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8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
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Club Alpino Italiano
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Coordinamento scientifico/ProjectManagers:ClaudioSm iraglia andGuglielmina DiolaiutiUniversitàdegliStudidiMilanoDipartimentodiScienzedellaTerra“ArditoDesio”conilcontributoscientificoetecnicodi/withthescientificandtechnicalsupportof :RobertoS.Azzoni
Testi a cura di/Maintextby :RobertoS.Azzoni,GuglielminaDiolaiuti,ClaudioSm iraglia
Analisi dati e immagini ed elaborazionicartografiche/Imageanalysis,data processingandmap editingby: CarloD’Agata andDavideMaragno
Validazione dati/Datavalidation:ComitatoGlaciologico Italiano(CGI):CarloBaroni,AldinoBondesan,AlbertoCarton,
RenatoR.Colucci, GianniMort ara,MassimoPecci,LuigiPerotti
FondazioneMontagnaSicura–RegioneAutonomaValled’Aosta (FMS-RAVA):MarcoVagliasindi
MuseodelleScienze,Trento(MUSE):Christian Casarotto
ProvinciaAutonomadiBolzano(PAB)- AltoAdige:RobertoDinale
ProvinciaAutonoma diTrento-(PAT) -Trentino:AlbertoTrenti
RegioneVeneto-ARPAV:AnselmoCagnati,AndreaCrepaz
SocietàAlpinistiTridentini(SAT):StefanoFontana
Ortofoto, immagini da satellite e daticortesemente forniti in consultazione da/Orthophotos, satellite imagines and datakindlyprovidedby:RegioneLombar diaRegionePiemonteFondazioneMontagnaSicura-RegioneAu tonomaValle d’AostaRegioneVeneto-ARPAVProvincia Autonoma diTrento-TrentinoProvinciaAutonomadiBolzano-AltoAdigeRegioneAu tonoma Friuli-VeneziaGiulia
Collaborazione raccolta materialefotografico/Picturesand photographskindlygivenby :SGAA(ServizioGlaciologicoAltoAdige):PieroBruschi
MUSE(MuseodelleScienzediTrento):Christian Casarotto
SMI(SocietàMeteorologicaItaliana):DanieleCatBerro,LucaMercalli
SGL(Se rvizioGlaciologico Lombardo):RiccardoS cotti
FMS:MarcoVagliasindi
CGI:AldinoBondesan,AugustaV.Cerutti,GianluigiFranchi,AristideFranchino,GiovanniKappenberger,GianniMortara,RenatoR.Colucci,MassimoPecci
RegioneVeneto-ARPAV:AnselmoCagnati,AndreaCrepaz
Cartografia/Map production:UNIMI-Dipartimento Scienzede llaTerraBaseca rtografica /Mapbase:AsterGDEMU2
Ideazione grafica e impaginazione/Graphicdesignandlayout:MarketingGroupMilano
Il progetto ha avuto il patrocinio di/Withtheformalpartnershipof: Ministerodell'AmbienteedellaTutela
delTerritorioedel Mare
WorldGlacierMonitoringService
DipartimentoScienzedellaTerra"ArditoDesio"-
UniversitàdegliStudidiMilano
Società AlpinistiTridentini
FondazioneMontagnaSicura-RegioneAutonomaValled'Aosta
ServizioGlaciologicoAltoAdige
MuseodelleScienzediTrento
Servizio Glaciologico Lombardo
SocietàMeteorologicaItaliana
AssociazioneGeologiae Turismo
CentroInterdipartimentaleStudiApplicati
Gestione Sostenibilee DifesadellaMontagna -
UniversitàdegliStudidiMilano(GESDIMONT)
AssociazioneitalianaGeografiaFIsica
eGeomorfologia(AIGEO)
ClubAlpinoItaliano
Modalità di citazione:SMIRAGLIAC. &DIOLAIUTIG.(a curadi)(2015)-IlNuovoCatastodeiGhiacciaiItaliani. Ev-K2-CNREd.,Bergamo,400pp.
Forbibliographicandreferencepurposesthis publicationshouldbereferredto as:SMIRAGLIAC.& DIOLAIUTIG.(Editors)(2015)-TheNewItalianGlacierInventory.Ev-K2-CNR,BergamoPubl.,400pp.
Ilvolumeèstatorealizzatoanchenelquadrodel Progetto PRIN 2010/2011 (2010AYKTAB_006),coordinatorelocaleprof.C. SmiragliaThisworkwasalso performedin theframeworkofthePRINprojec t2010/20 11(2010AYKTAB_006),localleaderprof.C.Smiraglia
IlNuovoCatastodeiGhiacciaiItaliani
èstatorealizzatograziealcontributodiLEVISSIMA
TheNew Italian Glacier Inventory wascarried out
thanksto thecontribution ofLEVISSIMA
Stampatoda Mastergraph,MilanoPrintedbyMastergraph,Milan
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Ghiacciaio di Fellaria Est (foto R.Scotti 2013)FellariaEstGlacier (photocourtesy R.Scotti2013)
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The New Italian Glacier Inventory is a
projectrealized at the “ArditoDesio” Ear-th ScienceDepartmentof theUniversity
of Milan (henceforth UNIMI) by theGlaciolo-gy staff. Theproject was developed within theframework of the longstanding cooperationamongUNIMI, SanpellegrinoSpa - brand Le-vissima and theEv-K2-CNR Association, and
itspurposeistogive themostaccurate, up-to-dateand completeinformation needed toma-nagein thebest way possiblethe high moun-tain areasof Italy, and in particular toanswer
thefollowing crucialquestions: Howmany aretheactualglaciersofItaly?Whatisthepresent glacier coverage in Italy?How hard and how
fasthastheclimatechangeimpacted thecoldand frozen water resourcesof theItalian Alps? Elementsand datato answer thesequestionscan be provided only through a largescaleanalysisbased on themost recentremote sen-singand GIStechniques.Theanalysisneeds to be supported by those
whobest knowthe glacierized landsof Italy:thescientists whohave been studyingglaciersover the last decades with passion and moti-vation, themanagers and policy makerswhohave been managing the mountain territoryand their fresh water resources, and theinha-bitants of the high elevation areaswho live
closeto glaciersand glacierets.Only the competence and theknowledge of all thesepeople can produce a reliable, ro-bustand completepictureof thepresentstateofItalian glacialactivity. Allthe work wedid,summarized in thispaper, aimed atproducingthisresult. Further data and information with
fulldetailsarealsoavailableat theopen sour-ce web page provided by Sanpellegrino Spaand theEv-K2-CNR Association.Thisprojectalso took advantageof thepre-cious cooperation of the Italian Glaciological
Il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani è unprogetto realizzato dal Gruppo di Ricer-ca Glaciologia dell’Università degli Studi
di Milano (UNIMI), Dipartimento di Scienze
della Terra “A. Desio”, sviluppato grazie allacollaborazione pluriennale tra questa Uni-versità, Sanpellegrino Spa - brand Levissi-
ma e l’Associazione Riconosciuta EvK2CNR.Il Progetto è stato ideato per risponderead alcune domande fondamentali per unacorretta gestione della montagna italiana:
quanti sono oggi i ghiacciai del nostro Pa-ese? qual’è l’estensione attuale del “cuorefreddo”delle Alpi Italiane? quanto intenso èstato l’impatto del cambiamento climaticosu questa preziosa risorsa idrica?Solo uno studio a carattere sovraregionale,basato sulle più moderne tecniche di remo-
te sensing e analisi d’immagine e suppor-tato dai maggiori conoscitori del territorio,ovvero da chi i ghiacciai li studia con passio-ne da sempre, da chi il territorio montanolo amministra e da chi nell’ambiente di altaquota vive, può portare ad una risposta ag-giornata, realistica, esaustiva e completa.
A questa risposta abbiamo finalizzato tuttoil lavoro che qui viene sintetizzato e che è di-sponibile e open source sui siti web dedicatiche sono stati sviluppati da SanpellegrinoSpa e dall’Associazione EvK2CNR.La realizzazione di questo lavoro è stata resapossibile anche grazie al prezioso contri-
buto scientifico del Comitato GlaciologicoItaliano, al coinvolgimento di numerose am-ministrazioni ed enti regionali e provinciali edi varie associazioni culturali di esperti del
settore. Il progetto ha inoltre ricevuto il pa-trocinio del World Glacier Monitoring Servi-ce di Zurigo, ente che cura il World Glacier
Inventory alle cui linee guida ci siamo riferitiper tutte le fasi tecniche di raccolta ed ela-
borazione dati.Claudio SmiragliaGuglielmina DiolaiutiDipartimento Scienze della Terra"Ardito Desio"-Università degliStudi di Milano
Committeeand of several regional and local
partners, both public administrations and private associations of glaciologists, trekkers,climbersand mountain lovers. Lastbut notle-ast, theprojectwas accredited and recognizedby theWorld Glacier MonitoringService (hen-ceforth WGMS), which istheorganization that developed and presently manages the World
Glacier Inventory.Our workflowwas based on themain outlinesand recommendations provided by WGMS to
permitworldwide comparisons.
L'acqua minerale Levissima, marchiodel Gruppo Sanpellegrino, simbolo dipurezza incontaminata e da sempre le-
gata a doppio filo alla natura, rinnova il suocostante impegno per la salvaguardia della
risorsa acqua. Emblema di questa vocazioneè, dal 2007, la nostra collaborazione con l’U-niversità degli Studi di Milano – Dipartimen-to di Scienze della Terra – e con le istituzionilocali della Valtellina (Provincia di Sondrio,Comune di Valdisotto, Camera di Commer-cio di Sondrio, Consorzi per lo sviluppo turi-
stico ed economico della Valtellina).Con loro, da anni l’acqua minerale Levissimaporta avanti progetti di ricerca per forniredati alla comunità scientifica e ipotizzaresoluzioni che contrastino la continua disper-sione di acqua causata dalla fusione glaciale.Punto di partenza della ricerca, le cime mon-
tuose della Valdisotto in Valtellina, dove l’ac-qua minerale Levissima nasce, con particola-re attenzione al Ghiacciaio Dosdè – GruppoPiazzi Campo. Qui, infatti, è stato creato unvero e proprio laboratorio a cielo aperto perlo studio dei ghiacciai, grazie all’installazionedi una stazione metereologica e ad innovati-
vi esperimenti succedutisi negli anni su que-
sta area. Dal 2012, inoltre, ha preso il via unnuovo importante progetto internazionale,
a cui l’acqua minerale Levissima ha aderitocon entusiasmo, insieme all’Università degliStudi di Milano, in collaborazione con l'Asso-ciazione Ev-K2-CNR, con il patrocinio scienti-fico del World Glacier Monitoring Service diZurigo e con il supporto del Comitato Gla-ciologico Italiano: la realizzazione del Nuovo
Catasto dei Ghiacciai italiani, un importanteaggiornamento scientifico dopo l’ultimoCatasto del Comitato Glaciologico 1959-1962 e la partecipazione italiana al CatastoInternazionale 1989. Un elenco completo edomogeneo dei ghiacciai italiani e un’analisiquantitativa e qualitativa della loro riduzio-
ne areale, permettono infatti di fornire infor-mazioni davvero significative dal punto divista idrologico, climatico e turistico.E Levissima ha colto subito la sfida, con lo
scopo di monitorare il territorio dove la no-stra acqua minerale ha le sue fonti per pre-servare quelle caratteristiche di purezza eleggerezza che la rendono inconfondibile.
Stefano AgostiniPresidente e Amministratore DelegatoGruppo Sanpellegrino S.p.A.
Mineralwater Levissima, brand ofSan- pellegrino Group, icon of purity andalways profoundly connected with
thethemeofnature, renewsits constantcom-mitmentfor theprotection of water resources.The cooperation, since 2007, with the EarthSciencesDepartmentof Universitàdegli Studi di Milano and alsowith thelocal institutionsof Valtellina (Provincia di Sondrio, Comunedi Valdisotto, Chamber of commerceof Son-
drio, Consortium for touristicand economic development of Valtellina), symbolizes thisvocation. In collaboration with theseorgani- zations, mineralwater Levissimahas allalongcarried out research projects which aim toconcretely contributein supplyingdata to thescientificcommunity.
The research, in particular, hypothesizes solu-tionstocontrasttheicemeltingand theresul-tingwater dispersion.Theresearch started at themountain tops of Valdisotto, where mineral water Levissimawasborn, and in particular at Dosdèglacieron PiazziMountain in Valtellina.
Thesite hasbeen tlab, thanksto theinstion and many innomed over theyearsnew internationalpr
tàdegli Studidi Milthe Ev-K2-CNR Assosupportof theItalianand thesponsorshipnitoringService, haster Levissimajoined Theaim oftheproje
cier Inventory, a sigafter thelast Italian and theItalian particier Inventory 1989completelistofItaliatitativeand qualitareduction, in order t
information in term
tourism. Therefore, Llengetosupervisethralwater springs, to purity and lightness
Agostino DPresidente di Ev
Per me il ghiac“sentire”sottola becca della
salivo, a volte vi en
meandri dei crepabilico.Altre volte ne risalpoggiate a verticaliso rugoso orizzontate camminare tra unEro un giovane alp
ghiacciai percepivolano, la dinamica, ilsi meglio il valore e
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Massimo FrezzottiENEA Roma- PresidenteComitato Glaciologico Italiano
Ighiacci sono una delle componenti più
importanti del sistema climatico e al con-
tempo sono molto sensibili alle variazioni
climatiche.
La riduzione dei ghiacciai su tutto il pia-
neta è una delle evidenze più chiare di un
cambiamento in atto nel sistema climatico,
molto rapido ed esteso su scala globale. Il re -
gresso dei ghiacciai nelle Alpi è stato rileva-
to dalla fine della prima parte del XIX secolo,
ma la velocità di regresso è aumentata no-tevolmente dagli anni ’80 e i ghiacciai alpini
hanno perso più del 50% della loro massa.
Le simulazioni ipotizzano per la fine del XXI
secolo una perdita del 75% del loro volume,
che riguarderebbe in particolare i ghiacciai
posti al di sotto dei 3000 m. I ghiacciai costi-
tuiscono una fondamentale risorsa d’acqua
dolce utilizzabile per scopi agricoli, civili ed
industriali.
Pertanto sono presi in particolare considera-
zione nel monitoraggio delle modificazioni
ambientali attribuite al cambiamento clima-
tico e negli scenari previsionali. La rilevanza
scientifica ed economica di questa risorsa
naturale è stata oggetto di studio in Italia sin
dalla fine del secolo XIX.
Il Comitato Glaciologico Italiano fin dal 1895
ha coordinato il monitoraggio dei ghiacciai
italiani permettendo la raccolta di una delle
serie più lunghe al mondo di osservazioni
delle variazioni delle fronti glaciali. Il nuovo
Catasto dei Ghiacciai Italiani, realizzato dal
Gruppo di Ricerca Glaciologia dell’Università
degli Studi di Milano, Dipartimento di Scien-
ze della Terra “Ardito Desio”, nell’ambito diuna proficua collaborazione fra mondo della
ricerca e sponsor industriali, rappresenta un
ulteriore importante contributo allo studio
Thecryosphereis oneofthe mostimpor-
tantcomponents of the climate systemand atthe sametime isvery sensitive to
climatevariations.Very rapid glacier shrinking over the planet representsoneof theclearestevidence ofcli-matechange.Thedeclineof theglaciersin theAlpshasbeen
detected sincetheend ofthe firstpartof thenineteenth century, butthe rateof thisdeclinehasincreased dramatically sincethe80s andthealpineglaciershavelostmorethan 50% of their mass.For theend ofthe twenty-firstcentury, thesi-mulationssuggesta lossof75% ofglaciersvo-
lumethatwill affectparticularly those below 3000 m. Glaciersare a fundamental resourceof fresh water for agricultural, civiland indu-strialuses.Therefore they are taken into particular con-sideration for monitoringand forecasting en-vironmentalmodifications related to climate
change.Thescientific and economicrelevanceof thisnaturalresourcehas been thesubjectofstudyin Italy sincetheend of thenineteenth century.Since 1895, the Italian Glaciology Committeehascoordinated themonitoringof Italian gla-ciersby gatheringone ofthe longestseriesin
theworld ofglacier frontchanges.The new Italian Glacier Inventory made bytheGlaciology staffofthe “ArditoDesio” EarthScienceDepartmentof theUniversity ofMilan,aspart ofa fruitfulcollaboration between re-search and industry sponsors, hasupdated tothefirstdecadeofthe twenty-firstcentury the
inventories madesince 1925. Itrepresents afurther importantcontribution tothe study of Italian glaciers.
union ofalpinism, participation in thescienti-fic and technological activitiesat high altitu-de, workingin the main mountain regionsof thePlanet, such as Himalaya, Karakorum, Alpsand African mountains, tomonitor theimpact
ofclimate changeon theseecosystems.Thanksto itslong-term experience, Ev-K2-CNRhasbeen able through its projects, tocollect uniquedata and to install an environmental monitoring network internationally recogni- zed and included in the main programs of UNEP and WMO such asGAW and SPICE. But
also data, information and modeling toolsusefultopolicy makersfor a specificmanage-mentof mountain territories.
The New Italian Glacier Inventory representsoneof themost significantresultsof thecol-laboration between Ev-K2-CNR and theEarthSciencesDepartment“ArditoDesio” ofthe Uni-
versity ofMilan, theItalian NationalResearch
Council and private companies, that allowedto summarize the current conditions of gla-ciers in Italy, a fundamental information forsupportinga correctmanagementof thepre-cious ‘water’resource in our country.
Wilfried Haeberli - Director 1986-2010Michael Zemp - Director since 2010
C hangesin glacier cover ofmountain ran-gesareamongthemoststrikingsignsinnatureof rapid climatechangeata glo-
balscale.
Documenting fluctuations of glaciers is, the-refore, a key element of worldwide climateobservation. Glaciers are indeed Essential Cli-mateVariables(ECVs) in the GlobalClimateObserving System (GCOS) of WMO, UNESCO,IOC, UNEP and ICSU. Using integrative con-
cepts, this high-level science and policy-o-riented programme attempts to provide acomprehensive scientific knowledge basisin viewof – among others – understanding
long-term/large-scaleprocesses in theclimatesystem, calibratingand validatingrelated mo-
dels, detecting and attributing changes andassessingimpacts from such changes.Glacier inventories are fundamentally im- portant parts of such integrative conceptsof worldwideglacier monitoring, which isguidedand coordinated within the framework oftheGlobalTerrestrialNetwork for Glaciers(GTN-G)
combiningthe World Glacier MonitoringSer-vice (WGMS; primarily glacier fluctuations),theGlobal Land-IceMeasurement from Space project(GLIMS; primarily space-born invento-ries) and theUS National Snowand IceDataCenter (NSIDC; primarily datamanagement).Theseinventories establish regionalto global
coverageand – together with longobservatio-nalfluctuation seriessuch as massbalanceorlength variation ofindividual glaciers– docu-mentglacier changesin spaceand time.
Italy has played ahistorical pioneeringroleconcerningglacier inventories, havingcompi-led thefirst systematicand modern inventory
asa productof theInternationalGeophysical Year, an examplefollowed sincethe late1960sby internationally coordinated attempts tocompleteand periodically repeatregional toworldwideinventories.Especially in combination with digitalterraininformation, importantquantitative informa-
tion aboutthedistribution, characteristicsandchange in time of theItalian glacierscan bederived. Thenowavailabledata basisenablesadvanced model simulations to be run foranalysisof past, ongoing and possiblefuturedevelopmentsat regional scales and for wor-ldwide inter-comparison. Even detailed gla-
cier-bed topographiescan be calculated and,hence, future landscapesbe anticipated, whi-ch may emerge with theprobable vanishingof glaciers. This in turn opensthe door foradvanced assessmentsof impactsfrom clima-te changeon cold mountainsand their oftendensely populated surroundinglowlands. We
thank and congratulatethe authorsand spon-sorsof thepresentcontribution to globalgla-cier and climate observation. Our best wishesfor successful useaccompany thenew ItalianGlacier Inventory.
dei ghiacciai italiani ed aggiorna alla prima
decade del XXI secolo i catasti realizzati dal
Comitato Glaciologico Italiano a partire dal
1925.
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Lintensa riduzione areale dei ghiacciai
delle montagne italiane, che ha visto
un’accelerazione negli ultimi decenni
(Diolaiuti et al., 2012a; 2012b), trova riscontro
su tutte gli altri settori delle Alpi e sulle altre
catene montuose della Terra (Paul et al., 2004;
2007; 2011; Zemp et al., 2008) ed è sicura-
mente uno dei segnali più chiari ed evidenti
esistenti in natura delle variazioni climatiche
in atto e in particolare dell’aumento di tem-
peratura media dell’aria (Brunetti et al., 2000;
Casty et al., 2005; Brohan et al., 2006). Oltre
ad essere i più attendibili indicatori climatici,
i ghiacciai rappresentano un’importante ri-sorsa idrica, energetica, paesaggistica e turi-
stica. Studiarne le dimensioni attuali e le più
recenti variazioni è quindi utile ed importan-
te anche a livello applicativo. Uno strumento
ampiamente utilizzato a questo scopo è il
catasto o inventario dei ghiacciai: un elenco
che evidenzia le principali caratteristiche, a
livello qualitativo e quantitativo, e permette,
se ripetuto nel tempo, di valutare le relative
variazioni (Rau et al., 2005; Paul et al., 2007;
2010; Pfeffer et al., 2014). Quando alla fine
degli anni ’70 del secolo scorso l’International
Commissionfor SnowandIce (ICSI) in un sim-
posio in Svizzera gettò le basi per il Catasto
Internazionale dei Ghiacciai, si indicarono tre
principali motivazioni: 1) migliorare la cono-
scenza dei cicli idrologici e dei bilanci idro-
logici a scala locale, regionale e globale; 2)
offrire i dati di base per la gestione delle risor-
se idriche e per il loro utilizzo a scopo civile,
irriguo e energetico, per la prevenzione deirischi ambientali, per il turismo; 3) contribuire
allo studio dei fenomeni ambientali e dei pro-
cessi guidati dal clima e dalle sue variazioni
(Müller & Scherler, 1977).
Il nostro Paese ha un’antica e grande tradi-
zione nel campo dell’allestimento di catasti
glaciali. Uno dei primi inventari in assoluto fu
realizzato nel 1925 da Carlo Porro nell’ambito
delle iniziative del Comitato Glaciologico Ita-
liano (CGI); questo catasto riporta 774 ghiac-
ciai (Porro, 1925; Porro & Labus, 1927). L’opera
più significativa e all’avanguardia per il suo
tempo è sicuramente il Catasto dei Ghiacciai
Italiani realizzato fra il 1959 e il 1962 dal CGI
con il supporto del Consiglio Nazionale del-
le Ricerche (CNR). In quest’occasione furono
inventariate 838 unità glaciali (comprenden-
do ghiacciai in senso stretto e glacionevati),
estese su una superficie totale di poco più di
500 km2 (CGI-CNR, 1959; 1961a; 1961b; 1962).
La metodologia di raccolta dati si basò essen-zialmente su cartografia e rilievi di terreno.
Alla fine degli Anni Settanta del XX secolo il
CGI partecipò al Catasto Internazionale dei
Ghiacciai (World Glacier Inventory-WGI ), che
venne pubblicato a livello di sintesi alla fine
degli anni '80 (WGMS, 1989), mentre i dati dei
singoli apparati vennero divulgati successiva-
mente su un apposito sito internetdel World
GlacierMonitoring Service (www.wgms.ch/ ) e
del National Snow & Ice Data Center (NSIDC)
www.nsidc.org/data/glacier_inventory . Per l'I-
talia il catasto WGI venne realizzato da F. Sec-
chieri per conto del CGI (Serandrei Barbero
& Zanon 1993). La superficie totale risultò di
circa 600 km2, con un sensibile incremento
numerico degli apparati (Belloni et al., 1985;
Smiraglia, 2008). I dati per il WGI vennero
raccolti soprattutto dall’analisi di foto aeree,
purtroppo in alcuni casi con una copertura
nevosa non trascurabile.
Nel 1989 il CGI, su incarico del Ministerodell’Ambiente, realizzò un aggiornamento
del catasto, evidenziando una riduzione nu-
merica e di superficie (la superficie comples-
siva risultò di circa 480 km2) sia rispetto al Ca-
tasto CGI 1959-1962, sia soprattutto rispetto
al Catasto WGI (Ajassa et al., 1994; 1997). Da
questo momento in poi è mancato un aggior-
namento a livello nazionale, anche se sono
stati realizzati ottimi catasti locali (regionali
e provinciali) diffusi sia a livello cartaceo sia
su appositi siti (fra gli altri, Zanon, 1990; SGL,
1992; Comitato Glaciologico Trentino, 1994;
Citterio et al., 2007; Maragno et al., 2008; Dio-
laiuti et al., 2011; 2012a; 2012b; Bonardi et al.
2012; Secchieri, 2012; D’Agata et al., 2014).
Il progetto del Nuovo Catasto dei Ghiacciai
Italiani, i cui risultati sono presentati in que-
sto volume, si è posto l’obiettivo di colmare
questa lacuna realizzando in tempi relativa-
mente brevi un inventario del gla-
cialismo italiano attuale.Come fonte principale da cui rica-
vare i dati di base, in particolare le
superfici dei ghiacciai, si sono scelte
ortofoto ad alta risoluzione. La prima
parte del presente volume è costitu-
ita da un’Introduzione , che descrive
il progetto, le metodologie utilizzate
e le fonti di raccolta dei dati, le linee
guida che si sono seguite per la scelta
dei parametri qualitativi e quantitativi,
anche in accordo alle indicazioni inter-
nazionali. Segue un capitolo sui Ghiac-
ciai italiani, che offre sia un quadro
sintetico e globale sulle caratteristiche
attuali del glacialismo del nostro Paese,
sia sette paragrafi regionali e provincia-
li (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia,
Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli-Vene-
zia Giulia, Abruzzo). Ogni paragrafo regio-
nale e provinciale è costituito da un testo
che evidenzia, anche con grafici e foto,dimensioni e caratteristiche del glaciali-
smo locale, da una bibliografia essenziale,
da una serie di carte sintetiche che favori-
scono la localizzazione e l’individuazione dei
singoli apparati glaciali, da una serie di tabel-
le che raccolgono le informazioni qualitative
e numeriche e che costituiscono il risultato
principale del progetto. In questi paragrafi
si è proceduto anche ad un primo confronto
con i dati del Catasto CGI 1959-1962. Come
si ribadirà più volte, le metodologie di raccol-
ta dati dei due catasti sono molto diverse e
il confronto non può offrire che informazio-
ni generali sulla tendenza dell’evoluzione
del glacialismo nell’ultimo mezzo secolo. Un
confronto, seppur meno approfondito, è sta-
to realizzato anche con i dati del WGI. L’ultima
parte di questo volume, sicuramente impor-
‘
tante per l’aggiorn
ze sul glacialismo it
che raccoglie i princ
alta divulgazione d
pubblicati tra il 196
T
hesharp declin
Italian glaciers
leratedovertheal.,2012a;2012b),is
andrates withthe g
on otherAlpinesect
Le motivazioni
Study mo
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wasthe Italian GlacierInventory;thiswas de-
velopedby theCGIin cooperationwiththeNa-
tionalResearchCouncil(henceforthCNR)inthe
period 1959-1962. This data base, developed
by analysingmaps and making fieldsurveys,
reported838 glaciers(consideringbothactual
glaciersand glacierets) whichwere foundco-
veringa totalareaofabout500 km2 (CGI-CNR,
1959;1961a; 1961b;1962) .At theend ofthe
1970s,the CGI waspar tof theinternational
teamleadingthe WorldGlacierInventory(hen-
ceforthWGI), whichwaspublishedonlyin the
endof 1980sasa synthesis(WGMS,1989)and
laterwithfulldetailsatthededicatedwebpage
hostedby theWorldGlacierMonitoring Servi-
ce website (www.wgms.ch)and theNational
Snow& Ice DataCenter (NSDIC) (www.nsdic.
org/data/glacier_inventory).The total ar ea of the Italian glaciation was
shownintheWGIto beequaltoabout600km2 ,
anda numericincreaseof glacierswasindica-
ted (Belloni et al.,1985; Serandrei-Barbero &
Zanon,1993; Smiraglia,2008).
TheItaliandataenteredintheWGI,mainlyma-
nagedbyF.Secchieri,derivedfromaerialphoto
analysis andin some cases thephotos used
provedto be affectedby a not negligiblesnow
coverage.At theend ofthe 1980s,the CGIwas
charged by the Italian Environment Ministry
to develop a newupdated glacier inventor y.
In thedata baseobtained, theItalian glaciers
werefoundtocover an ar eaof about480km2
thusindicatinganactualdecreasewithrespect
toboth theCGI (1959-1962)inventoryandthe
WGI(Ajassaet al.,1994;1997).Thiswasthelast
Italian inventory;no othernationalstudiesto
developa generalglacierdatabasehavebeen
carriedout. Afterthattime, onlylocal(mainly
r egional) inventor ies have been published(amongthe other s: Zanon,1990;S GL, 1992;
Comitato Glaciologico Trentino, 1994; Citte-
rioet al.,2007;Maragnoet al.,2008;Diolaiuti
etal., 2011;2012a;2012b;Bonardiet al.2012;
Secchieri,2012;D’Agataet al.,2014).Then,the
projectnamed “The New Italian GlacierInven-
tory”, presented here,was conceived and de-
velopedto fillthisscientificgap,and ina quite
shor t time frameit haspr oduced the up-to-
datedata baseneededto describethe overall
Italian glacial situation. Themain sour ceof
infor mation we used in our data mining(in
particular,glacierarea values)are orthophotos
featuringa highresolution.In thefirst partof
thisvolumewe provideageneral Introduction
whichdescribesthe projectaims,the methods
andtechniqueswe appliedand themainsour-
cesofdatawe analysed;moreover,we describe
the guidelineswe followed (accordingto the
recommendationsreportedin themost recent
international literature) to compile the inven-tory andto choosethe main numer icaland
descriptiveparametersto belisted.Thesecond
chapter, ItalianGlaciers ,offers a pictureof all
themainfeaturesaffecting Italianglaciation.It
isfollowedby sevensub-chaptersdealingwith
factsand figures describingItalianglaciersat
a regionalscale(Piedmont,AostaValley,Lom-
bardy,Trentino, SouthTyrol,Veneto,Friuli-Ve-
neziaGiulia andAbr uzzo) .Eachone ofthese
sub-chaptershas a general description ofthe
regionaldistribution ofglaciers, alsosupported
bydiagramsand pictures,a referencelist repor-
tingthe mainpapers describingthe regional
glaciation,andmapswhichhelp thereaderto
understandthe correctlocation ofglaciers.Last
butnotleast,tablesareinsertedtodescribethe
mainglacierfeaturesatpresentandthe chan-
gesthatoccurredwithrespecttotheCGI(1959-
1962)inventoryand theWGI.As regardsthese
lattercomparisons,thereadershouldconsider
thebroaddifferenceintechniqueandmethodsanddata sources between thenew Inventory
andtheoldones.
Suchprofounddifferencescastdoubtonthere-
sultsobtained;in severalcases thechangesin
Italianglaciationoverthelasthalf-centurymay
havebeenunderestimated.Neverthelessthese
resultsgivea generaloverviewoftheevolution
ofthe Italiancryosphere.In theReferencelist ,
thelastpartofthisvolume,wereportthe scien-
tificpapers dealing with Italian glacier sand
published in the time window 1962-2014. This
partis reallyofgreat relevanceforupdating our
knowledgeof Italianglaciers.
C
ome strumento di base per l’indivi-
duazione e la delimitazione dei corpi
glaciali si sono utilizzate e analizzateortofoto messe cortesemente a disposizione
per consultazione dalle strutture regionali e
provinciali di pertinenza. Le ortofoto utilizza-
te derivano da foto aree a grande scala, con
limitata o assente copertura nuvolosa, riprese
prevalentemente nel periodo estivo e tardo
estivo quando la copertura nevosa sui ghiac-
ciai è ridotta e il ghiaccio esposto è ben visi-
bile e mappabile. Le ortofoto utilizzate sono
state rilevate nel 2005 (Valle d’Aosta, Volo
RAVA); 2007 (Lombardia, Ortofoto digitale a
colori BLOM-CGR S.p.A.-IIT2000/VERS.2007);
2008 (Provincia Autonoma di Bolzano-Alto
Adige, Volo PAB); 2009 (Veneto: rilievo LIDAR
Regione Veneto-ARPAV); 2009-2011 (Regio-
ne Piemonte, Volo ICE); 2011 (Trentino, Volo
PAT); 2011 (volo UM Friuli-Venezia Giulia). Le
immagini sono tutte a colori e caratterizza-
te da pixel con una risoluzione nominale di
0,5 x 0,5 m. L’accuratezza delle immagini di-
chiarata dai produttori è pari a ± 1 m. In unnumero limitato di casi si è ricorsi anche alla
consultazione di immagini da satellite (Valle
d’Aosta 2009 Immagini SPOT con risoluzione
Metodologiee fonti
di 6 m) o a dati di letteratura e di terreno (Friu-
li -Venezia Giulia e Abruzzo). Le ortofoto sono
state analizzate e utilizzate come layer base
per delimitare in ambiente GIS (Geographic
Information System) i perimetri glaciali dai
quali calcolare le aree di copertura. Questi
dati insieme ad altre informazioni fondamen-
tali (come toponimo, codice identificativo,
coordinate del ghiacciaio, etc., si veda nei pa-
ragrafi successivi l’elenco dettagliato) hanno
popolato un data base relazionale che costi-
tuisce il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani.
Per la verifica e l’integrazione dei dati così ot-
tenuti si sono utilizzati sia i catasti regionali
e provinciali già esistenti, sia la documenta-
zione cartografica, il tutto costantemente
accompagnato da rilievi sul terreno. La vali-
dazione finale è avvenuta ad opera di espertidel Comitato Glaciologico Italiano e delle va-
rie Regioni e Province.
Per la valutazione dell’errore dei dati catastali
prodotti si è seguito l’approccio introdotto da
Vögtle & Schilling (1999) e applicato in pre-
cedenza da altri autori per calcolare l’errore
planimetrico dei ghiacciai lombardi (Citterio
et al., 2007; Diolaiuti et al., 2012a) e dei ghiac-
ciai valdostani (Diolaiuti et al., 2012b). Il me-
todo prevede il calcolo per ciascun ghiacciaio
censito del buffer areale di incertezza che è
funzione del perimetro del ghiacciaio stesso,
della dimensione del pixel dell’immagine uti-
lizzata e della efficacia della perimetrazione
manuale effettuata dall’operatore (valutata
di volta in volta e dipendente dall’esperienza
dell’operatore e dalla sua conoscenza diretta
della zona in esame). L’errore complessivo è
pari allo scarto quadratico medio di tutti i buf-
fer areali calcolati. Grazie all’ottima qualità e
risoluzione delle immagini utilizzate e dell’ac-curata delimitazione manuale effettuata, il
valore dell’errore planimetrico delle aree cen-
site nel Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani
è sempre risultato i
calcolata. Fanno ecc
particolari come le a
o completamente ccoveredglacier sia se
si vedano anche Kirk
Diolaiuti, 2011). Que
anni sono divenute
rendono più diffico
trazione degli appa
nel settore termina
l’area glaciale può v
10%. Per limitare l’e
ti casi durante la de
cercato di tenere c
morfologiche della
ultime infatti posson
ghiaccio ricoperto corretta posizione d
Si è quindi tenuto c
lesie di ghiaccio, di c
superficiali, di cavità
di zone convesse e
scure per la presenz
pure ancora con ne
senza di torrenti e so
origine è stato un ut
care il limite della fr
2004; 2009). Infine p
teramente o parzialm
(fra gli altri Miage, L
proceduto nelle sco
sul terreno che han
dati GPS (GlobalPos
sione relativi ai veri
Anche la presenza d
ire sulla corretta per
Per ovviare a questo
bra sono state escluI ghiacciai non ana
questo motivo c
meno dell’1% in ar
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14
Ghiacciai del Gruppo Ortles Cevedale (Lombardia,Tren-tino eAlto Adige). In ambienteGIS sono stati deline-ati i perimetri glaciali sulla base dell’ortofoto a colori(BLOM-CGR S.p.A.-IIT2000/VERS.2007).Per gentileconcessionedella RegioneLombardia.Glacierslocated in the Ortles-CevedaleGroup (Lombardy,Trentinoand South Tyrol). In aGISenvironmenttheglacierboundariesaremapped used asbaselayer the color or-thophoto(BLOM-CGR S.p.A.-IIT2000/VERS.2007)Courtesy by RegioneLombardia
to-ARPAV);2009-2011(RegionePiemonte,ICE
Flight);2011 (Trentino,PATFlight);2011 (UMfli-
ghtFriuli-VeneziaGiulia).Theorthophotosare
products available for purchase, featuring a
planimetricresolution specifiedby 1pixel (pixel
size= 0.5m). Theplanimetricaccuracystated
bythemanufacturersis±1m.
Insome caseswealso usedsatellite imagesto
improve the glacier mapping (Valle d’Aosta,
2009 SPOTimagesfeaturinga resolutionof 6
m)andfieldand liter ature data aswell(Fr iu-
li-VeneziaGiuliaand Abruzzo).The colouror-
thophotoshavebeenusedasbaselayerinaGIS
(GeographicInformationSystem) environment
to detectand mapglacier boundaries. These
permitted the calculation of glacier area va-
lues.Theareadatatogetherwithother crucial
information(e.g.:glacier name,id code,coordi-nates,etc…seealsothefollowingparagraphs)
wereenteredina databasewhich constitutes
theNewItalianGlacierInventory.A crosscheck
of theglacier datathus obtainedwas perfor-
med consideringalreadyexistent regional or
localinventories, recent published mapsand
cartography, anddedicatedfield surveys.The
finalvalidationof allthe NewItalianGlacier
Inventorywasperformedbya teamofexperts
selected fromthe Italian Glaciological Com-
mitteeand/orfromtechnicalpersonneloflocal
administrations.
To assess the potential er ror affecting data
entered inthe newinventory, weadoptedthe
appr oach intr oduced by Vögtle & S chilling
(1999)andlargelyappliedinthe recentpast to
evaluate the areaerror of Lombardyglaciers
(Citterioetal.,2007;Diolaiutietal.,2012a)and
ofAostaValleyglaciers(Diolaiutiet al.,2012b).
Thismethodis basedonthe calculationofthe
areabufferforeachmappedglacier.Thebufferextentdependson theglacierboundary,the
pixel size and the uncertainty of the applied
mapping(thislatterdue tothe manualopera-
torand evaluatedfor eachglacierin relation
tothe exper ience ofthe oper ator andto his/
her knowledge of the surveyed glacier area).
Thefinalpr ecisionof thewhole glacier cove-
ragewasdeterminedby takingtheroot ofthe
squaredsum ofall thebufferareas.Thanksto
thehighqualityand r esolution ofthe analy-
sed or thophotos and the accur ate manual
mappingwe performed,the glacierarea data
obtainedfeatur edan er ror lessthan± 2%of
theactual value.Fewexceptionsoccur in the
caseof supraglacialdebris presence(i.e.: debris
covered glaciers,both sensustrictuand sensu
latu;see Kirkbride,2011and Smiraglia& Dio-
laiuti, 2011).These conditions are becoming
evenmorefrequentoverrecent yearsandare
makingit more difficult anduncer tainto de-
tectand mapglacieroutlines;particularly theglaciersnoutmapping isdifficultsinceatlower
elevations debris coverage can reachhigher
depth.In suchconditions themapped glacier
ar ea canbe under estimated byup to10% of
the actualvalue.To reduce the error, whene-
verdebrisoccursat theglaciersurface,wealso
considered glacier morphologicalfeatures; in
fact,thesemay indicatethe occurrenceof bu-
riedicethusimprovingthecorrectmappingof
glacier limits. Then wetookinto account the
occurrenceof: icecliffs andice pinnacles,be-
dieres andepiglacialstreams,supraglacialla-
kesand waterponds,glaciermoulinsand sur-
faceroughness,darkareasdueto higherwater
content or ar eas showing clear changes of
elevation,meltwater streamsoriginating from
heavilydebris-coveredareas(Paulet al.,2004;
2009).In someselectedcases,wheneverthesu-
praglacialdebris wasabundant, thus partially
ortotallycoveringtheablationarea(i.e.:Mia-
ge,Lys,Belvedere andSolda glaciers),we also performedad hoc field surveys using GPS te-
chniquestomapthe actualglacierboundaries.
Lastbutnotleast,shadowoccurrencecandrive
anincreaseintheerr
Therefore,in ourwor
dowareaswhich,in
sed,representonlya
than1%of thewhol
Fromtheorthophot
infor mation on glac
lowingtherecomm
al.,2010;Cogleyetal
thesedatawereente
cierInventoryas we
number, ar ea cove
summarizedat a ge
(i.e.:mountaingroup
andplots.
Inorderto permitfru
thesenew glacierda
in previous regionaventories,we sorted
classification (7 size
0.10-0.5km 2 ; 0.5-1 k
km2 and>10km2 ). T
introducedby Paul
sedthe Swissglacie
been applied toItal
al.(2007),Maragnoe
(2011,2012a;2012b)
to theAustrianglac
(2009),andto theFre
al.(2014).
Thenumberof glac
thetwo availableda
and the NewItalia
eitherto unreliabled
inthe aerialphotos(
cloudcoverand/ors
debris coverage,or
glaciers.Toavoidinc
theglacierchangest1960s–2014(i.e.:com
andtheNewItalianG
sideredonlythe glac
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16
denominazioni specifiche già codificate in ca-
tasti regionali, si sono preferibilmente utiliz-
zati i relativi toponimi. Nel caso non vi fossero
toponimi precedenti, si sono utilizzati, ove
possibile, sostantivi e aggettivi localizzativi
(Est, Centrale, Inferiore, etc.) aggiunti al nome
già in essere; nel caso non fosse possibile uti-
lizzare aggettivi specifici (ad esempio perché
già presenti o poco intuitivi), si è mantenuto
per il ghiacciaio principale il toponimo pre-
esistente, aggiungendo ai singoli frammen-
ti il numero romano (I, II, etc.) partendo dal
ghiacciaio principale oppure seguendo, ove
possibile, l’andamento orografico-idrologico
del Catasto CGI. Questi stessi criteri sono stati
seguiti anche per ghiacciai di nuova identifi-
cazione non presenti nei catasti precedenti.
Una situazione opposta è quella degli accor-pamenti, per cui si è creata una sola unità
glaciologica quando nel Catasto CGI erano
elencate più unità. Ciò è stato fatto nei casi
in cui si è deciso di privilegiare nella topono-
mastica l’aspetto glaciologico (in particolare
l’unitarietà morfodinamica) rispetto a quel-
lo storico e tradizionale. I casi più noti sono
quelli dell’Adamello (in precedenza suddiviso
in sei ghiacciai autonomi) e quello del Belve-
dere (già trattato in tre unità separate).
In Alto Adige, seguendo il Catasto CGI, si è
mantenuta la toponomastica bilingue: si è in-
fatti utilizzato il toponimo italiano seguito dal
nome tedesco. In numerosi casi non è stata
riscontrata uniformità fra i toponimi italiani
e tedeschi del CGI e quelli del catasto della
Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige
(PAB); quest’ultimo inoltre tende ad utilizzare
lo stesso nome sia per il ghiacciaio principale
sia per quelli derivanti da frammentazioni. In
queste situazioni si è quindi preferito indica-re nel campo Nome o nel campo Note tutti
i toponimi italiani e tedeschi utilizzati sia nel
Catasto CGI sia nel catasto PAB. Ciò ha deter-
minato una maggiore complessità nella con-
sultazione delle tabelle, garantendo però la
completezza delle informazioni.
A livello generale tutte le frammentazioni e
gli accorpamenti e le variazioni di topono-
mastica rispetto a fonti precedenti sono state
segnalate nelle Note al fine di rendere possi-
bile l’identificazione univoca del ghiacciaio e
la ricostruzione della sua storia.
2) Codice
Si è utilizzato come codice base il numero del
Catasto CGI con eventuali modifiche derivan-
ti da situazioni locali codificate in catasti re-
gionali o provinciali o da particolari esigenze
di chiarezza.
Nel caso di frammentazioni o di ghiacciai non
presenti nel Catasto CGI ed identificati suc-cessivamente, si è mantenuto il numero CGI
per il ghiacciaio matrice o per quello imme-
diatamente precedente a livello topografico.
Ai ghiacciai derivanti o non identificati prece-
dentemente si è assegnato il codice CGI se-
guito da punto e decimale (.1 o .2 , etc.). La
successione è stata dettata dall’andamento
orografico-idrologico del CGI oppure da cri-
teri dimensionali e genetici.
Poiché nel presente Catasto si è scelta una
suddivisione regionale o provinciale di tipo
politico-amministrativo, a differenza del Ca-
tasto CGI basato su una successione stretta-
mente orografico-idrologica, la sequenza nu-
merica dei ghiacciai nei due catasti presenta
differenze.
3) Codice WGI
Sono stati utilizzati i codici ufficiali WGI con
dodici cifre. Nel caso di ghiacciai non elencati
nel WGI (frammentazioni successive o ghiac-ciai non identificati precedentemente), la ca-
sella relativa è stata lasciata vuota.
4) Coordinate
Il sistema utilizzato è il WGS 84, sistema di
riferimento del GPS ormai universalmen-
te in uso. Le coordinate sono sessagesimali
(xx°xx’xx’’N e yy°yy’yy’’E) e si riferiscono al
centro del poligono che rappresenta il peri-
metro glaciale censito nel Nuovo Catasto dei
Ghiacciai Italiani.
5) Gruppo Montuoso
Per ogni ghiacciaio si è utilizzata, con piccole
modifiche in funzione di particolari situazioni
locali, la suddivisione basata sulla classifica-
zione SOIUSA (Suddivisione OrograficaInter-
nazionaleUnificatadelSistemaAlpino) con la
seguente successione (Marazzi, 2005):
Raggruppamento montuoso: SEZIONE – Sot-
tosezione - Settore di Sottosezione.Nella sequenza verticale delle singole schede
regionali i ghiacciai sono stati raggruppati in
settori montuosi più tradizionali, in qualche
caso non totalmente coincidenti con la Sot-
tosezione SOIUSA.
6) Bacino Idrografico
È stato indicato il bacino idrografico principa-
le seguito da due o al massimo tre bacini di
ordine inferiore, seguendo sostanzialmente il
Catasto CGI.
In rari casi particolari (ad esempio per l’Ada-
mello) si è indicato anche un secondo bacino
principale con i suoi bacini di ordine inferiore
7) Tipologia
Sono state utilizzate tre tipologie, che fanno
riferimento a classificazioni internazionali,
come WGI, GLIMS, IHP-IACS, ESIG e nazio-
nali (SGL e SAT) (si veda ad esempio Müller
& Scherler, 1977; SGL, 1992; Rau et al., 2005;WGMS, 2012; Kargel et al., 2014):
● Vallivo: ghiacciaio costituito da una bacino
di accumulo ben definito dal quale si origina
una lingua che scorre in una valle ben defi-
nita dal punto di vista geomorfologico. Si
definisce “vallivo semplice”quando vi è un
solo bacino di accumulo dal quale fluisce la
lingua; “vallivo composto”, quando la lingua è
formata dalla coa lescenza di due o più lingue
minori provenienti da altrettanti bacini collet-
tori.
● Montano: ghiacciaio, anche di notevoli di-
mensioni, che non sviluppa una lingua valli-
va e che è collocato su versanti montuosi. E’
condizionato nella sua forma e nella sua evo-
luzione dalle caratteristiche morfologiche del
sito che lo ospita (e.g.: circo, falda, nicchia,
calotta, pendio, canalone, sospeso, altopiano
con lingue radiali, etc.).
●
Glacionevato: indicato nella letteraturainternazionale come glacieret , è una massa
di ghiaccio di forma indefinita e di limitata
estensione, ospitata in una concavità mon-
tuosa, spesso circhi glaciali preesistenti, ca-
ratterizzata da flusso molto lento o del tutto
assente. Deve essere osservabile per almeno
due anni di seguito. Può formarsi all’inizio di
una fase glaciale o durante una deglaciazione
e può quindi essere considerato la fase em-
brionale o terminale di un ghiacciaio in senso
stretto. Nel presente Catasto per attribuire ad
un apparato la classificazione tipologica di
glacionevato si è utilizzato prevalentemente
un criterio dimensionale e pertanto si sono
considerati glacionevati tutti i corpi glaciali
con superficie inferiore a 0,05 km 2. Nel caso
di apparati di dimensioni comprese tra 0,09 e
0,05 km2 si è tenuto conto per attribuire que-
sta tipologia anche di caratteristiche morfo-
logiche o di informazioni da letteratura (Rau
et al., 2005).
8) Area (in km2)
È indicata l’area di ciascun ghiacciaio in km2
con due decimali ca
tro delimitato in am
recente utilizzata. C
tastabilità è stato sc
accordo alla lettera
et al., 2004; Rau et a
rea del ghiacciaio fo
sono state riportate
regionale, illustrand
re situazione.
9) Anno del rilievo
È stato indicato l’an
to o della fonte cui s
10) Area CGI (km2)
È stata inserita l’are
1962. Nel caso di frastata attribuita al gh
tre per il ghiacciaio o
sella si è lasciata vu
esplicitata nelle No
classificato estinto in
venisse classificato
corrispondente cod
gli appositi campi; i
mantenuto vuoto, in
sificato estinto in CG
11) Area WGI km2
È stata inserita l’area
lato per l’Italia fra la
zio degli anni ’80. N
l’area WGI è stata a
ginario, mentre per
derivati la casella si è
12) Esposizione
È stata espressa in ocon sigle maiuscole:
2)Codice
3)CodiceWGI
4)Coordinate
5)Gruppo montuoso
6)Bacino Idrografico
7)Tipologia
8)Area(inkm 2 )
9)Annodelrilievo
10)AreaCGI(km 2 )
11)AreaWGIkm 2
12)Esposizione
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18
Toassign a name toeach glacier wemainly
referred to the CGI inventory (1959-1962). In
somecasesweneededtoupdatethename,due
to actualchangesin glacier morphologyand
type,orduetolocalsituationsalreadyconside-
r edintheWGI or in pr eviouslocalor r egional
inventories.If theglaciernamewaschanged,it
wasreportedandexplainedinthe“Note” field.
S ome main guidelineswer e applied, and in
particular:
theglaciername, in order tomake identifica-
tioneasier,is formulatedby themainlocation
namefollowedby otherdetails(e.g.:Superiore,
Inferiore,Alto,Centrale,etc.).Wedidnot insert
theword “Ghiacciaio”(orother synonyms,such
as“Vedretta”),theonlyexceptionsbeingwhere
“Ghiacciaio” or “Vedretta”were followedby a
qualificativeadjective (e.g.:VedrettaRossa or
Vedretta Lunga/Langenferner). Whenthe lo-
cationnameincludedaspecificgeographicor
morphologicindication(e.g.:Passo,Cima,Piz-
zo,Lago, etc..)we maintained this valueat the
headoftheglaciername(e.g.:CimadiForame,
Passod’Amola).
The indication of the cardinal directionswas
fullyreportedandwepreferredtousethename
(Nord, Sud-Ovest,etc..)insteadof the adjecti-
ve (Occidentale, Meridionale, etc, ) ; the only
exceptionbeingwheretheadjectivereferredto
anothername(e.g.:in thecase ofa mountain
peak, such as Levanna Orientale). Particular
attention wasgiven to attributingthe correct
name after glacier fragmentation. In these
cases,weconsider ed asnewlyformedallthe
glaciersderivedfrom clearand unambiguous
fragmentation,detectableatthe yearofthein-
ventorysurvey(i.e.:onthe analysedorthopho-
to) and exceedingthe chosenarea threshold
of0.01km2. Insome cases, thefragmentation
hasoccurredonlyveryrecently(aftertheacqui-
1)Glacier Name
GhiacciaiodiGalambra(codiceCGI26)nelGruppodelMoncenisioinunacartolinadel1954(fotoBogliaccino,ArchivioSMI)GalambraGlacier(CGIcode 26)inthe Moncenisiomountaingroupfroma 1954postcard(photoBogliaccino,courtesyArchive SMI)
sitionof theorthophotos weanalysed), sowe
couldnotreportthederivedglaciersasnewin-
dependenticebodies,andweonlyreportedthe
occurrenceof a fragmentation,the dateand
thesourceof such infor mationin the “Note”
field (e.g.:Lysand LexBlancheglaciers,which
on theorthophotosstillappearedas a whole
glacierbody,thoughin veryrecenttimesboth
exper ienced thedetachment ofpar t of their
tongues).
As regards the name to be assigned to the
newlyformedglaciers,we mainly referred to
thenamereportedin alreadypublishedregio-
nalor localinventories,ifany.When noname
wasalreadyassignedtothe newlyformedgla-
cier ,weindicatedit byaddingto thenameof
themain fragmentedglacieranadjectivesta-
tingthelocationofthefragment(Est,Centrale,Inferiore,etc.);in othercases wemaintained the
nameofthemainfragmentedglacieraddinga
cardinalnumber(I,II,etc.)rangingfromthelar-
gestto thesmallestremnantice bodies,or fol-
lowing anorographicor a hydrologicsequen-
ce.Thesecriteriahavealsobeenappliedtonew
glaciers;weconsideredactualnewglaciersthe
oneswithoutany previoussurveyin theolder
records(CGIinventoryand WGI),generallydue
toheavysnowor debriscoveragewhichmade
themundetectablebypastsurveyors.
Another case is glacier fusion. We decided to
indicateas asingleglaciersometheice bodies
which were part ofthe same systemfr oma
morphologicaland/ora dynamicpoint ofview.
Themostwellknowncases aretheones ofthe
Belvedere and Adamello glaciers. These gla-
ciersappearedin thepast inventoriesas frag-
mented,into6 (Adamello)and3(Belvedere)ice
bodies.In theNewItalianGlacierInventorywe
reportedthem as twocomplexglaciers(Ada-
melloand Belvedere,in Lombardyand Pied-
mont,respectively).
InAltoAdigewe maintainedboththeItalian
andtheGermannam
CGIinventory).In se
werefoundamong
German)reportedin
oneslistedinthe Bol
ce(PAB)glacierinve
naldatabasethesa
boththe mainglaci
fromfragmentation
r edto list allthe It
( fromthe PAB inven
ventoryas well)inth
field. In thisway,for
mostcompleteinfor
tailsalsomeant gre
tingthenewglacierd
Inshor t, in the “Not
mentationand/orfuofthe surveyorthe s
topermita univocal
cierandthemostacc
evolution.
WeincludedtheIDc
ventorywithonlya f
cations reportedin a
orlocal inventories.
Inthecaseofglacier
mentation phenome
inclusionin theCGId
IDcodebasedonthe
mainfragmentedgl
dotand anor dinal
Toassign theor din
sequencebasedon
drology,orthe sizeo
r ein our newinven
sortingthemaccord
we haveidentifiedt
ministrative bounda
ven somedifference
2)Glacier code
Ghiacciaio di Galambra (codiceCGI 26) nel gruppo del Moncenisio,attualmenteestinto (foto M. Tron,2009)GalambraGlacier (CGIcode 26) in theMoncenisiomountain group, atthe momentextinct (photocourtesy M. Tron,2009)
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11)AreafromWGI(km 2 ) 12)Aspect 13)Note
Ghiacciaio di Malavalle/Malavalle/ÜbeltalGlacie
Ghiacciaio di Malavalle/ Übeltal (875) nel gruppo BreonieOccidentali (foto G.L.Franchi, 1991)Malavalle/ÜbeltalGlacier (875) in theBreonieOccidentalimountain group (photoCourtesy G.L. Franchi, 1991)
Weenteredin thenewdatabasetheareavalue
( inkm2 ) reported in the WGI. These values for
theItalianglaciersare referredtodata sources
datingbetweentheendof the1970sand the
beginningof the1980s.In caseofglacierfrag-
mentation,the WGIareavaluewas attributed
to themain glacier body andno data were
entered in the derived glacier fragments.The
occur rence of such cases wasexplained and
detailedinthe “Note”field.
Glacier Aspect wasreported.It wasevaluated
considering45°aspectbins,thusgiving8 main
classes:N;NE;E; SE;S;SO;O; NO.
The “Note” fieldwas usedto listinformation
onglaciername,occurrenceoffragmentation,
glacierfusion,glacierextinction,occurrenceof
supraglacial debris, detachment of a part of
theglacierbody,etc…
8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
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22
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8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
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24
Carta di distribuzione dei ghiacciai italianiDistribution map ofItalian glaciers
ü
1
2
3
4
5
6
78
910
11
12
13
14
15
16
17
1920
18
21
22
23
24
PIEMONTE
LOMBARDIA
VENETO
FRIULI -
VENEZIA
GIULIA
ALTO ADIGE/
SUD TIROL
TRENTINO
V.D’AOSTA
ABRUZZO
..
8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
15/204
26
On t he I ta li an s id e o f t h e A lp s a b o ut
1/5th ofthe Alpine glaciationis loca-
ted.A total glacierized areaof 369.90
km2 wasfound,a nonnegligiblevalueif com-
pared to theone of the Alpsas a whole(2050
km2 ,Paul etal., 2011).Thetotal numberof Ita-
lianglaciersis 903(alsoconsideringtwosmall
icebodies onthe Apennineswhichconstitute
theCalderone Glacier),a largevaluewith re-
specttothe Alpinecensus(3370glaciers,Paul
etal., 2011)and theyfeature anample distri-
bution, fromthe Maritimeto theJulian Alps.
Theglaciersizeand typecovers a widerange
as well: from the biggest Italian glacier,the
Adamelloice cap,to Lysand Forni,large valley
glaciers whichfeature several accumulation
basins(andthenclassifiedas“confluentvalley
glaciers”), tothe smallmountainglaciersand
glacierets.
Accordingto the regional distributionwe ap-
plied in the New Italian Glacier Inventory, the
largestpart ofthe glacierized areaof Italyre-
Sul versante italiano delle Alpi si localiz-
za poco più di un quinto dell’intero gla-
cialismo alpino.
La superficie complessiva dei ghiacciai ita-
liani risulta infatti di 369,90 km2, valore im-
portante se confrontato con quella degli
apparati dell’intera catena (2050 km2, Paul
et al., 2011). Per quanto riguarda il numero,
i ghiacciai italiani censiti sono 903 (compre-
si i due piccoli corpi glaciali appenninici che
costituiscono il noto Calderone), con una di-
stribuzione che interessa tutti i settori della
catena, dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie,
a fronte di un totale alpino di 3770 apparati
(Paul et al., 2011).
Le dimensioni e le tipologie sono molto di-
versificate: si passa infatti dal grande alto-
piano dell’Adamello, il più vasto apparato
glaciale delle Alpi Italiane, ai vasti ghiacciai
vallivi a bacini composti come i Forni e il Lys,
fino ai piccoli ghiacciai montani e ai minu-
scoli glacionevati.
Tenendo conto della suddivisione regionale
e provinciale seguita nel presente Catasto, la
Regione più glacializzata risulta la Valle d’A-
osta (36,15% della superficie totale), seguita
dalla Lombardia (23,71%) e dall’Alto Adige
(23,01%). Meno estese le coperture glaciali
delle altre Regioni con i minimi in Friuli - Ve-
nezia Giulia (0,05%) e in Abruzzo (0,01%) (fig.
1).
Il numero più elevato di corpi glaciali si regi-
stra in Lombardia (230), seguita da Alto Adi-
ge (212), Valle d’Aosta (192), Trentino (115) e
Piemonte (107). Molto più limitato il numero
in Veneto, Friuli -Venezia Giulia e Abruzzo (ri-
spettivamente 38, 7 e 2) (tab. 1 e fig. 1).
Le superfici medie regionali evidenziano
chiaramente l’elemento più caratteristico del
ghiacciai italiani, la loro ridotta superficie.
A fronte di una superficie media nazionale di
0,41 km2, si passa da 0,70 km2 in Valle d’Aosta
a 0,09 km2 in Veneto.
PIEMONTE 107 115 28.92 55.84 -8 -26.92 -48%
VALLE D’AOSTA 192 204 133.73 180.91 -12 -47.18 -26%
LOMBARDIA 230 185 87.71 115.30 45 -27.59 -24%
TRENTINO 115 91 30.96 46.47 24 -15.51 -33%
ALTO ADIGE 212 206 85.12 122.22 6 -37.10 -30%
VENETO 38 26 3.23 5.70 12 -2.47 -43%
FRIULI V.G. 7 7 0.19 0.38 0 -0.19 -50%
ABRUZZO 2 1 0.04 0.06 1 -0.02 -33%
TOTAL 903 835 369.90 526.88 68 -156.98 -30%
sultedto belocatedinAostaValley(36,15%of
the total value), thenin Lombardy(23,71%)
and SouthTyrol (23,01%). The other regions
featuredminorvaluesof glacierarea andthe
minimawerefou nd inFriu li - VeneziaGiu lia
(0,05%)and Abruzzo(0,01%). Asregardsthe
glaciercensus,thehighestnumberofglaciers
wasfound in Lombardy (230),then in South
Tyrol (212), Aosta Valley (192), Trentino (115)
andPiedmont(107). A verysmall number of
glacierswaslocatedin Veneto,Friuli- Venezia
Giulia andAbruzzo(38, 7 and2 respectively)
(tab.1 andfig.1). Themeanareavaluefeatu-
redby eachglacier regionclearlyindicates that
theItalianglaciation isformed byseveralsmall
andsmallericebodies.The Italianaverageva-
luewasfoundequalto 0,41km2 , froma regio-
nallevelthe meanvalueswereranging from
0,70km2 (AostaValley) to0,09km2 (Veneto).
Numero ghiacciaiNuovo Catasto
Numberof glaciers-NewInventory
Numero ghiacciaiCatasto CGINumberof
glaciers-CGIInventory
Area Nuovo Catasto (km2)Cumulativearea -New
Inventory(km2 )
Area CatastoCGI (km2)
Cumulative area - CGIInventory (km2)
Variazionen° ghiacciai
Changeinnumberofglaciers
Variazionearea (km2)
Areachange(km2 )
Variazionearea (%)
Areachange (%)
Distribuzione, area e variazioni dei ghiacciai italiani suddivisi per Regioni.Le variazioni prendono in considerazione l’intero campione, non solo i ghiacciai comuni ai due catasti
Areaand changes affectingthe Italian glacierssorted accordingtothe Region wherethey arelocated (the
wholesample isconsidered, notonly theones common tothe tworecords ofdata)
Distribuzione percentè indicata anche l’areRegioni (in basso); pe
Areafrequency distribulocated (above); thelabItalian glacierssorted anumber ofglaciersof e
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
2
G l a c i e r A r e a ( % )
N u m b e r o f G l a c i e r s ( % )
Fig.1
Tab.1
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
16/204
28
Per meglio caratterizzare la distribuzione di-
mensionale del glacialismo italiano, i ghiac-
ciai sono stati classificati in relazione alla
loro estensione areale e sono stati suddivisi
nelle sette classi dimensionali già utilizzate
in analisi precedenti e relative sia a settori
del glacialismo italiano sia a campioni alpini
europei (i.e.: 10 km2, fig. 3).
La distribuzione dimensionale dei ghiacciai
italiani rispecchia quella di altri settori della
catena alpina e di altre catene montuose (si
vedano ad esempio Paul et al., 2011 e Raco-
viteanu et al., 2008) e vede la prevalenza di
piccoli ghiacciai e un numero assai limitato
di grandi apparati (i.e.: > 10 km2). Su un’area
complessiva di 369,90 km2 suddivisi fra 903
unità glaciali, l’84 % dei ghiacciai per numero
si colloca nelle prime due classi dimensionali,
ma ricopre solo il 21% della superficie tota-
le. I ghiacciai di area maggiore di 1 km2 sono
solo il 9,4% del numero totale, ma coprono
una superficie del 67,8%. Alla classe areale
più estesa (>10 km2) appartengono solo tre
ghiacciai: il Ghiacciaio dei Forni (11,34 km 2) in
Lombardia, il Ghiacciaio dell ’Adamello (16,44
km2) in Lombardia e Trentino, e il Ghiacciaio
del Miage (10,47 km 2) in Valle d’Aosta. Questi
tre apparati glaciali, i più estesi delle Alpi Ita-
liane, rappresentano da soli il 10,3 % dell’inte-
ra area glaciale nazionale.
Tobetterdescribethe sizedistributionof gla-
ciersinItalywe sortedarea dataaccordingto
sevensize classes alreadyapplied in previous
regional and internationalAlpine inventories
(i.e.: 10km2 )(fig. 3).The size
distributionof theItalian glaciationresultedin
agreementwiththe onesfoundon other sec-
torsof theAlps andotherglacierized mountain
chainsofthePlanet(amongtheothersbyPaul
etal. ,2011and byRacoviteanu et al., 2008)
withalargenumberofsmallicebodies(i.e.: 10km2 ).
Applyingthis size classificationwe foundthat
about84%of thetotalglaciernumberis com-
posedby glaciersminor than0.5 km2 covering
onlythe21% ofthe total area. Glacierswider
than1km2 areabout 9,4%ofthe totalnumber,
butthey cover 67.8%of thetotalarea. Inthe
biggestsize class(>10km 2 ) onlythree glaciers
arefound: ForniGlacier(11.36km2 )in Lombar-
dy, AdamelloGlacier(16.44km 2 ) in both Lom-
bardy andTrentino,andMiage Glacier(10.47
km2 ) inAosta Valley.Altogetherthese threeice
bodies coverabout10.3%of thewholeItalian
glaciationarea.
Distribuzionedellearee deighiacciaiitaliani in funzionedi 7classi dimensionali(in altovalori in % sultotale); ivalorisopralecolonneindicanoleareediciascunaclassein km2 . Distribuzio-nedel numerodei ghiacciaiitalianiin funzionedi7 classidimensionali(in basso, valoriin % sul totale); ivalori soprale colonneindicanoil numerodi ghiacciaidic iascunaclasse
Areafrequencydistributionofthe Italianglaciers(above,dataarepercentagevalues(%) withrespecttothe totalcoverage).Areaweresorted accordingto7 sizeclasses.The labelsshowtheareavalue(km 2 )of eachsizeclass. NumberfrequencydistributionoftheItalianglaciers(below,dataarepercentagevalues(%) withrespectto thetotalglaciernumber).Numberwere sortedaccordingto7 sizeclasses.The labelsshowthe numberofglaciersof eachsizeclass.
G l a c i e r A r e a ( % )
N u m b e r o f G l a c i e r s ( % )
10
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
18.89
56.93
41.18
56.15
103.43
53.75
38.25
10
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
496
263
5942 32
8 3
Questa distribuzio
vede la prevalenz
ghiacciai, trova risc
classificazione tipol
ciai italiani (2,8% de
infatti classificabili
quasi totalità si può
tano”e “glacionevat
Utilizzando l’intero
delle superfici attua
CGI 1959-1962, pur
ficoltà derivanti da
con metodologie m
la tendenza ad una
GlaG
Fig.3
Suddivisione dei ghi
In legenda il valore % ro totale di apparati).I numeri riportati sul di apparati per tipo.
Fig.4
8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
17/204
30
glaciernumberresultedincreasedand 68new
icebodieswerefound:infact,835glacierswere
listed inthe CGIInventory(thislatterreported
838glaciers,butthreeofthemwerelocatedin
Franceand thennotsuitable tobe insertedin
a nationalrecordof data),insteadthenew in-
ventorydescribed 903icebodies.The number
increaseof glaciersis manlydue tobothfrag-
mentationphenomena(whichare particularly
frequentduringa glacierretreatingphase)and
identificationof glacierswithout anyprevious
mentionin thepast inventory(generallydueto
abundantsupraglacial debris coveragewhich
mayhavesuggestedinthepastto considerex-
tincttheglacier,now thehighresolution source
of datawe analyzed permittedto detect evi-
denceofglacieractivityandthentoanalyzethe
icebodyandinsertitsdataand featuresinthe
newinventory). One-hundred andeightygla-
cierslistedintheCGIinventoryresultnowtobe
extinctand accordinglythey arenot reported
intheNew ItalianGlacierInventory.Thesegla-
ciersweremainly locatedinSouth Tyrol(i.e.70),
AostaValley(i.e. 37)and Lombardy(i.e.28) (see
chapter“Listof extinctglaciers”).Theseglaciers
altogetherwerecoveringanareaof 22.77km2.
Thisarealoss representsabout15%of thewho-
le glacierretreatwe evaluatedby comparing
theCGIdata setto theNew GlacierInventory.
Glacier extinction was notthe unique factor
influencingon thepresentnumberof glaciers;
infact,theactualcensusof Italianglaciersalso
dependson otherfactors:thefusionofglaciers
which werepreviously listed as separate and
independenticebodies (i.e.15 glaciers,among
theothersthe Adamelloandthe BelvedereGla-
cier); theidentification of 263new icebodies
notmentioned and listed before (45glaciers
wereclassifiedas extincticebodiesin theCGIIn-
ventoryandnow arerecognizedas activeones,
28glaciers werenotlistedand 180icebodies
derivefrom fragmentations of largerglaciers).
Summarizing theabovereportedfactors give
anoverallincreasein thetotalglaciernumber:
369.90km2 inthepresenttime,tab.1). Surely
thiscomparisonis limitedby thedifferentsour-
ces,methodologiesand techniques appliedin
compilingthetwo recordsof data.Considering
the regional subdivision we have introduced
toanalyzetheItalianglaciation,it resultedan
arealossrangingfromthe strongerreduction
experiencedby glaciersin Friuli-VeneziaGiulia,
Piedmontand Venetoto thesmallerdecrease
of Lombardy glaciers (passible of underesti-
mations,seethelast partofthisChapter).The
PIEMONTE 78 28.62 50.96 22.34 44% 16.30%
VALLE D’AOSTA 156 132.74 174.56 41.82 24% 30.50%
LOMBARDIA 156 86.64 114.07 27.43 24% 20.00%
TRENTINO 72 29.75 44.76 15.01 24% 13.90%
ALTO ADIGE 132 83.29 112.90 29.61 26% 21.60%
VENETO 23 2.51 3.36 0.85 25% 0.60%
FRIULI V.G. 4 0.17 0.29 0.12 41% 0.02%
ABRUZZO 1 0.04 0.06 0.02 33% 0.01%
TOTAL 622 363.76 500.96 137.2 27% 100%
10 km2
Total
Numero ghiacciaiNumberofglaciers
RegioneRegion
Classe dimensionaleSizeclass
Area Nuovo Catasto (km2)Cumulativearea -New
Inventory (km2 )
Area Catasto CGI (km2)Cumulativearea -CGI
Inventory(km 2 )
Riduzione area (km2) Areadecrease(km2 )
Riduzione area(% per Regione) Areadecrease
(%withrespecttotheCGI Regionalvalue)
Riduzione area(% sul Totale)
Areadecrease(%withrespecttothetotalareareduction)
Distribuzione, area e variazioni dei ghiacciai italiani presenti in entrambi i catasti (campione comune
confrontabile).
Distribuzione, area e v(campione comune co
Areadistribution and changes ofa subsetof Italian Glaciers(the subsetof glacierscommon to both the
recordsof datais considered).
from835icebodies li
the903actualonesre
Inventory. A second
medwiththeWGIda
listed1381Italian gla
of608,56km2. Thisc
of478glaciersanda
km2 (39%ofthe tota
foundin Friuli-Vene
(57%)andTrentino(5
setheareachangeso
ofhalf a century, w
Glacier Inventory lis
data(tab.2 andfig.
glacierswe compare
theoneobtainedby
alltheglacierfragm
cierInventory.In ca
glaciersnotlisted int
thecomparisonwas
of glacierscommon
composedby 622ic
ring500.96km 2 in t
Tab.2
Tab.3
zione di 137,20 km2 corrispondenti al 27% del
totale.
Anche esaminando l’evoluzione areale a livel-
lo di singole Regioni, si ha la parziale confer-
ma di quanto precedentemente osservato:
le maggiori riduzioni percentuali regionali si
sono verificate per il Piemonte e il Friuli-Ve-
nezia Giulia (tutte superiori al 40% del valore
regionale, ma insieme pari a solo il 17% del
totale nazionale). Le Regioni dove la riduzio-
ne areale è meno intensa sono Lombardia e
Trentino (entrambe 24% del valore regionale,
ma insieme pari al 34% del nazionale) e Alto
Adige (26% del regionale e 21,60% del tota-
le). La Valle d’Aosta contribuisce da sola ad
una rilevante parte delle perdite (24% regio-
nale e 30,50% del totale) (tab. 2).
Il calcolo delle variazioni areali avvenute tra i
due catasti è stato anche effettuato per clas-
se dimensionale (Tab. 3 e fig. 5). L’analisi hapermesso di evidenziare la diversa evoluzio-
ne degli apparati glaciali in funzione delle
loro dimensioni; si veda la fig. 5, dove si può
osservare come i ghiacciai con una superfi-
cie minore evidenzino la maggiore variabi-
lità delle variazioni (dallo 0 al 90%), mentre
i ghiacciai maggiori presentano variazioni
via via meno intense (tipico andamento non
lineare decrescente, riscontrato anche da
Paul et al., 2004 per i ghiacciai svizzeri e Dio-
laiuti et al., 2012 per i ghiacciai valdostani
nell’intervallo 1975-2005).
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32
I risultati delle variazioni areali fra il Catasto
CGI e il Nuovo Catasto sono stati confrontati
con quanto ottenuto da vari autori in diver-
se aree glacializzate delle Alpi. Per l’intera
catena alpina Maisch (2000) ha valutato una
riduzione globale del 27% dalla metà del XIX
secolo alla metà degli anni ’70 del XX secolo.
Su un periodo più breve (1973-1998) Kääb
et al. (2002) osservarono nelle Alpi Svizzere
(Vallese) una riduzione del 21%. La maggiore
riduzione areale ha riguardato i ghiacciai di
piccole dimensioni (area
8/19/2019 Catastro Glaciares Italia
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(i.e.:a meanannualareadecreaseof0.63%).In
particularattentionhas tobe paidto theaccu-
racyfeaturedbytheCGIdatawhichcouldhave
affectedtheobtained results.
In fact, thesmallarea decreasefoundfor the
Italianglaciers comparingthe two inventories
couldbe due to i) misunderestimatedglacier
areain theCGIinventory(1959-1962)thusgi-
vinganunderestimationof glacierlossesor ii)
apeculiar glacierbehaviourfeaturedby theIta-
liansample andlinked toparticularmorpholo-
gyand climateconditions.
Thenafurtheranddeeperdiscussionisneeded
tounderstandthe meaningof ourfindingsand
their reliability. As regards the evaluation of
theoverallerroraffectingour comparisonswe
cannotstateanactualvaluesincenoinforma-
tionondataaccuracywereprovidedbytheCGI
surveyors;differentlytheNew GlacierInventory
resultedfeaturinga meanerroralwaysminor
than± 2%of thecomputed areavalue.Then
adifferentstrategyhastobe appliedto obtain
anestimationofthereliabilityofCGI Inventory
dataandon thepotentialerroraffectingsuch
database.
Asuitable occasiontoevaluate theaccuracyof
CGIdata isoffered byregionalglacier database
developedinthe recentyearsby analysingae-
rialphotographsacquiredin theFifties.Among
theothers,the glacierrecordsby Diolaiutiet al.,
(2011)andD’Agataet al.(2014),who described
two representative subsamples of Lombar-
dy glaciersin thetimeframes1954-2003and
1954-2007respectively,gavethepossibility ofa
comparisonwithCGI Inventoryareadata.
Diolaiutietal. (2011)estimatedanareachange
of28 glaciersin theDosdèPiazzigroup(Lom-
bardyAlps)during1954–2003of –3.97 km2±
1.3%(–51%oftheareacoveragein1954).D’A-
gataet al.,(2014)studiedtherecentevolution
of 43 glaciers located in the Ortles-Cevedale
group(Stelvio NationalPark, Italy) by analy-
singsurface areachangesfrom 1954 to2007,
thusallowingtodescribeglacierchangeson a
relativelylongtime window.Further,thesubset
of Alpine glacierschosenfor theanalysisare
amongthe best knownand stu died of Italy,
alsocomprisingthe widest Italian valley gla-
cier. Theanalysis providedareasurfacechan-
gesas-19.43km2 ±1.2 %,approximately-40%,
from1954to2007.Smallglaciers contributed
stronglytototalarea loss.Since these authors
publisheddetailedtables reportingallthe data,
itwaspossiblefor55icebodiesa deeperanaly-
sisby comparing the1954areavaluewiththe
onereportedin theCGIInventory(anddating
backto1959-1961timeframe).Then foreach
glacierofthesubsetweevaluatedthedepartu-
rebetweenthe1954valueand theCGIinven-
toryvalue.Theabsolute valuesresultedranging
fromaminimumof0.02km2 toa maximumof
5.92km2 , withan averageof 0.38km2.Adding
allthe absolutedeparture values,it resulteda
misunderestimated areaof 18.12km2 forthe
Ortles-Cevedaleand of 2.67 km2 fortheDo-
sdè-Piazzigroup.Thesevalues correspondtoan
errorofabout37% and35%of theactualarea
featuredbythe twoanalysedmountaingroups.
Thelargesterrorresulted affectingthe widest
Italianvalleyglacier(i.e.Forni);in fact,its area
wasoverestimatedof about42% (i.e.:20 km2
inthe CGIInventoryand14.08km2 inD’Agata
etal.,2014analysing the1954aerialphotos).In
spite of thislargeoverestimationexperienced
bytheForniglacier,the largestpartof glaciers
inthe subsetresulted affectedby underestima-
tions(rangingfrom5% to80%).
Su relythisis a comparison ofa smallsu bset
withrespecttothe wholeItalianglaciation(903
glaciersin theNew GlacierInventory)andthe
dateofacquisitionofthecompareddatasetsis
notperfectly overlapping(1954vs 1959-1961),
neverthelessit cangivesomeelementsfor fur-
therdiscussion.
From the one hand these resu lts su ggested
thattheCGIInventoryvaluesare affectedby a
non-negligibleerrormainlydue tothesource of
dataapplied(i.e.fieldphotographsandmaps
featuringa scale of1:25,000)thuslimitingthe
reliabilityof theareachangesderivedfromthe
comparisonwith theNew Inventory(whichin-
steadisbasedonhighresolutionimagery).The
error wehaveevaluatedfor thisglaciersubset
suggestsanunderestimatedareaof thewhole
Italianglaciationinthe CGIinventoryof about
30%,thus suggestingalarger arealossover the
lasthalfa centuryin strongeragreementwith
theother Alpine literature (Kääbet al.,2002;
Knolland Kerschner,2009).
Fromtheotherhand,inspiteofthewideerrors
probably affecting the whole CGI Inventory
sample, a general regression trendis found
andthisis a truthfulenvironmentalimpact of
climatechangewhich suggeststo performfur-
ther