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Neruda y la Generación del ‘27 La guerra nei poeti del ‘900 Rita Mazzotta

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Neruda y la

Generación

del ‘27

La guerra nei poeti del ‘900

Rita Mazzotta

Il progetto è stato proposto ad una classe formata da 20 alunni del secondo anno del liceo linguistico, come percorso di approfondimento su tematiche-chiave che potessero attirare l'interesse dei ragazzi.

L'obiettivo è stato quello di individuare le implicazioni umane sociali e letterarie che sottendono ad ogni guerra e in particolare alla guerra civile spagnola. Abbiamo iniziato con un brain-storming attraverso il quale evidenziare emozioni e sensazioni che ai ragazzi suggeriva il termine "guerra".

I caratteri fondamentali del periodo analizzato sono stati illustrati agli alunni in una lezione introduttiva di carattere storico-culturale. Sono poi stati analizzati alcuni versi significativi di Rafael Alberti e di Cesar Vallejo , che cercano di comunicare il loro impatto emozionale attraverso la poesia, elaborata a partire da materiali tratti dalla realtà che posteriormente si trasforma e si carica di pathos.

Essi si sono poi cimentati nell'analisi autonomamente condotta di una lirica di Neruda.

È stato loro richiesto di analizzarlo, mettendone in evidenza le peculiarità tematiche, lessicali e letterarie. Ciò ha consentito loro di cogliere il dramma vissuto dal poeta legato alla Spagna dalla sua esperienza come console e dall'amicizia con il gruppo della Generación del '27.

Le loro analisi sono state discusse in classe e, quando necessario, opportunamente integrate.

Premessa

Pablo Neruda è lo pseudonimo che Neftalì Ricardo Reyes scelse in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891), cantore della povera gente. Nacque a Paral, in Cile, nel 1904 e morì a Santiago nel 1973. Trascorse infanzia e prima giovinezza a Temuco, nell'estremo sud del Cile, dove il padre era ferroviere. Nel 1927 entrò in diplomazia, visse in oriente: Rangoon, Colombo, Batavia, Singapore. Assegnato al consolato cileno di Barcellona e poi a Madrid, nel 1934- 36, assistette alle vicende drammatiche della Spagna di quegli anni. Conobbe Lorca, Alberti e gli altri poeti della "generazione del '27". Impegnato nella guerra civile spagnola, dedicò alla Spagna martoriata un libro di affetto e di denuncia, "Spagna nel cuore" (España en el corazón, 1937) che insieme ad altri componimenti entrò a far parte della "Terza residenza" (Tercera residencia, 1947). "Explico algunas cosas", tratto da "España en el corazón", è una poesia contro la guerra che Neruda ha scritto in occasione della Guerra Civile in Spagna e descrive, prima, la bellezza della pace, col "barrio" madrileno allegro e operoso, pieno di suoni e di voci, di luci, colori e odori, e poi lo scoppio improvviso e dirompente della guerra col suo corredo di orrori, massacri, morte e distruzione.

Pablo Neruda

Explico algunas cosas

PREGUNTARÉIS: Y dónde están las lilas? Y la metafísica cubierta de amapolas? Y la lluvia que a menudo golpeaba sus palabras llenándolas de agujeros y pájaros? Os voy a contar todo lo que me pasa. Yo vivía en un barrio de Madrid, con campanas, con relojes, con árboles. Desde allí se veía el rostro seco de Castilla como un océano de cuero. Mi casa era llamada la casa de las flores, porque por todas partes estallaban geranios: era una bella casa con perros y chiquillos. Raúl, te acuerdas? Te acuerdas, Rafael? Federico, te acuerdas debajo de la tierra, te acuerdas de mi casa con balcones en donde la luz de junio ahogaba flores en tu boca? Hermano, hermano! Todo eran grandes voces, sal de mercaderías, aglomeraciones de pan palpitante, mercados de mi barrio de Argüelles con su estatua como un tintero pálido entre las merluzas: el aceite llegaba a las cucharas, un profundo latido de pies y manos llenaba las calles, metros, litros, esencia aguda de la vida, pescados hacinados, contextura de techos con sol frío en el cual la flecha se fatiga, delirante marfil fino de las patatas, tomates repetidos hasta el mar. Y una mañana todo estaba ardiendo y una mañana las hogueras salían de la tierra devorando seres, y desde entonces fuego, pólvora desde entonces, y desde entonces sangre. Bandidos con aviones y con moros, bandidos con sortijas y duquesas, bandidos con frailes negros bendiciendo venían por el cielo a matar niños, y por las calles la sangre de los niños corría simplemente, como sangre de niños. Chacales que el chacal rechazaría, piedras que el cardo seco mordería escupiendo, víboras que las víboras odiaran! Frente a vosotros he visto la sangre de España levantarse para ahogaros en una sola ola de orgullo y de cuchillos! Generales traidores: mirad mi casa muerta, mirad España rota: pero de cada casa muerta sale metal ardiendo en vez de flores, pero de cada hueco de España sale España, pero de cada niño muerto sale un fusil con ojos, pero de cada crimen nacen balas que os hallarán un día el sitio del corazón. Preguntaréis por qué su poesía no nos habla del sueño, de las hojas, de los grandes volcanes de su país natal Venid a ver la sangre por las calles, venid a ver la sangre por las calles, venid a ver la sangre por las calles!

Il poeta inizia dicendo: "Vi chiederete perchè non parlo di fiorellini, della bellezza della natura, ecc. ecc. come di solito fanno i poeti, ma io oggi voglio parlare d'altro.

Yo quiero explicar algunas cosas, voglio spiegare alcune cose che sono successe".

Neruda passa quindi a descrivere il quartiere di Madrid in cui aveva abitato, il "barrio de Argüelles", con la sua "casa dei fiori" e i suoi balconi pieni di gerani "divampanti" che ti riempiono gli occhi e la bocca di fiori fin quasi a soffocarti (la luce di giugno affogava fiori nella tua bocca), i tetti incastrati gli uni negli altri, i cani e i bambini che si rincorrono nei vicoli, il mercato straripante di merci (pane, olio, pesci, verdura), pieno di vita, di grida allegre, di odori e di colori (l'avorio delle patate, il rosso dei pomodori che lungo la strada in discesa arriva fino al mare).

Parla agli amici poeti, a Raúl, a Rafael (Alberti), a Federico (García Lorca) che non c'è più, fucilato dai franchisti nel 1936.

A loro chiede insistentemente "Ricordate? Ricordate com'era bello tutto ciò? Federico, lì sotto terra dove sei ora, ricordi ancora, fratello?"

Commento

http://www.youtube.com/watch?v=TfYu0wBCd-U

Se puede escuchar y ver el vídeo con la voz de Neruda en el siguiente enlace:

Elegia e celebrazione, "La Spagna nel cuore" è il grande poema della guerra civile spagnola, scritto da un poeta straniero che sentiva la Spagna come la patria della sua lingua, e che in Spagna era stato accolto con grande calore dai poeti della cosiddetta Generazione del '27, e in particolare da Rafael Alberti e da Federico Garcia Lorca. Dopo aver subito il fascino dell'incontro con la poesia spagnola, il poeta cileno viene travolto nell'appassionata vicenda della guerra civile: prende subito posizione a favore della Repubblica aggredita; è scosso dalla tremenda fucilazione di Lorca, e con Cesar Vallejo, un poeta peruviano, fonda il gruppo ispano-americano d'aiuto alla Spagna. La guerra civile determina un mutamento profondo nell'animo, nelle convinzioni, nella cultura, nella poesia del poeta: la sua è una vera e propria conversione al prossimo, e la sua poesia diviene quella de "l'uomo con gli uomini", cioè una poesia sociale e di lotta politica, di adesione e di repulsione rispetto al prossimo, di sostegno e di esecrazione, di speranza e di rabbia, d'azione. Quando, cessata la guerra civile e sconfitte le armi repubblicane, tanti spagnoli sono costretti all'esilio o finiscono morti fucilati o in carcere, quel "legame materno" con la Spagna si fa per Pablo drammatico, come una goccia di sangue che rimane indelebile. Se uno dei sentimenti più forti dell'anima moderna è quello di un continuo e cocente esilio di una imprecisata perdita esistenziale, la Spagna è stata per Neruda quella perdita, quell'esilio: un vuoto angoscioso e accorato.

España en el corazón

LA GENERACIÓN DEL ‘27

Generazione del ’27: nome coniato da Dámaso Alonso in un saggio del 1948

Una generazione poetica:

sono coetanei, nati nell’ultimo decennio dell’800 (il più vecchio è Salinas n. 1891, il più giovane Altolaguirre n. 1905)

molti sono andalusi

stretti lacci di amicizia

Residencia de Estudiantes

Hanno maestri comuni, primo fra tutti Juan Ramón Jiménez

Partecipano ad azioni comuni

LA GENERACIÓN DEL ‘27

Negli anni della Repubblica si produce un altro scisma all’interno della G27, un’altra “eresia”: la poesia impura, impegnata politicamente e socialmente.

LA GENERACIÓN DEL ‘36

1935: Pablo Neruda pubblica sulla rivista Caballo verde para la poesía un manifesto poetico intitolato “Para una poesía sin pureza” che dà origine ad un nuovo gruppo poetico noto come “Generazione del ’36” o “Generazione della Guerra Civile”

Quando si soffre così tanto senza dormire

e si ascolta come nel sangue transiti solo rabbia,

come dentro le ossa tremi l’odio risvegliato

e come nelle midolla arda continuamente la vendetta,

le parole in quei momenti non servono a nulla: sono parole.

Pallottole, pallottole.

Manifesti, articoli, commenti, discorsi,

nuvole di fumo perdute, nebbie stampate.

Che dolore di carte spazzerà via il vento!

Che tristezza d’inchiostro l’acqua cancellerà!

Pallottole, pallottole.

Ora soffro per quanto povera, meschina, triste

disgraziata e morta è una gola

quando dall’abisso del suo idioma vorrebbe

gridare ciò che non può, perché impossibile, e tace.

Pallottole, pallottole.

Sento questa notte le parole ferite a morte.

Nocturno Poesia umana ed impegnata – Rafael Alberti, “Nocturno”,

De un momento a otro

Cuando tanto se sufre sin sueño y por la sangre

se escucha que transita solamente la rabia,

que en los tuétanos tiembla despabilado el odio

y en las médulas arde continua la venganza,

las palabras entonces no sirven, son palabras.

Balas, Balas.

Manifiestos, artículos, comentarios, discursos,

humaredas perdidas, neblinas estampadas,

¡Qué dolor de papeles que ha de barrer el viento,

qué tristeza de tinta que de borrar el agua!

Balas, Balas

Ahora sufro lo pobre, lo mezquino, lo triste,

lo desgraciado y muerto que tiene una garganta

cuando desde el abismo de su idioma quisiera

gritar lo que no puede por imposible, y calla.

Balas, Balas

Siento esta noche heridas de muerte las palabras.

Este poema de Rafael Alberti refleja el evidente estado de desolación de un poeta que vio cómo los fusiles, los cañones y las bombas sustituyeron a los debates, los discursos, los libros… Porque como dice el poeta en los momentos en que sólo existe violencia, odio y asesinatos, las palabras están “heridas de muerte”.

Este poema muestra muy bien la angustia que siente el autor, al ver como las atrocidades dejan de lado a las letras, cambiando su vida normal.

En su estructura interna, el poema está organizado en tres partes:

✰ Primera Parte (estrofa 1ª y estribillo 1º, versos 1-6): El poeta señala el tema que trata en el poema y plantea su idea inicial: que el odio y la rabia hacen inútiles las palabras.

✰ Segunda Parte (estrofas 2ª y 3ª, estribillos 2 y 3): En esta parte, refuerza la tesis inicial con dos argumentos: el primero es que las palabras y los escritos de los periodistas y políticos son sustituidos por las armas. En el otro el poeta confiesa que le está pasando lo mismo.

✰ Tercera Parte (verso final): Conclusión o tesis final: las palabras están heridas de muerte.

Comentario de texto Poema de Rafael Alberti

“Nocturno”

¡Amado sea el que tiene hambre o sed, pero no tienehambre con que saciar toda su sed, ni sed con

quesaciar todas sus hambres!Cesar Vallejo

España, Aparta de mí este cáliz

En "España, aparta de mi este cáliz", se observa la posición del intelectual y su relación con un proceso revolucionario.Vallejo expresa, en este poema, el motivo de la revolución de una manera bella, la explotación del hombre por el hombre, un régimen que oprime a los campesinos y a los obreros.

Vallejo escribe para la esperanza, escribe en torno de un sueño que por poco tiempo fue realidad, "España, aparta de mi ese cáliz" es una invitación a continuar buscando esa España que se cae, esa España que un día convirtió a los hombres en HOMBRES.

http://www.youtube.com/watch?v=l8vx5TM38BY

¡Cuídate, España, de tu propia España!

¡Cuídate de la hoz sin el martillo,cuídate del

martillo sin la hoz!¡Cuídate de la víctima a

pesar suyo,del verdugo a pesar suyoy del

indiferente a pesar suyo!¡Cuídate del que,

antes de que cante el gallo,negárate tres

veces,y del que te negó, después, tres

veces!¡Cuídate de las calaveras sin las

tibias,y de las tibias sin las

calaveras!¡Cuídate de los nuevos

poderosos!¡Cuídate del que come tus

cadáveres,del que devora muertos a tus

vivos!¡Cuídate del leal ciento por

ciento!¡Cuídate del cielo más acá del airey

cuídate del aire más allá del cielo!¡Cuídate de

los que te aman!¡Cuídate de tus

héroes!¡Cuídate de tus muertos!¡Cuídate de

la República!¡Cuídate del futuro!...

¡Cuídate, España...!

El texto XIV de España, Aparta de mí este cáliz

es clave en el sentido de César Vallejo

El poema avanza en función de la iteración interjectiva “¡Cuídate...!”.

La apelación es a España y, fundamentalmente, hacia su futuro. Parece que en este anuncio delirante y doloroso de los peligros que acechan a España se manifiesta la especificidad del sueño revolucionario vallejiano.

En los versos inicial y final,

“¡Cuídate, España, de tu propia España!” y ¡Cuídate del futuro...!”,

se lee lo anterior; pero el estropicio de la máquina utópica, en cuanto ausencia de concreción del proyecto transformacional, hace visible el signo distintivo de la máquina revolucionaria, a saber, la revolución continua.

No existe triunfo o punto de llegada para la máquina utópica de la escritura vallejiana; el sueño que ella instala, sus acciones, su intensa acechanza a las formas de organización establecidas constituyen la naturaleza misma de su sueño. “¡Cuídate del futuro...!”, porque en él sólo reaparecerá este presente de lucha y deseo.

Es impensable para la máquina utópica revolucionaria de la escritura vallejiana la cesación de su movimiento, porque es éste quien intensifica y reafirma la vida.

Comentario de texto

Conclusiones

L'analisi dei testi ha spinto i ragazzi, divisi in gruppi, a condurre alcune riflessioni sui conflitti attualmente in corso, passando dall'analisi del passato a quella del presente.

Le riflessioni dei diversi gruppi sono state oggetto di confronto in classe.

L'esperienza si è rivelata nel complesso molto stimolante e positiva per il livello di partecipazione del gruppo-classe, che ha contribuito attivamente alla definizione e all'approfondimento della tematica.

A.S. 2012-2013