ßen, hinter deren geschlossenen Tu ren die

Vortra ge und Diskussionsrunden stattfinden, die das Institut unter der A gide renommierter Experten wie Histori-

ker, Rechts- und Kulturwissenschaftler, Neurologen oder politische Entscheidungstra ger aus aller Welt, vornehm-

lich jedoch aus Deutschland und Italien, veranstaltet.

Irgendwo zwischen einem Studientag zum Thema „Klavierdidaktik am Comer See von Felix Mendelssohn

Bartholdy bis Ennio Cominetti“ und der ja hrlich abwechselnd in Deutschland und Italien stattfindenden „Vigoni

Lecture“ – diesen Sommer von Finanzminister Wolfgang Scha uble zum Thema „Eine Union fu r das 21. Jahrhun-

dert. Wie Europa in gute Verfassung kommt“ in Berlin gehalten – findet sich zwischen den gut 50 Veranstaltungen,

die Anfang Oktober 2014 bis dato auf dem Programm stehen, auch das „Villa Vigoni Gespra ch“ u ber „Italien: Ge-

walt, kulturelles Geda chtnis und Transkulturalita t (1990-2014)“ wieder.

Das ist fu r dieses deutsch-italienische Zentrum gewiss kein aus dem Rahmen fallendes Kongressthema. Schaut

man aber einmal genauer hin, so ero ffnen sich einem u berraschende Einblicke. Zuna chst ist da die Expertenrunde,

die sich in dem von der deutschen Architektin Barbara Jakubeit fast avantgardistisch modernisierten und zeitge-

ma ß technisierten Veranstaltungssaal mit vier Dolmetscherkabinen, einem aus dem Boden heraus mittig im Kon-

ferenzraum aufgestellten Videobildschirm und einer von einer Empore aus jederzeit verfu gbaren Technikerin

versammelt hat: U ber Gewalt, kulturelles Geda chtnis und Transkulturalita t in der zeitgeno ssischen italienischen

Literatur und Kultur referieren und diskutieren fast ausschließlich Frauen. Nur zwei der insgesamt 18 geladenen

europa ischen Fachvertreter unterschiedlicher Disziplinen sind Ma nner.

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Quotenma nner wu rde sie hier dennoch bestimmt keiner nennen. Denn das seit einem guten Vierteljahrhundert

ta tige Wissenschafts- und Kulturinstitut Villa Vigoni e.V. ist ein auf traditionsreiche Geschichte zuru ck blickender,

von der deutschen und der italienischen Regierung getragener Verein, nach einem Mann benannt (Don Ignazio

Vigoni), von ma nnlichen Politikern gegru ndet (1986 von Hans-Dietrich Genscher und Giulio Andreotti) und seit

1987 durchga ngig von fu nf ma nnlichen Generalsekreta ren geleitet. Bis vor zwei Jahren. Seitdem gibt hier eine

Generalsekreta rin den Ton an und flicht in alte Seilschaften neue Zo pfe mittels eines hochwertigen Programms,

das von Summer Schools, Konzerten, Deutschkursen und Journalistenrunden, u ber die deutsch-italienische Aufar-

beitung des II. Weltkriegs, bis zu Workshops u ber den aktuellen Stand der medizinischen Forschung sowie aktuel-

le Kunst-, Bildungs- und Migrationsthemen reicht.

Die erste Frau an der Spitze der „Villa“, die Vergleichende Literaturwissenschaftlerin und gebu rtige Kalabrierin

Immacolata Amodeo von der Jacobs University Bremen, fu hrt nicht nur innovative Themen ein, wie etwa die Pro-

grammeinheit „Migration in Geschichte und Gegenwart“, in der u.a. die Tagung zur Transkulturalita t figuriert. Im

hohen Norden Italiens ist diese sprachgewandte, weltoffene und kommunikationsfreudige Leiterin schlichtweg

ein Glu cksfall fu r das „Deutsch-italienische Zentrum fu r europa ische Exzellenz“, das sich den Herausforderungen

einer globalisierten Zukunft von einzelnen, starken und solidarischen Partnerschaften in einem neuen Europa

stellt: Nachdem Europa den Nationalstaat im 19. Jahrhundert gewissermaßen ‚erfunden’ hat, lo sen sich hier im 21.

Jahrhundert nun dessen Grenzen symbolisch auf – zwischen Deutschland und Italien einerseits, und andererseits

zwischen den deutsch-italienischen Beziehungen und dem europa ischen Kulturengeflecht.

Symptomatisch fu r die Gewa hrleistung dieses Auftrags sind sowohl das in der ehemaligen lateinischen Lingua

franca gehaltene Originalmosaik mit dem Schriftzug „Salve“ in der etwas bergab gelegenen historischen Villa

Garovaglio-Ricci aus dem 18. Jahrhundert, das den Kongressteilnehmer auf einer Schwelle des innen kernsanier-

ten Veranstaltungstraktes freundlich begru ßt, als auch die italienische Ku che, mit der der Verein seine Besucher

in der zweiten Hauptvilla verko stigt: Im „Statuensaal“ – der „Sala delle statue“ – in der oberen Villa Mylius-Vigoni

kommen die Teilnehmer zu Mahlzeiten und Empfa ngen zusammen und fru hstu cken mit Aussicht auf den Comer

See hinter den Fensterscheiben dieses Herrenhauses, das als klassisches Beispiel einer großbu rgerlichen Villa der

Lombardei im 19. Jahrhundert gilt. Die selbst in den Schlafzimmern nicht fehlenden Bilder, Kunstscha tze und Anti-

quita ten, die malerische Umgebung, die zweisprachige Betreuung, der an die Villa Vigoni angrenzende Senagra-

Naturpark sowie der nahe gelegene Golfplatz von Menaggio mit spektakula rem Panorama suggerieren erstklassi-

ge Gastlichkeit fernab vom Stress des Berufsalltags und sorgen in der Kombination eines familia ren Ambientes

und hoher Professionalita t fu r ein entspanntes Arbeiten.

Ist man hier erst einmal angekommen – was, wie fast u berall an den scho nen Flecken Italiens auf Grund der Topo-

graphie und Infrastruktur des Landes, etwas dauern kann – garantiert der Arbeitsaufenthalt in diesen zwei der

scho nsten historischen Villen rund um den Comer See eine außergewo hnliche Berufserfahrung. Das aus der Mode

gekommene Gefu hl der Muße, der Genuss eines anregenden Fachgespra chs, der inspirierende Rahmen fu r das

Knu pfen neuer beruflicher Kontakte und die Erfahrung, als einer von durchschnittlich 2.500 Ga sten pro Jahr wie

in einem Museum zu wohnen und in den mit stilvollen, alten Mo beln eingerichteten Zimmern zu schlafen, hat auch

geistig etwas von einer Enklave: Gerade weil die Villa eher schwer erreichbar und etwas abseits gelegen ist, ko n-

nen der Austausch u ber Fachthemen der Kultur, Wissenschaft und Bildung sowie die Begegnungen im Haus in

einer geschu tzten und wenig sto ranfa lligen Atmospha re stattfinden.

Freilich muss man zuna chst einige Hu rden nehmen, um an diesen durch sensibelste Alarmtechnik gut gesicherten

Ort zu gelangen: entweder als gebetener Gast auf Einladung oder auf der Basis eines von den Kooperationspart-

nern der Villa gefo rderten Projekts. Fu r alle anderen Interessenten bietet die binationale Einrichtung regelma ßig

o ffentliche Fu hrungen durch die Ha user und Gartenanlagen sowie verschiedene Kulturveranstaltungen an, die

sich an ein breites Publikum richten. Das Latein ist als Wissenschaftssprache la ngst durch das Englische abgelo st,

der dritten Sprache, in der die Villa Vigoni arbeitet: In unserem Fall des Gemeinschaftsprojekts von vier europa i-

schen Universita ten u ber Italiens Konfliktkultur und deren transkulturelle Auspra gungen in der Literatur, Spra-

che, Geschichte, Politik und Kunst nicht nur im Land selber, sondern auch im europa ischen und außereuropa i-

schen Raum, ist das Kolloquium von der Deutschen Forschungsgesellschaft DFG gefo rdert worden.

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Das innovative Tagungsformat der DFG setzt sich von dem u blichen Vortrags- und Diskussionsschema ab und fu r

eine dialogische und kolloquiale Gespra chskultur in der Wissenschaft ein. Wa hrend andere diesja hrige Themen

der Villa Vigoni im Rahmen der DFG-gefo rderten Tagungen einem „Euro-workshop“ oder der „Green Economy“

gewidmet sind, bringt im kulturwissenschaftlichen Kontext die Transkulturalita t die Anliegen der Zukunft aus

a sthetisch-literarischer Sicht auf den Tisch. Die Impulsreferate kreisten um die Pluralita t von Kulturen, um Migra-

tion, In- und Exklusionsstrategien, Friedensfragen, kulturelle Traumen, Intersektionalita t und Solidarita t, um Dis-

kurse der Nachhaltigkeit, Verbundenheit, Vernetzung und Dezentralisierung, und verbanden Fallstudien zu

Machtdiskursen, Genderfragen und Intermedialita t mit der historischen Vergangenheit und internationalen Posi-

tionierung Italiens.

In den lebhaften Diskussionen bildeten Italien und die Kulturen anderer Mitgliedstaaten der EU insofern eine

exemplarische Einheit fu r ein europa isches Miteinander, dass Italien und dessen Begegnungen und Verflechtun-

gen mit anderen Kulturen sowohl auf der Ebene des Inhalts (bezogen auf die vorgestellten Fallstudien) als auch

auf der Ebene der kritischen Rezeption (aus der Teilnehmerrunde kam ein Gast aus der Tu rkei) Europa als eine

„einzigartige Welt“ reflektierten, wie es eines von Amodeos programmatischen Schwerpunktthemen vorsieht. Als

Leiterin des Hauses nahm diese nach der Schlussrunde der Tagung – die jedenfalls deutlich machte, dass mit der

zweiten Veranstaltung in Folge zum Thema Italien und Transkulturalita t die Forschung noch ganz am Anfang

steht und sich eher neue Fragen gebildet hatten als dass die zu Kongressbeginn gestellten beantwortet waren –

u berrascht einen Blumenstrauß von den vier Organisatorinnen und Sektionsleiterinnen entgegen: Blumen habe es

fu r sie seit ihrem Amtsantritt noch nie gegeben.

Zu erkla ren sind der frische Wind und die neue Art der Umsetzung der Vorgaben und Ideale der Villa Vigoni nur

durch einen fundamentalen Wechsel der Direktion, einen relativ guten Personalschlu ssel und vor allem durch ei-

nen Teamgeist, wie ihn die Villa Vigoni zuvor noch nie gepra gt hat, die – auch zwangsla ufig durch den ihr auferleg-

ten politischen und wissenschaftlichen Anspruch – seit jeher als eher elita r galt und gilt. Fu hrungstechnisch

scheint sich in der Villa Vigoni jedenfalls gerade eine Quadratur des Kreises zu vollziehen. Eine Verju ngungskur ist

in das Haus eingezogen, die sowohl dem Verein als auch Frau Prof. Dr. Amodeo sehr gut zu Gesicht stehen. Keine

Frage, diese Frau hat Nehmerqualita ten, was ihr Wirken aber so einnehmend und u berzeugend macht, sind ihre

Geberqualita ten.

Geben und Bewegen ist fu r Immacolata Amodeo, die seit Beginn ihrer wissenschaftlichen Karriere selbst zu Migra-

tionsthemen und interkulturellen Beziehungen sowohl Deutschlands als auch Italiens extensiv geforscht und pu-

bliziert hat, ein fachliches und perso nliches Anliegen, das sie sowohl beim Auftakt und in der Abschlussdiskussion

dieser Villa-Vigoni-Veranstaltung als auch wa hrend ihrer aktiven Zeit an der privaten Jacobs Universita t in Bre-

men eindru cklich unter Beweis stellte. Die deutsch-italienische Verbundenheit dieses besonders vielseitigen, teil-

weise kontroversen und ho chst spannenden „Villa Vigoni Gespra chs“, das 2015 in Buchform erscheint, spiegelte

sich nicht nur darin wider, dass die Tagung im europa ischen Verbund u.a. von einer deutschen (Universita t Augs-

burg) und zwei italienischen Universita ten (in Rom) mit initiiert worden war und zudem einen Kongress fortsetz-

te, der 2012 bereits an der Universita t Wu rzburg ausgetragen worden war und nun in der Villa Vigoni auf italieni-

schem Boden stattfand.

Die Emanzipation der kulturellen Analyse ist es vielmehr, die Amodeo exemplarisch vorantreibt, indem der

deutsch-italienische Dialog ebenso selbstbewusst wie weitsichtig auf europa ischer Ebene gefu hrt und die beiden

ungleichen, doch historisch eng zusammen geho rigen Kulturra ume Deutschlands und Italiens wie selbstversta nd-

lich im europa ischen Exzellenzverbund gesehen werden. Im Sehnsuchtsland der Deutschen – Italien – und in ei-

nem Haus – der Villa Vigoni –, das von einer Italienerin geleitet wird, findet die fast perfekte Symbiose einer ge-

meinsamen Kulturgeschichte statt, die nicht nur die Authentizita t, das Charisma und die einschla gige Fachkompe-

tenz Amodeos, sondern auch die historische Figur des Julius Mylius, die eng mit der Villa verbunden ist, jeweils in

Personalunion verko rpern: Im romantischen Garten rund um die Villa Mylius-Vigoni, die Julius Mylius’ Vater, der

erfolgreiche Frankfurter Seidenfabrikant Heinrich Mylius (1769-1854), wa hrend einer Gescha ftsreise am Comer

See entdeckte und 1829 als Sommerresidenz und zugleich landwirtschaftlichen Betrieb erwarb, erinnert noch

heute ein „Tempelchen“ – „Tempietto“ – an diese Symbolfigur.

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Nach dem Kauf der Villa legte Heinrich Mylius eine wertvolle Kunstsammlung in seinem norditalienischen Haus am

See an und empfing hier, wie in den gehobenen Kreisen gut situierter Kaufleute damals u blich, befreundete Ku nst-

ler, Politiker, Unternehmer und Bankleute als seine Ga ste, unter ihnen lombardische Kultur- und Politikergro ßen

wie Vincenzo Monti, Alessandro Manzoni oder Massimo D’Azeglio. Auch Julius Mylius hielt sich als einziger Sohn

des Heinrich Mylius’ und dessen Ehefrau, der gebu rtigen Friederike Schnauss, ihres Zeichens Malerin und zuvor

Hofdame bei der Großherzogin Anna Amalia, gerne hier auf. Sein Vater Heinrich lernte u ber die Kontakte seiner

Frau und den Hof des Großherzogs Karl August keine Geringeren als Schiller, Wieland und Goethe perso nlich ken-

nen. Tatsa chlich war es Heinrich Mylius, der Goethe mit Manzoni und die italienische Kultur in Deutschland vor gut

150 Jahren nachhaltig bekannt machte.

1830 ereilte das Ehepaar dann der Schicksalsschlag: Ihr einziger Sohn Julius (1800-1830) verstarb kurz nachdem

er die Maila nder Aristokratentochter Luigia Vitali geheiratet hatte. In Erinnerung an den geliebten Sohn und um

seine Trauer zu u berwinden, um Trost in der Kunst und Vertrauen zum go ttlichen Willen zu finden, gab der Vater

Heinrich Mylius 1831 beim Architekten Gaetano Besia den besagten „Tempietto“ im klassizistischen Stil in Auftrag

und bat den bekannten Bildhauer Pompeo Marchesi 1832, das marmorne Relief „Julius’ Tod“ fu r dessen Innenraum

anzufertigen, das hier noch heute zu sehen ist: Es stellt Julius’ Sterbeszene dar. Wa hrend der junge Mann auf einer

Liege und in den Armen seiner frisch angetrauten Frau Luigia ruht, die er mit seinem linken Arm umschlingt, ha lt er

mit seiner rechten Hand die Hand seiner Mutter, wa hrend sein Vater Heinrich sich zum Abschied vorbeugt und ihm,

hinter seiner Ehefrau Friederike stehend, ebenfalls die Hand entgegen reicht. Das Zentrum des Reliefs bildet die

waagerechte, sich fast kreisfo rmig schließende Linie der Ha nde dieser vier eng miteinander verbundenen Familien-

mitglieder, deren Gesichter authentische Zu ge tragen.

Tro stliche Worte des Dichters Alessandro Manzoni zieren die Außenseite des „Tempelchens“ und ein weiteres Reli-

ef, „Nemesis“ von Bertel Thorvaldsen, gegenu ber der Sterbeszene illustriert die Weisheit jener go ttlichen Figur der

Nemesis, der zu Folge ein transzendentales Gleichgewicht die zyklischen Lebensphasen wie das Rad eines Wagens

charakterisiert: Glu ck – U berfluss – Unglu ck – Not. Die Witwe von Julius Mylius heiratete in zweiter Ehe einen en-

gen Mitarbeiter ihres Schwiegervaters, namens Ignazio Vigoni, und erbte von Heinrich die Villa. Dem spa teren En-

kelsohn dieses Paares, Ignazio Vigoni junior (1905-1983), ein passionierter Kunst- und Gartenfreund, fiel letztlich

das Anwesen am Ende dieser Abstammungslinie zu. Da der Urenkel von Heinrich Mylius kinderlos blieb, vermachte

er seine beiden Villen und Grundstu cke in familia rer Verbundenheit zur deutschen Kultur und in Erinnerung an die

Gespra che, die er mit Konrad Adenauer, der seine Sommerferien in der nahegelegenen Villa La Collina in Cadenab-

bia verbrachte, im April 1964 gefu hrt hatte, testamentarisch der deutschen Bundesrepublik, um auf dem Areal ein

deutsch-italienisches Zentrum zu errichten – die Villa Vigoni.

Geistig gesta rkt und kulturell bereichert reist so noch heute jeder Wissenschaftler nach der Arbeit wieder leichte-

ren Herzens gen Norden. In der stimulierenden Arbeitsatmospha re der Villa Vigoni trifft Entspannung auf Anre-

gung, Natur auf Kultur, Familientradition auf Spitzenforschung. Hier reichen sich im 21. Jahrhundert Deutschland

und Italien auf Augenho he und auf ganz neue, europa isch parita tische und akademisch a ußerst produktive Art die

Hand.

In diesem Paradies mit wechselvoller Geschichte darf gestritten werden! Gibt es ein scho neres Winterma rchen?

Fonte:

http://www.kultur-port.de/index.php/kunst-kultur-blog/kulturmanagement/10464-villa-vigoni-gewalt-kulturelles

-gedaechtnis-und-transkulturalitaet.html

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