Francesco Guccini Totes Cançons

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  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    Acque

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    103 L' acqua che passa fra il fango di certi canalitra ratti sapienti e pneumatici e ruggine e vetrichiss se la stessa lucente di sole o fanaliche guardo oleosa passare rinchiusa in tre metri.Si pu stare ore a cercare se c' in qualche fossoquell' acqua bevuta di sete o che lava te stesso

    o se c' nel suo correre un segno od un suo filo rossoche leghi un qualcosa a qualcosa, un pensiero a un riflesso.

    Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa,ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente...

    E cade su me che la prendo e la sento filtrare,leggera infeltrisce i vestiti e intristisce i giardini,portandomi odore d' ozono, giocando a danzare,proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini,colpendo implacabile il tetto di lunghi vagoni,destando annoiato interesse negli occhi di un gatto,coprendo col proprio scrosciare lo spacco dei tuoniche restano appesi un momento nel cielo distratto.

    E l' acqua passa e gira e colora e poi stinge, cos' che mi respinge e che m' attira;acqua come sudore, acqua fetida e chiara, amara senza gusto n colore.

    Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa,ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente...

    E mormora e urla, sussurra, ti parla, ti schianta,evapora in nuvole cupe rigonfie di neroe cade e rimbalza e si muta in persona od in piantadiventa di terra, di vento, di sangue e pensiero.Ma a volte vorresti mangiarla o sentirtici dentro,un sasso che l' apre, che affonda, sparisce e non sente,vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che il centrodi questo ingranaggio continuo, confuso e vivente.

    Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto, di me che canto al limite del giorno,tra il buio e la paura del tempo e del destino freddo assassino della notte scura.Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa,ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente...

    Addio - 58 Nell'anno '99 di nostra vitaio, Francesco Guccini, eterno studenteperch la materia di studio sarebbe infinitae soprattutto perch so di non sapere niente,io, chierico vagante, bandito di strada,io, non artista, solo piccolo baccelliere,perch, per colpa d'altri, vada come vada,a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

    io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,riflettori e paillettes delle televisioni,alle urla scomposte di politicanti professionisti,a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

    E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,alle diete per mantenersi in forma smagliantea chi parla sempre di un futuro trionfalee ad ogni impresa di questo secolo trionfante,alle magie di moda delle religioni orientaliche da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,ai personaggi cicaleggianti dei talk-showche squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"alle futilit pettegole sui calciatori miliardari,alle loro modelle senza umanitalle sempiterne belle in gara sui calendari,a chi dimentica o ignora l'umilt...

    Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,cresciuto fra i saggi ignoranti di montagnache sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,due soldi d'elementari ed uno d'universit,ma sempre il pensiero a quel paese mai scordatodove ritrovo anche oggi quattro soldi di civilt...

    Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia

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    o sceglie a caso per i tiramenti del momentocurando per sempre di riempirsi la panciae dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,ai ceroni ed ai parrucchini per signore,alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,a chi si dichiara di sinistra e democratico

    per amico di tutti perch non si sa mai,e poi anche chi di destra ha i suoi pregi e gli simpaticoed anche fondamentalista per evitare guaia questo orizzonte di affaristi e d'imbroglionifatto di nebbia, pieno di sembrare,ricolmo di nani, ballerine e canzoni,di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

    Nell'anno '99 di nostra vitaio, giullare da niente, ma indignato,anch'io qui canto con parola sfinita,con un ruggito che diventa belato,ma a te dedico queste parole da pocoche sottendono solo un vizio anticosperando per che tu non le prenda come un gioco,tu, ipocrita uditore, mio simile...mio amico...

    Al trest

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    104 A m sun desd stamatina l' primavra ma al piva m sun desd stamatina l' primavra ma al piv,a n pos purtret fra anch sl'l dmangaperch a n gh' mnga al vsti nv,a n gh' mnga al vsti nv, oh s...

    A gh'era t pder s l'ss, a I m' dmand quand a t sps,ma gh'era t pder s l'ss, a I m' dmand quand a t spsm, ch'a fagh fadiga a magnr per m,pinsa m bin s'a x'foss in d,pinsa m bin s'a x'foss in d...

    E quand l' gnuda t mdra a gh' dmand in dv t'r t,Ho dt, quand l' gnuda t mdra a gh' dmand in dv t'r t, oh s,la m'ha rispst ch'tr andda viacon un ch'al gh' pi sld che m,

    con un ch'al gh' pi sld che m, oh s...

    E m a sun ch in mez a la strda sinza savir csa psia I fl' brtt dbn st a la dmanga a bsaca vda e sinza te intant a m piv svra a la testae a sn tt mi cmm un pulsin,a sn tt mi cmm un pulsin, oh s...

    A sn da sl d'lngh a la strda e a zigh dabun cmm un putin,A sn da sl d'lngh a la strda e a zigh dabun cmm un putin,l' primavra ind al lunari,ma a pr che invren sia turnl' primavra ind al lunari,ma a pr che invren sia turn, oh s...

    Amerigo - 62 Probabilmente usc chiudendo dietro a se la porta verde,qualcuno si era alzato a preparargli in fretta un caff d' orzo.

    Non so se si gir, non era il tipo d' uomo che si perdein nostalgie da ricchi, e and per la sua strada senza sforzo.

    Quand' io l' ho conosciuto, o inizio a ricordarlo, era gi vecchioo cos a me sembrava, ma allora non andavo ancora a scuola.Colpiva il cranio raso e un misterioso e strano suo apparecchio,un cinto d' ernia che sembrava una fondina per la pistola.

    Ma quel mattino aveva il viso dei vent' anni senza rughee rabbia ed avventura e ancora vaghe idee di socialismo,parole dure al padre e dietro tradizione di fame e fugheE per il suo lavoro, quello che schianta e uccide: "il fatalismo".Ma quel mattino aveva quel sentimento nuovo per casa e madree per scacciarlo aveva in corpo il primo vino di una cantinae gi sentiva in faccia l' odore d' olio e mare che fa Le Havre,e gi sentiva in bocca l' odore della polvere della mina.

    L' America era allora, per me i G.I. di Roosvelt, la quinta armata,l' America era Atlantide, l' America era il cuore, era il destino,l' America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,

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    l' America era il mondo sognante e misterioso di Paperino.

    L' America era allora per me provincia dolce, mondo di pace,perduto paradiso, malinconia sottile, nevrosi lenta,e Gunga-Din e Ringo, gli eroi di Casablanca e di Fort Apache,un sogno lungo il suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra.

    Non so come la vide quando la nave offr New York vicino,dei grattacieli il bosco, citt di feci e strade, urla, castelloe Pavana un ricordo lasciato tra i castagni dell' Appennino,l' inglese un suono strano che lo feriva al cuore come un coltello.

    E fu lavoro e sangue e fu fatica uguale mattina e sera,per anni da prigione, di birra e di puttane, di giorni duri,di negri ed irlandesi, polacchi ed italiani nella miniera,sudore d' antracite in Pennsylvania, Arkansas, Texas, Missouri.

    Torn come fan molti, due soldi e giovinezza ormai finita,l' America era un angolo, l' America era un' ombra, nebbia sottile,l' America era un' ernia, un gioco di quei tanti che fa la vita,e dire boss per capo e ton per tonnellata, "raif" per fucile.

    Quand' io l' ho conosciuto o inizio a ricordarlo era gi vecchio,sprezzante come i giovani, gli scivolavo accanto senza afferrarloe non capivo che quell' uomo era il mio volto, era il mio specchio

    finch non verr il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,finch non verr il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,finch non verr il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo...

    Andrea

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    105 (Es de Fabrizio de Andr)

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    Andrea s perso, s perso e non sa tornareAndrea s perso, s perso e non sa tornareAndrea aveva un amore riccioli neriAndrea aveva un dolore riccioli neri.Cera scritto sul foglio chera morto sulla bandieraCera scritto e la firma era doro era firma di reUcciso sui monti di Trento dalla mitraglia.Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

    Occhi di bosco contadino del regno profilo franceseOcchi di bosco soldato del regno profilo franceseE Andrea lha perso, ha perso lamore la perla pi raraE Andrea ha in bocca, ha in bocca un dolore la perla pi scura.Andrea coglieva, raccoglieva violette ai bordi del pozzoAndrea gettava riccioli neri nelc erchio del pozzoIl secchio gli disse, gli disse: "Signore il pozzo profondopi fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto"lui disse "Mi basta mi basta che sia pi profondo di me".lui disse "Mi basta mi basta che sia pi profondo di me".

    Antenor - 57 Si chiamava Antenr e nientesi chiamava Antenr e bastaperch per certa gente nonimporta grado o castaimporta come vivima forse neanche quello

    importa se sai usare bene illaccio od il coltello.Antenr usc di casausc di casa quella seragarrivano i suoi pensieri comefossero bandierama gli occhi erano fessurae il viso tirato a bruttocome all'et in cui credi d'averfatto quasi tutto.Un cavallo nitr, ma quando? unadonna rise,ma dove?la luna uno scudo bianco, uncarro le stanghein altochitarra ozio parole, chitarra ozio

    parole.La pompa un ricordo stanco, unmare quell'erba

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    nerapu darsi fosse romantico. malui non lo sapeva.Quella donna rideva ad ore,quella luna solouno sputoe per quel cavallo non avrebbespeso anche unminuto difficile far rumoresulle cose che c'hai ogni giornole tue braghe, il tuo sudore, el'odore che portiattorno.Lo cantina era quasi vuotascarsa d'uomini e d'allegriase straniero l'avresti detta quasipiena di nostalgianostalgia ma di che cosa, d'unoceanomai guardatod'una Europa mai sentita, d'unlinguaggiomai parlato?Antenr chiese da bere. e

    scambi qualche salutocalmo e serio danz tutto ilrituale ormai saputouomo e uguale coi suoi pariquasi pari con gli anzianicome breve quella sera, comelunghi i suoi domani.Proprio allora qualcuno entrandonella luce dodentro al buiolo insult quasi sussurrando, masembrava chestesse urlandocome per uno schiaffo, comeper uno sputoAntenr lo guard sorpreso, lostudi e non

    lo conoscevae il motivo rest sospeso, fra iogente fermain attesae lui non lo sapeva, e fui non iosapeva.Poi sent di uno donna il nome,gi scordato onon conosciutoquante volte per altri vita quelloche per noi un minuto;guard gli uomini per cercareocchi, dialogo,spiegazionenon trov condanne nontrov

    un'assoluzioneAntenr usc di fuoribilanciando il suo coltelloper danzare malvolentieri passie ritmi do duellouna donna non ricordata ed unuomo mai vistoprimaio legavano tra loro come versicon la rima.Fint basso e scart dilatoquanti sguardi sent sul visosi sent migliore e stancosi sent come un sorrisoche serata tutta ai contrarioproprio niente da ricordarepunt il ferro contro il viso videil sangue

    zampillare.Tutto quanto ero stato un lampo

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    Antenr respirava fortefece il gesto di offrir la manoguard l'altro e capi pian pianoche tuffo ero stato invanoche l'altro cercava mortecap che doveva farlo, farlo infretta perchnon c'eramotivo per ammazzarlol'altro cadde e non rispondevae lui non lo sapeva, e lui non losapeva,Antenr lo guard caderesent dire la colpa miasenti dire stato un uomosenti dire fuggi vialo giustizia disse banditoma un poeta gli avrebbe dettoche ero come l'Ebreo errante.come il Btavomaledetto.Quante volte ci capitatodi trovarci di fronte o un muroquante volte abbiam picchiatoquante volte subito duro

    quante cose nate per sbaglioquanti sbagli nati per casoquante volte l'orizzonte non vaoltre il nostro naso.Quante volte ci sembra pianamentre sotto gioca d'azzardoquesta vita che ci birillocome bocce do biliardoquesta cosa che non sappiamoquesto conto senza gli ostiquesto gioco do giocare fino infondo a tutti i costi.

    Argentina

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    64 Il treno, ah, un treno sempre cos banale se non un treno della prateriao non un tuo "Orient Express" speciale, locomotiva di fantasia.L' aereo, ah, l' aereo invece alluminio lucente, l' aereo davvero saltare il fosso,l' aereo sempre "The Spirit of Saint Louis" ,"Barone Rosso"

    e allora ti prende quella voglia di volare che ti fa gridare in un giorno sfinito,di quando vedi un jumbo decollare e sembra che s' innalzi all'infinito.

    E allora, perch non andare in Argentina? Mollare tutto e andare in Argentina,per vedere com' fatta l'Argentina...

    Il tassista, ah, il tassista non perse un istante a dirci che era pure lui italiano,gaucho di Sondrio o Varese, ghigna da emigrante, impantanato laggi lontano.Poi quelle strade di auto scarburate e quella gente anni '50 gi veduta,tuffato in una vita ritrovata, vera e vissuta,come entrare a caso in un portone di fresco, scale e odori abituali,posar la giacca, fare colazione e ritrovarsi in giorni e volti uguali,

    perch io ci ho gi vissuto in Argentina, chiss come mi chiamavo in Argentinae che vita facevo in Argentina?

    Poi un giorno, disegnando un labirinto di passi tuoi per quei selciati alieni

    ti accorgi con la forza dell' istinto che non son tuoi e tu non gli appartieni,e tutto invece la dimostrazione di quel poco che a vivere ci datoe l' Argentina solo l' espressione di un' equazione senza risultato,come i posti in cui non si vivr, come la gente che non incontreremo,tutta la gente che non ci amer, quello che non facciamo e non faremo,anche se prendi sempre delle cose, anche se qualche cosa lasci in giro,non sai se come un seme che d fiore o polvere che vola ad un respiro.

    L' Argentina, l' Argentina, che tensione! Quella Croce del Sud nel cielo terso,la capovolta ambiguit d' Orione e l' orizzonte sembra perverso.Ma quando ti entra quella nostalgia che prende a volte per il non provatoc' la notte, ah, la notte, e tutto via, allontanato.E quella che ti aspetta un' alba uguale che ti si offre come una visione,la stessa del tuo cielo boreale, l'alba dolce che d consolazione

    e allora, com' tutto uguale in Argentina! Oppure, chiss com' fatta l' Argentina,e allora... "Don't cry for me, Argentina"...

    Asia - 30 Fra i fiori tropicali fra grida di dolcezzala lenta, lieve brezza scivolava.

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    E piano poi portava fischiando fra la retel'odore delle sete e della spezia.

    Leone di Venezia Leone di San Marcol'arma cristiana al varco dell'Oriente:ai porti di ponente il mare ti ha portatoi carichi di avorio e di broccato.

    Le vesti dei mercanti trasudano di oritesori immani portano le stivesi affacciano alle rive le colorate velefragranti di garofano e di pepe.

    Trasudano le schiene schiantate dal lavoroson per la terra mirra, l'oro e l'incenso.Sembra che sia nel vento, su fra la palma sommail grido del sudore e della gomma.

    E l'asia par che dorma, ma sta sospesa in arial'immensa millenaria sua cultura:i bianchi e la natura non possono schiacciarei Buddha, i Chela, gli uomini ed il mare.

    Leone di San Marco, leone del profetaad est di Creta corre il tuo vangelo;

    si staglia contro il cielo il tuo simbolo stranola spada e non il libro hai nella mano.

    Terra di meraviglie, terra di grazie e malidi mitici animali da bestiarios'arriva dai santuari, fin sopra all'alta planciail fumo della gangia e dell'incenso.

    E quel profumo intenso rotta di gabbianisegno di vani simboli divini.E gli uccelli marini additano col volola strada del Catai per Marco Polo.

    Auschwitz

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    11 Son morto ch'ero bambinoson morto con altri centopassato per un caminoe ora sono nel vento

    Ad Auschwitz c'era la neveil fumo saliva lentonei campi tante personeche ora sono nel ventoNei campi tante personema un solo grande silenzioche strano, non ho imparatoa sorridere qui nel vento.Io chiedo come puo` un uomouccidere un suo fratelloeppure siamo a milioniin polvere qui nel vento.Ancora tuona il cannoneancora non e` contentadi sangue la bestia umanae ancora ci porta il vento.Io chiedo quando sara`

    che un uomo potra` impararea vivere senza ammazzaree il vento si posera`.

    Autogrill - 16 La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,

    e il sorriso da fossette e denti era da pubblicit,

    come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,

    mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...

    Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,

    quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,

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    il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere

    che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...

    Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina

    e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,

    lei specchi alla soda-fountain quel suo viso da bambina

    ed io.... sentivo un' infelicit vicina...

    Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box

    per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,

    ma per non gettarle in faccia qualche inutile clich

    picchiettavo un ind in latta di una scatola di t...

    Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",

    poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:

    non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?

    Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."

    Termin in un cigolio il mio disco d' atmosfera,

    si sent uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,

    sovrast l' acciottolio quella mia frase sospesa,

    "ed io... ", ma poi arriv una coppia di sorpresa...

    E in un attimo, ma come accade spesso, cambi il volto d' ogni cosa,

    cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,

    mi chiam la strada bianca, "Quant'?" chiesi, e la pagai,

    le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...

    Autunno - 70Un'oca che guazza nel fango,un cane che abbaia a comando,la pioggia che cade e non cadele nebbie striscianti che svelano e velano strade...

    Profilo degli alberi secchi,spezzarsi scrosciante di stecchi,sul monte, ogni tanto, gli sparie cadono urlando di morte gli animali ignari...

    L'autunno ti fa sonnolento,la luce del giorno un momentoche irrompe e veloce svanita:metafora lucida di quello che la nostra vita...

    L'autunno che sfuma i contorniconsuma in un giorno pi giorni,ti sembra sia un gioco indolente,

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    ma rapido brucia giornate che appaiono lente...

    Odori di fumo e foschia,fanghiglia di periferia,distese di foglia marcitache cade in silenzio lasciando per sempre la vita...

    Rinchiudersi in casa a aspettare

    qualcuno o qualcosa da fare,qualcosa che mai si far,qualcuno che sai non esiste e che non suoner...

    Rinchiudersi in casa a contarele ore che fai scivolarepensando confuso al misterodei tanti "io sar" diventati per dempre "io ero"...

    Rinchiudersi in casa a guardareun libro, una foto, un giornalee ignorando quel rodere sordoche cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo"...

    La notte di colpo calata,c' un'oscurit perforatada un'auto che passa velocelasciando soltanto al silenzio la buia sua voce...

    Rumore che appare e scompare,immagine crepuscolaredel correre tuo senza scopo,del tempo che gioca con te come il gatto col topo...

    Le storie credute importantisi sbriciolano in pochi istanti:figure e impressioni passatesi fanno lontane e lontana cos la tua estate...

    E vesti la notte incombentelasciando vagare la menteal niente temuto e aspettatosapendo che questo il tuo autunno...che adesso arrivato...

    Ballando con unasconosciuta

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    63 Con gesti da gatto infilava sui tetti le antenne,in alto d' estate sui grattacieli della periferiacome un angelo libero, in bilico sulla citt."Non c' solo il vento", diceva, "anche la luce pu portarti via,se hai tempo da perdere e dentro la giusta elettricit,e se da sempre ti aspetti un miracolo."

    Captare un mestiere difficile in questa citt,nel cielo ricevere, trasmettere e poi immaginarsi qualunque cosa,per ferire il silenzio che tutti hanno dentro di s.Ma lui credeva nelle ferite e si sfiorava, si toccava nel cuore con la mano nervosa,guardando le nuvole correre via impazienti da l,da quel tetto sospeso sugli uomini...

    Finch un giorno un' antenna ribelle ai programmi di quizfece sparire le strisce e nel cielo, trasmise l'immagine della Madonna,una donna normale, non male, che disse cos:"Io spengo la luce, se vuole io posso fare una musica pi forte del vento,

    posso anche uscire dal monitor, dalla gravit,potremmo ballare anche subito se lei non ha fretta e non vuole tornare laggi."

    E noi siamo sempre veloci a cambiare canale,ma coi piedi piantati per terra, guardando la vita con aria distratta,senza entrare nel campo magnetico della felicit,felicit che sappiamo soltanto guardare, aspettare, cercare gi fatta,quasi fosse anagramma perfetto di facilit,barando su un' unica lettera...

    Conoscevo quell' uomo e per questo racconto di lui, sparito da allora e nessuno ha scoperto dov',ma un dubbio, un sospetto od un sogno io almeno ce l' ho:provate a passare in una sera d' estate vicino ai grattacieli di periferia,provate a sentire, captare, trasmettere e poi raccontare qualcosa:se allora sentite una musica son loro che ballano in bilico sulla citt...

    Bisanzio - 74 Anche questa sera la luna sorta affogata in un alone troppo rosso evago

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    Vespero non si vede, si offuscata la punta dello stilo si spezzatacheoroscopo puoi trarre questa sera, mago! lo, Filemazio, protomedico,matematico. astronomo (forse saggio) ridotto come un cieco a brancicareattorno, non ho la conoscenza (od il coraggio) per fare questo oroscopo,perdivinar responso e resto qui a aspettare che ritorni giorno. E devo dire(devodire) che sono forse troppo vecchio per capire che ho perso la mia mentein chiss quale abuso od ozio o stan mutando gli astri nelle nottid'equinozioo forse io (forse io) ho sottovalutato questo nuovo dio lo leggo in me eneisegni che qualcosa sta cambiando ma un debole presagio che non dicecome e quando. Me ne andavo l'altra sera quasi inconsciamente gi alporto Bosforeion l dove si perde la terra dentro al mare fino quasi alnientee poi ritorna terra, e non pi occidente; che importa a questo mareessere"azzurro" o "verde"?! Sentivo i canti osceni degli avvinazzati di gentedallosguardo pitturato e vuoto ippodromo, bordello e nordici soldati romani egreci. urlate dove siete andati! Sentivo bestemmiare in alamanno e ingoto.Citt assurda. citt strana di questo imperatore sposo di puttana di

    plebismisurate, labirinti ed empiet; di barban che forse sanno gi la veritdifilosofi e di etere sospesa tra due mondi e tra due ere. Fortuna e ethandeciso per un giorno non lontano o il Fato chiederebbe che scegliesse lamia mano. Ma Bisanzio forse solo un simbolo insondabile. segreto eambiguo come questa vita, Bisanzio un mito che non mi consueto.Bisanzio un sogno che si fa incompleto. Bisanzio forse non maiesistita; eancora ignoro, e un'altra notte andata, Lucifero gi sorta e si alzaun Padi vento c' freddo sulla torre, o l'et mia malata confondo vita emorte. enon so chi passata mi copro col mantello il capo e pi non sento e miaddormento.

    Black out - 106 La luce andata ancora via,ma la stufa accesa, e cos siaa casa mia tu dormirai, ma quali sogni sogneraicon questa luna che spaccherin due le mie risate e le ombre tuei miei cavalli ed i miei fanti, il tuoessere sordo ed i tuoi cantitutti i ghiaccioli appesi ai fili,tutti i miei giochi e i tuoi monilii campanili, i pazzi, i santi e l'allegria.E non andr il televisore;cosa faremo in queste ore?rumore attorno non si sente,giochiamo a immaginar la gentecorriamo a fare gli incubi indiscreti,curiosi d'ozi e di segreti,di quei pensieri quotidiani

    che a notte il sonno fa lontanio che nei sogno sopra a un viso,diventan urlo od un sorrisoil paradiso, inferno, mani, l'odio e amore.Avessi sette vite a mano,in ogni casa entrerei pianoe mi farei fratello o amante,marito, figlio, re,brigante o mendicante o giocatorepoeta, fabbro, papa, agricoltore.Ma ho questa vita e il mio destinoe ora cavalco l'Appenninoe grido al buio pi profondola voglia che ho di stare al mondoin fondo proprio un gran bel giocoa fare l'amore tanto e non bere poco.E questo buio, che sollievo,ci dona un altro medio-evoio levo dall'oscurit tutta la nostra civiltvelocit di macchine a motore,

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    follia di folla e di rumoree metto ritmi pi lontani, di bestie,legni e suoni umaniodore d'olio e di candele, frusciodi canapi e di veleil miele, il latte, i pani e il vino vero.Ma chiss poi se erano quellidavvero tempi tanto bellio caroselli che giriamoper l'incertezza che culliamoin questa giostra di figure e suoni,di luci e schermi da illusionidi baracconi in bene o in male,di eterne fughe dal realeche basta un po' d'oscurit perdarci la serenit semplicit,sapore sale e ritornelli.Non voglio tante vite a mano,mi basta questa che viviamocomuni giorni intensi o pigri,gli specchi ambigui dei miei librile tigri della fantasia,tristezze ed ottimismo ed ironia.Ma quante chiacchiere stavolta,che confusione a ruota sciolta

    io so che un pezzo che parliamo,ma tanto bello non dormiamobeviamo ancora un po' di vino,che tanto tra due sorsi gi mattino.Su sveglia e guardati d'attorno,sta gi arrivando il nuovo giornolo storno e il merlo son gi in giro,non vorrai fare come il ghironon c' black-out e tutto ormai finito,e il vecchio frigo ripartitocon i suoi toni rochi e tristiscatarra versi futuristilo so siam svegli ormai da allora,ma qualche cosa manca ancorafiniamo in gloria amore mio,e dopo, a giorno fatto, dormo anch'io.

    Bologna

    -

    15 Bologna una vecchia signora coi fianchi un po' mollicol seno sul piano padano ed il culo sui colli.Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetaleBologna la grassa e inumana, gi un poco Romagna e in odor di Toscana.Bologna per me provinciale Parigi in minore,mercati all'aperto, bistrot, della "rive gauche" l'odore.Con Sartre che pontificava, Baudelaire tra l'assenzio cantavaed io, modenese volgare, a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.Per che Bohme confortevole, giocata fra case e osteriequando a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie.Oh come eravamo poetici, ma senza pudore o paurae i vecchi imberiaghi sembravano la letteratura.Oh quant'eravam tutti artistici, ma senza pudore o vergognacullati fra i portici, cosce di mamma Bologna.Bologna una donna emiliana, di zigomo forteBologna capace d'amore, capace di morte.Che sa quel che conta e che vale, che sa dov' il sugo del sale

    che calcola il giusto, la vita e che sa stare in piedi, per quantocolpita.Bologna una ricca signora che fu contadinabenessere, ville, gioielli e salame in vetrinache sa che l' odor di miseria da mandar gi cosa seriae vuole sentirsi sicura con quello che ha addosso, perch sa la paura.Lo sprechi il tuo odor di benessere, per con lo s trano binomiodei morti per sogni davanti al tuo Santo Petronio.E i tuoi bolognesi, se esistono, ci sono o oramai si son persiconfusi e legati a migliaia di mondi diversi.Oh quante parole ti cantano, cullando i clich della gentecantando canzoni che come cantare di niente.Bologna una strana signora, volgare e matronaBologna bambina perbene, Bologna busona.Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un ruttorimorso per quel che m'hai dato e quasi ricordo e in odor di passato.

    Canzone dei dodicimesi - 25 Viene Gennaio silenzioso e lieve un fiume addormentatofra le cui rive giace come neve il mio corpo malato.Sono distese lungo la pianura bianche file di campi

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    11/83

    son come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi.

    Viene Febbraio, e il mondo a capo chino ma nei convitti e in piazzalascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza.L'inverno lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza:nei primi giorni di malato sole la primavera danza.

    Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo,

    porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo.Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,l'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, gi lontana.

    [Chorus]O giorni, o mesi che andate sempre via;sempre simile a voi questa vita mia;diverso tutti gli anni ma tutti gli anni uguale,la mano di tarocchi che non sai mai giocare.

    Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene:quali segreti scopr in te il poeta che ti chiam crudele?Ma nei tuoi giorni bello addormentarsi, dopo fatto l'amore,come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole.

    Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera,il nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera.Ben venga Maggio, ben venga la rosa, che dei poeti il fiore:mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore.

    Giugno, che sei maturit dell'anno, di te ringrazio Dioin un tuo giorno, sotto al sole caldo ci sono nato io.E con le messi che hai fra le tue mani ci porti il tuo tesoro:con le tue spighe doni all'uomo il pane, alle femmine l'oro.

    Chouis

    Con giorni lunghi di colori chiari ecco Luglio il leone:riposa e bevi, e il mondo attorno appare come in una visione.Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe oziose ore,mai come adesso bello inebriarsi di vino e di calore.

    Settembre il mese del ripensamento sugli anni e sull'et,dopo l'estate porti il dono usato della perplessit.Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identit:come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilit.

    Non so se tutti hanno capito, Ottobre, la tua grande bellezza:

    nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza.Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze;lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse.

    Chorus

    Cala Novembre, e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti:lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti.Cade la pioggia, ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada,te pure, un giorno, cambier la sorte in fango della strada.

    E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle tue porte,lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte.Uomini e cose lasciano per terra esili ombre pigrema nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la tigre.

    Chorus

    Canzone della

    bambina portoghese

    - 95 E poi e poi, gente viene qui e t i dice

    Di sapere gia' ogni legge delle coseE tutti, sai, vantano un orgoglio ciecodi verita' fatte di formule vuoteE tutti, sai, ti san dire come fare,Quali leggi rispettare, quali regole osservare,Qual e' il vero vero,E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle,Fanno a chi parla piu' fortePer non dir che stelle e morte fan paura.Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portogheseNon c'eran parole, rumori soltanto come voci sospese.Il mare soltanto, e il suo primo bikini amaranto,Le cose piu' belle e la gioia del caldo alla pelle.Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare;O sogni o visioni qualcosa la prese e si mise a pensare;Senti' che era un punto al limite di un continente,Senti' che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte.

    E in questo sentiva qualcosa di grandeChe non riusciva a capire, che non poteva intuire;Che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, e l'oceano infinito;

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    12/83

    Ma il caldo l'avvolse, si senti' svanire e si mise a dormire.E fu solo del sole, come di mani future.Restaron soltanto il mare e un bikini amaranto.E poi e poi, se ti scopri a ricordare,Ti accorgerai che non te ne importa niente.E capirai che una sera o una stagioneSon come lampi, luci accese e dopo spente.E capirai che la vera ambiguita'E' la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini,E poi, e poi, che quel vizio che ci uccidera'Non sara' fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro,Cioe' vivere.

    Canzone della tristerinuncia

    -

    38 Le luci dentro al buio sono andate viae l'allegria comprata gi sparita.Il giorno dopo sempre la malinconiache spezza la magia di un'altra vita.

    La forza che ti lega grande pi di tel'anello al collo si stringe sempre pinon dare pi la colpa al mondo o a leiper la rinuncia triste a quello che non sei.

    Lo sai cosa vuol dire stare giorni interi a buttar via nel niente solo il niente?Fai mille cose, ma sono sempre i tuoi pensieri che scelgono per te diversamente.

    Son stanco d'aver detto le cose che dir, di aver gi fatto le cose che far,ma tardi, troppo tardi, piangere ormaisulla rinuncia triste a quello che non fai.

    Credevo l'incertezza, possibilite il dubbio assiduo l'unica ragione,ma quali scelte hai fatto in piena libertTi muovi sempre dentro a una prigione.

    Non la luce o il buio n l'ero ed il sar, non il coraggio che ti fa dir "Vivr!" solo un'altra scusa che usare vuoiper la rinuncia triste a quello che non puoi.

    Non voglio prender niente se non so di dare. Io e chiss chi decidono ci che posso.Non ho la voglia o la forza per poter cambiareme stesso e il mondo che mi vive addosso.

    E forse sto morendo e non lo so capire,o l'ho capito e non lo voglio dire,

    rimangono le cose senza falso o vero,e la rinuncia triste a quello che io ero.

    Canzone della vitaquotidiana

    - 108Inizia presto all' alba o tardi al pomeriggio,ma in questo non c' alcuna differenza,le ore che hai davanti son le stesse, son tante,stesso coraggio chiede l' esistenza..

    La vita quotidiana ti ha visto e gi succhiatocome il caff che bevi appena alzatoe l' acqua fredda in faccia cancella gi i tuoi sognie col bisogno annega la speranzae mentre la dolcezza del sonno si allontana,

    inizia la tua vita quotidiana...

    E subito ti affanni in cose in cui non credi,la testa piena di vacanze ed ozioe non sono peggiori i mali dei rimedi,la malattia la noia del lavoro:

    fatiche senza scopo, furiose e vane corse,angosce senza un forse, senza un dopo,un giorno dopo l' altro il tuo deserto annuale,con le oasi in ferragosto e per Natale,ma anno dopo anno, li conti e sono tantiquei giorni nella vita che hai davanti..

    Ipocrisie leggere, rabbie da poco prezzo,risposte argute date sempre tardi,saluti caldi d' ansia, di noia o di disprezzo

    o senza che s' incrocino gli sguardi,le usate confidenze di malattie o di sesso

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    13/83

    dove ciascuno ascolta sol se stesso:finzioni naturali in cui ci adoperiamoper non sembrar di esser quel che siamo.Consolati pensando che inizia e gi finitaquesta che tutti i giorni la tua vita...

    Amori disperati, amori fatti in fretta,

    consumati per rabbia o per dovereche spengono in stanchezza con una sigarettai desideri nati in tante sere,

    amori fatti in furia, ridicolo contrasto,dopo quei film di fasto e di lussuria,rivincita notturna dove, per esser vero,l' uno tradisce l' altro col pensiero:son questi che tu vedi, che vivi e che hai d' attornogli amori della vita d' ogni giorno...

    Le tue paure assidue, le gioie solitarie,i drammi che commuovon te soltanto,le soluzioni ambigue, i compromessi vari,glorie vantate poi di tanto in tanto,

    i piccoli malanni sempre pi numerosi,

    pi dolorosi col passar degli anni,la lotta vuota e vana, patetico tentaredi rimandare un poco la vecchiaia...E poi ti trovi vecchio e ancor non hai capitoche la vita quotidiana ti ha tradito...

    Canzone dellecolombe e del fiore

    -

    83 Amore, s'io fossi aria, le tue rondini vorrei,per guardarmele ogni minuto e farle volare negli occhi miei,quelle rondini bianche e nere che anche mute dicono tanto:tutta la gioia di mille sere ed un momento solo di piantoed un momento solo di pianto ed un momento solo di piantoed un momento solo di pianto...

    Amore, mai sar stanco di bermi tutto il tuo miele,

    quando ridi o quando mi parli in me si gonfiano mille vele ;quando un sogno od un tuo segreto ti fan seria e sembri rubata,guizzan pesci tra i tuoi due fiori, rivive l' anima mia assetatarivive l' anima mia assetata, rivive l' anima mia assetatarivive l' anima mia assetata...

    Amore, pensa s'io avessi una torre colombariaper far posare le tue due colombe stanche di volare in aria,vederle alzarsi dritte nel cielo e atterrare fra le mie maniper carezzarle dentro ai miei oggi e baciarle fino a domanie baciarle fino a domani, e baciarle fino a domanie baciarle fino a domani...

    Amore, nel mio giardino vorrei fiorisse la tua rosaperch l' anima mia si perda dove il corpo rinasce e riposa,quella rosa di primavera sempre rorida di rugiada,misteriosa come la sera, balenante come una spada

    balenante come una spada, balenante come una spada,balenante come una spada....

    Amore, colomba, fiore, amore fragile e forte,sfrontatezza e pudore, compagna di gioia e sorte,sapore amaro e dolcezza, con l' arcobaleno fra le dita,vorrei perdermi nel tuo respiro, vorrei offrirti questa mia vitavorrei offrirti questa mia vita, vorrei offrirti questa mia vita,vorrei offrirti questa mia vita...

    Canzone delledomande consuete

    - 42 Ancora qui a domandarsi e a far finta di nientecome se il tempo per noi non costasse l'uguale,come se il tempo passato ed il tempo presentenon avessero stessa amarezza di sale.Tu non sai le domande, ma non rispondereiper non strascinare le parole in linguaggio d'azzardo;eri bella, lo so, e che bella che sei;dicon tanto un silenzio e uno sguardo.Se ci sono non so cosa sono e se vuoiquel che sono o sarei, quel che saro' domani...

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    14/83

    non parlare non dire piu' niente se puoi,lascia farlo ai tuoi occhi alle mani.Non andare...vai. Non restare...stai.Non parlare...parlami di te.Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,trascinate dai giorni come piena di fiumetante cose sembrate e credute diversecome un prato coperto a bitume.Rimanere cosi' annaspare nel niente,custodire i ricordi, carezzare le eta',e' uno stallo o un rifiuto crudele e incoscientedel diritto alla felicita'Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perche'?Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?Esser tutto, un momento, ma dentro di te.Aver tutto, ma non il domani.Non andare...vai. Non restare...stai.Non parlare...parlami di te.E siamo qui, spogli, in questa stagione che uniscetutto cio' che sta fermo, tutto cio' che si muove;non so dire se nasce un periodo o finisce,se dal cielo ora piove o non piove,pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene"a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?"Non c' vento stasera. Siamo o non siamo assieme?

    Fuori c'e' ancora una citta'Se c'e' ancora balliamoci dentro stasera,con gli amici cantiamo una nuova canzone.......tanti anni, e sono qui ad aspettar primaveratanti anni, ed ancora in palloneNon andare...vai. Non restare...stai.Non parlare...parlami di te.Non andare...vai. Non restare...stai.Non parlare...parlami di noi.

    Canzone delleosterie di fuori porta

    -

    41 Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro tutta morta:qualcuno andato per et, qualcuno perch gi dottoree insegue una maturit, si sposato, fa carriera ed una morte un po' peggiore...

    Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto,delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto,

    non so se scusano il passato per giovinezza o per errore,non so se ancora desto in loro, se m' incontrano per forza, la curiosit o il timore...

    Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino,le carte poi il caff della stazione per neutralizzare il vino,ma non ho scuse da portare, non dico pi d'esser poeta,non ho utopie da realizzare: stare a letto il giorno dopo forse l'unica mia meta...

    Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina,ma non provo pi quando la guardo quello che provavo prima.Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio,il giorno sempre un po' pi oscuro, sar forse perch storia, sar forse perch invecchio...

    Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla pi forte,son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte.Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre pi,ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu...

    Sono pi famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi,non pi amici, ho un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevie forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura,non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura...

    Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita, una cosa piccola di ieri che domani gi finita.Son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta,ho dalla gloria quel che posso, cio qualcosa che andr presto, quasi come i soldi in tasca...

    Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura,non perch metter la testa a posto, ma per noia o per paura.Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto:le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto...

    Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro tutta morta:qualcuno andato per formarsi, chi per seguire la ragione,chi perch stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed una morte un po' peggiore...

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    Canzone delleragazze che se nevanno

    -

    109 Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.T' invidio perch ancora hai molte pagine da apriredi un libro che ho gi letto e che tu devi ancor scoprire,ma quando capirai che cerchi un libro che non c',allora ti ricorderai di me...

    C' Shangri-La che attende perch il nodo che ti prende per te c' ancora tutto da inventare.Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedr mai,rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,ma quando piangerai te stessa e ci che dentro in te,allora ti ricorderai di me...

    Gi Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie segrete che credeviormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.Gi temi che il giullare getti maschere e casaccae mostri il vero volto dietro al velo della biacca,ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,allora ti ricorderai di me...

    Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volteo tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,

    ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perchallora ti ricorderai di me...

    Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.Son pronti i tuoi misteri: chiama ci che non conosci,gi corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,ma se vorrai capire tutto questo che cos' ,allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...

    Canzone dellesituazioni differenti

    - 97 Andammo i pomeriggi cercando affiatamento,scoprivo gli USA e rari giornaletti.Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti,anch' io sorrisi sempre pi scontento.

    Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla nevela strana cosa che sembrava vino,

    mi aveva affascinato il suo colore di rubino:perch lo cancellasti con il piede?

    La scatola meccanica per musica esaurita,rimane solo l' eco in lontananza,ma dimmi cosa fai lontana via nell' altra stanza,ma dimmi cosa fai della tua vita.O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva!Rivoluzione, cambia qualche cosa!Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosamia stanca civilt che si trascina.

    Poi piovve all' improvviso sull' Amstel, ti ricordi?Dicesti qualche cosa sorridendo;risposi, credo, anch' io qualche banalit scoprendoil fascino di un dialogo tra i sordi.

    Tuo nonno era un grand' uomo, famoso chiss cosa,di loro si usa dire " ancora in gamba".Mi espose a gesti e a sputi quella "weltanshauung" sua strambapuntando come un indice una rosa.

    Malinconie discrete che non sanno star segrete,le piccole modeste storie mie,che non si son mai messe addosso il nome di poesie,amiche mie di sempre, voi sapete!Ebbrezze conosciute gi forse troppe volte:di giorno bevo l' acqua e faccio il saggio.Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggioda urlare in faccia a chi non lo raccoglie.

    Il tuo patrigno era un noto musicista,tuo padre lo incontravi a qualche mostra.Bevemmo il t per terra e mi piaceva quella giostradi gente nelle storie tue d' artista.

    Mi confidasti trepida non so quale segreto

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    16/83

    dicendo "donna" e non "la cameriera".Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:fui premuroso, timido, discreto.

    E tu nell' altra stanza che insegui i tuoi pensieri,non creder che ci sia di meglio attorno:noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giornosciupiamo i nostri oggi come ieri.Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:non voglio il paradiso n l'inferno.Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdonei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.

    Uscimmo un po' accaldati per il troppo vino nero,danzammo sulla strada, gi albeggiava.Sembrava una commedia musicale americana,tu non lo sai, ma dentro me ridevo...

    Canzone di notte Ore confuse della notte,

    La malinconia non uno stato d'animo.

    Le vite altrui si sono rotte

    E sembra non esista pi il tuo prossimo.

    Ti vesti un poco di silenzio,

    Hai la dolce illusione di esser solo,

    Son macchine che passano, od il vento?

    O sono i tuoi pensieri alzati in volo?

    I tuoi pensieri un po' ubriachi

    Danzando per le strade si allontanano:

    Ti son sfuggiti dalla mano,

    E il giorno sembra ormai cos lontano,

    Il giorno sembra ormai cos lontano.

    Mattino, notte, hai perso il tempo,

    La malinconia ti sembra di toccarla

    Ma forse l'ora dell'avvento

    E chiami l'ironia per aiutarla.

    E forse c' qualcuno che ora muore,

    E forse c'qualcuno che ora nasce,

    Qualcuno compie un crimine d'onore,

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    17/83

    Passeggiano sui viali le bagasce.

    Bagasce sono i tuoi ricordi

    Che fra canzoni e vino ti disturbano

    Che ti molestano pian piano

    E il giorno sembra ormai cos lontano,

    Il giorno sembra ormai cos lontano.

    Mattino, notte, cosa importa?

    I giorni sono nuvole distratte.

    Suoner l'ora alla tua porta

    E l'orologio il sangue tuo che batte.

    Quando verr il tempo di partire

    L'ora avr il medesimo colore.

    Sembra sempre un poco di morire

    Nel momento eroico dell'amore.

    Se ridi o piangi sempre uguale,

    Le cose nel ricordo poi si sfumano,

    Il sacro si unir al profano

    E il giorno sembra ormai cos lontano,

    E il giorno sembra ormai cos lontano.

    Mattino, notte, dentro e fuori,

    Sei certo o cerchi la consolazione?

    Son bianco e nero, o son colori,

    O facce ambigue della tua prigione?

    Cerchi sempre ci che ti lontano,

    Dopo dici: "Tutto relativo,"

    Ma l'ironia e il dolor dicono invano

    Che sei certo solo di esser vivo.

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    18/83

    Ma c' ancor tempo per pensare,

    Per maledire e per versare il vino,

    Per pianger, ridere e giocare,

    E il giorno sembra ormai cos vicino,

    E il giorno sembra ormai cos vicino,

    E il giorno sembra ormai cos vicino,

    E il giorno sembra ormai cos vicino.

    Canzone di notte n.3

    Esistenza, che stai qui di contrabbando,

    come un ladro sempre pronta per fuggire,

    ogni et chiude in s i crismi dello sbando

    sbaglio intuire

    coi suoi giochi di carambola e rimando

    prendere e offrire

    ma si muoia solo un po' di quando in quando

    ma sia poco a poco che si va a morire.

    Ogni giorno un altro giorno regalato

    ogni notte un buco nero da riempire

    ma per quanto non l'ho mai visto colmato

    cos per dire

    resta solo l'urlo solito gridato

    tentare agire

    ma si pianga solo un po' perch un peccato,

    e si rida poi sul come andr a finire.

    Lo capisco se mi prendi per le mele

    ma ci passo sopra gioco e non mi arrendo

    ogni giorno riapro i vetri e alzo le vele

    se posso prendo.

    Quando perdo non sto l a mandar gi fiele,

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    19/83

    e non mi svendo

    e poi perdere ogni tanto ci ha il suo miele

    e se dicono che vinco stan mentendo, perch

    quelle poche volte che busso a bastoni

    mi rispondono con spade o con denari

    la ragione diamo, e il vincere ai coglioni,

    oppure ai bari

    resteremo sempre a un punto dai campioni

    tredici pari

    ma si perda perch siam tre volte buoni,

    e si vinca solo in sogni straordinari.

    Ah quei sogni, ah quelle forze del destino

    che chi conta spingerebbe a rinnegare

    ci hanno detto di non fare pi casino

    non disturbare

    canteremo solo in modo clandestino

    senza vociare

    poi ghignando ce ne andremo pian pianino

    per sederci lungo il fiume ad aspettare...

    Quello che mi gira in testa questa notte

    son tornato, incerta amica, a ri ferire,

    noi immergenti, noi con fedi ed ossa rotte,

    lasciamo dire

    ne abbiam visti geni e maghi uscire a frotte

    per scomparire

    noi, se si muore solo un po' chi se ne fotte

    ma sia molto tardi che si va a dormire.

    Canzone di notte - 26 E un'altra volta e' notte e suono

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    20/83

    N.2 Non so nemmeno io per che motivo, forse perche' son vivoE voglio in questo modo dire "Sono"O forse perche' e' un modo pure questoPer non andare a lettoO forse perche' ancora c'e' da bereE mi riempio il bicchiereE l'eco si e' smorzato appenadelle risate fatte con gli amici, dei brindisi feliciIn cui ciascuno chiude la sua penaIn cui ciascuno non e' come adesso da solo con se' s tessoA dir "Dove ho mancato e dove e' stato"A dir "Dove ho sbagliato"Eppure fa piacere a seraAndarsene per strade ed osterie, vino e malinconieE due canzoni fatte alla leggeraIn cui gridando celi il desiderioChe sian presi sul serioIl fatto che sei triste o che t'annoiE tutti i dubbi tuoiMa i moralisti han chiuso i barE le morali han chiuso i vostri cuoriE spento i vostri ardorie' bello, ritornar normalita'e' facile tornare con le tanteStanche pecore bianche.

    Scusate, non mi lego a questa schiera:Morro' pecora nera.Saranno cose gia' sentiteO scritte sopra un metro un po' stantio,Ma intanto questo e' mioE poi, voi queste cose non le ditePoi certo per chi non e' abituatoPensare e' sconsigliatoPoi e' bene essere un poco diffidentePer chi e' un po' differenteMa adesso avete voi il potereAdesso avete voi supremazia, diritto e PoliziaGli dei, i comandamenti ed il doverePurtroppo non so come siete in tantiE molti qui davantiIgnorano quel tarlo mai sinceroChe chiamano "Pensiero"

    Pero' non siate preoccupatiNoi siamo gente che finisce male: galera od ospedaleGli anarchici li han sempre bastonatiE il libertario e' sempre controllatoDal clero, dallo statoNon scampa, fra chi veste da parataChi veste una risataO forse non e' qui il problema,E ognuno vive dentro ai suoi egoismiVestiti di sofismiE ognuno costruisce il suo sistemaDi piccoli rancori irrazionali,Di cosmi personaliScordando che poi infine tutti avremoDue metri di terrenoE un'altra volta e' notte e suonoNon so nemmeno io per che motivo

    Forse perche' son vivoO forse per sentirmi meno soloO forse perche' e' notte e vivo straniFantasmi e sogni vaniChe danno quell'ipocondria ben notaPoi... la bottiglia e' vuota

    Canzoneimpegnativa

    - 110 (Es dun grup de Piamont anomenat Farinei de la Brigna)

    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -Una canzone impegnata non nasce per caso,bisogna passare tre notti sul vaso,sentire all'interno un dolore che sfiancae usare chilometri di carta bianca.Pu esser compatta e cos durache il solo pensarci ti mette paura,un po' di protesta e un po' proletaria,

    dev'essere solida e non solo aria.E poi, e poi e poi, restiamo solo noi.

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

    21/83

    E poi, e poi, e poi, pulenta ris e coi.

    La canzone impegnata concreta e non vola,per se ben fatta sta in piedi da sola.Ci vuole la forza e la resistenza,per farne anche un pezzo ci vuole pazienza.

    Se viene di getto non devi aspettare,perch in un momento potrebbe sfuggire.Ho visto un collega seduto in un fosso,non ha fatto in tempo e se l' scritta addosso.E poi, e poi e poi, restiamo solo noi.E poi, e poi, e poi, pulenta ris e coi.

    La canzone impegnata non nasce per caso,ti prende alla gola e la senti nel naso.

    Canzone per anna

    -

    53 La luce incerta della sera getta fantasmi ed ombre sulla tua finestra,non pensi o non vorresti pi pensare.Bambine in fiore con sorrisi ambigui che lungo i colli si faranno cupi,rincasano veloci per mangiare.

    E tu, che hai gi conosciuto questo gioco,non sai pi com'era in quel passato,

    non sai se sorridere od urlare.

    Non sei pi bella come un tempo quando cerc il tuo corpo quello di un compagno,dimmi se fu paura o fu piacere.Ma adesso senti il tempo che ti abbraccia come qualcosa che ti segna in faccia,che non si vede ma che sai d' avere

    E' come quel male a cui non si d il nome,un' ossessione circolarefra la volont ed il non potere.

    Brandelli di canzoni, frasi e televisioni parlano dalle finestre aperte,in un telegiornale qualcuno il bene o il male denuncia, auspica, avverte;frasi del quotidiano ti sfiorano pian piano ed entrano senza toccartis' infilano negli angoli della tua casa suoni che tu non sai.

    Un uomo in canottiera, dietro ad una ringhiera, innaffia dei fiori cittadini.

    Un grido e un pianto acuto gi spenti in un minuto segnalano tragedie di bambini,odori di frittate e minestre riscaldate combattono lo smog di un diesel,un fuoristrada assurdo che romba per partire e non va mai.

    E tu sei sola sola sola sola, ti senti sola sola sola sola e pensi a un f iglio temuto che ora non hai.Ma dura un attimo quel tuo pensiero, atomo incerto in mezzo al falso e al vero,per lasciar posto ai giorni che vivrai...

    Niente "se" e "forse", fra le occasioni avute e perserestano solo ore scomparse,di certo hai solo quello che farai...

    La luce incerta della sera fonde col buio che entra, e presto si confonde tutto,come a chi guarda senza un fuoco;la luce accendi e in viso si disegna forse un sorriso che le labbra spiegacome se fosse stato tutto un gioco...

    Fa niente, danno in TV un programma intelligente,ci vuole un t aromatico e bollentee poi che il sonno arrivi a poco a poco...

    Canzone per piero - 36 Mio vecchio amico di giorni e pensierida quanto tempo che ci conosciamo,venticinque anni son tanti e diciamoun po' retorici che sembra ieri.

    Invece io so che diverso e tu saiquello che il tempo ci ha preso e ci ha datoio appena giovane sono invecchiatotu forse giovane non sei stato mai.

    Ma d'illusioni non ne abbiamo avuteo forse s, ma nemmeno ricordo,tutte parole che si son perdutecon la realt incontrata ogni giorno.

    Chi glielo dice a chi giovane adessodi quante volte si possa sbagliare,

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    fino al disgusto di ricominciareperch ogni volta poi sempre lo stesso.

    Eppure il mondo continua e va avanticon noi o senza e ogni cosa si creasu ci che muore e ogni nuova ideasu vecchie idee e ogni gioia sui pianti.

    Ma pi che triste ora buffo pensarea tutti i giorni che abbiamo sprecatia tutti gli attimi lasciati andareai miti belli delle nostre estati.

    Dopo l'inverno e l'angoscia in cittquei lunghi mesi sdraiati davanti,liberazione del fiume e dei montie linfa aspra della nostra et.

    Quei giorni spesi a parlare di nientesdraiati al sole inseguendo la vita,come l'avessimo sempre capita,come qualcosa capito per sempre.

    Il mio Leopardi, le tue teologie"Esiste Dio?", le risate pi pazze,le sbornie assurde, le mie fantasie

    le mie avventure in citt con ragazze.Poi quell'amore alla fine realefra le canzoni di moda e le danze:" in gamba sai, legge Edgar Lee Masters...Mi ha detto no, non dovrei mai pensare."

    Le sigarette con rabbia fumate,i blue jeans vecchi e le poche liresembrava che non dovesse finirema ad ogni autunno finiva l'estate.

    Poi tutto andato e diciamo siam vecchima cosa siamo e che senso ha mai questo,nostro cammino di sogni fra specchitu che lavori quando io vado a letto.

    Io dico sempre: "Non voglio capire"ma come un vizio sottile e pi penso

    pi mi ritrovo questo vuoto immensoe per rimedio soltanto il dormire.

    E poi ogni giorno mi torno a svegliaree resto incredulo, non vorrei alzarmi,ma vivo ancora e son l ad aspettarmile mie domande, il mio niente, il mio male.

    Canzone per silvia - 45 ll cielo dell'America son mille cieli sopra a un continente;il cielo della Florida uno straccio che bagnato di celeste,ma il cielo l in prigione non cielo, un qualche cosa che rivesteil giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.E fuori c' una strada all'infinito, lunga come la speranza,e attorno c' un villaggio sfilacciato, motel, chiese, case, aiuole,paludi dove un tempo ormai lontano dominava il Seminole,ma attorno alla prigione c' un deserto dove spesso il vento danza.Son tanti gli anni fatti, e tanti in pi che son ancora da passare,in giorni e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;

    a Silvia l in prigione cosa resta? Non le resta che guardarel'America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari.Gi, l'America grandiosa ed potente, tutto e niente, il bene e ilmale,citt coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,tecnologia avanzata e all'orizzonte l'orizzonte dei pionieri,ma a volte l'orizzonte ha solamente una prigione federale.L'America una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,la libert, e dall'alto, fiera, abbraccia tutta quanta la nazione,per Silvia questa statua simboleggia solamente la prigioneperch di questa piccola italiana ora l'America ha paura.Paura del diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare,paura delle idee di gente libera che soffre, sbaglia, spera;nazione di bigotti ora vi chiedo di lasciarla ritornare,perch non possibile rinchiudere le idee in una galera.ll cielo dell'America son mille cieli sopra a un continentema il cielo l rinchiusi non esiste, solo un dubbio, o un'intuizione;

    mi chiedo se ci sono idee per cui valga restare l in prigione,e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.Mi chiedo cosa pensi alla mattina nel trovarsi il sole accanto,

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia,o quando un acquazzone all'improvviso spezza la monotonia,mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto.Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo; penso a questa donna forteche ancora lotta e spera perch sa che adesso non sar pi sola.la vedo con la sua maglietta addosso, con su scritte le paroleche sempre l'ignoranza fa paura, ed il silenzio uguale a morte.

    Canzone perunamica

    -

    17 Lunga e diritta correva la stradal'auto veloce correvala dolce estate era gia' cominciatavicino, lui sorrideva,vicino, lui sorridevaForte la mano tenava il volanteforte il motore cantavanon lo sapevi che c'era la mortequel giorno che ti aspettava,quel giorno che ti aspettava.Non lo sapevi che c'era la mortequando si e' giovani e' stranopoter pensare che la nostra sortevenga e ci prenda per mano,venga e ci prenda per mano.Non lo sapevi, ma cosa hai pensatoquando la strada e' impazzita

    quando la macchina e' uscita di latoe sopra un'altra e' finita,e sopra un'altra e' finita.Non lo sapevi ma cosa hai sentitoquando lo schianto ti ha uccisaquando anche il cielo di sopra e' crollatoquando la vita e' fuggita,quando la vita e' fuggita.Dopo il silenzio soltanto e' regnatotra le lamiere contortesull'autostrada cercavi la vitama ti ha incontrato la morte,ma ti ha incontrato la morte.Vorrei sapere a che cosa e' servitovivere, amare, soffrire,spendere tutti i tuoi giorni passatise presto hai dovuto partire,

    se presto hai dovuto partire.Voglio pero' ricordarti com'eripensare che ancora vivivoglio pensare che ancora mi ascoltie che come allora sorridi,e che come allora sorridi.

    Canzone per una

    amica ( in morte di

    S.F.)

    -

    68 Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correvala dolce estate era gi cominciata vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva...

    Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti aspettava...

    Non lo sapevi che c'era la morte, quando si giovani stranopoter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano, venga e ci prenda per mano...

    Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada impazzita,

    quando la macchina uscita di lato e sopra un'altra finita, e sopra un'altra finita...

    Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,quando anche il cielo di sopra crollato, quando la vita fuggita, quando la vita fuggita...

    Dopo il silenzio soltanto regnato tra le lamiere contorte:sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte, ma ti ha incontrato la morte...

    Vorrei sapere a che cosa servito vivere, amare, soffrire,spendere tutti i tuoi giorni passati se cos presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire...

    Voglio per ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi...

    Canzone quasidamore

    - 14 Non stavo piu` a cercare parole che non trovoper dirti cose vecchie con il vestito nuovoper raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro

    e partorire il topo vivendo sui ricordigiocando con i miei giorni .. .col tempoO forse vuoi che dica che ho i capelli piu` corti

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    o che per le mie navi son quasi chiusi i portiio parlo sempre tanto ma non ho ancora fedinon voglio menar vanto di me o della mia vitacostretta come dita ...dei piediQueste cose le sai per te sian tutti ugualie moriamo ogni giorno dei medesimi maliper te sian tutti soli ed e` nostro destinotentare goffi voli d'azione o di parola,volando come vola ...il tacchinoNon posso farci niente e tu puoi fare menosono vecchio d'orgoglio mi commuove il tuo senoe di questa parola io quasi mi vergognoma... c'e` una vita sola non ne sprechiamo nientein tributi alla gente o al sognoLe sere sono uguali ma ogni sera e` diversae quasi non ti accorgi dell'energia dispersaa ricercare i visi che ti han dimenticatovestendo abiti lisi buoni ad ogni evenienzainseguendo la scienza ...o il peccatoTutto questo lo sai e sai dove cominciala grazia o il tedio a morte del vivere in provinciaper te sian tutti uguali siamo cattivi buonie abbian gli stessi mali siamo vigliacchi e fierisaggi, falsi, sinceri... coglioniMa dove te ne andrai? ma dove sei gia` andata?

    ti dono, se vorrai, questa noia gia` usatatienila in mia memoria ma non e` un capitale,ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto,che la noia, di un altro, non valeD'altra parte lo vedi scrivo ancora canzonie pago la mia casa pago le mie illusionifingo d'aver capito che vivere e` incontrarsiaver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,bere, leggere, amare... grattarsi

    Cencio

    -

    94 Ci sar forse ancora, appesa in qualche angoloo a macchiare di ricordi un muro dell' Associazione Bocciofila Modenese,fra mucchi di coppe e trofei vinti in tornei ogni volta "del secolo",glorie oscure di eroi dell' a punto, del volo, delle bocciate secche e tesequella foto sul pallaio, presa una sera di quasi estatecon me e Cencio vicini, fintamente assorti a guardare il punto,perch l' umorismo popolare volle immortalare assieme me, il Gigante,

    e Cencio il Nano, viso gi d' uomo serio, compreso, quasi compunto...

    Non so come sia capitato in mezzo a noi, confuso branco adolescente di un periodo oscurodi amori e di domande che gonfiavano la testa e i fianchi a ondate sofferte ma cercatee poi quei raspare fra sottovesti in nailon, rubando al buio quel po' di rubabile,scoprire e esser scoperti, coraggiosi ed incerti e dopo,in branco, raccontarsi e tutti a turno ad ascoltarsi, ma lui...

    Eh, lui non aveva un amore da dire, no, lui non aveva una storia,solo crearsi avventure di cosce e di seni che poi ci sparava a brutto musoe noi l ad ascoltarlo sorridendo, senza razzismo n boria,ma senza capire ci che voleva essere anche lui, solo un normale adolescente ottuso.

    Eppure usava lo stesso barbaro gergo e gli stessi jeans consumatie amava gli stessi film di bossoli e marines lungo i mari giapponesi,parlava di rock e fumetti, e non perdeva i cartoni animatie come noi guardava esplodere il mondo con gli stessi occhi attenti, spauriti, sorpresi...

    Ma cosa pensava lontano da noi, cosa sognava quand' era da solo?Con le stesse voglie e con gli stessi eroi, ma ali pi piccole per lo stesso volo.Forse sognava anche troppo e davvero, certo in quel branco si sentiva perso.Dove scappare per sentirsi vero, dove fuggire per non essere diverso?E sogn il circo, realt capovolta, mondo di uguali perch tutti strani,la nostra solita realt stravolta, quell' Eden senza giganti o nani."Cencio scappato via, ma l' han gi beccato!" Dopo due giorni era gi ritornato...

    Ma il tempo pi ottuso di noi incalza per tutti, sia per i giganti che i nani:chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale?Vincenti o perdenti non importa, ma quasi mai secondo i propri piani,con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni, solo attenti a non farsi troppo male.Qualcuno m' ha detto che vivi in provincia, con una ballerina bulgara o rumena;chiss se hai poi trovato di dentro la tua vera altezza?Addio amico venuto dal passato per un momento appena,addio giorni andati in un soffio, amici mai pi incontrati; s'ciao, giovinezza...

    Che guevara - 6 Quanto tempo passato da quel giorno d'autunnodi un ottobre avanzato, con il cielo gi bruno;

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    tra sessioni d'esami, giorni persi in pigrizia,giovanili ciarpami, arriv la notizia.Ci prese come un pugno, ci gel di sconfortosapere a brutto grugno: "Che" Guevara era morto.In quel giorno d'ottobre, in terra boliviana,era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara.Si offuscarono i libri, si rabbui la stanza,perch con lui era morta la nostra speranza.Erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni.Erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni."Che" Guevara era mortoma ognuno lo credevache con noi il suo pensieronel mondo rimaneva.Passarono stagioni, ma continuammo ancoraa mangiare illusioni e verit a ogni ora.Anni di ogni scoperta,anni senza rimpianti:"forza compagni all'erta, si deve andare avanti".E avanti andammo sempre,con le nostre bandiere,intonandole tutte quelle nostre chimere.In un giorno d'ottobre, in terra bolivianacon cento colpi morto Ernesto "Che" Guevara.Il terzo mondo piange, ognuno adesso sache "Che" Guevara morto, mai pi ritorner.Ma qualche cosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni

    e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni."Che" Guevara era mortoe ognuno lo capivache un eroe si perdeva,che qualcosa finiva.E qualcosa negli anni termin per davvero,cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero.I compagni di un giorno o partiti o venduti,sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti.Proprio per questo ora io vorrei ascoltareuna voce che ancora incominci a cantare:In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,con cento colpi morto Ernesto "Che" Guevara.Il terzo mondo piange, ognuno adesso sache "Che" Guevara morto, forse non torner.Ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzionie voi a decine che usate parole diverse, le stesse prigioni;

    da qualche parte un giorno,dove non si sapr,dove non l'aspettate,il "Che" ritorner!

    Cirano - 13 Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati,io pi non vi sopporto,infiler la penna ben dentro al vostro orgoglioperch con questa spada vi uccido quando voglio.

    Venite pure avanti poeti sgangherati,inutili cantanti di giorni sciagurati,buffoni che campate di versi senza forzaavrete soldi e gloria, ma non avete scorza;godetevi il successo, godete finch dura,che il pubblico ammaestrato e non vi fa paurae andate chiss dove per non pagar le tasse

    col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.Io sono solo un povero cadetto di Guascogna,per non la sopporto la gente che non sogna.Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abboccoe al fin della licenza io non perdono e tocco,io non perdono, non perdono e tocco!

    Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti,politici rampanti,venite portaborse, ruffiani e mezze calze,feroci conduttori di trasmissioni falseche avete spesso fatto del qualunquismo un arte,coraggio liberisti, buttate gi le cartetanto ci sar sempre chi pagher le spese in questo benedetto,assurdo bel paese.Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato,spiacere il mio piacere, io amo essere odiato;coi furbi e i prepotenti da sempre mi baloccoe al fin della licenza io non perdono e tocco,io non perdono, non perdono e tocco!

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    Ma quando sono solo con questo naso al piedeche almeno di mezz' ora da sempre mi precedesi spegne la mia rabbia e ricordo con doloreche a me quasi proibito il sogno di un amore;non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,per colpa o per destino le donne le ho perdutee quando sento il peso d' essere sempre solomi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,ma dentro di me sento che il grande amore esiste,amo senza peccato, amo, ma sono tristeperch Rossana bella, siamo cos diversi,a parlarle non riesco: le parler coi versi, le parler coi versi...

    Venite gente vuota, facciamola finita,voi preti che vendete a tutti un' altra vita;se c', come voi dite, un Dio nell' infinito,guardatevi nel cuore, l' avete gi traditoe voi materialisti, col vostro chiodo fisso,che Dio morto e l' uomo solo in questo abisso,le verit cercate per terra, da maiali,tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;tornate a casa nani, levatevi davanti,per la mia rabbia enorme mi servono giganti.Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco

    e al fin della licenza io non perdono e tocco,io non perdono, non perdono e tocco!

    Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,ma in questa vita oggi non trovo pi la strada.Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un postodove non soffriremo e tutto sar giusto.Non ridere, ti prego, di queste mie parole,io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signoraed io non mi nascondo sotto la tua dimoraperch oramai lo sento, non ho sofferto invano,se mi ami come sono,per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano.

    Culodritto

    -

    21 Ma come vorrei avere i tuoi occhi,spalancati sul mondo come carte assorbentie le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsio pentimenti,ma come vorrei avere da guardareancora tutto come i libri da sfogliaree avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare.Culodritto, che vai via sicura,trasformando dal vivo cromosomi corsari,di longobardi, di celti e romani dell'antica pianuradi montanari,reginetta dei telecomandi,di gnosi assolute che asserisci e domandi,di sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi,anche se non avraile mie risse terrose di campi, cortili e di strade,e non saprai

    che sapore ha il sapore dell'uva rubato a un filare,presto ti accorgeraicom'e' facile farsi un'inutile software di scienzae vedraiche confuso problema e' adoprare la propria esperienza;Culodritto, cosa vuoi che ti dica?Solo che costa sempre faticae il vivere e' sempre quello, ma e' s toria antica.Culodritto, dammi ancora la mano,anche se quello di stringerla e' solo un pretestoper sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato,o mi ha mai chiesto;vola, vola tu, dove io vorrei volareverso un mondo dove ancora tutto e' da faree dove e' ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare.

    Di mamme ce ne

    una sola

    - 111 [parlato]

    Devo confessare, poi che ho avuto anch'io, veramente, un periodo in cui da... da bello di balera, cio, non ero molto bello, inrealt, no, allora, mi ricordo, con... con agghiacciante terrore, che circolavo con una giacca di jersey blu con dei risvoltiniazzurri, qui, filettati, occhiale nero e cravatta rossa con i titoli dei giornali in cima, che una cosa... Giuro. Giuro, ho fatto

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    anche questo, ho fatto anche questo. Ero molto giovane, per, e... no, da questo periodo per viene tutta la mia conoscenza dicanzoni di... direi, d'epoca. E anch'io ho concepito un certo periodo in cui ho scritto canzoni di questo genere. E' stata unaspecie di crisi, no? E una di queste una canzone che... cos, direi, risolve un annoso problema, cio quello che riguarda lamamma...

    Come una capinera, sono in terra straniera,ma quando penso al mio cielo e al mio casolare mi par di morir.Or che la mamma lontana, la mia chitarra romana,la pizza napoletana, l' azzurra marina, ahim, pi non ho,e allor come in sogno venuta, la bianca testina canutami porta al mio vecchio quartiere, fra i glicini in fiore e mi canta cos...

    [parlato]Refrain:

    Di mamme ce n' una sola, ma caro figliolo, di babbo uno solo non sempre ce n' , lalalala,...la mamma sol ti consola, la piccola casa, l' angusta dimora, par quella d' un re.Figliolo, ora sei lontano da me: laggi sono ricchi e di mamme ne han tre...ma la tua mamma italiana e ne val cento da s!

    [parlato]Seconda strofa, che tira all'erotismo:

    Pi d' una donna procace ha simulato l'amorcon un suo bacio mendace, promessa fallace di un attimo sol.

    Via quell' amor mercenario, vattene femmina ignuda!Ogni tuo bacio sensuale un bacio di Giuda al sapor di champagne.Che cosa cercavo laggi, fra azzurre e sensuali abat-jours,

    [parlato]C' tutto !

    ritorno al mio vecchio quartiere, fra i glicini in fiore e ti canto cos...

    [parlato]Everybody, con sentimento:

    Le mamme son tutte belle, anche se vecchierelle son come le stelle che brillan nel ciel. lalalala,le mamme son tutte bianche, son curve e stanche; io voglio tornare, mamma, da te.Se un d me ne andai non lo voglio far pi, io voglio tornare per sempre laggidalla mia mamma italiana... eh ?...e non lasciarla mai pi...

    Dio e morto

    -

    7 Ho visto la gente della mia eta' andare vialungo le strade che non portano mai a nientecercare il sogno che conduce alla follianella ricerca di un qualcosa che non trovano, nel mondo che hanno gia'lungo le strade che dal vino son bagnatedentro alle stanze da pastiglie trasformatedentro alle nuvole di fumo del mondo fatto di citta'essere contro ed ingoiare la nostra stanca civilta', e un dio che e' mortoai bordi delle strade dio e' mortonelle auto prese a rate dio e' mortonei miti dell' estate dio e' mortoMi han detto che questa mia generazione piu' non credein cio che spesso e' mascherato con la fedenei miti eterni della patria e dell'eroeperche' e' venuto ormai il momento di negare tutto cio che e' falsita'e che e' di parte e di abitudine e paurauna politica che e' solo far carriera

    il perbenismo interessatola dignita' fatta di vuotol'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col tortoe un dio che e' mortonei campi di sterminio dio e' mortocoi miti della razza dio e' mortocon gli uomini di partito dio e' morto.Ma penso che questa mia generazione e' preparataad un mondo nuovo e a una speranza appena nataad un futuro che ha in mano, ad una rivolta senza armie che noi tutti ormai sappiamo che se dio muore e' per tre giorni e poi risorgein cio che noi crediamo dio e' risortoin cio che noi vogliamo dio e' risortonel mondo che faremo dio e' risorto

    Don chisciotte - 1 Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti

    per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanzacome un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.Nel mondo oggi pi di ieri domina l'ingiustizia,

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    ma di eroici cavalieri non abbiamo pi notizia;proprio per questo, Sancho, c' bisogno soprattuttod'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentosol'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortantee con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,colpir con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,com' vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...

    Sancho Panza

    Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,contraddirlo non conviene, non mai di buon umore...E' la pi triste figura che sia apparsa sulla Terra,cavalier senza paura di una solitaria guerracominciata per amore di una donna conosciutadentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,ma credendo di aver visto una vera principessa,lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.E cos da giorni abbiamo solo calci nel sedere,non sappiamo dove siamo, senza pane e senza beree questo pazzo scatenato che il pi ingenuo dei bambini

    proprio ieri si stroncato fra le pale dei mulini...E' un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:io che sono pi realista mi accontento di un castello.Mi far Governatore e avr terre in abbondanza,quant' vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...

    Don Chisciotte

    Salta in piedi, Sancho, tardi, non vorrai dormire ancora,solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:per i primi indifferenza e disprezzo dei valorie per gli altri riluttanza nei confronti dei doveri !L'ingiustizia non il solo male che divora il mondo,anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,ma dobbiamo fare presto perch pi che il tempo passail nemico si fa d'ombra e s' ingarbuglia la matassa...

    Sancho Panza

    A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifesele ha attaccate come fossero un esercito di Mori,ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastoriera chiaro come il giorno, non vero, mio Signore ?Io sar un codardo e dormo, ma non sono un traditore,credo solo in quel che vedo e la realt per me rimaneil solo metro che possiedo, com' vero... che ora ho fame !

    Don Chisciotte

    Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,preferisco le sorprese di quest'anima tiranna

    che trasforma coi suoi trucchi la realt che hai l davanti,ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

    Sancho Panza

    Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorantee del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?In un mondo dove il male di casa e ha vinto sempre,dove regna il "capitale", oggi pi spietatamente,riuscir con questo brocco e questo inutile scudieroal "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?

    Don Chisciotte

    Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietroperch il "male" ed il "potere" hanno un aspetto cos tetro ?

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignit,farmi umile e accettare che sia questa la realt ?

    Insieme

    Il "potere" l'immondizia della storia degli umanie, anche se siamo soltanto due romantici rottami,sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:siamo i "Grandi della Mancha",Sancho Panza... e Don Chisciotte !

    Dovevo fare delcinema

    -

    79 Certo ha ragione il signorese dice che siamo in un filmdell'ultimo periodo,dove i banditi pentiti confessanose non li processanoe cos fra le macchie di sangue la vita la solitae fa "audience" se in pi c' la scenadel killer che vomita.Sa com'?E' bello fare del cinemaanche se, l da imputatoc' qualcuno che crede di esser nel cinema muto, bello fare del cinema,ma piuttosto che sparare

    siam rimasti nascosti a guardare.A guardare cos' che ci aspetta alla fine del tunnel,dei riflussi riflessi su certi pacchetti di Camel,quando tutto soltanto un riassunto di modi di dire,quattro quarti di noia disposti comunque a finire;l'inflazione per non finisce e ci rende cattivi,non c' niente che valga la pena e cos siamo vivi.Ma che cos'che ci fa fare del cinema?Forse questa depressioneo l'istinto di conservazione.Noi, si va a fare del cinema,e quando vivere un problemarifacciamo da capo la scena..S devo dire che ha proprio ragione il signore,c' una crisi tremenda che investe l'intero settore; che il pubblico vuole si parli pi semplicemente,

    cos chiari e precisi e banali da non dire niente.Per capire la storia non serve un discorso pi grande;signorina cultura si spogli e dia qui le mutande.Sa com', Lei,deve fare del cinema,mica roba pervertita,ma un soggetto che serva alla vita;facciamo tutti del cinemama piuttosto che parlaresi rimanga nascosti a pensare.Ma il gestore di un piccolo cine di periferiami diceva che tutta la vita che aspetta un'idea,un'idea piccolina che verso il finale si evolve,nella madre di tutte le storie, l'idea che risolve;quel soggetto che senti nell'aria e potrebbe arrivareproprio quando hai gi chiuso il locale e cambiato mestiere:sa com', bello fare del cinema,

    tanto sa: facciamo tutti del cinema.

    Due anni dopo - 72 Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente,l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente.

    Mattino verr e ti porterle silouhettes consuete di parvenze;poi ti sveglierai e ricercheraidi desideri fragili esistenze...

    Lo specchio vede un viso noto, ma hai sempre quella solita paurache un giorno ti rifletta il vuoto oppure che svanisca la figura.

    E ancora non sai se vero tu seio immagine da specchi raddoppiata;nei giorni che avrai per cercherail'immagine dai sogni seminata...

    L'inverno ha steso le sue mani e nelle strade sfugge ci che sento.Son trine bianche e neri rami che cambiano contorno ogni momento.

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    E ancora non sai come potraitrovare lungo i muri un' esperienza;sapere vorrai, ma ti troveraidue anni dopo al punto di partenza...

    E senti ancora quelle voci di mezzi amori e mezze vite accanto;non sai per se sono vere o sono dentro all' anima soltanto;

    nei sogni che hai, sai che canteraidi fiori che galleggiano sull'acqua.Nei giorni che avrai ti ritroveraidue anni dopo sempre quella faccia...

    La la la la...

    E un giorno...

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    59E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgiche non sono pi quei fantastici giorni all'asilodi giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgile cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...

    E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendiche non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,che il mondo l fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendicapendo che a battito a battito l'et che s'invola...

    E tuo padre ti sembra pi vecchio e ogni giorno si fa pi lontano,non racconta pi favole e ormai non ti prende per mano,sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realt e speraree sospesi fra voglie alternate di andare e restare...di andare e restare...

    E un giorno ripensi alla casa e non pi la stessain cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessadi cose incredibili e di caffellatte in cucina...

    E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiatipersi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,sembra quasi il racconto di tanti momenti passaticome il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...

    E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa pi distratto,non inventa pi giochi e con te sta perdendo il contatto...E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,ma pu darsi non riesca a sapere che sogni gestire...che sogni gestire...

    Poi un giorno in un libro o in un bar si far tutto chiaro,capirai che altra gente si fatta le stesse domande,che non c' solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaroe non senza un prezzo salato diventare grande...

    I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felicicome oggetti di bimba, lontani ed impolverati,troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...

    Sentirai che tuo padre ti uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggionello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato,

    io ho sempre tentato... "

    Emilia - 112 Le Alpi, si sa, sono un muro di sassouna diga confusa, fanno tabula rasaper noi che qui sotto, lontano, piu' in bassoabbiamo la casaLa casa ed i piedi in questa spianatadi sole che strappa la gola alle ranedi nebbia compatta scabrosa stiratache sembra di paneEd una strada antica come l'uomomarcata ai bordi dalle chiacchiere di un duomoe i fiumi falsi avventurieri che trasformano i padaniin marinai non veri

    Emilia di volti tra i campi e sui pratilagune e piroghe, e l'eterno mare

  • 8/14/2019 Francesco Guccini Totes Canons

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    guerrieri del Nord dai capelli gessatine hai visti passareEmilia allungata tra l'olmo e il vignetovoltata a cercare quel mare mancantee il monte Appennino raccontando un segretodiventa un giganteLungo la strada, tra una piazza e un duomohai messo al mondo questa specie d'uomovero aperto finto stranochiuso anarchico verdianobrutta razza, l'emiliano!Emilia sognante fra l'oggi e il domanidi cicloamatori, di lusso e balereEmilia di facce, di grida, di manisara' un grande piacereVedere in futuro da un mondo lontanoquaggiu' sulla Terra una macchia di verdee sentire il mio cuore che battendo piu' pianola' dentro si perdeOra ti saluto, e' quasi sera e si fa tardisi va a vivere o a dormireda Las Vegas a PiacenzaFari per chilometri ti accecano testardima io sento che hai pazienzadevi ancora sopportarci.

    Eskimo - 10 Questa domenica in Settembrenon sarebbe pesata cosi'l'estate finiva piu' naturevent'anni fa o giu' di li'Con l'incoscienza dentro al basso ventree alcuni audaci, in tasca "l'Unita'",la paghi tutta, e a prezzi d'inflazione,quella che chiaman la maturita'Ma tu non sei cambiata di moltoanche se adesso e' al vento quello cheio per vederlo ci ho impiegato tantofilosofando pure sui perche'Ma tu non sei cambiata di tantoe se cos'e' un orgasmo ora lo saipotrai capire i miei vent'anni allorae quasi cento adesso capirai

    Portavo allora un eskimo innocentedettato solo dalla poverta'non era la rivolta permanentediciamo che non c'era e tanto faPortavo una coscienza immacolatache tu tendevi a uccidere pero'inutilmente ti ci sei provatacon fot