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Vincenzo Muggittu - HYPERcritical texts I PROBLEMI DI UN TESTO CRITICO DIGITALE limiti del linguaggio di codifica; limiti di elaborazione dei testi; limiti d’interfaccia

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I PROBLEMI DI UN TESTO CRITICO DIGITALE

● limiti del linguaggio di codifica;

● limiti di elaborazione dei testi;

● limiti d’interfaccia

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LIMITI DEL LINGUAGGIO DI CODIFICA XML-TEI

XML-TEI è ottimo per la digitalizzazione dei documenti,

ma è orientato verso singoli documenti, NON verso le edizioni critiche:

al massimo, TEI permette di digitalizzare edizioni critiche cartacee, ma non è concepito per fare

edizioni critiche “native digitali”.

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LIMITI DEL LINGUAGGIO DI CODIFICA XML-TEI

ESEMPI (1):● L’elemento TEI <gloss> è utilissimo per “fornire una glossa o definizione per qualche altra parola o gruppo di parole”, ma non può essere utilizzato per marcare un’antica “glossa” riportata da

un manoscritto;

● Viceversa, l’elemento TEI <addition> è utilissimo per la descrizione dei marginalia d’un singolo manoscritto, ma è

inutilizzabile quando s’ha bisogno d’inserire in un’edizione critica l’intero testo di tutti i marginalia riportati da tutti i manoscritti.

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LIMITI DEL LINGUAGGIO DI CODIFICA XML-TEI

Insomma, al momento XML-TEI non fornisce strumenti specifici per tracciare e gestire una distinzione chiara fra

● annotazioni dell’editore circa un singolo documento

● qualsiasi tipo di paratesti-marginalia attestati in più fonti diverse.

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LIMITI DEL LINGUAGGIO DI CODIFICA XML-TEI

ESEMPI (2):gestione dell’apparato critico: TEI permette di distinguere

chiaramente fra le varianti testuali riportate dai manoscritti (attributo @wit) e gli emendamenti/correzioni fatti da studiosi e/o testimoni (attributo @wit) e gli emendamenti/correzioni fatti da

studiosi e/o editori (attributo @resp),

● MA @resp mescola le correzioni “reali” con le letture proposte dai trascrittori diplomatici. Insomma, @resp mescola pericolosamente

proposte di lettura E correzioni vere e proprie.

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LIMITI DI ELABORAZIONE DEI TESTI

La storia insegna che le chiavi delsuccesso per la diffusione di testi e/o idee sono

● Semplicità,● Intuitività,

● Accessibilità.

Sfortunatamente, allo stato attuale l’elaborazione di testi critici non ha nessuna di queste chiavi:

● Né l’elaborazione di testi critici cartacei,

● Né l’elaborazione di testi critici digitali.

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LIMITI DI ELABORAZIONE DEI TESTI

Il lavoro dell’editore critico non è mai stato un banale “scrivi e stampa”!:

bisogna raccogliere, descrivere, analizzare, confrontare numerose fonti e fare molte scelte difficili.

E per chiunque voglia fare un’edizione critica digitale moderna, la situazione è ancora più complessa in quanto bisogna...

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LIMITI DI ELABORAZIONE DEI TESTI

1)Codificare la fonte: trascrivere tutti i dati in un codice di

linguaggio digitale (per es. HTML, linguaggi XML come TEI, TeXs...);

2)elaborare i dati - “data processing”: ordinare, collegare,

confrontare, manipolare i dati acquisiti in modo da ricavarne la migliore edizione critica possibile;

3)pubblicare - “desktop publishing”: impostare l’impaginazione, il

formato, ecc. – in generale, impostare la leggibilità della pubblicazione finale (cf. il software Adobe InDesign).

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LIMITI DI ELABORAZIONE DEI TESTI

Io ed i miei collaboratori crediamo che un software efficace per fare edizioni critiche, dizionari e simili

● non dovrebbe richiedere subito una conoscenza avanzata di linguaggi di programmazione;

● dovrebbe permettere un’elaborazione dei dati completa ma intuitiva e reader-oriented;

● dovrebbe mettere a disposizione un’interfaccia grafica (GUI) completa ma intuitiva, non solo per codificare ed elaborare i dati, ma anche per pubblicare e leggere il prodotto finale.

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LIMITI DI INTERFACCIA

Già la struttura classica dei testi critici cartacei è molto problematica: nel tentativo di trovare un compromesso fra completezza e brevità, gli editori

● o “eliminano” le fonti che loro ritengono deteriores (cioè meno importanti), perdendo molte informazioni riguardo alla tradizione del testo (similmente a ciò che succede nelle compressioni di dati digitali dette “lossy”, come le compressioni MP3 o JPG),

● o “gonfiano” l’apparato di sigla, annotazioni ed abbreviazioni fitte e sempre più difficili da decifrare.

Questi problemi affliggono sia gli apparati critici “positivi” che quelli “negativi”, ed affliggono persino approcci metodici molto diversi tra loro come l’approccio di Bédier (che privilegia una sola fonte ritenuta la migliore fra tutte) e l’approccio di Lachmann (che seleziona i testimoni migliori d’ogni “ramo” della tradizione, scartando qualsiasi testimone che sia ritenuto una copia.

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LIMITI DI INTERFACCIA

ESEMPI (ottimi come dottrina, “cattivi” come layout):

1) dall’ed. critica di Guglielmo da Ockham di F. Del Punta ( 2013)†

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LIMITI DI INTERFACCIAESEMPI (ottimi come dottrina, “cattivi” come layout):

2) Da http://www.sd-editions.com/

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LIMITI DI INTERFACCIAESEMPI (ottimi come dottrina, “cattivi” come layout):

3) Da http://euripidesscholia.org/

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LIMITI DI INTERFACCIAESEMPI (ottimi come dottrina, “cattivi” come layout):

4) http://nttranscripts.uni-muenster.de/AnaServer?NTtranscripts 0 start.anv+ +

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LIMITI DI INTERFACCIA

Noi riteniamo che la principale debolezza di queste interfacce consista in

un design pesantemente influenzato dalla struttura dei testi cartacei:

il limite di pensare alle pagine digitali come se fossero piatte pagine cartacee.

È il limite da cui è afflitta la stragrande maggioranza degli ebook odierni.

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UN TESTO CRITICO “NATIVO DIGITALE” DEVE...

Invece, un autentico testo critico “nativo digitale” deve avere le stesse proprietà fondamentali d’un buon ipertesto – ovvero, deve essere (1):1) chiaro e snello nel visualizzare le informazioni;2) intuitivo - se un utente vi vede una sigla,

un’abbreviazione o un’icona, queste devono fargli intuire facilmente i loro significati e/o funzioni;

3) “dinamico” (e non statico come il testo cartaceo), ovvero capace di mutare subito forma a seconda delle esigenze dell’utente;

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UN TESTO CRITICO “NATIVO DIGITALE” DEVE...

Un autentico testo critico “nativo digitale” deve essere soprattutto (2):4) event-driven, “gestito tramite eventi” - in parole povere,

deve reagire ad eventi come i click del mouse, il tocco delle dita sullo schermo, il trascinamento, lo scorrimento, lo swipe, ecc.;

NB: gli eventi devono innescare:➢ qualsiasi modifica al testo invocata da un editore,➢ e/o qualsiasi modifica di layout invocata da un lettore,➢ e/o qualsiasi visualizzazione di dati collegati-linkati,in modo appropriato e non arbitrario;

5) personalizzabile - la visualizzazione deve potersi adattare tanto ai livelli e necessità dell’utente occasionale, quanto dello studente in formazione, quanto dello specialista

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PASSI DELL’EVOLUZIONE (1)

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PASSI DELL’EVOLUZIONE (1)

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/

PRO CONTRO

permette di consultare intere opere gratuitamente

non dà un testo critico!

genera collegamenti con dizionari, traduzioni e commenti d’autore interni al database

le traduzioni che fornisce sono prive di un collegamento chiaro fra ogni traducente ed ogni tradotto

altamente configurabile; interfaccia che reagisce ad eventi

poco intuitivo; output troppo fitto e “piatto” – ancora troppo “simil-cartaceo”

pensato appositamente per la consultazione online

presuppone un server – infrastruttura poco adatta all’uso locale / offline

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PASSI DELL’EVOLUZIONE (2)

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PASSI DELL’EVOLUZIONE (2)

Diogenes(scaricabile da https://community.dur.ac.uk/p.j.heslin/Software/Diogenes/ )

PRO CONTRO

permette di consultare intere opere... … se si ha la licenza dei costosi cd di http://stephanus.tlg.uci.edu/ , che non danno un testo critico!!

riconosce le parole e genera collegamenti con dizionari interni al database

ma non collega a commenti e traduzioni

abbastanza configurabile; interfaccia che reagisce ad eventi in modo intuitivo

output sempre “piatto” – ancora troppo “simil-cartaceo”

facile da installare, pensato appositamente per la consultazione offline

ingombrante – presuppone l’installazione in background di PERL e di un server

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HYPER (-Critical Reader / Editor)

HYPER (-Critical Reader / Editor) è un framework pensato apposta per la visualizzazione ed il visual editing di testi critici e dizionari in qualsiasi lingua.

Consta di:1) una serie di piccole librerie che dialogano coi browser

più diffusi (Firefox, Chrome);2) una codifica apposita che rappresenta una

conversione e miglioramento del TEI (con cui HYPER mantiene la compatibilità).

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ESEMPI DI HTML HYPER-enhanced

Una semplicissima pagina HTML:HYPER-reader

Pagina di visual editing tramite form personalizzabili:HYPER-editor

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ESEMPI DI HTML HYPER-enhancedbody HTML del primo esempio:

body< >p ONLINE: br< > < >a onclick< ='insertWork.call(this,"http://www.muggysdigitallearning.info/","newhyp.json")' Platone, estratto del Fedro >

(con traduzione, apparato e paratesti) /a< >select name "select" id "select_lang" onchange "transldiv.innerHTML ''; addTranslSet.call(this.value); < = = = =

setEmphasTransl(transldiv.getElementsByTagName('A'));" /select br>< >< >a < onclick='insertWork.call(this,"http://www.muggysdigitallearning.info/","theaetetus-gr.xml")' Platone, Teeteto >

(integrale!) /a /p< >< >p OFFLINE: br< > < >a onclick< ='insertWork.call(this,"","newhyp.json")' Platone, estratto del Fedro (con traduzione, apparato e >

paratesti) /a< >br< >a onclick< ='insertWork.call(this,"","theaetetus-gr.xml")' Platone, Teeteto (integrale!) /a> < >/p /body< >< >

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ESEMPI DI MOBILE APP HYPER-enhanced

Un’app sperimentale per Android che permette di consultare agevolmente su tablet o smartphone i

più celebri dizionari di greco, latino, arabo:

Muggy's Dictionary Browser

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OLTRE XML-TEI: TEJSON

Il Text Encoding JSON è un’applicazione semantica del JSON. Sfrutta anzitutto una serie di vantaggi strutturali del JSON rispetto ad XML:

XML JSONrichiede una “dichiarazione di schema sintattico” avanzata in cima ad ogni suo file

non necessita affatto di definire preliminarmente nessuno “schema”

la sintassi di un XML si basa su un enorme elenco di elementi ed attributi rigidamente definiti

la sintassi di un JSON è basata “solo” su una gerarchia di oggetti “nidificati” (cioè incorporati l’uno nell’altro, come una matrioska), chiaramente distinti e totalmente personalizzabili, marcati semplicemente da [], {}, "", :, ,

la sintassi standard di un XML permette d’allegare certi tipi d’informazione solo dove il suo “schema” lo permette

la sintassi standard di un JSON è flessibilissima ma ben delineata: permette d’allegare un qualsiasi bit d’informazione quasi ovunque, ma senza rischi di confusione

spesso richiede una “trasformazione” elaborata da complessi “fogli di stile” (XSLT stylesheet) per generare un output leggibile

è pre-impostato come una serie di oggetti “nidificati”, variabili ed attributi che semplici comandi PHP o JS possono visualizzare DIRETTAMENTE nel browser come un vero ipertesto HTML, completo ed ulteriormente personalizzabile (per es., col CSS)

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OLTRE XML-TEI: TEJSON

Il Text Encoding JSON gode inoltre d’una serie di vantaggi specifici rispetto ad XML-TEI:● apparato critico più chiaro ed elastico● miglior supporto alle abbreviazioni● supporto linguistico molto migliore – TEJSON può

immagazzinare informazioni linguistiche, anche di diverse scuole linguistiche, per qualsiasi parola di qualsiasi testo (mentre il TEI consente tali funzioni solo per i dizionari)

● supporto alle traduzioni – sia a traduzioni in lingue diverse, sia a diverse traduzioni nella stessa lingua!

● miglior supporto ai paratesti / marginalia

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OLTRE XML-TEI: TEJSON

XML-TEI TEJSON

<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><?xml-model href="http://www.tei-c.org/release/xml/tei/custom/schema/relaxng/tei_all.rng" type="application/xml" schematypens="http://relaxng.org/ns/structure/1.0"?><?xml-model href="http://www.tei-c.org/release/xml/tei/custom/schema/relaxng/tei_all.rng" type="application/xml"schematypens="http://purl.oclc.org/dsdl/schematron"?>

<TEI xmlns="http://www.tei-c.org/ns/1.0"> <teiHeader> <fileDesc> <titleStmt> <title>Test</title> <author>John Doe</author> </titleStmt> <publicationStmt> <p><!-- supply publication information --></p> </publicationStmt><sourceDesc> <listWit> <witness xml:id="A">Aianus 39</witness> <witness xml:id="B">Bianus 185</witness> <witness xml:id="C">Cianus 1</witness> <witness xml:id="D">Dianus 54</witness> </listWit> </sourceDesc> </fileDesc> </teiHeader> <text> <body> <p>You<app><lem wit = "#A">are</lem><rdg wit = "#B">were</rdg></app>good</p> </body> </text></TEI>

{ "author": "John Doe", "title": "Test", "text": [ { "witness": [ {"A": "Aianus 39"}, { "B": "Bianus 185"}, {"C": "Cianus 1"}, {"D": "Dianus 54"} ] }, { "innerHTML": "you", "gramGrp": ["pronoun","personal","singular"] }, { "app": { "lem": [ { "innerHTML": "are", "gramGrp": ["present","indicative","active"] }, {"wit": [["Aianus 39"],["Bianus 185"],["Dianus 54","post ras."]]} ], "rdg": [ [ { "innerHTML": "were", "gramGrp": ["simple past","indicative","active"] }, {"wit": [["Cianus 1"]]} ] ] } }, { "innerHTML": "good", "gramGrp": ["adjective","personal","singular"] } ]}

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CONCLUDENDO...HYPER mira ad una nuova generazione di testi digitali avanzati, dotati di:portabilità e compatibilità - HYPER può essere installato in ogni sistema operativo ed essere utillizzato con i più diffusi browser;leggerezza - HYPER richiede uno spazio su disco veramente minimale;versatilità - l’interfaccia di HYPER può essere modificata in modo da adattarsi alle nostre esigenze;semplicità - HYPER elimina la necessità immediata di conoscere subito codici informatici avanzati;user-friendliness - HYPER aiuta offrendo metodi semplici per aggiungere, organizzare e leggere informazioni su ogni elemento del testo;un vero ipertesto critico - HYPER permette di interagire con ogni elemento testuale in molti modi (tramite click, tocco, etc.)potenza - HYPER gestisce un numero virtualmente illimitato di varianti, paratesti, ecc., senza rendere difficoltosa la leggibilità del testo;completezza - grazie ad HYPER, l’editore non sarà più costretto a tralasciare informazioni in eccesso.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

NB: le definizioni di ipertesto e paratesto sono quelle classiche date, rispettivamente, da Ted Nelson e da Gérard Genette.

Contini, Gianfranco. 1986. Breviario di ecdotica. Milano: R. Ricciardi.

Meneghetti, Maria Luisa. 1996. La Critica Testuale in Italia. Quaderns d’Italià 1. (http://www.raco.cat/index.php/QuadernsItalia/article/view/119306/157416 )

Monella, Paolo. 2008. Towards a Digital Model to Edit the Different Paratextuality Levels within a Textual Tradition. Digital Medievalist 4. (http://www.digitalmedievalist.org/journal/4/monella/ )

Monella, Paolo. 2012. Why Are There No Digital Scholarly Editions of ‘Classical’ Texts?. In: Constitutio Textus: La “ricostruzione” Del Testo Critico - Constitutio Textus: Establishing the Critical Text, Verona. (http://www.unipa.it/paolo.monella/lincei/files/why/why_paper.pdf )

Pasquali, Giorgio. 1962. Storia della tradizione e critica del testo. Firenze: Le Monnier.

Porter, Dot & Ben Withers. 2005. Using the P5 Chapter on Manuscript Description for Detailed Physical Description: A Potential Approach. (http://www.tei-c.org/Membership/Meetings/2005/schedule.xml )

Salvagni, Chiara. 2012. Digital Critical Editions of Homer. (http://www.digitalclassicist.org/wip/wip2012.html )

Stührenberg, Maik. 2012. The TEI and Current Standards for Structuring Linguistic Data - An Overview. Journal of the Text Encoding Initiative 3. (http://jtei.revues.org/523 )