Da Saussure a Hjelmslev...Da Saussure a Hjelmslev • Louis Hjelmslev, danese (1899-1965) Promuove...

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Da Saussure a Hjelmslev

• Louis Hjelmslev,

danese

(1899-1965)

Promuove la fondazione

del

Circolo Linguistico di

Copenhaghen

• Hjelmslev sistematizza e formalizza i principi saussuriani

• Cfr. le sue opere più conosciute:

• I fondamenti della teoria del linguaggio, 1943; Saggi di linguistica generale, 1959;

• La struttura fondamentale del linguaggio, 1968.

• A partire dagli anni 30 elabora una teoria del linguaggio a cui dà il nome di Glossematica, da “glossa”, in greco lingua.

• Hjelmslev sottolinea la novità di Saussure nel panorama degli studi linguistici e esalta la rottura epistemologica di concetti come VALORE e SISTEMA

• La linguistica può configurarsi come una scienza nella misura in cui studierà la lingua come un sistema autonomo di dipendenze interne.

• Hjelmslev parte dall’idea che vi siano delle COSTANTI nei fatti linguistici:

• “Scopo della teoria linguistica è mettere alla prova su quello che appare un oggetto particolarmente invitante la tesi che un PROCESSO ha un SISTEMA sottostante, che una fluttuazione ha una costanza sottostante”

Tre punti in continuità con

Saussure1.Riflessioni metodologiche: si può studiare la grammatica

come descrizione delle forme pure, della struttura, del sistema dei valori

2. La lingua è una FORMA (un sistema autonomo di dipendenze interne, cioè una STRUTTURA) e NON una SOSTANZA.

Al tempo stesso, è un’ISTITUZIONE SOCIALE: le forme astratte della grammatica vivono grazie a norme, abitudini, atti comunicativi inseriti in una cultura (strutturalismo antropologico)

3. La semiologia (oggi semiotica) va sviluppata come una teoria generale dei sistemi di segni, verbali e non verbali.

• Il che significa pensare al linguaggio come a una delle possibili manifestazioni della facoltà generale di produrre segni e simboli, accanto ad altre attività pratiche (tecniche, attività economiche e sociali).

• La struttura formale di un sistema di

comunicazione può servirsi, per realizzare

i singoli messaggi, di un supporto qualsiasi

(sonoro, grafico, gestuale ecc.)

Iscrizione in greco dorico contro gli spergiuri

• La ricchezza e la potenza di un sistema di

comunicazione non dipende dal supporto

materiale, ma dalle proprietà formali,

prima fra tutte l’articolazione di UNITÀ

MINIME in UNITÀ PIÙ GRANDI.

• La linguistica del passato era INDUTTIVA

(andava dal particolare al generale: dai

singoli suoni ai fonemi, dai fonemi alle

categorie eccetera..) ora deve diventare

DEDUTTIVA, partire cioè dai TESTI e

analizzarne i componenti minori, in un

percorso ANALITICO e SPECIFICANTE

L’oggetto linguistico (una parola, una frase,

un testo) va scomposto in componenti

minori:

OGGETTO

COMPONENTI COMPONENTI COMPONENTI

COMPONENTICOMPONENTI COMPONENTI

La glossematica si pone i seguenti

obiettivi:

1. Prediligere l’analisi deduttiva, cioè

elaborare una teoria linguistica generale

per poi passare all’applicazione dei

principi generali su testi specifici;

2. Insistere sulla FORMA, spesso

trascurata a favore della SOSTANZA

3. Considerare anche la forma linguistica del

CONTENUTO, e non solo quella

dell’ESPRESSIONE

4. Considerare il linguaggio come un

sistema semiotico particolare, un sistema

costituito da PIANI differenti

• Benché il linguaggio sia qualcosa di molto complicato, Hjelmslev pensa che si possa caratterizzarlo sulla base di alcuni tratti molto generali.

➢ Cinque tratti fondamentali dei linguaggi –

➢ Non solo verbali: anche se il linguaggio verbale ha maggiori possibilità espressive degli altri (ad esempio può parlare di se stesso, e degli altri linguaggi, mentre il contrario non sempre è possibile) > carattere di METALINGUAGGIO

➢ la prospettiva di Hjelmslev è per una semiotica generale

• > distinzione fra i linguaggi non linguistici o

ristretti, che possono servire solo a dati

fini,

• e linguaggi linguistici propriamente detti

Linguaggi ristretti e non – (vd. p. 70)

• …Tutto ciò che è espresso in danese può essere tradotto in inglese e viceversa, poiché entrambi sono linguaggi non ristretti.

• Tutto ciò che è espresso in una formula matematica può essere reso in inglese, ma non è vero che ogni espressione inglese può essere resa in una formula matematica; questo perché il linguaggio delle formule matematiche è ristretto, mentre l’inglese non lo è.

Cinque tratti fondamentali dei

linguaggi – non solo verbali

1.Una lingua (o semiotica) è costituita da un piano dell’espressione e da un piano del contenuto

2. Una lingua è costituita da due assi: processo e sistema

3. I piani dell’espressione e del contenuto sono legati tramite la commutazione

4. Una lingua è caratterizzata da relazioni definite: reggenze e combinazioni

5. Non esiste tra espressione e contenuto una corrispondenza biunivoca

1. tratto:

ESPRESSIONE/CONTENUTO

“Per ragioni puramente logiche sembra ovvio che

ogni linguaggio concepibile implichi due cose:

un’espressione e qualcosa di espresso. Non può

esserci semplicemente un’espressione senza

qualcosa di espresso e viceversa. Queste due

proprietà sono fondamentali a tutti i linguaggi.

(cit. p. 51 continua)

Da “significato” a “contenuto”

• Dal momento che non siamo sicuri che un significato, sia in senso mentalistico che in senso behaviouristico, sia implicato, non farò uso del termine “significato” per denotare la cosa che è espressa. Lo definirò “contenuto”, termine scelto perché perfettamente non impegnativo, che consente di rinviare il problema del significato vero e proprio a una più tarda discussione.

• La cosa più importante è che, anche se eliminassimo locutore e ascoltatore, e se eliminassimo il significato considerato come coscienza del locutore e comportamento dell’ascoltatore, questi espedienti non ci permetterebbero di ridurre il linguaggio a mera espressione. Il contenuto è il complemento necessario dell’espressione. Il linguaggio resta doppio, è una struttura a due facce che implica contenuto e espressione. Io li chiamerò i due piani del linguaggio ”

I. I piani del linguaggio:

espressione e contenuto

> Il linguaggio non è mai una mera espressione (ex significante s.).

> Il contenuto (ex significato s.) è il complemento necessario dell’espressione.

➢Il linguaggio resta doppio, è una struttura a due facce che implica contenuto e espressione.

➢ la relazione di espressione e contenuto è detta di DENOTAZIONE

La funzione segnica

• Hjelmslev ridefinisce il segno saussuriano come rapporto di stretta connessione (regolato da codici) fra due piani del linguaggio:

• il PIANO dell’ESPRESSIONE e il PIANO del CONTENUTO

• Il significante di Saussure diventa dunque l’espressione, mentre il significato diventa il contenuto, quel che era segno diventa funzione segnica, sottolineando maggiormente la connessione fra i due piani.

La funzione segnica è una relazione formale

interna, che guarda all’esterno verso le

sostanze:

• Forma e sostanza si presuppongono reciprocamente.

• La sostanza è scavata, ritagliata, nella materia, dalla forma

• La forma informa la materia semiotizzandola, rendendola cioè sostanza

• La materia è un substrato comune a tutte le lingue, è ciò che non solo le accomuna, ma anche le differenzia perché viene diversamente pertinentizzata

Cit. p. 54

“Ogni lingua traccia le sue particolari suddivisioni all’interno della ‘massa del pensiero’ amorfa, e dà rilievo in essa a fattori diversi in disposizioni diverse, pone i centri di gravità in luoghi diversi e dà loro enfasi diverse. È come una stessa manciata di sabbia che può prendere forme diverse, o come la nuvola di Amleto che cambia aspetto da un momento all’altro”

Questo vale sia per l’espressione che per il contenuto.

Forma e sostanza dell’espressione

• La sostanza dell’espressione può essere: nella lingua naturale la voce articolata; in pittura le pennellate su una tela; in musica l’esecuzione di una nota; in un giornale i contrasti di bianco e nero.

• La forma dell’espressione può essere: nella lingua naturale il sistema fonologico (organizzazione dei suoni)

• o il sistema morfologico (insieme regole che reggono la struttura delle parole nella loro formazione e nella loro flessione)

• o il sistema sintattico (regole della formazione delle frasi)

Ogni lingua traccia le sue suddivisioni all’interno di

una massa non organizzata

• Dal punto di vista strettamente fisico, l’ESPRESSIONE fonico-acustica delle lingue verbali è costituita da tutta la gamma di suoni che l’apparato fonatorio umano è in grado di produrre e che l’apparato auditivo è capace di percepire.

• Questi suoni sono dotati di varie caratteristiche fisicamente descrivibili (frequenza, ampiezza, timbro ecc.)

• Questo materiale fonico, nella sua fisicità

amorfo, costituisce la SOSTANZA

DELL’ESPRESSIONE delle lingue verbali.

• Le lingue non lo utilizzano in modo amorfo, ma

lo articolano in modo specifico.

• In italiano, ad esempio, la porzione tra /a/ e /e/

viene divisa in segmenti distinti, differentemente

dall’arabo.

a e a,e

• Lo schema senza la sostanza fonica (a,e, nell’esempio) rappresenta la FORMA dell’ESPRESSIONE

• In italiano e arabo, abbiamo due diverse formeper un’unica sostanza

Il triangolo vocalico

• Le vocali sono prodotte da un flusso di aria che esce dal tubo fonatorio senza incontrare chiusure o costrizioni notevoli in nessun punto

• Le vocali si classificano perciò in base a tre dimensioni:

1. APERTURA/CHIUSURA

2. ANTERIORITÀ/POSTERIORITÀ

3. ARROTONDAMENTO

Riassumendo:

• Le lingue formano la materia (la massa informe dei suoni) in modi differenti, come si vede dallo schema.

• La forma dell’espressione articola la materia secondo schemi fonologici e in virtù di questa pertinentizzazione della materia si possono produrre vocali e consonanti (sostanze dell’espressione):

Lo stesso vale per il

PIANO DEL CONTENUTO

• La MATERIA del contenuto è è costituita dalla totalità dei significati pensabili

• La FORMA del CONTENUTO dal modo in cui questa MATERIA viene formata – ad esempio lo schema lessicale

• La sostanza del contenuto è il nostro modo di percepire il mondo in base allo schema proiettato dalla FORMA sulla materia

• In latino, ad esempio, esisteva nella

denominazione dei colori BIANCO e NERO,

un’importante distinzione fra la versione ‘lucida’

e quella ‘opaca’:

opaco lucido

“NERO” ater niger

“BIANCO” albus candidus

Confronto fra italiano e latino:

opaco lucido

latino ater niger

italiano nero

latino albus candidus

italiano bianco

• Quindi: la stessa porzione di contenuto (di sostanza del contenuto) che il latino divide (o forma) in due parti, è in italiano coperta da una sola casella.

➢ La FORMA dell’italiano, per quanto riguarda questi termini di colore, è diversa da quella del latino.

➢Sono gli apprezzamenti collettivi , cioè l’insieme delle valutazioni collettive di una società, a spiegare la diversità delle forme e delle segmentazioni

• La forma del contenuto articola la materia secondo schemi lessicali specifici, a partire dai quali noi percepiamo e distinguiamo determinati aspetti della realtà.

• I piani dell’espressione e del contenuto hanno degli strati, che sono la sostanza e la forma

La materia è sempre sostanza per

nuove forme

Le figure del contenuto

ovino suino bovino equino ape umano

Mas

chio

montone maiale bue stallone fuco uomo

Fem

mina

pecora

scrofa mucca

giumenta ape donna

Il carattere formativo della

semiotica

• I linguaggi non sono solo gli strumenti per

comunicare un pensiero, ma sono

dispositivi per formarlo e produrlo

• Le lingue sono dispositivi che segmentano

e formano il materiale fonico e il materiale

concettuale

• Tale formazione è arbitraria, nel senso che

dipende da ragioni storico-culturali

L’ipotesi del relativismo linguistico

• Si tratta di una versione estrema del principio di formatività, in base alla quale il linguaggio proietterebbe le sue segmentazioni sulla materia senza subire alcun condizionamento naturale e fisico

• Oggi comunemente si sostiene una posizione intermedia e cioè si pensa che l’attività schematizzante del linguaggio abbia dei vincoli naturali e fisici.

II tratto - Gli assi del linguaggio: sistema e

processo

• Asse del processo: vi si dispiegano i SINTAGMI cioè gli elementi linguistici minimi che si congiungono e danno luogo a sequenze complesse

• Es: c-a-n-e; Il – cane – è- arrabbiato ecc.

• Ciò che conta nel processo è l’ordine posizionale, che è rigido(esempio: i colori di un semaforo)

• In questo senso la linea continua da sinistra a destra è ingannevole: pensiamo piuttosto al menabò di un giornale e all’organizzazione interna che stabilisce

• Dunque rientra nella forma e non nella sostanza

• Asse del sistema (verticale), asse del

processo (orizzontale)

• La “gabbia” di un

giornale: ancor

prima che si

inseriscano i

testi, si

stabiliscono delle

gerarchie e degli

spazi testuali

• Asse del sistema: è più astratta perché si

verifica in absentia

• Vi si dispiegano gli elementi che

potrebbero stare al posto di un’entità

comunicativa

• Gli elementi della comunicazione hanno

fra loro in questo caso un rapporto di

sostituzione: O…O

III tratto: La prova di commutazione

• Questo tratto lega i due piani

dell’espressione e del contenuto

• Esempio:

• “il giocatore dà un calcio al pallone”

• possiamo sostituire elementi nella frase

modificandone al contempo il contenuto

III tratto: La prova di commutazione

• Serve a stabilire l’inventario dei suoni che

appartengono al sistema fonologico di una

lingua.

• Serve a distinguere le unità minime

pertinenti sul piano dell’espressione

• Queste unità in sé sono prive di

significato.

• Sono figure e non sono segni

• La fonetica si occupa dei suoni linguistici considerandone esclusivamente gli aspetti FISICI, senza domandarsi cioè qual è la loro FUNZIONE nella lingua di cui si tratta.

• La fonologia si occupa invece della FUNZIONE DISTINTIVA dei suoni, che procede anzitutto all’inventario dei fonemi attraverso la PROVA di COMMUTAZIONE.

La prova di commutazione

• Si mettono a confronto coppie di suoni

all’interno di coppie di parole.

• Quando il significato di una parola cambia,

allora si è identificato un diverso fonema

• Esempio:

Ship (nave) vs sheep (pecora)

Commutazione - Sull’asse paradigmatico o del

sistema:

• Se i cambiamenti introdotti in un piano del linguaggio provocano trasformazioni sull’altro piano, siamo in presenza di una MUTAZIONE e diremo che l’elemento in questione è una INVARIANTE

• Se i cambiamenti introdotti su un piano non provocano trasformazioni sull’altro piano, allora siamo in presenza di una SOSTITUZIONE e diremo che l’elemento sostituito è una VARIANTE del sistema (cfr. rotacismo padano)

Sull’asse sintagmatico o del processo:

• Quando la mutazione riguarda l’asse del

processo si parla di PERMUTAZIONE.

• Nella frase : “Il dirigente dà un calcio al

calciatore” possiamo mutare gli elementi

sintagmatici e ottenere: “Il calciatore dà un

calcio al dirigente”: il significato cambia!

L’analisi dei due piani del

linguaggio verbale

• L’analisi fonologica ha messo in luce la nozione di tratti distintivi (o figure), elementi minimali del piano dell’espressione, la cui combinatoria, in base a leggi specifiche, dà luogo ai fonemi.

• Doppia articolazione nel linguaggio (livello dei fonemi, privi di significato (II articolazione), e delle parole o morfemi, dotate di significato (I articolazione))

• Ciò che accade sul piano dell’espressione

serve da modello per analizzare anche il

piano del contenuto. Un termine o

lessema si distingue da altri lessemi in

quanto fascio di elementi differenziali detti

SEMI, e prima ancora FIGURE, sprovviste

di contenuto

(cfr. Traini p. 68)

ovino suino bovino equino ape umano

Maschio montone Porco Toro Stallone Fuco Uomo

Femmina pecora Scrofa Vacca Giumenta Pecchia Donna

Non conformità dei piani

• Per quanto il metodo di analisi e scomposizione sia lo stesso, in un sistema semiotico in senso stretto piano dell’espressione e piano del contenuto non sono isomorfi.

• Cioè, le unità dei due piani non sono equidimensionali

• Si possono così distinguere sistemi monoplanari, sistemi conformi o simbolici

IV tratto: La reggenza e la

combinazione

• Esistono relazioni ben definite fra le unità

linguistiche

• Esse sono: la reggenza e la combinazione

• C’è reggenza quando un’unità ne implica

necessariamente un’altra: esempio, in latino,

sine + ablativo, sine presuppone l’uso

dell’ablativo

> in italiano il grafema Q + U (quadro)

> Nei semafori, verde + giallo che lo segue, ecc.

• C’è REGGENZA e COMBINAZIONE

anche sul piano del contenuto.

• La frase “Il pallone dà un calcio al

giocatore “ è un caso di incompatibilità che

riguarda la combinazione sematica

• Il pallone è un oggetto inanimato che non

può reggere un verbo di azione con il

tratto di animato

• C’è combinazione quando la relazione fra

gli elementi è possibile ma non necessaria

• Es. “Il pallone dà un calcio al calciatore”

Il V tratto: La non conformità dei

piani

• Il piano dell’espressione e quello del contenuto non corrispondono fra loro termine a termine

• Si distingue tra linguaggi (o sistemi) linguistici o biplanari – appunto non conformi e linguaggi (o sistemi) non linguistici o monoplanari:

• Es. semafori: verde rosso giallo corrispondono uno a uno a “passa” “alt” “attenzione”

• Per essere una semiotica, un linguaggio deve essere non conforme e dunque biplanare

Non isomorfismo dei due piani

La commutazione delle due figure /p/ e /c/ nella catena espressiva /…ane/ provoca una commutazione sul piano del contenuto tra i segni “pane” e “cane”, ma non nell’ordine dello stesso rango poiché da un lato si commutano delle figure (/p/ e /c/) e dall’altro dei segni (“pane” e “cane”).

Attraverso la commutazione si dimostra quindi che i segni linguistici sono composti da figure (unità minime prive di significato) non commutabili con elementi dello stesso rango.

TIPOLOGIA DEI SISTEMI SEMIOTICI

• I cinque tratti servono a costruire inoltre

una TIPOLOGIA dei sistemi e dei loro

rapporti, ad esempio di sopraelevazione

(denotazione/connotazione)

• I piani e gli assi caratterizzano tutti i

linguaggi, la non-conformità e la

commutazione permettono di diversificare

i linguaggi.

Denotazione e connotazione:

un esempio

• Giochi degli scacchi, logica, linguaggio matematico: sono sistemi monoplanari o simbolici

• I sistemi di segni (non conformità tra i piani e commutabilità dei derivati) sono ad es. le lingue naturali

• I sistemi semi-simbolici sono infine sistemi i cui piani sono conformi ma i cui elementi sono commutabili: si tratta di microsistemi che stabiliscono una relazione non tra elementi isolati dei due piani ma tra categorie, cioè almeno una coppia di contrari (movimento verticale/sì = movimento orizzontale/no; basso/profano= alto/sacro)

Semiotiche sincretiche:

• Sono le semiotiche che si basano su sistemi diversi: scritti, visivi, sonori, gestuali, ecc.

• Semiotiche multiplanari sono quelle che presentano sincretismo e/o multilinearità (sono multilineari si sistemi che aprono diverse possibilità sull’asse del processo, come avviene nella scrittura ipertestuale).

• In una semiotica sincretica si stabilisce una relazione di MONTAGGIO che porta alla fusione di sistemi diversi: ad es. una semiotica audiovisiva, una semiotica del fumetto ecc.

Il testo audiovisivo

• Un testo audiovisivo è una semiotica

sincretica che mette in relazione segni

visivi che sono in relazione fra loro, e

segni sonori che sono in relazione fra loro.

• Si tratta cioè di relazioni di relazioni fra

segni del sistema visivo e segni del

sistema audio

L’ipertesto o semiotica multilineare

• Si stabilisce una relazione di montaggio

che apre delle alternative possibili o

biforcazioni

• Siamo di fronte a una relazione di

correlazioni

• Il montaggio sincretico o il montaggio

multilineare danno luogo a semiotiche

multiplanari